ilTorinese

Falso made in Italy La Guardia di Finanza scopre frode da 5 milioni

L’etichetta parlava di “Made in Italy”, di fatto però, i milioni di articoli sequestrati dalla Guardia di Finanza di Torino erano interamente prodotti ed importati dalla Repubblica Popolare Cinese.

L’operazione, condotta dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego con l’ausilio dei colleghi della Tenenza di Lanzo Torinese e coordinata dalla Procura della Repubblica Torinese, ha avuto inizio nei scorsi giorni quando, in alcuni negozi del capoluogo piemontese, i Finanzieri hanno notato esposti sugli scaffali, prodotti per la casa di una nota azienda italiana, le cui etichette e le indicazioni merceologiche erano palesemente contraffatte. Gli articoli, reclamizzati come “Made in Italy”, erano di fatto falsamente etichettati circa la loro provenienza e origine, il tutto incorniciato dalla simbologia inequivocabile della bandiera tricolore.

Le successive indagini hanno portato gli inquirenti sino al deposito della merce, individuato in un piccolo centro del Canavese.

Oltre 8 milioni  i coltelli, pronti per essere venduti come articoli “Made in Italy” ma di fatto prodotti in Cina, sequestrati per quella che appare come una gigantesca frode in commercio da oltre 5 milioni di euro.

Un ingente sequestro che ora vede tre imprenditori italiani denunciati all’Autorità Giudiziaria Torinese per frode in commercio.

Gravi irregolarità sono state accertate all’interno dell’azienda anche in materia di sicurezza sul lavoro: macchinari in precarie condizioni, tra l’altro alcuni muniti di lame taglienti senza alcuna protezione a tutela del lavoratore, sversamenti di liquami, capannoni interrati senza illuminazione; criticità queste che hanno indotto i Finanzieri a richiedere l’intervento da parte dello Spresal di Ivrea.

Gli stessi imprenditori coinvolti, fin da subito di fronte ai militari che effettuavano la perquisizione, si sono impegnati a modificare le indicazioni merceologiche in previsione delle successive importazioni.

L’attività della Guardia di Finanza oltre a contrastare tutte quelle forme di concorrenza sleale è anche mirata alla tutela dei “Distretti Industriali”, che da tempo è uno dei principali obiettivi strategici dei compiti di polizia economico finanziaria esclusivi del Corpo

Solidali con le forze dell’ordine. Presidio in piazza Castello

Presidio di sensibilizzazione davanti alla Regione Piemonte sabato 24 ottobre prossimo organizzato dal FIPI in segno di solidarietà nei confronti della Polizia di Stato e Forze dell’Ordine

È in programma un presidio di sensibilizzazione davanti alla sede della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino, sabato 24 ottobre prossimo dalle 12 alle 15, in segno di solidarietà nei confronti della Polizia dello Stato e alle Forze dell’Ordine nel loro complesso. A promuoverlo è  stata l’associazione FIPI (Futuro Italiano Partite Iva) e i suoi aderenti, vale a dire l’associazioneTorino a Testa Alta ( impegnata nel rilancio della città e nella sua valorizzazione, a favore di tutti i cittadini ed in tutti i suoi quartieri ). Scopo del presidio è quello di lanciare un grido d’allarme in relazione alla riduzione dell’organico della Polizia di Stato di 20/25 mila poliziotti nel corso di pochi anni. Nei prossimi cinque anni, infatti, è  prevista una diminuzione di 25 mila unità nel numero degli agenti del corpo della Polizia di Stato in tutta Italia, a fronte dell’assunzione di quattromila unità. I commissariati torinesi sono, infatti, già oggi sottodimensionati.

Questo fatto potrebbe provocare il rischio che la città di Torino si possa trovare sguarnita di un numero notevole di unità nell’organico delle sue forze di polizia, in grado di combattere  la criminali e poter garantire la sicurezza alle famiglie e ai cittadini torinesi. All’Associazione FIPI è giunta la vicinanza da parte dei sindacati di Polizia della segreteria Provinciale del SIULP, SAP, COISP e FSPnella promozione di questo presidio.

Mara Martellotta

Il Comune da’ l’ok a Gallerie d’Italia in piazza San Carlo

Palazzo civico ha approvato la proposta d’intervento di Intesa San Paolo SPA riguardante la creazione in piazza San Carlo 156, negli spazi ipogei di Palazzo Tuninetti, della sede torinese delle Gallerie d’Italia, il polo museale destinato a esposizioni permanenti e temporanee che interessa varie città italiane: Milano, Napoli e Vicenza.

Dopo l’approvazione della Giunta dello scorso 6 ottobre, il Consiglio comunale dopo la presentazione del’assessore all’Urbanistica Antonino Iaria ha approvato la ristrutturazione dell’edificio con l’ampliamento di circa novecento mq di spazi sotterranei ripensati in funzione dell’esposizione artisitca. Trentatré i voti favorevoli, quattro gli astenuti, L’intervento è eseguito in base alla Legge regionale 16/2018 riguardante la riqualificazione degli edifici senza variante al Piano Regolatore Generale.

Il progetto a cura dello studio dell’architetto Michele De Lucchi è stato presentato alla stampa nei mesi scorsi, ma vale la pena ricordare le caratteristiche di un’intervento che comprende 6.612 mq negli spazi della piazza considerata uno dei simboli di Torino: nasceranno 2.300 mq di gallerie espositive; 594 mq di gallerie all’aperto; 990 mq di distribuzioni e scale; 504 mq di ristorante e caffetteria; 327 mq per l’esposizione dell’archivio Publifoto; 201 mq dell’Università del restauro; 479 mq di impianti.

L’ingresso alle nuove Gallerie d’Italia avverrà dall’attuale accesso al cortile interno della sede bancaria. Gli spazi sotterranei divisi su più piani utilizzati nel recente passato per il caveau, gli archivi e le sale per le assemblee della società (funzioni trasferite al grattacielo di corso Inghilterra) sono ora destinati alla cittadinanza con gallerie d’arte affiancate dalla caffetteria e dal ristorante. L’accesso dei visitatori avverrà da un’ampia scalinata ritagliata nell’attuale cortile che sarà il completamento in superficie dell’esposizione museale ipogea.

A Torino – hanno spiegato la scorsa settimana i responsabili del gruppo bancario in Commissione consiliare alla presentazione del progetto – si punterà sulla fotografia e l’arte contemporanea. Intesa San Paolo possiede circa trentamila opere d’arte e, riguardo alla fotografia, è proprietario dell’archivio Publifoto costituito da sette milioni di foto scattate tra l’inizio degli anni Trenta e la fine del Novecento. Il progetto prevede aree destinate a laboratori di restauro fotografico, dove si assisterà alla cura e alla conservazione delle opere di Publifoto. Saranno allestite sale divulgative per le scolaresche.

I responsabili di Intesa San Paolo contano di inaugurare Gallerie d’Italia alla fine del 2021. L’investimento del gruppo porterà in dote alla Città un centro culturale di rilievo incluso, stando alle anticipazioni presentate in Commissione, tra i siti visitabili con la carta di Abbonamento Musei.

TOurDAYS, ecco i progetti selezionati

Si è conclusa la selezione dei progetti presentati a TOurDAYS, progetto della Città di Torino realizzato da Fondazione per la Cultura Torino e TOdays festival, sostenuto storicamente dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione CRT, in partnership con Iren e in collaborazione con Hangar Piemonte.

TOurDAYS è un percorso lungo un anno per dare spazio a chi crea spazio, un impegno a sostegno delle attivita musicali e dello spettacolo dal vivo, che diviene ora un tour di appuntamenti diffusi in tutta la città, aspettando TOdays Festival 2021.

 

La mission di TOurDAYS è ambiziosa: intervenire sul processo di realizzazione, partendo dal progetto e plasmando su di esso il modus operandi, con azioni che favoriscano la creazione e il consolidamento di un network per facilitare lo scambio di esperienze e lo sviluppo di connessioni che conducano alla nascita di proposte inedite e originali, con l’obiettivo di sostenere la ripartenza delle attivita attraverso la coproduzione di appuntamenti culturali con protagonisti artisti, associazioni, live club, aziende e fornitori locali in un circuito virtuoso di collaborazioni tra mondo profit e no-profit.

 

Ben 44 sono state le proposte pervenute: attività, eventi, appuntamenti culturali, musicali e formativi in partenariato con altrettante numerose realta associative e appartenenti al terzo settore (fornitori di servizi, professionisti, start-up, imprese…). Tutte le proposte hanno raggiunto un livello di qualità e progettualità assai elevato coinvolgendo una rete di oltre 500 soggetti attiivi nella citta di Torino e nell’area metropolitana e dimostrando la capacità di valorizzare le sinergie, creando proficui scambi di esperienze, competenze, professionalità, e facendo dialogare tra loro forme diverse di espressione artistica.

 

La Commissione, presieduta da Gianluca Gozzi, direttore artistico di TOdays festival, coadiuvato dal giornalista e critico musicale Maurizio Blatto, e da Valeria Dinamo, responsabile del progetto Hangar di Piemonte dal Vivo, ha valutato le proposte sulla base della qualità e coerenza con i linguaggi del contemporaneo, del coinvolgimento piu ampio possibile della filiera di maestranze lavorative dello spettacolo e partenariati attivati, della partecipazione di artisti, tutor, ospiti e aziende dell’area torinese, della capacita di coinvolgimento di nuovi pubblici e di ricaduta fattiva sul territorio locale.

 

È stata così selezionata la rosa finale di 10 progetti idonei a beneficiare di un sostegno alla produzione in termini di supporto economico pari al 50% del budget di spesa previsto e di un percorso di accompagnamento costituito dalla progettazione condivisa e partecipata nel network ora costituitosi. Alla luce del risultato ottenuto, poiché il budget del bando avrebbe consentito di sostenere soltanto i primi 7 classificati, la Città di Torino e la Fondazione per la Cultura hanno ritenuto opportuno integrare lo stanziamento previsto per la call per garantire il sostegno di tutti i progetti risultati idonei.

 

TOurDAYS diventa ora un calendario originale di appuntamenti tra loro connessi, performance, laboratori, workshop, seminari, lungo un intero anno, ma rappresenta soprattutto una rete di opportunità per agevolare la filiera e favorire il consolidamento di nuove idee, di nuovi progetti, e di nuove alleanze.

 

I 10 progetti ammessi al finanziamento sono:

  • TRAPEZI: poetiche di scrittura e composizione per giovani autori (Associazione Gruppo Pensionati Vanchiglietta)
    Un’incursione non lineare nella trap torinese, una call tra giovanissimi autori, un percorso di estrazione indolore di adolescenti che producono la propria musica in camerette blindate.
  • SENZA|TEMPO (Associazione culturale OZ)
    72 ore nel Castello Costa Canalis di Cumiana per registrare, condividere e documentare una produzione artistica internazionale nella quale è proprio il Tempo a fare da fil rouge al documentario e da contrappunto all’opera discografica.
  • MUSEO SONORO (Associazione Club Silencio)
    Il patrimonio artistico e culturale della citta – dalla GAM a Palazzo Reale, dal Castello di Rivoli al Teatro Regio – viene sonorizzato, arricchito e rinnovato da artisti del panorama piemontese, risuonando al di fuori di sé in una inedita esperienza di fruizione della performance artistica.
  • OFF THE CORNER (Paratissima Impresa Sociale)
    Live session e panel didattici in tema di publishing e mondo delle sincronizzazioni alle immagini in movimento per offrire agli artisti un nuovo mezzo per la loro sostenibilita e una nuova formula per la loro promozione.
  • FREQUENCIES (Associazione Seeyousound)
    Un percorso didattico articolato rivolto a giovani musicisti e compositori sulla musica applicata alle opere del cinema muto, sostenendo la crescita di professionalita nel settore audiovisivo e dando nuova vita a un cinema dimenticato.
  • MENTORSHIP PROGRAM (Associazione Superbudda)
    Produzione artistica e formazione di giovani talenti per la realizzazione di spettacoli multimediali da circuitare, immaginando la citta di Torino come hub di collaborazione e scambio creativo fra artisti nazionali e internazionali.
  • DISCOPODCAST (Associazione Docabout)
    Un progetto crossmediale targato reDISCOvery sulla produzione e distribuzione di live podcast (audio-documentari) di storie di musica dove le memorie musicali del pubblico sono il punto di partenza per raccontare un artista, un disco, una canzone.
  • TORINO CITTÀ INDUSTRIALE (Associazione Variante Bunker)
    Una rassegna che rende omaggio all’era industriale della nostra citta attraverso la celebrazione del Rumore: da elemento disturbante a esperienza affascinante e trascendentale tra arti visive, nuovi media, danza e architetture.
  • ZONA TRIGGER (Associazione Fluxlab)
    Innescare reazioni sonore per far (ri)suonare luoghi che non hanno mai suonato in contesti non convenzionali dove la musica migra dal club tradizionale per generare contaminazioni e campionamenti capaci di raccontare il contemporaneo.
  • MYOOZIK (Associazione di promozione sociale RadioOhm)
    Trascrizione fonetica dall’inglese di “Musica”: un radar informativo, una app mobile tecnologica capace di connettere eventi, organizzazioni, locali e realta del circuito torinese, condividendo esperienze e contenuti globali.

In questo momento di limitazioni e restrizioni ringrazio la comunità culturale torinese per aver dimostrato di saper continuare a creare e far nascere nuove idee e nuovi modi di pensare e agire, recuperando forma e sostanza, e ripartendo dall’essenza del fare insieme, combattendo la tendenza all’individualismo e mettendo ciascuno a servizio del territorio il proprio valore e la qualità delle competenze maturate nel tempo. Grazie a TOurDAYS, ora TOdays non è più solo un festival, ma una visione più grande verso la quale tendere con forza, per affrontare la sfida per il futuro procedendo insieme, con pazienza, entusiasmo e senso di comunità” dichiara Gianluca Gozzi, direttore artistico di TOdays festival.

 

TOurDAYS è un progetto per il futuro, un viaggio attraverso un panorama del quale pensavamo di avere una conoscenza non superficiale. Il bando che abbiamo lanciato con TOdays ci sta aiutando a scoprire quell’ “altro” un po’ più sotterraneo o sospeso tra dimensioni della creatività che si palesano quando vengono raggiunte da sollecitazioni potenti. Alcuni tra i soggetti selezionati sono conosciuti per quello che già fanno, ma si distinguono, nella scelta fatta dagli esperti, per quello a cui non sospettavamo potessero applicarsi. Ci affidiamo alla competenza e al credito degli esperti, nella convinzione che TOurDAYS ci traghetterà verso qualcosa di inaspettato e allo stesso tempo atteso. Un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno partecipato a questa competizione creativa” dichiara l’Assessora Francesca Leon.

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L’immagine è si Andrea Gatti Art

“Bella ciao” e inno nazionale

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

 La ministra dell’Istruzione Azzolina è  favorevole ad introdurre l’insegnamento a scuola di “Bella ciao”, considerata canzone m-simbolo dell Resistenza, secondo una proposta di legge di alcuni deputati del Pd tra cui Piero Fassino, figlio di un noto capo partigiano.

Appare quasi incredibile che la ministra abbia tempo da dedicare a queste vere e proprie quisquilie in tempi di ferro e fuoco per la scuola italiana, aggredita dal virus, ben oltre il previsto.
Vale però  la pena di fare alcune riflessioni storiche in merito perché si rischia la confusione anche su temi che dovrebbero essere chiari a tutti. “Bella ciao” non fu la più cantata canzone partigiana perché lo fu “Fischia il vento“. Certamente essa è  la meno impegnata politicamente perché si limita a parlare di lotta all’ “invasor“ e non di “rossa bandiera“ come l’altra.
Stando alla testimonianza di Giorgio Bocca, giornalista e partigiano, essa non fu cantata durante la Resistenza, ma nacque nel primo dopoguerra e venne lanciata a livello internazionale nel 1947 al festival della gioventù democratica egemonizzato dai comunisti. Ancora Bocca fa un parallelo tra “Bella ciao“ e “Giovinezza”, ricordando che ambedue non furono canti dei partigiani e dei fascisti. “Giovinezza” fu infatti una canzone gioliardica del 1909, di cui si appropriarono i fascisti, imponendola come inno insieme alla “Marcia Reale“ in tutte le cerimonie pubbliche. Anche “Giovinezza” venne imposta nelle scuole italiane.
La proposta dei parlamentari del Pd, di per se’ anche pregevole negli intenti commemorativi del 25 aprile, non tiene però conto che nella scuola italiana non si studia canto da tempi immemorabili.
Quando io frequentavo le elementari mi insegnarono “Fratelli d’ Italia“, l’inno provvisorio della Repubblica italiana, rimasto tale fino a poco tempo fa.  Nessuno ci insegnò le canzoni del Risorgimento e neppure la “Canzone del Piave” che era quella dei nostri nonni e dei nostri zii che fecero la Grande Guerra. Un maestro di musica di pregio, don Bernardo Lomagno, che era anche un matematico, ci insegnò solo “Fratelli d’ Italia” e fece bene. Durante il regime fascista la “Marcia Reale“ venne abbinata ad un inno di parte come “Giovinezza” a dimostrazione di una dittatura imperante. Dopo il 25 luglio 1943 “Giovinezza“ venne eliminata e in tempi successivi la “Canzone del Piave“ sostituì la stessa “Marcia reale” ancora durante il periodo monarchico .
Il fatto incontestabile e’ che l’ Inno nazionale non viene insegnato nelle scuole italiane se non per iniziativa di qualche singolo docente. In una sola scuola torinese, il liceo “Segre’,” quando era preside un uomo di sinistra come Primo Merlisenna che promosse anche un convegno sul Tricolore, venne fatto giornalmente l’alza – bandiera, una cerimonia subito malvista da certa intellighenzia di sinistra presente anche in quel liceo.
I temi patriottici non sono da tempo all’ordine del giorno in Italia, malgrado i tentativi del presidente Ciampi e la comparsa dei tricolori durante la pandemia.
Chiedere che venga insegnata “Bella ciao” e non l’inno di Mameli appare discutibile perché il senso della Nazione e della sua storia andrebbe recuperato nella sua interezza. In ogni caso appare, salvo che per il 25 aprile , del tutto fuori luogo abbinare all’ Inno nazionale  qualunque altra canzone, anche “Bella ciao“. L’ inno da solo rappresenta lo spirito nazionale come lo rappresento‘ in passato la “Marcia Reale”. L’ Inno come la bandiera deve rappresentare tutti gli Italiani, senza distinzioni di sorta perché esprime l’ Unità’ nazionale nella sua totale interezza.

Scoperti in 16 al bar: chiusura per cinque giorni

Il commissariato San Secondo chiude il locale per 5 giorni

 

Undici giocatori e 2 spettatori, il terreno di gioco: un esercizio commerciale in via Gorizia 56/C.

Quello appena descritto non è lo scenario di una partita tra amici ma quanto appurato ieri sera durante un giro di controlli effettuato dagli agenti del commissariato San Secondo, al fine di verificare l’attuazione delle norme anticovid in relazione al DPCM del 18 ottobre.

Accedendo all’interno del bar, i poliziotti hanno constatato la presenza di 13 persone intente a disputare una partita al gioco del calcetto, e di altre 3 sedute nel dehor. Per non aver disposto l’accesso in modo contingentato al locale e garantito ai clienti la distanza interpersonale di un metro, alla titolare del bar, è stata elevata una sanzione di 400 euro.

Il bar, già destinatario di un provvedimento di chiusura nel dicembre del 2018 ai sensi dell’art.100 del T.U.L.P.S., è stato chiuso per 5 giorni.

 

Lega: “Ingressi scaglionati penalizzano scuole di montagna”

“Lo scaglionamento degli ingressi penalizza le scuole di montagna. Ancora una volta decisioni calate dall’alto senza ascoltare il Paese”
“Lo scaglionamento degli ingressi nelle scuole previsto dal nuovo Dpcm per evitare assembramenti e il congestionamento dei mezzi pubblici può essere utile nelle città, ma nei piccoli centri crea solo ulteriori disagi –dichiara il responsabile del Dipartimento montagna della Lega, l’europarlamentare Alessandro Panza.
”Nei piccoli centri e per le scuole di montagna soprattutto, dove il trasporto pubblico non è così scontato come in altre parti del paese, molto spesso c’è un solo mezzo a disposizione per il viaggio di andata e per il ritorno. Andare a modificare l’orario delle lezioni, senza aver prima concordato la questione con i vettori del trasporto pubblico locale, rischia di lasciare  i ragazzi in strada per almeno un’ora in attesa dell’inizio delle lezioni, oppure potrebbe costringerli ad uscire un’ora prima mancando un’alternativa per il ritorno a casa.
Come sempre non si ascoltano i territori e non si considerano le peculiarità locali, non si tiene conto delle difficoltà di chi vive in determinate aree del Paese, specialmente nelle zone montane dove le difficoltà logistiche sono parte integrante di queste comunità. Si sarebbe dovuta lasciare piena autonomia e facoltà di scelta di entrata, rendendo lo scaglionamento degli ingressi obbligatorio solo nelle città metropolitane, perché evidentemente quanto può essere giusto in teoria, non vale per la pratica.
Chiediamo pertanto al Governo Conte – conclude Panza – che vengano previste delle eccezioni, che si preveda la possibilità di effettuare delle deroghe in concertazione con i presidi, i sindaci, i gestori del TPL e i presidenti delle regioni.“

 

“Come può una donna cantare una canzone così triste…”

Music tales / La rubrica musicale

***

Mi chiamano signorina Pitiful maggior everyplace vado.

Ma nessuno sembra capire ora,

Come può una donna cantare una canzone così triste

Quando ha perso tutto quello che aveva.”

“Mr. Pitiful” è stato registrato nel dicembre 1964 presso gli studi della Stax Records . La canzone è stata scritta dal chitarrista Steve Cropper e dal cantante Otis Redding , la sua prima collaborazione con Cropper, in risposta a una dichiarazione fatta dal disc jockey radiofonico Moohah Williams, quando ha soprannominato Redding come “Mr. Pitiful”, a causa del suono pietoso quando cantava. ballate. Cropper lo ha sentito e ha avuto l’idea di scrivere una canzone con quel nome mentre faceva la doccia. Cropper ha poi chiesto a Redding in macchina come si sentiva riguardo a questa idea, e subito dopo hanno registrato la canzone in circa 10 minuti. Alla fine è stato tagliato due o tre volte e poi pubblicato con il lato B ” That’s How Strong My Love Is ” come singolo.

Ma c’è una versione della quale mi sono innamorata, che vi propongo, di Kaz Hawkins. La cantante è nata e cresciuta a Belfast. Le piaceva cantare in chiesa ed era influenzata dal fatto che sua nonna cantava a casa. Nella sua giovinezza, ha fatto un’audizione per lo show televisivo Opportunity Knocks in cui il direttore musicale ha detto a sua nonna di farle ascoltare Etta James . Ha subito abusi da parte di un parente da bambina, che ha tenuto segreto al resto della sua famiglia fino a quando non ne ha rivelato la portata in seguito a un tentato suicidio decenni dopo. Per far fronte all’angoscia, è diventata autolesionista .

Dopo la guarigione ha coperto i tagli con i tatuaggi.

Si è trasferita in Spagna e ha iniziato a fare il DJ e a cantare nei club, ma è diventata dipendente dalla

cocaina e ha subito violenza domestica a causa di una relazione violenta, che è terminata dopo che la polizia è stata chiamata quando è tornata a casa. La canzone di Kaz “Lipstick & Cocaine” è un

ringraziamento all’ufficiale e medico del servizio di polizia dell’Irlanda del Nord (PSNI) che le ha salvato la vita dopo un brutale attacco da parte del suo ex partner.

Dopo due anni di pulizia dalla cocaina iniziò a comporre canzoni dalle poesie che aveva scritto nei suoi diari. Ha preso in mano una chitarra acustica nel 2011 e ora usa nei suoi spettacoli per aiutare la

consapevolezza della salute mentale.

Vi lancio la versione di questa donna che è, a dir poco, strepitosa e che desideravo conosceste.

Chiara Da Carlo

https://www.youtube.com/watch?v=vf0QioKr7W4&ab_channel=KazHawkins

Chiara vi segnala i prossimi eventi …mancare sarebbe un sacrilegio!

 

Conoscere i vini con Go Wine a Torino

Go Wine promuove un corso di degustazione di approfondimento a Torino, presso il Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza, angolo Corso Vittorio Emanuele II, a partire da mercoledì 28 ottobre.

Protagonisti delle lezioni cinque temi/territori che condividono il fatto di essere legati ciascuno ad un vitigno autoctono che li caratterizza o che comunque ha un rapporto significativo con la viticoltura locale.

Vitigno-vini, uomini e donne del vino: il racconto e la degustazione presentano storie caratteri della viticoltura di angoli d’Italia e documentano il percorso di qualità compiuto negli ultimi anni nella vinificazione di ciascun vitigno, muovendo sempre dal rapporto con la tradizione locale.


Riportiamo di seguito le date e gli argomenti delle lezioni, al presente link il programma dettagliato:

Prima serata: mercoledì 28 ottobre ore 20.30
PETITE ARVINE e Valle d’Aosta

Seconda serata: mercoledì 4 novembre ore 20.30
PINOT NERO e l’Oltrepò Pavese

Terza serata: mercoledì 11 novembre ore 20.30
SAN GIMIGNANO E LA VERNACCIA

Quarta serata: mercoledì 18 novembre ore 20.30
IL CIRO’, IL GAGLIOPPO, la costa ionica della Calabria

Quinta serata: mercoledì 25 novembre ore 20.30

IL VERMENTINO nei suoli della Gallura in Sardegna

Al presente link il programma e la scheda di adesione da compilare per l’iscrizione.


Go Wine Ufficio Corsi

Via Vida 6 – ALBA CN
Tel. +39 0173 364631 Fax 0173 361147
ufficio.corsi@gowinet.itwww.gowinet.it

Covid, le proposte di Meritocrazia Italia

Riceviamo e pubblichiamo / Nella conferenza stampa dell’altra sera, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato le novità del prossimo DPCM prevedendo ulteriori restrizioni. 

In una comune prospettiva di voler arginare i contagi ma, di evitare, al contempo, una paralisi dell’intera economia del Paese, Meritocrazia Italia ha elaborato diverse proposte molte delle quali hanno trovato un positivo riscontro.

In particolare Meritocrazia Italia aveva proposto di:

– Evitare un lockdown generalizzato,

– Un potenziamento dello Smart working,

– Decontribuzioni per le aziende che assumono i giovani,

– Defiscalizzazione e abbassamento del cuneo fiscale,

– Apertura a scaglioni delle scuole con un piano organico effettivo,

– Logica territoriale sull’applicazione di eventuali “zone rosse”,

– Didattica a distanza solo in casi di particolari criticità e flessibilità nell’organizzazione delle attività didattiche a partire dalle istituzioni scolastiche di secondo grado.

Meritocrazia Italia ribadisce le proposte già avanzate con i precedenti comunicati nazionali ed, in particolare, propone:

– Defiscalizzazione dei tributi e degli oneri contributivi a favore dei locali, ristoranti e bar con contributi proporzionati al reale calo di fatturato sostenuto;

-Contributi effettivi basati sull’ultimo fatturato a sostegno delle ASD e, nel caso in cui le stesse si avvalgano di impianti pubblici, la sospensione dei canoni dovuti e del pagamento delle utenze;

– Azioni a sostegno dei lavoratori dello spettacolo e del suo indotto al fine di attutire gli impatti economici da essi sostenuti;

– Azione a sostegno delle PMI e delle partite Iva in genere che hanno subito un calo di fatturato rapportato al calo effettivo di introiti;

-Implementazione del sistema di trasporto pubblico locale anche attraverso l’utilizzo di convenzioni con privati;

 – in caso di chiusura delle scuole superiori, garantire, agli Istituti che hanno in programma esami di certificazione internazionale (ad esempio gli esami IGCSE in programma già da oggi in alcune scuole superiori) la possibilità di svolgere detti esami di certificazione;

-Rafforzamento immediato, anche attraverso nuove assunzioni, del sistema di presidio sanitario locale;

-Principi oggettivi nelle decisioni territoriali al fine di non lasciare ampia discrezionalità nelle decisioni dei singoli Sindaci e o strutture Regionali.

Da mesi il mondo intero è succube del virus Covid19 che sta cambiando, volenti o nolenti, le nostre abitudini di vita quotidiana, in ogni aspetto economico, sociale, ludico e persino religioso. Le previsioni sono di lunga durata e pertanto chi amministra la “cosa pubblica” è costretto a definire soluzioni rapide e innovative ai problemi che man, mano di presentano.
Una delle difficoltà emerse finora è quella del mantenimento delle distanze fra le persone, soprattutto nelle scuole che, sebbene sia tuttora luoghi pressoché sicuri e a bassissima intensità virale, restano comunque in cima ai pensieri di tutti perché frequentati ogni giorno, da settembre a giugno, dai nostri figli. Motivo per cui le cautele e le misure di sicurezza devono essere al massimo livello.
E al momento pare che le norme dei protocolli Covid19 stiano funzionando, garantendo ancora la possibilità dell’insegnamento in presenza, che soprattutto per gli alunni più piccoli è ritenuto fondamentale e insostituibile, sia dagli insegnanti che dalle famiglie.
Infatti, il Governo ha confermato che la scuola non chiuderà e non verrà trasformata nel modello “da remoto” come molti vorrebbero, al fine di evitare e ridurre al minimo le possibilità di contagio fra scolari, insegnanti, personale scolastico e famigliari. L’ultimo Dpcm del 18 ottobre scorso ribadisce che l’attività scolastica rimane in presenza, per il primo ciclo di istruzione, mentre agli istituti di formazione di secondo grado è consentito organizzare gli orari e la tenuta delle lezioni in modo autonomo, col solo obbligo di aprire le porte dopo le 9 del mattino.
Questa decisione, che si abbina a quella di delegare alle università la predisposizione di piani di organizzazione delle didattica e delle attività culturali in funzione delle esigenze proprie, nel pieno rispetto dell’autonomia giuridica degli atenei italiani, va comunque ad incidere sul flusso dei trasporti pubblici in ogni angolo del paese. Materia che comunque resta in gran parte nelle competenze regionali e delle città metropolitane più grandi. Inoltre, il dpcm delega ai sindaci le responsabilità nell’applicazione delle norme e dei divieti e quindi anche della amministrazione dei servizi civici e territoriali di competenza.
Tenuto conto, quindi,della sostanziale immutata condizione del settore scolastico, nonché delle limitazioni all’orario di apertura e chiusura degli esercizi commerciali dedicati alla ristorazione, ci sentiamo di rivolgere alcuni suggerimenti a coloro che amministrano il trasporto pubblico piemontese:
– in primo luogo, sarebbe utile rivedere il meccanismo “tempi&orari” delle città per renderlo più confacente alle normative Covid19 in atto e a quelle che presumibilmente interverranno in futuro;
– rispetto al trasporto degli studenti da/per i plessi scolastici, gli istituti e le sedi universitarie, si potrebbe distinguere il flusso degli studenti da quello degli altri cittadini, magari attivando linee dedicate supplementari a quelle già in servizio, attingendo ai pullman e bus privati che al momento sono fermi sempre a causa delle disposizioni governative, tenendo conto che quasi tutti gli studenti sono dotati di apposito abbonamento mensile/annuale al servizio pubblico;
– per le scuole elementari /medie e gli asili, invece, si dovrebbe aumentare la sorveglianza all’ingresso e all’uscita, magari grazie al servizio volontaristico delle associazioni di Protezione Civile o degli agenti di Polizia Municipale di ogni comune piemontese;
– si potrebbe, quindi, rispolverare l’idea del “nonno vigile” che assista l’ingresso degli scolari in modo da controllare il traffico automobilistico circostante e velocizzare le operazioni di prelievo/rilascio dei bimbi da parte dei genitori;
– sempre in questo caso, non è da scartare l’ipotesi del “piedibus” per aggregare gruppi di scolari e relativi parenti nella fase di accompagnamento mattutino alle scuole, puntando sulla legalità e l’esempio educativo dei più anziani ai più giovani;
– infine, in senso generale, si potrebbero anticipare i metodi di rilevazione tecnologica delle presenze a bordo dei mezzi pubblici, che agevolerebbe in modo significativo la scelta del bus su cui salire da parte delle persone, nonché il difficile lavoro dei conducenti pubblici.