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Il sogno raddoppia

“Doppio Sogno” è una passeggiata all’aperto tra sculture monumentali installate negli spazi del Polo Reale.  Una mostra che indaga immagini contrapposte e complementari attraverso linguaggi e simboli in relazione e opposizione: pittura e scultura, interno ed esterno, modernità e reminiscenza del classico

 

polo reale cavallo“Doppio Sogno” è il titolo scelto per il percorso tra scultura e pittura inaugurato il 14 novembre con la prima parte dedicata alla scultura negli spazi all’aperto del Polo Reale e proseguirà l’11 dicembre con la seconda parte rivolta alla pittura nei nuovi spazi espositivi del Polo Reale a Palazzo Chiablese, in piazzetta Reale. A cura di Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti, “Doppio Sogno” è una mostra che indaga immagini contrapposte e complementari attraverso linguaggi e simboli in relazione e opposizione: pittura e scultura, interno ed esterno, modernità e reminiscenza del classico, realismo e onirico, figurazione e contemporaneità, immagine e parola scritta.

 

Dal 14 novembre al 9 marzo 2014, la prima parte del percorso si presenta come una passeggiata all’aperto tra sculture monumentali o di grandi dimensioni, installate negli spazi del Polo Reale. Il percorso tracciato dalle opere permette di conoscere e scoprire il Polo in tutte le sue componenti. Dalle figure femminili interpretate da Francesco Messina, Giuliano Vangi e Giuseppe Bergomi, allestite rispettivamente nel Cortile di Palazzo Chiablese, nella Sala degli Svizzeri di Palazzo Reale e nel Cortile di Palazzo Reale, si passa a soggetti d’ispirazione mitologica come il Teseo Screpolato di Mitoraj e l’Ulisse di Manzù, o ancora a temi biblici rappresentati da Fuga da Sodoma di Antonietta Raphaël Mafai.

 

Monumentali le opere di Giuseppe Maraniello e Marino Marini, le sculture di Augusto Perez – Crepuscolo e Crocifisso di Apollo del Belvedere – e le Black Hands di Patrizia Maïmouna Guerresi, collocate in Piazzetta Reale. Rivelano, infine, un impianto di matrice contemporanea i soggetti scelti dal canadese Wiliam Hadd McElcheran, con l’installazione Businnessman lungo lo Scalone di Palazzo Chiablese. Velasco Vitali presenta il Branco, allestito nell’area del Teatro Romano del Museo Archeologico, mentre un assemblaggio di strumenti a fiato è proposto nell’opera di Arman, Flon Flon, 1990 disposto lungo i portici di Palazzo Reale.

 

Un’esposizione en plen air, Doppio Sogno, che accompagnerà il pubblico torinese e non solo, nel cuore della città, in una promenade tra le opere di alcuni dei principali protagonisti della scultura del ‘900, nazionale e internazionale. La seconda parte della mostra, dall’11 dicembre al 9 marzo 2014, inaugura invece i nuovi spazi espositivi di Palazzo Chiablese (ingresso da Piazzetta Reale). Circa 1.000 mq che un tempo ospitavano la collezione e la biblioteca dell’ex Museo del Cinema, saranno dedicati a servizi e mostre. Organizzazione e catalogo: Silvana Editoriale Foto: Ernani Orcorte.

 

(Foto: il Torinese)

Maledetta crisi, cala anche il consumo di benzina

La benzina verde registra il calo maggiore: -32,48% sulla rete autostradale. Tiene, invece, il consumo di gasolio  che si è mantenuto stabile. In aumento l’uso del gpl (+39,14%)

 

benzina

Secondo i dati del report annuale della Regione, dal 2011 al 2012 il consumo di carburante in Piemonte è calato.  I consumi sono scesi del 7,85% nella rete ad uso pubblico e addirittura del 22,98% sulle autostrade. La benzina verde registra il calo maggiore: -32,48% sulla rete autostradale. Tiene, invece, il consumo di gasolio  che si è mantenuto praticamente stabile. In aumento l’uso del gpl (+39,14%).

 

DOMANDA E RISPOSTA Quali iniziative sono possibili per contrastare il problema?

 “La proroga della delibera sulla multifunzionalità dei nuovi punti di distribuzione e l’accordo sulla metanizzazione della rete autostradale  ha visto il Piemonte Regione capofila di un’azione importante ed intelligentemente creativa. Nell’ottica di migliorare sempre di più i servizi al cittadino abbiamo anche presentato al ministero dello Sviluppo economico tre progetti sulla mobilità elettrica, che rappresentano un’opportunità e non vanno letti come un ostacolo al mantenimento della rete distributiva tradizionale”. Agostino Ghiglia, Assessore regionale al Commercio

Il Centro Storico spopola sui social network

Inaugurato nel 1963, il Centro Storico Fiat ha sede a Torino, in un edificio liberty che fu il primo ampliamento (1907) delle officine di corso Dante dove nacque l’azienda. Su Facebook in soli sei mesi ha ricevuto più ‘mi piace’ della Galleria degli Uffizi e dei Musei Vaticani messi insieme

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L’Ansa ha dato la notizia recentemente: in soli sei mesi ha ricevuto più ‘mi piace’ della Galleria degli Uffizi e dei Musei Vaticani messi insieme. Il Centro Storico Fiat è il museo italiano più popolare su Facebook, con oltre 100 mila fan e con più di 35 mila persone che ne parlano. Numeri che collocano il museo al livello del Moma di New York o del Louvre di Parigi. Solo un quarto dei fan è in Italia, tutti gli altri dall’estero. Fin dall’inizio è stato teatro di momenti importanti nella storia della Fiat: il primo risale al 4 maggio 1966 quando, nel salone centrale, Vittorio Valletta, una delle figure chiave nella storia ultracentenaria dell’azienda fondata dal Senatore Giovanni Agnelli, firmò l’accordo con l’URSS che portò alla costruzione di Togliattigrad.

Ora il Centro Storico ospita una collezione di automobili, cimeli, modellini e manifesti pubblicitari di artisti che copre l’intera storia dell’azienda. Dalla prima vettura, la 3½ Hp, all’impressionante “Mefistofele”, che nel 1924 batté il record mondiale assoluto di velocità. E poi ci sono il primo trattore, il Fiat 702 del 1919; l’autocarro 18BL, che motorizzò le truppe italiane nella prima guerra mondiale, la Littorina, protagonista del trasporto ferroviario a partire dagli anni Trenta e l’affascinante caccia G91, il velivolo disegnato da Giuseppe Gabrielli e poi adottato dalla NATO.

Il percorso di visita, in cui è possibile imbattersi in motori per navi, biciclette, frigoriferi e lavatrici “targati” Fiat, si snoda attraverso la ricostruzione di alcuni stabilimenti simbolo della storia aziendale e dei cambiamenti nel modo di lavorare.

Nello stesso edificio è presente anche l’archivio aziendale, consultabile su appuntamento: più di 5.000 m.l. di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, più di 6 milioni di immagini (stampe, diacolor, lastre e negativi), 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse il fondo del progettista Ing. Dante Giacosa, il “papà” delle utilitarie – la Topolino, la 600, la 500 – che hanno motorizzato l’Italia.

(fonte: www.fiatspa.com)

Storie di donne e di risaia

Intorno ad un tavolo, un breve momento di ristoro, si trasforma in una rincorsa di parole, una storia che inizia nel lontano 1914, che passa attraverso il Ventennio, le risaie, la povertà del dopoguerra e l’emigrazione. Nives si racconta così, di fronte ad un piatto di riso, cotto alla piemontese, con un bel bicchiere di vino

 

agnelli

Laura Pariani ricostruisce storie di donne e risaie, di emigrazione e lavoro. In scena, insieme a Betti Zambruno e alle Trobairitz d’Oc, Manuela Massarenti attende un risotto fumante narrando una vita come tante nel Piemonte del ’90. La monda, il Fascismo, la guerra e la fuga dai campi, gli anni ’50 e il nord Europa per trovare il lavoro che in Italia mancava. Uno spettacolo che segue i tempi di preparazione di un buon risotto e che attraverso i profumi conduce lo spettatore nella realtà della storia.

 

Intorno ad un tavolo, un breve momento di ristoro, si trasforma in una rincorsa di parole, una storia che inizia nel lontano 1914, che passa attraverso il Ventennio, le risaie, la povertà del dopoguerra e l’emigrazione.Nives si racconta così, di fronte ad un piatto di riso, cotto alla piemontese, con un bel bicchiere di vino…perché il riso nasce nell’acqua ma muore nel vino!…parla di sé, e così, della Sua Italia.Un’Italia povera dove le donne andavano tutte a mondare, a strappare il riso all’acqua, sveglia presto e quasi nessun soldo in tasca. Poi fu il tempo del Duce, e tutte andavano a Roma cantando, attraverso un paese che viaggiava veloce verso un triste destino.Poi, fu il tempo dell’addio.

 

“Perché, dopo la guerra, il lavoro mancava, le macchine arrivate nei campi toglievano spazio alle mondine”: destinazione Svizzera, alla ricerca di una nuova vita. Una vita triste, una città, Zurigo, dove gli italiani erano “maccheroni”, buoni per lavorare. Ma anche lì, schiena dritta e voglia di lavorare hanno prodotto i loro frutti, conquistando anche il rispetto. Nives racconta parole che sono di migliaia d’italiani, parole lontane, ma ferme. Una cena in cui una storia e delle canzoni che portano in altri tempi, si ascoltano, mangiando un riso piemontese affogato nel vino rosso, e non potrebbe essere altrimenti, perché come la protagonista stessa dice “il vino fa sangue mentre l’acqua fa tremar le gambe!”

 

“Senza mai levar la schiena parole e canti dalla risaia”

29 gennaio, 2014 – 21:00 TEATRO AGNELLI Via P. Sarpi 111 – Torino

Testo di Laura Pariani, con Manuela Massarenti. Canti eseguiti dal vivo Valeria Benigni, Paola Lombardo, Betti Zambruno. Regia di Renzo Sicco

Applausi per Last Vegas al Film Festival

Apprezzato il film con Robert De Niro, Morgan Freeman, Michael Douglas e Kevin Kline. In sala il regista, Jon Turteltaub. Unica star presente, Elliot Gould

 

ttfOttimo inizio per il Torino Film Festival che ha esordito tra scroscianti applausi. Il pubblico ha apprezzato il primo film in programma, Last Vegas, interpretato da attori del calibro di Robert De Niro, Morgan Freeman, Michael Douglas e Kevin Kline. Presenti in sala il regista, Jon Turteltaub, e l’attore Elliot Gould. Gag fuori programma di  Luciana Littizzetto, che si è portata  da casa un piccolo   tappeto rosso personale.

 

DOMANDA E RISPOSTA: Qual è la storia del TFF?

Il Torino Film Festival nasce nel 1982 col nome di Festival Internazionale Cinema Giovani ed è destinato ad attrarre un vasto pubblico con l’obiettivo di esplorare le tematiche della cinematografia giovanile. Il festival si colloca da subito nel solco del “Nuovo Cinema” e, non a caso, coniuga l’intento di scandagliare l’universo giovanile attraverso il linguaggio cinematografico con una seria ricerca critica sul cinema degli anni Sessanta. Dunque si costruisce, edizione dopo edizione, una rassegna capace di indagare sulle forme innovative, periferiche e sperimentali del cinema internazionale: un cinema “giovane” imperniato sul rinnovamento linguistico che si contrappone alle forme consolidate di cinematografia. Per rispondere a tale proposito il festival decide di accogliere sin dalla sua prima edizione la vasta gamma di nuove modalità espressive dell’immagine elettronica. Il festival risponde anche alle esigenze dei giovani filmmaker e videomaker di trovare spazi riconosciuti dove mostrare le loro opere e attraverso cui avere un rapporto diretto di confronto con il pubblico.

Primo festival metropolitano in Italia, il festival riesce a creare fin da subito un forte legame col proprio pubblico, aumentando costantemente la complessità dell’offerta cinematografica, miscelando nei suoi programmi cinema d’autore e cinema di genere, ricerca sperimentazione e riscoperta di grandi classici dimenticati. Attraverso lo strumento di un sempre più ricco programma e il continuo rimescolamento degli schemi, grazie anche alla proposizione di cinematografie nazionali ancora inesplorate e di autori sconosciuti e trascurati in Italia, il festival è in grado di offrire al suo pubblico indicazioni precise e proiezioni che lo aiutano a formarsi una coscienza critica sul cinema come fenomeno di cultura, espressione artistica e mezzo di comunicazione di massa. (Fonte: Torino Film Festival)

Ossigeno alle imprese: erogati i primi 25 milioni della Banca Europea

Per quanto riguarda i restanti 75 milioni di euro che dovranno essere interamente allocati entro i primi mesi del 2014, la Giunta regionale ha già deciso di impegnarne 20 milioni sulla nuova misura “Più Sviluppo”: sostegno alle realtà imprenditoriali

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Erogata la prima tranche, pari a 25 milioni di euro, dei fondi messi a disposizione da Banca Europea degli Investimenti (BEI), a seguito del contratto di prestito “Regione Piemonte Loan for SMEs”. L’intesa, sottoscritta nei mesi scorsi, prevede la disponibilità di un plafond di risorse aggiuntive per il Piemonte di 100 milioni di euro da destinarsi interamente al finanziamento di investimenti e progetti di sviluppo relativi alle PMI piemontesi. «Grazie all’operazione conclusa con BEI – commenta il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cotaassicuriamo alle imprese piemontesi, già gravate dal perdurare della crisi, di poter disporre di risorse finanziarie aggiuntive, in un momento in cui sia la parte pubblica, sia il sistema creditizio faticano a sostenere le legittime esigenze di liquidità del mondo imprenditoriale per gli investimenti. Ora, più che mai, dobbiamo guardare a nuovi mezzi di reperimento, che sappiano sfruttare le leve finanziarie di cui disponiamo e quindi cercare di replicare questo meccanismo virtuoso messo in atto con BEI».

La Giunta regionale ha destinato la prima tranche al finanziamento di una parte cospicua della lista d’attesa presente sulla Misura IV.1 del Piano Straordinario per l’Occupazione, ovvero quello relativo ai prestiti partecipativi: una misura che si prefigge di rafforzare la struttura patrimoniale delle PMI e diversificarne le fonti di finanziamento. Si tratta in estrema sintesi di un finanziamento a 5 anni, dove l’80% dell’importo viene erogato dalla Regione con provvista BEI ad un tasso fisso inferiore al 2%, con un costo finanziario dell’operazione, quindi, sensibilmente al di sotto rispetto agli attuali tassi di mercato. La Giunta, inoltre, per supportare maggiormente tali imprese, ha deliberato recentemente di ripristinare anche per queste operazioni il contributo a fondo perduto pari al 5% della provvista erogata da Finpiemonte; non essendo possibile utilizzare la provvista BEI per tale finalità, sono stati destinati 1,25 milioni di euro di fondi PAR FAS.

Il perdurare della crisi e la conseguente contrazione del credito, unitamente alle finalità e al basso costo del finanziamento, hanno fatto sì che la misura “presiti partecipativi”, dalla seconda metà del 2010 a oggi, abbia avuto un rilevante riscontro in termini di domande presentate, generando una richiesta di fondi di quasi 5 volte superiore alla sua dotazione iniziale, che era di circa 18 milioni di euro.  Grazie alle risorse aggiuntive reperite attraverso il contratto con BEI, è stato possibile finanziare, in aggiunta a quelle che avevano già beneficiato dei fondi regionali, oltre 70 imprese, la maggior parte ubicate nell’area torinese e in provincia di Cuneo. I finanziamenti concessi hanno un taglio medio pari a 450 mila euro, con un minimo di 50 mila  e un massimo 1,5 milioni. Tali fondi hanno generato un cofinanziamento bancario aggiuntivo di oltre 5 milioni di euro.  Per quanto riguarda i restanti 75 milioni di euro che dovranno essere interamente allocati entro i primi mesi del 2014, la Giunta regionale ha già deciso di impegnarne 20 milioni sulla nuova misura “Più Sviluppo”: sostegno alle realtà imprenditoriali con una stabile organizzazione nella regione attraverso agevolazioni per investimenti produttivi a tassi vantaggiosi e che abbiano significative ricadute occupazionali. Si sta, inoltre, programmando l’impiego dei rimanenti 55 milioni sempre a favore delle PMI piemontesi, su diverse misure, nuove o già in vigore:  investimenti in innovazione e ricerca, per la cooperazione, per il sostegno al circolante. (Finpiemonte)

Task force Italia-Russia per aiutare le imprese

In vista dell’Expo 2015, Torino e Milano rappresentano oggi un’unica grande realtà metropolitana. Già adesso l’area fieristica di Rho-Pero è alle porte di Novara. Ma con la realizzazione della fermata dell’alta velocità ferroviaria vi si potrà arrivare in 40 minuti anche dal centro di Torino e viceversa

prternshipPartecipazione record alla Task force Italia-Russia sui distretti e le pmi, forum economico-istituzionale presieduto dal Ministero dello Sviluppo economico italiano e dalla Rappresentanza commerciale russa di cui si è aperta il 12 novembre a Torino Incontra la 23/esima edizione: 800 le persone iscritte, in rappresentanza di 25 Regioni russe e sette italiane. Il programma dell’iniziativa, che prosegue fino a mercoledì 13, prevede confronti e dibattiti su efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia, meccanica e turismo. “E’ un’edizione senza precedenti – ha commentato il presidente del Piemonte, Roberto Cota – un’occasione straordinaria per la nostra Regione”. La Russia, infatti, è il dodicesimo Paese a cui è destinato l’export piemontese, per un totale di 790 milioni di euro nel 2012, con un incremento del 4,9% rispetto al 2011. “Il saldo della bilancia commerciale – ha osservato ancora il presidente – è positivo per oltre 700 milioni, in aumento rispetto ai tre anni precedenti”.

Istituita nel 2002, la Task force si riunisce due volte l’anno: le Regioni russe coinvolte sono state fino ad ora 83, dieci quelle italiane. Per quanto riguarda il Piemonte, la categoria merceologica che la fa da padrona nell’export continua a essere la meccanica (27%). “E’ importante – ha detto Cota – perché questo settore è il cuore della tradizione industriale del Piemonte e stiamo riuscendo a coniugarla con l’innovazione”. Altri settori in cui le esportazioni sono positive sono i mezzi di trasporto, gli alimentari e il tessile.

Rivolgendosi ai suoi interlocutori russi, Cota ha poi evidenziato che “abbiamo piccole e medie imprese dell’indotto di grande qualità, che hanno saputo superare l’ottica dell’unico committente per competere sul mercato. Il sistema imprenditoriale piemontese ha bisogno di due cose: creare reti di imprese tramite distretti industriali e sostegno all’esportazione. Per questo il governo regionale ha investito moltissimo nelle politiche di internazionalizzazione”. Bilancio molto positivo, sia in modo globale che per quanto riguarda i rapporti con la Russia, anche per i flussi turistici: quest’anno si è registrato un incremento del 40% delle presenze.

Infine, Cota ha ribadito che “in vista dell’Expo 2015, Torino e Milano rappresentano oggi un’unica grande realtà metropolitana. Già adesso l’area fieristica di Rho-Pero è alle porte di Novara. Ma con la realizzazione della fermata dell’alta velocità ferroviaria vi si potrà arrivare in 40 minuti anche dal centro di Torino e viceversa. Per questo, stiamo lavorando per mettere in luce le opportunità offerte dal Piemonte”. Il viceministro dello Sviluppo economico della Federazione Russa, Pavel Korolev, l’ha definita “una Task force organizzata in modo impeccabile. I delegati che sono qui presenti hanno le idee ben chiare, per cui sono in campo prospettive di cooperazione molto consistenti, che indubbiamente porteranno risultati a breve termine”. Sullo scambio di opportunità ed esperienze tra gli imprenditori dei due Paesi ha puntato l’attenzione la presidente della Rappresentanza commerciale russa in Italia, Natela Scengheliya: “E’ fondamentale che ci sia la possibilità di discutere concretamente di progetti, che portino poi alla firma di impegni contrattuali”.

Nel corso della task force verrà anche dedicato spazio agli strumenti finanziari attraverso cui realizzare le forme di collaborazione, sia sotto il profilo bancario sia riguardo gli investimenti diretti dalla Russia verso l’Italia e viceversa. La Regione Piemonte, in particolare, ha istituito la formula del contratto di insediamento per attrarre nuovi investimenti, che ha già prodotto diversi risultati. Ne è conferma la presenza a Biella dell’azienda russa Synhesalloys, specializzata nei metalli preziosi per l’industria, che ha un investimento programmato di 13 milioni di euro, con un contributo regionale di 1,4.

Come imparare l’export con il Ceip

L’azienda “export e market oriented” vince la sfida ai mercati esteri se è in grado di utilizzare il marketing internazionale come elemento conduttore della propria azione. Il Ceip suggerisce anche di evitare alcuni errori comuni in merito all’export

 

mercati

Guardare al mondo per tentare di risolvere i problemi connessi alla crisi di casa nostra. Ecco l’imperativo per le aziende piemontesi. Un aiuto può arrivare dal Ceipiemonte, il centro estero della Regione. L’orientamento all’internazionalizzazione è un servizio gratuito, personalizzato, dedicato alle imprese artigiane e alle piccole imprese, a cura di Ceipiemonte.

 

Un team è a disposizione, su appuntamento, nella sede del Ceip o in quelle dei soci sul territorio, per analizzare le esigenze dell’azienda e l’operatività in relazione ai paesi di interesse, con riferimento a: strategie di ingresso e/o di consolidamento, canali distributivi e di vendita, ricerca di partner commerciali, attività promozionali. I servizi proposti sono coerenti con la strategia aziendale, dalle fasi preliminari fino alla realizzazione di un percorso operativo e al monitoraggio dei risultati.

 

L’azienda “export e market oriented” vince la sfida ai mercati esteri se è in grado di utilizzare il marketing internazionale come elemento conduttore della propria azione. Il Ceip suggerisce anche di evitare alcuni errori comuni in merito all’export:

 

  • considerare l’export come un’attività sporadica e occasionale
  • pensare di poter risolvere tutti i problemi grazie all’export
  • pensare di riprodurre sul mercato internazionale la stessa strategia di successo adottata sul mercato domestico
  • non avere una strategia.

Fatene tesoro. Il servizio è erogato in tutte le province piemontesi nel contesto del Progetto Idea.

 

(www.centroestero.org)

Una vendemmia stellata

I dati delineano la capacità del comparto di resistere alla crisi economica. A seguito di un’annata decisamente ridotta in termini quantitativi come il 2012, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendemmia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli più vicini alla media degli ultimi anni

vendemmia

“Piemonte Anteprima Vendemmia” ha delineato l’immagine di un comparto vitivinicolo che, pur fronteggiando l’attuale momento economicamente delicato, è capace di resistere rispetto a molti altri settori e conferma come la strategia di puntare sulla qualità e l’eccellenza paghi nel medio-lungo periodo.

La tradizionale manifestazione si è svolta il 29 novembre nella Cascina Cuccagna di Milano, scelta per lanciare un messaggio importante nell’ottica dell’Expo 2015: il Piemonte, insieme alle sue produzioni di eccellenza, sarà presente e vivrà la rassegna da protagonista. Presenti, tra le altre autorità, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, il presidente di Piemonte Land of Perfection, Andrea Ferrero, il presidente della Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio, il direttore marketing territoriale del Padiglione Italia Expo 2015, Fabrizio Grillo.

A seguito di un’annata decisamente ridotta in termini quantitativi come il 2012, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendemmia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli maggiormente vicini alla media degli ultimi anni: se l’Italia passa dai 41,07 milioni di ettolitri del 2012 ai 47,4 milioni stimati del 2013 – con una crescita del 15% – il Piemonte, seppur con valori meno incisivi, registra un incremento non trascurabile: la produzione stimata è di 3.658.640 quintali di uva da cui sono derivati 2.579.534 ettolitri di vino (+9% sul 2012), che rappresenta il 5,5% della produzione nazionale. La suddivisione per province parte da Asti con 906.000 ettolitri, seguono Cuneo con 847.000, Alessandria con 697.000, Torino con 72.000, Novara con 28.000, Biella con 21.000, Vercelli con 7.000, VCO con quasi 2.000 ettolitri. La peculiare stagione climatica non ha influito sulla vendemmia 2013 dal punto di vista qualitativo, tanto che la si può definire una ottima annata che merita le quattro stelle per tutte le varietà, con alcune punte di eccellenza.

L’assessore Sacchetto ha sostenuto nel suo intervento che “pur non trascurando le difficoltà del momento, ritengo che gli ottimi risultati che si stanno ottenendo non siano frutto del caso: in primo luogo vanno ricordate le aziende vitivinicole sul territorio, che coniugano al duro e faticoso lavoro in vigna quella professionalità di alto livello indispensabile per risultare competitivi sul mercato, in particolare quello estero; in seguito, non va trascurata l’attività sinergica operata su più livelli da enti e organismi differenti. La Regione Piemonte ha proseguito nel sostegno al settore mediante il programma finanziato dall’OCM vino, che ha previsto un intervento superiore ai 20 milioni di euro per la promozione sui mercati dei Paesi terzi, gli investimenti, la ristrutturazione e riconversione dei vigneti. Per il 2014 sono previste nuovamente risorse per circa 20 milioni. L’assessorato ha inoltre supportato il settore con la promozione sui mercati europei prevista dal Piano di sviluppo rurale 2007-2013”. I buoni risultati – ha concluso Sacchetto – non devono distoglierci dagli impegni che ci aspettano per il futuro: a cominciare dall’Expo 2015 e ancor più nella predisposizione del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, una sfida dalla quale dipende buona parte del futuro non solo del comparto vino, ma dell’intera agricoltura piemontese”.

“Piemonte Anteprima Vendemmia 2013” è stata anche la conferma di come il comparto vitivinicolo piemontese sia un condensato di tradizione, valori, cultura e territorio, miscela vincente che ha portato alla candidatura dei paesaggi vitivinicoli piemontesi nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. In tale contesto si colloca l’assegnazione del premio annuale nella duplice versione: quello rivolto alla memoria è stato dedicato a Beppe Fenoglio nel 50° della morte, quello improntato al futuro è stato assegnato a Enrico Remmert e Luca Ragagnin, scrittori della nuova generazione e cantori delle terre piemontesi del vino.

Giulio Porzio, presidente di Vignaioli Piemontesi, ha dal canto suo lanciato una proposta: “Creare una Nazionale azzurra del Made in Italy, nella quale noi piemontesi ci candidiamo ad essere negli undici. E’ ormai una necessità, un imperativo, per affrontare i nuovi mercati ed essere incisivi e vincenti, fare squadra e sistema, presentarsi in modo organizzato superando i campanilismi e gli individualismi”. Infine, Andrea Desana, coordinatore del Comitato per la celebrazione del 50° anniversario della prima legge sulle denominazioni d’origine, ha evidenziato l’urgenza di una riforma del sistema “perché oggi le doc e docg del Piemonte, comprese le sottodenominazioni e menzioni di legge superano le cento diciture previste in etichetta. La nostra proposta porta ad una grande semplificazione, basata su una ventina di denominazioni e soprattutto dando finalmente sviluppo alla doc Piemonte, di elevato valore strategico”. (Foto Coldiretti)

Gianni Gennaro

Oratorio ma non solo: i giovani hanno fatto Sinodo

L’Arcivescovo Nosiglia è riuscito a coinvolgere i giovani tra i 18 e i 30 anni di tutte le parrocchie, le associazioni, le congregazioni, i movimenti e i gruppi della Diocesi di Torino. Un particolare contributo è stato richiesto ai ragazzi delle comunità etniche, ai giovani disabili o in situazioni di difficoltà

 

oratorio“Sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa”. Così Paolo Conte nell’indimenticabile “Azzurro”. E’ un po’ quella l’atmosfera che si immagina quando, nel nostro mondo sempre più in preda al relativismo, si pensa ai giovani e all’ambiente cattolico. Spesso, infatti, i laici semplificano riducendo il tutto ad un clima da oratorio.  Non è solo questo il Sinodo dei Giovani, aperto ufficialmente il 18 novembre 2012 dall’Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia e giunto fino al 2014. L’iniziativa, infatti, ha rappresentato  l’orizzonte di riferimento entro cui collocare tutte le attività e le azioni di pastorale giovanile per il biennio previsto.

 

l’Ufficio Giovani della Diocesi è stato così chiamato ad un rinnovamento della sua organizzazione, per far fronte alle nuove esigenze del Sinodo. La struttura si é particolarmente impegnata nell’esercizio di ascolto e di conoscenza della ricca e variegata pastorale giovanile della nostra Arcidiocesi, dedicando maggior attenzione alla fascia 18-30 anni  e al ruolo svolto dall’Oratorio nella pastorale battesimale, come richiesto dalla Lettera Pastorale dell’Arcivescovo “Devi nascere di nuovo”. Il Sinodo ha coinvolto i giovani tra i 18 e i 30 anni circa di tutte le parrocchie, gli oratori, le associazioni, le congregazioni, i movimenti e i gruppi della Diocesi di Torino. Un’esperienza di aggregazione decisamente positiva e gratificante per i partecipanti.

 

Al centro dell’attenzione sinodale  sono stati posti ambiti della vita dei giovani quali:

  • Affettività & Cittadinanza
  • Studio & Lavoro
  • Cultura & Creatività
  • Gioco & Sport
  • Informalità & Festa
  • Natura & Viaggi

Un particolare contributo è stato chiesto ai giovani appartenenti a comunità etniche, ai giovani disabili o in situazioni di difficoltà (come negli istituti penitenziari). Anche il dialogo ecumenico ed interculturale tra giovani di appartenenze diverse ha rappresentato un aspetto integrante del percorso sinodale. L’esperienza si è rivolta innanzitutto ai giovani inseriti attivamente nella vita della Chiesa per aprirsi al coinvolgimento dei coetanei che vivono al di fuori o ai margini delle realtà ecclesiali.

Per i veri credenti ogni ambito del vissuto umano è interpellato dalla fede, così come la fede stessa è interpellata dalla vita e dai linguaggi concreti degli uomini. Ogni giovane credente è stato quindi chiamato “a coniugare una matura spiritualità e il senso di appartenenza ecclesiale con un amore appassionato per la città degli uomini e la capacità di rendere ragione della propria speranza nelle vicende del nostro tempo”(Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo).

 

IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO PER IL SINODO DEI GIOVANI

Carissimi Giovani, ho pensato di invitarvi a fare Sinodo, a camminare insieme per rivitalizzare la pastorale giovanile diocesana, a confrontarci su tali problemi, per scambiarci opinioni e suggerire rimedi, per superare le stanchezze e le delusioni e puntare a una stagione nuova di maggiore entusiasmo e impegno comune. “Sinodo” è una parola che richiama a noi pastori e ai laici adulti un evento ecclesiale di grande importanza ma, per certi versi, anche complesso e faticoso, che esige un supplemento di impegno da parte di tutti. Per voi giovani, invece, il termine “Sinodo” non suscita tutto ciò, perché forse non ne avete esperienza. È un termine però suggestivo, se spiegato nel suo senso anche letterale: “Sinodo” vuol dire “camminare insieme”. Non un evento dunque chiuso nel tempo, non un’esperienza forte ma passeggera. Il Sinodo, come l’ho pensato, intende innestare nella pastorale giovanile un percorso di stile sinodale, sorretto dallo Spirito Santo, in cui i protagonisti siate voi giovani, che via via lo orientate nel suo farsi. Non c’è dunque un progetto preconfezionato, ma un percorso condiviso… quasi un “sogno”. L’icona del Sinodo esprime bene questo percorso: è l’immagine usata da Gesù nel Vangelo di Giovanni (15,1-8), la vite e i tralci, che richiama la necessità di rimanere uniti a Cristo, di formare tanti tralci una sola vite, per portare a tutti i frutti che ne derivano. «Senza di me non potete fare nulla… rimanete nel mio amore… Siate tralci uniti alla vite e dunque uniti agli altri tralci per formare una sola cosa. Così porterete molti frutti non solo per voi ma per il mondo…». Che ne dite? Camminiamo insieme?

 

Mons. Cesare Nosiglia

 

(Foto: il Torinese)