ilTorinese

Lavoratori in piazza contro il declino

I lavoratori di Cgil Cisl e Uil sono scesi in piazza ieri sera  a Torino per manifestare contro il declino economico e produttivo

In corteo – erano alcune migliaia – hanno chiesto un confronto sul futuro della città. Erano presenti,  il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, la sindaca Chiara Appendino, l’assessore regionale Andrea Tronzano, con  parlamentari, esponenti di partiti e associazioni. Sullo striscione della sfilata un’immagine a colori di piazza Castello e la scritta in bianco e nero ‘Contro il declino Torino scende in piazza’.

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IL COMMENTO

Tanti alla fiaccolata organizzata dai sindacati contro il declino di Torino. Sindacati che denunciano la perdita in provincia di altri 10mila posti di lavoro. Tanta gente . Tanta tantissima preoccupazione.

 

Per una volta politici concordi nel partecipare. Sindachessa e Governatore presenti con esponenti del PD. Situazione drammatica che non può cadere nella farsa. Lavoro vuol dire
dignità e vita degli individui. Basta polemiche, vogliamo fatti e i fatti non arrivano. Venerdì giornata di passione sindacale. Incontro in Prefettura tra Comune e sindacati per Gtt. Prefetto che gentilmente impone alla Appendino il confronto. Arriva l’ assessore La Pietra controvoglia. Non sa che cosa dire o come  interlocuire. Forse brava professoressa ma sicuramente pessima amministratrice. In azienda il disastro totale. Aspettano tutti  Ferrovie dello Stato che  ammicca e tergiversa.

 

I sindacati terrorizzati per i posti di lavoro e i precari e stressanti tempi di lavoro. Niente piano industriale, mezzi fermi perché rotti, pericoli d’ incendio dei mezzi in circolazione. Utenti insoddisfatti (ovviamente) e giusto per gradire è stato finanziato il progetto per la metropolitana due senza progetto municipale. Concretamente tutto in alto mare e parole per giustificare il niente impastato con il nulla. Il Ministro Paola De Micheli sul tema dei trasporti visita la nostra città ed incrociando le dita spera che vada bene. Chi come i pentastellati non voleva Tav e metropolitana ora dovrebbe gestire l’ insieme . La vedo dura, la vedo durissima. Quanto regge? Occupazione equivale anche nel produrre e produrre equivale non solo ad utile bensì anche a salari ottenuti con l’occupazione. E salari vuol dire consumi. Obsoleto? Può anche darsi ma chi ha altre formule si faccia avanti. Non sicuramente chi parla di decrescita felice, una delle stupidità di questo secolo. Praticamente la realtà è più forte delle nostre opinioni che il più delle volte diventano illusioni. E con le illusioni non si campa. Ciò che avviene è sempre più forte di quello che avremmo sperato e desiderato. La realtà ci presenta il conto. Ed è un conto salatissimo. E noi non abbiamo i soldi per pagarlo.

 

Non abbiamo i soldi forse perché li abbiamo presi prima e soprattutto spesi prima.  Quando qualcuno vuole realizzare un progetto e non ha i soldi li chiede in prestito. A condizione che il progetto sia credibile, il proponente sia credibile e sia delle garanzie. Possiamo dire che il Italia, in Piemonte e nella nostra Torino ci siano queste condizioni? Francamente non mi sembra. E francamente mi sembra surreale le polemiche sul Mes. Invece che polemiche ci dovrebbe essere collaborazione per comuni intenti. Un amico per stigmatizzare certe crisi raccontava: siamo su un pullman dove mancano i soldi per la benzina. Stiamo bisticciando per chi deve scendere e spingere. Dovremmo viceversa organizzarci e fare a turno con lo scopo di raggiungere il primo distributore di benzina, farci fare credito e ripartire. Mi rendo conto, più facile dirlo che realizzarlo.

 

Ogni volta che le telecamere vanno davanti a stabilimenti che chiudono ci fanno capire e toccare con mano la direzione di quegli operai e della loro comunità. Quella disposizione è, o dovrebbe essere di tutti noi. Magari ( speriamo ) che, quella disperazione diventi motore e benzina per il pullman chiamato Italia Piemonte e Torino. Che la rabbia e la polemica faccia posto alla razionalità e coesione . Qui o ci si salva tutti o tutti , prima o poi la paghiamo.

Patrizio Tosetto

“Supermercati sicuri”: arrestati tre rapinatori

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie sono stati incrementati i servizi di prevenzione generale da parte delle volanti della Questura e quelli di repressione dei reati posti in essere dalla Squadra Mobile. La presenza di denaro contante e l’aumento dell’ordinaria attività effettuata presso le attività commerciali porta un conseguente aumento dei reati predatori.

Mercoledì sera, gli agenti della Sezione Antirapina della Squadra Mobile hanno arrestato tre cittadini italiani: V.S. e M. M., entrambi pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e A.A., pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e più volte arrestato da questo Ufficio. Negli anni ‘80 si è reso responsabile anche di omicidio plurimo e tentato omicidio in danno delle vittime dell’esplosione del palazzo sito in via Tonello quando lo stesso, insieme al fratello Roberto e altri, faceva esplodere tale abitazione per tentare una truffa all’assicurazione. Confessò il delitto dicendo: “Sono stato io, con il mio accendino, ad appiccare il fuoco che ha poi provocato lo scoppio”

Poco prima delle 20, il trio entra in azione: in due si travisano con dei caschi integrali da motociclista, lasciando l’autista ed auto appena poco lontano dal plesso commerciale individuato per commettere la rapina: un supermercato di Strada Altessano. Perpetrato il reato, però, i rapinatori vengono bloccati, poco dopo, dagli agenti della Squadra Mobile intervenuti a seguito del reato.

Le successive perquisizioni portano al rinvenimento di un revolver cromato Smith & Wesson calibro 357 Magnum con cui gli stessi avevano poco prima perpetrato la rapina, completo di 5 proiettili e pronto a far fuoco. Da accertamenti, è poi emerso che l’arma era stata rubata nel corso di un furto in abitazione in provincia di Torino, nei pressi di Ivrea.

I poliziotti recuperano anche la refurtiva della rapina: più di mille euro circa in contanti.

Gli investigatori ritengono che l’arma da fuoco utilizzata ed i caschi indossati possano rappresentare la firma del gruppo su altre rapine commesse recentemente a Torino. Sono, infatti, al vaglio degli inquirenti ulteriori eventi criminosi accomunati dalla medesima pistola e da rapinatori che utilizzavano dei caschi da motociclista.

 

Lilt, eletta Donatella Tubino

Donatella Tubino, nelle elezioni che si sono svolte nei giorni scorsi
per il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo provinciale e del Collegio dei
revisori dei Conti della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), è stata la più
votata: 558 preferenze, quasi un plebiscito.

E nella riunione del Consiglio Direttivo indetto il 4 dicembre, Donatella Tubino,
docente di chimica e biologia al Liceo Newton di Chivasso, è stata riconfermata
presidente, per la terza volta.

Soddisfazione ed emozione per la “neo presidente“ che si appronta ad affrontare il
suo terzo mandato con serenità, sapendo di avere alle spalle un Direttivo pronto a
sostenerla, con competenze specifiche che possono essere messe in campo nei
diversi ambiti in cui la Lilt è impegnata.

Affiancherà Tubino, come vice presidente, Rodolfo Gamba, medico ginecologo,
specialista in oncologia. Oltre a Gamba e a Franco Lesca, medico senologo e
ginecologo, componenti entrambi del precedente Direttivo, fanno parte del nuovo
Consiglio, rinnovato anche nel numero dei componenti (nove rispetto ai cinque dei
passati mandati) Giovanna Pentenero, ex assessore regionale all’istruzione,
Valentina Caputo, ex consigliere regionale, Lorenzo Mina, DREPES referente
distrettuale Promozione della Salute dell’Asl To 3, Doriano Felletti, preside del Liceo
Newton di Chivasso, Alessandro Scopel, funzionario della S.S. Libera Professione
Azienda A.O.U, Ines Dutto, imprenditrice.

Il Collegio dei revisori dei Conti mantiene inalterata la sua composizione: Roberto
Germanetti, presidente, Massimo Striglia e Patrizia Sara Flore, revisori.

“Ringrazio tutti i componenti del precedente Direttivo – dichiara Donatella Tubino –
e ringrazio i nuovi per aver accettato l’incarico, augurando ad ognuno buon lavoro.
Ringrazio anche le Delegazioni, lo Staff di segreteria della Lilt e la Consulta
Femminile, che mi hanno seguita, accompagnata e supportata nei dieci anni di
presidenza appena terminati. Senza di loro, la Lilt non avrebbe fatto i passi da
gigante che ha compiuto, diventando un punto di riferimento nel campo della sanità
e della scuola locali. Ma ringrazio anche i Medici, gli Psicologi e i Nutrizionisti che
collaborano con la Lega Tumori. Insieme ricominceremo, con lo stesso impegno ed
entusiasmo, per i prossimi cinque anni”

Scissione Softball dai Jacks Torino, adesione a progetto Asd Avigliana Rebels

A seguito dalla scissione dall’Asd Jacks Torino BS, società che nel 2014 ha accolto con entusiasmo il progetto softball, la “Reale Jacks Torino” ha rinunciato ad iscriversi al campionato nazionale di serie A2.

Questa decisione è stata presa durante la discussione che ha coinvolto tutte le componenti societarie, ed approvata all’unanimità al termine dell’assemblea che si è tenuta a Torino lo scorso 22 novembre.

Successivamente Massimo Incandela e Paula Ferrua hanno presentato le dimissioni rispettivamente dall’incarico di vicepresidente e di consigliera, i quali prima di lasciare il consiglio direttivo dell’associazione torinese hanno ringraziato il presidente Gian Paolo Longhin, rimarcando l’importantissimo apporto dato da tutti i componenti dell’Asd Jacks Torino.

La scelta coinvolge l’intero staff tecnico ed il gruppo atlete del softball, che hanno deciso di continuare la propria attività in un’altra società.

Questa società è l’Avigliana Rebels della presidentessa Bruna Mattea, associazione sportiva con la quale sono state gettate le basi per ripartire dal settore giovanile, che servirà come bacino per rinfoltire nel tempo le fila della Prima Squadra, che già nella scorsa stagione annoverava fra le proprie fila atlete Jacks e Rebels, ha partecipato al campionato di serie B qualificandosi alla fase playoff promozione.

Nei prossimi giorni il nuovo progetto Avigliana Rebels, che coinvolge sia il baseball che il softball, sarà presentato ai tifosi, agli addetti ai lavori ed agli sponsor.

“Adotta un medico”, la Regione e le Fondazioni aiutano gli specializzandi

La carenza di medici è il principale problema che la sanità, non solo piemontese, si trova ad affrontare, risultato di anni di mancata programmazione nazionale.

REGIONE E FONDAZIONI DEL TERRITORIO INSIEME.  FINANZIATE 50 BORSE DI STUDIO PER I MEDICI SPECIALIZZANDI

 

La Regione, consapevole dell’urgenza del problema, ha deciso di finanziare con risorse proprie 15 borse di studio aggiuntive per i medici specializzandi e di coinvolgere le Fondazioni del territorio, con il progetto “Adotta un medico”, con l’auspicio che finanzieranno ulteriori 35 borse di studio.

Come annunciato fin dai primi giorni dal nostro insediamento, si tratta di un atto fondamentale per garantire la continuità del servizio sanitario nazionale, che oggi si trova ad affrontare carenze di organico drammatiche che mettono a rischio l’attività di interi reparti e strutture” – hanno detto il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi nel corso della conferenza stampa che si è svolta presso il palazzo dell Regione a Torino.

Erano presenti il rettore dell’Università del Piemonte Orientale, professor Avanzi e il professor Albera per l’Università di Torino.

Sono felice che anche il mondo dell’Università definisca questa iniziativa “straordinaria”. La Regione Piemonte inizia il programma per risolvere il problema della carenza dei medici e lo fa in un modo molto semplice: con le risorse dei piemontesi e con l’aiuto delle fondazioni e dei privati pagheremo le specializzazioni dei medici che vengono a studiare in Piemonte, vincolandoli a svolgere poi per cinque anni il servizio della loro attività medica sul nostro territorio. In questo modo riusciremo ad avere nell’arco di qualche anno una iniezione di medici giovani, freschi e preparati, che vinceranno il concorso nazionale e quindi saranno anche bravi, e che presteranno il loro servizio negli ospedali del Piemonte. Ringrazio tutte le Fondazioni che hanno già cominciato a sostenere questo progetto” – ha detto il Presidente Cirio.

I vincoli del bilancio approvato dalla Giunta precedente ci consentono di aggiungere solo 5 borse di studio rispetto alle dieci già finanziate. Contiamo con il prossimo bilancio di integrare ulteriormente il numero, viste le necessità di incremento. Il precedente governo ha finanziato 511 contratti, 129 in più rispetto ai 382 dell’anno accademico 2017-2018Ad oggi i contratti totali assegnati (statali + aggiuntivi regionali) per l’anno accademico 2018-2019 sono 531, mentre il fabbisogno per l’anno accademico 2019-2020 è di 672, con un differenziale di 141 contratti. Dunque, ci sono gli spazi per incrementare” – ha detto l’assessore Icardi.

La Giunta ha approvato gli schemi di convenzione con le Università di Torino e del Piemonte Orientale, con i quali la Regione finanzia- con 1.920.000 euro- 15 contratti di formazione medico specialistica aggiuntivi a decorrere dall’anno accademico 2018/19 e per tutti i cinque anni del ciclo formativo.

15 contratti finanziati direttamente dalla Regione riguardano Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva e del dolore (2 Torino e 1 Piemonte orientale), Medicina d’emergenza-urgenza (2 Torino e 2 Piemonte orientale), 4 Ortopedia e Traumatologia (tutti ai Torino) e 4 Pediatria (2 Torino e 2 Piemonte orientale).

I requisiti previsti per accedere ai contratti aggiuntivi per i medici specializzandi sono:

  • iscrizione ad uno degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri del Piemonte alla data di sottoscrizione del contratto di formazione medico specialistica;
  • residenza in Piemonte per almeno cinque anni negli ultimi 12 anni antecedenti la data di scadenza del bando di concorso per l’accesso alle Scuole di specializzazione;
  • sottoscrizione dell’impegno dello specializzando, prima dell’immatricolazione alla Scuola, a prestare 5 anni di lavoro effettivo, a decorrere dalla data di conseguimento del diploma di specialità o dalla data di prima assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso un’azienda sanitaria del Piemonte.

Nel caso in cui il medico specializzando che ha fruito del contratto aggiuntivo finanziato non rispetti l’impegno di lavorare nelle strutture del servizio sanitario piemontese, la Regione chiederà al medico stesso di “restituire” le somme percepite.

Il primo soggetto privato che ha risposto alla chiamata della Regione è stata la Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra che nel corso di un evento benefico lo scorso mese di novembre ha raccolto la somma di 154.000 euro.

Altre Fondazioni (Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Cuneo, Cassa di Risparmio di Vercelli, Compagnia di San Paolo) hanno già manifestato il loro interesse alla proposta della Regione.

In allegato foto: da sinistra, il rettore Avanzi, il presidente Cirio, l’assessore Icardi, il professor Albera

Radicali contro il crocifisso in Consiglio regionale

Riceviamo e pubblichiamo
“NEL SOLCO DI SCELTE DI QUESTA MAGGIORANZA CHE UTILIZZA ISTITUZIONI A SUO USO E CONSUMO”
Dichiarazione di igor Boni (Presidente nazionale di Radicali Italiani):
“In Piemonte abbiamo una maggioranza consiliare e una Giunta regionale che usano le istituzioni a fini propri. Dopo lo striscione vergognoso su Bibbiano appeso al Palazzo della Giunta, dopo la lettera che chiedeva a Mattarella di sciogliere le Camere contro la nostra Costituzione, dopo l’invito anti-laico alle scuole piemontesi a fare presepe e albero di Natale per favorire l’integrazione, dopo la richiesta di licenziamento di Silvio Viale che annunciava di fare quanto previsto dalla legge  e dalla sentenza dell’Alta Corte, ora dobbiamo sorbirci l’affissione del crocifisso nell’aula del Consiglio.
Sono stati 6 mesi di sfruttamento continuativo delle Istituzioni a proprio uso e consumo, contro i principi di laicità dello Stato e contro la logica. Mentre con una mano si brandiscono i simboli religiosi come armi politiche con l’altra mano, con i decreti sicurezza e il virus venefico dell’odio, si distrugge qualsiasi principio di religiosità, di carità cristiana, di accoglienza, di pietà, di amore e di compassione”.

La Scientifica nelle scuole

 Questo l’evento che il 13 dicembre ha visto i camici bianchi della Scientifica tra gli studenti delle scuole italiane.

La Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato è risultata vincitrice del progetto Scienza e Tecnologia per la sicurezza e la legalità denominato “Virtute e Canoscenza”. Il prestigioso riconoscimento ha dato vitaoggi a un evento nazionale che ha coinvolto le scuole, unendo la cultura scientifica ai concetti di legalità e sicurezza.

A Roma l’evento si è svolto presso il Palazzo dei Congressi dell’EUR e ha visto la partecipazione del Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli.

A Torino, invece, l’incontro si è tenuto al Convitto Nazionale Umberto I di via Bligly e vi hanno partecipato le classi del quarto e quinto anno. Dopo il saluto delle Autorità, si è entrati nel vivo delle “indagini” insieme alle donne e agli uomini del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica. Agli studenti è stata data la possibilità di toccare con mano l’universo dellemetodologie delle scienze forensi moderne.

Densa l’agenda dei lavori: dagli interventi esplicativi, alle lezioni su specifiche tematiche quali l’intervento sulla scena del crimine, lo studio delle impronte digitali, le analisi chimiche e di genetica forense e molto altro. Gli studenti hanno potuto anche mettersi alla prova confrontandosi con gli esperti attraverso l’analisi e l’elaborazione di casi studio.

Se la riduzione a occasione teatrale è il punto debole della serata

“Il fu Mattia Pascal”, dal romanzo di Pirandello, in scena all’Erba sino a domenica 15 dicembre

 

“Una delle poche cose, anzi forse la sola ch’io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal”. La battuta iniziale del romanzo che Luigi Pirandello scrisse nel 1903, per consegnarlo l’anno successivo alla “Nuova Antologia” a puntate, occasione forse dettata dalle gravi difficoltà economiche e dai pensieri di suicidio procurati dal tracollo finanziario familiare dovuto ad una frana che all’improvviso allagò la zolfara nella quale il padre Stefano aveva investito i propri averi e la dote di Maria Antonietta Portulano, moglie dell’autore.

Un romanzo dove tanti temi pirandelliani sono già presenti, l’introspezione esatta del protagonista, il costante vedersi vivere, l’essere e l’apparire, la realtà della quotidianità a confronto con quella che siamo obbligati a crearci, la maschera che indossiamo e con cui ci presentiamo agli altri. Nulla di più facile, come per tantissimi altri esempi, certi racconti coinvolti a divenire pagine teatrali, che Il fu Mattia Pascal abbia tutte le carte in regola per trovare la strada del palcoscenico. Fattane una riduzione che ne colleghi i vari momenti della narrazione e ne rispetti la vena intimista, il dramma personale, la negazione di se stesso. Ecco che allora, nello spettacolo in questi giorni all’Erba, appare subito chiaro che sia proprio questa riduzione, dovuta a Guglielmo Ferro, regista senza generosità di guizzi, e soprattutto a Daniele Pecci, interprete nella passata stagione del ruolo principale, che ha lasciato a Pino Quartullo, il punto debole della serata: soprattutto nella prima parte, nel chiuso della vecchia biblioteca di Miragno, tra polverosi titoli vecchi ormai di secoli pronti ad essere catalogati da un sacerdote anche disposto a ricevere le confessioni di Mattia. La discreta eredità di famiglia andata pressoché in fumo per la disonestà dell’amministratore, Batta Malagna, la vendetta di Mattia che ne compromette la nipote Romilda, che poi è costretto a sposare, l’inferno di quell’esistenza capovolta pure dalla presenza di una suocera che lo disprezza, l’insoddisfazione del piccolo incarico bancario: il tutto esclusivamente raccontato nel chiuso della scena inventata da Salvo Manciagli, alti scaffali scorrevoli che riempiono troppo l’ambiente e quasi lo soffocano, inventati per essere poi tenuti troppe volte fermi, oltre il bisogno, senza una scena che ne movimenti la piatta andatura, al di là delle opache apparizioni di questo o quel personaggio minore che certo non ha il potere di alzare la quota di staticità.

La sostanziosa vincita a Montecarlo, il soggiorno romano in casa dei Paleari (con un padrone di casa, Rosario Coppolino, che ha tra le mani forse le pagine più belle e vive del romanzo e se le gioca con grande divertimento: la tragedia d’Oreste, la lanterninosofia), l’operazione all’occhio malato, il furto di una parte del denaro di Mattia – che la sorte ha spinto a prendere il nome di Adriano Meis -, la seduta spiritica, alzano nella seconda parte il tono della rappresentazione, ma è solo perché questo tono trova in quegli episodi una maggiore materia teatrale che scuote e infervora lo svolgimento. Il ritorno alla realtà infelice di Miragno, davanti ad una famiglia ormai scomposta e nel chiuso della biblioteca a prendere appunti per i ricordi di una vita cancellata, chiude in un cerchio anonimo là dove si era iniziato. Al centro del quale Pino Quartullo non convince mai appieno, nei movimenti, nella varietà della voce, nell’approfondimento soprattutto di un personaggio che avrebbe necessità di una maggiore robustezza, di una più ispirata profondità.

 

Elio Rabbione

Il fondatore delle Sardine e Liliana Segre: “Abbaglio, sì. Bugiardo, no!”

Equivoci risolti 
Alla fine è andata nei migliore dei modi, a dimostrazione del fatto che spostarsi dalle tastiere e colloquiare con sincera eleganza la vita la si può solo migliorare.
Proprio così. Questa mattina ho avuto un piacevole e costruttivo scambio di informazioni con l’avvocato Luciano Belli Paci, figlio della Senatrice Liliana Segre. Adesso mi sono molto chiare le motivazioni che hanno portato la famiglia Segre alla smentita di adesione al movimento delle “Sardine”, ed è dovuta all’assoluta neutralità della Senatrice, questione di vitale coerenza a prescindere da ogni valutazione. La stima e il rispetto che provo per questa famiglia è enorme e li ringrazio per avermi contattato e aiutato a comprendere e anche per avermi consentito di spiegare in serenità l’equivoco. Ricevere una mail dalla sua segreteria ci ha resi forse troppo euforici e l’uso del plurale nel testo con i saluti e l’augurio a tutte le sardine come sentinelle della memoria, ci ha indotto a generalizzare il mittente. Abbaglio piuttosto comprensibile, ne conveniamo insieme, per l’imperfetta formulazione del messaggio in risposta. Ci spiace, pertanto, per il malinteso avvenuto in assoluta buona fede e senza alcuna volontà di strumentalizzazione della figura della Senatrice nei cui confronti resta immutata la nostra più sincera stima. Restiamo tutti indomite sentinelle della memoria e anche noi saremo la sua scorta.
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Paolo Ranzani
Sardine Torino

Greta in visita ai Musei Reali

Prima del suo intervento sul palco di piazza castello la giovane attivista ambientalista Greta Thunberg, recentemente indicata da Time personaggio dell’anno, si è recata in visita ai Musei Reali di Torino. Ha iniziato il suo tour dalla Cappella della Sindone, capolavoro barocco di Guarino Guarini, per poi proseguire nella Sala da Ballo di Palazzo Reale. Qui si è soffermata diversi minuti, ammirando la magnificenza della sala, ascoltando la musica proveniente dal pianoforte a coda dello Steinway Spirio, che riproduce automaticamente brani eseguiti da artisti di fama internazionale. La visita si è conclusa nella Sala da Pranzo. Greta era Torino in occasione di Fridays for Future: oggi pomeriggio si è tenuto infatti il 50° presidio organizzato in città contro il cambiamento climatico.

 

(foto Musei Reali Torino)