ilTorinese

Latte, Coldiretti Torino alle Atp Finals

Coldiretti Torino promuove il consumo di latte tra gli sportivi, organizzando un momento di formazione per le Nitto ATP Finals. L’evento è aperto a tutti. Venerdì 15 novembre, dalle 11.30 alle 12.20, a Casa Gusto, lo spazio ricavato nei locali dell’Archivio di Stato, dedicato agli eventi collaterali di promozione del sistema agroalimentare piemontese, si terrà una vera e propria lezione di assaggio del latte. Il titolo dell’iniziativa è “Impariamo ad assaggiare il latte”, alimento proteico per lo sportivo e il bartender, e sarà condotta dall’Onaf -Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi, che guiderà il pubblico nell’assaggio di tre campioni di latte pastorizzato di mucca, capra e bufala, tutti provenienti da allevamenti del torinese.

“Con questa iniziativa – precisa il Presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici – vogliamo ricordare che il latte è da sempre un alimento alleato della buona forma fisica e dell’attività sportiva, un alimento ingiustamente demonizzato e sotto attacco anche con il pericolo che si è avviata la produzione di latte sintetico con tecniche di ingegneria biologica. Il latte da laboratorio che si vuole introdurre in Europa è un cibo sintetico che rappresenta un attacco ai cittadini e al cibo naturale. Questo “non latte” è anche un attacco al pianeta per il suo risvolto ambientale, un attacco alla funzione positiva dell’allevamento animali che garantiscono fertilizzanti naturali all’agricoltura e sempre più sottrazione di CO2 e metano, producendo energia pulita da biogas”.

“L’Onaf promuove la cultura dei prodotti lattiero caseari attraverso i corsi per assaggiatori di formaggi e attraverso numerosi eventi organizzati sul territorio – ricorda Sara Valentino, referente Onaf Torino – insegnare a degustare formaggi e latte come materia prima significa diffondere passione per un alimento che ha segnato la storia dell’umanità, ma significa anche fare promozione  dei territori, soprattutto quelli alpini e collinari che, con i loro formaggi tipici, contribuiscono alla biodiversità del nostro Made in Italy alimentare”.

L’evento è inserito nella più grande manifestazione dedicata al tennis, e ricorda quanto il latte sia importante come alimento per tutta la popolazione e in particolare per l’infanzia sia stata una delle più importanti conquiste sociali del Novecento. La creazione delle centrali del latte in ogni grande città italiana ha permesso anche alle classi più povere di accedere a questo alimento fondamentale che oggi viene criminalizzato. Il latte è un alimento adatto a u o stile di vita attivo, ma può essere utilizzato per la preparazione di molti cocktail innovativi, come avviene in molti locali italiani. Davide Pinto, bartender torinese, preparerà un vero distillato di latte da un mix di latte di capra e bufala, un mix cremoso che sarà offerto in degustazione. 

Come per tutti gli appuntamenti di Casa Gusto, è previsto un costo simbolico di 5 euro ( 3 euro per i ticket older Nitto ATP Finals, bambini e bambine da 0 a 6 anni gratis). Le prenotazioni si effettuano sulla piattaforma Ticketmaster. Il ricavato, ad esclusione dei costi vivi della piattaforma, verrà devoluto alla Fondazione di Ricerca Molinette.

Mara Martellotta 

Algoritmi clinico-assistenziali infermieristici: validità normativa per il 118

Traguardo importante per la sanità piemontese e per i cittadini: la
Regione Piemonte ha approvato ufficialmente l’utilizzo degli algoritmi clinico-assistenziali infermieristici
nel sistema di emergenza territoriale 118, riconoscendoli come normativa regionale grazie a una nuova
Deliberazione della Giunta Regionale (DGR) che seguirà dopo l’accordo firmato questa mattina al
Grattacielo Piemonte. Dopo oltre vent’anni, è stata formalizzata la posizione degli infermieri all’interno
del 118, un traguardo importante per la sanità piemontese e per i cittadini. Soddisfatto del risultato
anche Nursing Up Piemonte, il sindacato infermieristico, che ha preso parte all’incontro di questa
mattina.
«Dopo l’accordo seguirà, così come previsto dalle procedure regionali, l’atto normativo che si
concretizzerà con la dgr
 – hanno dichiarato Roberto Aleo, segretario provinciale Nursing Up
Piemonte e Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up Piemonte
 -. Questo atto è il
risultato di una mediazione politica tra Regione e Ordini che ha chiarito i confini e il ruolo essenziale
degli infermieri all’interno del sistema sanitario d’emergenza, rafforzando così la loro capacità di
risposta in situazioni criticheQuesto provvedimento assicura una maggiore sicurezza e riconoscimento
ai professionisti che operano sul territorio, per un’assistenza sempre più qualificata
».
La Regione Piemonte ha infatti approvato ufficialmente l’utilizzo degli algoritmi clinico-assistenziali
infermieristici nel sistema di emergenza territoriale 118, riconoscendoli come normativa regionale grazie
a una nuova Deliberazione della Giunta Regionale (DGR).
Il provvedimento, frutto di un lungo percorso di mediazione, rappresenta un importante passo avanti per
la sicurezza del sistema sanitario territoriale e un miglioramento nella risposta alle emergenze.
L’accordo è stato sottoscritto dall’Ordine professionale dei medici e degli infermieri, nonché delle
rappresentanze istituzionali . La collaborazione tra sindacati medici, infermieristici, ordini professionali e
istituzioni ha permesso di trasformare una delibera aziendale di Azienda Zero in un atto normativo
regionale, consolidando il ruolo degli infermieri e rendendo i protocolli di emergenza un riferimento
obbligatorio per gli interventi del 118.
«La validità normativa degli algoritmi clinico-assistenziali rappresenta un riconoscimento cruciale per le
competenze infermieristiche, permettendo agli infermieri di intervenire autonomamente in situazioni di
emergenza sempre nel rispetto delle responsabilità condivise con i medic
i», marcano i rappresentanti
sindacali.
In questo nuovo assetto, la Regione Piemonte sottolinea l’importanza della presenza dei medici del 118
nei casi di Codice Rosso e nelle Centrali Operative, garantendo così la collaborazione necessaria tra le
due professioni per la tutela della salute pubblica.
«La Regione ha dimostrato di voler riconoscere il contributo degli infermieri nel sistema delle
emergenze, ma ora è fondamentale che vengano definiti i criteri di valorizzazione, sia economici che
professionali, per i professionisti del settore. Il nostro impegno proseguirà in questa direzione, affinché
questi interventi possano tradursi in una vera valorizzazione. del lavoro infermieristico, riconoscendo
anche l’impegno e la responsabilità che ogni operatore porta con sé ogni giorno
», hanno concluso i due
segretari del Nursing Up.

Alluvione ’94, il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione

In occasione della ricorrenza del 30° anniversario della Grande Alluvione del novembre 1994 la Regione Piemonte ha organizzato “La forza di ricostruire”, evento che è svolto oggi ad Alba per ricordare cosa avvenne in quei giorni, fare il punto sul contrasto al dissesto idrogeologico e coinvolgere la cittadinanza sui temi della prevenzione.

Nel pomeriggio il Teatro Sociale ha ospitato “Il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione”, cerimonia durante la quale sono state ricordate le vittime e sono stati ringraziati i sindaci, gli amministratori locali e i tanti volontari che si adoperarono in prima linea per portare aiuto, salvare tante vite e che lavorarono nei mesi successivi per consentire ai territori colpiti di risollevarsi.

A consegnare i riconoscimenti sono stati il presidente della Regione Alberto Cirio, il Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, e l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi.

Il presidente Cirio ha affermato che l’iniziativa è stata organizzata per ringraziare tutti gli amministratori locali di quel tempo: “In Piemonte abbiamo una Protezione civile di alto livello qualitativo. Oggi vogliamo ricordare chi è stato protagonista di quei tragici momenti di 30 anni fa. Io avevo 22 anni quando ci fu l’alluvione e andai anche io, munito di pala, a spalare il fango alla Ferrero. Insieme a me c’erano gli operai della Ferrero che andarono a ripulire la fabbrica dal fango ancor prima di occuparsi delle loro case. Nel maggio 1995 sono diventato vicesindaco di Alba e così ho seguito gli anni della ricostruzione. La Protezione civile piemontese è costituita da persone che studiano e si preparano. Rimasi molto colpito quando, in Turchia, in una città terremotata di 200 mila abitanti come Antiochia, c’erano soltanto due ospedali da campo: uno degli Stati Uniti d’America e l’altro del Piemonte”. Il presidente ha aggiunto che “quando il Governo ha bisogno, chiama e il Piemonte risponde,‘perché la nostra Regione è sempre a disposizione dei sindaci per tutelare il territorio e soccorrere chi ha bisogno.”.

In mattinata – ha detto l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future. Oggi ricordiamo il trentennale della tragica alluvione del 1994, un evento che ha segnato profondamente il nostro territorio e le nostre comunità. Sono trascorsi 30 anni, durante i quali abbiamo acquisito conoscenze fondamentali e messo in campo opere strategiche per la difesa del suolo. Abbiamo sviluppato e rafforzato sistemi di allertamento che ci permettono di essere oggi più sicuri e preparati. Ma ciò che rende unica la nostra regione è il valore umano della nostra Protezione Civile: uomini e donne che, con dedizione e coraggio, garantiscono un impegno costante e instancabile. Grazie a loro lavoro possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza”.

In un video intervento, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha dichiarato “quanto organizzato dalla Regione Piemonte è importante e significativo perché si renda omaggio non solo alle vittime, ma anche perché venga dato merito a coloro che si adoperarono in uno straordinario slancio di solidarietà per alleviare ferite, dolore e sofferenze di quelle drammatiche giornate. Vi è infatti la necessità e il dovere etico, nonché la responsabilità politica, di trarre da questa esperienza una lezione e acquisire ogni elemento utile affinché la nostra condotta di oggi non ci riporti a quelle tragedie. L’alluvione del Piemonte insegna come si deve operare in condizioni di emergenza, quanto sia importante il coordinamento di ogni soggetto coinvolto ma anche l’importanza della prevenzione. Allora si guardava principalmente alla gestione dell’emergenza mentre oggi, dopo tanti anni abbiamo il dovere di interrogarci su cosa non funzionò. Il Governo ritiene che la prevenzione sia la priorità della Protezione civile, e bisogna lavorare affinché i cittadini abbiano la consapevolezza di vivere in un territorio fragile, che abbiamo il dovere di attrezzare il territorio per renderlo meno esposto e meno vulnerabile all’inclemenza del tempo. Il cambiamento climatico non deve essere un alibi: bisogna fare in modo che tutte le autorità coinvolte ad ogni livello sappiano trarre l’ispirazione per lavorare nell’ottica della prevenzione”.

Videomessaggio anche del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: “Quei drammatici giorni di 30 anni fa furono una tragedia umana ed ambientale a cui la nostra generosa gente ha saputo reagire: le istituzioni, i volontari, i cittadini si sono prodigati per la ricostruzione.
Questa ricorrenza avviene mentre si susseguono sciagure simili in varie zone del nostro Paese ed in Europa. Non sono più eventi eccezionali, bensì una normalità climatica, che ci impone un cambio di passo assoluto. Occorre attuare tutte le azioni necessarie per mettere in sicurezza i luoghi più fragili, ma anche rendere non vulnerabili i territori considerati sicuri. Per questo scopo, il Pnrr ha previsto lo stanziamento di 2,5 miliardi di euro, di cui 1,5 già assegnati, che si aggiungono ai quasi 2 miliardi di euro messi a disposizione dal ministero dell’Ambiente nel 2024, per Regioni e Comuni. Abbiamo chiesto che la Finanziaria 2025 stanzi ulteriori 2,5 miliardi di euro, il che significa un aumento del 35 per cento rispetto all’anno precedente. Dobbiamo reagire alla nuova realtà climatica, prendendo esempio dalla risposta energica e determinata che i cittadini diedero in occasione dell’alluvione del 1994”.

In sala anche il Capo Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano: “Quando trent’anni fa il Piemonte fu colpito da quella tremenda alluvione, il Servizio nazionale di Protezione civile era stato istituito solo due anni prima, con la legge 225 del 1992. È su questo evento che il volontariato organizzato ha iniziato a formarsi e da quel momento ha accompagnato e sostenuto il Paese nel superamento di ogni calamità naturale. Da quell’evento ad oggi, abbiamo compiuto tutti insieme un cammino di crescita che ha portato il sistema italiano ad essere un modello in tutto il mondo e nelle tante emergenze che abbiamo dovuto affrontare abbiamo sempre potuto contare sull’eccellenza che ormai rappresenta la Protezione civile della Regione Piemonte”.In mattinata si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future.

I riconoscimenti

La cerimonia ha previsto la consegna di una targa e di una medaglia di ringraziamento per gli amministratori che nel 1994 registrarono vittime sul proprio territorio, nonché per il sistema di coordinamento della Protezione civile piemontese.

A consegnarli il presidente Cirio, il Capo Dipartimento Ciciliano e l’assessore Gabusi.

Il Presidente della Regione Piemonte nel 1995, Enzo Ghigo.

Il presidente della Provincia di Torino nel 1994, Luigi Ricca, accompagnato dal Vice Sindaco Metropolitano Jacopo Suppo.

Il Presidente della Provincia di Cuneo nel 1994, Giovanni Quaglia, accompagnato del Presidente Luca Robaldo.

Il Presidente della Provincia di Alessandria nel 1994, Massimo Bianchi, accompagnato dal Presidente Luigi Benzi.

Il Presidente della Provincia di Asti nel 1994, Luciano Grasso, ha ritirato la targa il figlio Danilo Grasso, accompagnato dal Presidente Maurizio Rasero.

Il Presidente della Provincia di Vercelli nel 1994, Gilberto Valeri, ha ritira la targa il Presidente Davide Gilardino.

In ricordo del Sindaco del Comune di Alessandria nel 1994, Francesca Calvo, ha ritirato la targa il figlio, Consigliere regionale Davide Buzzilanghi, accompagnato dal Vicesindaco Giovanni Barosini.

In ricordo del Sindaco del Comune di Alba nel 1994, Enzo Demaria, ha ritirato la targa il figlio Claudio De Maria, accompagnato dalSindaco Alberto Gatto

l Sindaco del Comune di Canelli nel 1994, Oscar Bielli, accompagnato dal Vicesindaco Mauro Stroppiana.

In ricordo del Sindaco di Chivasso nel 1994, Francesco Lacelli, ha ritirato la targa la moglie, Sig.a Rita Mosca,, accompagnato dal Sindaco Claudio Castello.

In ricordo del Sindaco di Crescentino nel 1994, Luigi Canonica, ha ritirato la targa la figlia Barbara Canonica, accompagnata dal Sindaco Vittorio Ferrero e dal Vicesindaco Liberato Disposto.

Il Sindaco di Varallo Sesia nel 1994, Pier Angelo Pitto, accompagnato dal Vicesindaco Eraldo Botta.

In ricordo del Ministro dell’Interno nel 1994, Roberto Maroni, hanno ritiratno la targa la Sig.a Emilia Macchi e la Sig.a Enza Maroni.

Per il Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del Piemonte ha ritirato la targa il Presidente Marco Fasero.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Torino ha ritirato la targa il Presidente Leonardo Capuano.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Alessandria ha ritirato la targa il Presidente Andrea Morchio.

Per il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Asti ha ritirato la targa il Presidente Gianfranco Castagna.

Per il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Cuneo ha ritirato la targa il Presidente Roberto Gagna.

Per Il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Vercelli ha ritirato la targa il Presidente Dario Colangelo.

Per la Direzione Regionale Piemonte dei Vigili del Fuoco ha ritirato la targa il Direttore Alessandro Paola.

Per la Croce Rossa Italiana, Comitato Regionale Piemonte ha ritirato la targa il Presidente Vittorio Ferrero.

Per il Corpo Volontari Antincendi Boschivi del Piemonte ha ritirato la targa l’Ispettore generale Cav. Corrado Busnelli, accompagnato dagli ispettori regionali Jacopo Caretti e Roberto Badellino.

Per la Protezione Civile Piemonte dell’Associazione Nazionale Carabinieri ha ritirato la targa il Presidente Roberto Zocchi.

Per il Coordinamento delle Sezioni Piemontesi dell’Associazione Nazionale Alpini ha ritirato la targa il Presidente Alessandro Trovant.

Per l’Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta ha ritiraro la targa il Sig. Mauro Luigi Rubat Ors.

Per la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia ha ritirato la targa il Presidente delle Misericordie d’Italia Alba Bruno Rustichelli.

Per il Presidente dell’Associazione Commercianti Albesi nel 1994 Giancarlo Drocco ha ritirato la targa il figlio Marcello Drocco, accompagnato dal Direttore Fabrizio Pace e dal Vice Direttore Silvia Anselmo.

Per la Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi ha ritirato la targa Roberto Bellato, Presidente della Fondazione nel 1994.

Targa alla giornalista Paola Scola, autrice di “Eroi nel fango” e “Più forti dell’alluvione, e per aver raccontato e tramandato, in questi anni, la forza e il coraggio di ricostruire di un’intera comunità.

Targa anche per il Soccorso Alpino Speleologico Piemonte, il Dipartimento di Emergenza Sanitaria, l’Associazione Nazionale Bersaglieri Regione Piemonte e l’ANPAS Comitato Regionale Piemonte

IL CONVEGNO DEL MATTINO

In mattinata si è svolto nella Fondazione Ferrero il convegno “La Grande Alluvione e la sua eredità”, dove si è parlato del ruolo della Protezione civile, degli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, delle prospettive future.

Aprendo i lavori l’assessore Gabusi ha sottolineato che “Oggi ricordiamo un evento che ha segnato profondamente il nostro territorio e le nostre comunità. Sono trascorsi 30 anni, durante i quali abbiamo acquisito conoscenze fondamentali e messo in campo opere strategiche per la difesa del suolo. Abbiamo sviluppato e rafforzato sistemi di allertamento che ci permettono di essere oggi più sicuri e preparati. Ma ciò che rende unico il a la nostra regione è il valore umano della nostra Protezione Civile: uomini e donne che, con dedizione e coraggio, garantiscono un impegno costante e instancabile. Grazie a loro lavoro possiamo affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza.”

Sono seguite le relazioni di Secondo Barbero, direttore di Arpa Piemonte, Tommaso Simonelli dell’Autorità di Bacino del Po e di numerosi tecnici della Regione. In particolare Vincenzo Coccolo, direttore della Protezione civile regionale nel 1994, ha ricordato che “l’alluvione venne prevista con un ampio anticipo, di 72 ore dalla nostra struttura. Non servì purtroppo a nulla: era l’epoca dei fax e coincise con un fine settimana. Gli uffici pubblici erano chiusi e i fax vennero letti tardi, il lunedì mattina. Quella tragedia fu una lezione per tutti: venne riconosciuto il ruolo del servizio meteoidrografico nelle procedure di allertamento e fu introdotto un percorso virtuoso per un nuovo approccio nella comprensione dei fenomeni, anche sociologico. Sino ad allora, infatti, l’approccio della Pubblica amministrazione era rivolto principalmente al ripristino dei danni con interventi strutturali ad evento avvenuto, con scarso interesse dell’opinione pubblica, che viveva tali eventi come fatti ineludibili. Dopo il 1994 cominciò a formarsi una coscienza collettiva di protezione civile da parte della popolazione e dei mezzi di comunicazione”.

Lista Cirio: Trasporto ferroviario, la provincia di Cuneo trascurata 

Non possiamo accettare che l’orizzonte per la soluzione ai disagi dei viaggiatori sia il 2028. Chiederemo che il SFM sia finalmente davvero accessibile per viaggiatori con disabilità in ogni provincia

L’audizione di questa mattina in III Commissione Consiliare di RFI e Trenitalia si è aggiornata a un prossimo incontro in cui verrà data risposta ai numerosi quesiti e alle ampie sollecitazioni che tutti i Consiglieri hanno rivolto e a breve in forma scritta.

Dobbiamo anche constatare, con sorpresa e una certa amarezza, che ancora una volta la provincia di Cuneo non è stata considerata: nel programma di interventi presentato in Commissione si delineano interventi su molte aree del Piemonte, ma poco o nulla riguarda la provincia di Cuneo e in particolare la zona di Alba e Bra, nevralgiche per i numerosi pendolari e studenti che ogni giorno si devono muovere, ma anche per il notevole impatto turistico.

Dalla relazione di Trenitalia e RFI emerge che, sostanzialmente, SFM4 Alba-Cirié e SFM7 Fossano-Ciriè, collegamenti fondamentali per l’aeroporto e anche per ampie aree del torinese, sono le due linee che hanno accumulato ritardi più ingenti e più costanti: le motivazioni alle problematiche dell’intero SFM che sono state fornite sono chiare e comprensibili e dipendono in gran parte dal traffico che impegna quotidianamente il nodo di Torino. E’ evidente però che non possiamo considerare come positivo uno scenario in cui, finché non saranno completati lavori di adeguamento strutturale che al momento hanno come orizzonte il 2028, non si possa ritenere che la situazione possa cambiare in modo sostanziale.

Apprezziamo l’impegno all’aggiornamento del materiale rotabile e il programma di monitoraggio dei convogli SFM4 e SFM7 che però non assicurano i pendolari in merito a un miglioramento decisivo del servizio nel breve termine.

Su questo tema insisteremo nel prossimo incontro e continueremo a sostenere l’impegno delle Amministrazioni locali e dei Comitati dei pendolari. Con loro condivideremo argomenti e modalità dell’interlocuzione con i gestori della rete e di un servizio che vale 173milioni di euro ogni anno.

Chiederemo inoltre a RFI e Trenitalia quali iniziative intendano realizzare e in quali tempi per garantire l’accessibilità dei convogli e delle stazioni del SFM, in modo che anche le persone con disabilità e con esigenze specifiche possano utilizzare il servizio in autonomia: che tutti i cittadini possano fruire liberamente dei treni è oltremodo rilevante in virtù dei mutamenti demografici sempre più rapidi che cambieranno drasticamente la composizione della popolazione dell’area metropolitana e dell’intera regione negli anni a venire.

Il Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale collaborerà in questo ambito con l’Assessore Gabusi che sta prendendo a cuore la vicenda e ha già preso iniziative in merito, coinvolgendo opportunamente anche i Comitati dei pendolari.

Silvio Magliano, Capogruppo

Daniele Sobrero

Resistenza, Ravetti: “Riconoscere l’istituto Parri”

Il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte è il primo firmatario dell’Ordine del giorno con cui si chiede alla Regione Piemonte di adoperarsi per il riconoscimento giuridico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri.

 

«Nel 2010, nell’ambito di un provvedimento che doveva eliminare normative obsolete, venne abrogata la legge n.3 del 16 gennaio del 1947, che riconosceva la personalità giuridica all’Istituto nazionale Ferruccio Parri. Quella legge, firmata da Moro e promulgata da Saragat, riconosceva il valore morale e l’importanza dell’attività di studio e documentazione svolta dall’Istituto fondato da Ferruccio Parri e dalla rete di oltre sessanta istituti storici presenti nel nostro Paese, nonché archivi, biblioteche e luoghi della Memoria collegati alla Resistenza, alla deportazione, alla Shoah e alla storia del Novecento. Il venir meno del riconoscimento giuridico ha rappresentato non solo una ferita morale ma anche finanziaria, da cui sono derivate molte delle difficoltà che i nostri istituti della Resistenza, anche in Piemonte, si trovano ad affrontare. Dal momento che alla Camera e al Senato sono ferme due proposte di legge finalizzate a riconoscere la personalità giuridica all’Istituto nazionale Ferruccio Parri, ho presentato in Consiglio regionale un Ordine del giorno con cui si chiede alla Regione Piemonte di attivarsi, affinché la legge in questione possa essere approvata il più rapidamente possibile.Sarebbe un segnale importante alla vigilia dell’80° della Liberazione, non solo dal punto di vista morale ma anche materiale. Si prevede, infatti, il finanziamento dell’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico e bibliotecario e l’assegnazione di personale docente. Approvare questa legge sarebbe un riconoscimento significativo per gli Istituti della Resistenza che operano in Piemonte e che con il loro insostituibile lavoro didattico e storiografico costituiscono un vero e proprio archivio di memoria della nostra società civile».

 

Domenico RAVETTI

Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte

Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte

Storia della pubblicità per la terapia del dolore, una mostra a Torino

L’esposizione promossa da SIR al Palazzo del Rettorato sarà visitabile dall’8 al 17 novembre
MALATTIE REUMATOLOGICHE, SCOPERTE OLTRE 200 IN DUE SECOLI DI RICERCA
TORINO INAUGURA LA MOSTRA DEDICATA ALLA PUBBLICITÀ FARMACEUTICA

 

Torino, 5 novembre 2024 – La conoscenza che abbiamo delle malattie reumatologiche è frutto degli ultimi duecento anni di ricerca: se oggi, infatti, possiamo individuare più di 200 diverse patologie che colpiscono oltre 5 milioni e mezzo di italiani, agli inizi dell’800 erano perlopiù sconosciute. A contribuire agli studi per la loro individuazione e allo sviluppo di terapie è stata la pubblicità, nata in quegli anni e diventata subito il mezzo di diffusione prediletto per le aziende farmaceutiche. Per ricordarne e celebrarne il lavoro, dall’8 al 17 novembre, a Torino presso il Palazzo del Rettorato di via Po 17, prenderà il via la mostra Storia della pubblicità farmaceutica per la terapia del dolore e delle malattie reumatologiche. L’esposizione sarà inaugurata l’8 novembre, dalle 14 alle 16, nella Sala Principe D’Acaja del Palazzo del Rettorato, alla presenza delle autorità locali.

“I pazienti reumatologici soffrono spesso di ritardi diagnostici – spiega Gian Domenico Sebastiani, Presidente SIR e Direttore della UOC Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma –. Spesso sono necessari anche 7 anni per scoprire di soffrire di artrite psoriasica, 5 per la spondilite anchilosante, 3 per la sclerosi sistemica e 2 per l’artrite reumatoide. Anche per questo è importante studiare la storia di queste patologie: per comprenderne i meccanismi e garantire così individuazione precoce e terapie innovative. È con questo obiettivo che nel 2020, a Venezia, è nato l’Istituto di Storia della Reumatologia, per volere della Società Italiana di Reumatologia, e con lo stesso scopo oggi portiamo queste conoscenze in giro per l’Italia, quest’anno a Torino. Oggi, infatti, mostrare l’impatto che la propaganda ha avuto sull’individuazione di nuove patologie e sulla ricerca permette di comprenderne l’enorme potenzialità, anche in termini di prevenzione e di corretta interpretazione dei sintomi. Una situazione sulla quale SIR è impegnata in prima linea, perché diagnosi precoce significa migliore qualità di vita.”

“Le malattie reumatologiche causano numerose disabilità, addirittura il 57% dei pazienti dichiara di avere bisogno di aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane – sottolinea Roberto Gerli, Past President SIR –. Le probabilità di svilupparne aumentano se la patologia non viene diagnosticata rapidamente e le terapie non vengono intraprese subito. Questo dimostra l’importanza dell’informazione e della comunicazione, perché maggiore è la conoscenza di sintomi e disturbi, maggiori saranno le diagnosi precoci. La pubblicità in questo contesto ha avuto un ruolo davvero importante.”

“Inaugureremo con grande entusiasmo la prima Mostra sulla Storia della Pubblicità a Torino – commenta il professor Leonardo Punzi, Direttore dell’ISR, Istituto di Storia della Reumatologia –, per dimostrare come le tecniche di comunicazione, per essere efficaci, anche in campo medico devono saper interpretare i bisogni della popolazione e usare espressioni artistiche di qualità. Le pubblicità che verranno mostrate al pubblico, testimonianze del periodo storico che va dal 1850 alla prima metà del ‘900, erano realizzate per prodotti a libero acquisto in farmacia, senza ricetta medica. Il valore storico sta nel mostrare ‘come eravamo’ e l’importanza dei farmaci per il dolore anche in un’epoca in cui non si conoscevano ancora bene le sue cause.”

“Alcune malattie reumatologiche, come la gotta, sono famose per aver interessato in passato personaggi di prestigio, come Galileo, Michelangelo, Garibaldi e Cristoforo Colombo – conclude il dott. Enrico Fusaro, co-organizzatore della Mostra –. La maggior parte, però, si sono sviluppate dal 1800 in poi. Se oggi possiamo controllare i sintomi di oltre 200 patologie con farmaci come il cortisone, entrato nella pratica clinica solo dal 1950, e medicinali innovativi come i biologici, è proprio grazie agli investimenti nella ricerca e alla diffusione di informazioni riguardo le patologie, anche attraverso la pubblicità. Oggi è un messaggio importante che vogliamo trasmettere ai cittadini.”

 

Schianto al casello, due donne in ospedale

Una vettura con due donne a bordo si è schiantata all’imbocco del casello di Novara est. I soccorsi le hanno traportate all’ospedale dove è stato assegnato loro un codice rosso e un codice giallo. La polizia sta verificando la dinamica dello scontro.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

La Reale Mutua Fenera Chieri ’76 inizia in Spagna la sua terza avventura europea

L’attesa per il debutto della Reale Mutua Fenera Chieri ’76 nella CEV Challenge Cup 2024/2025 è quasi finita. Oggi, mercoledì 6 novembre, con fischio d’inizio alle ore 20, le biancoblù affronteranno in trasferta il CV Sant Cugat nell’andata dei sedicesimi di finale. La partita andrà in scena al palazzetto dello sport di Valldoreix, frazione di Sant Cugat del Vallès, città di quasi 100 mila abitanti situata nella comunità autonoma della Catalogna a una ventina di km da Barcellona.

Per le ragazze di coach Bregoli è la terza partecipazione consecutiva a una coppa europea dopo la CEV Challenge Cup 2022/2023 e la CEV Cup 2023/2024, esperienze entrambe concluse in trionfo con la conquista dei trofei. Ora c’è questa nuova occasione per provare a mettere in bacheca una seconda Challenge, impresa che a una squadra italiana non riesce da quasi vent’anni (Perugia nel 2005 e 2007).
Quinto classificato la scorsa stagione nel massimo campionato spagnolo, il CV Sant Cugat è un avversario tutto da scoprire. Al debutto in una competizione europea, nei trentaduesimi di finale si è qualificato a spese dell’Infomaniak Ginevra vincendo entrambe le partite. In termini realizzativi le giocatrici che più si sono messe in luce sono la centrale iberica Aina Berbelm e le schiacciatrici brasiliane Vivi Braun e Ceci, rispettivamente con 28, 27 e 23 punti. Dell’organico allenato da Leonel Passerine, per il resto tutto composto da spagnole, fa parte anche la centrale serba Lana Jovanovic. L’unica giocatrice con trascorsi nel campionato italiano è la palleggiatrice Ana Newsome, in A1 con Bolzano nel 2015/2016.
Il ritorno dei sedicesimi fra Chieri e Sant Cugat si giocherà mercoledì 13 novembre (ore 20) al PalaFenera. Chi passerà il turno affronterà negli ottavi la vincente del doppio confronto fra le finlandesi dell’LP Kangasala e le israeliane del Maccabi Haifa.

Investito da un’auto muore in ospedale

Non ce l’ha fatta l’anziano investito ieri a Castellamonte da una vettura. L’uomo è stato portato dall’ambulanza del 118 all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Le sue condizioni si sono aggravate fino alla morte.

30 ANNI DOPO. L’alluvione del 1994: un ricordo indelebile e un’opportunità di rinascita

In occasione della ricorrenza del 30° anniversario della Grande Alluvione del novembre 1994 la Regione Piemonte organizza La forza di ricostruire”, evento che si terrà il 6 novembre ad Alba per ricordare cosa avvenne in quei giorni, fare il punto sul contrasto al dissesto idrogeologico e coinvolgere la cittadinanza sui temi della prevenzione.

Il programma è suddiviso in due parti:

dalle ore 9 alle ore 13 alla Fondazione Ferrero, “La Grande Alluvione e la sua eredità”, un convegno sul ruolo della Protezione civile, sugli interventi tecnici che dopo l’alluvione hanno contribuito alla messa in sicurezza del territorio, alle prospettive future;

dalle ore 15 alle ore 17 nel Teatro Sociale “Il Piemonte ringrazia i protagonisti della ricostruzione”, cerimonia per ricordare le vittime e per ringraziare i sindaci, gli amministratori locali e i tanti volontari che si adoperarono in prima linea per portare aiuto, salvare tante vite e che lavorarono nei mesi successivi per consentire ai territori colpiti di risollevarsi.

LA TESTIMONIANZA

L’alluvione del 4 novembre 1994 è stata una delle più gravi mai verificatesi in Piemonte. Quel tragico evento causò 68 vittime e
provocò gravi danni alla popolazione, alle infrastrutture e alle attività economiche. Quello stesso dramma fu anche occasione di
solidarietà pubblica e famigliare che consentì di porre rimedio al disastro e diede un’opportunità di rinascita alla comunità.
Trent’anni fa quel devastante evento colpì anche Santena. In quei giorni, segnati da angoscia e amarezza, la comunità si mobilitò per
ripristinare la normalità. Molti che non si conoscevano si aiutarono reciprocamente e numerosi volontari si offrirono per svolgere
lavori duri e preziosi. Grande fu l’impegno dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Benny Nicotra, affiancato dal
vicesindaco Gianni Ghio, dagli assessori, dai consiglieri e da tutti i dipendenti comunali e fondamentale fu il supporto della Protezione
Civile, della Croce Rossa e di numerose altre organizzazioni pubbliche e private.

Il Rotary Chieri donò tre contributi da un milione di lire a cittadini e attività colpite e, in proposito, merita di essere ricordato il
seguente episodio: fra i beneficiari Tommaso, il cui locale era stato devastato da due metri d’acqua, in lacrime, disse di non poter
accettare l’aiuto. Confidò di aver ricevuto lo sfratto dal proprietario, perciò, dovendo lasciare l’immobile, non avrebbe potuto
continuare la sua attività. L’aiuto gli fu comunque consegnato e il proprietario fu convinto a rinnovare il contratto così Tommaso
poté riprendere il suo lavoro.

Nel dicembre 1994 io fui eletto presidente del Comitato Alluvionati di Santena e successivamente vicepresidente del Coordinamento
Comitati Alluvionati di Asti. Il Coordinamento fu costituito per rappresentare e assistere gli alluvionati dinanzi alle autorità,
favorendo il buon esito delle pratiche, nonostante le complessità del sistema burocratico.

Importantissime furono le consulenze della senatrice Giovanna Briccarello e la sua opera per facilitare i rapporti con i parlamentari
di ogni partito. Anche grazie al suo impegno, il Parlamento pervenne alla stesura di norme a vantaggio del Piemonte, esempio per il
futuro. La senatrice fu cofirmataria della Legge 18/1995, che conteneva “Disposizioni urgenti in materia di risarcimento (…. )
conseguenti a calamità naturali…” e continuò a seguire l’evoluzione normativa, sostenendo le esigenze degli alluvionati.
Per sostenere l’emanazione del provvedimento, nel gennaio 1995 il Coordinamento aveva organizzato una manifestazione ad
Alessandria con la partecipazione di oltre cinquemila alluvionati. Anche grazie ad iniziative del genere la legge 18 venne promulgata,
tuttavia le banche non erogarono i finanziamenti previsti.

Il 21 aprile 1995 il Coordinamento organizzò a Roma una protesta alla quale parteciparono 120 sindaci con la presenza del
sottosegretario alla Protezione Civile il professor Franco Barberi. Un gruppo di rappresentanti incontrò il viceministro Giuseppe
Cardia in sostituzione del primo ministro Lamberto Dini. Dopo qualche tempo, come da richiesta, La riunione si concluse senza
risultati immediati ma prima di uscire evidenziai al viceministro la necessità di concedere alle banche un tasso fisso anziché variabile.
Accolse il suggerimento e modificò la normativa, convincendo così le banche ad erogare 735 miliardi di lire alle imprese alluvionate
con finanziamenti agevolati per 10 anni.

Per conseguire tali risultati intervenne anche la Regione Piemonte, inizialmente con il presidente Brizio e, da aprile ’95, con il
presidente Enzo Ghigo, con gli assessori Gilberto Pichetto Fratin e Ugo Cavallera. Decisivi furono i ripetuti incontri con l’ABI, con il
Mediocredito Centrale e con l’Autorità di Bacino.

Un grosso contributo all’evoluzione normativa venne dai parlamentari Giovanna Briccarello, Angelo Muzio, Enrico Morando, Bruno
Matteja, Oreste Rossi, Nerio Nesi e Carlo Azeglio Ciampi.

Grazie alla Legge 18, che prevedeva il finanziamento per “il ripristino anche migliorativo dei beni danneggiati”, molte aziende
poterono sostituire vecchi macchinari danneggiati con attrezzature moderne. L’Unione Europea esaminò le normative per assicurarsi
che gli aiuti di Stato non violassero la concorrenza, confermandone la validità.

In occasione del trentennale, rinnovo il pensiero e il ringraziamento a tutti coloro che hanno dato il loro contributo e in particolare
al presidente del Coordinamento Comitati Alluvionati, il geometra Paolo Boccardo.

Santena è stata un punto cruciale per gli avvenimenti del 1994. L’attuale rievocazione avrebbe potuto essere l’occasione per riunire
gli esponenti politici, ministri, sottosegretari, parlamentari, consiglieri, funzionari, nel ricordo di quanto accaduto e nella
commemorazione di coloro che non sono più con noi.

Mario Marocco