ilTorinese

Parole d’amore ai tempi del virus

Francesco, infermiere impegnato nell’emergenza sanitaria, ha scritto un pezzo uscito su spotify e itunes dedicato alla sua ragazza

Incontro Francesco lungo Po, con la luce calma del tramonto, l’odore della primavera che quest’anno si sente quasi colpevole ad essere arrivata, e qualche sguardo prudente che passa rapido dietro alle nostre spalle.  Ha gli occhi dolci, uno sguardo un po’ lontano e un sorriso sincero.

T: Ciao Francesco, chi sei e da dove vieni?
F: Allora, sono Francesco, ho 27 anni, sono nato a Civitanova Marche e faccio l’infermiere. Esauriente? (ride). Sono a Torino da due anni, ma prima di approdare qui ho vissuto anche a Milano per un po’ di tempo. Qui a Torino ho trovato quello che per me era il giusto equilibrio tra il traffico della grande città e la pace della cittadina di provincia. Non mi fraintendere -che se lo legge mia mamma pensa “ma guarda questo”-: amo il posto dove sono nato, amo tornarci, ma io sono uno a cui piace cambiare.

T: e invece chi è F Brioschi?
F: F brioschi so’ io: è il mio alter-ego creativo. Hai presente quella parte di ognuno di noi che rimane inespressa, ma che è latente, quel qualcosa che non sai che forma abbia ma senti che c’è, e allora per ri-conoscerla, per prendere consapevolezza della sua esistenza, le dai un nome: dando un nome a questa parte di me, è come se gli avessi dato vita, attraverso la musica. Così è nato F Brioschi. Questo nome l’ho scelto insieme alla mia ragazza: se po di? O fa miele?

T: Da come ne parli sembra un “ri-conoscimento” recente.
F: Ho sempre scritto, canzoni, pensieri, poesie, parole insomma con diverse forme si, ma non mi ero ancora ri-conosciuto davvero. Avevo registrato altri pezzi che ho tenuto per me, per gioco, mentre Mina è uscito allo scoperto perchè è stato un regalo per la mia ragazza, Mina appunto. E’ lei che ha tirato fuori F Brioschi, in tutti i sensi. E il produttore, Emanuele Cotto, ha fatto il resto: ha visto nel mio pezzo un inno all’amore in cui altre persone avrebbero potuto indentificarsi, come spesso accade; poi è successo che è stata ascoltata dall’etichetta Reload Music, che ha deciso di farla uscire sulle piattaforme di streaming musicale a loro marchio. Sinceramene non mi aspettavo che un’etichetta si potesse accorgere di me, visto che fino a ieri cantavo solo mentre spadellavo (da buon terrone), o nel letto prima di dormire per fare addormentare la mia ragazza. E ora invece mi ritrovo la mia faccia su spotify.

T: Dicci chi è, e che cos’è, Mina
F: Mina è la mia compagna, la mia ragazza, che in realtà si chiama Martina, ma le piace farsi chiamare così. Nella canzone ho giocato con le parole: (canticchia) “e adesso c’ho una mina nel petto”, una bomba pronta ad esplodere per la potenza di quello che provo nei suoi confronti.  Dopo esserci persi in un locale notturno due anni fa, ci siamo ri-incontrati quest’autunno (canticchia di nuovo) “erano due anni che non ti vedevo”, e l’impressione che ho avuto è che ci fossimo già incontrati in un’altra vita “e ci siam voluti già in un’altra vita”, perchè è stato tutto molto familiare e vero sin dall’inizio, come se non dovessimo spiegarcele, le cose che più erano sepolte dentro noi. Mi sono sentito come se fossi tornato a casa dopo un lungo errare alla ricerca di una sensazione cosi vera. Quando l’ho ritrovata è stato come unire i puntini. É una sensazione rara, non è il semplice innamoramento: per questo il pezzo non poteva che prendere il suo, di nome.

T: Il pezzo è uscito durante la pandemia che ha messo in ginocchio tutta italia: come sta andando?
F: “mina” è uscito il 23 aprile su spotify, itunes, e alter piattaforme: fare uscire un pezzo in questo periodo va contro tutte le regole non scritte del mercato musicale, ma abbiamo comunque deciso di pubblicarla per vedere quante persone avrebbe raggiunto. Siamo rimasti davvero stupiti, perchè è andato ben oltre le nostre aspettative: dopo 15 giorni siamo arrivati a 15 mila stream, 1000 stream al giorno, non male eh per un ragazzo di provincia (ride): per me ma anche per il produttore e per l’etichetta, sono stati una grandissima sorpresa, essendo il mio primo pezzo.

T: ma con un successo così, avrai sicuramente in cantiere un secondo pezzo: confermi?
F: non voglio dire ancora nulla, solo che questo secondo pezzo sarà molto diverso dal primo, parla di una sensazione, uno stato d’animo in movimento, qualcosa che accomuna un po tutti i malinconici: non è che se so’ innamorato non sono più nostalgico. Non c’è un vero e proprio progetto musicale dietro, quello che esce da me è solo verità quindi aspettatevi questa e nient’altro.

Rapine a donne anziane, arrestato l'”incubo di San Salvario”

Era diventato l’incubo dei residenti del quartiere San Salvario, i carabinieri sono riusciti a fermare e arrestare un rapinatore seriale, ritenuto responsabile di 2 furti con strappo e 5 rapine a donne anziane, qualcuna con disabilità.

Agiva di sera e sceglieva sempre donne anziane e le aggrediva in strada alle spalle per non essere riconosciuto.
Erano arrivate diverse segnalazioni e denunce da parte dei residenti preoccupati per la presenza di un rapinatore seriale nel quartiere.
Sono stati di conseguenza intensificati i servizi preventivi e di controllo del territorio per prevenire furti e rapine. I carabinieri della compagnia San Carlo, in divisa e  in borghese, hanno monitorato il centro e il quartiere San Salvario.
Le indagini hanno consentito di acquisire gravi e convergenti indizi di colpevolezza a carico di un brasiliano di 24 anni, residente ad Asti, grazie anche all’analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona e alle testimonianze di alcuni testimoni.
L’attività ha permesso di individuare, fermare e arrestare il rapinatore in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Torino- perché ritenuto responsabile di rapina, furto aggravato e lesioni.
L’uomo è ritenuto responsabile di 2 furti con strappo e 5 rapine, avvenuti nel quartiere San Salvario, tra il 6 e il 13 gennaio di quest’anno.
In alcuni casi le donne sono state costrette a ricorrere alle cure mediche.

Mascherine illegali: scoperto giro d’affari per oltre 5 milioni di euro

 Sequestrati anche i medicinali arrivati in “aiuto” dalla Cina, nascosti in un magazzino di una società Alessandrina. Sequestrate oltre 40 carte di credito utilizzate per le attività illegali.

Dovevano servire per aiutare la popolazione italiana durante l’emergenza Coronavirus. Invece, centinaia di Medicinali arrivati dalla Cina erano nascosti nei magazzini di una società piemontese.

È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di migliaia tra mascherine e medicinali.

Una vera e propria “montagna” di dispositivi medici non conformi tutti importati illecitamente e successivamente commercializzati in tutta Italia.

La base a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, dove aveva sede la società per azioni, amministrata da un cittadino cinese cinquantacinquenne, Z.Y. le sue iniziali residente nel capoluogo piemontese, dominus del sistema truffaldino. La sua società si ramificava su buona parte del territorio nazionale grazie anche alle quattro unità locali di Novi Ligure (AL), Cessalto (TV), Rozzano (MI) e Rignano sull’Arno (FI), tutte da poco perquisite dai Finanzieri.

Due gli imprenditori cinesi denunciati dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino che hanno condotto le indagini coordinati dalla locale Procura della Repubblica.  I due, in concorso tra loro, hanno introdotto illecitamente in Italia containers di mascherine protettive (tipo FFP2 e/o chirurgiche) approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione dell’epidemia da COVID 19.

Ed è proprio nei magazzini della società di Novi Ligure, nell’Alessandrino, che i Finanzieri hanno scoperto come dietro la rivendita di capi d’abbigliamento di lusso acquistati all’Outlet di Serravalle Scrivia (AL), si celava un deposito, all’interno del quale venivano occultate le mascherine importate illegalmente.

Qua, oltre ai dispositivi medici, 130.000 mascherine, sono state rinvenute una quarantina di carte di credito, “Gold” e “Platinum”, di diversi istituti di credito, carte queste ultime, utilizzate per l’attività illegale.

L’aspetto più grave della vicenda il ritrovamento, sempre presso la società alessandrina, gestita da P.C., trentaduenne residente a Novi Ligure, di centinaia di confezioni di medicinali utili al contrasto della diffusione epidemiologica; tutti i farmaci erano destinati alla popolazione italiana nell’ambito del progetto “Anti-Epidemic Supplies from Zhejiang to Italy”.

Sono ancora in corso le indagini dei Finanzieri per rintracciare l’amministratore dell’azienda torinese che frettolosamente ha fatto perdere le proprie tracce rifugiandosi in Cina ma anche per accertare le cause per le quali il materiale si trovasse nascosto nel magazzino dei “contrabbandieri” e non messo a disposizione dei servizi assistenziali italiani ai quali erano in origine destinati.

Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Torino hanno appurato un giro d’affari illegale di oltre 5.000.000 di euro: in tre mesi poche fatture d’acquisto ed un “fiume” di fatture di vendita, questo è il quadro d’insieme che le indagini hanno tristemente cristallizzato e che hanno “foraggiato” sistemi speculativi.

Lo “score” dell’operazione è di rilievo, soprattutto perché, oltre ad evitare che il flusso commerciale finale fosse dirottato su speculatori economici, l’enorme quantitativo di “mascherine”, circa 600.000, sarà destinato, grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal Commissario per l’Emergenza Covid-19 sul territorio piemontese, agli Enti pubblici e/o assistenziali maggiormente in crisi in questo momento.

Le indagini sono ancora in corso e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino si raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale; in questi giorni numerose aziende italiane hanno avviato delle produzioni lecite a prezzi concorrenziali che potranno garantire loro una ripartenza per il post emergenza.

 

(foto archivio)

Quando il macellaio è un amico

In tempo di crisi economica registriamo una valida iniziativa promossa dall’Associazione provinciale macellai di Torino e Ascom, con il supporto delle istituzioni locali e di alcune aziende 

A soli 5 euro 4 hamburger da un etto, due etti di prosciutto cotto, mezzo chilo di pasta, un barattolo di pelati, alle condizioni indicate nella locandina che vedete pubblicata.

“Il ruolo del macellaio – commenta il vicepresidente dell’associazione Pier Carlo Barberis – non è solo quello di commerciante. In particolare in questi momenti difficili la nostra professione diventa ancor di più servizio per il cliente”

 

Mascherine, la Regione: “Consegnato il 50 per cento del totale a Torino. Distribuzione in corso”

Prosegue la distribuzione delle mascherine della Regione Piemonte a tutti i Comuni piemontesi. Si è completata – scrive la Regione in una nota – la fornitura di tutti i comuni sotto i 3000 abitanti, mentre agli altri è stata consegnata una prima tranche.

In particolare, per quanto riguarda Torino, è stato consegnato il 50% delle mascherine previste condividendo con l’amministrazione comunale l’opportunità di non ingolfare la macchina distributiva ma di procedere con gradualità. Fin dall’inizio è stato infatti ritenuto opportuno non temporeggiare aspettando la produzione complessiva dei 5 milioni di dispositivi, ma si è scelto di procedere con tranches di consegne successive man mano che erano pronte.

A domenica 10 maggio, è stata coperta la metà del fabbisogno cittadino. Rispetto al timing iniziale si registra uno scarto di due giorni, dovuto alla tempistica di produzione. «Il dialogo tra la Regione Piemonte e il Comune di Torino è sempre stato costante sul tema mascherine – sottolinea l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – la collaborazione si è rivelata proficua ed in queste ultime settimane condivideremo anche gli ulteriori passaggi relativi al completamento delle consegne. La scelta di distribuzione capillare comporta maggiori oneri e dilazioni temporali, ma è certamente la più precisa. Ricordiamo che le mascherine “sociali” sono gratuite e utilizzabili più volte seguendo le istruzioni allegate ad ogni pezzo».

Torino Capitale europea della Cultura?

Dal Consiglio comunale la proposta di una ricerca conoscitiva per candidare la città

E’ stata approvata ieri dal Consiglio Comunale, con 26 voti favorevoli e 1 contrario (DemA) una mozione (primi firmatari: Massimo Giovara e Damiano Carretto – M5S) che impegna l’Amministrazione a effettuare – in seno alla Quinta Commissione Consiliare – una ricerca conoscitiva sulla candidatura di Torino a Capitale europea della Cultura, ai sensi dell’articolo 76 del Regolamento del Consiglio Comunale.

Si prevede che la ricerca conoscitiva possa svilupparsi e concludersi nell’arco di sei mesi dalla sua istituzione.

È un provvedimento – ha dichiarato il proponente Giovara – utile da votare, anche in questo periodo emergenziale, per permettere di progettare interventi a lungo termine, per la candidatura del 2033.

Analoga ricerca era stata promossa dall’attuale amministrazione, sempre nell’ambito della Quinta Commissione, sul tema della partecipazione culturale.

Nei dibattiti sul provvedimento sono intervenuti i consiglieri Massimo Giovara, Stefano Lo Russo, Marina Pollicino, Fabio Versaci, Viviana Ferrero, Deborah Montalbano, Damiano Carretto, Eleonora Artesio, Francesco Tresso.

(dall’ufficio stampa del Consiglio comunale)

Ricordi di un impolitico di cinquant’anni fa

Di Pier Franco Quaglieni / Cinquant’anni fa Il mio amico Tito Gavazzi, che era stato uno stretto collaboratore di Adriano Olivetti come assessore alla cultura ad Ivrea, mi offri’ la candidatura di capolista al Comune di Moncalieri come indipendente. Pur tra tante esitazioni finii di accettare, anche se nel frattempo fui retrocesso da capolista numero 1 a capolista numero 3 

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Ero legato sentimentalmente  a Moncalieri perché la prima storia d’amore che ho avuto, fu con una ragazza di Moncalieri che abitava in via San Martino. Era un motivo non politico ma affettivo allora di non poco conto. Ancora oggi quando passo per quella via sento il ricordo di quella ragazza mai più incontrata dal 1969. Un piccolo politicante locale, tale  Rodolfo Caponnetto, fece fuoco e fiamme per ottenere il numero uno e farmi cancellare dalla lista, anche se il mio nome non poteva allora dare molto fastidio. Scrivevo già su qualche giornale e avevo contribuito a fondare il Centro Pannunzio due anni prima. Avevo un ottimo rapporto con Alberto Ronchey, allora direttore della “Stampa”. C’era forse  qualcosa di più perché il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, che io avevo conosciuto in qualche occasione pannunziana, mi fece telefonare dal suo più stretto collaboratore Costantino Belluscio  per dirmi che avrebbe gradito la mia candidatura come figura intellettuale indipendente. 
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Feci una campagna molto spartana, anche se poi mio padre, che era contrarissimo alla mia candidatura (da poco ero diventato maggiorenne), mi elargì una somma che mi consentì di allestire due auto con altoparlanti e far stampare un numero adeguato di manifesti che i miei concorrenti ogni notte ricoprivano sistematicamente con i loro. Mi aiutò molto tra gli altri il mio fedelissimo amico Cav. Salvatore Guerreri, come fece anche, sottobanco, un altro mio carissimo amico liberale, il dottor Mario Altamura che era candidato a Torino per il Partito liberale. Conobbi da vicino la combriccola socialdemocratica moncalierese e torinese e rimasi quasi subito schifato. Gentucola ignorante attaccata al clientelismo gestito con mano ferrea da Terenzio Magliano e in modo meno sguaiato da Franco Nicolazzi e Pier Luigi Romita che non ebbi mai modo di incontrare. Vicino a me c’era l’autorevolissimo professore Aldo Garosci, eroe dell’antifascismo e collaboratore del “Mondo”, il prof. Gian Piero Orsello, ex  leder nazionale dei giovani liberali, l’avvocato Emilio Bachi presidente della Comunità israelitica. Va citato anche l’amico futuro avvocato Mauro  Nebiolo Vietti. Feci tantissimi comizi in tutte le piazze e le frazioni di Moncalieri. Nel corso di questi comizi dove ero quasi sempre introdotto dall’ amico Guerreri, ebbi modo di incontrare tante persone che mi aiutarono per la campagna elettorale con slancio e generosità  Per altri versi, il dottor Aldo Lanza, amico di Altamura, si mobilitò per me come il dottor Vasconi che nella consiliatura successiva venne eletto consigliere al mio posto. La vedova di un benemerito di Moncalieri che salvò tante vite umane dalle acque del Po, Abellonio ( con cui mio padre andava a pesca ) si mobilitò a mio favore. Mio Zio che era proprietario dell’ Argus fece distribuire dai suoi metronotte dei miei  Santini durante i loro giri notturni per Moncalieri. Alla fine della campagna elettorale avevo raggiunto un bel gruppetto di sostenitori, compreso un reverendo padre barnabita del Real Collegio di Moncalieri, amico di Mario Soldati, che fece qualche telefonata a mio sostegno. Ebbi modo di conoscere Moncalieri che allora, pur con 60 mila abitanti,era ancora un paesino, malgrado il Castello. Il concentrico era molto provinciale e le frazioni erano campagna. La cultura non esisteva perché tutto ruotava su Torino.
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Io riuscii secondo eletto della lista con poco stacco dal primo escluso che mi avrebbe ostacolato per l’ intero quinquennio. Alcuni mi votarono pensando di votare mio padre Piero, molto autorevole e  allora conosciuto. Festeggiai con gli ultimi soldi rimasti con una cena offerta ai fedelissimi al ristorante “La Darsena” appena inaugurato. Fu nel complesso una bella anche se faticosissima esperienza. L’ ultimo giorno di campagna elettorale feci dieci comizi volanti. Il comizio più importante avvenne in piazza Vittorio Emanuele con Gian Piero Orsello che venne apposta da Roma per sostenermi. Quando venni in contatto con l’apparato di partito mi misi quasi subito le mani nei capelli. Quasi subito mi offrirono la direzione del settimanale “Torino giorni” che diressi svogliatamente fino al 1973. Garosci mi chiese di scrivere su “’Umanità”. Saragat mi ricevette al Quirinale congratulandosi con me. Voleva conferirmi anche una onorificenza , ma io non avevo l’età minima per riceverla. Ma le dolenti note cominciarono con gli incontri per la formazione della Giunta dai quali venni escluso, malgrado fossi il capogruppo. Per circa tre anni seguii assiduamente i lavori del Consiglio comunale e delle Commissioni e feci tante interrogazioni e interpellanze che non venivano prese seriamente in considerazione. Una di queste venne persino perduta e io per protesta abbandonai i lavori del Consiglio. Avevo un’idea idilliaca e in fondo distorta della politica che mi impediva il compromesso. Quando mi resi conto di questo, incominciai ad  allontanarmi, Votare sì per disciplina di partito mi infastidiva, specie quando andava contro le mie idee. Nei lavori consiliari ero nel banco sotto a quello occupato dal presidente della Regione  ed ex sindaco di Moncalieri Edoardo Calleri di Sala con cui non legai politicamente ma sul terreno intellettuale si stabilì tra noi un certo feeling. Era una persona preparata e colta, forse troppo spregiudicata, ma sicuramente di alto valore. Nel frattempo divenni amico di suo nipote  Paolo Macchi che non fece mai nulla per far facilitare un rapporto  tra me e lo zio. Allora si diceva che la città fosse un suo feudo e c’era chi la chiamava scherzosamente Moncalleri.
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Durante il mio mandato conobbi bene e si stabilì anche un’amicizia con il vice sindaco e futuro sindaco Guido Piga socialista autonomista. Divenni in anni successivi amico della moglie e della figlia  di Piga nell’ambito del Centro “Pannunzio”. E conobbi anche Vincenzo Quattrocchi, futuro sindaco socialista che in più circostanze si rivelò un amico. Il povero Caponetto sempre prepotente quanto incolto divenne assessore al Bilancio. Avemmo più occasioni di scontro che di incontro. Una volta mi disse, urlando, che io ero colto, ma non furbo e che la politica richiede  furbizia. Una frase che a distanza di tempo ritengo una medaglia al valore civile. I rapporti in pochi anni degenerarono e quando iniziai ad insegnare incominciai a trascurare i lavori del Consiglio. Una volta verso mezzanotte una telefonata del Sindaco Giuseppe Riva, un oscuro geometra, mi sollecitò, come piacere personale, ad andare a votare il bilancio che senza il mio voto non sarebbe stato approvato e mi offrì anche la macchina per venirmi a prendere. Andai a votare, ma nella dichiarazione di voto dissi che in futuro avrei fatto gruppo per me stesso e chiusi ogni rapporto con Caponetto e  i suoi accoliti che convocarono un’assemblea congressuale sotto Ferragosto, in gran segreto, per escludermi. Piccole miserie  che mi indussero ad abbandonare ogni velleità politica. Una scelta giusta che mi consentì di dedicarmi totalmente alla cultura. Di tutto quel periodo io ricordo con fierezza solo il discorso-  studiato insieme all’arch. Gian Piero Vigliano di “ Italia nostra”! – in consiglio comunale in difesa dell’area verde delle Vallere che volevano in parte lottizzare e i discorsi per festività nazionali  come il 4 novembre o il 25 aprile.  Il 20 settembre 1970 il sindaco non volle accettare la mia proposta di ricordare il centenario della Breccia di Porta Pia. Tra i consiglieri ricordo con affetto il mio carissimo amico Cesare Pogliano purtroppo destinato a morte precoce e il principe del foro avvocato Caretta – ambedue erano liberali – che mi voleva nel suo Lions’ di Moncalieri dove andai a parlare una volta.
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Ricordo invece con disgusto la volgarità ignorante e violenta del consigliere missino e con una certa commiserazione alcuni consiglieri comunisti e democristiani incapaci di proferire parola e solo capaci ad alzare la mano all’atto del voto. Con il giovane democristiano Domenico Giacotto si stabilì un rapporto o cordiale destinato a durare nel tempo. Un personaggio folcloristico era l’assessore repubblicano Giuseppe Cutugno, un personaggio che avrebbe fatto inorridire La Malfa e Spadolini . Tornai a Moncalieri poche volte e una per ricevere il premio Saturnio, presente il mio amico Quattrocchi. Mi stupii per quel riconoscimento. Conobbi anche Sergio Chiamparino che faceva il funzionario del Pci a  Moncalieri ed assisteva dalla tribuna del pubblico ai Consigli comunali. In cinque anni non ci fu mai un rapporto, neppure un caffè,se non qualche parola di sfuggita. Credo che la sua antipatia nei miei confronti sia nata proprio in quegli anni. Era un comunista guareschianamente  molto ligio .Lo conobbi  più a fondo quando il mio amico Piero Fassino lo invito’ ad un pranzo con me : negli anni 80 era diventato funzionario del Partito  provinciale. Poi dal 1992 iniziò il suo imprevedibile decollo che lo portò prima in Parlamento, poi alla carica di sindaco e di presidente della Regione Fui anche presidente per un anno di quel premio, ma non riuscii ad affiatarmi con la giuria quasi sicuramente per colpa mia. Poi venni invitato dal Sindaco di Moncalieri nel 2006 a ricordare Mario Soldati nel centenario della nascita. Dopo tanto tempo quasi casualmente sono entrato in rapporti con l’Assessore alla cultura Laura Pompeo che ha dato una svolta eccezionale alla politica culturale di Moncalieri. Con le sue iniziative  i moncalieresi non sono più costretti ad andare a Torino e molti torinesi vanno a Moncalieri,  attratti dagli eventi progettati da Pompeo che è un’archeologa autorevole, allieva e collaboratrice negli scavi del grande Giorgio Gullini. E’ stata lei a riconciliarmi in qualche modo con Moncalieri, invitandomi il 2 giugno 2018 a tenere l’orazione ufficiale. Fu una bella e partecipata cerimonia che ai tempi della mia consiliatura non si faceva.
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Torino, 67 detenuti positivi al covid 19

La relazione della vicesindaca Schellino in Sala Rossa / Il Consiglio comunale ha discusso nella seduta di ieri pomeriggio l’interpellanza generale sul tema della gestione della pandemia negli istituti penali cittadini; la questione è stata posta da tredici consiglieri comunali di minoranza (primo firmatario, Francesco Tresso). 

Per la Giunta è intervenuta la vicesindaca Sonia Schellino: “dalle informazioni pervenute dalla Direzione Penitenziaria sono risultati 46 detenuti ‘positivi’ al Coronavirus all’interno della Casa Circondariale; a seconda dei casi, sono stati predisposti isolamenti in camera di detenzione ed è stato dedicato un padiglione unico (E) per garantire spazi adeguati alle cure. Il padiglione D è usato invece per isolamenti sanitari dei soggetti asintomatici. Alla data del 5 maggio non risultavano ulteriori casi di positività. Per garantire la migliore assistenza sanitaria è previsto il passaggio quotidiano per le visite da parte di un infettivologo.

Secondo quanto comunicato dal dottor Minervini risulta un dato storico di 67 detenuti positivi al Covid19, di cui 13 presenti nella struttura. Riguardo il personale di polizia penitenziaria sono dieci le unità risultate positive al Coronavirus su 742 unità in servizio.

La vicesindaca ha ricordato che Il Comune ha un ruolo di ascolto riguardo al tema. La Garante dei diritti delle persone private della libertà di Torino, Monica Gallo, ad aprile aveva relazionato alla Città riguardo le possibili criticità di cui era venuta a conoscenza. L’Amministrazione comunale ha promosso la trattazione dei rilievi della Garante presso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La vicesindaca ha riepilogato le ulteriori informazioni pervenute da Minervini per garantire le migliori condizioni di sicurezza nella Casa circondariale al fine di aumentare il livello di prevenzione al contagio; le misure sono attive a partire dal 25 febbraio. La Città ha dato la propria disponibilità per reperire soluzioni abitative e percorsi a bassa valenza assistenziale a sei donne minorenni, pur sapendo che la copertura finanziaria garantita è di soli sei mesi e che la Città dovrò farsi carico della prosecuzione nei mesi successivi.

Riguardo il Ferrante Aporti, Schellino ha detto che al momento non sono rilevate criticità sanitarie riguardo l’emergenza sanitaria in atto; sono state interrotte le attività scolastiche, poi riprese con la formazione a distanza.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Francesco Tresso (Lista civica per Torino) Sono contento che la situazione sia in miglioramento. Il fatto che si sia richiesto l’intervento a Medici senza Frontiere testimonia quanto la situazione fosse grave e quanto fossero fondate le nostre richieste di avere informazioni, già da settimane. E’ vero che la Città non ha competenza diretta sulla gestione dell’emergenza sanitaria in carcere ma la Città avrebbe potuto avere un ruolo propositivo, suggerendo dove allocare alcune persone, considerato che attorno alla struttura ruotano circa tremila persone.

Eleonora Artesio (La Sinistra) Ricordo come in occasione di alcune conferenze stampa il carcere sia stato considerato da questa Amministrazione un quartiere di Torino. Deve essere considerato tale anche quando si è chiamati a condividere questioni dolorose. La Città si è mossa in ritardo ignorando le potenzialità che avrebbe potuto attivare per intervenire sulla riduzione del sovraffollamento. La Città è stata attenta ad essere minimamente coinvolta.

La vicesindaca  Schellino ha replicato riguardo la dinamica del servizio di assistenza alle sei donne minorenni, motivando la scelta di sostenere un progetto in sintonia con le caratteristiche del servizio garantito dalla Città, senza lasciare delle persone prive di un percorso anche oltre il limite dei sei mesi del finanziamento nazionale.

(dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

Incentivi sui monopattini, la Regione: “Il Governo esclude tre milioni di piemontesi”

A oggi soltanto 6 comuni piemontesi su 1.181 potranno usufruire dell’incentivo di 500 euro previsto dal governo per l’acquisto di biciclette o mezzi di mobilità alternativi all’auto

Il provvedimento in discussione in queste ore prevede, afferma una nota della Regione, l’assegnazione dell’incentivo soltanto per i comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti che escluderebbe tre capoluoghi: Vercelli Verbania e Biella.

«L’intenzione del governo di promuovere la mobilità alternativa per evitare assembramenti sui mezzi pubblici – osserva l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – può essere lodevole, ma il criterio di assegnazione del bonus ai Comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti non ha senso, ed è il segnale di un Governo che ormai assume decisioni approssimative e superficiali creando cittadini di serie A e serie B, e che in questo caso tagliano fuori più di 3 milioni di piemontesi».

In regione soltanto Torino Alessandria Novara Asti Moncalieri e Cuneo hanno una popolazione sopra ai 50.000 abitanti.

Il turismo piemontese chiede aiuto alla Regione

Il settore turistico piemontese chiede un intervento di sostegno economico da parte della Regione Piemonte. A denunciarne lo stato di crisi, provocato dal Covid 19, è il CA.V.RE.P,  Comitato Agenti di Viaggi Regione Piemonte

Il turismo è certamente uno tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi economica provocata dall’emergenza Covid 19, con pesanti ricadute prima di tutto sulle agenzie di viaggio ed i tour operator, ma anche sulle compagnie aeree, le guide turistiche ( in seguito alla chiusura di musei e mostre), le strutture ricettive e le compagnie di bus.

A denunciare la forte criticità in cui si è venuto a trovare improvvisamente il settore, anche in Piemonte,  è stato  il CA.V.RE.P ( Comitato Agenti di Viaggi Regione Piemonte), che riunisce nel territorio regionale oltre un centinaio di agenzie di viaggio, sia piccole sia medio piccole realtà, che possono affiancare alla presenza del titolare quella anche di dipendenti. In totale in tutto il Piemonte queste realtà sono 1300.

“Le agenzie di viaggio – precisa Marco Naso del Comitato CA.V.RE.P – sono state le prime ad essere colpite da questo tsunami, bruciando migliaia di euro, frutto del duro lavoro maturato nel corso del 2019 ed oggi trasformati in voucher, vale a dire strumenti che i clienti potranno utilizzare per una futura vacanza, ma che non potranno generare nuovi ricavi. A partire dalla fine di febbraio sono, infatti,  giunte le prime cancellazioni e le prime chusure da parte dei Paesi stranieri, primo tra tutti quello delle Mauritius, che ha avviato poi quella che sarebbe stata una vera e propria paralisi mondiale”.

“A distanza di sessanta giorni – prosegue Marco Naso del Comitato CA.V.RE.P – non abbiamo ancora ricevuto alcuna certezza su quali saranno i Paesi che apriranno i loro confini al turismo. L’Italia, certamente, sarà l’ultimo al quale accorderanno l’ingresso per i turisti, con una conseguente ripresa del settore non prima del 2021. Nel medesimo tempo le aziende devono cercare di rimanere aperte, pagare i costi previsti, ma con la prospettiva di zero incassi. Le agenzie di viaggio sono, inoltre, chiuse da due mesi e non sanno quando potranno riprendere la loro attività e ricominciare ad incassare.  Per questa ragione è fondamentale richiedere aiuti concreti ed immediati, con finanziamenti a fondo perduto, blocco delle tasse e cancellazione di tutti i tributi fino a fine del 2020, oltre alla promozione di campagne pubblicitarie di rilancio del settore turistico italiano, che è stato eccessivamente bypassato dalle potenti holding straniere, che vendono servizi sulle loro piattaforme online, portando i loro ricavi all’estero e non producendo, però, posti di lavoro nel nostro Paese”.

“La Regione Piemonte  – conclude  Marco Naso del Comitato CA.V.RE.P  – ha previsto aiuti consistenti in finanziamenti a fondo perduto per svariate categorie professionali ed artigianali che sono state colpite dalla crisi prodotta dall’emergenza Covid 19, tra cui ristoranti, bar, parrucchieri, centri estetici, solarium, sale da ballo, disoteche, ma non sono ancora stati previsti, al momento, aiuti a favore delle agenzie di viaggio”.

Uno spiraglio potrebbe, però, aprirsi in seguito al disegno di legge denominato “Riparti Piemonte”, approvato il 4 maggio scorso dalla Regione Piemonte, che mette in campo 808 milioni di euro per favorire la ripartenza dell’economia e della società con stanziamenti, molti dei quali a fondo perduto, per aziende, famiglie e lavoratori piemontesi.

Per il settore del turismo è previsto lo stanziamento di 34,1 milioni di euro, di cui 22,7 riservati all’offerta ricettiva e turistica per la ripresa post Covid in tutta la filiera, venendo ad interessare anche le professioni del turismo e le agenzie di viaggio; 9,4 milioni di euro verranno stanziati a favore della commercializzazione ( voucher, eventi e prodotti) e 2 milioni di euro per le campagne di comunicazione a favore del settore turistico regionale.

Mara Martellotta