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Il Museo del Cinema rende omaggio a Dario Argento

La mostra si tiene  occasione dei suoi 80 anni. Da febbraio a giugno 2021

In occasione dell’ottantesimo compleanno di Dario Argento, il Museo Nazionale del Cinema di Torino presenta Dario Argento – The Exhibition, la prima grande mostra dedicata al grande maestro italiano del cinema internazionale.

Prodotta in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti di Parma e curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e Marcello Garofalo, la mostra verrà allestita all’interno della Mole Antonelliana e sarà inaugurata nel mese di febbraio 2021.

“È il nostro primo grande appuntamento del 2021, un progetto inizialmente previsto nell’autunno del 2020, proprio in concomitanza con il compleanno del regista e slittato a causa dell’emergenza Covid – afferma Enzo Ghigopresidente del Museo Nazionale del CinemaUn doveroso omaggio a uno dei grandi autori del cinema italiano e conosciuto in tutto il mondo, che ben si sposa con l’anima misteriosa e magica della Mole Antonelliana e di Torino”.

La mostra ripercorre la sua lunga carriera, proponendo un viaggio nel cinema cult del maestro del brivido attraverso tutti i suoi film (da L’uccello dalle piume di cristallo, 1970, a Dracula 3D, 2012), con centinaia di immagini, fotogrammi e fotografie inedite, installazioni, oggetti di scena, musica, manifesti, costumi, video (con testimonianze di collaboratori e fan illustri), memorabilia, raffronti con le produzioni televisive e cinematografiche odierne.

Dario Argento ha imposto uno stile talmente innovativo da essere stato variamente omaggiato (De Palma, Tarantino, Carpenter solo per citarne alcuni) e imitato, ma mai uguagliato. Il nome di Argento è conosciuto oggi internazionalmente per il contributo personale e moderno che il regista, fin dai primi titoli da lui diretti, ha saputo dare al thriller, al giallo e all’horror, allentando le maglie di una grammatica cinematografica estremamente codificata con soluzioni visive più ancorate all’irrazionale e alla dimensione onirica, oltrepassando fieramente il confine tra cinema di genere e cinema d’autore.

“Con questa mostra – affermano i due curatori Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo – intendiamo sottolineare non tanto le valenze horror e sanguinolente del suo cinema, quanto la complessa e raffinata composizione visiva delle immagini che lo pongono come uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo, punto di riferimento per generazioni di registi cinematografici fino alle serie televisive di questi ultimi anni.

Il legame tra Dario Argento e Torino è molto stretto. In questa città ha girato le sue prime opere e Profondo rosso, da molti considerato il suo capolavoro che è stato recentemente votato come il migliore lungometraggio di finzione girato sotto alla Mole, secondo un sondaggio realizzato dalla rivista Ciak. Ecco quindi che questa mostra è un omaggio a un grande maestro del cinema italiano, conosciuto e apprezzato a livello internazionale che può essere considerato a tutti gli effetti “torinese”.

“Sono davvero felice – dice Dario Argento – che proprio in coincidenza di questo mio importante compleanno, il Museo Nazionale del Cinema di Torino comunichi alla stampa che tra gli eventi previsti nel 2021 ci sia anche questo “omaggio” dedicato al mio cinema.  Nel corso della mia carriera, iniziata nell’ormai lontano 1970, ho avuto modo di ricevere diversi riconoscimenti in tutto il mondo, specialmente in Francia, in America, in Giappone; in Italia di recente mi hanno consegnato il David di Donatello alla carriera, ma questo riconoscimento del Museo del Cinema di Torino mi entusiasma in particolar modo, non solo perché si svolgerà in una città da me molto amata, dove ho avuto modo di girare diversi film, ma anche perché è organizzata in una sede prestigiosa, simbolica quale è la Mole Antonelliana. Mi pare un modo straordinario per far conoscere anche ai più giovani l’intero mio percorso cinematografico, accompagnandoli all’interno del mio “cinema idealista”, fatto di incubi, sogni e visioni, ove la grigia realtà non è mai arrivata e mai ci arriverà.”

L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino. www.torinocittadelcinema2020.it

Riapertura delle scuole, la Regione: “Tutto il possibile per riprendere in sicurezza”

La Regione Piemonte è pronta ad affrontare l’apertura delle scuole “convinta di aver fatto tutto il possibile per quanto riguarda le materie di propria competenza”.

Il presidente Alberto Cirio ha definito quello di lunedì “il vero test per la ripartenza, che va superato tutti insieme. Ha quindi sostenuto che sono stati messi a punto tutti gli atti necessari, come l’aumento dal 50% all’80% della capacità di carico dei mezzi del trasporto pubblico locale grazie al costante confronto delle Regioni con il Governo per ottenere una soluzione che garantisce sicurezza e possibilità di spostamento, l’attivazione di 29 hot spot scolastici su tutto il territorio ai quali si possono portare i bambini con sintomi di contagio, fare il tampone e avere il risultato in poche ore, l’attivazione del nuovo Dipartimento per le emergenze e le malattie infettive, la rimodulazione dell’Unità di Crisi”.

Si è poi detto “dispiaciuto che il ministro dell’Istruzione abbia auspicato che il Governo impugni l’ordinanza di mercoledì, in quanto le Regioni hanno lavorato nelle ultime settimane per misurare la temperatura degli alunni a scuola. Ma lo Stato ha deciso di lasciare questa incombenza solo alle famiglie, mentre ha ordinato a uffici e fabbriche di farlo, senza considerare che bambini e ragazzi possono trasmettere il virus ai nonni. In Piemonte si è detto che non è sufficiente, che la misurazione a casa senza un efficace controllo a scuola non va bene, l’Usr ha risposto che la Regione non si fida delle famiglie. Nessuno ha tenuto conto delle famiglie negazioniste, che hanno già detto che la febbre ai loro figli non la misureranno perché il Covid non esiste. Quindi, si è chiesto il presidente, se si revoca l’ordinanza e un bambino entra a scuola dicendo che famiglia si è dimenticata di prendere la febbre, cosa si fa?”

Il presidente ha infine annunciato che la Regione è disposta ad aiutare le scuole ad approvvigionarsi di mascherine da consegnare ogni giorno agli alunni se lo Stato avrà difficoltà per la fornitura, perché non si può lasciare gli istituti senza questi dispositivi per neanche un giorno, ed ha sottolineato che la Regione ha approvato apposite linee guida sui comportamenti da tenere a scuola che portano la firma dei medici e dei pediatri.

L’assessore all’Istruzione Chiorino ha dichiarato che “la didattica a distanza deve essere uno strumento di emergenza, poiché le attività scolastiche devono essere svolte in presenza”.

L’assessore alla Sanità Icardi ha rilevato come “la situazione epidemiologica sia al momento sotto controllo. Quest’estate il Piemonte è sempre stato nella fascia di rischio basso, la settimana scorsa il rischio è diventato moderato, ma ora è tornato basso. Sul New York Times di oggi è pubblicato un articolo che colloca il Piemonte tra le Regioni più virtuose in Italia per minor numero di contagi negli ultimi sette giorni. Accanto alla scuola, l’impegno della Sanità si concentra in questi giorni anche sui fronti delle vaccinazioni antinfluenzali (il via è previsto nella prima metà di ottobre) e su quello della garanzia sanitaria ai seggi del referendum del 20 e 21 settembre.”

Topo d’auto in monopattino Uno dei complici tradito dalla suoneria del cellulare

Nella notte di venerdì, poco dopo le 4, giunge una chiamata alla centrale operativa della Polizia di Stato che segnala la presenza in via Torrazza Piemonte di 4 persone che, dopo essersi aggirate tra le auto in sosta, hanno infranto il finestrino di un’auto. La segnalazione precisa che uno degli autori viaggia a bordo di un monopattino.

Ricevute le descrizioni, le volanti si recano sul posto sul posto dove fermano l’uomo a bordo del monopattino, un diciottenne moldavo, e un suo complice, un quarantenne rumeno.

Un terzo appartenente del gruppo, un moldavo di 27 anni, viene poi arrestato dagli operatori di un’altra volante. Mentre gli agenti sono alla ricerca delle due persone mancanti, dal basso di un’autovettura in sosta odono la suoneria di un cellulare! Lì nascosto trovano il ventisettenne, l’uomo presenta anche evidenti escoriazioni ad una mano. Anch’egli verrà, poi, arrestato per il tentato furto, così come i suoi due complici.

Gli agenti appureranno poi che l’auto presa di mira dai rei aveva due finestrini infranti, effrazione probabilmente causata da una grossa pietra, e presentava tracce di sangue sulla portiera.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Woody Allen  “A proposito di niente”    -La Nave di Teseo –  euro  22,00

E’ un’autobiografia ricca di ironia, amori, figli, amarezza, malinconia e tanto cinema quella dell’84enne Woody Allen, regista e artista poliedrico di incommensurabile talento.

E se vi state chiedendo se narra anche la bruttissima storia con Mia Farrow, sappiate che alla vicenda riserva pagine al vetriolo in cui chiarisce una volta per tutte come sono andate le cose.

Allan Stewart Konigsberg (questo il suo vero nome) muove i primi passi in una famiglia yddish a Brooklyn, col padre che la sera gli sciorinava storie di gangster, mentre la madre gli ricordava Groucho Marx.

Poi gli inizi della sua strepitosa carriera a soli 16 anni con l’inventiva che lo contraddistingue e lo porta a scrivere battute al fulmicotone per radio, cinema, tv, “New Yorker”, e ad esibirsi nei locali notturni. Il resto è storia nota: 60 anni di carriera in cui ha scritto e diretto una cinquantina di film, che spesso ha reso memorabili con la sua recitazione in ruoli da protagonista (uno per tutti, l’esilarante “Provaci ancora Sam”).

Nel libro racconta gli incontri con personaggi del calibro del commediografo Arthur Miller -col quale concordò che “la vita non ha senso”- con registi europei che ammirava, con attori e attrici –“la bellezza di Scarlett Johanson è radioattiva”- e tanti aneddoti. Emergono le sue fobie, come quella di entrare a un party, e la sua visione esistenziale: già a 5 anni vedeva non il bicchiere, ma la bara mezza piena.

Ci sono succosi capitoli dedicati ai suoi matrimoni e convivenze. Il primo con Harlene, il secondo e tormentato con Louise Lasser che gliene fece di tutti colori, la scoperta di Diane Keaton come attrice e compagna di vita per qualche anno e amica per sempre.

Poi la sventura di incappare in Mia Farrow: nata in una famiglia borderline che ha prodotto casi di alcolismo, tossicodipendenza, suicidi, problemi con la legge, forse è stata anche molestata dai fratelli. Allen scrive: “Ero sorpreso di come fosse cresciuta in quel campo minato di follie assortite e ne fosse uscita non solo illesa ma anche affascinante…” Errore di valutazione madornale che gli rovinerà la vita.

13 anni insieme -anche se ognuno a casa sua- la Farrow che recita nei suoi film, ma soprattutto colleziona figli adottivi, meglio se hanno degli handicap, da esibire in pubblico per glorificare la sua persona. Però dietro le quinte, tra le mura domestiche è tutt’altra faccenda. Due pesi e due misure. La Farrow ha disinteresse, scatti d’ira e picchia regolarmente gli orfanelli che ha raccolto; mentre sviluppa un innaturale e morboso attaccamento al figlio Fletcher e dà il peggio di sé quando scopre che Woody Allen si è innamorato di Soon-Yi, figlia adottiva che lei maltrattava con indicibile cattiveria.

Manipolatrice all’ennesima potenza, la Farrow lo accusa di aver molestato un’altra figlia adottiva, Dylan: gli scatena addosso false testimonianze e plagia la prole fino a convincere Dylan di essere stata davvero violata.

Lo scandalo è enorme e, anche se il regista è stato scagionato, la portata del danno è sintetizzata dall’ostracismo che soprattutto in America vede Allen come un reietto. Il fattaccio risalirebbe al 1992 eppure ancora oggi il cinema e parte del mondo intellettuale credono alla campagna denigratoria del figlio Ronan (col quale non ha più contatti fin da quando aveva 4 anni, e nemmeno con Dylan da quando ne aveva 7).

A consolare il genio c’è il matrimonio con Soon-Yi che dura da 25 anni, alimentato da un amore costante e due figlie da crescere. Questo e molto altro in poco meno di 400 pagine che scorrono alla velocità della luce….

 

 

Joanne Ramos  “La fabbrica”  -Ponte alle Grazie –   euro  18,00

La fabbrica è Golden Oaks, una vera e propria azienda in cui giovani donne di etnie diverse e classi sociali disagiate vengono reclutate come “madri surrogate” per ricconi di tutto il mondo. E’ semplicemente magnifico questo romanzo di esordio di Joanne Ramos, nata nel 1973 a Manila, nelle Filippine, e dall’età di 6 anni cresciuta in America (nel Wisconsin), laureata a Princeton, un’esperienza di lavoro nel settore finanziario e poi questo libro-bomba che tocca temi attuali e dolenti.

Protagonista è Jane, di origine filippina, con una figlia piccola da sfamare e crescere; vive in un dormitorio e lavora in famiglie benestanti newyorkesi. Poi sua cugina le prospetta una strada diversa e lei si ritrova a Golden Oaks, struttura hi-tech a due ore da Manhattan, incinta e madre surrogata per una “cliente”.

La fabbrica funziona così: diretta da Mae Yu -ambiziosa donna d’affari- ospita ragazze per lo più di etnie sfortunate (filippine, latinoamericane, afroamericane) o del ceto medio americano impoverito. Ma c’è anche Reagan, giovane americana bianca laureata con lode che cerca di smarcarsi dal controllo paterno. Sono tutte madri surrogate alle quali sono stati impiantati ovuli che devono portare in grembo, proteggere e far sviluppare al meglio, seguendo il rigido protocollo dell’azienda: nutrirsi in modo salutare, tenersi in forma con attività fisica mirata, riposare e prendersi cura di sé e dei figli delle committenti. Per tutto questo vengono ampiamente remunerate.

Ma per chi si accollano la gestione dei feti per 9 mesi? Le clienti a volte anonime, altre no, sono spinte da più fattori: troppo in là con gli anni per portare a termine una gravidanza, troppo impegnate, sterili o anche solo vanitose e viziate che non vogliono sformare i loro corpi.

Comuni denominatori delle ospiti della fabbrica sono dubbi, sensi di colpa, terrore di abortire e perdere tutto. Alcune vedono la gestazione come un mero lavoro; altre sono convinte che aiutare altre donne a diventare madri sia un’azione nobile… e ben venga se remunerata.

Il romanzo è ispirato a storie vere che la Ramos ha raccolto; non vuole dare risposte, ma pone grandi domande come: “cosa c’è di giusto o sbagliato nell’esistenza?”, “che valore ha la vita?”.

 

Carlo H. De Medici   “I topi del cimitero”   – Cliquot Edizioni –  euro 18,00

Ecco una curiosa riscoperta, quella del giornalista, scrittore, illustratore e studioso di scienze occulte Carlo H. De’ Medici, della cui vita si sa poco: a partire dalla data di nascita, probabilmente il 29 agosto del 1887, mentre quella della morte non è pervenuta. Era figlio di un banchiere ebreo parigino e per anni visse a Gradisca d’Isonzo, fu vicino agli ambiente delle scienze esoteriche e alchemiche, e dai suoi scritti si evince che s’interrogava sul senso della vita.

I racconti de “I topi del cimitero” fanno parte dei suoi  “Racconti crudeli” del 1924 e colpiscono il lettore a pugno duro come solo la letteratura gotica sa fare, anche se in realtà è difficile classificarli.

I suoi personaggi, raccontati rigorosamente  in prima persona sono “anime nate –morte” che parlano da un imperscrutabile al di là e mettono a nudo l’anima tormentata dell’autore che scandaglia cosa sia la morte, cosa venga dopo o cosa ci sia nell’universo infinito.

I racconti narrano di topi che profanano una chiesa, della bellissima Marta la “taciturna” priva di senno e di materia grigia che fende la folla chiassosa al braccio di un’anziana signora. O ancora di due enigmatiche sorelle incontrate su un piroscafo che lo turbano profondamente «..baciavo Lodovica, e sognavo Luisa…Stringevo al mio petto la mia nuova amante, e chiamavo l’assente. Fuggii per non impazzire».

Nelle pagine fa capolino anche madama La Morte, alla taverna delle “Tre bare”, che si rivela essere una vecchia megera amante delle gozzoviglie e del vino (che non regge e la spinge a scatti d’ira).

E tra le figure femminili «…belle come sono belle le donne che amiamo in sogno» c’è anche Isabella che muore tra le braccia dell’amato.

Questo ed altro nella raccolta che testimonia quanto l’autore fosse affascinato dal decadentismo, influenzato da Poe e Huysmans, e si destreggiasse abilmente in racconti particolarmente esoterici.

Insomma un piccolo prezioso volume che l’editore Cliquot ha strappato dall’oblio arricchendolo anche con le illustrazioni goticheggianti disegnate da De Medici stesso, per meglio raccontare patti col diavolo, profezie, visioni e allucinazioni, fantasticherie varie e godibilissime.

 

Zadie Smith  “Questa strana e incontenibile stagione”  -BigSur –  euro 8,00

Sono 6 saggi sul periodo della pandemia e del lockdown da Covid 19 in cui la scrittrice (nata a Londra nel 1975 da padre inglese e madre Giamaicana)– tra marzo e maggio 2020- ha messo a nudo il tema più che mai attuale .

Lei abituata a viaggiare e dividere la sua vita tra Londra e New York (dove insegna scrittura creativa alla New York University) ha dovuto far fronte a una brusca frenata e sciorinato nero su bianco le sue riflessioni, tra idee politiche, esperienze personali, ragionamenti e spunti vari.

Analizza a fondo come «..l’unico modo per  uscire da qualcosa è attraversarlo. Cercare di conservare un po’ di spazio per sé stessi nell’affollata sfera domestica…».

Ed ecco pagine in cui possiamo riconoscerci e rivivere come abbiamo reinventato i nostri spazi, i rapporti di convivenza, le attività lavorative.

Zadie Smith riassume un caleidoscopio di esperienze nuove: dalla donna sola chiusa in un appartamento in cui la solitudine si fa ancora più opprimente, alle persone catapultate 24 ore su 24 in una famiglia in cui privacy e tempo vanno ridefiniti.

Niente è stato facile perché il virus si è diffuso velocemente, infettando non solo le persone ma anche famiglie, comunità e Stati, senza guardare in faccia nessuno, perché come scrive Zadie Smith «Al virus non importa chi sei».

A Serralunga d’Alba dal 19 settembre le vigne si vestono con la bandiera italiana

Il 20 settembre la Sagra della Cugnà

Vendemmia Tricolore” è l’evento unico che si svolge a Serralunga d’Alba (Cn), nelle colline patrimonio Unesco, dal 19 settembre all’8 novembre, come evento simbolico che segna l’inizio della vendemmia 2020 in tutto il Piemonte: un’annata che si presenta molto buona per qualità come prevedono i Consorzi di tutela del vino e le organizzazioni del comparto vitivinicolo.

Per l’occasione a Serralunga d’Alba le migliori vigne delle menzioni geografiche ufficiali saranno vestite a tricolore. Un’idea nata dal Comune di Serralunga in concerto con l’Associazione Turistica Pro Loco.

In ogni cru sarà allestita una postazione con la descrizione del vigneto e le sue caratteristiche morfologiche, le varietà presenti, le informazioni relative ai pregi e le caratteristiche organolettiche dei vini che ne derivano.

Le vigne saranno identificate e caratterizzate ognuna da una bandiera italiana che permetterà la visibilità anche da lontano.

L’assessore regionale alla Cultura e al Turismo sottolinea come il Piemonte abbia una tradizione millenaria di produzione di vino che si è via via raffinata scalando le vette mondiali per la sua qualità con ricadute positive sul turismo. L’enogastronomia dei nostri territori è un fattore attrattivo che arricchisce i turisti ma allo stesso tempo mantiene vive le nostre tradizioni, dunque ben vengano manifestazioni come queste.

Per l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo l’iniziativa, unica nel suo genere, rappresenta l’inizio della vendemmia in Piemonte in un momento di necessaria ripresa dopo l’emergenza determinata dal Covid 19. L’intento è di dare un messaggio di continuità e conferma della forza del frutto principe del Piemonte, rappresentato dalle pregiate uve che danno origine a famosi vini blasonati Doc e Docg, ormai conosciuti in tutto il mondo. Pertanto la Regione Piemonte è impegnata in azioni mirate per promuovere i vini piemontesi sui mercati esteri già consolidati e in quelli definiti emergenti.

Tutti gli appassionati di enoturismo e di trekking potranno così percorrere i sentieri e le capezzagne di Serralunga in un’esperienza unica e a contatto con la natura che permetterà, non solo di assaggiare i migliori Barolo del territorio nelle rispettive cantine e nei locali di Serralunga, ma anche di scoprire da dove nascono.

Alcune mappe con i riferimenti delle vigne identificate saranno posizionate nei vari punti del paese e del centro storico affinché sia reso più facile la ricerca del vigneto di interesse e il suo riferimento.

 PROGRAMMA

L’inaugurazione dell’iniziativa si svolgerà domenica 20 settembre durante la mostra mercato della Sagra della Cugnà, la rinomata mostarda tipica della tradizione culinaria piemontese, che si ottiene dal mosto d’uva.

La Sagra della Cugnà per l’edizione 2020 è confermata con il mercato dei prodotti tipici, artigianato ed agricoltura. Il centro storico sarà invaso da decine di bancarelle che proporranno le eccellenze del territorio con la Cugnà che farà da traino alla giornata.

Alle ore 16 ci sarà inoltre la premiazione della persona più genuina di Serralunga.

Il 20 settembre sarà occasione per gli appassionati di filatelia di ottenere l’annullo filatelico  dedicato appositamente all’iniziativa di Vendemmia Tricolore.  Grazie a Poste Italiane la manifestazione entra tra gli eventi di rilievo per il 2020.

Domenica 20 in Piazza Umberto I° sarà possibile ottenere l’annullo ed acquistare le cartoline di Serralunga.

Teatro Stabile: nuove produzioni, riprese e in prima mondiale “The spank” di Hanif Kureishi

Presentata la prima parte della stagioneNella videoconferenza programmata dallo Stabile torinese per presentare la prima parte del proprio calendario annuale, da ottobre a inizio gennaio, in collegamento dalla sua abitazione londinese, biblioteca d’obbligo alle spalle, appare il viso di Hanif Kureishi, oggi sessantaseienne, origini pakistane ed inglesi, una compagna italiana con cui vive (“forse anche per questo amo molto i vostri scrittori, la vostra letteratura”), uno degli sceneggiatori e drammaturghi più apprezzati sul panorama internazionale.

Basterebbero la scrittura cinematografica di My beautiful laundrette (1985), con l’applaudita colonna sonora di David Bowie, e di Sammy e Rosie vanno a letto (tre anni dopo), entrambi affidati alla regia di Stephen Frears o l’eco del romanzo Il Budda delle periferie per dire del suo successo. Grazie al felice rapporto che lo lega a Monica Capuani, che ne curerà la traduzione, ha affidato la prima mondiale della sua opera più recente, The spank, allo Stabile (debutto 8 dicembre al Carignano), interpreti Valerio Binasco e Filippo Dini, quest’ultimo anche in veste di regista. La storia di Sonny, dentista, e Vargas, farmacista, figli di immigrati, il raggiungimento di un successo professionale, la loro lunga amicizia fatta di confidenze e conversazioni, di chiacchiere al pub tra una birra e l’altra: poi un giorno qualcosa si incrina, si guasta, un insignificante incidente, un litigio per una donna e tra umorismo e piccoli drammi nulla sarà più come prima. Dice Kureishi: “Non mi interessa sentire degli attori recitare in una lingua che non è quella in cui io ho scritto il testo, mi interessano al contrario le reazioni di un pubblico nuovo, soltanto quando un’opera è recitata io la considero veramente completa”.

Una prima parte di stagione che poggia con sicurezza anche sulle ventimila presenze raccolte in estate grazie alle iniziative di “Summer Plays” (organizzata con la Fondazione Tpe) e Blu Oltremare (presenze soprattutto di abbonati che hanno tra l’altro rinunciato al rimborso per gli spettacoli saltati, costruendo così un quantum che ha permesso allo Stabile di stabilire un bilancio in pareggio) e che vede 163 alzate di sipario, con 32 titoli programmati di cui 9 produzioni (3 nuove produzioni esecutive, 3 nuove coproduzioni e 3 riprese, con 10 spettacoli ospiti, per la riapertura in tutta sicurezza, con presenze ridotte, di Carignano, Gobetti e Fonderie Limone. The spank è uno di quei titoli chiamati a formare un calendario definito “Diversamente classico”, una rivisitazione dei classici alla luce della drammaturgia contemporanea. Uno sguardo che si riversa ancor maggiormente in apertura di stagione (5 ottobre, ancora al Carignano) quando finalmente Binasco, portate a termine le prove che oggi fervono alle Fonderie di Moncalieri (“in questi giorni abbiamo un maestro guida, Elia Kazan”, confessa il regista e interprete mentre si chiede ancora: “perché per quest’opera non potremmo parlare di “diversamente contemporaneo”?) e che erano state interrotte con l’arrivo del lockdown, potrà debuttare con Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, un classico sapore di tragedia greca trasposto tra gli immigrati irregolari nella Brooklyn di metà anni Cinquanta, un dramma familiare soffocato “tra i confini insopportabilmente ristretti della famiglia”. Altri interpreti Vanessa Scalera (eccezionale procuratore Imma Tataranni in tivù), Deniz Özdogan, Dario e Emmanuele Aita. Altro debutto cancellato nei mesi scorsi che vede finalmente la luce è quello di La casa di Bernarda Alba di Federico Garcìa Lorca, interpretazioni tutte al femminile (tra le altre, Orietta Notari, Francesca Mazza e Francesca Bracchino), la regia è affidata al giovane (trentaduenne) ma già affermato Leonardo Lidi, cresciuto alla scuola dello Stabile, un testo di chiusura ma anche di ricerca spasmodica di libertà e felicità, “una tragedia in cui si scontrano il conflitto tra morale autoritaria e desiderio di libertà, dominata dalla figura della madre-padrona del titolo”.

E ancora: Peachum che Fausto Paravidino ha ricavato dall’Opera da tre soldi brechtiana, a sua volta tratta da un altro “classico”, L’opera del mendicante del settecentesco John Gay (10 novembre), al suo fianco Rocco Papaleo; L’anello forte, dall’omonimo testo di Nuto Revelli, le memorie delle donne tra campagna e industria affidate alla drammaturgia (un grande lavoro di selezione fatto sulle interviste condotte negli anni Settanta in Piemonte, tra il Cuneese e le Langhe) di Anna Di Francisca e all’interpretazione di Laura Curino e Lucia Vasini. Ritornano appuntamenti già collaudati, il pirandelliano Così è (se vi pare) con la regia premiatissima di Filippo Dini, Mistero buffo di Dario Fo con Matthias Martelli per la regia di Eugenio Allegri (un testo ancora di recente contestato a 50 anni dalla sua nascita) e La signorina Felicita ovvero la Felicità, uno spettacolo scritto e interpretato da Lorena Senestro.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: il commediografo e sceneggiatore Hanif Kureishi, di cui sarà messo in scena in prima mondiale “The spank”; due momenti tratti da “La casa di Bernarda Alba” e “Così è (se vi pare)”; Rocco Papaleo interprete di “Peachum” scritto e diretto da Fausto Paravidino

Hertz al fianco di Devicenzi atleta paralimpico

Hertz celebra i 60 anni di attività in Italia al fianco dell’atleta paralimpico Andrea Devicenzi nella sua impresa Orme in cammino

L’iniziativa quest’anno lo vede impegnato in un percorso di 930 km lungo la via Postumia che lo porterà da Grado, in Friuli Venezia Giulia, punto di partenza dell’impresa, dopo la prima tappa ad Aquileia, primo dei 9 siti UNESCO italiani attraversati dal cammino, fino a Genova, in Liguria, l’ultimo di questi siti.

Amputato alla gamba sinistra all’età di 17 anni, dopo un incidente in moto, Andrea Devicenzi è alla quarta esperienza di cammino sulle lunghe percorrenze. Dopo l’Inca Trail in Perù nel 2016 per raggiungere il Machu Picchu, la Via di Francesco nel 2018 dal Santuario De La Verna fino a Roma, e la Via Francigena del Nord lo scorso anno con i 1000 km da Aosta a Roma, quest’anno Andrea affronterà l’intero tracciato della via Postumia, a piedi, con la sua gamba e le sue insostituibili stampelle “Katana”. Quest’anno sarà affiancato anche da uno Stelvio della gamma Selezione Italia che Hertz ha messo a disposizione per tutti gli spostamenti dell’atleta.

Hertz Italia ha scelto di credere fortemente in questo progetto per la comunanza di obiettivi che ha riconosciuto nell’impresa di Devicenzi che, con la sua squadra, documenterà le eccellenze della sua Pianura Padana. Hertz ha selezionato per questa attività un’auto della Selezione Italia, la speciale gamma che nasce nel 2017 proprio con questa finalità, promuovere il Made in Italy e,in questa partnership, ha trovato un’occasione diversa dalle solite che ha voluto cogliere per rafforzare questa missione di ambasciatore dei valori dell’italianità, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo.

Andrea Devicenzi ha commentato così: Con il mio team abbiamo lavorato a questo progetto in periodo covid-19, convinti di riuscire a portare alla luce storie di persone e aziende che con volontà e determinazione stanno affrontando questo difficile momento. Sono molto contento della presenza di Hertz Italia e vorrei ringraziarli per aver creduto nel nostro progetto e condiviso lo spirito e le finalità che ci spingono nel nostro cammino. Dopo “soli” 20 giorni e un terzo delle tappe previste dal programma, abbiamo raccolto tantissime testimonianze e siamo molto soddisfatti di aver trovato positività e voglia di rialzarsi, con la speranza di tornare ancora più forti di prima.”

Massimiliano Archiapatti, Direttore Generale e Amministratore Delegato di Hertz Italia ha espresso la sua soddisfazione attraverso questo commento: “Sono orgoglioso che Hertz possa affiancare Andrea, che ringrazio per questa opportunità. I valori alla base della nostra filosofia che anche in Italia da 60 anni ci caratterizza, ci accomunano e hanno fatto incontrare le nostre strade. Per Hertz si sintetizzano perfettamente all’interno del progetto Selezione Italia, un gruppo di auto speciali che rappresenta l’eccellenza del Made in Italy di cui fa parte anche lo Stelvio Alfa Romeo, a supporto dell’impresa di Andrea. Crediamo che promuovere l’italianità possa contribuire a diffondere e rafforzare quello spirito positivo che anche Andrea ha sottolineato e, noi di Hertz ci impegniamo ogni giorno con determinazione per fare la nostra parte.”

Informazioni sui servizi e le offerte Hertz in Italia sono disponibili su www.hertz.it.

Sul sito ​www.andreadevicenzi.it​ nella sezione Orme in Cammino tutti i dettagli utili a chiunque desideri informazioni per seguirlo e/o programmare una o più tappe al suo fianco in cammino.

Torino sperimenta Next – Land, didattica innovativa per mille studenti

Next-Land è una scuola per esploratori di futuro. 5 scuole – 5 Enti di ricerca – 4 Enti finanziatori – 9 musei – 1000 studenti – 80 insegnanti – 20 ricercatori – 100 mamme – 40 orientatori – 40 tutor – 40 aziende – 3 quartieri

Dai quartieri torinesi Aurora, Barriera di Milano e Lucento parte il 14 settembre fino al 9 ottobre Next-Land: la sperimentazione di una didattica innovativa e diffusa che si svolgerà nei musei, nelle università, negli spazi aperti, oltre che in digitale.

Il progetto, creato dall’associazione torinese Next Level e sostenuto da Fondazione Vodafone Italia, FondazioneCompagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino, è ispirato al romanzo di fantascienza Flatland e si rivolge a 1.000 studenti e studentesse delle scuole medie dei quartieri più fragili della città: un percorso biennale sulle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) che coinvolgerà i ragazzi e le ragazze di 5 scuole in laboratori in cui le STEM, saranno vissute in prima persona, con un approccio creativo ed esperienziale.

I ragazzi e le ragazze saranno protagonisti di attività che il Politecnico di Torino, l’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Università di Torino el’Università Suor Orsola Benincasa, insieme ai responsabili e alle responsabili della didattica di 9 musei torinesi, hanno progettato per inquadrare le discipline tecnico-scientifiche sotto una luce diversa, che nasca dalla fruizione del patrimonio culturale della città e dai luoghi della ricerca.

In scuole in cui il 90% degli iscritti è straniero e le condizioni socio-economiche sembrano predestinare i ragazzi e le ragazze all’esclusione dall’istruzione superiore, Next-Land vuole invertire la tendenza: per ampliarne bagaglio di conoscenza e strumenti di scelta, gli studenti e le studentesse saranno accompagnati da ricercatori e referenti museali in un’esperienza biennale che si avvia con 4 settimane di full immersionalla scoperta delle opportunità culturali e formative che offre la città.

Attraverso il gioco e l’esperienza i ragazzi e le ragazze parteciperanno a laboratori che trovano in Flatland un escamotage narrativo per approfondire le STEM.

Così, ad esempio, il teorema di Pitagora verrà raccontato attraverso l’espressione teatrale, nel laboratorio curato da Social Community Theatre mentre al Museo Egizio si approfondirà il sistema aritmetico degli Egizi, grazie a I conti per la tomba di Kha, attività progettata dall’Università di Torino, in cui i ragazzi e le ragazze, partendo dal sarcofago dell’architetto egizio, si cimenteranno con i calcoli fatti attraverso i geroglifici.

E se al Museo del Risparmio si interrogheranno sul valore della corretta informazione affrontando semplici problemi di economia e interagendo con i giochi digitali creati dagli informatici e dalle informatiche del Politecnico (e disponibili su un sito creato ad hoc), al MUFANT le classi si cimenteranno con Fantashake, un alternate reality game di genere fantasy, che si svolge in parte su pc, in parte su smartphone e in parte nelle sale espositive del museo.

I segreti della luce e della gravità saranno svelati attraverso le esperienze programmate allo Spazio 211, polmone verde di Barriera di Milano, che ospita i laboratori nati dalla collaborazione tra INFN e Associazione Italiana Studenti di Fisica, curatori anche dell’esperienza dedicata alle proprietà fisiche del colore, all’interno del MAO – Museo di Arte Orientale.

Al Politecnico l’ampio spettro di discipline tecniche sarà dimostrato attraverso esperimenti di chimica applicata e con la sperimentazione di Python, linguaggio di programmazione alla base di numerose applicazioni e software.

Una particolare attenzione sarà riservata al tema del gender gap, poiché le ragazze, soprattutto nei contesti più fragili, pur ottenendo risultati più brillanti dei loro coetanei, si scoraggiano più facilmente proprio a questa età e smettono di credere nei loro talenti, soprattutto in ambito tecnico scientifico. Per questo Next Land, vuole supportarle e far comprendere loro che possono essere leader del futuro esattamente come i loro coetanei maschi, al contrario di quanto accade in Flatland, in cui le donne sono relegate a essere per natura semplici segmenti, senza speranza di emancipazione sociale. Questa specifica suggestione narrativa ha ispirato il laboratorio che si svolgerà a Palazzo Madama, in cui si richiama la danza che le donne di Flatland mettono in scena durante la festa della Matematica, creando forme a spirale, analoghe a quelle architettoniche dello scalone di Juvarra.

Queste connessioni tematiche servono a raccontare che gli argomenti scelti sono anche espressione della volontà che NextLand sia anche uno strumento fattivo di integrazione di un ampio spettro di apprendimenti curriculari, che includano, oltre alle discipline tecnico-scientifiche, anche contenuti di arte, letteratura e, soprattutto, quelle competenze trasversali e di educazione alla cittadinanza, che permetteranno ai ragazzi e alle ragazze di compiere, con maggiore consapevolezza, le scelte sul proprio futuro formativo. Grazie al laboratorio di OGR, infatti, i ragazzi esploreranno i cambiamenti del mondo lavoro, confrontandosi con un ex-progettista delle Officine Grandi Riparazioni e con un startupper, preludio di un ciclo di appuntamenti di orientamento, previsti per la prossima primavera, tra scuola e territorio: in classe gli studenti e le studentesse, attraverso un nuovo gioco sperimentale si cimenteranno nella valutazione dei propri talenti e delle proprie attitudini, per poi confrontarsi con il mondo del lavoro, attraverso la visita alle realtà aziendali torinesi.

Nella volontà che le esperienze di NextLand diventino un patrimonio da disseminare, tanto in presenza quanto in digitale, il progetto per gli studenti e le studentesse corre in parallelo alla creazione di una cassetta degli attrezzi per gli insegnanti e le insegnanti, che avranno a disposizione video e schede di approfondimento, con i riferimenti ai piani degli apprendimenti.

L’obiettivo ultimo, infatti, è quello di costruire un’azione di sistema per l’intera comunità educante, che coinvolga enti di ricerca, fondazioni bancarie e istituzioni del territorio – di cui l’associazione NextLevel è stata collettore, grazie al sostegno degli enti finanziatori, che vogliono fare quadrato attorno a questi ragazzi e queste ragazze per accompagnarli nel loro percorso di crescita e formazione.

Lo stato di salute di Juve e Toro a una settimana dal campionato

Un calcio mai visto: è appena finita una stagione e ne comincerà un’altra che ci porterà di corsa all’europeo….virus permettendo.

Ad una settimana dall’inizio del campionato analizziamo lo stato di salute delle 2 squadre Torinesi

Qui Juve:

la scommessa Pirlo allenatore è al momento vincente visto il carisma che trasmette e la volontà forte di seguirlo da parte della squadra.
Gli arrivi di Kulusevsky,Arthur e McKennie,al momento,pongono la Juve favorita alla conquista del decimo scudetto consecutivo:unica rivale attendibile l’Inter.Le altre pretendenti al titolo tutte sotto di 1 gradino.

Qui Toro:

l’arrivo di Giampaolo ha portato entusiasmo e novità di modulo.I granata possono ambire al settimo posto in classifica:ultimo piazzamento utile per qualificarsi in Europa League.Bene i primi 3 acquisti. Rodriguez,Vojvoda e Linetty,sono stati chiesti  espressamente dal nuovo Mister.Manca ancora il regista, fondamentale ne 4-3-1-2 di Giampaolo. Se sarà Torreira avremo un Toro ben piazzato dietro le grandi e pronto a dare fastidio a tutti.Bene il rientro del centrocampista Segre dal Chievo,nato nel vivaio del Toro.

Vincenzo Grassano

Bollettino Covid: nessuna vittima, 82 contagi. Scendono a 8 le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

27.173 PAZIENTI GUARITI E 330 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 27.173 (+ 28 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3391 (+0) Alessandria, 1617 (+1) Asti, 851 (+1) Biella, 2615 (+6) Cuneo, 2.442 (+7) Novara, 13.880 (+0) Torino, 1200 (+12) Vercelli, 993 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 184 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 330 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO 4153

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 4153 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 399 Cuneo, 374 Novara, 1838 Torino, 224 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 33.753 (+ 82 rispetto a ieri, di cui 59 asintomatici. Degli 82 casi, 28 screening, 39 contatti di caso, 15 con indagine in corso. I casi importati sono 14 su 82. )i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4255 Alessandria, 1935 Asti, 1096 Biella, 3244 Cuneo, 3125 Novara, 16.798 Torino, 1609 Vercelli, 1201 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 289 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 201 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 8 (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 100 (-4 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1989.

I tamponi diagnostici finora processati sono 638.051, di cui 357.884 risultati negativi.