ilTorinese

Omicidio suicidio di Rivara: ha abbracciato suo figlio prima di ucciderlo

Claudio Baima Poma, l’operaio di Rivara che ha sparato al figlio di 11 anni e poi si è ucciso ha stretto a se’ il bambino con un braccio prima di spararsi un colpo alla testa.

I carabinieri entrati nell’abitazione li hanno trovati morti abbracciati sul letto di casa. L’uomo era fortemente depresso e nel post su Facebook dove faceva presagire il gesto aveva scritto di non voler più soffrire, accusando anche l’ex moglie per la sua situazione.

Gallo (Pd): “Rispediamo le accuse all’assessore alla Sanità”

“Ancora una volta rispediamo al mittente le accuse dell’Assessore regionale alla Sanità” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo

“Lo invito ad abbassare i toni” aggiunge l’esponente dem “Il collega che presiede il Gruppo di indagine Covid, infatti, lo guida con autorevolezza e oggettività, perseguendo l’obiettivo di evidenziare e correggere le criticità sanitarie per migliorare il servizio e per dare ai cittadini una sanità migliore e in grado di rispondere alle possibili recrudescenze della pandemia”.

“Lunedì abbiamo audito i rappresentanti dei medici di base e abbiamo semplicemente evidenziato le loro richieste e le loro criticità. Ci preoccupa molto quanto emerso, ma se, al contrario tutto è già risolto allora chiediamo all’Assessore di darne evidenza in commissione, cosi saremo tutti più tranquilli: noi, i medici e i cittadini. Consigliamo, inoltre, all’Assessore di chiarirsi con le categorie: quando si parla di salute remiamo tutti dalla stessa parte, ma il  compito delle Opposizioni è evidenziare le criticità per superarle. E, per l’ennesima volta, invitiamo l’Assessore a prendere parte alla Commissione, il vero luogo preposto al confronto” conclude il Presidente del Gruppo Pd.

Covid, una vittima e 84 contagi in più

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

27.566 PAZIENTI GUARITI E 365 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 27.566 (+40 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3417 (+1) Alessandria, 1627 (+0) Asti, 865 (+3) Biella, 2676 (+8) Cuneo, 2492 (+1) Novara, 14.033 (+23) Torino, 1261 (+4) Vercelli, 1007 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 188 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 365 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO A 4156

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale sale quindi 4.156 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 400 Cuneo, 374 Novara, 1839 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 34.480 (+ 84 rispetto a ieri,di cui 64 asintomatici; Degli 84 casi, 25 screening, 45 contatti di caso, 14 con indagine in corso. I casi importati sono 8 su 84) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4300 Alessandria, 1944 Asti, 1121 Biella, 3309 Cuneo, 3217 Novara, 17.230 Torino, 1647 Vercelli, 1209 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 292 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 211 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Dopo referendum e Regionali si attende il voto a Torino

Diciamocela  fino in fondo: il Pd al 34%, primo partito,  nessuno se lo immaginava

Almeno il sottoscritto non lo immaginava minimamente. Per il resto tutti  sono concordi nel sostenere la vittoria di Nicola Zingaretti e la sconfitta di Matteo Salvini.
Poi i leghisti si arrampicano sui vetri. Ha dell’incredibile il successo di Zaia in Veneto: 8 elettori su 10 lo hanno votato. Più che una elezione mi sembra un plebiscito su una parola d’ordine: atonomia federale per il Veneto. Qualcosa che tutto il sud non vuole e non vorrà mai. Si vedranno gli sviluppi.
Poi bisogna vedere se e soprattutto come Nicola Zingaretti passerà all’ incasso con Conte sul Mes per la sanità e la riforma radicale della sicurezza.

 

La Meloni zitta zitta quatta quatta è diventata la numero uno del Centro Destra. Sul referendum un po’ tutto come da programma. Il no voleva arrivare almeno al 35 % per contare. Non è stato così. Con la curiosità: nelle città, nei quartieri centrali va forte il no e nelle perferie stravince il si. Per il resto è semplicemente patetica  l’intestazione pentastellata di questa scontata vittoria. Come è decisamente patetico il ( direi ) ex mitico Matteo Renzi con solo il 5 % nella sua roccaforte della  Toscana. Intanto dalle nostre parti tutto secondo copione. Vince a Moncalieri il sindaco uscente Paolo Montagna. Al primo turno in una città terza per abitanti in Piemonte. Per il resto ballottaggio tra destra e sinistra con evaporazione dei pentastellati. Venaria docet. I grillini dal sindaco al 6%. E‘ la democrazia, bellezza.

 

Chiaretta si inventa che la condanna a 6 mesi non è penale. Cucciola,  è pur sempre una condanna. Tanto per almeno sei mesi lo stipendio è assicurato. Proprio così: tra sei mesi si ritorna a votare. Nel centro sinistra ora guida indisturbato il Chiampa. Le primarie si faranno con il Professore Saracco favorito. Per Lui una passeggiata dopo che Mauro Laus ha fatto un passo indietro continuando nel fare cio’che sta facendo da 17 anni a questa parte. Forse  qualcosa di nuovo si muove nel centro destra destra. Si affaccia, molto timidamente,  la candidatura di Claudia Porchietto. Già presidente Api Torino e già assessore al lavoro. Perdita di smalto dei leghisti , comunque Fratelli d Italia non demorde ora che la Meloni è la prima.

Ancora in difficoltà la giunta Cirio che dalla botta del Coronavirus non si è ripresa. Ha scelto il modello lombardo ed ha toppato alla grande. Ora va solo di moda il modello Zaia.
Per finire tra 15 giorni il ballottaggio. Con particolare attenzione a Venaria. Parte avvantaggiato il centro destra. Anche  i pentastellati, cinque anni fa partirono avvantaggiati e poi vinsero. Chissà. Lo vedono soprattutto i torinesi del pd in modo scaramantico. 5 anni fa ciò che è avvenuto in Venaria si è ripetuto a Torino. Vedremo: magari, appunto, la storia si ripete.

Patrizio Tosetto

Montagna vince al primo turno a Moncalieri

Alle comunali  di Moncalieri, quinto comune piemontese per numero di abitanti, e  primo della città metropolitana dopo Torino, vince  al primo turno il sindaco uscente Paolo Montagna.

A metà scrutinio l’esponente Pd è già oltre il 60% dei consensi.

“La grande partecipazione è un successo che va anche oltre le aspettative – commenta all’agenzia ANSA – Cresce anche la nostra responsabilità: l’abbiamo affrontata in questi anni e siamo pronti a continuare. Siamo un modello di esperienza anche del Pd e del centrosinistra. Da qui, da Moncalieri, per Torino e per la Regione noi ci siamo”.

Si andrà al ballottaggio  a Venaria, Alpignano e Valenza, gli altri comuni con più di 15 mila abitanti. A Virle il candidato della Lega stravince con il 90%

Toro, un altro calciatore positivo: Filadelfia sanificato

Un calciatore  del Toro è risultato positivo al Coronavirus.

Pertanto l’allenamento di questa mattina è stato cancellato, per consentire le operazioni di sanificazione del Filadelfia. Il giocatore ora è in isolamento e, in vista della partita di sabato contro l’Atalanta, la squadra probabilmente andrà in ritiro. Nuovi tamponi saranno effettuati in questi giorni. E’ il quinto caso di positività al Covid-19 nella squadra granata.

Poetrification_urbanismo _inverso Ne parliamo con Davide Galipò

Nel luogo in cui il capitalismo ha mostrato il crudo volto della sua impotenza, nascevano diamanti nelle bocche degli artisti. Idea, potente poesia, sovversiva e coinvolgente, se questa terra fosse fatta di solo cibo, nemmeno l’ape consumerebbe la pulsione del fiore.

Bellezza, giovane virtù, antico tratto di ciglia, nella potenza che lacera il seme, qualcuno ha reso tangibile la realtà irrazionale dei poeti. L’ultimo week end che questo settembre ha strappato all’estate è stato il preludio di un evento nuovo, che ha avuto la volontà di riconnettersi a un tessuto uscito disgregato dopo il lockdown: Poetrification_urbanismo_inverso, il festival di poesia contemporanea e street art, organizzato e gestito da Neutopia – la rivista del possibile -, festival che dal 2019 esprime la sua arte nel quartiere di Barriera di Milano.

Di seguito l’intervista a Davide Galipò, fondatore di Neutopia magazine, con cui ha vinto il bando Casa Bottega per la gestione di un nuovo circolo culturale, La scimmia in tasca. È uno spazio aperto ai soci di Neutopia e a tutte le realtà no profit che vorranno attraversarlo; un coworking che proporrà laboratori, attività e iniziative rivolte al quartiere, dal teatro all’artigianato alla pedagogia; un centro dedicato alla ricerca della poesia contemporanea, che ospiterà mostre, esposizioni, spettacoli, luogo di incubazione per il festival Poetrification_urbanismo inverso.

Cos’è Neutopia e come nasce?
Neutopia è una piattaforma nata a Milano nel settembre 2016, con la volontà di funzionare da ‘tramite’, nel tentativo concreto di sviluppare nuove idee in campo editoriale. Il magazine, che ha cadenza trimestrale, è stato presentato nei disparati festival e librerie che hanno popolato e che hanno sede a Torino, Milano, Genova, Firenze e Bologna. Il nocciolo da cui i primi rami stanno solcando il terreno si è costituito come associazione culturale nel novembre 2017, con base a Torino, volto alla promozione e organizzazione di eventi culturali, esposizioni artistiche e presentazioni con artisti internazionali.

Poetrification è un festival d’arte, un evento che promuove la poesia nei quartieri di Torino. Com’è nato e perché la scelta di un posto che non fosse centrale alla città?

Il nome fu inventato da Ivan Fassio (Asti, 24 dicembre 1979 – Torino, 28 luglio 2020), un pomeriggio. L’idea nasceva da una volontà precisa, giocata sul concetto di gentrificazione: poetizzazione anziché gentrificazione della città, basata sul flusso della psicogeografia, un orientarsi imparando a farlo nel disorientarsi. La psicogeografia è una metodologia che indaga lo spazio urbano decostruendolo, al fine di esplorarlo attraverso la ridefinizione creativa degli spazi stessi. La tecnica applicata è quella della deriva, ossia un cambiamento improvviso di passaggio, orientandosi non più in base a quanto conosciuto, ma su ciò che si palesa intorno: una reintepretazione dello spazio inteso fuori dai suoi luoghi comuni. Si tratta di una bellezza che si manifesta in itinere, una potenza inespressa finché non arriva l’artista ad esprimerla. È un metodo, quello della deriva, che insegna a perdersi e ci vuole poesia per farlo, per cogliere l’attimo e avere partecipazione attiva del momento. Questa teoria induce a recuperare il lato umano dei luoghi che viviamo. È un urbanismo inverso, con e attraverso la poesia.
La scelta del luogo, oltre al fatto che alcuni di noi abitano quelle vie, quel quartiere, è stata indotta dalla volontà di portare un significato nuovo in Barriera di Milano, qualcosa che fosse motivo di aggregazione e di cultura, in un ambiente di emarginazione. Poetrification è una critica al processo di gentrificazione: non serve ripulire le strade per nascondere i problemi sociali, noi che viviamo la periferia vogliamo avere questo impegno per il quartiere.

L’arte è un corpo con molteplici facce. Poesia elitaria e poesia beat, il luogo è sempre qualcosa di strettamente legato a una necessità di espressione, propria e circostante, dell’artista. In che modo l’arte che Neutopia offre può avere risonanza nel quartiere? È un’arte di strada, per strada o con la strada?

La scimmia in tasca, nome del progetto che lo scorso week end ha portato in piazza Foroni l’evento ‘Poeti in fieri’, ha come scopo quello di creare un ponte tra la natura irrazionale, se vogliamo anarchica, dell’arte e il lavoro di un’associazione che opera secondo schemi organizzati. La nostra sede è in Barriera di Milano e non solo la abita, ma offre la disponibilità del suo spazio al quartiere che in tal modo non si riduce a mero spettatore e fruitore passivo, ma lo rende promotore di proposte e progetti culturalmente validi, ospitando associazioni a cui serve un luogo in cui gestire, ad esempio, scuole di italiano per gli immigrati, o a onlus e no profit in cerca di luoghi in cui creare cultura; vogliamo portare luce laddove c’era solo una serranda abbassata. Il nostro vuole essere uno spazio dedicato alla promozione della cultura, in passato abbiamo organizzato (e tuttora abbiamo eventi in programma) incontri culturali, premi di poesia in musica, performance in piazza, presentazione di libri. La nostra programmazione prevede che tutte le settimane ci sia un evento, una mostra, un laboratorio… Sostenere e promuovere arte in un luogo di emarginazione vuol dire apportare un’alternativa a livello culturale, corsi a pagamento di professionisti, laboratori teatrali aperti a tutti e progetti in coworking: l’arte non può e non deve salvare nessuno, ma solo dare espressione di questo cambiamento in atto, e basta, se no diventa una didascalia.
Reprimere non è mai corretto, quello che ci impegniamo a fare è dialogare e per fare questo occorre conoscenza, trovare un linguaggio comune, per non essere colonizzatori di un luogo che non ci appartiene.
Tutti i martedì alle ore 18.00 abbiamo un’assemblea in cui parlare di nuovi progetti ed è aperta a tutti, senza tesseramento.

Cos’è stato Poeti in fieri?
Poeti in fieri è un evento interno al festival Poetrification, un happening collettivo di performance singole che si sono svolte in Piazza Foroni. Una sorta di mercato, non inteso come mercato dell’arte quanto piuttosto come arte di mercato. Ad ogni artista è stato assegnato uno ‘square’, un quadrato all’interno del quale immaginare un modo nuovo di interagire con il pubblico.
Poeti in fieri, e più in generale il festival Poetrification_urbanismo inverso, è stato pensato nei termini di una possibile interazione tra le varie forme della poesia contemporanea e il tessuto urbano; giunto alla sua seconda edizione, il Festival è realizzato con il sostegno di Fondazione San Paolo, Casa Bottega e Comune di Torino.

Quali eventi presenti e prossimi ospita il vostro spazio?
Al momento lo spazio ospita, in forma permanente, l’alfabeto realizzato da Luc Fierens per l’ ‘Abbecedario di poesia contemporanea (2017’). Tra le novità di quest’anno, l’esposizione collettiva di poesia visuale, collage e Digital Art II codice poetico [CTRL C + CTRL V] vuole indagare le possibilità offerte dalla transmedialità e dal codice HTML nella poesia visiva contemporanea.
Questo 25 settembre, invece, è programmato un evento dedicato a Ivan Fassio – poeta, insegnante, curatore di arte contemporanea, teatro, letteratura -, presentando I corpi del culto (Raineri Vivaldelli Editore), di Andrea Cavallo – pianista, tastierista e compositore – e Ivan Fassio, una performance poetico-musicale a ingresso gratuito con tessera associativa e prenotazione consigliata.

Alessia Savoini

Per approfondimenti e informazioni sull’evento, il programma è consultabile al seguente link
https://www.facebook.com/events/2077818735687204/

Giallo sull’identità del pedone ucciso in tangenziale

E’ ancora senza identità il  pedone  travolto e ucciso da un’auto nella notte sulla Tangenziale Sud di Torino. 

L’uomo, che è morto sul colpo nell’incidente,  stava camminando lungo la superstrada nei pressi dell’area di servizio Nichelino in direzione sud. Una vettura non è riuscita ad evitare l’impatto e il conducente del veicolo ha chiamato i soccorsi, ma non è stato possibile salvare il pedone. La polizia cerca di risalire alle generalità della vittima.

A Saluzzo i manifesti della Propaganda maoista

“START / SToria e ARTe a Saluzzo” Esposti fino al primo novembre nel complesso museale de “La Castiglia”
Fino al 27 settembre, anche le eccellenze artigiane del territorio. Saluzzo (Cuneo)

Un eden quanto meno improbabile. Decisamente utopico. Un’umanità che ha sempre il sorriso aperto e trascinante, la gioia e la serenità stampate in volto. Donne e uomini d’ogni età, i bambini, il lavoro e lo studio; l’agricoltura, l’internazionalismo, la scienza e la tecnologia, gli eroi, la purezza ideologica e la felicità famigliare, la vigilanza, i valori e Mao.

Sono queste le tematiche dominanti e rappresentanti le speranze più alte dell’utopia maoista che troviamo espresse nella mostra “Cina. Rivoluzione – Evoluzione” inaugurata sabato 19 settembre ed ospitata fino al prossimo primo novembre a Saluzzo, in piazza Castello, negli spazi museali de “La Castiglia”. La rassegna, inserita nell’ambito della quarta edizione di “START” a tema “Rivoluzione!” (organizzata dal Comune di Saluzzo insieme alla “Fondazione Amleto Bertoni” e che per oltre due mesi proporrà mostre di Arte, Artigianato e Antiquariato di rilievo internazionale) porta nella città marchionale ai piedi del Monviso, un’interessante serie di Manifesti e Dipinti originali cinesi utilizzati come modello per fogli stampati fra il 1949 ed il 1983, corrispondente al periodo di presidenza di Mao Tse Tung e alla sua rivoluzione culturale: manifesti di propaganda di vasta adesione popolare utilizzati per decorare città, case e ambienti di lavoro e che a metà degli anni Novanta avevano perso i loro fondamentali elementi di attrazione in concomitanza con la costruzione di una Cina più moderna e aperta al mondo, e che tuttavia buona parte della popolazione continuava a custodire nell’intimità delle proprie case, sotto il letto, nei cassetti o in altri angoli nascosti. Recuperati dall’“Hafnia Foundation” di Xiamen (impegnata a raccogliere e a conservare arte da tutto il mondo, con l’obiettivo di esplorare le diversità culturali dell’espressione artistica internazionale), quei manifesti, fra le più grandi collezioni della propaganda cinese maoista – focalizzata e rivolta soprattutto a un mondo rurale fatto di donne moderne che guidano i trattori, di bambini ben nutriti e sereni, di eroi che palesano le virtù del sacrificio – sono oggi arrivati, attraverso l’“Istituto Garuzzo per le Arti” di Torino, a “La Castiglia” di Saluzzo. E qui, nonostante “il loro alto valore storico, politico e scientifico – precisano gli organizzatori – si è inteso di presentarli principalmente per la loro indubbia valenza artistica”. Estremamente variegati, sotto questo aspetto, appaiono i linguaggi operativi e stilistici, che vanno dal “realismo sociale” al tradizionale acquerello cinese. In alcuni si leggono anche “bellissimi esempi di arte naif, con un leggero e bizzarro senso della prospettiva”. Una cosa è certa. La grande perfezione tecnica. Un talento naturale degli artisti perfettamente maturato alla scuola e alla disciplina di segno e colore, che rendono unici i manifesti in esposizione.
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Ma “START” a Saluzzo vuole dire anche “Artigianato”. Vuol dire anche mettere in mostra il “saper fare” degli artigiani locali. Le tradizioni, il proprio passato, il presente e l’evolversi continuo delle proprio radici. Per questo la città, fino a domenica 27 settembre, ospiterà anche le creazioni di 40 artigiani selezionati e legati soprattutto alla lavorazione del legno. E qui la novità è una via (la strada che lega Castiglia, Salita al Castello, San Giovanni e Casa Cavassa) che un tempo fu di botteghe e che oggi ritorna a vivere con la riapertura di alcuni locali che ospiteranno laboratori con gli artigiani al lavoro, esposizioni e momenti di incontro. Fra artigianato e arte, da segnalare l’installazione “Alberi parlanti”, un bosco inserito nella restaurata Chiesa di “Santa Maria della Stella”, realizzato dall’architetto casalese (docente allo IED e al Politecnico di Torino) Paolo Scoglio e che “vuole mostrare all’uomo la ‘voce’ della natura attraverso la decodifica in suoni e diagrammi sonori di elettrodi collegati agli alberi”.

Gianni Milani

Nelle foto, alcuni dei manifesti esposti e l’installazione di Paolo Soglio “Alberi Parlanti”

 

“Torino non dimentica la prima strage di Stato del settembre 1864”

STORIA / Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Roberto Gremmo

Il 21 e 22 settembre 1864 la nuova Italia unita e imperialista che aveva regalato alla Francia Nizza e Savoia, dopo aver invaso Stati sovrani e colonizzato le loro popolazioni, mostrava il suo volto più sanguinario massacrando a Torino decine di popolani inermi che stavano manifestando pacificamente contro lo spostamento della capitale a Firenze.

Quelle tragiche giornate di sangue torinesi non sono state dimenticate e sono una ferita ancora aperta. Segnano la dolorosa frattura fra un Popolo che aveva per secoli seguito con disciplina la Dinastia Sabauda, e i regnanti del ramo Carignano che indegnamente e spregiudicatamente aveva avuto la corona reale, dopo la morte dell’ultimo discendente diretto di Emanuele Filiberto che proprio Torino aveva voluto come capitale. Le ragioni della protesta popolare del 1864 sono note. Traevano motivo dal sicuro impoverimento economico della città che veniva “scippata” delle sue più importanti funzioni, ma prendevano forza dal rancore giustificato dei piemontesi che si sentivano, a giusta ragione, traditi, abbandonati e impoveriti. Di fronte al malcontento, una classe politica straniera almeno nella mentalità, capeggiata dal toscano Peruzzi e sostenuta dai politicanti nostrani già pronti a trasformarsi in “italianissimi”, aveva fatto brutalmente ricorso alla maniera forte, ordinando a poliziotti, carabinieri e soldati di sparare ad altezza d’uomo sulla folla inerme. Restarono sul selciato almeno una sessantina di morti, e nel fuggi fuggi generale diversi poveracci rimasero più o meno gravemente feriti. Senza colpa alcuna. Con loro moriva il nostro Piemonte. Ogni anno Torino commemora la strage del 1864.

 

 

Turin arcòrda ël prim ravagi dë Stat dël 1864

El 21 e 22 dë stèmber dël 1864 la neuva Italia unìa e amperialista ch’a l’avìa ofrì a la Fransa Nissa e Savàja dòp avèj debordà at djë Stat andipendent e s-ciavisà soa gent, a fasìa vëdde soa fàci pì sagnosa casand vàire desen-e ‘d përson-e ch’a fasìo ‘na tranquila dimostrassion contra ‘l tramudament dla capital a Firense. Cole tràgiche giornà ‘d sangh turinèis a son nen stàite dësmentià e a son ‘na blëssura ancora duverta. A marco l’angossosa rompura anta ‘n Pòpol ch’a l’avìa për sècoj andà da press sensa banfé ij Sovran Sabàud e ‘dcò coj dij Carignan che nen meritèivolentement  e sfaciatament a l’avèa pià la coron-a real, dòp dla mort dl’ùltim dla sëppa ‘d Manuel Filibert che pròpi Turin a l’avìa vorsù për capital. As conosso le rason dla reclam dla gent. A fongavo andrinta a la sicura tribulassion dla vita sitadin-a ch’ai gavavo soa valevòila mansion ma a piavo fòrsa da la pì che scusabil rancugna dij Piemontèis ch’as sentìo, nen a tòrt, tradì, bandonà e ampovrì. Dëdnans a la dëscontentëssa, ‘na cracia ‘d traficant strangé almanch ant la manèra ‘d pensé, con cap-testa ‘l toscan Peruzzi, e tenùa su da politicant nostran bé-le che pront a trasformesse an “italianissimi”, a l’avìa brutalment butà man a la manèra fòrta, dand man lìbera a plissiòt, carabigné e bajèt ‘d fé feu contra la maraja sens’armi. A l’era finì ch’a restavo an sël pavé almanch ‘na sessanten-a ‘d mòrt e ant lë scapa scapa general vàire povrass a l’ero restà blëssà.
Sensa gnun-e colpe. Con loraotri a morija nòstr vej Piemont.

Roberto Gremmo, dalla rivista Etnie