ilTorinese

Tenta di strangolare la compagna

Ha tentato di strangolare la compagna e ha accoltellato il figlio di lei. Questa l’ accusa nei confronti di un italiano di 56 anni che è stato arrestato a Torino dai carabinieri

L’episodio è avvenuto ieri in un alloggio in via Bovetti, alla periferia sud della città. La donna è un’operaia di 49 anni, il  figlio, che ha cercato di difenderla, ha 25 anni e la prognosi, dopo l’intervento  alle Molinette, è di trenta giorni. L’aggressore era stato segnalato in passato per vicende di maltrattamento.

Dalla Regione 10 milioni di euro ai comuni alluvionati

Nuovi contributi per tutto il Piemonte per interventi di somma urgenza e lavori legati a eventi calamitosi degli anni passati

 

«Apriamo il 2020 con una buona notizia per i Comuni piemontesi colpiti dalle alluvioni: sono infatti ben 10 i milioni di euro che possiamo destinare ai lavori di somma urgenza e di ripristino di opere pubbliche a rischio. A questi si aggiungono i due milioni già stanziati all’indomani degli eventi calamitosi e ulteriori fondi arriveranno nei prossimi mesi.

 

Un risultato importante, raggiunto con il presidente della Regione Alberto Cirio, che si è impegnato in prima persona per aiutare le popolazioni colpite e per rimettere in sicurezza il territorio. Il lavoro fatto sul bilancio in questi primi mesi di mandato ci ha dato la possibilità di realizzare economie che, nell’ultimo assestamento di bilancio, sono state destinate agli interventi di messa in sicurezza del territorio, in relazione sia alle alluvioni recenti sia a quelle passate, colmando le mancanze, anche ventennali, tanto attese dalle amministrazioni comunali. Lavorando fino all’ultimo giorno del 2019 siamo riusciti ad assegnare agli interventi segnalati dagli Enti locali ulteriori risorse rispetto a quelle previste». Così l’assessore alle Opere pubbliche e Difesa del suolo della Regione Piemonte Marco Gabusi all’approvazione del programma di contributi da 9.821.056 euro complessivi, previsti dalla determinazione n. 4557 del 31 dicembre per un importo di 5.736.657 euro e la determinazione n. 4538 del 30 dicembre per 4.084.399 euro, ai sensi della legge regionale n. 38/78, che prevede contributi a sostegno dei Comuni e delle Unioni di Comuni qualora, nel caso di calamità naturali, non riescano a fronteggiare, con mezzi e risorse proprie, i danni occorsi al patrimonio pubblico.

«La Regione – spiega l’assessore Gabusi – può intervenire concorrendo in tutto o in parte al finanziamento della spesa per l’esecuzione dei lavori necessari alla tutela della pubblica incolumità. Consapevoli di questa opportunità, con un grande lavoro dei tecnici dei nostri uffici decentrati, abbiamo invitato gli Enti locali a segnalare gli elenchi delle opere più urgenti, alle quali destiniamo 7,8 milioni di euro. Abbiamo poi voluto includere in questa tornata anche i contributi per completare interventi già avviati per oltre 2 milioni di euro. I criteri di urgenza e priorità utilizzati per la compilazione degli elenchi hanno determinato la graduatoria dei Comuni beneficiari del contributo per un totale di 117 interventi in tutto il Piemonte con importi variabili da poche migliaia di euro fino a lavori di ripristino di viabilità che arrivano a superare i 200 mila euro».

«Adesso – conclude l’assessore Gabusi – ci aspettiamo la nostra stessa velocità dal Governo per poter erogare tutti i soldi dello stato d’emergenza alla totalità degli enti colpiti».

All’Alessandrino sono destinati più di 3,6 milioni per 74 interventi in 41 Comuni: Alessandria, Acqui Terme, Arquata Scrivia, Belforte Monferrato, Bistagno, Borghetto di Borbera, Bosio, Cantalupo Ligure, Capriata d’Orba, Carbonara Scrivia, Carrega Ligure, Casale Monferrato, Cassine, Castelnoceto, Castelletto d’Erro, Costa Vescovato, Cavatore, Fabbrica Curone, Frassineto Po, Fresonara, Fubine Monferrato, Garbagna, Gavi, Grondona, Montaldeo, Murisengo, Novi Ligure, Ovada, Pasturana, Ponzone, San Cristoforo, Sarezzano, Sezzadio, Silvano d’Orba, Tagliolo Monferrato, Tortona, Vignole Borbera, Viguzzolo, Visone, Volpeglino e Voltaggio.

Vanno all’Astigiano 1,753 milioni per 16 interventi in 14 Comuni: Bubbio, Calamandrana, Coazzolo, Isola d’Asti, Maranzana, Mombaruzzo, Mombercelli, Monastero Bormida, Moncalvo, Roccaverano, Serole, Sessame, Vesime e Vinchio.

Sono invece 5 gli interventi nel Biellese per un importo totale di circa 134 mila euro ad Ailoche, Campiglia Cervo, Candelo, Donato e Valdilana.

Importante il contributo per il Cuneese, che riceve quasi 2,2 milioni destinati a 44 interventi in 31 Comuni: Acceglio, Alba, Alto, Barge, Bergolo, Bernezzo, Camerana, Ceresole Alba, Centallo, Chiusa di Pesio, Crissolo, Frassino, Grinzane Cavour, Gorzegno, La Morra, Manta, Melle, Monesiglio, Montà, Monteu Po,  Novello, Ormea, Pamparato, Pietraporzio, Ponte di Nava, Santo Stefano Roero, Savigliano, Sommariva Perno, Valgrana, Venasca e Verzuolo.

I Comuni lungo la sponda sinistra del fiume Sesia, nel Novarese, ricevono complessivamente 200 mila euro per due interventi, mentre a Moncrivello e a Varallo, nel Vercellese, andranno oltre 61 mila euro.

Per il Torinese sono previsti quasi 900 mila euro per 16 interventi nei Comuni di Borgaro Torinese, Cafasse, Carmagnola, Cercenasco, Chieri, Ingria, Lanzo Torinese, Locana, Mappano, Pinasca, Pramollo Rivara, San Giorgio Canavese, Valperga, Varallo e Viù.

Il Verbano, infine, potrà affrontare 18 interventi in 12 Comuni forte di 985 mila euro di contributi regionali, a Baceno, Bannio Anzino, Baveno, Cerano, Crevoladossola, Crodo, Ghiffa, Gravellona Toce, Montecretese, Varzo, Verbania e Villadossola.

Ex dipendente tenta di rapinare il direttore del locale

Arrestato dagli agenti della Polizia di Stato

 

Era stato licenziato alcuni giorni prima, ma non contento, sabato sera torna nel locale dove aveva lavorato e minaccia il direttore, tentando di rapinarlo. Il fatto è accaduto in un ristorante di Via Bellezia.

L’uomo, un cittadino italiano di 41 anni, si reca a cena nel locale con un gruppo di amici. Quando vede il responsabile in sala, il quarantunenne gli si avvicina con fare minaccioso, lamentando un ammanco di soldi nella liquidazione. Alle spiegazioni del direttore, il reo reagisce colpendolo ripetutamente con schiaffi e pugni. Nella colluttazione, l’ex dipendente afferra il braccio della vittima e tenta di sottrargli i bracciali di valore che ha indosso. Allertato il 112 NUE, il quarantunenne verrà arrestato per tentata rapina dagli agenti della Squadra Volante.

Torino, Piemonte, Roma: i rischi della politica naif

Buontempona, Chiara Appendino, che dichiara: forse mi ricandido. Il panico si diffonde per la città. Sarà vero o non sarà vero?

A chi mai fosse preoccupato consiglio sonni tranquilli.

Chiaramente è una boutade per vedere cosa succede sapendo di essere cotta e di avere una giunta cotta e, per chi non ha fatto carriera o non è stato cacciato, dopo tre anni decisamente imbolsita. Strani incontri con il mondo del Politecnico. Magari si ripete l’ esperienza di oltre 20 anni fa con Castellani. Ma si sa che la storia quando si ripete diventa farsa. Nel mentre, per la prima volta avviene l’ Aventino dei comuni dell’area Metropolitana. Tutti a Superga per denunciare la svendita delle azioni Iren e dei gioielli di famiglia. D’altronde cosa si doveva fare per fare cassa? In fondo lo sanno tutti, non pensava proprio che fosse così difficile fare la Sindachessa. Aldo Curatella consigliere se ne va dal movimento lanciandole strali. E tanto per gradire parte del gruppo pentastellato presenta una mozione di sfiducia contro l’ assessore Iaria, urbanistica. I pentastellati devono solo decidere di che morte (politica si intende) perire. Se implodere esplodere o evaporare. Chiaretta non molla. Si consola inventando una realtà che non esiste. In 130 mila sono scappati all’ estero per lavorare e lei trionfalmente annuncia che c’è un  miliardo per le start up. Persino l’Unione industriale sbotta: basta parole, vogliamo i fatti. Gtt fallimentare?

Allora Chiaretta parla di Metropolitana. Dettaglio: non c’ è progetto, è così tutto naif, così campato in aria. Tanto non se ne curano e (appunto) tra un po’ andranno a casa. Siamo curiosi, dopo i monopattini, cosa si inventerà l’ assessore Lapietra? Si accettano scommesse. Chi non ha la benché minima voglia di scherzare è Alberto Cirio letteralmente fuori dai fogli. Sempre molto british nello stile ma decisamente contrariato a un governo che, a suo dire, prende in giro il Piemonte. Sicuramente il vice Ministro Ascani non brilla in efficienza, infatti piace molto ai pentastellati. La neo Ministra Azzolini , biellese di adozione, infastidita dalle polemiche sulla sua non conoscenza del’ inglese e dell’ informatica, risponde: se Giggino, caro amico, può fare il Ministro degli esteri, io posso fare il Ministro dell’Istruzione ed effettivamente con loro oramai tutto è possibile. Si sono viste  cose che noi umani non potevamo nemmeno immaginare. Dopo il crollo di ponti e colline ora tocca alle gallerie. Non c’ è proprio da stare allegri. Strade in Piemonte dissestate ed ogni viaggio un piccolo o grande percorso ad ostacoli. Brividi da paura. Roberto Rosso lascia la politica. Alternative non ne aveva. Per ora una  fine ingloriosa, scaricato da tutti. Alberto Cirio si era persino inventato un assessorato per accontentare lui e quelli di Fratelli d’Italia. Ci pensa Molinari a dire alla Meloni: stavolta salti un giro. Si può immaginare che Roberto Rosso abbia fatto tutto da solo? O viceversa qualcosa o qualcuno si incaricherà di dimostrare che ha fatto tutto da solo. Spostando una virgola si determinerà un diverso significato della vicenda, almeno sul piano politico. Un centro destra che sembrava lanciatissimo ed ora è costretto nel fare un tagliando al motore. Della vicenda di Roberto Rosso si stanno scrivendo le prime pagine di un tomo composto da mille pagine. Abbastanza facile prevederlo, più difficile prevedere che pagine verranno scritte, anche se, almeno per gli addetti
ai lavori qualcosa si intuiva. Come nel romanzo Cronaca di una Morte annunciata potrebbe essere che tutti sapevano che l’ omicida cercava la sua vittima. Tutti sapevano ma nessuno è intervenuto, per ignavia, per omertà, per indifferenza o per calcolo. E se tutti sapevano ma nessuno è intervenuto, qualcuno dovrà  stabilire e dimostrare chi sono questi tutti.

 

Patrizio Tosetto

Denunciati in dieci per guida in stato di ebbrezza

In Alta Val di Susa

E’ di 10 denunce il bilancio complessivo dei controlli dei CC in Alta Valle di Susa tra ieri e stanotte, tutti inerenti guida in stato di ebbrezza. I Carabinieri della Compagnia di Susa si sono concentrati nelle località di maggior afflusso di persone tra Oulx, Cesana Torinese e Sestriere per garantire la sicurezza alle migliaia di turisti presenti nelle varie località montane durante le festività. Due dei denunciati avevano provocato due autonomi incidenti stradali, fortunatamente senza conseguenze. Numerose anche le contravvenzioni al codice della strada, soprattutto per mancanza di gomme termiche e guida senza cintura. A tutti i denunciati, perlopiù giovanissimi, è stata anche ritirata la patente di guida.

Videosorveglianza: a Ivrea nuova sala operativa

Lunedì 6 gennaio si aprirà ufficialmente l’edizione 2020 dello Storico Carnevale d’Ivrea

 

In occasione delle tradizionali cerimonie e cortei storici in programma verrà testata, in un contesto di ordine pubblico, l’efficacia  della nuova sala operativa e della nuova sala ordine pubblico del Commissariato di P.S. di Ivrea e Banchette in cui, in attuazione di un sistema integrato per la sicurezza urbana, grazie agli accordi e alla perfetta sinergia con l’amministrazione comunale di Ivrea si potranno visualizzare tutte le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza della città di Ivrea e coordinare, attraverso radio e nuove tecnologie, tutto il territorio.

Non si tratta di innovazioni realizzate solo per il carnevale ma l’upgrade tecnologico influisce soprattutto sull’ordinario controllo del territorio. Il nuovo supporto tecnologico che consente di visualizzare in tempo reale gli obiettivi sensibili della città è infatti abbinato anche all’uso,da parte le pattuglie, dei nuovi tablet che consentano, tra l’altro, di conoscere attimo per attimo la posizione delle pattuglie sul territorio.  I lavori di ristrutturazione sono iniziati nel settembre 2019 e hanno avuto la durata di circa due mesi. Non è stato curato solo l’aspetto tecnologico e operativo, ma i due ambienti sono stati totalmente ristrutturati e, rispetto al passato, sono stati anche incrementati i requisiti di confort e sicurezza passiva come per esempio climatizzazione, vetro antiproiettile, porta antisfondamento, bussola per regolare l’afflusso del pubblico ecc.
La nuova sala ordine pubblico è stata anche impreziosita con l’istallazione del trittico dipinto a quattro mani degli artisti eporediesi Daniela Borla e Antonio Muroni “La scorta” con cui è stato ricordato il sacrificio degli agenti della polizia di Stato Vico Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montanaro e Emanuela Loi, nonché dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Domani alle ore 12, alla presenza del Sindaco di Ivrea e del Questore di Torino, la nuova sala operativa verrà presentata ufficialmente alla comunità.

“Infermieri stanchi ma non gettano la spugna”

Riceviamo e pubblichiamo

Nursing Up: “ritmi divenuti insostenibili”

 

Delli Carri: “Stanchi e davvero al limite, però gli infermieri vanno avanti. Ora si facciano nuove assunzioni con il Patto per la Salute”

Gli infermieri anche se sono stanchi, se i carichi di lavoro sono in continuo aumento, se il rischio di burn out o di attacchi depressivi è sempre più alto, non gettano la spugna, non lasciano i reparti, non abbandonano la loro divisa. Lo sottolinea il Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, rilevando la notizia che in media 28 medici al mese in Piemonte, secondo Anao Assomed, lasciano il loro incarico nei reparti.

Per quel che riguarda gli infermieri la situazione è sempre più difficile a causa dei carichi di lavoro che sono da tempo, ormai, insostenibili, per i pensionamenti non sostituiti, per le malattie o le gravidanze che non vengono compensate, per il continuo aumento delle prescrizioni di singoli infermieri i quali a causa di problemi contratti anche al lavoro, non possono più svolgere determinate funzioni, magari lasciando anche l’assistenza diretta.

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up, spiega: “Un dato assai preoccupante è quello relativo alle prescrizioni. Nell’ultimo anno, per capirci, il numero di infermieri che non possono svolgere determinate funzioni, a causa di una patologia, sovente sviluppata anche sul posto di lavoro, è salito al 20%. In pratica ogni 100 infermieri in servizio in Piemonte, venti non possono essere impiegati in determinati compiti, devono lasciare l’assistenza diretta. Capita, a titolo di esempio, che vadano in forte depressione, in burn out o che siano vittime di dolore cronico. Tutto ciò si chiama, appunto, burn out. Il numero di questi lavoratori fiaccati, in costante aumento, incide, ovviamente, in modo pesante sui turni e sui carichi di lavoro. Se a ciò aggiungiamo i pensionamenti non sostituiti, le malattie e le maternità, comprendiamo bene quale sia la situazione di emergenza da affrontare. Unica via è quella di assumere, aumentando gli organici in modo costruttivo ed efficace, cosa che le aziende negli anni non hanno fatto, incolpando i tetti di spesa bloccati. Per questo la decisione di sbloccare i tetti di spesa, contenuta nel nuovo Patto per la Salute, firmato a livello nazionale, è particolarmente importante”.

“In questo contesto – conclude Delli Carri – assume una evidente urgenza l’incontro che abbiamo chiesto all’assessore alla Sanità Lugi Genesio Icardi per programmare le ricadute del nuovo Patto per la Salute sul sistema sanitario piemontese. Ricadute che devono essere mirate ed efficaci.

Intanto, però, va ribadito che gli infermieri, pur se allo stremo, con carichi a volte davvero insopportabili, non gettano la spugna, non abbandonano la professione, non lasciano i malati e gli ospedali in cui lavorano”.

“Sulle sponde del Tigri”. Meraviglie archeologiche al Mao

 Da Seleucia e Coche, in esclusiva esposizione a Torino. Dal 21 settembre 2019 al 12 gennaio 2020

Ceramiche, terrecotte, vetri e oggetti d’uso comune. In tutto 40 piccoli reperti che raccontano la storia quotidiana di antichissime civiltà cariche di fascino e dell’inevitabile, intraducibile mistero che il tempo addebita alla solo apparente banalità delle cose prodotte dall’uomo nello scorrere dei millenni. Esposti al MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino, provengono dagli scavi, svolti a partire dal 1964 e che portarono alla luce strutture abitative e manufatti di varia natura, dal subalpino “Centro Ricerche Archeologiche e Scavi per il Medio Oriente e l’Asia”, nei siti di Seleucia e Coche, due fra le maggiori capitali di importanza e dimensioni ineguagliate, sorte in uno dei punti più nevralgici di quella rete globale – la Mesopotamia centrale – che, nei lunghi secoli intercorsi fra l’impresa di Alessandro Magno e l’avvento dell’Islam, univa il Mediterraneo alla Cina. Fondata in quel luogo alla fine del IV secolo a. C., Seleucia al Tigri, assunse al tempo i caratteri di una metropoli estesa quanto Torino nel Settecento; a seguirla, sull’altra sponda del fiume, la mitica Ctesifonte, poi integrata nel III secolo d. C. con la città di Coche (o Veh Ardashir).

Entrambe rappresentarono due potenti e fra loro rivaleggianti poli d’attrazione sulle sponde opposte del Tigri, alternandosi nel reggere le sorti di imperi che furono nei secoli la controparte di Roma. All’approfondimento della loro storia civile e culturale, messa in dialogo fra la produzione di età ellenistico-partica proveniente dal sito di Seleucia, con quella sasanide (secondo impero persiano) di Coche, contribuisce certamente la rassegna “Sulle sponde del Tigri”, ospitata al MAO e curata da Vito Messina, Alessandra Cellerino ed Enrico Foietta con la collaborazione di Claudia Ramasso.

Fra i pezzi più interessanti presenti in mostra il “Versatoio di kernos (vaso a fontana)” a forma di pesce, ritrovato a Seleucia e risalente all’incirca al II secolo d. C. e – come tutti i vasi a fontana – impiegato presumibilmente in importanti e particolari cerimonie durante le quali si effettuavano offerte di bevande come acqua, latte o vino; curioso e di semplice ingegnosità anche il “Vasetto a cestino”, quasi certamente un incensiere portato alla luce nel sito di Coche e collocabile fra il III e il IV secolo d. C., insieme al “Sacerdote” del II secolo d. C. (con la lunga tunica e l’alto copricapo riferibili al culto di divinità locali o iraniche) di età seleuco – partica e all’essenziale “Figura femminile nuda distesa su un fianco” ( II secolo d. C. ), rinvenuta in un corredo funerario a Seleucia dove simili “figure” erano particolarmente diffuse e paiono riprodurre modelli di origine occidentale, sebbene la “variante nuda” si ispiri, proprio per questa sua caratteristica, anche alla tradizione mesopotamica.

Immaginata nell’ambito del progetto “Collezioni (in)visibili” promosso dal “Dipartimento di Studi Storici” dell’Università di Torino e finanziato dalla Fondazione CRT, la mostra allestita nelle sale del Museo di via San Domenico, fino al 12 gennaio 2020, è decisamente preziosa (pur nelle sue contenute dimensioni) e meritevole di particolare attenzione, in quanto non esistono in Europa collezioni di reperti archeologici provenienti da Seleucia e Coche, ad eccezione di quella conservata oggi, per l’appunto, al MAO: nel mondo, solo il Kelsey Museum di Ann Arbor (Michigan) e l’Iraq Museum di Baghdad vantano analoghe collezioni.
Durante il periodo di apertura dell’esposizione, sono previste conferenze ed attività didattiche rivolte a scuole e a famiglie, mirate ad avvicinare bambini e ragazzi al mestiere dell’archeologo e alla lavorazione dell’argilla.

Gianni Milani

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“Sulle sponde del Tigri”
MAO – Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it
Dal 21 settembre 2019 al 12 gennaio 2020
Orari: mart. – ven. 10/18; sab. e dom. 11/19

 

 

Nelle foto:

– “Versatoio di kernos (vaso a fontana) a forma di pesce”, Seleucia, età seleuco-partica, ceramica – doppia matrice, ca. II secolo d. C
-“Vasetto a cestino”, Coche, età sasanide, ceramica invetriata, III-IV secolo d. C.
– “Sacerdote”, Seleucia, età seleuco-partica, terracotta-matrice singola, II secolo d. C.
– “Figura femminile nuda”, Seleucia, età seleuco-partica, terracotta-doppia matrice, II secolo d. C.
– “Piccola anfora con collo dipinto a bitume”, Coche, età sasanide, ceramica-fattura al tornio e a mano, V secolo d. C.

Pattinaggio artistico al PalaTazzoli

Seconda prova di qualificazione nazionale

DAL 4 AL 5 GENNAIO SECONDA TAPPA NAZIONALE UISP 
Da sabato 4 a domenica 5 gennaio 2020 si terrà al PalaTazzoli di via Sanremo 67, la seconda prova di qualificazione nazionale di pattinaggio artistico sul ghiaccio UISP, dopo la tappa di Feltre. Scenderanno in pista 250 atleti in rappresentanza delle società provenienti dal nord Italia, che si esibiranno nella seconda gara di qualificazione dell’artistico, riservato alle prove di danza singola, coppie e gruppi e nel trofeo interpretativo. La finale del Campionato si terrà dal 13 al 15 marzo 2020 al Palazzetto del ghiaccio di Pinerolo.
Il programma della manifestazione, l’ingresso è libero, inizierà sabato alle 8,30 con la prima competizione della categoria orsetti maschili e femminili (anni 2010/2011) e si concluderà alle 18,15 con i cadetti maschili e femminili, domenica apriranno alle 8,30 i pulcini m/f e si terminerà alle 18,20 con l’interpretativo. Saranno 5 le società torinesi di pattinatori affiliate Uisp Piemonte, che prenderanno parte all’evento: Ice Club – Sportincontro – PAT – Sport di Borgata – Cus Torino.