ilTorinese

Lavoro e formazione alla vicesindaco Schellino

Da Palazzo Civico

Al centro del dibattito oggi in Sala Rossa il  nuovo assetto della Giunta. La sindaca Chiara Appendino ha illustrato il riordino delle deleghe in materia di Lavoro.

La formazione professionale, le politiche attive del lavoro, la promozione per l’occupazione giovanile e femminile saranno in capo all’Assessore e Vicesindaco Sonia Schellino – ha spiegato Appendino.

L’obiettivo – ha precisato – è collegare le materie del Welfare al sostegno dei lavoratori disoccupati sia nel sostegno al reddito che allo sviluppo di misure per la rioccupazione, compresa la gestione del Reddito di cittadinanza.

All’assessore Alberto Sacco sono confermate le deleghe attuali, alle quali sono estese le misure di salvaguardia dei posti di lavoro e di sostegno al reddito, le attività di gestione delle crisi aziendali, gli strumenti di salvaguardia salariale, lo sviluppo economico (cassa integrazione e contratti di solidarietà) e il progetto delle aree di crisi che coinvolge il territorio.

I due assessorati dovranno lavorare in piena sinergia – ha concluso – ma non ho dubbi che questo accadrà.IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Stefano Lo Russo (PD): Non abbiamo ben capito l’impostazione della Sindaca e perché abbia tolto le deleghe al lavoro all’assessore Sacco: come potrebbe aumentare l’efficienza? Le deleghe ad attività produttive e strumenti di gestioni delle crisi lavorative storicamente sono sempre state insieme. Speriamo almeno questo permetta all’assessore Sacco di occuparsi meglio delle deleghe rimastegli.

Andrea Russi (M5S): Sono molto contento dello spostamento delle deleghe, al di là dell’ottimo lavoro sinora svolto dall’assessore Sacco. Con la globalizzazione e la grande rivoluzione tecnologica in atto e un numero sempre minore di posti di lavoro disponibili, sono necessarie nuove forme di re-distribuzione della ricchezza, sempre più nelle mani di poche persone. Servono percorsi assistenzialistici – come il reddito di cittadinanza – che accompagnino la ricerca del lavoro.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Le politiche attive del lavoro concorrono alla piena occupazione ed è difficile distinguere tra chi persegue il mantenimento dell’occupazione con politiche industriali e chi con politiche di welfare e re-distribuzione del reddito. In Europa, il reddito di cittadinanza non è uno strumento per le politiche attive del lavoro, per i 5 Stelle sì. È incomprensibile questa distinzione di competenze nelle deleghe della Giunta.

Maria Grazia Grippo (PD): La mossa della Sindaca è chiara: l’unica politica attiva del lavoro che questa Amministrazione si dichiara in grado di fare è quella di dare attuazione al reddito di cittadinanza. Con questa impostazione, la condizione di disoccupazione rischia di diventare permanente.

Osvaldo Napoli (Forza Italia): Prendo atto della corrispondenza di amorosi sensi tra M5S e PD e, al di là di chi ha le deleghe, l’importante è che vengano esercitate in maniera positiva

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

A cura di Laura Goria

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Delia Ephron “Avviso di chiamata”   – Fazi –   euro 17,50

L’autrice -romanziera, sceneggiatrice, drammaturga e giornalista- è la sorella della più nota Nora Ephron e con lei ha collaborato a vari progetti, tra i quali il film “C’è posta per te” interpretato da Meg Ryan e Tom Hanks.

Dopo il successo del suo precedente romanzo “Siracusa”, ora, con “Avviso di chiamata”, ci incanta e fa divertire con le peripezie della sconclusionata famiglia di Eve Mozell: 44 anni, organizzatrice di eventi a Los Angeles e un padre anziano di difficile gestione. E’ in parte autobiografico, rischiara alcuni retroscena del menage degli Ephron ed ha ispirato l’omonimo film con Meg Ryan e Diane Keaton, (che ne ha diretto anche la regia).

Attraverso la voce narrante di Eve entriamo nelle stanze emotive e affettive del suo nucleo familiare abbastanza disfunzionale. Tutto condito con ampie dosi di humor e scenette anche comiche, ritmo incalzante e uno sguardo affettuoso, ma lucido, sulle dinamiche sottese alla sua famiglia.

La madre si è fatta beccare a letto con un insegnante di biologia e se n’è andata da tempo. Il padre, dalla bottiglia facile, con altalene maniaco-depressive, entra ed esce dai reparti di psichiatria geriatrica, ma continua anche a imbastire strampalate storie d’amore e il matrimonio con la sua infermiera (chissà come andrà a finire).

Poi ci sono le altre due sorelle con le quali il legame affettivo è forte, intriso di confidenze e complicità, ma anche inquinato dallo scaricabarile per quanto concerne l’impegno non indifferente del padre.

Georgia è brillante, decisamente ambiziosa e ha messo la carriera in pool position. Ha scalato il successo fino a diventare direttrice di una famosa rivista di moda e poi ne ha creata una tutta sua a partire dal nome auto celebrativo “Georgia”.

Maddy è invece un’attricetta di soap opera dalla vita incasinata per un’ imprevista gravidanza e relative conseguenze sul fronte del lavoro. Di più non anticipo e vi lascio il gusto di scoprire i caratteri, le rivalità, gli amori, le mete e gli affanni delle tre sorelle che si palleggiano il padre, e i loro complessi rapporti tra New York e Los Angeles.

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Nora Ephron “Il collo mi fa impazzire. Tormenti e beatitudini dell’essere donna”   – Feltrinelli – euro 10,00

Ecco l’occasione per allargare l’orizzonte e leggere anche uno dei libri di successo della sorella Nora Ephron. Scrittrice, regista, produttrice cinematografica e sceneggiatrice di grande successo, nata a New York nel 1941 e morta nel 2012. In eredità ci ha lasciato film cult come “Harry ti presento Sally”, “Insonnia d’amore”, C’è posta per te” ed altre spassosissime commedie romantiche interpretate da attori della caratura di Shirley Mc Laine, Nicole Kidman, Meg Ryan, Tom Hanks ed altre stelle di Hollywood.

“Il collo mi fa impazzire” è del 2006, ma non ha scadenza, perché con leggerezza, profondità e salvifica ironia sciorina tormenti e beatitudini dell’essere donna alle prese con i nonsense della vita e gli anni che incalzano, segnando viso, corpo e anima di tutte noi. Nora Ephron era nata a Brooklyn in una famiglia di brillanti intellettuali ebrei: i genitori erano commediografi e l’avevano chiamata nientemeno che come l’eroina di “Casa di Bambola” di Ibsen. Era cresciuta a Beverly Hills ma amava profondamente New York. Nel libro c’è tutto il suo amore per la Big Apple, attraverso il racconto delle case e delle zone in cui ha traslocato tranche della sua vita (forse le pagine più belle in assoluto). Poi ci sono sprazzi dei suoi matrimoni finiti in sgradevoli divorzi; ad eccezione del terzo ed ultimo con lo scrittore e sceneggiatore Nick Puleggi, durato 25 anni e fonte di serenità.

I problemi tutti al femminile per fronteggiare rughe, capelli spenti, forza di gravità che vince sulle curve del corpo. Nora Ephron, con tonnellate di ironia e spietata cronaca, sciorina i palliativi tentati per rimanere giovani. Pagine amaramente divertenti con frasi come “Secondo il mio dermatologo, il collo incomincia ad “andarsene” verso i 43 anni, e tanti saluti”. Oppure la sentenza difficilmente confutabile “A parte la chirurgia plastica, per il collo non c’è niente da fare, un accidenti di niente. Il collo ti tradisce sempre. La nostra faccia è una bugia e il nostro collo è la verità”.

Lei sapeva scherzare moltissimo sul proprio fisico sostenendo “Uno dei vantaggi del non essere belli è che invecchiando si migliora”. E poi, nel libro, c’è il suo splendido e disincantato modo di affrontare le sfide dell’esistenza, aiutata dalla sua smisurata passione per la lettura, con manciate di aneddoti divertenti… come il suo breve periodo da stagista alla corte di J.F.K.

 

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Jon Fosse “Mattino e sera” – La nave di Teseo –   euro 16.00

Racconto lungo o romanzo breve che sia, quest’ultima opera del grande scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse –più volte in lizza per il Premio Nobel- incanta con la sua profondissima magia. E’ la storia dell’inizio e della fine, della nascita e della morte dell’ottuagenario pescatore Johannes che dialoga con se stesso sui massimi sistemi dell’esistenza. Parla poco con gli altri, ma ragiona molto in silenzio sulla dura vita del pescatore, sul suo amore per la moglie scomparsa, la sua amicizia con Peter (anche lui già morto) col quale si tagliavano i capelli a vicenda per risparmiare. Una vita semplice, iniziata con la nascita, quando Jonathan deve lasciare “il calore della pancia di Marta…e buttarsi nel mondo freddo dove sarà solo…separato da tutti”. All’estremo opposto ci sarà l’addio alla vita quando “alla morte si dissolverà e si trasformerà in nulla, tornerà là da dove viene”.

Impera dunque la domanda sovrana …come sarà dopo? Gli risponde l’amico Peter che gli va incontro nel momento del trapasso e lo guida, spiegandogli che non sembra un brutto posto perché “tutto quello a cui vuoi bene è lì, tutto quello che non ti piace non c’è”. Jon Fosse, da piccolo, è realmente passato attraverso un’esperienza di pre-morte, che in parte lo ha ispirato.

Ha scritto “Mattino e sera” prima di convertirsi al cristianesimo, ma non c’è un sostrato religioso in queste 152 pagine che mettono a nudo come in fondo siano simili gli estremi della vita. Nascita e morte, conflittuali come tutto quello che c’è in mezzo; ma in lotta titanica tra loro nel difficile passaggio da un mondo ad un altro, ammesso che sia poi davvero così.

Il libro è l’ennesima dimostrazione della grandezza di Fosse, considerato l’erede di Ibsen e Beckett, e drammaturgo norvegese più rappresentato al mondo. Ha iniziato a scrivere poesie e racconti quando aveva 12 anni, pubblicato il primo romanzo a 20 anni (“Rosso, nero”) e da allora una lunga carriera costantemente in ascesa, con la scoperta casuale del teatro, dapprima perché aveva la necessità di mantenersi, poi la sua brillante evoluzione in drammaturgo. Oggi quasi 70enne alloggia in un’ala del palazzo reale di Oslo che dall’800 viene riservata a chi ha illustrato la nazione per meriti letterari…un grandissimo onore concesso dalla Corona.

 

Donna muore al ristorante soffocata da boccone di cibo

Una donna, torinese, 69 anni, stava pranzando al ristorante mangiando quando, improvvisamente ha iniziato a sentirsi male. E’ deceduta poco dopo, probabilmente soffocata da un boccone di cibo che le è andato per traverso o stroncata da una reazione allergica. I soccorsi, seppur tempestivi, non hanno potuto salvarla.

Un mosaico di foto per ricordare Stefano Leo

Oggi avrebbe compiuto 34 anni, Stefano Leo, ucciso con una coltellata alla gola a febbraio ai Murazzi del Po di Torino. Per ricordarlo, amici e familiari hanno creato  un mosaico di loro piccole foto che ne creano una grande di Stefano. “Oggi è il tuo compleanno,  noi siamo qui uniti a mettere insieme i tasselli di un puzzle che rimarrà incompleto perché ne manca uno, perché manchi tu. Siamo fatti delle persone che ci hanno voluto bene e che ce ne vogliono: bisogna dirselo più spesso”, scrivono.  Accusato di omicidio è Said Mechaquat, il 27enne marocchino che alcune settimane dopo il delitto si è consegnato ai carabinieri, ai quali ha  detto di aver ucciso il giovane perché “sorrideva, era troppo felice”.

Perseguita la ex moglie. Arrestato dai carabinieri

Dal Piemonte

Nella serata di giovedì 12 settembre, a Villafranca d’Asti, i Carabinieri della locale Stazione congiuntamente a quelli della Stazione di Serrata (RC), su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di C.C., 43enne di San Pietro di Caridà (RC), in quanto ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie con l’aggravante della recidiva.

Il provvedimento eseguito scaturisce da una denuncia sporta dalla donna presso la Stazione di Serrata (RC) nel dicembre dello scorso anno, a seguito delle continue molestie e minacce poste in essere nei suoi confronti dall’ex marito.

In particolare, lo scorso 7 dicembre, i Carabinieri della Stazione di Serrata (RC), su richiesta della donna, erano intervenuti presso l’abitazione, ove avevano sorpreso l’uomo mentre, brandendo un’ascia, minacciava la donna al fine di costringerla a tornare con lui. Il tempestivo intervento dei militari, pertanto, aveva consentito di evitare più gravi conseguenze, nonché di tutelare e mettere in salvo la donna, poi risultata vittima da tempo di plurime condotte vessatorie da parte del marito.

Sulla scorta degli elementi raccolti, nel febbraio scorso, il G.I.P. presso il Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, aveva emesso un provvedimento cautelare con il quale era stato disposto l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi dove la donna svolgeva abitualmente attività lavorativa.

Il provvedimento, tuttavia, veniva in più occasioni violato dall’indagato, il quale, perseverando con la propria condotta violenta, si era reso più volte responsabile di ulteriori reati nei confronti dell’ex moglie.

L’uomo, rintracciato all’esito di ininterrotte ricerche da parte dei Carabinieri astigiani, espletate le formalità di rito, è stato sottoposto in regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, nel Comune di Villafranca d’Asti (AT).

In manette 12 capi ultrà. Ricattavano la Juve per ottenere biglietti

E’ in corso dalle prime ore della mattina una vasta operazione della Polizia di Stato di Torino, coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica, nei confronti delle frange ultrà della Juventus. Nell’ambito dell’operazione denominata “Last Banner”, la DIGOS di Torino sta eseguendo 12  misure cautelari nei confronti dei capi e dei principali referenti dei “Drughi”, di “Tradizione-Antichi Valori”, dei “Viking”, del “Nucleo 1985” e di “Quelli … di via Filadelfia”, indagati a vario titolo per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Sono in corso – con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – 39 perquisizioni con la collaborazione delle DIGOS di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, nei riguardi di 37 fra i principali referenti dei summenzionati gruppi ultrà (ed anche del “N.A.B. – Nucleo Armato Bianconero”), anch’essi indagati nell’ambito della medesima indagine.

L’indagine della DIGOS – svoltasi per oltre un anno – è scaturita da una  denuncia sporta dalla Juventus ed ha consentito al Gruppo Criminalità Organizzata della Procura di Torino di acquisire incontrovertibili elementi probatori in merito ad una precisa strategia estorsiva posta in essere dai leader dei principali gruppi ultrà bianconeri nei confronti della citata società calcistica.

L’interruzione, alla fine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultrà ha infatti determinato, sin da subito, una “reazione” dei leader storici, che hanno definito una capillare strategia criminale per “ripristinare” quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di  forza”  nei riguardi  dellaJuventus.

MEZZI STORICI, SUCCESSO A MONCRIVELLO PER IL RADUNO AL TROMPONE

Grande affluenza di pubblico e appassionati nel vercellese per i preziosi esemplari della ‘Collezione Marazzato’.

Un grande raduno di camion, autobus, moto e autovetture del Novecento – con un ricco e gradito programma composto da una pluralità di molteplici valide attrattive culturali ed enogastronomiche per grandi e piccini – ha richiamato da tutta Italia nel vercellese sabato 14 e domenica 15 Settembre scorsi centinaia e centinaia di entusiasti partecipanti.
Appassionati del genere – ma anche famiglie, bambini, uomini e donne di tutte le età – riuniti a Moncrivello (VC) in virtù dell’amore per i motori d’epoca nel segno della solidarietà rivolta, con un’apposita raccolta fondi, al complesso ricettivo-religioso del Santuario della Beata Vergine del Trompone, presso il quale nacque e si consumò la missione del Beato Luigi Novarese, Fondatore dei Silenziosi Operai della Croce.


Questo, in sintesi, il successo della Settima Edizione di ‘Motori & Sapori al Trompone’, un evento promosso dalla rinomata e altrettanto seguita Associazione di Veicoli Storici ‘Quattro Assi Più’ fondata e presieduta da Carlo Marazzato in collaborazione con il C.I.C.S (Circolo Italiano Camion Storici) e L.A.M. (Lega Antichi Motori) con main partner il ‘Gruppo Marazzato’.
Moltissime le personalità autorevoli del mondo del collezionismo italiano a quattro ruote intervenute per l’occasione, tra cui in primis Roberto Iatì e Lucio Fiore, rispettivamente Vice Presidente e Conservatore del ‘Registro Fiat Italiano’, Dario Bosio e Maria Luisa Massardi (Presidente e Vice Presidente della L.A.M.) Gianpaolo Arborio, giornalista, Assessore al Bilancio del Comune di Cigliano nonché Fondatore e Presidente dell’Associazione ‘Esabus’ (stimatissima in Piemonte e in tutta Italia per quanto concerne gli autobus storici).
I quali convivialmente, con il resto dei numerosi partecipanti, sabato 14 Settembre presso lo showroom privato ove è custodita l’ampia e pregiata raccolta personale di camion storici targata ‘Marazzato’, hanno altresì festeggiato a sorpresa il compleanno di Carlo Marazzato omaggiandogli due prelibate torte di frutta fatte preparare appositamente dalla Lega Antichi Motori per l’occasione, al termine del pranzo sociale seguito all’assemblea dell’Associazione ‘Quattro Assi Più’.
Esprime viva soddisfazione l’eclettico e instancabile Carlo Marazzato, generoso promotore dell’affollata kermesse, industriale vercellese leader di settore, con il ‘Gruppo Marazzato’ da lui fondato, nel campo delle soluzioni ecologiche per l’ambiente, nonché titolare della più grande collezione di camion storici in Europa (ne possiede oltre 250 di grandissimo valore storico): “Anche quest’anno la gente ha risposto positivamente alla nostra raccolta fondi a favore delle strutture ricettive annesse al complesso del Santuario del Trompone. Ringrazio veramente di cuore tutti coloro che hanno partecipato, ed egualmente tutti gli amici, i collaboratori e i sostenitori che hanno prestato il proprio prezioso servizio nell’organizzazione della manifestazione, perché sempre maggiore sia l’attenzione verso questa primaria realtà del nostro territorio”, dichiara il noto imprenditore.
Gli fa eco Gianpaolo Arborio: “E’ bello vedere questo grande insieme di veicoli industriali d’epoca, ancora circolanti e funzionanti, anche nella zona di Cigliano, dov’erano presenti, in anni distanti, un’azienda di trasporto persone e una merci. Carlo Marazzato è un solido punto di riferimento in Italia e all’estero per tutti gli appassionati degli autocarri d’epoca e non solo. A lui, e a alla sua prestigiosa collezione, che anche quest’anno si è notevolmente ancor più arricchita e ampliata di pezzi unici, finemente restaurati fedelmente all’originale e nuovamente reimmatricolati e rimessi in circolazione, il miglior augurio di fare ancora tanta strada sulle vie della cultura d’impresa, della solidarietà sincera e del costume italiano, di cui l’amico fraterno collezionista e i suoi amati mezzi sono tutti testimoni unici ed esemplari”.
Per Maurizio Scandurra, giornalista radiotelevisivo, scrittore e saggista cattolico, anche lui presente all’evento, “quello che si è respirato nel weekend del 14 e 15 Settembre tra Stroppiana e Moncrivello è un clima armonico e cordiale, prodromico a progetti importanti che trovano piena attuazione nel recupero del binomio imprescindibile radici e memoria. Carlo Marazzato, la Signora Mara sua consorte, i loro figli oggi alla guida del fiorente Gruppo che porta fieramente il loro cognome, i loro dipendenti, i soci affiatati e lo staff coeso dell’Associazione ‘Quattro Assi Più’ e il gran numero di amici e appassionati attorno a loro riuniti testimoniano appieno nel concreto come il bene capace di restare nel tempo sia il risultato vincente e indiscusso di una piena condivisione di ideali e intenti tutti all’insegna della migliore, autentica filantropia: sia in termini di aiuto concreto al prossimo, che di preservazione di un’eredità culturale di settore unica nel suo genere. Che merita, come nel caso dei camion storici e di tutti gli altri veicoli frutto del nostro glorioso passato industriale – come già ampiamente ben sottolineato, nei giorni precedenti la riuscita iniziativa, anche dal Professor Alessandro Meluzzi in occasione di questa speciale ricorrenza culturale, sociale, solidale e aggregativa insieme – di essere opportunamente conservata e tramandata per poter essere degnamente fruita e vissuta anche dalle generazioni future”.

 

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NELLA FOTO GRANDE: DA SINISTRA NELL’ORDINE: ROBERTO IATI’ (VICEPRESIDENTE REGISTRO FIAT ITALIANO); LUCIO FIORE (CONSERVATORE REGISTRO FIAT ITALIANO); GIANPAOLO ARBORIO (ASSESSORE AL BILANCIO COMUNE DI CIGLIANO E PRESIDENTE ASSOCIAZIONE ESABUS); DARIO BOSIO (PRESIDENTE LEGA ANTICHI MOTORI); MARIA LUISA MASSARDI (VICE PRESIDENTE LEGA ANTICHI MOTORI), CARLO MARAZZATO (PRESIDENTE ASSOCIAZIONE QUATTRO ASSI PIU’).

Arrestato il “pizzaiolo del papa”: truffava le anziane

Nel l 2015 a Papa Francesco in visita pastorale a Napoli fu donata  una pizza speciale con i colori del Vaticano: mozzarella di bufala, pomodorini gialli, con tanto di scritta “W il Papa”. La pizza fu consegnata al Pontefice sulla Papamobile da Vincenzo “Enzo” Cacialli, allora 43 anni, pizzaiolo, che  da quel giorno diviene “Il pizzaiolo del Papa” e viene decantato da giornali e tv. Lunedì scorso Cacialli è stato arrestato dalla squadra mobile di Genova con l’accusa di essere un truffatore seriale di anziane e pensionate. Proprio a Torino è stato arrestato in flagranza di reato in corso Vittorio Emanuele, per aver raggirato una donna di 85 anni.

Ruba merendine e si nasconde nel controsoffito. Che crolla rovinosamente

Gli sarebbe certamente convenuto pagare la confezione di muffin ed uscire dal supermercato come ogni cliente; invece il ventitreenne di originiivoriane, già  noto alle forze dell’ordine per fatti analoghi, giovedì mattina si è messo in tasca 2 merendine, dopo aver rotto la confezione che le custodiva, e si è avviato verso l’uscita senza acquisti, oltrepassandola. Il furto è però stato notato dall’addetto alla vigilanza del supermercato, che lo ha fermato, contestandogli il fatto. Il vigilante gli chiedeva poi di seguirlo in un luogo più appartato, vicino ai bagni della struttura. Il ladro di merendine, intuendo che ben presto sarebbe arrivata la Polizia, con mossa fulminea entrava in un antibagno e, spostato un pannello della controsoffittatura, si introduceva nell’angusto spazio sotto il tetto, provando a fuggire. Da lì a  poco però il controsoffitto, inadatto a reggere il peso di  un uomo, crollava interamente, interessando sia un bagno che una piccola stanza in cui sono dislocate le centrali elettriche e di video sorveglianza dell’esercizio commerciale. Il ladro, rovinato a terra, è stato rinvenuto completamente ricoperto dalle macerie,   ferito anche dai vetri della plafoniere dell’illuminazione presenti. E’ stato soccorso e trasportato in ospedale, non in gravi condizioni, in stato di arresto per furto aggravato.

 

Le Vie Francigene del Piemonte in mostra al Palazzo della Regione

Sei fotografi “raccontano” con i loro scatti l’area piemontese che viene attraversata dalla Via Francigena, che trae le sue origini storiche dal viaggio compiuto, nell’anno 990, dall’arcivescovo Sigerico, tornando a Canterbury da Roma, dove aveva ricevuto l’investitura da Papa Giovanni XV.

L’arcivescovo inglese dedicò al Piemonte 3 delle 79 tappe descritte nel suo diario (per un tragitto comprendente altre sette regioni italiane, oltre a Svizzera, Francia ed Inghilterra). Il lavoro dei fotografi Valerio Bianco, Franco Bussolino, Marco Corongi, Emilio Ingenito, Giorgio Veronesi e Pier Paolo Viola, artefice l’associazione “Il Terzo Occhio photography”, viene presentato in una mostra, “Il Cammino del Cielo – Le Vie Francigene del Piemonte”, ospitata nella Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino.

L’inaugurazione si è tenuta giovedì 5 settembre 2019, alle ore 17.30, con l’intervento dell’assessore regionale alla Cultura, Vittoria Poggio.
L’indagine fotografica ha come canovaccio il diario che Sigerico tenne al ritorno da Roma, annotando giorno dopo giorno le tappe del viaggio verso Canterbury. Nacque così il primo documento ufficiale che visualizzò sul territorio quella che sarà chiamata “Via Francigena” (ma anche Via Francisca, Romea o Iter Sancti Petri). Il percorso descritto da Sigerico dopo Vercelli prende la direzione della Valle d’Aosta sulla direttrice della Serra Morenica che da Santhià giunge ad Ivrea, per poi arrivare ad Aosta e da qui al valico del Gran San Bernardo. In seguito altri documenti medievali del XIII secolo, trattando dei percorsi seguiti dai grandi pellegrinaggi, fanno riferimento ai valichi del Moncenisio o del Monginevro: quindi un percorso che conduce a Torino attraverso la Valle di Susa e poi a Vercelli, con un itinerario inizialmente parallelo a quello del Po fino a Trino, mentre a Chivasso un altro percorso si dipartiva verso Livorno Ferraris, per poi pervenire a Santhià, dove si riuniva al ramo della Francigena proveniente dal passo del Gran San Bernardo.

«Con piacere la Regione Piemonte ospita nella propria Sala Mostre questa esposizione fotografica – affermano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura Poggio -, nella consapevolezza che il territorio in cui viviamo è una ricchezza da far conoscere, invogliando a ripercorrere a piedi o in bicicletta gli antichi percorsi della Via Francigena, in un Piemonte in grado di accogliere i turisti con le sue eccellenze naturalistiche, storiche, artistiche e culturali e con i sapori autentici della sua grande enogastronomia».

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La mostra si potrà visitare da venerdì 6 a domenica 22 settembre, tutti i giorni, dalle ore 10 alle 18.