ilTorinese

Sostenibilità e green, quando l’energia è positiva

La filiera dell’energia elettrica a servizio dei soci della cooperativa.  Un’idea innovativa realizzata da una start up torinese, Energia positiva, che è diventata una realtà in varie regioni italiane

Energia positiva”. La denominazione stessa suggerisce la filosofia e la mission che sono alla base di questa cooperativa torinese, vale a dire i principi della sostenibilità e del green, attraverso la condivisione della proprietà di impianti di produzione di energia rinnovabile.

La cooperativa spiegano Alberto Gastaldo e Guido Calleri di Salaè  nata nel 2015 ed ha rappresentato la prima start up innovativanel suo genere, capace di offrire ai soci la possibilità di diventare titolari di un impianto virtuale” liberamente scelto. La nostra filosofia, infatti, è incentrata sulla scelta di virtualizzare l’impianto fotovoltaico di cui ciascun socio non riuscirebbe a dotarsi singolarmente, investendo, in qualità di cooperativa, sulla costruzione di impianti  che siano ubicati in prossimità dei nostri soci presenti o potenziali“.

“Diventare soci della cooperativa “Energia positiva ” – spiega Guido Calleri di Sala presenta molteplici vantaggi. Il primo è sicuramente quello di compiere una scelta all’insegna del green e della sostenibilità, offrendo anche al singolo cittadino l’opportunità  di produrre ed utilizzare  energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili, portando poi a due concreti vantaggi, il primo dei quali è quello della riduzione dei costi delle bollette, il secondo quello del miglioramento dell’ambiente. L’investimento da parte del privato nella cooperativa gli consente di ottenere un risparmio sulla bolletta( proporzionale alle quote sottoscritte) ed un ristorno a fine anno del 5 % del capitale investito”.

“Finora – aggiunge Alberto Gastaldo – la cooperativa ha raccolto un capitale pari a 5 milioni di euro. Sono diciotto gli impianti che abbiamo finora realizzato, di cui due di tipo eolico, un impianto idroelettrico, cinque impianti di efficientamento energetico e dieci impianti fotovoltaici. Gli impianti sono sparsi in tutto il territorio nazionale, in sedici regioni differenti. All’inizio i nostri primi impianti erano concentrati in Piemonte, soprattutto nell’Astigiano, quindi ci siamo orientati anche verso la Lombardia ed il Trentino. Ora stiamo valutando la realizzazione di impianti in altre regioni, tra cui Puglia, Basilicata ed Abruzzo, sempre localizzandoli nelle vicinanze dei soci che hanno aderito o vogliano aderire alla cooperativa”.

“A livello di costi e di metodologia spiega Guido Calleri di Sala – gli impianti fotovoltaici risultano tutti piuttosto simili, anche se al Nord, rispetto al Sud Italia, sono in grado di sfruttare meno energia elettrica. La tecnologia fotovoltaica consente, infatti, di trasformare l’energia solare in energia elettrica, sfruttando le proprietà del silicio. Produrre energia elettrica da una fonte solare consente di evitare l’emissione di sostanze inquinanti  e nocive per l’ambiente, quali, ad esempio, l’emissione di CO2. L’importanza dell’energia solare si concentra nel fatto che si tratta di una forma di energia pulitaed inesauribile, che non pregiudica le risorse di energia disponibiliper le generazioni future

“L’unico elemento vincolante – spiega Alberto Gastaldo – per poter aderire alla cooperativa e diventarne soci è essere in possesso di una bolletta. Al momento dell’adesione alla cooperativa il socio verrà assistito nel cambiamento del contratto ed avrà quale fornitore di energia, a condizioni tariffarie vantaggiose, Dolomiti Energia”. Le bollette verranno domiciliate sul conto corrente della cooperativa.Alla fine dell’anno il nostro socio godrà, così, di uno sgravio nel peso della bolletta.

Nel corso dello scorso anno – conclude Guido Calleri di Sala la cooperativa “Energia positiva” ha ottenuto una raccolta di quote e sottoscrizioni pari alla risultante della somma di quelle dei due anni antecedenti (2017+2018).

Quest’anno, nei primi due mesi, sono state raccolte sottoscrizioni pari al doppio di quelle raccolte nello stesso periodo dello scorso anno. Purtroppo la comparsa dell‘emergenza Covid 19 ha rappresentato una battuta non tanto di arresto, ma di decelerazionenella raccolta delle sottoscrizioni dei soci, anche perché i fornitori nel settore energia hanno subito una flessione.  In Italia, a differenza di Paesi come Francia ed Inghilterra,  in cui sono stati dati incentivi nel settore energetico, ciò non è ancora avvenuto.

 

Mara Martellotta

Caat, Lazzarino: “una società risanata che guarda al futuro”

Assemblea 2020 dei Soci del CAAT. Il Presidente Marco Lazzarino: “riconsegno ai Soci del Centro Agroalimentare di Torino una società risanata dal punto di vista economico e con prospettive per il futuro”

L’Assemblea dei Soci 2020 del CAAT ha approvato il bilancio 2019 ed il Presidente del Centro Agroalimentare di Torino, l’ingegner Marco Lazzarino, ha espresso la sua soddisfazione, ringraziando gli Azionisti, i Colleghi Consiglieri ed il Collegio Sindacale, che non hanno mai fatto mancare, nel corso dei tre anni del suo mandato, il loro costante ed attento contributo.

 

Con l’approvazione del Bilancio 2019 del CAAT di Torino spiega il Presidente del Centro Agroalimentare di Torino,l’ingegner Marco Lazzarino – sottoposto oggi ad approvazione da parte dei Soci, scade il mandato che era stato dagli stessi Sociconferito nel 2017 al presente Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale. Oltre a voler ringraziare gli Azionisti, i Colleghi Consiglieri ed il Collegio Sindacale, un mio doveroso ringraziamento è rivolto anche ai dipendenti della Società, grazie ai quali è stato possibile garantire la continuità aziendale, riuscendo così ad affrontare una situazione particolarmente complessa, causata da una tanto improvvisa quanto grave riduzione del già ridotto organico, verificatasi nel 2018. In questo contesto un contributo determinante è stato fornito dal Direttore Generale, l’Avvocato Gianluca Cornelio Meglio, il quale, insediatosi alla fine del 2018, ha sapientemente guidato l’azienda,favorendo la creazione di un clima di stima e di collaborazione,che ha permesso di raggiungere traguardi significativi e di gettare le basi di un processo di innovazione, imprescindibile per il settore in cui opera la società del CAAT”.

Posso dire con orgoglio – aggiunge il Presidente Marco Lazzarino – che questo Consiglio di Amministrazione riconsegna agli azionisti una società risanata sia dal punto di vista economico sia da quello altrettanto fondamentale delle prospettive di uno sviluppo futuro.

Durante questo triennio abbiamo, infatti, conseguito risultati economici positivi e sono stati inoltre portati a termine alcuni significativi interventi “qualitativi”, volti a permettere lo sviluppo aziendale anche per gli anni a venire. Tra questi da notare la ricostituzione dell’organico aziendale con l’inserimento delDirettore Generale, del Responsabile dell’Ufficio Tecnico e del Responsabile del dipartimento di Logistica; la sottoscrizione dei nuovi contratti di locazione commerciale per i prossimi dodici anni; l’istituzione di regolamenti mai istituiti prima (Regolamento per il reclutamento di personale, Albo Fornitori, Regolamento accesso agli atti) ed armonizzazione di regolamenti esistenti (MOG, Regolamento Acquisti); l’espletamento dei bandi di gara per importanti servizi che proseguivano da anni in regime di prorogatio; il servizio di Igiene ambientale del Centro, il servizio IT, quello di assistenza legale, il servizio manutenzione edili e impianti del Centro, l’implementazione dell’attività di manutenzione della struttura, l’architettura informatica, il ripristino degli asfalti delle strade interne del centro, la realizzazione bypass per teleriscaldamento, l‘assesment per ilnuovo sistema accessi, i ripristini delle coperture dell’EdificioMercatale e lo studio per un intervento complessivo“.

“Il Centro Agroalimentare di Torino – spiega il suo PresidenteMarco Lazzarino – rappresenta inoltre una preziosa realtàstrategica del territorio regionale, le cui attività concorrono al perseguimento di quell’interesse generale, che possiamo declinare attraverso la tutela dei consumatori sotto il profilo igienico-sanitario, nonché attraverso la qualità dei prodotti, lo sviluppo dei rapporti diretti tra produzione e distribuzione, quale volano anche per la valorizzazione del territorio, e l’approvvigionamento dei prodotti di prima necessità in un contesto organizzato e controllato che, attraverso un sistema di rilevamento dei prezzi, funge da contrasto a potenziali fenomeni speculativi“.

Ancor più, in questo particolare momento storico che stiamo vivendo aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino il Centro Agroalimentare di Torino si è  fatto promotore di numerose iniziative volte a salvaguardare la salute dei propri lavoratori e di tutti i frequentatori del Centro, continuando a garantire il regolare svolgimento delle proprie attività, in quanto essenziali per l’approvvigionamento di generi alimentari di prima necessità a livello regionale e non solo.

Mi piace evidenziare che, unitamente al ruolo strategico confermato dal CAAT stesso all’interno della filiera agroalimentare, in questo periodo è stata data prova della forte ricaduta che l’attività del Centro, unitamente al ruolo fondamentale delle aziende ivi insediate, ha avuto a livello territoriale, promuovendo tutta una serie di iniziative benefiche a sostegno di centinaia di nuclei familiari, che stanno vivendo una situazione di pesante disagio economico, causata dalle ricadute dovute all’emergenza sanitaria.

Il CAAT si è, infatti, adoperato nel sostegno alla comunità piemontese attraverso numerose donazioni nei confronti di alcuni nosocomi piemontesi impegnati sul fronte dell’emergenza Covid 19, della rete di Torino Solidale e di istituzioni benefiche. Il merito di questo è dei grossisti del CAAT, i quali hanno generosamente donato i loro prodotti ed al quale va un mio sentito ringraziamento.

Sono consapevole, inoltre, del valore del lavoro che è stato portato avanti da questo Consiglio di Amministrazione in questi tre anni ed è con orgoglio che riconsegno ai Soci una società sana e con ottime prospettive di ulteriore sviluppo; se questo è stato possibile, lo è stato anche grazie al costante e franco confronto che, in questi anni, si è sviluppato con la maggior parte dei Soci e grazie alla preziosa attenzione che avete sempre posto alle categorie dai Soci stessi rappresentate.

Ricostruire? Tra il dire e il fare ci sono di mezzo politica e burocrazia

Matteo Salvini salvato da Matteo Renzi sta scaricando i suoi lombardi amministratori.Vita mia morte tua. Chi l’ha detto che il nostro Capitano deve pagare delle colpe non sue.

E diciamolo fino in fondo, un po’ gli rosica che Zaia sia più popolare. Per quanto a distanza c’è sempre stata una empatia tra i due Mattei.

Ci sono andati di mezzo i leghisti piemontesi che pagano la fedeltà al
Capitano, in particolare l’assessore alla Sanità Icardi. Direi quasi ex assessore oramai immobile
ed in attesa degli eventi. Alberto Preioni capogruppo della Lega continua nel fare gaffes su gaffes
imbarazzanti per sè e per i suoi.

Niente di gravissimo, questione di stile, che  comunque  il più delle volte fa la differenza. Le
organizzazioni artigiane fanno saltare il tavolo di concertazione con la Regione. Sarebbero stati
tagliati fuori dai finanziamenti a fondo perduto.

Chi proprio non ci sta è l’assessore Andrea Tronzano. Dal primo giorno sulla barricata.

Abbiamo privilegiato il commercio di vicinato. 800 milioni di
finanziamenti post covid, 400 per progetti con tentativo di rilancio dell’edilizia. 20 per contributi
oneri di urbanizzazione, 17 milioni per le piccole imprese fino a 7500 euro . La maggioranza dei contributi
a fondo perduto anche per abbattere interessi. Niente da dire, Andrea Tronzano lavora sodo,
ci possono essere errori ma l’impegno è un buon inizio. Ora tra il dire ed il fare c’è di mezzo la
burocrazia, in questo caso della Regione e delle banche. Qui siamo decisamente più pessimisti.
Sotto pressione non c è solo la maggioranza.

Domenico Ravetti, capogruppo PD forse getta la spugna, troppa pressione, dai suoi giudicato troppo
molle. Viceversa scatenato Marco Grimaldi oramai a tutti gli effetti leader di tutta l’opposizione
a dispetto che Leu abbia solo un seggio in consiglio. Del resto in vita e in politica non esiste il
vuoto. Logica conseguenza al sonnecchiare (appunto) del Pd. Chi è proprio in letargo sono i
cinquestelle: ingeneroso chiedergli di essere propositivi. Raffaele Gallo fa carriera nel Pd e da vice diventerà
capogruppo. Decisamente un passo in avanti da parte dei torinesi che dopo la vittoria dell’Appendino non ne azzeccano una.

Del resto divisi e litigiosi non è un buon viatico per tornare a
vincere. Sulle amministrative a Torino, ad esempio non contano nulla, i giochi sono fatti da altri
e su altri tavoli. Sui dirigenti nazionali qualcosa di positivo per il PD si muove. La vicepresidente
del Senato Anna Rossomando è attivissima su tutto. In collaborazione con Orlando detta
la linea politica visto che Zingaretti fa di lavoro il Presidente della Regione Lazio. Avrà ben
il suo daffare. Encomiabile il Prof Andrea Giorgis competente Sottosegretario alla Giustizia.
Encomiabile per rimanere impassibile alle dichiarazioni del ministro Bonafede. L ultima: se non si
dimostra il dolo, il reato è colposo. Sia Anna Rossomando che Andrea Giorgis hanno votato la
fiducia al Ministro Bonafede, ma che fatica. E Massimo D’Alema benedice l’operato di Conte.
81 miliardi a fondo perduto e 90 da restituire. Olanda ed Austria continuano nello starnazzare, ma
sembra che Francia e soprattutto Germania ci abbiano messo testa. Il pericolo   che il disastro si
rivolgesse anche a loro era reale. Poi, magari, Conte si è mosso bene. Ora comincia il più difficile:
spenderli bene.

Intesa SanPaolo ha deliberato il prestito di 6 miliardi a Fca. Magari qualcosa cambia. Ma
le gatte da pelare per il governatore Cirio non sono finite.
La francese Gl Events vuole mollare Lingotto Fiere. 20 milioni di perdite all’anno. Se mai dovesse
tornare il Salone del libro o il Salone del Gusto non saprebbero dove andare. Alternativa, fare del
Parco del Valentino un bivacco per  Food e cultura.

Indagato l’ex sovrintendetente del Regio William Graziosi.

Corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. E poi Roberto Guenno, pentastellato Doc,
da corista a Manager il passo è breve. L’ex assessore Antonella Parigi incontenibile: abbiamo
protestato con  Appendino che ha tirato diritto. Tutti nel settore sapevano che sarebbe finita
così. Stupore dalla giunta attuale, non ne sapevamo niente e noi non ci stupiamo che non
sapessero niente. Nel settore dell’ignoranza i pentastellati sono specialisti. Se c’è ancora
qualcuno che pensa possibile un accordo PD e cinquestelle con Chiara Appendino ricandidata
o fa uso di droghe o è ridicolmente stupido. I pentastellati sono il caso estremo dell’involuzione del politico classico italiano.

Continua la voglia di scherzare per tenersi un po’ allegri ma non c è nulla da scherzare.

Mi frulla
nel cervello la balzana idea che i potenti della Terra, veri responsabili di questo disastro, non
sapendo come uscirne, lenendo le proprie responsabilità hanno chiesto a Beppe Grillo di dargli
una mano. Lui  li ha rasserenati. Ora ci penso io. I danni sono sotto gli occhi di tutti.
Direi qualcosa di più: disastri, in alcuni casi irreversibili. Comunque statene certi si voterà a
scadenza naturale. A ciò non ci sono alternative. Ora c’è l’occasione di questa massa di soldi in
arrivo. Speriamo di spenderli per il meglio.

Qualcuno fa il paragone con il dopoguerra. Mi sa che non regge. Allora si superavano le immense
sofferenze belliche con l’entusiasmo della ricostruzione. Anche ora, almeno a Torino,
bisogna ricostruire molto. Se non tutto. Ma non si intravede questo entusiasmo. Decisamente
ammaccati e decisamente delusi. Ma non dobbiamo e non possiamo mollare. Ci vuole
testardaggine e noi testardi lo siamo. Quel tanto (anche) di tignosità. Con una botta di fortuna
e tanta, tanta intelligenza, Torino sara più bella di oggi, tornando agli antichi e non dimenticati
fasti.

Patrizio Tosetto

“Torino beach”, il libro che porta il mare in città

Il nuovo romanzo di Valeria Pomba, edito da Spunto Edizioni, parla di musica, danza e amicizia, con una sottile sfumatura noir, sulle rive di una città reale e  immaginata

Torino sarebbe una città più felice se avesse il mare. Queste le prime  parole sulla quarta di copertina di Torinobeach, il secondo libro scritto da Valeria Pomba, pubblicato lo scorso 20 maggio.

Le presentazioni online ad oggi programmate in cui interverrà l’autrice sono: il 18 giugno alle 20.30 sul sito del programma radiofonico Cover Book di Salerno (https://www.radiobase.fm/), il 26 giugno alle 20.00 sulla pagina Instagram della Libreria Ubik di Rivoli e il 3 luglio alle 18.30 sulla pagina Facebook della Libreria Piccoli Labirinti di Parma. Dopo il romanzo d’esordio, La vita di mezzo, pubblicato nel 2014, l’autrice torinese racconta questa volta dei sogni di tre amici che, per una serie di fortuite circostanze e grazie al loro talento, riescono a realizzare le proprie ambizioni. Moreno, aspirante architetto, costruisce uno stabilimento sulle rive del Po, Viola, sfuggente ballerina, apre una scuola di danza, Ace, estroverso musicista, crea una band di successo e avvia una stravagante quanto redditizia attività di comunicazione funebre. Ma realizzare i propri sogni può avere delle conseguenze impreviste: l’amicizia che li lega pare incrinarsi per sempre e strani fatti iniziano ad accadere attorno a loro. Sullo sfondo c’è la Torino dei primi anni del 2000, citata nei suoi luoghi reali, attraversata dal centro alle sue zone più periferiche, come Barriera di Milano. Ma con il procedere del romanzo questa città diventa sempre più enigmatica, coinvolgendo i protagonisti in un mistero da risolvere. Particolare nota meritano le canzoni citate all’interno di Torinobeach, che creano una vera e propria colonna sonora alla storia, opera di cantautori emergenti (Atlante, Nicola Bellini, Fabrizio Olivero, Angelo Busciolà, Loris di Nunzio, Andrea Caputi), coinvolti dall’autrice nel progetto e menzionati nelle note alla fine del libro. La casa editrice, Spunto Edizioni (Buttigliera Alta, Torino), è una giovane realtà, nata da un’idea di Mariapaola Perucca, molto attiva sul territorio nella promozione degli autori emergenti.La nota critica è a cura del regista Pietro Di Legami, direttore del Teatro Circolo Bloom di Torino. Torinobeach è prenotabile in tutte le librerie, inoltre si può acquistare online sul sito della casa editrice: www.spunto.info. Valeria Pomba è nata e vive a Torino, dove ha studiato Scienze della Comunicazione e danza. Scrive per la comunicazione aziendale e per il teatro. Vincitrice del Premio Narrativa Città di Rivoli (1999) del Play Arezzo Award (2007 e 2008) e finalista del Sunday Poets La Stampa (2017), ha pubblicato vari racconti e il romanzo La vita di mezzo (2014). Torinobeach è il suo secondo romanzo.

Dove si trova ël Barabiciu?

Torino, bellezza, magia e mistero

Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume? Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori.

Articolo 1: Torino geograficamente magica
Articolo 2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo 3: I segreti della Gran Madre
Articolo 4: La meridiana che non segna l’ora
Articolo 5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo 6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo 7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo 8: Gli enigmi di Gustavo Roll
Articolo 9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo 10: Torino dei miracoli

Articolo 6: Dove si trova ël Barabiciu?

Negli articoli precedenti si è parlato del lato buono di Torino, ma nell’urbe augustea sappiamo che ci sono anche poli di energia negativa. Il “cuore nero” della città, com’è noto ai più, si trova in piazza Statuto, dalle parti di Valdocco, nome che può essere ricondotto a “vallis occisorum”, ossia il luogo dove avvenivano le esecuzioni capitali e si inumavano i cadaveri oppure a “vallis occasus”, cioè la direzione in cui il sole tramonta. “Nomen omen”, verrebbe da dire. In piazza Statuto si trova il monumento che commemora l’apertura del traforo del Frejus e i tre ingegneri che lo progettarono, Sebastiano Grandi, Severino Grattoni e Germano Sommeiller. Ai Torinesi tuttavia esso soprattutto ricorda i caduti durante la lavorazione, ben 48 morti tra i 4 mila operai (tra di essi 18 si spensero per un’epidemia di colera). Sul monumento spicca la statua di un angelo con una stella in fronte e una penna nella mano destra, che dovrebbe raffigurare il genio alato della scienza, ma tale figura è associata notoriamente a Lucifero. Se volete sapere come mai la statua sia stata assimilata all’immagine del Diavolo, potete rischiare di andare a chiederglielo di persona, perché all’interno del giardino che la circonda si trova un tombino, che pare non essere un comune scarico fognario, anzi sarebbe nientemeno che la porta degli Inferi. Va segnalato però, che la maggiore concentrazione di energie diaboliche si trova poco oltre l’estremità della piazza, al di là di corso Principe Oddone, dove vi è un giardino, non troppo curato, che passa quasi inosservato, al centro del quale svetta un piccolo obelisco sormontato da un astrolabio. Tuttavia questo non è l’unico luogo in cui si può respirare l’aria malsana di “Chiel là,” o di “ël Barabiciu”, per dirla con una credenza piemontese, per cui è meglio non pronunciare il nome del maligno, perché tutte le volte che qualcuno lo dice, lui si avvicina di sette passi. Potreste incontrare “Belzebù” anche in altri posti. C’è infatti un palazzo, da alcuni soprannominato “Ca dël Diav”, caratterizzato da dicerie per nulla lusinghiere e a dir poco terrificanti.  Si tratta di Palazzo Trucchi di Levaldigi, edificato tra il 1673 e il 1677 dall’architetto Amedeo di Castellamonte (1613-1683), per il ministro delle Finanze Giovanni Battista Trucchi, conte di Levaldigi (1617-1698). La posizione del palazzo, tra via Alfieri e via XX Settembre, ne sottolinea il particolare taglio diagonale della facciata d’ingresso, caratterizzata dal rigoroso tracciato ortogonale della parete. L’aspetto complessivo dell’edificio è severo e imponente, come testimoniano le bugne del basamento, il ritmo delle lesene binate, i cornicioni marcapiano aggettanti e i timpani delle finestre. All’interno gli ambienti sono stati radicalmente rielaborati tra gli anni Dieci e Trenta del Novecento e riadattati alle nuove esigenze occupazionali. Dal 1939 l’edificio è sede della filiale della Banca Nazionale del Lavoro. La costruzione nasconde la sua leggenda di malvagità proprio all’interno di un particolare della struttura architettonica, precisamente nel portone, rimasto quello originario, montato nel 1675 e riccamente intagliato.  Giovanni Trucchi non era nobile di nascita (la famiglia ottenne il titolo comitale – “comes” = “conte” per “concessione d’arma”), ma riuscì ad ottenere una carica che lo rendeva secondo solo al duca Carlo Emanuele I, egli riuscì infatti a rivestire la dignità di Presidente Generale delle Finanze Sabaude, ed era anche soprannominato il “Colbert piemontese”, con riferimento a Jean-Baptiste Colbert, (1619-1683), braccio destro del Re Sole.

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Si mormorava molto sul denaro posseduto dal conte Trucchi, che sembrava non esaurirsi mai, e lo stesso conte, per burlarsi di tali dicerie, ordinò che il portone venisse montato in una sola notte e di nascosto. In questo modo la gente avrebbe iniziato a bisbigliare che fosse avvenuto un qualche sortilegio, se non proprio un vero patto satanico. Per far sì che non ci fossero dubbi in tal senso, il conte fece inserire al centro del portone un ornamento in bronzo con la forma della testa del demonio, dalla cui bocca – come si può ancora oggi ammirare – escono due serpenti che si intrecciano e formano il batacchio. Ma forse un po’ di malignità in quel luogo c’era sul serio, e lo dimostrano alcuni fatti. Nel 1790, durante una delle feste indette da Maria Anna Carolina di Savoia, una delle ballerine invitate al ricevimento venne uccisa a pugnalate. Successivamente, nel 1817, nel corso dell’occupazione francese, il capitano Du Perrì, che era in possesso di documenti segreti, cercò rifugio tra quelle stesse mura, ma scomparve all’interno del palazzo. Il corpo venne ritrovato vent’anni dopo, murato in un’intercapedine. Un altro punto cittadino in cui si annidano energie maligne è proprio all’interno di un edificio in cui tutto ci si aspetterebbe tranne che entrare in contatto con Satana o con qualcuno dei suoi seguaci. Si tratta del piccolo gioiello architettonico della chiesa di San Lorenzo edificata tra il 1668 e il 1687 su progetto di Guarino Guarini, per l’ordine monastico dei Teatini. L’edificio è a pianta centrale ottagonale, con i lati di forma convessa, con un presbiterio ellittico posto trasversalmente che introduce un asse principale nella composizione. Lo spazio, al livello inferiore, è definito dalla presenza di ampie serliane che delimitano le cappelle laterali, mentre la copertura è costituita da una cupola a costoloni che si intrecciano fino a formare l’ottagono sul quale poggia la lanterna. All’interno è voluto un gioco di contrasti tra luci ed ombre, per cui  in basso domina l’oscurità, accentuata dalla mancanza di finestre, la luce, invece, aumenta man mano che ci si eleva. Si può anche notare che la chiesa è “affollata” da angeli, in tutto più di 400, sono forse così tanti per contrastare qualche altra presenza che è riuscita a insinuarsi tra le sacre pareti? E allora guardiamo con attenzione verso l’alto: tra i costoloni intrecciati è possibile scorgere delle grandi facce demoniache, che si delineano, nette, man mano che lo sguardo vi si fissa, vigile. Se vi è venuta un po’ di angoscia non temete, sono moltissimi i rimedi per scacciare colui che è meglio non nominare, non mettete in tavola mai il pane rovesciato, attenti a non entrare in casa con il piede sinistro, mettete un ferro di cavallo dietro la porta (ma nel verso in cui forma una U), e fate attenzione al sale, se cade siate pronti a lanciarvene un po’ dietro la spalla sinistra. E, soprattutto, se uno sconosciuto, losco e misterioso, vi si avvicina e vi chiede di fare un patto con lui, “daje dël ti al Diav e butlo fora ëd ca”!

Alessia Cagnotto

Torino torna a splendere: musica in diretta streaming dal cuore di Porta Palazzo

Sabato 30 maggio, a partire dalle ore 20, la terrazza di Mercato Centrale Torino ospiterà Torino torna a splendere, un’iniziativa a porte chiuse organizzata dal duo Andrea Scarpa e Alessio Sogno, in arte A.A., protagonisti di un emozionante djset volto a rendere omaggio alla città e alla sua ripartenza post emergenza Coronavirus.

 

Al calar del sole, si potrà assistere, esclusivamente in streaming tramite diretta Facebook, sulla pagina di Andrea Scarpa, ad un appassionante viaggio fatto di musica e immagini, in cui scorci del quadrilatero romano e di Porta Palazzo saranno le star indiscusse. Torino torna a splendere è un progetto ideato per rispondere a un bisogno incessante di positività.

L’obiettivo, infatti, è quello di sfruttare le potenzialità della rete per lanciare un messaggio di buona speranza invitando tutti i torinesi a condividere – anche se distanti ma vicini il momento della ripartenza post Covid-19. I due artisti sostengono infatti che – “la musica ha un potere emozionale impareggiabile e le persone, più che mai in questo momento, hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo solo di offrire uno spettacolo che dia coraggio e speranza a chi ne ha bisogno. E tutto questo non sarebbe stato possibile se non grazie a Mercato Centrale Torino, cuore pulsante della nostra città, che ci ha sostenuto e ha creduto sin da subito nel nostro progetto”. Gli A.A. avviano una collaborazione nel marzo del 2019 e da circa un anno si dedicano alla ricerca di sound inediti volti alla realizzazione di progetti non convenzionali. Andrea Scarpa, firma nota e prestigiosa nel panorama pugilistico italiano (e non solo) da qualche anno, oltre ai ring, padroneggia anche le consolle di molti locali torinesi e tra un allenamento e l’altro continua a coltivare la sua irrefrenabile passione per la musica elettronica. Alessio Sogno, della musica ne fa una professione sin da giovane. Nel 2006 frequenta il Sae Institute di Milano e ottiene il Certificate di Produzione di Musica Elettronica. Suona chitarra, pianoforte e batteria e da qualche anno, nel suo studio, tiene anche corsi per dj, producer e artisti emergenti.

Caselle, la lenta e difficile ripresa dell’aeroporto

Lunghi  mesi senza ricavi commerciali e con ingenti perdite, non compensate in alcun modo. Si prospetta un esercizio negativo per l’aeroporto Sandro Pertini. Lo dice all’agenzia Ansa Andrea Andorno, amministratore delegato della Sagat, la società di gestione dello scalo di Torino.

Si prevede “un recupero graduale che interesserà tutti gli scali, ma anche nella visione più ottimistica non ci sarà un ritorno alla redditività”.

L’aeroporto  si prepara a riprendere l’attività, mettendo in piedi tutte le misure di sicurezza per riconquistare la tranquillità dei viaggiatori. Si registrerà una graduale riapertura a partire dalla seconda metà di giugno per il trasporto nazionale, mentre dalla prossima settimana il volo Alitalia per Roma, l’unico rimasto in funzione in questi mesi è già in overbooking e si ipotizza una crescita per luglio e agosto. Intanto a luglio riapriranno tutti i bar, ristoranti e negozi dell’aeroporto.

Malagò vuol cancellare i mondiali di Cortina e l’intero sport

Il CONI andrebbe eliminato. O, perlomeno, riformato radicalmente. L’ultima, per ora, assurdità dell’assurdo Malagò è la richiesta di spostare i Mondiali di sci di Cortina dal 2021 al 2022.

Dunque, secondo il padrone dello sport italiano, le gare di sci valide per i mondiali si svolgerebbero subito dopo aver disputato le gare di sci valide per le Olimpiadi invernali. Un’idiozia galattica. Ma che illustra perfettamente lo stato di salute mentale dei vertici dello sport italiano….

… continua a leggere:

Malagò vuol cancellare i mondiali di sci di Cortina e l’intero sport italiano

Telemedicina e Parco della Salute online con Torino In Azione

Il Comitato Sanità Torino In #Azione, con referente il Dott. Giorgio Diaferia, organizza per sabato 30 maggio 2020 alle ore 09:30 una video conferenza sulla piattaforma Zoom, con diretta Facebook sulla pagina Torino In Azione Circ. 1-4 (@TorinoAzione) e sul Gruppo Sanità Torino In Azione, in cui verranno trattati I seguenti argomenti:

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La Telemedicina: Razionalizzazione non Razionare
Interventi di Pasquale MARI, Stefano MAZZOLENI, Enrico FUSARO, Caterina CELLERINO, Gianluca ZOLLINO
Il Parco della salute: Sarà la volta buona?
Interventi di Alberto ANDRION Giorgio GATTI Aldo RAVAIOLI

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L’attuale divario tra fabbisogno di sanità e capacità di spesa aumenterà in
futuro, sia per l’invecchiamento della popolazione che per gli impatti
economici post Covid sul bilancio dello Stato e sulla capacità di spesa dei
cittadini. Investire in innovazione (tecnologica, medica, organizzativa)è forse
l’’unico modo per garantire la futura sostenibilità economica di un servizio
sanitario universale, cioè prevalentemente garantito dallo stato a tutti i
cittadini. (Mari)

Tra questi interventi vi è il potenziamento e l’ampliamento della rete di
Telemedicina codificando anche il consulto telematico tra Medici di
medicina generale, pediatri di libera scelta ed Ospedale. (Fusaro-ZollinoCellerino.)
La parola d’ordine per il Comitato Sanità Torino in #Azione è Razionalizzare
e non più Razionare in Sanità Pubblica.

Nella stessa call si parlerà del Progetto Parco della Salute di Torino : è la volta buona

Link zoom
https://us02web.zoom.us/j/86578733951?pwd=cTdPTkRaaTZxemRJSWRQem15Zmdidz09
Meeting ID: 865 7873 3951 Password: 860079
Sanità Torino In #Azione
Dott. Giorgio Diaferia
(Referente Comitato promotore Sanità Torino In Azione)

Sinfonie d’amore

Marco Travaglini