ilTorinese

Coronavirus: in calo vittime, ricoveri in terapia intensiva e contagi

Il bollettino della Regione di lunedì 25 maggio

15.561 PAZIENTI GUARITI E 3.373 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 15.561 (+185 rispetto a ieri): 1463 (+15) in provincia di Alessandria, 706 (+26) in provincia di Asti, 673 (+7) in provincia di Biella, 1578 (+9) in provincia di Cuneo, 1374 (+4) in provincia di Novara, 8179 (+121) in provincia di Torino, 669 (+1) in provincia di Vercelli, 796 (+2) nel Verbano-Cusio-Ossola, 123 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 3.373 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.798

Sono 15 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.798deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 632 Alessandria, 227 Asti, 203 Biella, 361 Cuneo, 327 Novara, 1679 Torino, 207 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 37 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.228(+48 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3855 in provincia di Alessandria, 1781 in provincia di Asti, 1032 in provincia di Biella, 2746 in provincia di Cuneo, 2660 in provincia di Novara, 15.413 in provincia di Torino, 1280 in provincia di Vercelli, 1104 nel Verbano-Cusio-Ossola, 257 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 100 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 72 (3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1227 (56 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6197.

I tamponi diagnostici finora processati sono 288.018, di cui 160.737 risultati negativi.

Il virus che ha contagiato la giustizia mette a rischio i diritti dei cittadini

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / La situazione del CSM  e non solo, ma anche quanto avviene al Ministero della Giustizia, appare sconcertante. Giletti nella sua trasmissione televisiva domenicale ha ulteriormente documentato opacità scandalose emerse  da nuove  intercettazioni.

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Sembra quasi paradossale che i sostenitori delle intercettazioni a strascico siano divenuti essi stessi vittime di un sistema barbaro che viola ogni privacy  e che l’attuale ministro ha ulteriormente potenziato.
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La guerra selvaggia e senza esclusione di colpi , per correnti politiche e per bande tribali, al CSM per la spartizione dei posti appare da oltre un anno uno scandalo vistoso a cui non si è posto rimedio con lo scioglimento dell’attuale CSM. Torna alla memoria che il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga ebbe il coraggio di sospendere la delega al vicepresidente del CSM  Giovanni Galloni, un democristiano di sinistra arcigno e giustizialista, e di mandare i Carabinieri a Palazzo dei Marescialli dove ha sede il CSM. Cossiga cercò come capo del CSM di arginare lo strapotere dei magistrati, denunciandone in alcuni casi  anche la faziosità politica. Poi si dimise da Presidente della Repubblica e l’Italia ebbe la disgrazia di avere un presidente ex magistrato nella persona di Oscar Luigi Scalfaro che sostenne il pool di Milano, Borrelli e Di Pietro che distrussero per via giudiziaria l’assetto democratico del Paese che solo gli elettori avevano il diritto di cambiare. La Magistratura si sostituì al potere sovrano del popolo con un’azione in cui le regole inquisitorie adottate portarono  a dei suicidi : incarcerare le persone perché confessassero fu la regola di comportamento dei giudici milanesi sostenuti da Scalfaro e da tanti giornalisti faziosi.  Il coraggio di Cossiga non bastò a fermare la furia giustizialista che ottenne il massimo appoggio del Quirinale con Scalfaro  presidente il quale non fu mai super partes. Oggi vanno ricordate queste pagine di storia, auspicando che ci siano interventi rapidi, decisi e severi soprattutto in Parlamento a tutela di una giustizia giusta. Le mozioni di sfiducia contro il ministro Bonafede non sono passate, ma gli errori gravi e le sue scelte demagogiche non possono essere archiviate. Oggi la Giustizia in Italia vive anch’essa una pandemia, ma le vittime sono i cittadini e i loro diritti.
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Teatro Regio, Valle (pd): “Non siano i lavoratori a pagare i ritardi”

Nel corso della seduta di oggi il Consigliere Valle ha presentato un’interrogazione relativa agli stanziamenti regionali alla fondazione Teatro Regio.

“L’interrogazione – ha sottolineato Valle – nasce dalla considerazione che il settore culturale è certamente tra i più colpiti dalle misure rese necessarie dall’emergenza Covid-19 e che, a causa del blocco totale delle attività e dei ritardi degli stanziamenti regionali, pare che la Fondazione debba ricorrere, come anticipato alle rappresentanze sindacali, al Fondo d’integrazione salariale per parte delle sue maestranze”.

L’Assessore alla Cultura Vittoria Poggio, nella sua risposta, ha spiegato che “del contributo straordinario di un milione di euro per spese d’investimento a favore della Fondazione Teatro Regio di Torino, approvato dalla Giunta regionale a fine 2018, il 20 maggio scorso è pervenuta agli uffici la documentazione definitiva a rendiconto. Ora è possibile procedere al controllo e poi provvedere all’atto di liquidazione”.

“E’ fondamentale che non siano i lavoratori a pagare le conseguenze delle lungaggini burocratiche tra Enti” commenta il Vicepresidente della Commissione Cultura Valle.

“Allo stesso modo vigileremo che le paventate riduzioni delle convenzioni culturali, necessarie a finanziarie la misura bonus cultura prevista dal “Riparti Piemonte” lasciando a saldi invariati il bilancio culturale, non siano pagate dai lavoratori in una nuova versione di guerra tra poveri” conclude Valle.

A Torino i primi Valutatori di Impatto certificati

 Grazie al Corso Universitario di Aggiornamento Professionale promosso dal Centro di Competenze di Torino Social Impact

Si conclude con successo oggi il Cuap – Corso Universitario di Aggiornamento Professionale per la Valutazione d’Impatto Sociale realizzato dall’Università degli Studi di Torino nell’ambito del piano strategico di Torino Social Impact come prima azione del Centro di Competenze per la Valutazione di Impatto nato a novembre.

91 partecipanti e 42 enti del terzo settore coinvolti, 125 ore di didattica per oltre 20 docenti e 15 progetti sviluppati, 84 valutatori di impatto certificati. Sono questi i numeri del primo corso, che confermano la grande attenzione del territorio per nuovi modelli di business in grado di coniugare obiettivi di rendimento economico e obiettivi di impatto sociale.

Il corso, sostenuto dalla Camera di commercio di Torino tramite il Comitato Imprenditorialità Sociale, è stato reso possibile grazie alla sinergia con l’Università degli Studi di Torino, ed alla collaborazione del Centro di Ricerca Internazionale Tiresia Politecnico di Milano, del Cottino Social Impact Campus e delle agenzie di formazione del sistema cooperativo.
Il Cuap sulla valutazione di impatto rientra nell’offerta formativa del Dipartimento di Management dell’Università di Torino.

Iniziato a gennaio di quest’anno, il percorso formativo ha visto la frequentazione di oltre 90 partecipanti appartenenti ad Enti del Terzo Settore, Cooperative sociali, Ordine dei Dottori Commercialisti, Volontariato Sociale. Più di 20 docenti, esperti della valutazione d’impatto in ogni ambito, hanno preso parte al progetto. Per citarne alcuni, oltre a Paolo Biancone direttore del Cuap: Mario Calderini, Giuseppe Chiappero, Flavia Coda Moscarola, Emiliano Giovine, Gabriele Guzzetti, Federico Mento, Filippo Montesi,  Roberto Randazzo, Elisa Ricciuti, Silvana Secinaro, Valentina Tosi, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai. Il corso ha dovuto fare i conti con il Covid-19, virando sulla modalità online senza perdere il suo carattere partecipativo. I gruppi in cui sono stati divisi i partecipanti hanno preparato e presentato ai colleghi d’aula 15 project work su altrettante esperienze di valutazione d’impatto, 15 casi pratici che hanno rappresentato la voglia di mettersi in gioco e sperimentare quanto appreso durante le lezioni. A seguito di un esame, dal corso escono 84 valutatori di impatto/chief value officer certificati, titolati all’accompagnamento esterno o interno delle imprese nel percorso di valutazione d’impatto sociale.

Giunti al termine del percorso, la volontà di tutte le parti coinvolte è quella che ha spinto la creazione del corso stesso: diffondere la cultura dell’impatto sociale e la sua valutazione, dando vita sul territorio torinese ad una community di esperti disposti a confrontarsi e continuare ad accrescere le loro esperienze e competenze.

Tutto questo fermento ha, inoltre, portato alla pubblicazione di un volume scientifico “La Valutazione d’impatto sociale. Aspetti metodologici e applicativi” che ha tra gli autori, oltre al prof. Biancone e la prof.ssa Secinaro, alcuni dei tutor che hanno lavorato al fianco dei gruppi nella creazione dei project work, e alla nascita di una rivista scientifica, lo European Journal of Social Impact and Circular Economy, edito dall’Università di Torino, che ha come Editor-in-chief il prof. Biancone e nel comitato scientifico professori tra cui: Mario Calderini, Angelo Miglietta, Marco Pironti, Patrick O Sullivan e Marios Trigkas. Scopo della rivista scientifica, rivista online Open Access, è quello di contribuire allo sviluppo del metodo di ricerca teorico e pratico legato ai campi dell’impatto sociale e dell’economia circolare.

Dato il successo, è stata prevista una seconda edizione del corso in partenza entro la fine di quest’anno.

I Dati del Corso:

Ente Erogatore Dipartimento di Mangement – Università di Torino
Direttore del Corso Prof. Paolo Pietro Biancone
Coordinamento Torino Social Impact
Main Sponsor Camera di commercio di Torino – Comitato Imprenditorialità Sociale
Ore di didattica 125 di cui 40 frontali
Partecipanti 91
Docenti e relatori 20
Enti del terzo settore coinvolti 42
Project work presentati 15
Prossima edizione Dicembre 2020

Film sotto le stelle: il cinema estivo sarà all’aperto

La vecchia tradizione del Cinema all’aperto, ormai quasi dimenticata, questa estate  verrà rispolverata anche a Torino

Sarà una necessità dovuta al distanziamento sociale previsto dalle nuove regole anticovid, ma chissà che non diventi una nuova tendenza connotata da un pizzico di romanticismo

I principali spazi per il cinema sotto le stelle a Torino saranno,  a partire da luglio:

il Parco del Valentino, la storica Piazzetta Reale, il Parco Dora, il Parco Peccei e Spazio 211.

Location equamente suddivise tra centro e periferia per dar modo a tutti i torinesi di godere qualche serata di fresco (si spera) e di buon cinema

Case agli stranieri, Grimaldi (LUV): “Regione ora ascolti Consulta”

“Dopo il pronunciamento del Tribunale di Milano, ora anche la Corte Costituzionale ha dato ragione a chi, come noi, riteneva gravemente discriminatori i provvedimenti con cui la Giunta ha di fatto reso l’edilizia pubblica inaccessibile agli stranieri” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando la nota con cui il Difensore Civico della Regione ha recentemente suggerito al Consiglio regionale di emendare la Legge regionale in materia di edilizia sociale e all’Assessora agli Affari sociali di rivedere il testo della Circolare del 14 novembre 2019, in base alle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale n. 44 del 2020.

La sentenza della Corte fa riferimento a una legge della Regione Lombardia (8 luglio 2016 numero 16: requisiti per l’accesso ai servizi abitativi pubblici), in base alla quale l’accesso è consentito a chi è residente “per almeno cinque anni nel periodo immediatamente precedente la data di presentazione della domanda”. Questa formulazione, dichiarata illegittima dal Giudice delle Leggi perché in contrasto con il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione, è presente – rileva il Difensore Civico – “in termini quasi integralmente sovrapponibili, anche nel nuovo testo dell’articolo 3 comma 1, lettera c), della Legge sull’edilizia sociale in Piemonte”.

Non solo: il 14 novembre scorso, l’Assessora Caucino ha inviato una nota ai Sindaci dei Comuni piemontesi, ai Presidenti delle ATC del Piemonte, ai Presidenti delle Commissioni Assegnazione Alloggi presso le ATC del Piemonte e al Presidente del Consorzio Intercomunale Torinese, puntualizzando che “in sede di presentazione della domanda finalizzata all’accesso all’edilizia sociale, i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea devono produrre apposita certificazione o attestazione di non possesso di immobili di proprietà nel Paese d’origine, rilasciata dalla competente autorità dello Stato di nazionalità”.

“La sostanza” – spiega Grimaldi – “è che ai cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno regolare, in astratto ammessi ai servizi abitativi pubblici, viene in concreto negato quel diritto se nel loro Paese di origine manca un sistema di registrazione degli immobili paragonabile al nostro”.

“Negli scorsi mesi” – prosegue Grimaldi – “la Regione Piemonte, per voce dell’Assessora Caucino, ha bloccato tutte le pratiche di accesso alle graduatorie per le case popolari e di assegnazione degli appartamenti ai cittadini nati all’estero, sulla base di questo cavillo gravemente discriminatorio. Più volte l’Assessora si è schernita, di fronte alle nostre critiche, dicendo di essere stata addirittura ‘buona’ per non avere chiesto agli stranieri i documenti di tutti i Paesi del mondo, non solo quelli relativi al Paese d’origine. Bene, si è riso e si è scherzato, ma ora ci aspettiamo che la Giunta tenga conto del parare del Difensore Civico e della Corte Costituzionale, e pensi alle responsabilità – anche in sede giudiziaria – cui la Regione andrà certamente incontro, nel caso in cui non cambi idea e la smetta con i provvedimenti discriminatori”.

Curto: “All’ospedale Ogr torna paziente che sembrava guarito”

Michele Curto, già consigliere comunale a Torino, scrive in un post su Facebook: 

“All’ospedale delle Ogr, dove lavoro come volontario in appoggio ai medici cubani, un uomo che ha fatto oltre un mese di ospedale, e che dopo 2 tamponi negativi era stato dimesso pochi giorni fa, è stato nuovamente ricoverato per un nuovo tampone positivo”. E aggiunge: “c’è timore fra i sanitari, per cercare di capire e sperare che sia solo un falso risultato di un esame. Il tampone ha i suoi limiti”.  A proposito della movida dice:  “Non comprendo come si possa riempire le strade senza mascherine, non capire quello che è successo e che può ricominciare”.

Oltraggio a Fossati, Milano deve riparare

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Gianni Fossati è stato un giornalista, un dirigente di RCS e il vicepresidente nazionale vicario dell’Accademia italiana della cucina, la prestigiosissima istituzione fondata da Orio Vergani e diffusa in tutto il mondo.

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Era stato nominato Grande Ufficiale al merito dalla Repubblica dal presidente Mattarella che elargisce le onorificenze con il contagocce solo a personalità eccezionali. E’ stato anche professore a contratto all’ Università cattolica e responsabile stampa del corpo consolare di Milano. Quindi stiamo parlando di  un uomo di caratura nazionale, ben conosciuto a Milano dove viveva.
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Fossati è morto di Coronavirus il 23 marzo  dopo pochi giorni di ricovero all’ospedale “Fatebenefratelli”,  forse non curato con l’attenzione che la gravità della sua malattia  meritava, da quanto si può desumere da un articolo sul “Corriere della Sera “ di cui fu collaboratore  e che  neppure nella Cronaca di Milano non diede notizia della sua morte che passò quindi quasi inosservata. Anche sua moglie venne ricoverata e ne è uscita guarita. Il suo tragico destino è sottolineato dalla pagina a lui dedicata sabato  23 maggio dal “Corriere” in cui si annuncia che la famiglia non venne avvisata della morte di Fossati e che è stato sepolto d’iniziativa del Comune in un campo in cui vengono inumati gli indigenti che non hanno parenti. Il titolo del “Corriere” è eloquente: “Gianni la vittima dimenticata, sepolto tra chi non ha nessuno.La famiglia: noi mai avvertiti.”  Sottolineo come  quel Gianni confidenziale nel titolo sia oltre modo fuori posto e denoti come il titolista non si sia informato chi fosse Fossati. Il fratello viene a conoscenza della morte solo tredici giorni dopo la sepoltura. Un’offesa pesante che la città di Milano ha inferto ad un suo illustre cittadino. Giustamente Roberto Pirino delegato dell’Accademia della cucina italiana del Ponente Ligure che mi fece conoscere Fossati con il quale nacque un’amicizia sincera mi ha scritto: “Ancora non conosciamo bene quante storie di sofferenza e dolore sono state causate da questa tragedia del Coronavirus” Fossati avrebbe dovuto presentare a Milano proprio in marzo il mio libro su Mario Soldati che poi rinviammo a giugno. Ora non sarà più possibile rivederlo ed avevamo combinato anche una cena al “Don Lisander”, un locale di Milano in via Manzoni molto amato da ambedue. La mia amica Elisabetta Cocito che ha collaborato strettamente con Fossati come segretario del Centro Studi Marenghi dell’Accademia e come direttore del Centro Studi Piemonte dell’Accademia, ha scritto di lui definendolo un “uomo elegante, riservato e colto” che aveva tra le sue grandi  passioni  anche quella che Veronelli chiamava la cultura del cibo e Mario Soldati la civiltà di un popolo. E’ stato anche un grande amico del Centro “Pannunzio”. Il Sindaco di Milano Sala che si è rivelato spesso inadeguato al ruolo che ricopre durante i mesi più terribili della pandemia e soprattutto nella sua fase iniziale, dovrebbe esprimere le scuse della Città, sia pure tardive, per l’intollerabile trattamento riservato a Fossati che non può avere né scusanti né attenuanti. E’ una caduta di stile che Milano non può permettersi e che costituisce una cesura con la sua storia più recente e che fa pensare all’oltraggio della salma di Giuseppe Parini sepolto in una fossa comune, come denuncio’  con indignazione il Foscolo nei “Sepolcri”’ Al minimo va conferito alla memoria di Fossati “l’Ambrogino d’oro” 2020 che sicuramente avrebbe meritato in vita.
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Il futuro di Torino, la politica e quel che resta di Fiat

No, non ci posso credere. L’architetto Guido Montanari ex vice sindaco ed ex cocco di Chiara Appendino è diventato supporter della candidatura a sindaco di Torino del rettore Politecnico Guido Saracco. Guido Montanari è tutto e l’incontrario di tutto. Profondamente no Tav ed amico fedele degli antagonisti vuole appoggiare PD e centro sinistra, solo colpevole della grave situazione economica e sociale della nostra città.

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Ma diciamocela tutta: non è questa la vera notizia. La vera notizia sono le commissioni istituite dal Rettore Saracco. Commissioni atte a redigere delle proposte rivolte alla Città di Torino. Tradotto, il Prof. Guido Saracco si mette in proprio. Detto in altri termini,  se partiti di centrosinistra ci state, bene, viceversa vado avanti da solo. Indubbiamente una accelerata. C’è qualcuno dietro a questa (quasi) ufficiale candidatura? Ovviamente non è dato a sapere, ciò che è sicuramente certo è il disastro Torino. Prima, nel settore auto era la prima.
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Dalla carrozzeria al motore ed alla componentistica. Ora, appunto, disastro. Sempre 20 anni fa si parlava di far diventare Mirafiori un centro di produzione ed assemblaggio motori. Ora al massimo centro di ricerca finanziato dall’Europa. L’annoso problema degli investimenti in ricerca e produzione. Con i contrari nel finanziare la Fca perché non paga le tasse in Italia. Altro problema, per l’anno successivo 33 % di studenti fuori sede in meno. Ed anche qui Torino era all’avanguardia. Italia Robotica, ente tra scuola e Comau. Come progettare e realizzare linee di montaggio sempre più competitive. Come utilizzare e progettare l’intellingenza artificiale. L’Itis Avogrado di Torino uno dei punti di eccellenza. Andato in pensione il professore Enzo Marvaso, deus ex machina, mi sa che si è arenato tutto. Anche il tentativo di rilancio della ricerca informatica Olivetti e della nostra silicon Valley, la nostra Ivrea  con il Canavese incluso. Rilanciare tutto questo è possibile? Francamente siamo in ritardo, ma tentar non nuoce. La nostra storia dimostra che le idee non mancano, sono mancati i soldi e le idee sono rimaste embrioni di un domani che non è arrivato. I sindacati applaudono alla richiesta di finanziamenti per 6 miliardi a Fca. Grande botta di fortuna…
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Sinistra sbrindellata e Calenda contrarissimi. Classe politica locale totalmente assente. Ed inserire questo investimento in una più ampia politica economica locale? Capisco che è avvenuto prima e perché mai dovrebbe avvenire ora? Indubbiamente vane speranze. Molti i tentativi per sinergizzare le forze private e pubbliche come la società tra Fiat Comune e Regione sotto l’egida di FinPiemonte come Tne. Tanti soldi, tanti sforzi e sono passati 20 anni con risultati Zero. Precisamente un risultato c’è stato: i soldi pubblici dati a Fiat sono serviti per pagare parte dei debiti che questa aveva con Sanpaolo. E sullo sfondo, eccolo lì il Politecnico di Torino. Si dice tra le Università più importanti e famose del mondo. Accidenti, proprio così. Anni in cui il Prof. Francesco Profumo era il Rettore con una successiva e rapida carriera. Ministro della Repubblica e poi Presidente di Fondazione San Paolo sostituendo Sergio Chiamparino,  amico per la pelle richiamato dalla politica. Il Chiampa Nazionale. Deputato della Repubblica e proponente della rotazione auto con Fiat che vendette molte vetture. Conosciuto e stimato soprattutto  per essere stato Sindaco di Torino che ha gestito le Olimpiadi 2006 fortemente volute dall’ Avvocato per antonomasia Gianni Agnelli Presidente Fiat. Governatore del Piemonte sconfitto al secondo giro dal centrodestra. Chiampa che ha sempre avuto un buon rapporto con Enzo Ghigo,  tra i più bravi governatori del Piemonte. Un’amicizia oltre la politica che ha portato Ghigo a far votare Sergio Chiamparino al ballottaggio contro Roberto Rosso. Ci ha visto lungo Ghigo, prima responsabile di Publitalia e grande capo di Forza Italia. Chi lo conosce bene sostiene che si informa bene prima di parlare e di decidere politicamente.Infatti, insieme al Chiampa fu tra i promotori di Tne. Tocco’ poi a Mercedes Bresso cercare di gestire il tutto mettendo il Prof Mario Calderini a capo di FinPiemonte. Milanesissimo ed allora docente del Politecnico di Torino.
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Lui  recentemente in un’intervista a Repubblica ha sostenuto: ho sempre Torino nel cuore,  ma se non si dà una mossa è morta. Vecchia storia la collaborazione tra Fiat e Politecnico che negli anni 60 omaggio’ Vittorio Valletta di Laurea honoris causa. Quel Vittorio Valletta che porto’ l’Avvocato a  girare il mondo per diventare quello che è diventato. L’Avvocato che pur girando il mondo  e, probabilmente vivendo più negli States tenne sempre la sua residenza a Torino. Diversamente da molti dei suoi famigliari che preferirono la Svizzera. Questione di stile. Poi, giusto per non lasciare nulla di intentato, l’arrivo di Marchionne determino la fusione con la Chrysler con il grande sponsor in Barack Obama Presidente Usa. Tutto ciò per dire che quel poco di Fiat che c‘è ancora si deve a questi meccanismi e che se a Torino vive ancora qualcosa della vecchia Torino lo si deve a questo passato. Ma se non si torna ad essere credibili sul piano internazionale la vedo dura, la vedo durissima.  Come tutte le grandi crisi mondiali, anche la crisi determinata dal coronavirus, lo può essere. Fino a tre mesi fa c’erano idee “latenti” ma non c’erano soldi. Ora, forse, ci sono e spenderli un attimo sarà. Possibilmente spenderli bene per il rilancio della nostra città. Direi per la rinascita della nostra città. Come il mito dell’ Araba Fenice che dalle sue ceneri è risorta. Abbiamo poche carte da giocare e le dobbiamo giocare fino in fondo. Dopo la ” follia” pentastellata non possiamo più permetterci questi fatali errori. Chiara Appendino non è responsabile di questo disastro. Semplicemente inefficace perché indeguata ai compiti che si era assegnata. Ci vuole un Sindaco che attragga investimenti stranieri. Che capisca e conosca la materia. Tocca ai due schieramenti tradizionali essere all’altezza del compito. Magari ci scappa anche la possibilità di potercela fare.
Patrizio Tosetto

Da oggi riaprono piscine, palestre, centri sportivi

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Da lunedì 25 maggio lo sport piemontese riparte in sicurezza. Da questa data, infatti, sono consentite le attività sportive di base e l’attività motoria in palestre, piscine, centri sportivi, circoli sportivi sia pubblici che privati. Condizione essenziale per la ripartenza, ovviamente, sarà di garantire il distanziamento sociale e mantenere il divieto di assembramento. 

I gestori delle strutture sportive, per poter riaprire, dovranno seguire le linee guida approvate dall’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 

Per quanto riguarda le singole discipline le Federazioni sportive nazionali, le Discipline Sportive associate e gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti da CONI e CIP, nonché le associazioni, le società, i centri e i circoli sportivi (anche se non affiliati ad alcun organismo sportivo riconosciuto) dovranno adottare protocolli pensati appositamente per le esigenze di ogni singolo sport, per tutelare la salute di atleti, gestori e di chiunque a qualsiasi titolo frequenti queste strutture.

Alle linee guida nazionali si affiancano quelle condivise dalla Conferenza delle Regioni che verranno applicate anche in Piemonte.

“Lo sport deve ripartire: è l’ora che palestre, piscine e circoli tornino in attività e che i piemontesi possano nuovamente allenarsi. E altrettanto importane, però, che in questa fase così delicata la ripartenza segua le regole del buon senso e della sicurezza – spiega l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. Per questo chiediamo alle strutture e ai loro gestori di seguire i protocolli predisposti dal ministero e anche quelli della Regione. Norme come distanziamento sociale, igienizzazione, divieto di assembramento sono protocolli di sicurezza che ci dovranno accompagnare passo per passo ma che potranno fare la differenza, evitando di farci ricadere in una situazione di blocco”.

Tre le norme di sicurezza previste dalla Conferenza delle Regioni per le palestre ci sono:

-Redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni.

-Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 1 metro (ad esempio prevedere postazioni d’uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l’accesso agli stessi.

-Regolamentare i flussi, gli spazi di attesa, l’accesso alle diverse aree, il posizionamento di attrezzi e macchine, anche delimitando le zone, al fine di garantire la distanza di sicurezza: o almeno 1 metro per le persone mentre non svolgono attività fisica o almeno 2 metri durante l’attività fisica (con particolare attenzione a quella intensa).

Tre le norme di sicurezza da rispettare per le piscine:

-Non sarà possibile l’accesso del pubblico alle tribune e la realizzazione di manifestazioni, eventi, feste e intrattenimenti.

-Bisognerà privilegiare l’accesso agli impianti tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni.

Sarà necessaria una vigilanza delle analisi biochimiche dell’acqua secondo i parametri indicati dalle linee guida.