ilTorinese

Giancarlo Pajetta, il “ragazzo rosso” 

Trent’anni fa, il 13 settembre 1990, si spegneva nella sua casa romana  Giancarlo Pajetta, il “ragazzo rosso”, definizione che offrì lo spunto per il titolo della sua autobiografia.

 

Irriducibile antifascista, partigiano e vicecomandante delle Brigate d’assalto Garibaldi, parlamentare della Repubblica fin dalla Costituente, dirigente di primo piano del Partito Comunista Italiano, Pajetta è stato uno dei protagonisti del ‘900. La sua salma riposa in Val d’Ossola, nel piccolo cimitero di Megolo , frazione di Pieve Vergonte, nella  stessa tomba che ospita l’intera famiglia Pajetta, dai fratelli Gaspare (morto giovanissimo in battaglia proprio a Megolo, durante la Resistenza, nel febbraio del ‘44) e Giuliano, a mamma Elvira e papà Carlo.

Giancarlo Pajetta era nato a Torino il 24 giugno del 1911. Figlio di Carlo, avvocato, e di Elvira Berrini, maestra elementare, iniziò giovanissimo la sua attività politica iscrivendosi nel 1925, a quattordici anni, alla federazione giovanile comunista. Una scelta di campo che gli valse nel febbraio del 1927, mentre frequentava il liceo-ginnasio Massimo D’Azeglio a Torino, l’espulsione da “tutte le scuole del Regno” per tre anni per “propaganda antifascista”, secondo la locuzione dl tempo. Come non bastasse, Gian Carlo Pajetta venne arrestato e rinchiuso, quando non aveva ancora 17 anni, nella sezione minorile delle carceri giudiziarie di Torino. Il 25 settembre del  1928 il Tribunale Speciale lo condannò a due anni di reclusione che scontò nelle carceri di Torino, Roma e Forlì. Nel 1931 espatriò in Francia dove il “ragazzo rosso” assunse lo pseudonimo di “Nullo”, diventando segretario della Federazione giovanile comunista, direttore di Avanguardia e rappresentante italiano nell’organizzazione comunista internazionale. In quel periodo Pajetta compì numerose missioni clandestine in Italia fino a quando, il 17 febbraio del 1933, venne arrestato a Reggio Emilia. Il Tribunale Speciale fascista lo condannò a 21 anni di reclusione. Rimase in carcere dieci anni e sei mesi tra Civitavecchia e Sulmona, fino alla liberazione che avvenne il 23 agosto del 1943, un mese dopo la caduta del fascismo. Poi venne l’8 settembre e la guerra partigiana, durante la quale perse la vita a diciotto anni il fratello Gaspare, combattendo a fianco del capitano Filippo Maria Beltrami e degli altri resistenti sulle balze del Cortavolo, sopra l’abitato di Megolo.

 

L’altro fratello, Giuliano, anch’esso dirigente comunista fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen e tre suoi cugini persero la vita per mano dei nazisti e dei fascisti. “Nullo” partecipò da protagonista alla lotta di Liberazione come Capo di Stato Maggiore ( anche se, di fatto, fu vice comandante generale) delle Brigate Garibaldi e membro del Comando generale del Corpo Volontari della Libertà. Fu in questa veste che, tra il novembre e il dicembre del 1944, Pajetta si trovò a Roma, come membro del CLNAI, per trattare con gli Alleati e con il governo Bonomi l’accordo politico-militare che portò al riconoscimento delle formazioni partigiane come formazioni regolari e all’attribuzione delle funzioni di governo al Comitato di Liberazione dell’Alta Italia. Dopo la liberazione Giancarlo Pajetta diventò direttore dell’edizione milanese de l’Unità e membro della Direzione del Pci. Nel 1945 venne eletto alla Consulta (non era potuto diventare senatore perché troppo giovane) e successivamente nel 1946 all’Assemblea costituente. Nel 1948 diventò deputato della Repubblica, ruolo nel quale venne riconfermato ben dodici volte). Negli ultimi anni della sua vita, a partire dal 1984, venne eletto al parlamento europeo. La sua biografia si intreccia con la storia repubblicana del dopoguerra e con le vicende del movimento comunista. Una storia lunga decenni tra i fronti popolari, i legami e le divergenze tra le peculiarità nazionali dell’Europa occidentale e l’Unione Sovietica, i grandi eventi storici e le guerre, la liberazione dal fascismo, il Cominform, la guerra fredda, il promemoria di Yalta e la destalinizzazione, la primavera di Praga stroncata dai carri armati sovietici, la crescente attenzione verso un nuovo internazionalismo e i paesi emergenti nel sud e nell’est del mondo,  il destino strategico dell’area mediterranea e la ricerca di una visione nuova attraverso l’eurocomunismo. Un impegno appassionato sul quale occorre ancora oggi riflettere, indagare. In un libro-intervista a cura di Ottavio Cecchi, intitolata “La lunga marcia dell’internazionalismo” e pubblicata dagli Editori Riuniti, Pajetta concentrò il suo pensiero su questi temi di grande attualità sostenendo come dovessero “fondarsi sulla distensione, sulla pace, sulla collaborazione internazionale, su rapporti non imperialisti tra paesi sviluppati e paesi emergenti,sullo scambio di esperienze”. Scriveva( eravamo nel marzo del 1978, anno cruciale) “Circolazione delle idee e degli uomini deve voler significare anche circolazione del socialismo e fiducia nelle forze nazionali e di classe che in ogni paese tendono al rinnovamento sociale”.

 

Un pensiero che, in un epoca di appannamento e confusione valoriale, di scarse capacità di elaborazione di un pensiero di sinistra e progressista, di profonda debolezza delle classi dirigenti della politica, rivela all’opposto la preparazione, la passione e la determinata volontà dei protagonisti di una fase importante della storia italiana. Il giorno prima di morire a causa di un arresto cardiaco Giancarlo Pajetta rilasciò al Messaggero un’intervista nella quale, riferendosi alla “svolta della Bolognina” che avrebbe portato allo scioglimento del PCI, confessò di vivere i giorni più brutti della sua vita. Un sentimento comprensibile per chi aveva vissuto e partecipato a quella storia collettiva che segnò la vita di intere generazioni. Pajetta sapeva cogliere le novità, il bisogno di cambiare, l’evoluzione della storia ma temeva che un grande patrimonio di idee e valori potesse in qualche modo disperdersi.  Era toccato a lui, con la sua voce tonante, pronunciare l’orazione ai funerali di Enrico Berlinguer, dopo aver accompagnato Giorgio Almirante, avversario di mille battaglie, a render visita alla salma del leader comunista nella camera ardente alle Botteghe Oscure. Anche da quell’episodio si coglie la cifra democratica e la levatura di un grande personalità. Miriam Mafai, giornalista e scrittrice scomparsa nel 2012, visse per trent’anni al suo  fianco e così raccontò il “ragazzo rosso”: “È morto a casa mia. Ma ho vissuto con lui molti anni, se si intende per vivere insieme stare insieme, viaggiare insieme, studiare insieme. Stiamo stati anche molto felici ma non abbiamo mai vissuto da coniugi: non eravamo interessati né io, che avevo già più di 30 anni né lui, che ne aveva oltre 50, a scambiarci l’esistenza dalla mattina alla sera. Giancarlo si trasferì a casa mia solo nell’ultimo periodo”. Pajetta morì senza assistere alla fine, ormai decretata, del Pci. Lo raccontò, ancora, Miriam Mafai: “Lui muore quando sta morendo il partito comunista. Quindi ha già visto il crollo del muro di Berlino ma non ha visto, per sua fortuna, la bandiera rossa calare dal pennone del Cremlino.Ma all’epoca il Pci sta cambiando nome e lui sa che finirà. Certo Giancarlo è morto perché non era più un giovanotto ma credo che non abbia voluto vedere il seguito”. La drammaticità della sua personalità stava nell’estrema fedeltà al socialismo e al Pci, vissuta senza nasconderne e denunciandone limiti e difetti. Era consapevole di quella che Berlinguer chiamò “l’esaurimento della spinta propulsiva” dell’URSS pur riponendo molte speranze in Gorbaciov. Pajetta, tra i leader più amati e popolari nel vecchio partito comunista era un grandissimo oratore e i suoi comizi si trasformavano ogni volta in un avvenimento perché riusciva a stabilire un rapporto straordinario con il sentimento popolare di quelle piazze piene. Quando chiesero alla Mafai che uomo fosse, questa fu la sua risposta:“Era una personalità ricca di sfumature, per alcuni versi insopportabile.Impaziente, molto colto, un divoratore di libri di ogni genere. E poi viveva di niente, a Roma in un appartamento orrendo. Non aveva mobili e io gli dicevo che aveva nostalgia del carcere. Parlando della mia casa diceva: Vedi? Qui in Unione Sovietica ci vivrebbero tre famiglie! Io gli rispondevo: infatti, io non voglio andare a vivere in Unione Sovietica. Giancarlo immaginava una società che non esisteva più e il suo sogno, da vecchio, era una camera in affitto in una casa di operai a Torino. E, diversamente da tutti i deputati, ai suoi figli ha lasciato praticamente niente”.

Marco Travaglini

Scuola, Salvini: “In Piemonte 15 mila alunni disabili, ma il ministro dorme”

 “In Piemonte ci sono 15.049 alunni con problemi di disabilità: ragazzi e ragazze con relative famiglie che soffrono più delle altre le troppe incertezze.

Mancano circa 50mila insegnanti di sostegno specializzati in tutto il Paese, il trasporto pubblico è indebolito da tagli e restrizioni che mettono a rischio la frequenza scolastica, l’eventuale isolamento o quarantena avrà effetti devastanti su studenti e genitori e le linee guida sono lacunose, escludono le famiglie e non garantiscono progetti inclusivi. Rivolgo un appello accorato al ministro Azzolina: nessuno deve restare solo. Gli studenti disabili e le loro famiglie non sono invisibili e non meritano di essere cancellati come il governo ha fatto con il ministero ad hoc voluto dalla Lega. È necessario un impegno anche economico concreto, serio, efficace. C’erano problemi negli anni passati, dopo il virus e la chiusura i problemi saranno ancora più grandi: cosa ha fatto il ministro negli ultimi sei mesi, ha dormito?”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Parte l’anno scolastico 2020-21 all’Agnelli di Torino

1300 sacche di responsabilità verso gli altri e 1300 borracce per la tutela dell’ambiente

Con Missioni Don Bosco partner dell’iniziativa, gli allievi di Medie, Superiori e Cnos-Fap riceveranno un kit anti Covid-19 con l’attenzione rivolta ai coetanei di tutto il mondo

 

L’Istituto Agnelli, in collaborazione con Missioni Don Bosco, ha deciso di consegnare il primo giorno del loro rientro nelle aule una sacca e una borraccia a tutti gli allievi e a tutto il personale della scuola.

La sacca servirà a contenere gli indumenti che, per prevenzione del contagio, non si possono lasciare sugli appendiabiti; in questo modo si limitano i contatti con oggetti e con gli arredi. La borraccia contribuirà a ridurre l’uso della plastica e a preservare così l’ambiente da un rifiuto dannoso.

 

La Scuola italiana riparte e l’Istituto Agnelli è pronto ad avviare il nuovo anno scolastico “in presenza”, con tutti i laboratori attivi e in sicurezza. Ci sarà la massima attenzione per le misure preventive ma soprattutto si solleciterà quello spirito che da sempre caratterizza la scuola salesiana: l’educazione globale del giovane. Il rispetto, l’attenzione e la responsabilità costituiscono importanti aspetti dell’educazione nello spirito originario di Don Bosco.

In quest’ottica si è attivata la collaborazione con Missioni Don Bosco. «Ci siamo preparati, abbiamo immaginato cosa avremmo potuto fare e di cosa ci sarebbe stato bisogno – spiega don Claudio Belfiore, direttore dell’Istituto Agnelli –, e abbiamo guardato oltre: oltre l’ansia e il timore da Covid-19, oltre le misure contenitive del contagio, oltre i limiti posti dalla situazione attuale».  Il desiderio è quello di aiutare i ragazzi a non focalizzarsi solo sulle norme da seguire una volta rientrati a scuola, e di far capire loro che la responsabilità non si ferma entro le mura scolastiche ma prosegue a casa, nella loro città e nel mondo. «Siamo a Torino ed è qui che si concretizza il nostro impegno. Ma siamo anche nel cuore del pianeta, perché quello che succede qui da noi ha riflessi e riverberi ampi e inaspettati».

 

«Gli studenti italiani vivono per la loro parte il disagio ma anche le sfide positive di questa pandemia, e riteniamo che sia molto importante per loro capire quali condizioni vivano i loro coetanei in altri Paesi» spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco. «I salesiani che operano in aree del mondo più sfortunate stanno cercando di offrire comunque le condizioni per proseguire la formazione scolastica. Ci sembra utile dare occasione ai nostri ragazzi di informarsi e di confrontarsi anche con situazioni estreme dove mancano aule, banchi e libri di testo, e gli insegnanti non possono far fronte ai loro compiti, ma dove ugualmente c’è la volontà di migliorarsi. Ci auguriamo che possa nascere un’amicizia fra studenti anche a distanza.»

 

Nella prima settimana di ritorno a scuola sono in distribuzione 1300 sacche e 1300 borracce personalizzate con i logotipi dell’Istituto Agnelli e di Missioni Don Bosco (v. fotografie allegate), così destinate:

– 440 kit per gli scolari delle Medie

– 270 kit per gli studenti del Tecnico

– 235 kit per gli studenti del Liceo

– 220 kit per gli allievi del CFP

– 86 kit peri i docenti di Medie e Superiori

– 28 kit per i formatori CFP.

 

All’attenzione per l’educazione si affianca il grande sforzo messo in campo dall’Istituto Agnelli per garantire il regolare svolgimento delle lezioni e delle attività. Nei mesi estivi, infatti, sono stati portati a compimento diversi lavori e acquisti, tra cui la ristrutturazione di aule e l’acquisto di 175 banchi monoposto e 6 banchi di pneumatica per il laboratorio di meccatronica.

Ulteriori informazioni sugli interventi di messa in sicurezza delle aule e dell’intero istituto Agnelli potranno essere forniti agli interessati.

 

I progetti in ambito scolastico che Missioni Don Bosco sostiene sono descritti nel sito https://progetti.missionidonbosco.org/educazione-e-formazione. Grazie per la cortese attenzione.

Il linguaggio “Oltre la fotografia”

Da sabato 19 settembre fino a domenica 18 ottobre la città di Rivarolo
Canavese ospiterà in diverse sedi la prima edizione di *RIPHOTO –
Oltre la fotografia*, una rassegna che nasce dalla collaborazione tra
l’Assessorato alla Cultura del Comune e l’associazione culturale
Areacreativa42. L’evento, organizzato con il patrocinio di Regione Piemonte
e Città Metropolitana di Torino, si sviluppa intorno alla *fotografia*,
concentrando l’attenzione su artisti capaci di interpretare con grande
libertà il mezzo e il linguaggio fotografico.


RIPHOTO – Oltre la fotografia, rassegna curata da Giorgio Bena, Francesca
Bernardi, Sarah Ed-drissi e Andrea Fenu, vuole essere una piattaforma di
analisi, scambio e dialogo che s’inserisce all’interno del progetto “*Giovani
curatori*” ideato da Areacreativa42*.*

Nella sede principale di *Villa Vallero*, che ha già ospitato negli anni
passati mostre e eventi culturali curati da Areacreativa42, verranno
allestite, con apertura al pubblico tutti i fine settimana della rassegna
(orario dalle 15 alle 19 il sabato e la domenica), le opere di Chiara
Dondi, Claudia Corrent, Matteo Suffritti, Oscar Brum, Fabio Bix, Valeria
Secchi, Francesco Capponi, Luca Baioni, Jennifer Deri, Virginia del Magro,
Charlie Davoli e Anna Skoromnaya. Gli artisti sono stati individuati indipendentemente dalla
loro notorietà ma poiché il loro lavoro rientra nel tema generale.

Lo spazio “Pop-up” adiacente al Municipio di Rivarolo Canavese accoglierà
invece, in collaborazione con Silvia Bigi, artista ravennate, il
progetto “*Dopo
la fotografia*” con l’allestimento di *cinque mostre* dedicate ad artisti
che, come archeologi, hanno lasciato da parte le macchine fotografiche per
lavorare su scatti esistenti. Gli artisti coinvolti, che si succederanno ad
esporre le loro opere nei fine settimana dell’evento secondo un calendario
definito, sono: Veronica Benedetti (19-20 settembre), Roberta Casadei
(26-27 settembre), Valentina Vannelli (3-4 ottobre), Francesca Artoni
(10-11 ottobre), Niccolò Ferrario (17-18 ottobre).

Oltre agli allestimenti di Villa Vallero e alle mostre “Pop-up” di palazzo
Lomellini, sede comunale, la rassegna RIPHOTO – Oltre la fotografia
coinvolgerà gli spazi settecenteschi di *Casa Toesca*, nobile dimora
situata nel cuore di Rivarolo Canavese, dove gli artisti in residenza nella
limonaia proporranno work shop e incontri nel giardino, e gli ambienti
dell’Ufficio Turistico Proloco in cui si terrà *Riphoto Kids*, attività per
bambini a cura di Giulia Cordò. Inoltre, come segno della volontà di
coinvolgere l’intera cittadinanza nell’importante evento, è stata prevista,
in collaborazione con l’Assessorato al Commercio, l’iniziativa *RIPHOTO OFF*,
una mostra diffusa che vedrà, per tutto il mese di durata dell’evento,
diversi esercizi commerciali della città mettere a disposizione i loro
spazi per progetti fotografici.

L’associazione *Areacreativa42*, ideatrice della rassegna, viene fondata
nel 2008 a Casa Toesca con l’obiettivo di valorizzare l’arte storica e
contemporanea attraverso mostre, eventi, workshop, percorsi educativi e
residenze d’artista, e con particolare attenzione per le nuove generazioni.
In quest’ottica ha svolto un ruolo di primo piano *l’Art Prize CBM*, nato
nel 2010 per volontà di Karin Reisovà, fondatrice e presidente di
Areacreativa42, e riservato a pittori, scultori, fotografi, performer e
video artisti.

Per informazioni sull’evento:

Areacreativa42 Associazione Culturale

Via Ivrea 42, Rivarolo Canavese (TO)

Tel. 335 122 7609

Sito: www.areacreativa42.com

info@areacreativa42.com

Bar e negozi chiusi per carenze igieniche

Martedì pomeriggio, gli agenti del Commissariato Barriera Milano insieme a personale della Polizia Municipale hanno effettuato controlli amministrativi presso alcuni esercizi del quartiere. Complessivamente sono stati controllati 6 locali: 3 bar; 2 market e una macelleria.

Un market e una macelleria, entrambi ubicate in corso Giulio Cesare, sono stati sanzionati per violazioni del regolamento comunale di igiene. In un altro market di corso Giulio Cesare sono stati trovati 116 chili di pesce e 12 di pollame in cattivo stato di conservazione, motivo per il quale la titolare del negozio è stata denunciata in stato di libertà dalla Polizia Municipale.

Nel corso dell’attività, a un bar di corso Giulio Cesare, è stata notificata la sospensione della licenza, con contestuale chiusura per 7 giorni, ai sensi dell’art.100.  A fine agosto, gli agenti del commissariato di zona, avevano assistito a una compravendita di stupefacenti, avvenuta all’interno dell’esercizio, a seguito della quale era stato arrestato, per spaccio e resistenza, un pusher gabonese con precedenti di polizia a carico.   

 

Volotea registra una crescita di passeggeri di oltre l’80 per cento

Volotea, la compagnia aerea low-cost che collega tra loro città di medie e piccole dimensioni e capitali europee, nonostante un’estate caratterizzata da incertezze e cautela per il settore aviation, ha registrato risultati superiori alle previsioni: il vettore, infatti, ha totalizzato, durante i mesi estivi di luglio e agosto, circa 1,8 milioni di passeggeri nel suo network internazionale, operando un totale di oltre 13.700 voli.

 

Dopo aver ridisegnato la propria offerta commerciale, adattandola al contesto post-lockdown Covid-19 e aver focalizzato le proprie operazioni principalmente sui voli domestici, Volotea ha ottenuto quest’estate risultati in linea con l’anno precedente. A livello internazionale, è molto positivo il tasso di puntualità: l’On Time Performance 15 è dell’89,8%. Infine, si attesta su ottimi livelli anche il tasso di raccomandazione pari all’88,8%.

 

Numeri che trovano conferma a livello locale: a Torino, a luglio e agosto, infatti, il vettore ha totalizzato oltre 112.000 passeggeri (+82% vs estate 2019), collegando il capoluogo piemontese con 9 destinazioni, tutte domestiche. Presso lo scalo Volotea è scesa in pista con più di 810 voli (+79,3% vs estate 2019), registrando un load factor del 91% e un tasso di raccomandazione del 90%: ciò significa che 9 passeggeri su 10 consiglierebbero Volotea ad amici e parenti. Infine, è molto positivo anche il tasso di puntualità: l’On Time Performance 15 è dell’86,7%.

“Quest’estate, nonostante il clima di preoccupazione e l’incertezza che ha caratterizzato il comparto turistico a livello internazionale, Volotea ha registrato performance superiori alle aspettative, trasportando circa 2 milioni di passeggeri in tutto il suo network. Un risultato che premia la scelta di rafforzare i collegamenti domestici, non solo in Italia, ma anche in Spagna, Francia e Grecia, offrendo collegamenti ancora più frequenti e comodi per volare verso alcune delle più belle località estive. Per garantire poi la sicurezza a bordo dei nostri aeromobili, una volta ripresa la nostra operatività, abbiamo implementato una serie di misure di sicurezza, permettendo così ai nostri passeggeri di programmare le loro vacanze in tutta serenità. Infine, in stretta sinergia con gli aeroporti del nostro network, siamo già al lavoro per definire nuove proposte in linea con le esigenze di viaggio dei nostri clienti” – ha affermato Carlos Muñoz, Presidente e Fondatore di Volotea.

 

Durante l’estate 2020, Volotea ha collegato Torino con 9 destinazioni, tutte domestiche: Alghero (nuova rotta 2020), Napoli, Cagliari, Olbia, Palermo, Catania (nuova rotta 2020), Lamezia Terme (nuova rotta 2020), Lampedusa e Pantelleria. Ai collegamenti operati durante gli scorsi mesi estivi, già in vendita per volare nel 2021, si aggiungono anche le rotte per Mykonos e Skiathos.

Nel tragitto casa scuola più studenti in auto e moto, meno sui mezzi pubblici

In Piemonte più di 1 alunno su 4,  circa 157.000 bambini e ragazzi (il 27% del totale) dovrà  cambiare, del tutto o in parte, mezzo di trasporto per il percorso  casa-scuola

E’ “colpa” delle nuove norme anti Covid, per via  del possibile contagio, oltre che per i nuovi orari scaglionati di entrata e uscita dalle scuole. I dati emergono dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp research e Norstat. Crescerà il numero di  ragazzi che si sposteranno in auto o moto: più di 1 alunno su 2 (il 53,3%), pari a circa 310.000 bambini e ragazzi.

Lo scorso anno la quota  era il 45,9%. Scende invece  il numero di coloro che sceglieranno il trasporto pubblico: si tratterebbe  solo del 16,4% su autobus o tram, rispetto al 19,7% dello scorso anno

Torna la Prevostura Mtb, ma Virtual

Questi dovevano essere i giorni delle ultime verifiche sul percorso, della raccolta delle iscrizioni, della messa a punto di tutti i servizi. Sarebbe stato così senza la maledetta pandemia che tutto ha spazzato via anche nel mondo dello sport e della Mtb in particolare, rendendo pressoché impossibile allestire una Granfondo come siamo abituati a conoscerle.

Anche la Prevostura Mtb ha dovuto inchinarsi e rinunciare alla “messa in scena” per il 4 ottobre, destando una forte delusione in moltissimi appassionati, non solo del Piemonte. Anche per questo gli organizzatori dell’Mtb Lessona hanno quindi pensato di tenere un ideale legame con la gara anche in questo strano anno, proponendo la 22esima edizione de La Prevostura in versione Virtual Race.

Una scelta presa anche per presentare nella maniera dovuta il nuovo percorso della gara, cambiato dopo una decina d’anni, quella che doveva essere la grande novità di quest’edizione capace di interessare anche coloro che della Prevostura sono a tutti gli effetti degli aficionados. Ecco quindi che sulla piattaforma Strava nei prossimi giorni verranno caricate le tracce del nuovo tracciato e i biker potranno affrontarlo nel periodo che va dal 4 ottobre fino all’1 novembre. Ciò significa che tutti gli iscritti alla prova potranno effettuare anche più tentativi sul percorso, inserendo automaticamente in classifica il miglior risultato cronometrico.

La partecipazione alla Prevostura VirtualRace è completamente gratuita, aderendo attraverso il sito della manifestazione dove nei prossimi giorni verrà pubblicato il regolamento: gli organizzatori stanno comunque pensando a una serie di premi legati alla graduatoria finale che verranno successivamente inviati per posta. Il percorso, continuamente monitorato dai responsabili del club, sarà segnalato, ma naturalmente i biker dovranno affidarsi alla propria app e, perché no, al proprio senso dell’orientamento. In tal modo, per un mese intero, Lessona tornerà ad essere la capitale della Mtb.

Per informazioni: Amici Mtb Lessona, tel. 340.1516377 e 334.1342662, www.laprevosturamtb.it, mail mtblessona@libero.it

Torino verso il declino? I sindacati: “Non c’è un minuto da perdere”

I sindacati lanciano l’allarme:”Non c’è un minuto da perdere”. 

Il declino nell’area metropolitana di Torino deve essere combattuto con forza da istituzioni e mondo economico e sociale, per  evitare che nei prossimi mesi  altri 30.000 piemontesi restino disoccupati.

Urge, per le organizzazioni sindacali, un patto sociale per la ripartenza, “coraggioso e capace di portare investimenti in tutti i settori in crisi” Questo l’appello lanciato alla manifestazione unitaria organizzata oggi a Torino.

Tra i presenti  i segretari cittadini di Cgil, Cisl e Uil, Enrica Valfre’, Domenico Lo Bianco e Gianni Cortese.

Seduto in prima fila anche l’arcivescovo di Torino, mons Cesare Nosiglia, con Mino Giachino di Sì Tav Si’ Lavoro e l’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Torino, Marco Giusta.

 

(foto Cgil Torino)

“Pittura, grafica, impronte” in mostra a Pomaro

Dal Piemonte / Alla Società Mutuo Soccorso di Pomaro Monferrato

Nell ambito della mostra domenica 13 settembre Maura Maffei presenterà alle ore 15   il  suo libro A QUEL CHE ABISSO TACE dialogando con Isabella Bocchio. Vincitore del premio Sezione  romanzo storico al premio letterario Bormio Contea 2019

La mostra curata dal critico d’arte Giuliana Romano Bussola sarà inaugurata alle ore 18 di domenica 30 agosto  nello spazio esterno della Società.

Espongono Mario Mazza, Federica Di Meo, Alberto Carraro, Isabella Bocchio.

Seguirà all’interno del salone la visita guidata secondo le vigenti disposizioni sanitarie.

Alle ore 17,30 si registrano le presenze.

Mario Mazza, calabrese di nascita, monferrino d’adozione, mette a confronto dipinti di solari paesaggi collinari, vigneti, campi di girasole, distese di grano punteggiate di rossi papaveri con nostalgiche visioni di ulivi della terra natale impressi nella memoria.

Alberto Carraro con i suoi graffiti e impronte concilia suggestioni di antichissime pitture e incisioni rupestri con il Movimento dell’Arte Povera, nato negli anni 60, avvalendosi di materiali quali il legno, il ferro e soprattutto il cemento.

Federica Di Meo, famosa disegnatrice e insegnate di tecnica Manga, introdurrà nell’affascinate mondo del fumetto giapponese, ormai considerato vera e propria arte, attraverso l’esposizione di avvincenti e intriganti tavole.

Isabella Bocchio, presidente della SOMS, usando una tecnica particolare, dipinge su metallo scorci di paesi monferrini oltre a soggetti religiosi, in particolare riesce a sintetizzare in pochi tratti le caratteristiche stilistiche delle chiese di Casale.

 

Orari settembre:  

sabato 5-  17-21

​​​​Domenica 6    11-21

Sabato 12     17-21

Domenica 13  11-21

Sabato 19      17-21 Chiusura mostra