ilTorinese

La natura autunnale nelle tavole di Demarchi

La natura autunnale si nasconde dietro aforismi che l’artista torinese Roberto Demarchi è riuscito a cogliere con grande maestria nelle sue opere

Aforismi della natura autunnale. Tali sono quelli che ha realizzato  l’artista torinese Roberto Demarchi e che è possibile godere nella mostra visitabile dall‘otto ottobre scorso nel suo spazio espositivo torinese, in corso Rosselli 11. L’esposizione comprende ventitré opere realizzate dall’artista, da lui definite aforismid‘autunno”, in cui l‘immagine pittorica non ha soltanto una valenza ornamentale e decorativa, ma una portata di carattere simbolico e spirituale.

“La natura che si nasconde. Aforismi d’autunno” ne costituisce il felice titolo, che si richiama al pensiero del filosofo Eraclito che affermava che “È  proprio della natura nascondersi“.

 

Secondo il celebre pensatore di Efeso – afferma l’artista Roberto Demarchi –  la natura, ovvero la Physis, non comprendeva soltanto il concetto che comunemente intendiamo oggi, ma inglobava un significato molto più ampio, quello di Arke’ , il principio dal quale tutto deriva e che tutto comanda, e che si nasconde allo sguardo visibile dell’uomo, capace di percepire soltanto la realtà fenomenica e apparente. L‘autunno, tra tutte le stagioni dell’anno, è quella nella quale la natura, spogliandosi dei fenomeni, vale a dire delle apparenze generative della primavera e dell’estate, pare volercisvelare la sua essenza e verità, prima che giunga la coltre bianca del silenzioso inverno, capace nuovamente di nasconderla“.

Mara Martellotta 

 

Corso Rosselli 11.

Prenotazioni al 3480928218

Mail rb.demarchi@gmail.com

Tra politica e Covid verso le amministrative

Il Covid la fa da padrone ovunque: in campo economico,sportivo,letterario,tempo libero.La politica non fa eccezione.

È già tempo, pero’ di pensare alla sfida per le comunali del 2021in primavera.Un voto molto importante.Un esame per il governo ma anche per l’opposizione che vorrebbe un ritorno alle urne nazionali prima della scadenza naturale del 2023.
Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli: la posta in palio nelle prossime comunali è alta e i partiti scelgono i candidati giusti per vincere ovunque.
Nella nostra Torino è notizia odierna che l’unica certezza sarà la NON ricandidatura del sindaco o sindaca attuale Chiara Appendino.Per tanti motivi già discussi ampiamente e letti in un passato non lontano.Il centrosinistra vuole le primarie di coalizione,covid permettendo,con i big che già scaldano i muscoli:nel PD il Senatore Mauro Laus,il capogruppo dem in consiglio comunale a Torino Stefano Lorusso,il consigliere Enzo La volta e qualche sorpresa che si aggiungerà. Nel centrodestra grande pressing, soprattutto da parte della Lega,nei confronti dell’imprenditore delle Acque minerali piemontesi Paolo Damilano,non molto tempo fa presidente del Museo del Cinema di Torino.Come andrà a finire? Sarà una primavera 2021 infuocata,vista la caratura degli aspiranti…sempre coronavirus permettendo!

Vincenzo Grassano

Salgono i contagi: nelle 24 ore verso quota 600

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

 

28.909PAZIENTI GUARITI E 485 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28.909(+90rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3528 (+2) Alessandria, 1654 (+1) Asti, 903 (+0) Biella, 2820 (+2) Cuneo, 2688 (+16) Novara, 14.697 (+56) Torino, 1385 (+12) Vercelli, 1037 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 197 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 485sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

 

I DECESSI SONO 4183

Tre i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui nessunoverificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4183deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 686 Alessandria, 257 Asti, 212 Biella, 401 Cuneo, 384 Novara, 1843 Torino, 226 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 41 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 39.542 (+585rispetto a ieri, di cui 372 sono asintomatici. Dei 585: 174 screening, 273 contatti di caso, 138 con indagine in corso. Ambito: 28 RSA, 82 scolastico, 475 popolazione generale. I casi importati sono 1 su 585) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4653 Alessandria, 2172 Asti, 1294 Biella, 4110 Cuneo, 3746 Novara, 19.849 Torino, 1798 Vercelli, 1279 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 331 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 310 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 30( + 8rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 483(+ 26rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 5.452

I tamponi diagnostici finora processati sono 808.603,di cui 440.761risultati negativi.

“È passato tanto da quando ci siamo presi del tempo“

Music tales La rubrica musicale 

***

È passato tanto da quando ci siamo presi del tempo

La colpa non è di nessuno, so che il tempo vola via veloce

ma quando ti vedo tesoro

è come se entrambi ci innamorassimo di nuovo

Sarà proprio come ricominciare daccapo”

Ed eravamo ad ottobre (il 24 . . . pensa che coincidenza) dell’anno 1980, quando venne pubblicato e

raggiunse la prima posizione in classifica sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna due settimane dopo l’uccisione di John Lennon. Il singolo diventò il più rilevante successo di Lennon negli Stati Uniti,

rimanendo in prima posizione per cinque settimane di fila.

Quando Lennon fu assassinato a New York l’8 dicembre 1980, il singolo stazionava alla posizione numero 3 in classifica e la settimana seguente raggiunse la vetta. In Inghilterra era arrivato fino alla posizione numero 8 in classifica e poi era sceso velocemente di posizione in posizione fino all’omicidio di Lennon

che catapultò il singolo al primo posto in classifica, facendogli fare un balzo dalla posizione numero

21 alla prima. Che buffa la vita, fai picco di share quando sei ormai morto e nemmeno te la puoi godere…forse!

La canzone era la prima nuova uscita che Lennon pubblicava sin dal 1975, anno del suo ritiro dalle scene. Venne scelta come singolo non perché fosse il miglior brano dell’album, ma perché era la più appropriata dopo cinque anni di assenza dall’industria discografica. Il tintinnio di campanelle giapponesi presente nell’introduzione della canzone fa da contraltare al lugubre suono della campana a morto che aveva aperto Mother, il primo brano del primo album da solista di Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles nel 1970. Lennon percepiva il brano come una sorta di chiusura del cerchio. La canzone contiene una citazione evidente del tema melodico del brano Don’t Worry Baby dei Beach Boys, scritto da Brian Wilson nel 1964. Queste sono le notizie dal web di questo brano che, personalmente, amo alla follia.

Lennon rievocava attraverso questa ballata un amore perduto, con la speranza, di chi è capace di

ricominciare infinite volte senza paura di sbagliare, di ritrovarlo e poter ricominciare daccapo.

Ha dato attraverso questo brano il messaggio che, a volte, (A VOLTE NON SEMPRE) bisogni ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Come a voler ricominciare il viaggio.

La grande colpa dell’uomo non sono le sue cadute. La grande colpa dell’uomo è che può ricominciare in ogni momento e non lo fa.

(Martin Buber)

Vi lancio la versione originale ma vi chiedo di dedicare qualche minuto alla cover segnalata sotto il link di Lennon . . . a me è piaciuta tanto.

Chiara De Carlo


https://www.youtube.com/watch?v=GGl8tHar-Ko&ab_channel=RomarioBrasil
https://www.youtube.com/watch?v=VPIqGQTh7Kc&ab_channel=MatiasFumagalli

Chiara vi segnala i prossimi eventi …mancare sarebbe un sacrilegio!

Appendino: “Non mi ricandido”

Un solo  mandato  da sindaco di Torino per Chiara Appendino che ha sciolto le riserve, annunciando alla maggioranza M5S del Consiglio comunale la decisione di non ricandidarsi. I motivi della scelta saranno spiegati  nella conferenza stampa di oggi a Palazzo di Città.

Scrive la sindaca in un post su Facebook:
“Ho deciso di fare un passo di lato: non correrò nuovamente per la carica di Sindaca della Città di Torino.  È una scelta dolorosa ma di coerenza.
Mi sono candidata nel 2016 accettando delle regole e facendo della coerenza un faro della mia attività amministrativa”.

Shimano Italian Bike Test successo di pubblico e test in Piemonte

Conclusa anche la quarta tappa dell’unico test tour italiano. Al Birrificio San Michele di Sant’Ambrogio di Torino sono stati oltre 1.500 i test effettuati in due giorni

Si è conclusa domenica  a Sant’Ambrogio di Torino la quarta tappa di Shimano Italian Bike Test, l’unico Bike Test tour in Italia che permette di scoprire e testare in anteprima le novità 2021 della Bike Industry.

Nel corso della due giorni piemontese, rinnovata dopo lo straordinario successo del 2019, sono stati oltre 1.500 i test effettuati con centinaia di partecipanti accorsi da tutta la regione e da quelle limitrofe.

Una location davvero suggestiva, quella scelta dall’organizzazione dell’evento. Da un lato per la bellezza del Birrificio San Michele,fondato nel 2010 e collocato in un antico edificio del 1860 immerso nel verde e abbracciato dalle fonti del monte Pirchiriano.

Dall’altro per l’imponente presenza dell’Abbazia di San Michele della Chiusa a vegliare sul Villaggio. Meglio nota come Sacra di San Michele, si tratta dell’abbazia benedettina di origine medievale, che domina maestosamente la Val di Susa e che ispirò nel 1980 Umberto Eco nella realizzazione del suo più celebre romanzo: “Il Nome della Rosa”.

In uno scenario scandito dalla rigida macchina della sicurezza messa in campo dall’organizzazione, con controllo della temperatura all’ingresso, gestione del distanziamento sociale all’interno del villaggio e personale addetto al rispetto del protocollo di sicurezza imposto dalle Istituzioni, a farla da padroni per il weekend sono state le centinaia di persone accorse all’evento.

Per loro sono stati realizzati ben 3 tracciati tecnici (road, mtb e gravel), adatti ad ogni livello di riding e studiati per esaltarne le caratteristiche e restituire un feedback all’utente quanto più simile ad un’esperienza di utilizzo quotidiano.

Per maggiori informazioni su Shimano Italian Bike Test visita il sito italianbiketest.it

Seguici su: facebookinstagramlinkedInYouTubewww.bikevents.com  

Opening doors alla Holden

Torna il 13, 14 e 15 ottobre presso la scuola Holden Opening Doors, l’evento in cui gli allievi della Scuola Holden che stanno per diplomarsi presentano in anteprima i loro progetti migliori a un pubblico di professionisti del mercato editoriale,  di produzione TV e cinematografica, che lavorano nel mondo dell’informazione o in campo aziendale.

Ogni giornata è dedicata a un settore diverso della narrazione: martedì 13 ottobre verranno presentate le storie per il cinema e la TV; mercoledì 14 ottobre si potrà ascoltare un assaggio di racconti e romanzi; giovedì 15 ottobre sarà il giorno dedicato alle idee per brand, web e giornalismo

Tra gli ospiti della giornata dedicata ai progetti editoriali quest’anno sono attesi i rappresentanti di Einaudi, Garzanti, Marsilio, NN editore, Feltrinelli, Mondadori, Salani, Rizzoli, MalaTesta Literary Agency, Alferj e Prestia e The Italian Literary Agency. Ad ascoltare i pitch cinematografici e televisivi, invece, arriveranno case produttrici come LaEffe, Rai Pubblicità, Cattleya, Sky Tv, Lotus Production, Film Commission Torino e Aurora Tv. Nella giornata dedicata a web, brand e mondo dell’informazione saranno ospitati, tra gli altri, Barabino, il Museo Egizio di Torino, Aliverti & Associati, Eggers, Il Post, Il Messaggero, Sony, Luz, Alchemy, Domino e Leo Burnett

 

Con l’aiuto di Freud, tutta la Tunisia si confessa sul lettino della psicoterapeuta

“Un divano a Tunisi” della regista Manele Labidi / Pianeta Cinema a cura di Elio Rabbione

Ha trovato parecchia fatica la trentacinquenne Selma ad esercitare a Parigi la sua professione di psicoterapeuta, troppa concorrenza, meglio prendere la decisione di tornare in Tunisia, sua terra d’origine, e lì far attecchire un mondo nuovo con cui nessuno ha mai avuto a che fare. Le ottime intenzioni ci sono, tutto sta nello scommettere nei risultati che ne arriveranno. La psicoanalisi a Tunisi e l’uso del lettino come il ritratto del buon vecchio Freud, con sigaro e fez rosso, nel ritratto che ha appeso nello studio ricavato su un terrazzo, proprio sopra l’appartamento degli zii (che tentano immediatamente di dissuaderla): tutto quanto sulle prime è impensabile. Poi, con una accorta distribuzione di biglietti e del passaparola, quei primi risultati si toccano con mano. S’inizia con la bionda parrucchiera, vamp del quartiere – e con un buon gruppo di madame che potrebbero fare al caso (“con me diventerai milionaria”) -, che mentre ostenta sicura una attività che rende parecchio bene ed una invidiabile indipendenza mette in campo una gran voglia di parlare e mostrare i problemi di nevrosi che pure si porta addosso; e poi chi cerca di combattere le proprie paranoie (“siamo intercettati”) e il fornaio che nasconde il desiderio di abiti e abitudini decisamente femminili o la madre che deve vedersela con un figlio voglioso di assistere alle sue confessioni e tutti gli altri esempi del vasto campionario che si mette in coda su per la scala che porta al sancta sanctorum e che riempie le indaffarate giornate di Selma.

Campionario che serve alla giovane regista tunisina Manele Labidi a raccontarci del proprio paese (è come mettere sul lettino l’intera Tunisia), a mostrarci i risultati (pochi e ancora lontani) della Primavera Araba, all’indomani di un regime chiuso e oppressivo, le continue ribellioni dei giovani (la cugina di Selma inizia con una strana quanto attualissima tinta di capelli per arrivare ad un matrimonio con un ragazzo gay pur di poter scegliere di andare a vivere all’estero) e le tante incertezze che ancora affliggono gli adulti; come le incursioni improvvise di un poliziotto molto charmant ma incollato al far rispettare le leggi, i pastrocchi burocratici o le raccomandazioni che continuano ad esistere o il deserto impiegatizio che popola certi uffici nell’orario di lavoro, con quell’unica impiegata che se ne scappa veloce pur di non farsi intrappolare dentro qualche richiesta di informazioni.

In questa contemporaneità usata con troppa fretta, in un tale panorama di quadretti spezzettati – l’incapacità di discorsi più robusti e il vuoto a volte di piccole quanto immature scenette mordi e fuggi -, nelle caricature appiccicate ai clienti di Selma, la regista mostra il lato simpatico ma debole di Un divano a Tunisi. La voglia di libertà di Selma, il suo starsene lontano da matrimonio e figli (ma quel finale romantico, sognato, dovrebbe un domani farci cambiare idea?) andavano trattati con altro polso. Per fortuna ha dalla sua Goldshifteh Farahani (origini iraniane), che costruisce un bel ritratto di donna moderna. Labidi ha pure detto di essersi ispirata alla nostra mai troppo lodata commedia all’italiana: mai niente di più lontano. Sarà che di questi tempi ogni velo di divertimento ci è sufficiente e ci ricordiamo con un po’ di presunzione del tempo che è stato.

Le circoscrizioni restano otto

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico / Dopo oltre un anno di lavoro della Commissione consiliare speciale per la riforma dello Statuto e del Regolamento del Decentramento, la Sala Rossa ha approvato ieri le modifiche statutarie in materia. Ventinove i voti favorevoli, cinque i contrari.

La delibera prevede la conferma delle attuali otto Circoscrizioni e non la riduzione a cinque come previsto dalla riforma del Decentramento del 2015/2016. Al proposito, l’atto approvato dalla Sala Rossa ritiene necessaria in prospettiva una revisione degli attuali confini delle Circoscrizioni, basata su principi il più possibile oggettivi e misurabili, tra i quali sono elencati: densità di popolazione; numero di residenti; numero di elementi centrali di servizi (scuole, edifici di pubblico servizio, impianti sportivi, ecc. ecc);  elementi di camminabilità e di mobilità di prossimità che permettano di raggiungere i servizi essenziali e i servizi pubblici in modo semplice e in tempi ragionevoli; elementi del verde urbano; elementi naturali, antropici o storici; altri elementi legati alla sfera sociologica e culturale del territorio cittadino. Rimane inteso che tale obiettivo – precisa il testo-. per essere congruo all’analisi suddetta, dovrebbe impegnare il prossimo Consiglio Comunale sin dall’inizio del mandato.

E’ soppresso il comma 1bis dell’articolo 56 dello Statuto della Città che prevedeva un sistema elettorale nelle Circoscrizioni basato su collegi plurinominali; era sorto per disciplinare le elezioni circoscrizionali in relazione agli ex quartieri, ma allo stato attuale non è considerato possibile.

Una modifica significativa dell’articolo 66 riconosce come strumento statutario di partecipazione le Consulte di Quartiere – in luogo delle Commissioni di quartiere che sono state eliminate – allo scopo di assicurare una più larga e incisiva partecipazione dei cittadini e delle cittadine nella condivisione di problematiche di interesse pubblico locale.

All’articolo 58, che disciplina le competenze del Presidente della Circoscrizione, si aggiunge una nuova funzione: il Presidente ha ora facoltà di delegare la partecipazione e il coordinamento delle nascenti Consulte di Quartiere a una o più persone, scelte tra i Coordinatori componenti la Giunta circoscrizionale.

Infine, all’articolo 64 viene inserito un comma sugli Ordini del Giorno, approvati con una maggioranza di 2/3 dei consiglieri circoscrizionali: il Consiglio di Circoscrizione potrà presentarli all’Amministrazione per discuterli in Commissione comunale entro novanta giorni, alla presenza degli assessori competenti.

Pur non rientrando nella materia, vista l’istituzione del Comune di Mappano con legge Regionale 1/2013 è adeguato l’articolo 4 della Statuto della Città inserendo Mappano tra i Comuni confinanti con la Città di Torino.

La Sala Rossa sarà chiamata nelle prossime settimane a votare le modifiche al Regolamento sul Decentramento.

L’approvazione delle modifiche statutarie è stato preceduto da una serie di interventi dei consiglieri. Nel riepilogare i contenuti della riforma, la presidente della Commissione speciale Maura Paoli (M5S) ha ringraziato per l’energia e l’impegno dedicato al lavoro di revisione tutti i soggetti intervenuti: i presidenti di circoscrizione, i colleghi Commissari, gli assessori, le associazioni, i comitati di quartiere e i cittadini: “La Commissione è stata itinerante e nei limiti imposti dal Covid ha organizzato le sedute, se possibile, nelle sedi circoscrizionali.”

Il vicepresidente della Commissione Francesco Tresso (Lista civica per Torino) ha commentato positivamente il lavoro svolto, nonostante la partenza tardiva. Si poteva essere più coraggiosi e radicali – ha detto – ma si è lavorato bene per rendere le Circoscrizioni più vicine ai cittadini; il decentramento – ha aggiunto – andrà rafforzato comprendendo anche l’area metropolitana. Positivo anche il parere della consigliera Chiara Foglietta (Pd) che ha rimarcato la coesione con la quale si è ben lavorato in Commissione.

Il consigliere Cataldo Curatella (Gruppo misto di minoranza) si è espresso in modo critico verso la riforma ed ha invitato a riconsiderare le dieci circoscrizioni cittadine di un tempo, vista la scarsa rappresentanza dei cittadini nelle zone un tempo sedi di circoscrizione. Al proposito ha presentato un emendamento (poi respinto) per il ripristino del numero vigente delle Circoscrizioni prima della riforma del 2015-2016.

Fabio Versaci (M5S) ha evidenziato il ruolo super partes della Commissione. Non serve una casacca politica quando si modifica l’assetto fondante dell’ordinamento cittadino – ha affermato – e si è scelto il percorso politico più corretto, ascoltando tutti i soggetti interessati dalla riforma. Contrario invece Antonio Fornari (M5S) che ha contestato la mancata presa d’atto delle stime riguardo i risparmi di spesa di due-tre milioni, attuabili con la diminuzione del numero delle Circoscrizioni. I risparmi sono un impegno che la Città ha anche nei confronti della Corte dei Conti – ha detto – riferendosi al piano di rientro finanziario in atto  da parte dell’Amministrazione comunale.

L’opinione di Federico Mensio (M5S) sul lavoro svolto è positiva. Si è fatto il massimo possibile – ha argomentato – rimarcando che occorrerà ragionare in termini di maggiore efficienza nelle competenze delle Circoscrizioni: “condivido l’ipotesi di lavoro prospettato su principi il più possibile oggettivi e misurabili.”

Soddisfazione per il lavoro di riforma è stata espressa da Silvio Magliano (Moderati) che ha evidenziato la correttezza di metodo nel tenere conto di tutte le posizioni emerse durante i lavori. Il criterio adottato non è partito dal risparmio finanziario – ha detto – sarebbe un declino preoccupante quando si parla del tema della rappresentanza dei cittadini.

Ha concluso il dibattito la vicepresidente della Sala Rossa, Viviana Ferrero (M5S), che ha annunciato la propria astensione. La delibera è un ottimo documento; abbiamo lavorato bene sulle competenze ma non c’è stato il tempo di ridisegnare i confini delle Circoscrizioni. Alla fine è stato un lavoro fatto a metà.

Cittadinanza onoraria alla “Veja”, prima sezione degli alpini

Approvata in Sala Rossa, la mozione presentata dal presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari a nome della Conferenza dei Capigruppo, che concede la cittadinanza onoraria a “La Veja”, la prima sezione d’Italia dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA), fondata a Torino nel febbraio del 1920.

Oggi è strutturata in 147 Gruppi che coprono quasi tutto il territorio della Città metropolitana di Torino e alcuni comuni della provincia di Asti, conta circa quattordicimila soci, partecipa con i suoi Alpini a tutte le attività di soccorso alla popolazione a seguito di calamità naturale.

A Torino, “La Veja” è impegnata nella collaborazione sul territorio con associazioni, le Circoscrizioni, le autorità scolastiche e gruppi di cittadini. I gruppi che hanno sede nei piccoli comuni collaborano con gli amministratori locali per l’organizzazione di eventi e per la gestione di attività utili alla collettività.

Come racconta il testo del documento, le radici della sezione affondano nell’ormai lontano novembre del 1919 a Morgex, in Valle d’Aosta, quando Arnaldo Bianco, Umberto Balestrieri, Guido Operti e Pietro Rivano, durante la cerimonia per lo scoprimento della lapide in onore della medaglia d’oro al valor militare a Giuseppe Garrone, decidono di fondare la Sezione di Torino della neonata Associazione Nazionale Alpini.

Fondazione poi ratificata il 6 febbraio 1920 nel salone del Circolo ufficiali in congedo, al numero 7 di via Lagrange. Ne fanno parte alpini in servizio e in congedo che, nella sede del Club Alpino Italiano di via Monte di Pietà, durante la prima riunione dell’assemblea dei soci eleggono Andrea Cerri presidente. Il caffè Fiorina, in via Pietro Micca, sarà la prima sede della sezione.