ilTorinese

Auditorium Rai, al via la stagione concertistica

Si apre nel segno della musica beethoveniana. Un omaggio al celebre compositore tedesco di cui ricorre nel 2020 il 250 esimo anniversario dalla nascita

 

Protagonista del concerto inaugurale di venerdì 11 ottobre, alle 20, della nuova stagione concertistica dell’Auditorium Rai di Torino, sarà il direttore principale James Conlon, che dirigerà i primi tre appuntamenti per tre settimane consecutive, tutte nel segno di Beethoven. Non è, certo, una scelta casuale, in quanto nel 2020 ricorrerà il 250 esimo anniversario della nascita del musicista, avvenuta a Bonn, in Germania, il 17 dicembre 1770.

Proprio l’omaggio di James Conlon a Beethoven costituisce il fil rouge che lega i primi tre appuntamenti musicali. In apertura del concerto inaugurale della stagione verrà eseguita l’Ouverture in fa minore op. 84, tratta dalle musiche di scena composte da Beethoven per l’Egmont, in cui il musicista riassume gli ideali dello spirito di sacrificio e dell’eroismo generoso che animano l’eroe fiammingo del Cinquecento capace, grazie al suo valore e al suo coraggio, di contrapporsi al crudele governatorato del Duca d’Alba. L’Ouverture si accompagna a nove parti indipendenti, quattro intermezzi, due lieder, due melodrammi composti da scene recitate con accompagnamento strumentale, ed una Sinfonia di Vittoria per soprano e grande orchestra. Manifesto politico, in cui la sete di giustizia e libertà di Egmont si oppone al dispotismo del duca d’Alba, Egmont è anche un grande dramma del destino. L’Ouverture, ad oggi la più celebre composta da Beethoven insieme a quella del Coriolano, rappresenta una delle ultime opere del periodo eroico, sulla scia della Quinta Sinfonia, terminata due anni prima. L’importanza che in questa partitura assume la libertà è stata da molti critici interpretata quasi come la volontà beethoveniana di identificazione di sè stesso con la figura di Egmont.

Seguirà il Concerto il re minore per violino, pianoforte e orchestra MWV 04 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, che verrà eseguito, in veste di solisti, dalla pianista partenopea di fama internazionale Mariangela Vacatello e da Roberto Ranfaldi, violino di spalla dell’Orchestra sinfonica della Rai dal lontano ’95. A chiusura delle serata la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Sostakovic, composta nel 1937 all’indomani degli attacchi da parte del regime contro le tendenze formalistiche dell’opera “Lady Macbeth del Distretto di Mcensk”.

La Sinfonia può essere interpretata quasi come una sorta di caricatura della musica del periodo, attraverso la quale Sostakovi intendeva criticare la rigidità del regime stalinista. Con quest’opera il compositore ha sicuramente raggiunto la sua maturità artistica, sacrificando la carica innovativa presente in alcune sue opere precedenti in favore di una maggiore limpidezza e coerenza. Il movimento iniziale, Moderato, della durata di quasi un quarto d’ora, si presenta nella classica forma di sonata ed introduce da subito un tema aggressivo, che va poi stemperandosi in un secondo tema ed a chiudersi in un finale sospeso e mistico. La parte più riuscita della Sinfonia è quella che segue il secondo movimento cioè il Largo, in cui ci si trova di fronte ad una sensazione di sospensione, che diventa invece più carica di tensione nell’ultimo movimento. Per questi motivi la Sinfonia n. 5 risulta dal punto di vista tecnico una delle composizioni più riuscite di Sostakovic.

 

Mara Martellotta

Debutta il programma “Giubileo per l’arte” con la mostra “La porta nuova”

INAUGURAZIONE IL 16 OTTOBRE

L’ Impresa Giubileo Onoranze Funebri ha sempre avuto tra le sue priorità l’ impegno nel promuovere la cultura.

Contribuire a diffondere la conoscenza, essere partecipi, credere nel suo valore pubblico, essere capaci di investire in ciò significa confidare nelle persone, nelle loro identità, volerle proteggere ed arricchire.

Con la mostra d’ arte ‘La Porta Nuova’ prende il via il programma ‘Giubileo per l’ arte’ con il quale l’ Impresa renderà possibile, ogni anno, l’ organizzazione, realizzazione e promozione nel panorama espositivo torinese di una mostra pubblica, con artisti di livello nello scenario dell’ arte contemporanea e creando altresì opportunità a nuove leve riconosciute valide da curatori attivi e noti.

S’ inizia con la collaborazione con il noto gallerista Ermanno Tedeschi, animatore della vita culturale torinese, romana e israeliana conosciuto anche per le sue collezioni d’arte contemporanea.

 «Vogliamo dare al nostro lavoro una lettura che vada oltre alla professionalità che da sempre ci contraddistingue – spiegano da Giubileo – L’arte, che per sua natura da sempre si confronta con il trascendente, ci è sembrata una scelta obbligata».

Il progetto in essere è stato concepito e realizzato da Carlo Galfione, artista scelto da Tedeschi per la sua poetica che spesso affronta il tema del passaggio e della memoria.

E’ in programma per il 2020 un’ esposizione il cui tema conduttore sarà il ‘Viaggio’.

Rapporto infermieri pazienti, situazione lontana dalle necessità

Riceviamo e pubblichiamo

NEI REPARTI DI AREA MEDICA E CHIRURGICA IN PIEMONTE
“ECCO I DATI CHE DICONO CHE SIAMO ANCORA LONTANI
DA UN RAPPORTO CAPACE DI EROGARE CURE ADEGUATE”
I dati emersi da un sondaggio svolto dal NurSind Piemonte, il sindacato degli infermieri. Un
campione significativo di circa 1000 infermieri operanti presso i reparti di area medica e chirurgica
di tutti i principali presidi ospedalieri del Piemonte.
Bisogna premettere che dallo studio registered Nurse forecasting (RN4CAST ) emerge un dato
allarmante, il rischio di mortalità a 30 giorni dei pazienti chirurgici è superiore del 21%
rispetto a quello che è ragionevole ritenere si avrebbe se il rapporto pazienti/infermieri fosse
nella misura ottimale di 6:1 .

A questo, si aggiunge un altro dato preoccupante che si riferisce alle cosiddette “cure
incompiute”, l’analisi dice che il 41% delle cure infermieristiche risulta incompiuta, ovvero
non erogata o erogata parzialmente, con il rischio di inevitabili complicanze per la salute dei
pazienti.
Secondo i dati emersi dal sondaggio, in Piemonte il 52% degli infermieri operanti nei reparti di
degenza di area medica e chirurgica lavora con un rapporto paziente infermiere uguale o superiore a
10:1

Di questi solo il 16,1% dichiara di lavorare con un rapporto 10:1 mentre il 28,5% si attesta ad un
rapporto che va da 10 a 15:1 e il 7,3% addirittura oltre il 15:1
Forti criticità nella provincia di Torino dove oltre il 60% affermma di lavorare con un rapporto
paziente infermiere tra il 10 e 15:1 e il 10% oltre al 15:1
Abbastanza uniforme il dato nei grandi presidi ospedalieri di citta della salute e citta di Torino ma
anche in provincia i dati non cambiano, rivoli , chieri, san Luigi, l’asl to 4 spicca per maggiori
difficoltà.

In testa , per un migliore rapporto paziente infermiere, si colloca la provincia di Biella. Il rapporto
paziente infermiere nei reparti di degenza di area medica e chirurgica va da un lusinghiero
rapporto ottimale 6:1 ad un massimo di 9:1
Percentuali per niente confortanti nelle altre province, negli ospedali di Asti, la quasi totalità degli
infermieri che lavora in queste aree lo fa con un rapporto tra 10:1 e 15:1
Ad Alessandria lo stesso, con alcune situazioni che superano il rapporto 15:1 cosi come nel VCO
Non va meglio nelle province di Cuneo , Vercelli e Novara dove il rapporto infermiere paziente in
questi reparti fatica a scendere sotto i 10:1

Solo lo scorso anno veniva pubblicato un nostro sondaggio che evidenzia solo uno dei potenziali
rischi che un rapporto elavato paziente infermiere può determinare.
Infatti lo sdudio diceva che l ‘83% degli infermieri molto spesso non possono rispettare le
raccomandazioni ministeriali e i protocolli aziendali previsti per ridurre il rischio di errore durante
la somministrazione della terapia. Il 57% diceva che il tempo dedicato non è adeguata e l’89% che
durante la somministrazione è sistematicamente interrotto. Solo alcuni dei dati
E’ evidente che per arrivare ad un rapporto paziente infermiere adeguato a tutelare la salute del
cittadino mancano all’appello ancora qualche migliaio di infermieri in Piemonte, dichiara Francesco
Coppolella, segretario regionale del NurSind, senza dimenticare che non sono solo queste aree ad
essere deficitarie per dare risposte ai bisogni di salute della popolazione, basti pensare ai pronto
soccorso, all’assistenza domiciliare ecc.
E necessario una volta per tutte stabilire un metodo di calcolo per definire il fabbisogno delle
dotazioni organiche che non siano solo la conseguenza di calcoli economici. Questo anche per
garantire pari cure a tutti i cittadini delle varie province, dei differenti ospedali e dei diversi servizi,
vista anche le congrue differenze che emergono.
Chiediamo assunzioni e reali piani di fabbisogno. Ci vengono richieste competenze avanzate e
noi infermieri diciamo che siamo pronti a dare risposte a questo bisogno con un adeguato
riconoscimento, afferma Coppolella.
Mancano medici e rischiano di chiudere alcuni servizi a se mancano gli infermieri chiudiamo
direttamente gli ospedali concludono dal NurSind.

Trapianto di quattro organi su un paziente alle Molinette

Per la prima volta è stato effettuato un intervento  combinato

Per la prima volta in Italia ed in Europa è stato effettuato un trapianto combinato di ben quattro organi (polmoni, fegato e pancreas) su un paziente di 47 anni, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. L’intervento è stato eseguito su un uomo trasferito qualche giorno fa dal Policlinico di Bari nella rianimazione dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Luca Brazzi). Il paziente di 47 anni, affetto da una fibrosi cistica grave patologia polmonare (già inserito in lista attiva per un trapianto di polmoni), si era aggravato ed era stato necessario il supporto con la ventilazione meccanica a Bari. Trasferito con un volo di Stato a Torino per eseguire un trapianto di polmone in emergenza, le condizioni cliniche sono ulteriormente peggiorate con l’evidenza di una grave disfunzione del fegato. Valutato collegialmente dal team multidisciplinare del trapianto polmone e fegato delle Molinette, si è deciso di procedere con un trapianto combinato polmoni-fegato-pancreas per trattare in maniera radicale la fibrosi cistica. Nella giornata di lunedì scorso l’uomo è stato iscritto nel Programma Nazionale di Trapianto in Emergenza e dopo poche ore si sono resi disponibili gli organi di un giovane donatore deceduto per trauma cranico in Piemonte. Nella notte tra lunedì e martedì è iniziata una vera e propria maratona chirurgica, coordinata dal Centro Regionale Trapianti diretto dal professor Antonio Amoroso. Due équipe prelievo sono partite da Torino per il prelievo degli organi che hanno permesso l’esecuzione dell’eccezionale trapianto. In sala operatoria si sono succedute in sequenza ed in perfetto sincronismo le équipe chirurgiche ed anestesiologiche del Centro Trapianto di Polmone (diretto dal professor Mauro Rinaldi) e successivamente del Centro Trapianto di Fegato (diretto dal professor Renato Romagnoli). L’intervento è iniziato con il trapianto dei due polmoni eseguito dal professor Massimo Boffini coadiuvato dal dottor Paolo Lausi. Successivamente il professor Romagnoli (reduce da altri due trapianti di fegato effettuati poche ore prima), coadiuvato dal dottor Damiano Patrono e dal dottor Francesco Tandoi, ha eseguito il trapianto di fegato e di pancreas. L’intervento di trapianto, durato oltre 15 ore, è tecnicamente riuscito ed adesso il paziente è ricoverato nella Terapia Intensiva Cardiochirurgica per il decorso postoperatorio. La funzione degli organi trapiantati è ripresa regolarmente e non appena possibile il paziente verrà dimesso dalla rianimazione. L’eccezionalità di quest’ultimo trapianto conferma l’importante vocazione trapiantologica della Città della Salute di Torino ed attesta il ruolo di leadership del Centro Trapianti di Organi Toracici e del Centro Trapianti di Fegato e Pancreas nel panorama nazionale ed internazionale.

 

Torino compie 30 anni di trapianto di fegato

 

Ieri 10 ottobre 2019 è stata una data importante: si tratta del trentesimo anno di attività per il Programma di Trapianto di fegato a Torino, una storia che ha trainato all’eccellenza torinese questa disciplina, una storia ricca di sperimentazioni e successi. Primo Centro in Italia e 5° nel mondo per quantità, qualità e sopravvivenza di interventi. Era il 10 ottobre 1990 quando, presso l’ospedale Molinette, Mauro Salizzoni eseguiva il primo trapianto di fegato durato poi 13 anni; il 10 gennaio 1993 si è concretizzato il primo trapianto pediatrico, esteso poi ai pazienti più piccoli. Dal 1993 ad oggi sono stati trapiantati infatti 183 pazienti pediatrici. Ad oggi il Centro Trapianti di Fegato della Città della Salute di Torino, ora diretto dal professor Renato Romagnoli, che ha proseguito l’opera del suo maestro, ha eseguito 3333 trapianti di fegato, compresi gli ultimi due proprio di oggi.

Dal 1990 il programma ha avuto un importante sviluppo, permettendo trapianti sempre più complessi: di tutti gli interventi, 137 sono trapianti di split epatico (il fegato diviso in due parti da trapiantare su due riceventi), 88 sono trapianti combinati di fegato con altri organi, 14 sono trapianti da donatore vivente, 7 sono i trapianti con la tecnica del domino (riutilizzo del fegato proveniente da un ricevente di trapianto epatico). Parallelamente si è assistito all’utilizzo sempre maggiore di organi provenienti da donatori con età elevata e/o con patologie diverse. Alcuni di questi trapianti sono stati eseguiti su pazienti in condizioni di emergenza nazionale, per i quali è necessario mettere in campo capacità cliniche ed organizzative che permettano di trovare un donatore compatibile in poche ore.

Per l’occasione sabato 12 ottobre 2019, dalle ore 8,30 alle ore 13,30, presso l’Aula Magna A.M. Dogliotti dell’ospedale Molinette di Torino (corso Bramante 88), si terrà il Convegno dal titolo “30 anni di trapianto di fegato a Torino – verso nuove frontiere”.

 

Da una panoramica su chi attende l’organo si vede come, al 30 settembre 2019, siano in lista di attesa per il trapianto di fegato presso il Centro di Torino 51 candidati, con un tempo mediano di attesa pari a 9 mesi. Chi è in lista di attesa è affetto da varie patologie: 74% cirrosi epatica (su base virale, alcolica o colestatica) complicata o meno da epatocarcinoma, 4% altre neoplasie epatiche, 4% atresia delle vie biliari, 18% altre epatopatie. Sono in riduzione le patologie legate all’infezione da HCV e HBV, essendo disponibile una terapia antivirale ed essendo obbligatoria la vaccinazione per epatite B. I riceventi sono equamente suddivisi tra maschi e femmine; la maggior quota di pazienti è nella fascia di età < 30 anni e in quella 51-65 anni. La lista di attesa si compone anche di numerosi riceventi over 60.

 

In questi 30 anni la sopravvivenza del fegato trapiantato si è assestata intorno al 72% a 5 anni, ma migliora ancora all’83% se si analizza la coorte più recente degli ultimi 8 anni di attività, perché sono migliorate le abilità chirurgiche, le procedure anestesiologiche ed intensivistiche, le terapie pre e post trapianto, la terapia antirigetto, le tecniche di studio immunologico dei riceventi. Ancora migliore è la sopravvivenza del fegato trapiantato nei pazienti pediatrici: 88% a 5 anni.

I nostri donatori provengono in larga misura dal territorio piemontese (più del 70%), ma molti sono di altre regioni italiane ed in alcuni casi di Centri esteri (Inghilterra, Spagna, Grecia, Malta, Francia, Svizzera). È evidente che, per permettere l’utilizzo di organi distanti dalla sede di trapianto, vengono coinvolti Enti di trasporto anche aerei e personale con capacità organizzative di rilievo.

 

Il Centro di Torino è allineato con i migliori centri internazionali per quantità, qualità e sopravvivenza del trapianto. Secondo i dati raccolti dal Collaborative Transplant Study (CTS) – Heidelberg, il Centro si colloca al primo posto in Italia e 5° mondiale. Lo precedono quelli di Cambridge, Dallas, Birmingham e del London King’s College.

Anche sul territorio italiano, Torino da diversi anni è al vertice per numero di trapianti di fegato effettuati: dagli anni 2000 si eseguono ogni anno circa 150 trapianti.

I successi ottenuti dal Centro Trapianti hanno alle spalle una rete di persone e professionisti: i donatori con le famiglie, i Centri Regionali di Prelievo e di Trapianto, i Coordinatori ospedalieri, i Servizi di supporto (trasporti, laboratori, servizi) ed ovviamente tutto il personale medico ed infermieristico.

 

Truffava fingendosi carabiniere. Donna arrestata dai veri militari dell’Arma

La vicenda è accaduta a Torino nel febbraio 2012, quando la donna S.S. 37enne
pregiudicata di Asti, unitamente ad una complice, fingendosi come appartenente
all’Arma dei Carabinieri e mostrando un falso tesserino di identificazione, fermava
in strada un’anziana donna e, minacciandola verbalmente, la costringeva a farsi
consegnare quanto di valore era in suo possesso in quel momento compreso il
telefono cellulare al fine di impedire alla vittima stessa di chiedere aiuto, dopodichè
si allontanava a folle velocità per le vie di Torino a bordo dell’autovettura della
complice. Simile modus operandi
era stato messo in atto il mese precedente sempre
nel 2012 in danno di una 70enne di Vinovo (TO) che , con aritifzi e raggiri, veniva
convinta ad accompagnare la coppia di finti Carabinieri presso la propria
abitazione che approfittando della buona fede della vittima riuscivano ad
impossessarsi di denaro e preziosi. Sono queste le ultime vicende processuali a
carico della donna astigiana che, alcuni giorni fa, è stata arrestata dai Carabinieri
della Stazione di Asti in ottemperanza dell’ordine di esecuzione pena emesso in data
01/10/2019 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di
Torino, relativamente alla commissione dei reati di rapina e sostituzione di persona,
per cui era stata condannata ad oltre  tre anni di
reclusione.
L’arrestata, espletate le formalità di rito, è stata accompagnata presso la propria
abitazione ove sconterà la pena in regime di detenzione domiciliare a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.

Radicali: “Le bonifiche si fanno prima di costruire il grattacielo”

Riceviamo e pubblichiamo

Grattacielo Regione/Manfredi (radicali): “La Regione ha affidato incarico per redazione Piano Operativo di Bonifica (POB Fase 2) per area ex Fiat Avio. Ma anche i bambini sanno che le bonifiche di suolo e acqua si fanno prima di costruire il grattacielo, non dopo. Assessore Tronzano, il POB è stato presentato al Comune di Torino entro il 30 settembre scorso?”

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 40 del 3 ottobre 2019 è stata pubblicata la determinazione dirigenziale 29 luglio 2019, n. 643 con cui è stato affidato all’Ing. Tina Corleto l’incarico di redigere il Piano Operativo di Bonifica (POB Fase 2) relativo all’area ex Fiat Avio, circostante il grattacielo in costruzione della Sede Unica della Regione Piemonte.

Giulio Manfredi (Radicali Italiani), commenta: “Come appurato da noi radicali con una richiesta di accesso civico generalizzato, il Comune di Torino, con Determinazione Dirigenziale n. 43 del 12/02/2019, non aveva approvato il “Progetto di bonifica della falda – fase II” ed aveva richiesto alla Regione Piemonte di ricevere un nuovo progetto entro il 30 settembre 2019. La Regione ha affidato l’incarico di redigere la nuova versione del POB all’arch. Corleto per una spesa complessiva di euro 12.053,60.

Chiediamo, innanzitutto, all’Assessore Tronzano se la Regione ha presentato entro il 30 settembre il POB al Comune di Torino; in caso affermativo, di rendere disponibile a tutti quel documento pubblicandolo sulla pagina dedicata alla Sede Unica sul sito istituzionale della Regione Piemonte.

Ma è doverosa una riflessione più generale sullo stato delle bonifiche i acqua e suolo attorno al grattacielo, costruito per il 90%. Nella premessa della determinazione n. 643/2019 è scritto “… omissis … sulla base degli impegni assunti con l’Accordo di Programma sottoscritto in data 05/11/2009 … omissis … la Regione Piemonte è tenuta ad eseguire le attività connesse alla bonifica delle aree di proprietà comprese nel comprensorio ex Fiat-Avio… omissis …”.

Dal 5 novembre 2009 sono passati dieci anni, quattro governatori regionali, tre sindaci di Torino e siamo ancora qui ad affidare nuovi incarichi per predisporre nuovi documenti per poi, in un futuro incerto, fare le doverose bonifiche.

Abbiamo bisogno che venga Greta in Piemonte a dirci che le bonifiche di acqua e suolo andavano fatte prima di costruire il grattacielo, non dopo?!”

 

Riciclaggio, arrestato commercialista

Era già salito alle cronache torinesi perché al centro, suo malgrado, di diverse vicende che l’avevano visto protagonista. L’ultima di solo pochi mesi fa quando, assieme a due sodali, finiti poi in carcere, è rimasto coinvolto in una brutta storia di estorsione, vicenda per la quale è stato già rinviato a giudizio in quanto riconosciuto come ideatore.

Ora, R.B. cinquantaseienne con un passato da commercialista, è finito in carcere, arrestato dalla Guardia di Finanza di Torino, con l’accusa di riciclaggio; la moglie, amministratrice di una società di consulenza fiscale, è stata denunciata.

Sono stati proprio gli sviluppi delle indagini legate all’estorsione ad indurre i Finanzieri del Gruppo Torino a sviscerare i conti bancari della società, dove sono stati riscontrati numerosi movimenti di denaro anomali, tra cui bonifici provenienti da fantomatici indirizzi e-mail che portano addirittura oltre oceano, a Los Angeles.

I Finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo Piemontese, hanno appurato come la società di consulenza, amministrata ufficialmente dalla moglie ma di cui R.B. è di fatto il dominus, fosse la “beneficiaria” di una truffa telematica i cui artefici (le indagini in corso appureranno chi e con quali modalità) si inserivano illegalmente nelle comunicazioni elettroniche inerenti i rapporti commerciali e le transizioni finanziarie tra diverse società estere, riuscendo a deviare i flussi di denaro proprio sui conti correnti della società torinese coinvolta nella vicenda.

Le indagini hanno chiarito come l’arrestato fosse pienamente consapevole della natura illegale del denaro depositato sui conti correnti della società torinese, società, tra l’altro, costituita ad hoc al solo fine di perpetrare la truffa.

Le investigazioni della Guardia di Finanza di Torino proseguono al fine di delineare l’intera vicenda mentre l’uomo, arrestato con l’accusa di riciclaggio, è stato rinchiuso presso il carcere Lorusso-Cutugno del capoluogo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente.

Coltivavano marijuana nel maneggio dei bimbi

Due persone arrestate 

Avevano allestito un tendone in un maneggio e lavoravano (essiccamento e confezionamento) la marijuana. In un area dello stesso maneggio, vicino alle piste frequentato dagli ospiti, la coltivazione della droga.
Due italiani, di 42 e 47 anni, abitanti a Cinzano, titolari di un maneggio sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Castiglione con l’accusa di detenzione e produzione di marijuana.

La perquisizione della cascina e di un tendone allestito allineano del maneggio ha permesso di sequestrare 40 kg di marijuana e un defogliatore utilizzato per dividere le foglie dalle infiorescenze

Andare oltre i muri

Nel convegno ‘Oltre i Muri’ 20 ANNI DEL PROGETTO MURARTE, a cura di Roberto Mastroianni e dell’assessore alle Politiche Giovanili della Città di Torino Marco Giusta, si sono accolte le sollecitazioni provenienti dai tre tavoli di lavoro. Queste costituiranno le basi per la riscrittura (con il Gai e il suo tavolo sulla street art coordinato dalla città di Ravenna e tramite Inward) del progetto Murarte che potrà essere utilizzata da tutte le amministrazioni interessate a  sperimentare queste azioni.

In particolare Marco Giusta ha posto l’accento sul tema della curatela e dello spazio riservato a esperti e artisti all’interno delle commissioni dei bandi, che potranno essere costruiti anche per valorizzare le competenze relazionali legate alle storie e ai territori di cui gli e le artiste possono divenire traduttori nelle loro opere. “Si è immaginata la possibilità di stilare un elenco delle opere murarie ‘irrinunciabili’ per la cittadinanza e i movimenti dei writer, con l’intento di catalogare quelle da tutelare per dar vita a un protocollo di intesa con la sovrintendenza che si pone l’obiettivo di innovare il rapporto tra artisti, istituzioni e cittadinanza”, spiega l’assessore.

Roberto Mastroianni ha ribadito che lo spirito e i valori che spingono gli Street ed Urban Artist oggi, e i writer ieri, a operare devono restare quelli della scrittura e riscrittura del tessuto metropolitano attraverso una narrazione pittorica (la città come tela dell’artista) in stretta relazione con territorio e comunità. Murarte deve continuare a garantire libertà espressiva (i muri liberi) e, nello stesso tempo, valorizzare la portata artistica di un’esperienza che ha reso Torino una delle capitali europee della Street Art. La peculiarità di questo progetto è sempre stata la capacità di promuovere la creatività giovanile, la qualità estetica e la critica sociale e politica che storicamente è stata alla base della street art fino a oggi.

A partire da questo elenco e grazie al lavoro di Torino Creativa, si potrà alzare lo sguardo verso il futuro. Dopo questi venti anni di Murarte Torino è diventata una galleria di arte pubblica a cielo aperto. Sarà fondamentale valorizzare la ricchezza che le artiste e gli artisti hanno regalato al territorio immaginando con loro come documentarla, raccontarla e promuoverla”, conclude Giusta.

Deboli aspettative per le imprese piemontesi

Il  clima di fiducia tra le imprese piemontesi è debole e si ripresenta la  dicotomia tra manifatturiero, con  previsioni  più negative (anche se non si profila una recessione)  e terziario, invece  più ottimista. I dati sono dell’indagine congiunturale trimestrale a cura di Confindustria Piemonte. Nel comparto  manifatturiero le aspettative su produzione, ordini ed export rimangono  lievemente sfavorevoli, con un  tasso di utilizzo degli impianti  al 75%, livello elevato, e il ricorso alla cassa integrazione in crescita  ma contenuto. Sono stabili gli investimenti, previsti da un quarto delle aziende e le previsioni sull’occupazione. In sofferenza  tessile, automotive, metallurgia ed edilizia. Positive le  prospettive per alimentare, gioielli, giocattoli. Tra le province vanno bene  Cuneo, Alessandria, Novara e  il Canavese. Permangono le  difficoltà a Torino, Vercelli, Verbania e Biella.