Sarà obbligatorio indossarla in tutti i luoghi chiusi con accesso al pubblico
Anche in Piemonte, da lunedì, scatta l’obbligo della mascherina da indossare in tutti i luoghi chiusi con accesso di pubblico. Lo ha annunciato il governatore Alberto Cirio anticipando quanto contenuto nell’ordinanza per la Fase 2 oggi alla firma. La mascherina sarà obbligatoria negli uffici e sui mezzi pubblici: qui saranno disponibili gratis per chi sale senza, così pure nei negozi e nei supermercati. Protezione obbligatoria anche per
chi fa visita a famigliari e congiunti, dove bisognera’ mantenere la distanza.
Nursing Up: “Distribuiti per coprire infermieri e operatori dell’Asl Torino. Continua la vergogna delle protezioni non adeguate”
Riceviamo e pubblichiamo / Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, denuncia l’ennesimo e a questo punto decisamente incredibile, oltreché inaccettabile, caso in cui al personale sanitario è stato dato come dispositivo per la protezione personale, per chi opera con pazienti Covid, un sacco da macellaio con due tubi di nylon come manica.
Si tratta di una inammissibile violazione del diritto di infermieri e professionisti della sanità ad avere sicurezza mentre sono al lavoro. Questi sacchi sono stati distribuiti ieri a tutti gli operatori dell’Amedeo di Savoia, che è “solo” la struttura punto di riferimento per l’emergenza Covid, e poi anche ai reparti Covid e non Covid degli altri presidi ospedalieri dell’Asl Torino. Si tratta dei sacchi che utilizzano i macellai sopra i vestiti quando trasportano le carni, senza le maniche. A parte, poi, sono stati consegnati anche dei “tubi sacchetto”, in nylon, per fare le maniche!! Ma siamo impazziti?
A due mesi e più dall’inizio della pandemia ancora non sono disponibili in numero adeguato i dispositivi di protezione adeguati e necessari per tutti i professionisti che operano nella sanità?
Ancora una volta siamo costretti a protestare per la sicurezza di infermieri e professionisti della sanità e sulla necessità di Dpi. Segnaleremo alla Procura, che ha già aperto dei fascicoli su quanto accaduto nella gestione dell’emergenza Covid a Torino, anche questa vergogna.
Spiega il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing UP, Claudio Delli Carri: “Sono attonito e arrabbiato per la leggerezza con cui ancora oggi si tratta la questione della sicurezza dei colleghi. Le segnalazioni che abbiamo ricevuto da chi opera all’Asl Torino, che ha ricevuto questi sacchi da macellaio per coprirsi, lasciano senza parole. È una vergogna inaccettabile! A ciò si somma il fatto che, alla Città della Salute, ci è stato segnalato che come copertura sulle divise per il pre-triage, sono stati distribuiti dei grembiulini di stoffa, simili ai poncho a righe che vengono utilizzai per la distribuzione del pasto giornaliero. Ma ci stiamo prendendo in giro? Sono settimane che diciamo che è imperativo dotare gli operatori dei dispositivi di protezione necessari, adeguati e certificati. E ancora oggi vengono distribuite questi materiali inadeguati?
Non tollereremo ulteriormente scelte di questo tipo da parte della Regione o da chi prende tali decisioni. La Procura ha già aperto delle indagini su quanto avvento in queste settimane nella gestione dell’emergenza coronavirus. Invieremo loro anche questa segnalazione a dimostrazione che la sicurezza per noi, che rischiamo la vita in questo momento di emergenza, nonostante i tanti discorsi e gli annunci, è ancora molto scarsa”.
Il Segretario Regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta
Claudio Delli Carri
Il gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico di Torino che sta aggiornando i primi risultati del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti” con nuovi approfondimenti tematici per aree di applicazione delle modalità proposte per le riaperture delle attività nella Fase 2, ha pubblicato il Rapporto “Scuole aperte, Società protetta”.
La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono infatti altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese. Il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità. Esigenze e diritti che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini. La letteratura internazionale è unanime nel sottolineare l’importanza per tutti i bambini, ma soprattutto per i più svantaggiati economicamente e socialmente, o con qualche disabilità, di esperienze educative extra familiari precoci.
Il rapporto prende dunque in considerazione queste dimensioni, oltre ad affrontare sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-CoV-2 nell’ambito del sistema scolastico dall’obbligo ma anche nel sistema educativo per la fascia 0-6 anni, che ormai fa parte a pieno titolo del sistema istruzione anche a livello normativo.
Potete leggere il rapporto al link: http://www.impreseaperte.polito.it/i_rapporti/scuole_aperte_societa_protetta
Il Grande Torino raccontato dallo stadio Filadelfia
L’epopea calcistica che più di tutte ha entusiasmato, emozionato e commosso l’Italia. Il libro “Il Grande Torino. Gli Immortali” del giornalista sportivo Alberto Manassero, edito da Diarkos ci racconta la storia di uno stadio e di una squadra che resteranno nella storia.
“Sono del 1926, mi chiamo Campo Torino, ma comunemente mi conoscono come stadio Filadelfia. Fila per gli amici. Ai bei tempi avevo anche un soprannome: Fossa dei Leoni. Il Toro era un ragazzo, quando mi hanno costruito. Aveva vent’anni. Era nato nel 1906, il 3 dicembre, benché potesse vantare robuste radici in quelle che furono le prime società calcistiche italiane. L’embrione del pallone tricolore”.
Si presenta così lo stadio Filadelfia, il narratore d’eccezione di Il Grande Torino. Gli Immortali, scritto da Alberto Manassero, edito da Diarkos. Manassero è giornalista sportivo da oltre trent’anni, ha cominciato a lavorare a Tuttosport nel 1992 e la sua passione per la squadra Granata, che ha seguito professionalmente ogni giorno dal 1999 al 2012, lo ha portato ad addentrarsi nei meandri più nascosti ed epici di una squadra che ha scritto la storia del calcio italiano.
La vicenda del Grande Torino è stata raccontata così tante volte che potrebbe sembrare superfluo tornare su quelle vicende. Invece, Manassero, con una narrazione leggera e coinvolgente, riesce a trovare un punto di vista totalmente nuovo. La storia, come abbiamo visto, viene infatti raccontata da un narratore d’eccezione, ovvero lo stadio Filadelfia di Torino, il primo di proprietà di una squadra di calcio, il Toro, appunto.
Lo stadio ‘ripercorre’ la sua nascita, quando il conte Enrico Eugenio Antonio Marone Cinzano comincia a pianificare la sua costruzione. “Mio papà, intuitivo e tenace – narra Filadelfia nel libro – ha capito da tempo che il Torino ha bisogno di una casa tutta sua, di uno stadio dove ospitare adeguatamente allenamenti, partite e, soprattutto, tifosi. Un luogo di sport e spettacolo, certo, però anche una piazza d’incontro e d’aggregazione. Sarà il Filadelfia, sarò io”.
La vicenda prosegue con la narrazione degli investimenti fatti dal conte Cinzano che porranno le basi per la crescita di una grande squadra: ragazzi, che oltre alle capacità sportive, nel campo da calcio mettono il cuore, riuscendo così a inanellare vittorie, a superare sconfitte, a crescere e diventare campioni veri, non solo vincitori nelle classifiche, ma anche vincitori nel cuore dei tanti appassionati. E poi la tragedia. Quella incredibile e maledetta tragedia che tutt’oggi provoca sgomento e cordoglio.
Il libro è corredato da foto e riproduzioni di prime pagine di giornali dell’epoca che rappresentano un patrimonio unico per entrare completamente in una vicenda capace ancora di appassionare ed emozionare.
Chi non ha ancora trovato le mascherine dovrà farlo. Almeno se vuole continuare a fare la spesa. In alcuni casi i supermarket provvederanno a fornirne una usa e getta a chi ne fosse sprovvisto
I grandi marchi della distribuzione organizzata a Torino e provincia hanno deciso che da lunedì la mascherina sarà di rigore.
In molti casi hanno già affisso avvisi all’ingresso dei supermercati per avvisare i clienti. Carrefour, Coop, Bennet, Esselunga, Conad, Unes, Crai e Lidl, così come praticamente tutti gli altri, seppur non ci siano decreti che obblighino in modo esplicito l’uso dei dispositivi sanitari per la clientela, hanno deciso di attuare la regola dopo l’ultimo dpcm del 26 aprile che fa riferimento all’obbligo “di indossare la mascherina nei luoghi chiusi quando non si riesce a garantire la distanza di un metro”. Alcune catene di supermarket favoriranno l’uso del carrello anzichè del cestello per favorire il distanziamento.
Appuntamento con il pusher per riavere il cellulare
Venticinquenne nigeriano arrestato per tentata estorsione
Pannella, i novant’anni del Gandhi italiano
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Oggi, 2 maggio, Marco Pannella avrebbe compiuto novant’anni. Dieci anni fa promossi il festeggiamento nazionale per i suoi ottant’anni a Torino al circolo della Stampa. Fu uno straordinario pomeriggio bipartisan in cui politici di colori politici diversi resero omaggio a Marco che concluse l’incontro con un grande discorso.

Nato in una stanzetta affittata a Torino ad una studentessa universitaria, Lettura d’Emergenza ha l’obiettivo di regalare eBook più o meno inediti ad ogni italiano
“Stiamo cercando autori disposti a fornire gratuitamente alla collettività i propri ‘libri nel cassetto’, quelle opere scritte e mai fatte vedere a nessuno”, racconta Chiara Venuto, una delle fondatrici del progetto, “per ringraziare la comunità che ci ha cresciuti e che oggi sta lottando dando loro qualcosa con cui sognare, per guardare insieme verso un futuro migliore”. A breve sarà pubblicato il primo libro, “Quello che sento”, di Chiara Venuto con illustrazioni di Eugenia Lo Porto.
Spiegano i promotori dell’iniziativa:
“Lettura d’Emergenza è un progetto dal sangue tutto italiano, ma ha un’anima cosmopolita. Nasce dal bisogno di leggere, specialmente nel corso del confinamento dovuto al Coronavirus, e vuole fornire un libro a chiunque ne abbia bisogno, indipendentemente da dove si trovi e quale sia la sua lingua”.
Per fare ciò, pubblica gratuitamente i “libri nel cassetto” di chiunque voglia condividerli. Iniziando proprio da quelli della sua fondatrice Chiara Venuto.
Perché gratis?
“Il motivo è semplice: il libro non è scritto (solo) dal suo autore, – aggiungono -ma da tutta la comunità che sta attorno a lui, e che lo influenza in modo determinante. Un nostro libro, quindi, non è scritto da un nostro autore, ma da tutti voi. Ed è anche per questo che i libri di Lettura d’Emergenza sono forniti gratuitamente: nascono dalla comunità, ed è per questo che tornano ad essa. Perché è soprattutto nei momenti di difficoltà che bisogna ringraziare chi ci ha sostenuti e “costruiti”.