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125 volte FIAT: la modernità attraverso l’immaginario FIAT

 

In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della FIAT, il MAUTO- Museo Nazionale dell’Automobile presenta la mostra “125 volte FIAT-la modernità attraverso l’immaginario FIAT”, titolo della rassegna visitabile da oggi fino al 4 maggio prossimo nel museo di Corso Unità d’Italia, a Torino. L’esposizione ripercorre la lunga e avvincente storia, unica nel contesto industriale novecentesco, della fabbrica automobilistica torinese, offrendone una rilettura che ne evidenzia l’impatto sociale e la produzione artistica. Il progetto espositivo è curato da Giuliano Sergio, realizzato in collaborazione con il Centro Storico FIAT e Heritage Hub, esposta negli spazi a piano terra del museo. Nata nel 1899, la FIAT ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale e dell’Unità nazionale italiana, per imporsi quale principale interprete privato della modernizzazione del Paese nel secolo scorso, attingendo al vasto patrimonio visivo prodotto o ispirato da FIAT. L’esposizione ripercorre il legame che ha legato l’azienda torinese allo sviluppo economico italiano, un racconto disseminato tra arte, design, comunicazione, pubblicità, musica e letteratura che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, narra oltre un secolo di storia e sperimentazioni non solo in campo automobilistico, offrendo uno sguardo approfondito su un modello imprenditoriale unico di un’azienda che ha rappresentato la via italiana verso la modernità, esplorando linguaggi, settori produttivi e ambiti geografici.

Il percorso espositivo si sviluppa a partire da un approccio polidisciplinare ben rappresentato da un team di cocuratori che hanno affiancato Giuliano Sergio: Davide Lorenzone e Ilaria Pani, rispettivamente Conservatore e Responsabili del centro di documentazione del MAUTO; Maurizio Torchio, Responsabile del Centro Storico FIAT; Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis Italy. Insieme a loro, in qualità di esperti nel campo nei rispettivi campi d’indagine e autori di saggi in catalogo, si possono citare Clino Trini Castelli, designer; l’architetto e artista Maurizio Cilli; il giornalista Mauro Coppini; l’architetto Manuel Orazi e il pubblicitario Roberto Vaccà.

Le auto in esposizione sono 9, tra cui si annoverano la Eldridge Mefistofele del 1923, con una silhouette slanciata per massimizzare la velocità, che ha segnato uno dei primi esempi di vetture da record, la 508 Balilla del 1932, compatta ed economica, che presenta il passaggio dalla produzione di automobili per élite a un’idea di mobilità per le masse, la iconica 500 A Topolino del 1936, entrata nell’immaginario collettivo, rivoluzionaria nel design e pensata per offrire una soluzione di mobilità agile e scattante che avrebbe ispirato generazioni di city car, la Coupè sportiva 8V prodotta tra il 1952 e il 1954, ideata per un pubblico esclusivo, la 600 del 1955, caratterizzata da una architettura semplice ma innovativa e progettata per rendere la vita dell’utente più facile e piacevole.  Seguono la 124 Abarth Rally del 1973, auto da competizione, la XI1/23 prototipo del 1974, avanzata concept car elettrica a due posti, che anticipa il futuro della mobilità sostenibile, la Panda 30, considerata l’utilitaria italiana per eccellenza insieme alla 500, la 500 Riva del 2016, un gioiello esclusivo per amanti del lusso dal design ricercato, e la nuova 500 “La Prima”, cabrio, rilettura in chiave sostenibile e altamente tecnologica di un’icona senza tempo del design italiano.

Le vetture esposte sono corredate da una vasta selezione di opere d’arte, documenti d’archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione, che contribuiscono a definire l’immaginario visivo dell’azienda: dai manifesti e bozzetti pubblicitari di inizio secolo realizzati da Leopoldo Metlicovitz e Plino Codognato, nei quali si compie il transito dalla cultura estetica Liberty all’abbagliante potenza delle possibilità tecniche e meccaniche che ispireranno il Futurismo, alle opere pittoriche di Mario Sironi, Carlo Carrà e Felice Casorati, che offrono una straordinaria rappresentazione della modernità immaginata da Fiat tra le due guerre, dai disegni di Marcello Dudovic e Giuseppe Romano, che portano alla ribalta la figura femminile, protagonista della modernità degli anni Venti, a una serie di fotografie scattate da Luigi Ghirri a Palazzo Grassi negli anni Novanta. Poi documenti cartacei e audiovisivi e memorabilia arricchiscono di dettagli questo racconto, distribuito in otto macrosezioni espositive: la prima si intitola “Manifesti e bozzetti”, la seconda “Terra, mare e cielo”, la terza “Design e stile”, la quarta “Visioni al futuro. Architettura, urbanistica e energia”, la quinta “Oltre l’auto”, le ultime due riguardano “Cinefiat e pubblicità” e “Sport e corse”.

“125 anni di FIAT è una data importante per tutti, per l’azienda come per il MAUTO da essa partecipato – spiega il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana- ma lo è soprattutto per Torino, che si conferma una delle grandi città dell’auto globali. La mostra è una rilettura della storia FIAT, dalla fondazione al futuro, non una ma 6 FIAT, una miniera rivelata di sorprese e produzioni non solo meccaniche e industriali in senso lato, ma anche artistiche, grafiche, architettoniche, sociali, musicali, letterarie e pubblicitarie. La linea critica del MAUTO, quella di ripensare l’automobile come punto d’incontro di un sistema di valori, discipline e linguaggi differenti. Il carico culturale dell’auto sta nella sua straordinaria capacità di comunicazione, di riprodurre e comunicare memorie, sogni, viaggi, luoghi, emozioni individuali e collettive. La mostra va oltre il fenomeno auto e indaga sulla struttura organizzata della sua produzione: è il racconto dell’espressione della modernità culturale di una grande industria del Novecento che si avvia verso il domani e alle battaglie dei prossimi decenni”.

“La mostra racconta la storia della Fiat – spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – che è la storia industriale e produttiva del nostro territorio. Una panoramica di 125 anni di ingegno, tecnologia e capacità di fare, che ancora oggi caratterizzano Torino e Piemonte, oggi a disposizione del pubblico e dei turisti, che hanno l’opportunità di scoprire un patrimonio unico e prezioso della storia del nostro Paese”.

“Nel corso dei suoi 125 anni di storia – afferma il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo – FIAT ha rappresentato una pietra miliare della storia industriale italiana, portando il nome di Torino nel mondo. Una storia nella quale ha sempre saputo guardare al futuro, anticipando stili, tendenze e tecnologie, un patrimonio che questa mostra valorizza al meglio, offrendo uno sguardo su un percorso unico nel panorama dell’industria automobilistica”.

Mara Martellotta 

Donna 55enne trovata morta in casa

Una 55enne è stata trovata priva di vita nella propria abitazione di Biella.
I soccorsi giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne la morte.
Alla squadra mobile della polizia sono stati affidati i rilievi per verificare le cause del decesso.

Minacce a Tajani, Fi: “Ecco gli squadristi rossi”

“Ecco gli squadristi rossi in azione anche a Torino. I veri fascisti sono questi sedicenti comunisti di Torino che minacciano Tajani e i nostri giovani e quelli di Bologna che si scagliano contro il premier Meloni e il ministro Bernini. Quel ‘facciamoli spaventare’ su fondo rosso ricorda tristemente le Br che continuano a vivere come ideale e punto di arrivo in parti consistenti della sinistra. In questo quadro il Pd torinese ha chiare responsabilità visto che continua a legittimare questi estremisti dialogandoci insieme come nel caso di Askatasuna, tentando un’opera di camuffamento. Non esiste dialogo con queste persone che non sono altro che terroristi. Tajani ha sempre tenuto posizioni equilibrate sulla situazione nella Striscia di Gaza, sostenendo senza sosta il popolo palestinese senza peró mai confonderlo con Hamas. Queste minacce non ci faranno arretrare  di un passo, sempre dalla parte della pace e contro il terrorismo” ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente Segretario Provinciale e Cittadino di Forza Italia a Torino.

Jannik Sinner e Taylor Fritz sono i primi due semifinalisti delle Nitto ATP Finals 2024

Le Nitto ATP Finals 2024 hanno i loro primi due semifinalisti: sono il numero uno del ranking, l’azzurro Jannik Sinner, e il numero cinque, lo statunitense Taylor Fritz.

Tutto facile per l’altoatesino, che nel match serale ha avuto la meglio sul russo Daniil Medvedev. Nel primo set allungo decisivo di Sinner all’ottavo game, con Medvedev falloso al servizio e break decisivo per l’azzurro, che nel gioco successivo tiene il servizio a zero. 6-3 in 32 minuti di gioco il punteggio, con il russo che perdendo il set è già automaticamente fuori dalle semifinali. Liberi dal risultato, nel secondo set i due tennisti giocano in modo più sciolto e deliziano il pubblico con alcuni scambi prolungati da campione. Punteggio di 6-4 per Sinner, che si aggiudica con facilità anche il secondo set. Il pubblico apprezza e saluta sportivamente anche il russo, che lascia il torneo al primo turno dopo le semifinali del 2023.

Nel primo singolare della giornata del gruppo Nastase, Taylor Fritz ha sconfitto in rimonta Alex De Minaur con il punteggio di 5-7, 6-4, 6-3, mettendo una seria ipoteca sulla semifinale, raggiunta matematicamente solo dopo il match serale.

TORINO CLICK

“Casa porta di speranza” a Mirafiori sud

La Chiesa torinese ha aperto un Centro multiservizi per i senza dimora e le persone in stato di grave emarginazione sociale. L’edificio sorge a Mirafiori sud, in via Chiala 14, con accoglienza diurna e notturna e con laboratori di socializzazione. Si chiama “ Casa porta di speranza” e si tratta del nuovo polo caritativo che la Chiesa locale insieme alla Caritas diocesana fa nascere per aiutare il reinserimento sociale delle persone adulte che vivono in strada e non sanno dove dormire, mangiare e cercare compagnia. Il nuovo Centro di via Chiala, nei locali della parrocchia San Remigio Vescovo, è stato inaugurato dall’arcivescovo di Torino Roberto Repole in occasione della Giornata mondiale dei poveri che si celebra domenica 17 novembre. Già da tempo la diocesi torinese era alla ricerca di un luogo per accogliere le persone senza dimora in modo più strutturato rispetto all’ospitalità di via Arcivescovado 12 nata alcuni anni fa per dare una prima risposta alle emergenze abitative. La foto della nuova Casa in via Chiala 14 a Mirafiori sud è di Mihai Bursuc del settimanale La Voce e il Tempo.       fr

Le fotografie di denuncia di Mitch Epstein nella retrospettiva di Gallerie d’Italia

Aperta al pubblico dal 17 ottobre 2024 fino al 2 marzo 2025 alle Gallerie d’Italia di Torino la mostra intitolata ‘Mitch Epstein. American Nature’, la più  importante retrospettiva dedicata al fotografo americano.

L’esposizione, curata da Brian Wallis del Center for Photographyat Woodstock, presenta per la prima volta riunite le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni, in cui l’artistaesplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale ( le sezioni sono American Power, Property Rights e Old Growth).

In ‘American Power’ l’artista si concentra sul modo in cui le nazioni e gli interessi privati sfruttino la natura, documentando l’impatto della produzione e del consumo di energia sul paesaggio e sulla popolazione degli Stati Uniti. Dal 2003 al 2008 il fotografo ha viaggiato per il Paese per fotografare i siti di produzione di combustibili fossili e di energia nucleare, nonché le comunità che vivono nei territori annessi.

La seconda sezione della rassegna si intitola ‘Property Rights’ e Mitch Epstein si domanda a  chi appartenga la terra e chi abbia il diritto di sfruttarne o saccheggiarne le risorse. Queste fotografie indagano le complesse dinamiche della proprietà terriera in un Paese basato sull’espansione coloniale e sullo sviluppo coloniale. Epstein ha iniziato la serie ‘Property Rights’ nella riserva Sioux di Standing Rock nel 2017. Le sue conversazioni e sessioni di ritratti con i nativi anziani lo hanno ispirato a cercare altri conflitti fondiari, in cui la gente comune ha creato movimenti straordinari per difendere la terra dalle acquisizioni da parte del governo e delle imprese.

L’ultima opera di Epstein ‘Old Growth’, di cui si presenta in anteprima una parte commissionata da Intesa Sanpaolo, celebra le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati Uniti. La quasi totalità delle antiche foreste americane, circa il 95%, è stato infatti distrutto nel secolo scorso. Epstein ha deciso di fotografare singoli alberi e biosistemi interdipendenti  che sono sopravvissuti per secoli e millenni. Le sue fotografie, di grande formato, immergono i visitatori in una natura selvaggia primordiale non alterata dagli esseri umani, celebrando la resilienza e la maestosità di questi antichi regni viventi ed evidenziando il rischio di una loro probabile perdita a causa della crisi climatica indotta dall’uomo.

Accanto a queste tre serie fotografiche, alla produzione fotografica di Epstein, nella Sala immersiva delle gallerie d’Italia di Torino sarà presentato in anteprima il progetto originale dell’artista “Forest Waves”, un’installazione video sonora delle quattro stagioni nelle foreste del Berkshire. Il video dei boschi che circondano gli spettatori è accompagnato da una colonna sonora ipnotica dei musicisti Max Tamburo e Samer Ghadry, registrata in quelle stesse foreste.

L’Arena delle Gallerie d’Italia ospita il cortometraggio di Epstein “Darius Kinsey. Creare Cut”, una raccolta visivamente avvincente di fotogrammi del fotografo di inizio Novecento Darius Kinsey, che mostra eroici taglialegna in posa accanto a enormi alberi abbattuti nel Nord Ovest americano. La proiezione è impostata sulla musica scritta da David Lang ed eseguita dalla cantante e violoncellista Maya Beiser. Insieme due installazioni sono un omaggio alla natura selvaggia americana, un inno a ciò che resta e un’elegia per ciò che è stato distrutto.

“Le fotografie di Mitch Epstein – afferma l’executive directorArte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo Michele Coppola –raccontano la bellezza e la fragilità  della natura americana e in quelle opere spettacolari leggiamo indiscutibilmente l’obbligo di prenderci cura del pianeta. Lavorare con i più grandi fotografi del mondo significa ragionare sull’attualità grazie a un punto di vista privilegiato. Alcune immagini rimarranno per sempre nella nostra memoria per la loro eleganza e forza”.

La mostra sarà accompagnata da una serie di eventi e incontri gratuiti, che si terranno ogni mercoledì in museo.

Il 17 ottobre, alle ore 18, si tiene nel museo, presso la sala immersiva, una conversazione tra l’artista Mitch Epstein e il curatore Brian Wallis, moderata da Giulia Zorzi.

 

Mara Martellotta

Anas ricorda: dal 15 novembre obbligo di catene o pneumatici invernali

Anas ricorda che dal 15 novembre al 15 aprile è in vigore l’obbligo di catene a bordo o pneumatici invernali su alcuni tratti delle strade statali del Piemonte maggiormente esposte al rischio di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio durante la stagione invernale.

L’obbligo riguarda la SS10 “Padana Inferiore” da Torino (km 7,870) a Casalnoceto (km 127,250), la SS10 racc “Tangenziale di Alessandria” tra il km 0 e il km 6,708, la SS11 “Padana Superiore” da Torino (km 6,328) a Borgo Vercelli (km 82,500), la SS20 “del Colle di Tenda” da Carmagnola (km 21,456) al Confine di Stato (km 110,401), la SS20 var “Variante di Racconigi” da Racconigi (km 0) a Cavallerleone (km 7,570), la SS20 dir-a “Nuova Bovesana” da Roccavione (km 0) a Cuneo (km 2,235), la SS21 “della Maddalena” da Beguda (km 2,700) ad Argentera (km 59,708), la SS24 “del Monginevro” da Susa (km 55,200) al Confine di Stato (km 96,540), la SS25 “del Moncenisio” da Rivoli (km 15,634) al Confine di Stato (km 70,060), la SS26 “della Valle d’Aosta” da Caluso (km 14,000) a Carema (km 48,205), la SS28 “del Colle di Nava” da Genola (km 0) a Ponte Nava (km 94,944), la SS30 “di Val Bormida” da Alessandria (km 0) a Marana (km 67,580), la SS31 “del Monferrato” da Stroppiana (km 17,340) a Casale Monferrato (km 26,300), la SS32 “Ticinese” da Novara (km 3,962) a Castelletto Ticino (km 32,640), la SS32 dir da Borgo Ticino (km 0) a Borgomanero (km 9,600), la SS32Var “Variante di Borgo Ticino” dal km 0 al km 4,200, la SS33 “del Sempione” dal Limite Autostrada A26 (km 95,600) al Confine di Stato (km 144,430), la SS33 racc “del Sempione” da Baveno (km 0) a Verbania (km 1,999), la SS35 “dei Giovi” da Tortona (km 40,513) ad Arquata Scrivia (km 70,000), la SS142 “Biellese” da Masserano (km 16,060) ad Arona (km 52,580), la SS211 “della Lomellina” da Pozzolo Formigaro (km 0) a Isola S. Antonio (km 30,450), la SS211 bis “Variante di Tortona” dal km 0 al km 4,425, la SS229 “del Lago d’Orta” da Borgomanero (km 33,200) a Gravellona Toce (km 60,489), la SS229 var “Variante di Borgomanero” dal km 0 al km 7,740, la SS231 “di S. Vittoria” da Asti (km 0) a Cuneo (km 82,560), la SS232 var “Panoramica Zegna” da Villanova Biellese (km 0) a Bioglio (km 19,173), la SS299 “di Alagna” da Grignasco (km 32,950) a Serravalle Sesia (km 35,020), la SS334 “del Sassello” da Acqui Terme (km 28,400) a Pareto (km 52,424), la SS335 “di Bardonecchia” da Oulx (km 0) a Bardonecchia (km 12,485), la SS335 dir “di Bardonecchia” da Salbertrand (km 0) a Oulx (km 2,800), la SS336 “della Malpensa” a Varallo Pombia dal km 21,710 al km 26,634, la SS337 “della Valle Vigezzo” da Masera (km 2,460) al Confine di Stato (km 29,680), la SS338 “di Mongrando” da Mongrando (km 8,120) a Bollengo (km 24,572), la SS341 “Gallaratese” da Pernate (km 9,150) a Galliate (km 11,060), la SS393 “di Villastellone” da Moncalieri (km 1,280) a Carmagnola (km 16,100), la SS456 “del Turchino” da Isola d’Asti (km 10,360) a Ovada km (km 78,765), la SS456 var “Variante di Nizza Monferrato” dal km 0 al km 2,432, la SS457 “di Moncalvo” da Casale Monferrato (km 0,650) ad Asti (km 36,700), la SS457 var “Variante di Casale Monferrato” dal km 0 al km 3,150, la SS460 “di Ceresole” da Leinì (km 6,400) a Lombardore (km 9,300), la SS494 “Vigevanese” da Alessandria (km 70,250) a Valenza (km 87,100), la SS527 “Bustese” a Oleggio dal km 48,892 al km 54,325, la SS549 “di Macugnaga” da Piedimulera (km 0) a Macugnaga (km 30,740), la SS565 “di Castellamonte” da Banchette (km 0,230) a Salassa (km 18,515), la SS582 “del Colle di S. Bernardo” da Garessio (km 0) al Confine regionale (km 15,700), la SS589 “dei Laghi di Avigliana” da Avigliana (km 3,960) a Saluzzo (km 61,131), la SS596 “dei Cairoli” dal Confine regionale (km 56,606) a Vercelli (km 62,141), la SS596 dir “dei Cairoli” dal Confine regionale (km 12,560) a Casale Monferrato (km 19,942), la SS631 “di Valle Cannobina” da Cannobio (km 0) a Malesco (km 25,530), la SS659 “delle Valli Antigorio e Formazza” da Crevoladossola (km 0,900) a Formazza (km 41,700), la SS662 “di Savigliano” da Savigliano (km 15,500) a Saluzzo (km 27,000), la SS702 “Tangenziale Ovest di Bra” dal km 0 al km 7,123, la SS704  “Tangenziale di Mondovì” dal km 0 al km 9,300, la SS705  “di Cuneo” dal km 0 al km 4,640, la SS705 dir “di Cuneo” dal km 0 al km 0,730, la SS706 “Tangenziale Est di Asti” dal km 0 al km 6,700), la SS757 “della Val Boglione” da Gianola (km 0) a Terzo (km 10,345), la SS758 “Masserano-Mongrando” dall’innesto con la SS142 (km 0) a Mongrando (km 24,465), la SS760 “Tangenziale Est di Saluzzo” dal km 0 al km 3,969 e relative complanari e la NSA 708(ex SS32 “Ticinese” dal km 27 al km 30,455, a Borgo Ticino.

L’obbligo è segnalato su strada tramite apposita segnaletica verticale. Durante il periodo di validità del provvedimento i ciclomotori e i motocicli potranno circolare solo in assenza di neve o ghiaccio sulla strada e di precipitazioni nevose in atto.

“Vittoria Vintage”, il Second Hand di lusso a Torino

E’ una scommessa vinta quella di Vittoria Vintage che 14 anni fa, a Torino, ha aperto il suo negozio di articoli griffati di seconda mano, pezzi iconici a prezzi abbordabili.

All’epoca era una novità e lei è stata lungimirante perché il second hand funziona. Esattamente il 17 novembre cade l’anniversario dell’apertura di questo scrigno di autentici tesori, racchiusi in una manciata di metri quadrati nel blasonato quartiere a ridosso della Gran Madre.
Vittoria è diventata un volto noto che quotidianamente ci diletta con le storie su Instagram. Momenti piacevoli e istruttivi in cui -oltre a presentarci i capi del negozio decantandone qualità e attrattive- racconta anche aneddoti e retroscena del mondo della moda, ripercorre le biografie dei grandi stilisti. Potremmo definirle pillole di stile.
Abbiamo incontrato questa bella signora bionda charmant che si illumina di immenso mentre racconta con dirompente passione il suo mondo intriso di buon gusto e bellezza.
Lo stato di salute del second hand?
Come tutti i settori merceologici subisce battute d’arresto; anche noi viaggiamo di pari passo con la crisi…e oggi la sentiamo. Ma le nostre clienti trovano sempre qualcosa per tutte le tasche e possono togliersi qualche sfizio.  E’ importante il gusto con cui selezioniamo i capi da vendere. Non è facile e ho visto vari negozi chiudere.
Cosa c’è dietro l’angolo per questo settore?
Prevedo un grande ritorno al sartoriale, che costa meno di un brand, e la continua nascita di modiste-stiliste che creano le loro collezioni. Aumenteranno gli outlet che rivendono le grandi firme, i cui costi saliranno alle stelle. La giacca griffata dagli odierni 1900 euro tra qualche anno balzerà a 2500; sempre più inaccessibile. Saranno presi d’assalto i negozi vintage dove potersi permettere mise di qualità. Mi auguro che abbiano un’espansione tale da riempire una via, e che diventi un’abitudine quotidiana frequentarli.
Lei prima faceva tutt’altro, perché ha cambiato rotta?
Arrivo da studi e ambizioni artistiche, poi per 10 anni ho lavorato in banca. Qualcosa è scattato quando è morta una mia collega, con la quale due giorni prima facevo shopping e 48 ore dopo non c’era più. Mi si è aperta una finestra, ho capito che siamo niente e volevo fare qualcosa di mio e di maggior peso nella mia vita. Il mio capo diceva che ero un’abile oratrice e direi che il commercio richiede anche questa dote.
Perché proprio il second hand?
Sono sempre stata appassionata di moda, una spendacciona che dilapidava lo stipendio in scarpe, vestiti e borse. Questo non è un lavoro che puoi fare se non hai quell’inclinazione; una volta che compri, poi sai anche cosa vendi. Amavo indossare ed accostare capi di abbigliamento e accessori acquistati nei mercatini; quando li smettevo, scoprii che le mie amiche si ammazzavano per averli. E’ allora che iniziai a pensare a un negozio di questo tipo.
Il suo primo incontro con il lusso di seconda mano?
Fin da ragazza spendevo la paghetta in giornali di moda, compravo nei mercatini dell’usato, dal Balon a Londra e Parigi; in mezzo a montagne di abiti scovavo magari una giacca di Montanà, Valentino o Ferrè. Un po’ c’era la conoscenza, un po’ l’intuito e un po’ la fortuna; ma in verità è il pezzo che ti sceglie. Da allora quando qualcosa mi colpisce non lo lascio e raramente mi sbaglio.
Come descrive il suo negozio?
Per prima cosa non voglio che metta soggezione perché vendo pezzi di alta moda o ricercati. Ho pensato di dargli l’impronta di una cabina armadio, una stanza dove tutto è un po’ in calcolato disordine: una giacca appoggiata sulla sedia la sera prima, le décolleté che non sono state riposte nella scarpiera. Qui ci si sente a proprio agio e un po’ come a casa propria.
Come sono stati gli inizi?
Difficili: qualcuno mi dava solo sei mesi di vita, ed è scaturita anche l’invidia. Ma sono stata ripagata quasi subito da quelle che ancora oggi sono clienti affezionate. Ho aperto il negozio anche con tante cose belle che erano mie, e a volte mi sono pentita di averle vendute.
Come si è costruita una conoscenza così vasta e approfondita del mondo delle griffe?
Comprando, leggendo, viaggiando, studiando, e se dimentico qualcosa consulto i miei cataloghi di moda. Ho tutti i volumi dello scibile umano sui grandi nomi dell’haute couture e mi aggiorno costantemente. Molto l’ho imparato ascoltando le vendeuse preparate di una volta, le dame che mi spalancavano i loro armadi e le signore più grandi; a partire da mia mamma e mia zia, ex modella negli anni 70’.
Poi non mi sono mai vergognata di chiedere a persone più esperte. Ma se compri una borsa di Chanel, Prada, Gucci, Hermes o altri, poi sai anche riconoscerle.
Predilige qualche stilista in particolare?
Li amo tutti. Oltre ai più famosi e ricercati, strada facendo, mi sono interessata anche a quelli meno blasonati, che vantano grande qualità, ma non tutti li conoscono. Sono un’infinità e ognuno di loro merita un podio perché ha fatto qualcosa di meraviglioso.
Come si smascherano le contraffazioni?
Purtroppo il mondo del contraffatto viaggia così velocemente che devi essere più aggiornata di chi lo fa. Però c’è sempre quel particolare che ti lascia incerta e perplessa; allora, con un po’ di istinto, conoscenza e il tatto, si riesce a scansare un fosso. In verità tutti possono essere fregati; la volta che mi è successo sono andata direttamente nella boutique di riferimento e il dubbio mi è stato tolto. Mi capita di ricevere oggetti non idonei che cortesemente rifiuto. Preferisco tenere 4 pezzi vintage, tipo la borsa della nonna in coccodrillo, piuttosto che rischiare di averne una finta.
L’identikit di chi le lascia i capi da vendere.
L’esperienza in banca mi ha insegnato che gli argomenti difficili da trattare sono soldi, figli e le case, che i torinesi non aprono facilmente agli estranei. Fin dall’inizio sono stata avvantaggiata dalla conoscenza di signore che mi stimavano; allora come oggi mi invitano per un caffè e mi danno libero accesso alle loro cabine armadio da favola.
Ogni volta entro in una storia e alcune sono meravigliose: rimandano a cene galanti, incontri d’amore, capi custoditi fin dal giorno in cui hanno conosciuto il marito.
Riemergono anche aneddoti degli anni in cui le grandi firme sartoriali di casa nostra andavano alle sfilate parigine delle grandi Maison, poi tornavano a casa con i bozzetti e confezionavano i capi dalla grande allure.
Chi li acquista?
In linea di massima la clientela è medio alta, con una forbice di età piuttosto ampia; dalla ragazza 25enne alla signora 70enne. C’è chi se ne intende e chi cerca l’affare.
Che rapporto instaura con le clienti?
Innanzitutto le ascolto, e normalmente scatta la fiducia. Bisogna anche avere il coraggio di dire che magari quel tal vestito non è donante. Mai mettere il guadagno al primo posto. Voglio che le mie clienti si sentano bene e stiano davvero al meglio con i miei capi di abbigliamento.
Come è nata l’idea delle stories su Instagram?
Ho sempre pubblicato foto, come fosse una vetrina. Da circa 4 anni con i video online sicuramente ho ampliato il pubblico e dove non arriva la cliente nuova, in un certo senso, vado io da lei. Sono seguita anche da uomini che cercano regali per le compagne. La verità è che questi articoli dovrebbero vendersi da soli.
La sua formula è particolare, come ha trovato il tono giusto?
Mi piace raccontare la genesi dei capi che propongo. In definitiva vendo il superfluo e non è facile. Bisogna saper presentare e promuovere il pezzo usato, far capire alla persona che starebbe benissimo con quell’abito o quella borsa. E’ giusto che sappia la meraviglia che sta comprando: è un piccolo, unico, tassello della storia della moda che si ha la fortuna di portare a casa, a un prezzo decisamente inferiore a quello esorbitante in boutique. L’affare lo fa chi lo compra, non chi lo vende. Una frase che fa male è «ma come è possibile che costi così tanto una cosa usata..» senza considerare che da 10,000 euro del nuovo si passa ai 5000 del second hand.
E’ stato difficile presentarsi in video?
Io rifaccio le storie anche 5, 10, 15 volte, non è mai buona la prima. Da brava Vergine ascendente Gemelli – anche se come dico sempre, mi rappresenta meglio ascendente bionda- tendo ad essere una perfezionista e se inizio qualcosa lo porto avanti. La mia cifra è sempre autoironica, scherzo sui miei difetti quando indosso un capo.
I siti online che vendono griffe di seconda mano, per esempio Vestiaire Collective, vi danneggiano?
Non direi, anzi ci danno un aiuto, proprio perché a volte noi vendiamo un capo a un prezzo ancora inferiore a Vestiaire che è un enciclopedia a livello mondiale e una forbice di paragone. Comunque anche sui siti autorizzati bisogna sempre fare attenzione; se c’è il servizio di concierge si spende qualche euro in più, ma è una garanzia e se prendono loro una cantonata è sempre responsabilità fisica di qualcuno.
Consigli di acquisto?
Ormai possediamo di tutto e, come dice una mia cliente «abbiamo più vestiti che giorni di vita». Bisognerebbe trovare il coraggio di buttare quello che non è di buona fattura, tutto il fast fashion. E’ un investimento avere un maglione in cachemire di Loro Piana che non andrà mai alla fine, piuttosto che due maglioni sintetici che costano poco meno. Si può sempre andare incontro alle clienti. Io ritiro anche pezzi sartoriali non griffatissimi ma belli ed eccellenti.
Chi è Vittoria Vintage oggi?
All’inizio i miei sacchetti erano anonimi, poi quando ho capito che il mio negozio stava diventando di tendenza li ho personalizzati. Oggi è bello avere sotto l’albero un pacco regalo siglato “Vittoria Vintage”. E’ un marchio.

La catapultano su un’altra galassia, cosa porta con sé?
Tutta la famiglia compreso il cane, taccuino e biro, un cappotto, un bel paio di scarpe comode, e le borse una dentro l’altra tipo matrioska, dalla più grande alla più piccola.
La borsa più bella al mondo?
La Bagonghi di Roberta di Camerino.
LAURA GORIA

Le immagini più belle delle Nitto ATP Finals in mostra in piazza San Carlo e piazza Palazzo di Città

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A Torino cresce l’attesa per le Nitto ATP Finals 2024, con gli otto migliori tennisti al mondo e le otto migliori coppie di doppio che, a partire da domenica 10 novembre, si sfidano sul campo dell’Inalpi Arena per il trofeo più importante della stagione.

A pochi giorni dall’inizio del torneo, in piazza San Carlo è possibile visitare “Best of Torino”, la mostra fotografica a cielo aperto che ripercorre i momenti più iconici delle prime tre edizioni torinesi del torneo. Immagini coinvolgenti che celebrano i trionfi, i colpi più spettacolari e le emozioni che hanno caratterizzato il “Torneo dei Campioni” dal suo arrivo a Torino, scatti intensi e unici che anticipano ciò che sarà nell’edizione 2024.

Piazza Palazzo di Città ospita invece la mostra fotografica “Court of Champions”, dedicata ai grandi protagonisti degli oltre 50 anni di storia del torneo. Un omaggio alle leggende del tennis, arricchito da aneddoti, curiosità e dettagli per celebrare i tennisti che hanno segnato un’epoca.

Il percorso di mostre a tema sulle Nitto ATP Finals si completa in via Po con “Where Champions become Champion”, un racconto per immagini che presenta i giocatori qualificati al torneo 2024, i momenti più iconici delle loro carriere e i tornei che li hanno consacrati “campioni”.

TORINO CLICK