ilTorinese

Una nuova offerta politica, senza lamentele

Una regola fondamentale nella politica e’ sempre stata quella di non lamentarsi se i tuoi avversari vincono – o stravincono – e tu nel frattempo stai fermo. Fuor di metafora, e’ perfettamente inutile lanciare strali quotidiani contro la Lega e il suo capo Salvini se poi, nel frattempo, ci si limita solo ad insultarlo e ad attaccarlo tutti i giorni e tutto il giorno come ormai ci ha abituato il Pd. Con l’aggravante che, essendo quel partito un soggetto politico strutturato per bande organizzate in perenne conflitto l’una contro l’altra, anche sul tema della richiesta delle dimissioni di Salvini abbiamo assistito ad una sceneggiata squallida e persin imbarazzante. Ma, al di là del Pd e delle sue ormai quotidiane goffaggini, quello che adesso e’ necessario mettere in campo – senza più rinvii inconcludenti, misteriosi ed inspiegabili – e’ una forza politica e culturale che sia in grado anche e soprattutto di intercettare quel consenso che sta veleggiando in forme sempre più impetuose proprio verso la Lega di Salvini.
E questo per almeno 3 ragioni di fondo.
Innanzitutto la fine politica di Forza Italia. Al di là delle piroette del suo padre fondatore, e’ indubbio che la sostanziale archiviazione politica di una esperienza politica che nel bene o nel male ha comunque sempre giocato un ruolo importante e significativo nel campo moderato e liberale del nostro paese, scongela un consenso che non può essere frettolosamente liquidato. E a nulla valgono, come quasi tutti sanno, i mille equilibrismi a cui assistiamo in questi giorni. Quando si chiude una esperienza politica, soprattutto se frutto di un partito personale/padronale, e’ del tutto evidente che qualsiasi replica è destinata a cadere nel vuoto.
In secondo luogo l’auspicata e desiderata deriva a sinistra del Pd di Zingaretti. Certo, come ricordavo poc’anzi, e’ persin imbarazzante commentare le performance quotidiane di un partito che riesce a dividersi e a lacerarsi anche su come chiedere le dimissioni, seppur grottesche e spuntate, da ministro del capo della Lega Salvini. Per non soffermarsi sulle gesta di Scalfarotto, di Orfini e dell’ineffabile Del Rio. Ma, al di là dei singoli, e’ del tutto evidente che un partito che ha come ragione sociale quella di rilanciare l’esperienza del Pds, e’ alquanto buffo che tutto ciò avvenga in un quadro di permanente e perenne conflittualità al suo interno dove persistono visioni e prospettive politiche diverse se non alternative. Comunque sia, l’avvento del Pd/Pds lascia nuovamente aperto un vuoto politico e un consenso crescente di un elettorato senza più rappresentanza alcuna.
In ultimo, senza una forza politica che sappia reinserire nella dialettica politica contemporanea una esigenza di vero confronto e di autentico riformismo senza scivolare nella sempre più insopportabile radicalizzazione della lotta politica, sarebbe la stessa democrazia italiana ad uscirne sempre più indebolita e vulnerabile. Uno scenario da “opposti estremismi” non può essere la cornice ideale per ridare slancio, credibilita’ ed autorevolezza alla politica, qualità alla nostra democrazia e forza al pensiero e all’approccio riformista.
Ecco perché si rende, adesso, necessaria la presenza di una forza politica riformista, democratica, plurale e che non assecondi il processo estremista e radicale dell’attuale lotta politica. Una forza politica che sappia, soprattutto, recuperare quei mondi vitali e quelle fette di elettorato che oggi sono sempre più sfiduciati e che non si riconoscono affatto nell’attuale geografia politica italiana. E che, quindi, o si rifugiano stancamente nell’astensionismo o votano altrettanto stancamente i partiti esistenti. Verrebbe da dire, recuperando un vecchio slogan del passato, “se non ora quando?”.


Giorgio Merlo

Enac promuove lo scalo di Caselle

Torino Airport ottiene l’approvazione di ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, riguardo alla documentazione presentata per il Piano  quadriennale 2020-2023.

Il Piano quadriennale 2020-2023 è comprensivo del Piano degli Interventi, del Piano economico finanziario per un importo complessivo a carico della Società di 45,3 milioni di euro, del Piano di Tutela ambientale e del Piano della Qualità.

Gli investimenti riguarderanno le infrastrutture di volo, il Terminal e altri edifici, le reti e gli impianti, la security, oltre a un programma di manutenzioni straordinarie. Tra questi, anche l’installazione di pannelli fotovoltaici.

Due gli obiettivi prioritari che Torino Airport si è dato: il miglioramento dell’esperienza del passeggero e la sostenibilità ambientale.

Tra gli interventi volti a soddisfare le esigenze dei passeggeri e a fornire servizi di sempre migliore qualità, si evidenziano la sostituzione completa dei pontili di imbarco, nuovi sistemi per velocizzare i controlli di sicurezza, l’implementazione di e-gates per i passaporti, lo sviluppo di nuove modalità di comunicazione digitale.

Il Piano di Tutela ambientale, stilato in ottica marcatamente green e di responsabilità sociale, punta a una forte riduzione del consumo di energia e delle emissioni: tra le principali azioni previste rientrano nuovi impianti di illuminazione a basso consumo, la sostituzione del parco veicoli con mezzi a ridotte emissioni, oltre a interventi per la diminuzione delle dispersioni termiche.

Con il Piano di Tutela ambientale Torino Airport intende conseguire il Livello 2 (Reduction) del protocollo ACA, Airport Carbon Accreditation – l’iniziativa lanciata da ACI Europe, l’associazione degli scali europei, per promuovere un concreto contributo da parte degli aeroporti alla lotta contro i cambiamenti climatici.

L’approvazione del Piano quadriennale è propedeutica alla sottoscrizione del Contratto di Programma 2020-2023 tra SAGAT ed ENAC. Il Contratto di Programma disciplina gli aspetti riguardanti il rapporto concessorio e gli impegni che la Società di gestione assume sulle opere infrastrutturali da realizzare e sugli obiettivi qualitativi e di tutela  dell’ambiente da raggiungere nel quadriennio contrattuale.

Ubriaco al volante arrestato per furto

Gli agenti della Sottosezione della Polizia Stradale di Torino stavano effettuando un normale servizio di controllo della viabilità sulla A/55 tangenziali di Torino, in direzione Chivasso, quando hanno notato un veicolo sbandare tra la prima e la seconda corsia di marcia. Gli operatori hanno immediatamente intimato l’alt di Polizia al conducente che provvedeva ad arrestare la corsa sulla corsia di emergenza. Alla guida c’era un cittadino romeno di 31 anni che stava guidando palesemente in stato di ebrezza. L’uomo si è rifiutato di sottoporsi all’accertamento con etilometro, confermando l’abuso di alcool. Il 31enne è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria. Inoltre, sotto un altro nome, pendeva a suo carico un Ordine per la Carcerazione per scontare la pena di quasi un anno di reclusione per il reato di furto aggravato in concorso.

Salvata ragazzina con uno spillo di 3,5 cm infilato nei bronchi

Con un intervento in endoscopia non invasivo molto complicato, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino

 

Nei giorni scorsi è stata salvata una ragazzina che aveva uno spillo di 3,5 cm infilato nei bronchi con un intervento in endoscopia non invasivo molto complicato, presso l’Otorinolaringoiatria dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Paolo Tavormina).

Intorno alle 23,30, è arrivata al Regina Margherita trasferita da un altro ospedale una piccola paziente di 13 anni di origine egiziana, alla quale era stata diagnosticata la presenza di un corpo estraneo a livello bronchiale (spillo).

Tempestivamente accolta dal DEA del Regina, valutate le condizioni cliniche, è stata visionata la TAC torace, effettuata dall’ospedale di provenienza che dimostrava incuneamento del corpo estraneo tra bronco intermedio e bronco lombare medio destro. La ragazzina ha raccontato di aver inalato accidentalmente, perchè teneva lo spillo tra i denti mentre correva. Involontariamente lo aveva ingoiato e le era per di più “andato di traverso”.

Immediatamente é stata attivata l’équipe di emergenza di sala operatoria e la paziente è stata prontamente sottoposta ad un complicato intervento di rimozione del corpo estraneo mediante broncoscopia rigida in modo endoscopico e non invasivo, effettuato con successo dalla dottoressa Federica Peradotto coadiuvata dalla dottoressa Valeria Boggio, dell’équipe ORL del dottor Paolo Tavormina. Si trattava di uno spillo di 3,5 cm di lunghezza con punta ad ago. L’intervento è stato effettuato con la nuovissima strumentazione colonna endoscopica recentemente donata dalla Compagnia di San Paolo.

La paziente in buone condizioni cliniche è stata dimessa dopo 48 ore.

 

Sanità, PD: “E’ finito il tempo degli annunci”

  “Un Consiglio regionale straordinario per fare chiarezza”

“Leggo sugli organi di informazione che l’Assessore Icardi avrebbe “strigliato” i direttori delle Aziende Sanitarie, chiedendo loro “una potente sterzata nei costi, con una riduzione delle spese, pena il rischio di precipitare in un nuovo “Piano di rientro”. E’ dall’insediamento della Giunta Cirio che sentiamo soltanto critiche, slogan e battute senza, in realtà, riuscire a sapere quali saranno le politiche del centrodestra in materia di sanità” ha spiegato il portavoce Pd in Commissione Sanità Raffaele Gallo.

“Sono d’accordo con l’Assessore Icardi – ha proseguito Gallo – sul fatto che si debba perseguire l’efficienza, tuttavia ritengo che i risultati si possano ottenere soltanto nel tempo, mettendo in atto riforme che spettano al Governo regionale di centrodestra dal quale attendiamo una programmazione”.

“Non riteniamo accettabile ogni giorno ascoltare numeri diversi – ha affermato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti – Non solo il Consiglio, ma anche i cittadini piemontesi hanno diritto a conoscere in che modo la Giunta Cirio intende effettuare gli invocati tagli e/o risparmi. Anche sulla sanità, come su qualsiasi altra materia, finora non ci è dato sapere che cosa la Giunta Cirio intende concretamente fare. Per questo chiederemo la convocazione di un Consiglio straordinario sui conti della sanità, affinché vengano spiegate le scelte che si intendono adottare”.

“L’analisi dello stato di salute dei conti della sanità piemontese – ha concluso il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi – non può esaurirsi ai bilanci di previsione. Per questo abbiamo chiesto anche in commissione il consuntivo trimestrale e lo storico degli anni passati, sia sui preventivi che sui consuntivi, per valutare le dinamiche e gli equilibri tra i due bilanci: l’Assessore ci ha assicurato che ci sarebbero stati consegnati, ma per adesso ancora nulla. Vorremmo tanto andare in vacanza con i documenti in mano, visto che sono già nelle disponibilità dell’Assessore, in modo tale da poterli studiare ed essere preparati per il Consiglio straordinario”.

Softball, “Le Zie” vincono gli European Masters Games

Bissato il successo dei World Masters Games 2013
Dal 30 luglio al 3 agosto le quattro formazioni in gara, oltre a darsi battaglia sul campo, hanno attratto il pubblico delle grandi occasioni.

“Le Zie” vincono gli European Masters Games, nella finale di Torino superano per 11-0 le Pallet Girl, formazione di riferimento del Porta Mortara Novara e le Bulls Rescaldina (To) che mettono comunque al collo una medaglia di prestigio, quella di argento.

La squadra master di Torino, che ha adottato fra le sue fila atlete provenienti dalla Sicilia, Liguria e Toscana, dopo aver vinto i World Masters Games nel 2013, dopo sei anni bissa con la vittoria nella manifestazione continentale.

La medaglia di bronzo è stata vinta dalle Old Kings di Castellamonte (To), che nella finale di consolazione hanno superato le canadesi dell’Ottawa Valley Strong

Leo: “La conferma di Nosiglia buona notizia per la comunità”

La decisione del Santo Padre di confermare l’Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia per altri due anni alla guida della Diocesi Torinese credo rappresenti una gran bella notizia tanto per il mondo cattolico, quanto per la comunità civile nel suo insieme. Questo non già perché – come è stato scritto da qualche parte – vi fossero difficoltà a trovare un successore adeguato. Infatti, già solo volgendo lo sguardo sulla nostra Regione, è facile vedere come fortunatamente in essa siano presenti personalità religiose di grande spessore e capacità. La proroga di Mons. Nosiglia è un dono per le comunità religiose, cattoliche e non, nonché per l’insieme della società, per molte ragioni, ma in particolare per la sua preziosa “linea pastorale”.

Io non ho certo né la competenza, né l’autorevolezza, né la presunzione, di avere la capacità di fare un’analisi completa e articolata dell’opera del nostro Arcivescovo. Ho cercato di seguire le sue indicazioni e i suoi richiami come potevo e come ne sono stato capace, ma, ovviamente, sono consapevole di aver colto solo una parte del tutto e, in particolare, quella più vicina ai terreni nei quali mi sono sempre impegnato. In questo senso ho veramente apprezzato gli sforzi del nostro Pastore su due grandi tematiche.

La prima è quella dell’attenzione e della promozione del dialogo interconfessionale, con i conseguenti addentellati di una speciale sensibilità per i problemi degli immigrati, dell’integrazione, dell’interazione fra culture, dell’attenzione alle sofferenze dei più deboli. Come coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi” abbiamo, infatti, potuto toccare con mano la vicinanza di Mons. Nosiglia ad ogni nostra iniziativa, nonché godere del suo appoggio e dei suoi consigli. Basti pensare alla sua presenza il 1° gennaio di ogni anno, alla grande agape interreligiosa, da noi organizzata all’Arsenale della Pace – grazie alla ospitalità dei generosi confratelli del Sermig – insieme al Comitato Interfedi presieduto dal prof. Valentino Castellani e dal Comitato per i diritti umani del Consiglio Regionale del Piemonte.

La seconda – per molti aspetti interconnessa con la prima – è quella del costante richiamo rivolto ai laici cattolici a favore di un maggiore impegno nella vita politica. Cito dalla bella intervista di Ludovico Poletto su La Stampa di ieri: “La carenza di laici cattolici impegnati, ha nuociuto alla politica e rappresenta un impoverimento dell’intera azione culturale e sociale della Città”.

Ecco, a giudizio mio e di tante amiche e amici, (con i quali siamo   insieme impegnati in opere che fanno riferimento alle tematiche succitate),   i continui richiami del nostro Arcivescovo – peraltro in piena sintonia con Papa Francesco e con il Presidente della C.E.I. Card. Bassetti – sono assolutamente preziosi e vitali per il bene e il futuro della nostra collettività. Infatti, come si può prescindere da un dialogo sincero e onesto, da un desiderio di condivisione e conoscenza, da una voglia di arricchimento reciproco, se si vuole davvero il Bene della nostra società e del nostro Paese. Con un nota bene che è giusto e opportuno specificare. Dialogo sincero e onesto, vuol dire un atteggiamento che metta decisamente da parte ipocrisie, demagogie, “buonismi”, giustificazionismi pelosi e che ponga come centrali il rispetto della nostra Costituzione, dei diritti fondamentali riconosciuti dall’ONU, e quindi dei doveri non meno dei diritti.

In quanto alla forte e costante esortazione all’impegno politico, credo che oltre a richiamare la Dottrina Sociale della Chiesa che considera la politica: “la massima forma di carità”, l’urgenza con cui, da Papa Francesco alla C.E.I. fino a molte Diocesi del nostro Piemonte, essa derivi dall’osservazione del crescente degrado civile, morale e sociale. Aggravato dal simultaneo, crescente disinteresse dei cattolici – pur molto attivi su tanti altri fronti – riguardo al mondo della politica, quasi volessero lavarsene le mani. Tant’è che in uno dei suoi numerosi interventi, Papa Francesco (che chi lo conosce bene, sa che è alquanto preoccupato della tiepidezza di molte delle leaderships laiche delle associazioni e dei movimenti cattolici) ha domandato agli interlocutori, che paventavano i rischi di un impegno nel mondo delle istituzioni politiche,   se loro volessero stare dalla parte di Cristo o di quella di …..Ponzio Pilato!

Queste, ripeto, sono solo due delle tante problematiche sulle quali è intervenuto in maniera fattiva e incisiva il nostro Arcivescovo. Ebbene, io credo – pur non osando indicare alcuna priorità fra quelle citate e altre questioni, quali quelle della tutela della famiglia, della vita, del diritto al lavoro, del contrasto alla povertà, della difesa dell’ambiente ecc. – che un impegno generoso e forte, dei credenti e non, in queste aree, determinerà quale direzione prenderà complessivamente il futuro per noi, ma soprattutto per i nostri figli.

 

Giampiero Leo

Membro della Consulta delle associazioni laicali

Portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con Voi”

Dal Sessantotto ad oggi, “Come cambia lo sguardo”

In libreria per ‘Armando Curcio Editore’ il nuovo, appassionante romanzo della scrittrice bolognese Susanna Trippa, con la doppia prefazione del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni.

 

Arriva in libreria per ‘Armando Curcio Editore’ ‘Come cambia lo sguardo’ – dal significativo sottotitolo ‘Gli inganni del Sessantotto’ -, il nuovo romanzo autobiografico di Susanna Trippa, classe 1949, bolognese naturalizzata bergamasca, con prefazioni del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni, edito da Armando Curcio.

Dopo l’apprezzamento dell’opera prima ‘I racconti di CasaLuet’ (Lampi di Stampa Editore), è seguito l’episodio letterario dal titolo “Pane e cinema”, che le è valso il 1° premio Albero Andronico “Cinecittà – l’occhio del cinema sulla città” (2009), e il romanzo ‘Il viaggio di una stella’, pubblicato in forma di book crossing soltanto sul web. Ora l’autrice si inerpica su strade più difficili e complesse, con lo sguardo attento rivolto al passato e, in special modo, a quei richiami che esso esercita con piena attualità anche sul presente. Perché, come dicono gli antichi, la storia si ripete, ed è un percorso circolare fatto spesso di corsi, ricorsi e ritorni.

La sua è una testimonianza: bambina negli anni Cinquanta e ragazza in quel Sessantotto che prima sconvolse e poi deluse. Le varie fasi di formazione della protagonista – dall’infanzia all’età adulta – si legano strettamente ai forti cambiamenti di sguardo che accompagnarono il periodo dagli anni Cinquanta a quelli “di piombo” nella rossa Bologna.

Nel Sessantotto ci fu un comune denominatore, che idealmente unì i ragazzi di destra con quelli di sinistra. Fu lo spasmodico desiderio di cambiare la società, di farla approdare a un diverso equilibrio tra le classi sociali. Quei ragazzi di sinistra che, nel segreto della propria stanza, sentivano Lucio Battisti, il poeta «fascista». E quelli di destra che, nel medesimo modo, sentivano Fabrizio De Andrè, il poeta «comunista»”, scrive nella propria prefazione Maurizio Gussoni Giornalista, già presidente di Croce Rossa Lombardia.

Ma c’è di più. “Il Sessantotto visto oggi con gli occhi di una ragazza di allora che si era abbeverata ai miti dell’egualitarismo e si ubriacava, sia pur da «cane sciolto» come si autodefinisce, alle promesse del comunismo. La critica della scrittrice non solo al Sessantotto italiano ma anche al mondialismo e alla genesi dei «poteri forti» appare assolutamente condivisibile. La scelta di un patriottico sovranismo (che non va confuso con un indistinto populismo) come rimedio ai guasti di cui il Sessantotto è il germe iniziale, fanno del suo libro un monito e una speranza”, gli fa eco Ignazio La Russa, Vice Presidente del Senato.

Nel romanzo le vicende della protagonista/autrice sono narrate con la freschezza di una scrittura che fluisce con naturalezza dai “cassettini della memoria”: anni Cinquanta e Sessanta, l’ubriacatura del boom economico, il Sessantotto, i viaggi, l’Oriente e i bui anni ‘di piombo’, sino ad approdare infine all’età adulta.

Tra le righe di questo raccontare spontaneo, un’attuale rivisitazione dell’autrice individua proprio nel Sessantotto – con il suo desiderio di uccidere il padre – un filo che lo collega a quanto del globalismo più esasperato minaccia la nostra società.

Un’opera che trasuda presente da tutti i pori denunciando, con le sue annotazioni, soprattutto l’antidemocraticità sotterranea che, a livello italiano ma anche europeo, avvelena la nostra società. Quell’antifascismo “archeologico”, come da definizione pasoliniana, non è ancora morto e impedisce ogni ricomposizione civile con il suo disprezzo per la volontà popolare, quando questa si esprime con un voto non gradito come appena accaduto.

Il corpo principale del libro “Come cambia lo sguardo” è la narrazione dei miei primi trent’anni di vita”, confida l’autrice Susanna Trippa. Che prosegue: “Dai primi anni Cinquanta, quasi un dopoguerra, quando ancora a Bologna, negli inverni freddi, sentivo odore di frittelle impastate con farina di castagne e cotte per strada, le ’mistocchine’, fino ad arrivare al marzo del 1977 con ‘Radio Alice’ e gli Anni di piombo come una nube scura. Infine l’approdo a Bergamo e all’età adulta. In mezzo, riaprendo i cassettini della memoria, stanno l’ubriacatura del miracolo economico, il Sessantotto e quanto poi ne derivò. Un percorso di vita in quegli anni, da bambina a donna, in cui cambia lo sguardo“.

Recentemente la voce autorevolissima di Benedetto XVI, Joseph Ratzinger pontefice emerito, suffraga tali riflessioni, individuando nel Sessantotto – e nel suo conseguente relativismo – “il decadimento morale non solo della Chiesa ma di tutto l’Occidente” (Catholic News Agency). “Quando Dio muore in una società, essa diventa libera, ci è stato assicurato. In realtà, la morte di Dio significa anche la fine della libertà perché scompare la bussola che ci indica la giusta direzione insegnandoci a distinguere il bene dal male. Per questo è una società in cui la misura dell’umanità è sempre più perduta”. Benedetto XVI completa però la sua riflessione con un monito di speranza: “Anche oggi Dio ha i suoi testimoni nel mondo. Dobbiamo solo essere vigili per vederli e ascoltarli”.

 

Testimoni di Geova “amore all’opera”

Riceviamo e pubblichiamo

Concluso il decimo Congresso alla Sala delle Assemblee di Cameri

CAMERI (NOVARA)Si è concluso  domenica 4 agosto 2019 il decimo dei sedici congressi dei Testimoni di Geova in programma questa estate nella Sala delle Assemblee di Cameri.

 

Davanti a oltre 3.000 delegati provenienti da Torino e Provincia, si sono battezzati 10 nuovi discepoli.

Questo per loro è l’inizio di un percorso spirituale che li porterà ad applicare i principi biblici nella loro vita, infatti, nei tre giorni del congresso, si è affrontato il tema “L’amore non viene mai meno” e con un programma ricco di discorsi e di video, si è messo in risalto come i principi biblici possono aiutare le persone a superare ostacoli apparentemente insormontabili come un’educazione difficile, una malattia cronica, o la povertà.

 

Il programma del sabato per esempio ha evidenziato come alcuni princìpi della Bibbia aiutano mariti, mogli e figli a mostrarsi amore l’un l’altro. Anche l’attesissimo film in due parti dal tema Giosia: amiamo Geova e odiamo il male“, traendo spunto da una storia reale di un antico re di Israele, ha sottolineato l’importanza che l’educazione ricevuta in famiglia ha nell’insegnare le basi dell’amore, in particolare quello secondo Dio.

Inoltre il discorso pubblico dal tema Vero amore in un mondo pieno d’odio. Dove
trovarlo?”
, ha mostrato come affrontare e superare il pregiudizio e l’odio in una società tormentata.

 

Tutto il programma quindi, ha messo in risalto l’importanza di mostrare amore al prossimo anche quando far questo può sembrare difficile o impossibile.

 

A questo proposito il portavoce dei Congressi, Alberto Bertone, dice “Per essere vero e pratico, l’amore cristiano deve necessariamente avere una ricaduta positiva sul sociale. Coltivare l’amore e altre qualità affini nel quotidiano, significa vivere in contrapposizione allo spirito comune oggi, caratterizzato da immoralità, rivalità, vizi, sregolatezza, conflitti. Non stiamo parlando di perfezione, ma di qualità della vita: prodotto del vero cristianesimo”

La prova della veridicità di questa affermazione sono i risultati di un recente sondaggio condotto in Italia (Ansa 14-mar-18) che ha rilevato come, negli ultimi anni, grazie all’impegno dei Testimoni, oltre 46mila persone hanno modificato comportamenti che li avevano portati ad avere problemi con la legge e a crisi matrimoniali; che si sono liberati da droga, alcolismo, fumo, ludopatia, violenza domestica e linguaggio triviale, cambiando in meglio la loro vita.

 

Per ogni altra informazione consultare il sito ufficiale JW.ORG

Il varo della barca Fenix

Il nuovo prototipo parteciperà alla 1001Vela Cup, la regata in cui si sfidano le università europee

 

Fénix è il prototipo di SKIFF – Sail Keeping It Fast and Flat- interamente progettato dai 70 componenti del Polito Sailing Team: si tratta di un’imbarcazione composta per il 75% del suo peso di materiali riciclabili, ottimizzata e studiata per alte prestazioni grazie agli studi in campo fluidodinamico e dinamico, di materiali e applicazioni che la rendono perfetta candidata per partecipare alla 1001Vela Cup, annuale regata universitaria a livello europeo.

Il Polito Sailing Team è il gruppo studentesco del Politecnico di Torino che svolge attività di progettazione, realizzazione e conduzione di prototipi di skiff, piccole imbarcazioni di classe R3 con scafo di lunghezza ridotta (4,60 m) ed ampia velatura. Nello sviluppo dei prototipi il team è alla ricerca di soluzioni altamente innovative che garantiscano anche ottime prestazioni nelle competizioni veliche.

Il prototipo Fénix riprende le stesse linee del progetto precedente Atka – con cui il Team lo scorso anno ha conquistato il secondo posto alla 1001Vela Cup – ma è stata realizzata con una coperta del tutto rivisitata, completa di nuovo armo, circuiti, piano velico, appendici e terrazze, tutto riprogettato in vista di miglioramenti in termini di performance, puntando sull’alleggerimento del sistema barca passando da 85 a 52 kg. Lo scafo e la coperta sono infatti in materiale composito: un sandwitch di fibra di basalto riciclabile e con core in balsa, matrice in resina epossidica BIO, dimensionato tramite modelli FEM. La struttura interna in okumè, alleggerita tramite modelli FEM, le appendici in fibra di carbonio, ottimizzate con modelli FEM e profili scelti grazie a CFD.

L’Ateneo investe e supporta i Team studenteschi come attività didattica basata sul learning by doing e sulle dinamiche di gruppo che rafforzano il processo che porta alla realizzazione dell’obiettivo: all’interno di queste realtà la teoria incontra la pratica e si preparano gli ingegneri di domani” ha dichiarato Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino,  che ha partecipato al varo dell’imbarcazione insieme a Sebastiano FotiVice Rettore per la Didattica e Giuliana MattiazzoVice Rettrice al Trasferimento Tecnologico e referente del team.

Anno dopo anno le competenze dei ragazzi si sviluppano e danno vita a soluzioni sempre più performanti – dichiara Giuliana Mattiazzo, in qualità di referente del Team – oltre alle capacità tecniche che dimostrano, l’entusiasmo che mettono nell’imparare e nell’approfondire le tematiche è prezioso: si tratta infatti di un modello di crescita che li accompagna nel loro percorso formativo, un modello che racchiude in sé un’esperienza umana di valore elevatissimo”.