È morto in ospedale alle Molinette di Torino il ragazzo di 26 anni di San Giorgio Canavese trovato nelle acque di un canale a San Giusto, nel Torinese. Il corpo che galleggiava è stato visto da una donna che è riuscita a bloccarlo con un bastone fino all’arrivo dei soccorsi. Il giovane è purtroppo morto una volta giunto in ospedale.
“Quanto è accaduto oggi a Torino è da condannare con fermezza”. Così Vittoria Nallo, consigliera regionale di Italia Viva in Piemonte, a proposito degli scontri avvenuti durante un corteo studentesco. “La violenza non è mai ammissibile, tanto più quando è rivolta a chi tutti i giorni mette a rischio la propria incolumità per garantire la sicurezza dei cittadini. Solidarietà alle forze dell’ordine e in particolare agli agenti che sono rimasti feriti. Il diritto di manifestare il dissenso è e sarà sempre legittimo, ma non può essere utilizzato come pretesto per giustificare azioni violente e gravi come quelle di Torino”.
A più di una settimana dalla fine della 31esima edizione di Artissima 2024, è bello ed utile ripercorrere i tratti salienti dell’ultima edizione della principale fiera d’arte contemporanea in Italia, che dal 31 ottobre al 3 novembre ha acceso i riflettori- dell’arte e non solo- sulla nostra città. Con 189 gallerie, 34 Paesi, 4 continenti ospiti per 4 giorni all’Oval Lingotto di Torino Artissima si riconferma anche quest’anno come una delle principali kermesse internazionali in grado di dare ulteriore lustro e visibilità, anche sotto forme innovative e sperimentali, al mondo dell’arte contemporanea e alla nostra città.
Il tema
Sogni e desideri come tema della 31esima edizione incentrata appunto sull’ “The Era of Daydreaming” inteso come la manifestazione del pensiero spontaneo e come strumento di creazione proiettato verso il futuro. Il Direttore della Fiera Luigi Fassi spiega che la tematica è stato scelta a partire “da un lavoro di un nucleo di ricercatori attivi all’Università di Oxford, che negli ultimi anni hanno interpretato scientificamente il cosiddetto spontaneous thought cioè il pensiero spontaneo in opposizione al pensiero prodotto della ragione”. Ancora il Direttore continua spiegando che “attraverso il daydreaming proiettiamo le nostre vite in una dimensione futuribile, partendo magari da una situazione di scacco“.
Una fiera fortemente orientata verso lo spirito internazionale, dato l’elevato numero di gallerie provenienti da bene 34 paesi e 4 continenti diversi (54% delle 189 gallerie totali) mentre ben 37 hanno esposto per la prima volta in feria. La fiera era divisa in sette settori, quattro sezioni dedicate alle gallerie Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – e le tre sezioni curate da board interazionali– Disegni, Present Future e Back to the Future.
Nel nostro approfondimento abbiamo selezionato alcune delle moltissime gallerie presenti, per avere una visione più approfondita e dettagliata delle storie e progetti dietro alle opere presenti.
Present Future-Opere di Costanza Candeloro Galleria Martina Simeti- Milano
COPYRIGHT MARITINA SIMETI ART GALLERY
Le opere di Costanza Candeloro richiamano e rievocano le più importanti opere delle pensatrici italiane del periodo. L’obiettivo dell’artista è la volontà di dare una rappresentazione della percezione sociale del corpo femminile e del suo indissolubile legame con l’immagine oggettificata riproposta dal mondo capitalismo. Ne è un chiaro esempio l’opera “in the sherpe of circulation” in cui su tela vengono riproposte immagini ove il corpo della donna diventa oggetto di mero scambio. L’uomo è rievocato dall’artista attraverso la bottiglia di champagne, simbolo di potenza e successo. Fondamentale per l’artista il riferimento letterario a Leopoldina Fortunati (in particolare all’opera L’Arcano della Riproduzione. Casalinghe, Prostitute, Lavoro domestico e capitale) ove al centro dell’attenzione c’è lo studio del legale tra il copro femminile e l’economia capitalista a cui la Candeloro dedica riferimenti e esplicite operazioni artistiche a Lei ispirate.
Present future – opere di Concetto Pozzati- Galleria Secci Milano- Pietrasanta
Le opere di Concetto Pozzati, pittore chiave degli degli anni Sessanta e artista da sempre considerato come uno degli artisti chiave della Pop Art italiana, approda ad Artissima 2024 con la Galleria Secci di Milano. Le opere esposte sono quelle degli anni 70 (in particolare quelle a colori appartengono al periodo del 74 e 75). Le stesse sono profonde riflessioni sul senso del tempo e sulla capacità di viverlo e interpretarlo da parte di ciascuno. Oltre alle opere presenti alla fiera, in galleria Secci vengono esposte alcuni lavori di specchi e di sagome di pere, pomodori, orme umane specchianti che “giocano ironicamente con lo spazio circostante, come a voler sottolineare la duplicità della pittura fatta di finzione e di natura, di manualità e di intervento mentale, di linguaggio pubblico e linguaggio privato“. Un’occasione unica per riscoprire un artista del passato iconico della sua era ma che torna attualissimo nel presente e diventa ispiratore per le nuove generazioni.
VALERIA ROMBOLA’
UN DELUDENTE ALCARAZ E’ FUORI DALLE FINALS
Il cerchio si sta per chiudere e dopo la grande kermesse dei gironi all’italiana, i Round Robin intitolati a due grandi star del passato come Nastase e Newcombe, si affaccia all’orizzonte quella che sembra essere la verosimile finale per il singolare del cosiddetto Torneo dei Maestri (domenica 17 novembre, ore 18, con diretta Rai). Lo spagnolo Alcaraz, vittima anche di uno stato influenzale che ne ha pregiudicato la prestazione piuttosto opaca e discontinua, è invece la grande delusione del torneo che conclude la stagione dell’Atp Tour 2024.
Infatti, tanto l’altoatesino quanto il tedesco, numero uno e due del ranking mondiale, nonché le due teste di serie dei rispettivi gironi, hanno chiuso la prima fase da imbattuti con tre vittorie a testa, dimostrando un buon stato di forma. Sinner si è sbarazzato, sempre in due set, di De Minaur, Fritz e Medvedev, mentre Sasha, dopo aver battuto nei giorni scorsi Rublev e Rudd, ha chiuso oggi la pratica contro lo spagnolo Alcaraz con un netto 7-6, 6-4, presentandosi dunque come l’anti Sinner per eccellenza, e ora in semifinale dovrà affrontare, come primo del suo girone e leggermente da favorito, l’americano Taylor Fritz (secondo nello stesso girone di Sinner, alle spalle proprio dell’italiano), apparso non al massimo della forma in questa prima fase: è il motivo per il quale, se pur in vantaggio negli scontri diretti per 6 a 5, il californiano sembra oggi e sulla carta il meno favorito.
L’avversario di Sinner invece si conoscerà solo stasera. Al norvegese Ruud, testa di serie numero 7, basterà conquistare un set o sette game nel confronto con il russo Rublev per qualificarsi per la semifinale, mentre in caso di vittoria per 2-0 del giocatore di Mosca si dovrà valutare il quoziente game tra i due giocatori. Ma per Sinner non dovrebbe essere comunque un problema, anche alla luce degli scontri diretti (2 a 0 nei confronti di Ruud e 6 a 3 contro Rublev), superare entrambi e aggiudicarsi così la finale contro il tedesco di origine russa Alexander Zverev, sempre che riesca a liquidare il californiano Fritz.
Il bilancio degli scontri diretti tra il nostro Jannik e il tedesco pende infine ancora dalla parte di Sasha, che è in vantaggio di 4 a 1, ma riguarda scontri del passato quando l’attuale numero uno al mondo era ben lontano dalle gesta e dai successi di oggi e dalla sua posizione al vertice del ranking mondiale. Del resto, qualora dovesse poi trovare in finale lo statunitense, già peraltro e appena battuto nel girone preliminare in due set, potrà altresì contare su uno score favorevole che lo vede in vantaggio di 3 a 1 nei confronti diretti. Quindi, almeno in teoria e sulla carta, Sinner, che potrà certamente anche contare sul supporto del pubblico e su un tifo da stadio, rimane leggermente favorito per aggiudicarsi il trofeo dei Maestri.
PATRIZIO BRUSASCO
Alcune centinaia di studenti dell’Università e delle scuole superiori sono scesi in piazza questa mattina a Torino contro il governo Meloni e contro l’intervento militare di Israele a Gaza. Anche nel capoluogo piemontese sono apparsi i cartelli con i volti dei politici insanguinati, perché considerati “complici del genocidio”.
POLIZIOTTI FERITI
Sono 19 gli intossicati agenti che sono finiti al pronto soccorso per le esalazioni urticanti dovute allo scoppio di una “bomba” artigianale al cloro. Alle forze di polizia è giunta la solidarietà della premier Giorgia Meloni e della deputata Fdi Augusta Montaruli che ha commentato: “Il lancio di un ordigno contro le forze dell’ordine è un atto di eversione. Ai poliziotti massima solidarietà, che per noi si traduce nel portare avanti spedito il pacchetto Sicurezza. Chi si oppone al dl Sicurezza non vuole rigore verso chi usa violenza facendo diventare il diritto di manifestare ‘pretesa di aggredire’ impuniti. La gravità di quanto sta avvenendo deve ulteriormente convincere, chi ancora lo nega, del fatto che esiste una galassia torinese pericolosissima. Una galassia che si alimenta del buonismo di una sinistra che in Aula alla Camera si oppone alle aggravanti per le violenze alle forze di polizia e in città chiede sanatorie di centri sociali”. Gli scontri violenti che si sono verificati a Torino sono un episodio inaccettabile. La violenza non è mai la risposta, soprattutto quando si tratta di esprimere un’opinione. È fondamentale che tutti comprendano che il confronto e la protesta devono sempre avvenire nel rispetto delle persone e delle proprietà altrui. Esprimo la mia solidarietà al Ministro Valditara e alle forze dell’ordine che in situazioni come queste sono chiamate a svolgere un compito difficile. Auspico che i giovani comprendano il valore del dialogo e del dissenso pacifico, strumenti fondamentali per ottenere ascolto e rispetto. Chi incita alla rivolta sociale farebbe bene a interrogarsi sull’opportunità di quel linguaggio, foriero di comportamenti inaccettabili e di pericolose derive”. Così il Ministro per la Pubblica amministrazione, e senatore di Forza Italia, Paolo Zangrillo
BANDIERA PALESTINESE SULLA MOLE
Come da tradizione nei cortei studenteschi torinesi non poteva mancare nel programma della manifestazione la tappa di contestazione davanti all’ufficio scolastico regionale di Corso Vittorio. Sulla Mole il tricolore è stato sostituito da una bandiera palestinese.
I sindacati di polizia condannano i disordini pro Pal
Dichiarazione di Luca Pantanella, |
“Quello che è accaduto questa mattina è inaccettabile. Diciotto agenti feriti, una camionetta distrutta, uova e ordigni urticanti lanciati contro le forze dell’ordine, mezzi vandalizzati e usati come tamburi. Questo non è diritto di protesta: questa è pura violenza, e la Polizia non è pagata per andare al martirio contro ogni genere di feccia.
La responsabilità di tutto ciò ricade sulla sinistra istituzionale, che da anni coccola questi individui e regala loro spazi come i centri sociali. È il caso di Torino, dove il Sindaco Lo Russo protegge realtà come Askatasuna, persino quando distruggono tutto ciò che trovano. Lo abbiamo visto anche pochi giorni fa a Bologna: gli stessi gruppi, le stesse violenze, la stessa difesa ideologica ai teppisti di professione che è ormai inaccettabile.
Per questo e per altri motivi la Polizia di Stato ha le mani legate di fronte a queste manifestazioni violente che nulla hanno di democratico. È ora di dire basta:servono pene e condanne esemplari, che vengano scontate realmente. Non sono sufficienti avvisi o obblighi di firma. Chi aggredisce le forze dell’ordine deve andare in carcere.
Stiamo facendo ridere l’Europa per come gestiamo l’ordine pubblico. La Polizia Italiana è un fiore all’occhiello, ma questa gestione inefficace sta mortificando la nostra professionalità. Se la Polizia perde la faccia, lo perde l’intera nazione. È necessario un cambio di rotta immediato per tutelare sia gli agenti che il rispetto delle leggi.” |
L’altoatesino si qualifica per le semifinali delle Nitto Atp Finals, vincendo tutti e tr i match del Round Robin intitolato a Ilie Nastase, e infiamma i cuori di tutto il mondo. Un tifo da stadio lo accompagna in ogni scambio, tra cori, canti e dichiarazioni d’affetto che giungono inaspettati e spontanei da ogni lato delle affollate tribune, per poi esplodere durante la cerimonia che lo ha incoronato Numero 1 al Mondo nel 2024, entrando così meritatamente nell’esclusivo Club dei Top Players di tutti i tempi.
E’ difficile scrivere di un campione, esaltarne le virtù e i meriti, senza correre il fastidioso e poco elegante rischio di scivolare nell’apologia e di volerlo santificare come talvolta o troppo spesso sembra fare buona parte della stampa nazionale e internazionale. Certamente anche lui ha le sue ombre, i suoi detrattori, l’agguerrita e folta schiera di invidiosi, stemperata e resa quasi inerme dalla sua riconosciuta semplicità (“il ragazzo della porta accanto”) e bontà, tratti ben evidenti rispetto a certi suoi colleghi di racchetta, ma in questo naturale chiaroscuro emergono tutte lel qualità di un campione che regala certamente all’Italia un sogno e un’euforia tipica di chi non si è mai potuto inebriare alla sorgente dei numeri uno al mondo.
Personalmente non so se, come ha gridato un bambino dagli spalti con la sua candida vocina, “Jannik sia per il popolo” (la fantasia e l’inventiva di molti tifosi sono semplicemente sublimi), ma sicuramente è, per la nazione (il primo italiano a diventare numero uno al mondo!)e più in generale per il mondo del tennis attuale, un fenomeno, magari non paranormale, come ci ricordava l’Albertone del cinema nazionale, ma vieppiù concreto e reale. L’immagine delle commoventi lacrime della madre Siglinde e degli occhi lucidi del padre Hanspeter, durante la cerimonia che lo ha incoronato Numero 1 al Mondo (“E’ bello ricevere questo premio in Italia e a Torino”, ipse dixit), con il trofeo consegnatogli dal presidente dell’Atp Andra Gaudenzi e dall’ex top player Boris Becker, ha raccontato al mondo intero la lsofferenza, i sacrifici, ma anche alla fine l’enorme soddisfazione che accompagnano la vita di un atleta (e dei suoi cari) proteso a realizzare i propri sogni. Perché anche Jannik, come tutti i bambini di questo mondo, ha sognato di diventare numero uno e ora questo sogno si è trasformato in realtà. Certo, è un fatto rarissimo, una favola a lieto fine, che deve tuttavia spronarci tutti, a partire dai più giovani, pur senza vivere di eccessive illusioni, a lottare e perseverare per e nei propri sogni, altrimenti saremo già sconfitti in partenza. E la sua è stata una lunga, se pur precoce, marcia verso il successo, iniziata qualche anno fa e in modo evidente alle Next Gen Finals di MIlano e giunta ora, dopo molti cambiamenti ed evoluzioni nella sua tecnica e tattica di gioco e nel suo team, allo zenith delle sue possibilità odierne (Sinner sa bene, avendolo imparato dai Big 3, Federer-Nadal-Djokovic, che il lavoro di miglioramento e perfezionamento nono finisce mai). La svolta decisiva, come tutti sappiamo, è iniziata un anno fa e proprio alle Nitto Atp Finals di Torino (preceduta, in realtà, dai tornei asiatici, dopo un US Open poco soddisfacente, almeno secondo i parametri di Jannik), quando raggiunse la finale, dimostrando di poter battere per la lprima volta l’allora numero uno del mondo Novak Djokovic (un vero mostro e alieno del tennis) durante il Round Robin (in finale il serbo si riscattò alla grande), sconfitto di nuovo e dopo pochi giorni in una partita dal finale rocambolesco (annullati tre match point al serbo sul 5-4) in semifinale di Coppa Davis a Malaga (Coppa Davis vinta dall’Italia in finale contro l’Australia, dopo quasi cinquant’anni dalla prima e ultima affermazione azzurra nel lontano 1976 con Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli). Da allora e nel corso del 2024 il “rubinodi San Candido” ha inanellato una serie strepitosa di successi, titoli e dati: 2 Slams (Australian Open e US Open), 3 Atp Masters 1000 (Miami, Cincinnati e Shangai), 2 Atp 500 (Rotterdam e Halle), il recentissimo e ricchissimo Six Kings Slam in Arabia Saudita, 74 partite giocate, di cui 68 vinte e 6 perse, con unan percentuale di successo di circa il 92%! Cifre da capogiro! Che farebbero tremare il polso anche al tennista più robusto.
Questo spiega perché sia giunto a Torino, per il torneo dei migliori otto del 2024, e a quest’ultimo appuntamento annuale (per quanto riguarda l’Atp Tour, perché sarà tra pochi giorni la Coppa Davis a chiudere ufficialmente la stagione) da eroe nazional-popolare. E spiega anche perché sia arrivato primo nel suo girone (le Atp Finals prevedono due gironi, o Round Robin, preliminari all’italiana, da cui escono poi i semifinalisti), sbaragliando in due set l’agguerrita concorrenza, dall’australiano Alex De Minaur (6-3, 6-4) allo statunitense Taylor Fritz (6-4, 6-4) e infine al russo Daniil Medvedev (6-3, 6-4), in pratica tutti i continenti, e approdando così, apunteggio pieno alle semifinali. “Ho iniziato un po’ a rilento – ha spiegato Jannik durante le numerose interviste – perché era un po’ che non giocavo e utlimamente non sono stato molto bene, ma poi con Fritz le sensazioni e il gioco sono migliorati e ora, dopo Medvedev, mi sento di nuovo in fiducia; vedremo cosa succederà in semifinale”.
Naturalmente ora tutto il pubblico, abituato forse fin troppo bene dopo anni di digiuno forzato, si aspetta la classica ciliegina sulla torta, ovvero l’ennesimo trofeo e successo, che sarebbe soprattutto e peraltro anche il primo per l’altoatesino alle Atp Finals, dopo la finale persa l’anno scorso col campione serbo Djokovic, per chiudere degnamente e con il botto una stagione indimenticabile e da incorniciare.
PATRIZIO BRUSASCO
Messa in sicurezza dei ponti piemontesi: necessario tutelare i fondi assegnati per interventi strategici
L’INTERVENTO ✍️
In qualità di Consigliere regionale del Piemonte e Presidente della V Commissione Ambiente, ho presentato un ordine del giorno per richiedere un impegno concreto della Giunta e del Presidente regionale affinché le risorse destinate alla messa in sicurezza dei ponti piemontesi, e in particolare del Ponte Preti sulla SP 565, non vengano revocate a causa di ritardi burocratici.
Il recente decreto-legge del 29 giugno 2024, n. 89, convertito con modificazioni nella legge dell’8 agosto 2024, ha prorogato al 31 dicembre 2024 il termine per l’aggiudicazione dei lavori relativi alla sicurezza e alla ricostruzione dei ponti sul bacino del Po. Tuttavia, preoccupano le notizie che riportano come alcune amministrazioni, fra cui la Città Metropolitana di Torino, rischino di non rispettare tale scadenza, mettendo a rischio circa 66 milioni di euro destinati a infrastrutture cruciali. Tra queste, il Ponte Preti di Strambinello, unico collegamento tra Ivrea e il Canavese occidentale, rappresenta un’infrastruttura strategica per la viabilità, l’accesso all’autostrada e a servizi essenziali come ospedali e tribunali.
Le manifestazioni dei sindaci e delle comunità locali evidenziano l’urgenza di interventi su questo ponte, il cui mancato adeguamento causerebbe pesanti ripercussioni sia logistiche che ambientali, dovute all’incremento del traffico su vie alternative, all’usura delle infrastrutture e all’aumento delle emissioni inquinanti. La revoca dei fondi statali avrebbe conseguenze gravi per la sicurezza, la mobilità e la sostenibilità ambientale, penalizzando un territorio già duramente colpito dai ritardi burocratici.
Per questo motivo, il mio ordine del giorno impegna il Presidente e la Giunta regionale a:
Effettuare una ricognizione sullo stato della progettazione per gli interventi già finanziati in Piemonte, con particolare attenzione al Ponte Preti;
Attivarsi presso il Governo nazionale per chiedere, ove necessario, un’ulteriore proroga utile all’aggiudicazione e alla realizzazione dei lavori infrastrutturali;
Sostenere, in ogni sede opportuna, l’urgenza di un intervento su questa infrastruttura strategica per scongiurare gravi disagi ai cittadini e un impatto ambientale negativo derivante dal dirottamento del traffico su percorsi alternativi.
Confido che la Regione si faccia portavoce di queste istanze presso il Governo nazionale, nell’interesse delle comunità piemontesi e dell’intero sistema economico e ambientale del nostro territorio.
Sergio Bartoli
Consigliere regionale e Presidente della V Commissione Ambiente
l consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) presente alla manifestazione degli amministratori del Canavese a difesa del finanziamento per il nuovo Ponte Preti.
Tanti i Sindaci e gli amministratori del Canavese che quest’oggi si sono ritrovati al Ponte Preti di Strambinello, tra Castellamonte e Ivrea, per difendere lo stanziamento di 19,5 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ponte. «Si tratta di un investimento fondamentale per il territorio ma le risorse stanziate nel 2019 dal ministro Paola De Micheli ora sono a rischio di revoca. Il decreto legge varato dal governo Meloni a giugno e convertito nella legge n. 120 del 8 agosto scorso fissa al 31 dicembre 2024 il termine entro il quale aggiudicare gli interventi infrastrutturali finanziati, pena la revoca dei fondi». Lo afferma il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta, presente quest’oggi accanto ai primi cittadini di Ivrea e dell’Eporediese, insieme alle forze sindacali e a tanti cittadini. «Se il ministro Salvini togliesse questi soldi sarebbe un’amara beffa. La progettazione della variante al Ponte Preti è stata affidata alla Città Metropolitana di Torino, poi la nuova infrastruttura verrà trasferita per competenza ad ANAS, ma è evidente a tutti che è impossibile rispettare il termine tecnico fissato al dicembre prossimo. La revoca delle risorse costituirebbe un danno enorme per il Canavese e per tutta la Città Metropolitana. Rischiano infatti di essere cancellati tanti altri interventi urgenti e attesi da tempo: il ponte di Borgo Revel a Verolengo, quello tra Cirié e Robassonero e tra Settimo Torinese e Castiglione, nonché i ponti di proprietà Anas di Romano Canavese e Settimo Vittone. Bisogna agire uniti, affinché queste risorse siano non solo mantenute ma aumentate per garantire la necessaria copertura dei maggiori costi. Si parla tanto di sviluppo e di attrattività per le nostre imprese: questo è il momento di dimostrare con i fatti che le infrastrutture sono indispensabili per fare sviluppo locale. Mi auguro che tutti, anche le imprese canavesane e le loro rappresentanze, si facciano sentire. È il momento di fare fronte comune tra tutte le forze politiche, insieme a chi ha a cuore lo sviluppo ed il futuro del Canavese».