ilTorinese

Azzannato dal pastore tedesco durante la rissa. Tre arresti

Rissa nei giorni scorsi, provvidenzialmente sedata da personale della Squadra Volante:

erano le 18 e 40 circa quando una pattuglia in transito su via Cernaia, quasi altezza della stazione Porta Susa,
nota correre, sotto il porticato dell’ex palazzo Rai, due persone e dietro a loro un terzo uomo,
armato di una sbarra di ferro, che libera un pastore tedesco al loro inseguimento. Il cane raggiunge
uno dei due, un trentasettenne di origine croata, e lo azzanna; questi, nonostante l’aggressione,
colpisce a calci e pugni la persona a lui vicina, un rumeno di 37 anni; il pronto intervento degli
agenti fa sì che il cittadino croato non riporto lesioni gravi, ma guaribili in 5 giorni s.c.
Il proprietario dell’animale, un cittadino italiano di 53 anni, con numerosi pregiudizi di polizia, è
stato disarmato della spranga ed invitato immediatamente a calmare il pastore tedesco ed a
trattenerlo. Sembra che il litigio fra i tre fosse nato pochi istanti prima, per futili motivi. La spranga
è stata recuperata dagli operatori e sottoposta a sequestro, il cane affidato alla moglie del
proprietario. I tre corissanti sono stati tratti in arresto per rissa in concorso e contestualmente
sanzionati per
aver violato le misure previste per la prevenzione della diffusione del Covid19.

Da lunedì mascherina obbligatoria nei luoghi chiusi con accesso al pubblico

Sarà obbligatorio indossarla in tutti i luoghi chiusi con accesso al pubblico

Anche in Piemonte, da lunedì, scatta l’obbligo della mascherina da indossare in tutti i luoghi chiusi con accesso di pubblico.  Lo ha annunciato il governatore Alberto Cirio anticipando quanto contenuto nell’ordinanza per la Fase 2 oggi alla firma. La mascherina sarà obbligatoria negli uffici e sui mezzi pubblici: qui  saranno disponibili gratis per chi sale senza, così pure  nei negozi e nei supermercati. Protezione obbligatoria anche per
chi fa visita a famigliari e congiunti, dove bisognera’ mantenere la distanza.

Gli infermieri: “Ci hanno dato sacchi da macellaio come protezione”

Nursing Up: “Distribuiti per coprire infermieri e operatori dell’Asl Torino. Continua la vergogna delle protezioni non adeguate”

Riceviamo e pubblichiamo / Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, denuncia l’ennesimo e a questo punto decisamente incredibile, oltreché inaccettabile, caso in cui al personale sanitario è stato dato come dispositivo per la protezione personale, per chi opera con pazienti Covid, un sacco da macellaio con due tubi di nylon come manica.

Si tratta di una inammissibile violazione del diritto di infermieri e professionisti della sanità ad avere sicurezza mentre sono al lavoroQuesti sacchi sono stati distribuiti ieri a tutti gli operatori dell’Amedeo di Savoia, che è “solo” la struttura punto di riferimento per l’emergenza Covid, e poi anche ai reparti Covid e non Covid degli altri presidi ospedalieri dell’Asl TorinoSi tratta dei sacchi che utilizzano i macellai sopra i vestiti quando trasportano le carni, senza le maniche. A parte, poi, sono stati consegnati anche dei “tubi sacchetto”, in nylon, per fare le maniche!! Ma siamo impazziti?

A due mesi e più dall’inizio della pandemia ancora non sono disponibili in numero adeguato i dispositivi di protezione adeguati e necessari per tutti i professionisti che operano nella sanità?

Ancora una volta siamo costretti a protestare per la sicurezza di infermieri e professionisti della sanità e sulla necessità di Dpi. Segnaleremo alla Procura, che ha già aperto dei fascicoli su quanto accaduto nella gestione dell’emergenza Covid a Torino, anche questa vergogna.

Spiega il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing UP, Claudio Delli Carri: “Sono attonito e arrabbiato per la leggerezza con cui ancora oggi si tratta la questione della sicurezza dei colleghi. Le segnalazioni che abbiamo ricevuto da chi opera all’Asl Torino, che ha ricevuto questi sacchi da macellaio per coprirsi, lasciano senza parole. È una vergogna inaccettabile! A ciò si somma il fatto che, alla Città della Salute, ci è stato segnalato che come copertura sulle divise per il pre-triage, sono stati distribuiti dei grembiulini di stoffa, simili ai poncho a righe che vengono utilizzai per la distribuzione del pasto giornaliero. Ma ci stiamo prendendo in giro? Sono settimane che diciamo che è imperativo dotare gli operatori dei dispositivi di protezione necessari, adeguati e certificati. E ancora oggi vengono distribuite questi materiali inadeguati?

Non tollereremo ulteriormente scelte di questo tipo da parte della Regione o da chi prende tali decisioni. La Procura ha già aperto delle indagini su quanto avvento in queste settimane nella gestione dell’emergenza coronavirus. Invieremo loro anche questa segnalazione a dimostrazione che la sicurezza per noi, che rischiamo la vita in questo momento di emergenza, nonostante i tanti discorsi e gli annunci, è ancora molto scarsa”.

Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta

Claudio Delli Carri

Ecco il rapporto del Poli: “Scuole aperte, Società protetta”

Il gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico di Torino che sta aggiornando i primi risultati del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti” con nuovi approfondimenti tematici per aree di applicazione delle modalità proposte per le riaperture delle attività nella Fase 2, ha pubblicato il Rapporto “Scuole aperte, Società protetta”.

La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono infatti altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese. Il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità. Esigenze e diritti che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini. La letteratura internazionale è unanime nel sottolineare l’importanza per tutti i bambini, ma soprattutto per i più svantaggiati economicamente e socialmente, o con qualche disabilità, di esperienze educative extra familiari precoci.

Il rapporto prende dunque in considerazione queste dimensioni, oltre ad affrontare sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-CoV-2 nell’ambito del sistema scolastico dall’obbligo ma anche nel sistema educativo per la fascia 0-6 anni, che ormai fa parte a pieno titolo del sistema istruzione anche a livello normativo.

Potete leggere il rapporto al link: http://www.impreseaperte.polito.it/i_rapporti/scuole_aperte_societa_protetta

Il Grande Torino raccontato dallo stadio Filadelfia

L’epopea calcistica che più di tutte ha entusiasmato, emozionato e commosso l’Italia. Il libro “Il Grande Torino. Gli Immortali” del giornalista sportivo Alberto Manassero, edito da Diarkos ci racconta la storia di uno stadio e di una squadra che resteranno nella storia.

“Sono del 1926, mi chiamo Campo Torino, ma comunemente mi conoscono come stadio Filadelfia. Fila per gli amici. Ai bei tempi avevo anche un soprannome: Fossa dei Leoni. Il Toro era un ragazzo, quando mi hanno costruito. Aveva vent’anni. Era nato nel 1906, il 3 dicembre, benché potesse vantare robuste radici in quelle che furono le prime società calcistiche italiane. L’embrione del pallone tricolore”.

Si presenta così lo stadio Filadelfia, il narratore d’eccezione di Il Grande Torino. Gli Immortali, scritto da Alberto Manassero, edito da Diarkos. Manassero è giornalista sportivo da oltre trent’anni, ha cominciato a lavorare a Tuttosport nel 1992 e la sua passione per la squadra Granata, che ha seguito professionalmente ogni giorno dal 1999 al 2012, lo ha portato ad addentrarsi nei meandri più nascosti ed epici di una squadra che ha scritto la storia del calcio italiano.

La vicenda del Grande Torino è stata raccontata così tante volte che potrebbe sembrare superfluo tornare su quelle vicende. Invece, Manassero, con una narrazione leggera e coinvolgente, riesce a trovare un punto di vista totalmente nuovo. La storia, come abbiamo visto, viene infatti raccontata da un narratore d’eccezione, ovvero lo stadio Filadelfia di Torino, il primo di proprietà di una squadra di calcio, il Toro, appunto.

Lo stadio ‘ripercorre’ la sua nascita, quando il conte Enrico Eugenio Antonio Marone Cinzano comincia a pianificare la sua costruzione.  “Mio papà, intuitivo e tenace – narra Filadelfia nel libro – ha capito da tempo che il Torino ha bisogno di una casa tutta sua, di uno stadio dove ospitare adeguatamente allenamenti, partite e, soprattutto, tifosi. Un luogo di sport e spettacolo, certo, però anche una piazza d’incontro e d’aggregazione. Sarà il Filadelfia, sarò io”.

La vicenda prosegue con la narrazione degli investimenti fatti dal conte Cinzano che porranno le basi per la crescita di una grande squadra: ragazzi, che oltre alle capacità sportive, nel campo da calcio mettono il cuore, riuscendo così a inanellare vittorie, a superare sconfitte, a crescere e diventare campioni veri, non solo vincitori nelle classifiche, ma anche vincitori nel cuore dei tanti appassionati. E poi la tragedia. Quella incredibile e maledetta tragedia che tutt’oggi provoca sgomento e cordoglio.

Il libro è corredato da foto e riproduzioni di prime pagine di giornali  dell’epoca che rappresentano un patrimonio unico per entrare completamente in una vicenda capace ancora di appassionare ed emozionare.

I supermarket chiedono a tutti i clienti di fare la spesa con la mascherina

Chi non ha ancora trovato le mascherine dovrà farlo. Almeno se vuole continuare a fare la spesa.  In alcuni casi i supermarket provvederanno a fornirne una usa e getta a chi ne fosse sprovvisto

I grandi marchi della distribuzione organizzata a Torino e provincia hanno deciso che da lunedì la mascherina sarà di rigore.

In molti casi hanno già affisso avvisi all’ingresso dei supermercati per avvisare i clienti. Carrefour, Coop,  Bennet, Esselunga,  Conad, Unes, Crai e Lidl, così come praticamente tutti gli altri, seppur non ci siano decreti che obblighino in modo esplicito l’uso dei dispositivi sanitari per la clientela,  hanno deciso  di attuare  la regola dopo l’ultimo dpcm del 26 aprile che fa riferimento all’obbligo “di indossare la mascherina nei luoghi chiusi quando non si riesce a garantire la distanza di un metro”. Alcune catene di supermarket favoriranno l’uso del carrello anzichè del cestello per favorire il distanziamento.

Appuntamento con il pusher per riavere il cellulare

Venticinquenne nigeriano arrestato per tentata estorsione

Lunedì un cittadino contatta il 112 NUE riferendo di avere appuntamento nel pomeriggio con un
pusher. All’insolita dichiarazione dell’uomo segue il racconto di quanto accaduto nel corso della
mattinata.
Poco dopo essersi svegliato, questi si accorge che il suo cellulare è sparito. Dopo averlo cercato
inutilmente in casa, si rivolge ad i suoi familiari. Tra questi vi è il fratello, frequentatore saltuario
della sua abitazione nonché affetto da problemi di tossicodipendenza. L’uomo ammette di aver
impegnato il telefonino del fratello in cambio di una dose di sostanza stupefacente. A questo punto
la vittima decide di chiamare il pusher per tentare di riavere indietro il cellulare. Il pusher si dice
disposto a renderglielo al prezzo di 50 euro. I due raggiungono l’accordo e si danno appuntamento
davanti ad un bancomat in zona Barriera Milano, così che il proprietario del telefono possa
prelevare la somma utilizzando il codice pin annotato sul telefono.
A questo punto l’uomo si reca all’incontro, tenuto costantemente a vista dagli agenti della Squadra
Volante, e giunto nei pressi dell’istituto bancario telefona allo spacciatore. Tra le varie persone
presenti in quel momento, gli operatori individuano un soggetto pronto a rispondere alla chiamata.
Il pusher viene immediatamente bloccato e perquisito. Nella tasca della giacca viene ritrovato il
cellulare in questione, restituito al legittimo proprietario.
Il reo, cittadino nigeriano di 25 anni, è stato arrestato per tentata estorsione e denunciato sia per
detenzione di sostanza stupefacente, in quanto al momento della perquisizione gli agenti trovano
tra i suoi indumenti un ovulo contenente cocaina, sia per aver violato le misure contenitive da
Covid19.

Pannella, i novant’anni del Gandhi italiano

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Oggi, 2 maggio, Marco Pannella avrebbe compiuto novant’anni. Dieci anni fa promossi il festeggiamento nazionale per i suoi ottant’anni a Torino al circolo della Stampa. Fu uno straordinario pomeriggio bipartisan in cui politici di colori  politici diversi resero omaggio a Marco che concluse l’incontro con un grande discorso.

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Ci conoscemmo nel 1969, quando stava per andare in porto la battaglia per il divorzio, quando entrai giovanissimo nella LID. Sostenemmo insieme la battaglia per il referendum sul divorzio nel 1974 quando facemmo tanti comizi insieme.
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La battaglia di Marco era una battaglia laica, rispettosa dei credenti, che affermava la laicità dello Stato come garanzia per la libertà di coscienza di tutti i cittadini. Fu difficile farlo comprendere ad una parte di italiani bacchettoni e familisti . La Legge Fortuna -Baslini non era una legge libertina,ma una legge seria,rigorosa e liberale che non intendeva intaccare i valori della famiglia ,ma trovare soluzioni ai naufragi matrimoniali e alle nuove coppie dopo i naufragi. Pannella era un uomo libero che spese il suo patrimonio famigliare a sostegno delle battaglia in cui credeva: una rara avis in assoluto. Una caratteristica che andrebbe ricordata come titolo di straordinaria benemerenza civile. La politica per lui era una scelta nobile da affrontare a viso aperto, pagando sempre di persona. Era un vero liberale, da giovane era stato monarchico come ero lo ero stato anch’io. Una volta parlammo del re Umberto II che anche Pannella aveva conosciuto e che considerava un grande re che seppe nel 1946, partendo, evitare una guerra civile tra Italiani. Da vero liberale vedeva nella Monarchia una garanzia di laicità per l’Italia.
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Era un laico rispettoso dei credenti: è lui che inventò la formula dei laici credenti e non credenti,riprendendo una visione che fu di uomini straordinari come Arturo Carlo Jemolo.
Rifondò nel 1963 il partito radicale di Pannunzio che si era dissolto  e riuscì a portare in Parlamento un partito minoritario che con Pannella riuscì ad imporsi. Fu il Felice Cavallotti del Novecento.
Molte conquiste civili si devono alle battaglia di Pannella. Pannunzio preparò il terreno sul piano culturale con “Il Mondo”, Pannella tradusse in politica alcune idee laiche, andando oltre l’élitismo pannunziano, andando oltre il laicismo. Sicuramente Marco ha anche commesso degli errori, ma nessuno potrà  mai mettere in dubbio la sua buona fede. Era un cavaliere che seppe battersi senza armi né armatura,con l’esempio  della non  violenza e della tolleranza.
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E’ stato il nostro Gandhi. A Roma ci incontravamo a prendere un cappuccino insieme in piazza del Pantheon. Riuscimmo a cenare una sola volta perché spesso stava praticando il digiuno.
Parlavamo di tutto. E Pannella fu l’unico politico capace di parlare con tutti,senza mai sottrarsi al confronto delle idee anche per strada. Una volta parlammo di Renzo De Felice  e del fascismo. Pannella era favorevole alla storiografia defeliciana attaccata violentemente dalla sinistra. Arrivò a dirmi una verità scomoda  che nessuno allora avrebbe  avuto il coraggio di affermare. Mi ricordò  un’idea di De Felice, secondo cui tra i tanti danni del fascismo c’era anche da considerare l’intolleranza e la delegittimazione dell’avversario   che il fascismo trasmise come eredità  anche ai non fascisti e agli antifascisti. Un’idea che Flaiano aveva sintetizzato in una battuta : i fascisti si dividono in due tipologie: i fascisti e gli antifascisti.  Marco aggiunse  che non erano stati solo i fascisti a trasmettere la loro intolleranza agli antifascisti, ma che quel  demone nasceva anche dal marxismo -leninismo intriso di violenza, di odio e volontà di distruggere i nemici di classe.  I professionisti della rivoluzione di stampo leninista  erano, se possibile, anche più violenti dei fascisti.
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Erano anni in cui questi discorsi erano impraticabili. Ricordo Marco per tanti motivi di cui ho scritto in passato, dedicandogli un capitolo nel mio libro “Figure dell’Italia civile”, ma questo ricordo che ho citato  ha una particolare intensità perché rivela che Marco era un cavallo di razza che non accettava il morso e sapeva galoppare nelle praterie della libertà  incurante del conformismo settario.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Lettura d’Emergenza regala i “libri nel cassetto”

Nato in una stanzetta affittata a Torino ad una studentessa universitaria, Lettura d’Emergenza ha l’obiettivo di regalare eBook più o meno inediti ad ogni italiano

“Stiamo cercando autori disposti a fornire gratuitamente alla collettività i propri ‘libri nel cassetto’, quelle opere scritte e mai fatte vedere a nessuno”, racconta Chiara Venuto, una delle fondatrici del progetto, “per ringraziare la comunità che ci ha cresciuti e che oggi sta lottando dando loro qualcosa con cui sognare, per guardare insieme verso un futuro migliore”. A breve sarà pubblicato il primo libro, “Quello che sento”, di Chiara Venuto con illustrazioni di Eugenia Lo Porto.

 

Spiegano i promotori dell’iniziativa:

“Lettura d’Emergenza è un progetto dal sangue tutto italiano, ma ha un’anima cosmopolita. Nasce dal bisogno di leggere, specialmente nel corso del confinamento dovuto al Coronavirus, e vuole fornire un libro a chiunque ne abbia bisogno, indipendentemente da dove si trovi e quale sia la sua lingua”.

Per fare ciò, pubblica gratuitamente i “libri nel cassetto” di chiunque voglia condividerli. Iniziando proprio da quelli della sua fondatrice Chiara Venuto.

Perché gratis?

“Il motivo è semplice: il libro non è scritto (solo) dal suo autore, – aggiungono -ma da tutta la comunità che sta attorno a lui, e che lo influenza in modo determinante. Un nostro libro, quindi, non è scritto da un nostro autore, ma da tutti voi. Ed è anche per questo che i libri di Lettura d’Emergenza sono forniti gratuitamente: nascono dalla comunità, ed è per questo che tornano ad essa. Perché è soprattutto nei momenti di difficoltà che bisogna ringraziare chi ci ha sostenuti e “costruiti”.

Facebook e Instagram @letturademergenza

Aggredisce il fidanzato con un collare per cani

I fatti accaduti in  Centro città Nella tarda serata di martedì scorso gli agenti della Squadra Volante hanno arrestato una cittadina
brasiliana di 22 anni.
A richiedere l’intervento delle forze dell’ordine è stato il suo fidanzato che, in seguito ad una
violenta lite, era appena stato colpito dalla compagna con un collare di ferro per cani al volto ed al
torace. Alla vista dei poliziotti, la ventiduenne da in escandescenze. Offese nei confronti degli
operatori, lancio di oggetti, acqua versata sui dispositivi elettronici della vittima. La donna è ormai
fuori controllo. Dopo una breve colluttazione ingaggiata con gli agenti e gli operatori sanitari giunti
in ausilio, la giovane è stata arrestata per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Non nuova a questo tipo di episodi: la brasiliana, con precedenti specifici di Polizia, era già stata
arrestata nel 2016 per resistenza alle forze dell’ordine.