ilTorinese

Resta aperta la mostra “Ritratti di cinema”

L’ultimo Dpcm licenziato ha disposto la chiusura dei cinema fino al 24 novembre.

 
Se la magia della visione cinematografica è data dalla luce che segue il buio in sala, oggi per i piccoli cinema è sempre più difficile immaginare che il proiettore torni a interrompere l’oscurità che sta calando sul settore.
 
In questo momento è ancor più importante non dimenticare chi promuove la settima arte nelle sale piemontesi e le comunità cinematografiche che orbitano intorno agli schermi di provincia, protagonisti della mostra Ritratti di Cinema. La sala, il lavoro, il pubblico.
 
L’esposizione – visitabile gratuitamente fino al 15 novembre al Polo del ‘900 – include 54 scatti di diversi formati realizzati dal fotografo Diego Dominici durante l’edizione 2019 di Movie Tellers e mostrano 27 sale di tutte le 8 province coinvolte nella rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione Piemonte Movie. La mostra è inoltre un modo per mantenere in vita la rassegna Movie Tellers che – a causa dell’incertezza dovuta al Covid – per quest’anno è sospesa.
 

La mostra si snoda in 3 ambienti che accolgono 3 macro-temi: la sala, il lavoro e il pubblico, oltre a una parete di “polaroid” create graficamente da Diego Dominici con tutti i volti di gestori e proprietari, le attrezzature, gli oggetti e le curiosità colti dal suo obiettivo.

La saletta proiezione completa il percorso con un focus sulle tante sale della città di Torino, attive e non, raccontate nel cortometraggio Manuale di Storie dei cinema di Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli che ha vinto la seconda edizione del contest Torino Factory e che, proprio in questi giorni, sta concludendo la produzione della versione lungometraggio, prodotta da Rossofuoco.

Al Polo del ‘900 di Torino fino al 15 novembre 2020

Da Fondazione Crt oltre 50 milioni nonostante la pandemia

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale. Presidente Quaglia e Segretario Generale Lapucci: “Il blocco dei dividendi crea asimmetria in Europa e mette a rischio la ripresa del Paese”
Torino, 27 ottobre 2020 – Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale (DPP) 2021 che, con una stima prudenziale di oltre 50 milioni di euro, mantiene sostanzialmente stabili le risorse disponibili per l’attività del prossimo anno a sostegno del Terzo Settore e delle realtà non profit nei campi dell’arte, della cultura, della ricerca, del welfare, dell’ambiente e dell’innovazione in Piemonte e Valle d’Aosta.
In particolare, circa 18 milioni di euro saranno messi in campo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico, le mostre e le iniziative culturali; oltre 16 milioni per le attività scientifiche e tecnologiche, la formazione del capitale umano fin dai primi anni di scuola e il rafforzamento delle competenze dei giovani talenti; oltre 16 milioni per la promozione dell’imprenditoria sociale, l’inserimento e lo sviluppo inclusivo delle persone in difficoltà, la salvaguardia dell’ecosistema e degli habitat naturali, il consolidamento del sistema di primo intervento del 118 e della protezione civile.
Degli oltre 50 milioni di euro complessivi, Fondazione CRT mobiliterà circa 3,5 milioni per progettualità innovative orientate allo sviluppo del territorio, da realizzare anche in sinergia con due dei propri “bracci operativi”: la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT per iniziative a impatto sociale e ambientale e, soprattutto, le OGR Torino. Queste ultime si focalizzeranno sempre più su sperimentazioni capaci di “mixare” arte, cultura, scienza e tecnologia, in linea con una delle priorità dell’Unione europea per un futuro più sostenibile; sull’utilizzo dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale per il Terzo Settore e, più in generale, per il bene comune; su programmi di collaborazione tra profit e non profit per diffondere le competenze digitali e realizzare alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“Questo bilancio è una scommessa della Fondazione per il futuro, un impegno per un obiettivo difficile ma irrinunciabile: contribuire alla ricostruzione della comunità dopo la pandemia, facendo rinascere la fiducia, la speranza, la voglia di credere che, insieme, la ripresa è possibile – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. La scelta condivisa dai Consigli di Amministrazione e di Indirizzo di continuare a garantire un flusso di risorse pressoché invariato per il territorio, dà ossigeno alle realtà del terzo settore e del non profit, oggi quanto mai essenziali per la tenuta del tessuto sociale, culturale e produttivo. Sosteniamo le ‘punte’ di eccellenza dei talenti ma, soprattutto, le ‘fasce’ della fragilità, rese più ampie da una crisi che ha accentuato le disuguaglianze, continuando ad affiancare gli enti anche sul fronte della crescita delle competenze, della raccolta fondi e dell’efficienza operativa, per superare l’emergenza e tornare il prima possibile all’auspicata normalità”.
“L’attenta gestione nel tempo del patrimonio della Fondazione ci permette oggi di trovare il punto di equilibrio tra due elementi da conciliare: far fronte alle necessità eccezionali del territorio tenendo però conto di uno scenario di recessione globale tra i più complessi e incerti di sempre – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Con una solida posizione finanziaria netta e, quindi, buone riserve di liquidità su cui poter contare in questa fase di riduzione generalizzata dei rendimenti e dei dividendi dopo le raccomandazioni dei regolatori europei e nazionali nel settore bancario e assicurativo, possiamo tenere stabile il livello delle erogazioni anche nel 2021, senza dover sostanzialmente attingere al fondo di stabilizzazione”.
Sul fronte cruciale della sospensione dei dividendi alle Fondazioni, il Presidente Quaglia e il Segretario Generale Lapucci, intervenuti più volte nei mesi scorsi anche in sedi pubbliche e istituzionali come l’associazione delle FOB piemontesi, hanno nuovamente ribadito: “Pur comprendendo la prudenza della BCE, di Bankitalia e IVASS, e con le cautele da verificare caso per caso per la tenuta del sistema bancario e assicurativo, emerge il rischio di una doppia penalizzazione per i territori e per l’intero Paese a livello europeo”.
“Da un lato – spiegano Giovanni Quaglia e Massimo Lapucci – l’impossibilità per le Fondazioni di redistribuire le entrate derivanti dai dividendi verso soggetti del non profit che, altrimenti, non sarebbero destinatari diretti di quei flussi di liquidità, significa far mancare risorse significative per i territori proprio nel momento di maggiore bisogno. Dall’altro lato – proseguono – il fatto che le raccomandazioni delle autorità regolatorie non vengano applicate allo stesso modo in Europa, rischia di generare un’asimmetria tra Paesi, portando gli investitori a preferire quegli Stati le cui istituzioni bancarie o assicurative si sono dichiarate fin da subito favorevoli alla distribuzione ai propri azionisti. Il tema si riproporrà in modo ancora più evidente nel 2021, quando gli eventuali dividendi sarebbero il risultato di un 2020 di recessione e difficoltà. Ecco perché il blocco di quelle entrate oggi mette a rischio la stessa ripresa del Paese domani”.
Per quanto riguarda la propria attività istituzionale, la Fondazione CRT ha delineato alcuni ambiti di intervento per lo sviluppo di nuove progettualità da attivare nel 2021 e negli anni successivi, catalizzando energie, risorse e competenze per il superamento dell’emergenza pandemica e per il fondamentale obiettivo della ripresa.
Nello specifico, nell’area Arte e Cultura potranno essere avviati laboratori di sperimentazione all’avanguardia per la promozione di luoghi e talenti, coniugando il patrimonio artistico con lo spettacolo dal vivo e il comparto cinematografico, in un’ottica di rilancio delle professionalità del settore e di promozione diffusa in chiave turistica. Inoltre, sarà aperto un dialogo con gli istituti scolastici (dalle scuole dell’infanzia fino alle secondarie di II grado), con insegnanti, studenti, artisti e professionisti in discipline come il video, la fotografia, la musica e le nuove tecnologie, per attivare percorsi di didattica integrata in presenza e on-line e attrezzare e/o potenziare spazi di laboratorio sui linguaggi dell’arte contemporanea.
Nell’area Ricerca e Istruzione saranno attivate azioni di capacity building per trasferire al mondo delle scuole competenze nel campo del fundraising che ne facilitino la sostenibilità e la resilienza. Sul fronte delle iniziative di formazione ad alto impatto sociale si prevede la creazione di una learning community europea con al centro Torino: una vera e propria rete per favorire l’elaborazione, lo sviluppo e l’implementazione di politiche orientate all’impatto sociale coinvolgendo policy-makers e funzionari pubblici di amministrazioni europee. Inoltre, si punterà a rafforzare Torino e il territorio come città del cibo con grande attrattività turistica, per affermarla ancora di più come destinazione leader dell’enogastronomia, coinvolgendo anche diverse tipologie di competenze e professionalità.
Nell’area Welfare e Territorio è in corso di definizione una Agenda della Disabilità che, a partire dal coinvolgimento delle organizzazioni non profit e delle comunità locali, delinei un elenco chiaro di obiettivi per migliorare le opportunità del territorio a beneficio delle persone con disabilità, delle famiglie e delle comunità. Sarà consolidato il network istituito nella fase emergenziale per gli aiuti alimentari, per valorizzare le competenze degli enti coinvolti, efficientare ulteriormente gli interventi ed evitare la dispersione della rete di relazioni funzionale al raggiungimento capillare dei destinatari degli aiuti.
(nella foto di Giorgio Perottino – Getty Images, Quaglia e Lapucci)

Sanità, al via in Piemonte la telecardiologia

MONITORAGGIO A DISTANZA PER I PORTATORI DI PACEMAKER: ELEVATA SICUREZZA PER IL PAZIENTE ED UN PIU’ EFFICIENTE UTILIZZO DELLE RISORSE

La Regione Piemonte prosegue nel potenziamento della telemedicina e nel rafforzamento della sanità digitale. Con una delibera proposta dall’Assessorato alla Sanità, sono ora possibili le prestazioni ambulatoriali per il controllo ed il monitoraggio, anche a distanza, di particolari patologie cardiologiche: prevista anche l’estensione del numero di prestazioni erogabili in regime di esenzione ticket per chi soffre di malattie cardiache e del circolo polmonare (esenzione OA02.V45.0). In sostanza, sarà possibile monitorare a distanza i portatori di pacemaker, loop recorder (dispositivi per la diagnosi di aritmie) o defibrillatori automatici impiantabili. La delibera introduce nel nomenclatore tariffario una nuova prestazione della branca di cardiologia.

«Il progresso tecnico-scientifico – sottolinea l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi – in campo biomedico ha permesso di sviluppare dispositivi che permettono il monitoraggio di particolari patologie cardiologiche anche a distanza, consentendo il miglioramento della qualità di vita del paziente nel rispetto dei protocolli clinico-sanitari e assistenziali adottati nella pratica cosiddetta tradizionale. Numerosi studi clinici ed esperienze aziendali già condotte hanno dimostrato che il monitoraggio da remoto può sostituire i controlli ambulatoriali tradizionali senza compromettere la sicurezza del paziente, rendendo efficiente l’utilizzo delle risorse, nel rispetto della programmazione di almeno una visita l’anno in ospedale come da linee guida internazionali».

I vantaggi potenziali del controllo remoto includono:

• identificazione precoce di problemi tecnici del dispositivo e degli elettrocateteri e in particolare delle malfunzioni;

• valutazione continua dello stato della batteria e delle funzioni di sensing, soglia e impedenza;

• identificazione precoce dei cambiamenti dello stato clinico del paziente: aritmie atriali e ventricolari, trend della frequenza cardiaca, progressione dello scompenso, variazione del peso corporeo, attività fisica;

• reazione tempestiva alle variazioni dello stato clinico e valutazione tempestiva dei cambiamenti terapeutici introdotti;

• riduzione ed ottimizzazione del numero dei follow-up ambulatoriali erogati in regime tradizionale.

Il numero di impianti di pacemaker, di defibrillatori e di loop recorder impiantabili è significativamente aumentato nell’ultima decade, a seguito delle nuove indicazioni emerse dai risultati dei studi clinici che evidenziano benefici come riduzione dell’ictus, delle ospedalizzazioni per ictus e aritmie atriali, prevenzione di eventi di scompenso cardiaco ed aumentata sopravvivenza. Il telemonitoraggio di pazienti portatori di dispositivi per la diagnosi di aritmie, pacemaker o defibrillatori automatici impiantabili, permette di registrare l’attività elettrica cardiaca e trasmetterla all’ospedale di riferimento.

In questo modo, eventuali aritmie vengono individuate, il rischio e la prognosi vengono rivalutati costantemente ed è anche possibile valutare l’efficacia delle misure terapeutiche intraprese.

Dopo la televisita, la telecardiologia è un altro tassello del rafforzamento della sanità digitale: in questi giorni è partita la campagna di comunicazione del nuovo portale www.salutepiemonte.it, che consente ai cittadini di accedere online ai servizi, risparmiando tempo ed evitando l’accesso diretto agli uffici delle Asl.

Al centro, il Fascicolo sanitario elettronico, lo strumento che permette di tenere traccia della storia clinica degli assistiti attraverso la raccolta e l’archiviazione dei dati e dei documenti digitali sanitari e socio-sanitari relativi a eventi clinici.

Il Mauto festeggia i suoi primi 60 anni

PER TUTTO IL MESE DI NOVEMBRE SARÀ POSSIBILE VISITARE IL MUSEO AL PREZZO PROMOZIONALE DI 5 EURO

60 anni fa nasceva la sede di Corso Unità d’Italia, progettata da Amedeo Albertini per conservare ed esporre la collezione del Museo dell’Automobile. Nel mese di novembre, il MAUTO festeggia questa ricorrenza con una promozione speciale per tutti i suoi visitatori.

COMPRA IL BIGLIETTO A SOLI 5 EURO
La prima sede ufficiale del Museo dell’Automobile nacque su un terreno concesso nel 1956 dalla Città di Torino, sulla sponda sinistra del Po a poca distanza dal Lingotto.

Juve e Toro giocano lo stesso giorno. Non accadeva dal 19 marzo 1930!

Qui Juve:

grande lavoro tecnico tattico per bianconeri di Pirlo, attesi  dalla grande sfida contro il Barcellona di Messi,a Torino ore 21, gara valevole per il secondo turno della fase a gironi di Champions League. Una Juve coi cerotti in difesa, mancheranno i difensori centrali Bonucci, Chiellini, De Light, col solo Demiral a disposizione. Ci sarà l’adattamento al ruolo,a seconda del modulo, dei terzini Frabotta ed Alex Sandro. Si attende il responso medico finale per la presenza di Ronaldo. Partirà titolare Dybala affiancato dal confermatissimo Kulusevsky sulle fascia destra.Morata attaccante centrale.

Qui Toro:
intenso lavoro della squadra granata agli ordini di  Giampaolo sul rizollato campo del Filadelfia. Alle ore 14 a Torino sfida molto importante contro il Lecce per i 32esimi di finale della Coppa Italia.Spazio minimo al turno over con gl’ingressi di Singo,Segre,Kojak e Bonazzoli per fare rifiatare Vojvoda,Rincon,Lukic e Verdi. Belotti confermatissimo al centro dell’attacco ed un turno di riposo al portiere Sirigu, appannato e disattento nelle ultime due partite. Al suo posto il gigante Milinkovic Savic.
Il Toro dovrà confermare i miglioramenti visti nella gara di venerdì scorso contro il Sassuolo.Servono punti e certezze prima della nuova sosta per le nazionali.
Lecce e poi campionato contro Lazio e Crotone in casa. Recupero mercoledì prossimo contro il Genoa fuori casa.
Potrà esserci la svolta in casa granata.

Vincenzo Grassano

Come cambiano i legami sociali?

Conversazione sul tema

“ANNODAMENTI FRA INDIVIDUALE E COLLETTIVO. COSA RESTA DEL CORPO PARLANTE?’”

Torino, 31 ottobre 2020 ore 8:45 – 13:00

Organizzato da Segreteria Torino SLP, IPOL, ALETOSFERA, Ce.Psi Onlus,

Accademia Torinese dell’inatteso della Movida Zadig

ACCESSO DA PIATTAFORMA

Psicoanalisti ed esponenti di diversi campi del sapere e della cultura e con un pubblico vario, dialogheranno sui cambiamenti dei legami sociali e i loro effetti. Il tema scelto per questa Conversazione affonda le sue radici nella teoria e nella pratica psicoanalitica fin dai suoi esordi, da quando Freud metteva in rilievo che “La psicologia individuale è anche, fin dall’inizio, psicologia sociale. Le nostre società, a livello globale, sono state profondamente scosse dall’emergenza sanitaria. Questi eventi hanno messo in rilievo la necessità di una riflessione sul modo con cui oggi sono intesi il bios, la vita e il corpo, che non si riduce a pura entità biologica, e sul rapporto del vivente con il linguaggio e la parola. La nostra contemporaneità ci spinge a interrogarci sul modo in cui, oggi, possiamo abitare la distanza e la prossimità, su cosa fa legame fra gli “esseri parlanti” che tutti noi siamo e su come l’ordine sociale contemporaneo incida sulle forme di questi legami. Come tessere legami che tengano conto della disparità dei soggetti nell’epoca del “distanziamento sociale”, degli algoritmi che dominano le nostre esistenze, del prevalere del virtuale, dei corpi massificati e spesso ridotti a “nuda vita”?

La Conversazione ha questa finalità: aprire un campo di elaborazione attraverso il confronto con persone appartenenti a campi del sapere e delle pratiche diversi, non senza lasciare, a chi vorrà prendervi parte, la possibilità di apportare il proprio contributo e rilanciare nuove domande.

La Conversazione è patrocinata da:

Università degli Studi di Torino; Ordine Provinciale dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri, Torino; Città Metropolitana Torino; Regione Piemonte

Interverranno fra gli altri:

Marco Bobbio (Medico, specialista in Cardiologia e Statistica medica, è stato ricercatore negli Stati Uniti, è stato responsabile dei trapianti di cuore a Torino, rappresentante del movimento “Slow medicine”), Norma De Piccoli (Professore Ordinario all’Università di Torino, Dipartimento di Psicologia), Paola Molina (Professore Ordinario all’Università di Torino, Dipartimento di Psicologia), Michele Roccato (Professore ordinario in Psicologia sociale presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino), Alessio Maria Romano (Pedagogo e coreografo, vincitore del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2020), Jacopo Rosatelli (Dottore di ricerca in Studi politici, scrittore, insegnante).

Iscrizioni: accademiainatteso@gmail.com

Gratuita per gli studenti fino ai 26 anni

contributo spese partecipazione su piattaforma € 20,00

Coronavirus, impennata di contagi: 2458 nelle ultime 24 ore

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17:30

 

32.092 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 32.092 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3749, Asti 1737, Biella 1030, Cuneo 3313, Novara 2977, Torino 16.458, Vercelli 1508, Vco 1102, extraregione 218

 

NB: A partire da oggi, viene diramato il numero complessivo dei casi guariti, analogamente a quanto comunicato a livello nazionale, dato aggiornato sulla base della nuova definizione del Ministero della Salute. Non è pertanto possibile un raffronto puntuale con i dati comunicati fino a ieri che comprendevano i guariti “virologicamente” e i guariti “clinicamente”.

 

I DECESSI SONO 4286

Sono 13 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4286 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 700 Alessandria, 261 Asti, 223 Biella, 412 Cuneo, 402 Novara, 1882 Torino, 231 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 42 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 59.618 (+ 2458 rispetto a ieri) di cui 1171 (48%) sono asintomatici.

I casi sono così ripartiti: per il motivo del tampone 750 screening, 771 contatti di caso, 937 con indagine in corso; per l’ambito: 183 Rsa/Strutture socio-assistenziali, 295 scolastico, 1980 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 5930 Alessandria, 3030 Asti, 1938 Biella, 7345 Cuneo, 4968 Novara, 31.305 Torino, 2362 Vercelli, 1702 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 430 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 608casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 121 (+19 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2016 (+167 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 21.103

I tamponi diagnostici finora processati sono 968. 047 (+12.547 rispetto a ieri)di cui 525.680 risultati negativi.

Torino, città dell’insicurezza e dell’illegalità

Sono trascorsi più di cinquant’anni dalla stesura del testo di Norberto Bobbio sulla democrazia, comparso nel decimo anniversario della Costituzione ed in cui il noto studioso affermava che “Quando parliamo di democrazia, non ci riferiamo soltanto a un insieme di istituzioni, ma indichiamo anche una generale concezione della vita.

 

Nella democrazia siamo impegnati non soltanto come cittadini aventi diritti e doveri, ma anche come uomini che debbono ispirarsi a un certo modo di vivere  e di comportarsi con se stessi e con gli altri”.

Queste parole, più che mai attuali, sono la conferma del fatto che la manifestazione tenutasi lunedì sera in centro a Torino per protesta contro il recente Dpcm del governo e sfociata in atti di teppismo e violenza rappresenta, purtroppo, la morte della democrazia. In mezzo a persone oneste, appartenenti a categorie di lavoratori che volevano esprimere il loro disagio per le recenti restrizioni decise dal governo, alla fine hanno prevalso i gesti violenti di coloro che sono stati definiti dalla sindaca di Torino “vandali” e “sciacalli”. Le moderne tecnologie oggi presenti e le videocamere dei negozi, sicuramente, riusciranno a individuare i colpevoli, ma mi domando sinceramente se non sarebbe stato possibile arginare questo gruppo di facinorosi in piazza Castello, dove la manifestazione ha preso avvio nel suo nucleo originario, prima che si infiltrasse nelle aree limitrofe, quali via Roma, via Accademia delle Scienze, dove hanno distrutto diverse vetrine di esercizi commerciali, tra cui anche quelle di bar, e scendesse verso piazza Carlo Alberto.  La seconda manifestazione di protesta, che ha avuto luogo in piazza Vittorio Veneto, e che ha visto la partecipazione di commercianti e persone appartenti a categorie con partite Iva, si è svolta, invece, in modo assai più pacifico.

In fondo, allora, tutto ciò mi porta a riflettere su una più generale mancanza di sicurezza nel nostro tessuto urbano, in cui se, da una parte, non vengono isolati facinorosi o giovani appartenenti ai centri sociali, infiltratisi in una manifestazione che aveva uno scopo ben diverso dalla violenza, dall’altra non rende possibile neanche al cittadino di sentirsi protetto nei suoi spostamenti. In tal caso, allora, lo stesso cittadino non si sentirà tutelato nell’esercizio primario della democrazia, che è imprescindibile dalla libertà di espressione del pensiero, unita alla tutela della propria sicurezza personale.

Mara Martellotta

Un biglietto nella bottiglia, nel grande mare della sinistra… da una tra i suoi tanti orfani

Credo che a questo punto l’unico sentimento che può provare una persona che si è sempre reputata di sinistra sia un’immensa INCAZZATURA.
Come diamine è possibile che le prime manifestazioni CONTRO un assurdo DPCM siano più o meno palesemente organizzate dalla dx estrema ed inneggiate su facebook da NO MASK o cialtroni simili? 

Addirittura pubblicate con font e caratteri inequivocabili!

Si DOVEVA E POTEVA scendere in piazza, dalla parte giusta, con chi ha il diritto di protestare ma in modo PACIFICO evitando i disastri annunciati fatti in centro stasera.
Fa ridere sentire amici disorientati sui social o in imbarazzo nel raccontare di aver fatto dei km per partecipare ed essersi resi conto di essere dalla parte opposta delle barricate.

Partendo con il presupposto che nessuno dice che le restrizioni di questi tempi non siano necessarie, si presumerebbe che siano frutto di studi e meditazioni accurate, e che quindi siano all’insegna del BUONSENSO e dell’ EQUITÀ, eppure pare che le nuove e continue invenzioni NEI DPCM siano frutto di ragionamenti che potrebbero essere partoriti sotto la doccia la mattina dopo una sbronza!
Purtroppo però non è una barzelletta e di buonsenso e soprattutto di equità non c’è più nulla negli annunci/show a reti unificate di CONTE.

Allora le domande, i dubbi e le inquietudini sorgono spontanee.
Non eravamo noi quelli contro i pieni poteri a Salvini?
Dopo aver avuto 4 mesi a disposizione senza riuscire a predisporre evidentemente NULLA di sensato il minimo sarebbe esigere ragionevolmente delle spiegazioni sulle scelte SCELLERATE odierne.

Come si fa dopo 4 mesi di immobilismo ad accettare il concetto di COPRIFUOCO, premettendo che la maggior parte di noi alle 21,30 dorme profondamente, come si fa ad accettare supinamente che chi si è dimostrato così INCAPACE in questi mesi ci imponga un concetto così profondo?
Che determini e decida sul futuro e la vita di alcune categorie e generazioni?

Com’è possibile che noi l’altra sera non fossimo i PRIMI a scendere in piazza per una giustissima manifestazione di SOLIDARIETA’ e protesta a tutela delle P IVA massacrate e non supportate?
Com’è possibile che le associazioni di categoria siano così autoreferenziali da non TUTELARE più le categorie che rappresentano?

Come abbiamo potuto lasciare questa piazza a gruppi di dx che altro non fanno che strumentalizzare il dolore di molte persone che stanno perdendo tutto?

Questo DPCM COLPISCE solo alcune categorie, in modo gratuito , il senso di responsabilità che si percepisce dietro a questi annunci televisivi è INESISTENTE, e la dimostrazione insindacabile della pochezza dei contenuti è data dal fatto che alla destra del CONTE segga un ex GF 1,Tutor, bodyguard, dama di compagnia, Esimio Sig. Casalino.
Hanno avuto 4 mesi per organizzare aree apposite , prendere soldi del RECOVERI, del MES , per assumere medici, , impostare una rete organizzativa efficiente, creare ospedali SOLO per COVID ed altri COVID FREE, utilizzare strutture come alberghi (vuoti) per creare zone protette che permettano ai milioni di malati NON Covid di avere le CURE che invece gli saranno NEGATE come nella prima ondata di questo insulso virus.
Invece non è successo nulla, non è stato prevenuto nulla di ciò che ci sta capitando ora e di ciò che ancora dovremo passare, anzi, abbiamo visto Ministri spendere milioni per acquistare dei BANCHI dimostrando di essere totalmente allo sbando.

E’ assurdo che ieri sera sia sceso in piazza il popolo incitato dalla destra estrema, e che la sinistra sta a casa a guardare NETFLIX.
Due sconfitte in una.

Ho sentito tante persone (perlopiù dipendenti pubblici, o di grandi aziende che non rischiano di chiudere) esser quasi lieti per l’avvento del prossimo lockdown, pronti a scherzare sul lievito e le ricette da inventare, persone che sostengono che un ristorante, che magari paga affitti alti per avere una buona posizione, sia giusto che CHIUDA poiché non attività fondamentale.
Ho letto post ASSURDI sul fatto che i commercianti dichiarassero poco fatturato ed ora dicano di guadagnare più di 600 euro al mese.
Ma è possibile NON AVERE ALCUNA EMPATIA se ci si trova in una situazione privilegiata?

Mi chiedo come sia possibile che la destra PER PRIMA si sia schierata con le persone che stanno fallendo e che vivono la vita VERA senza privilegi e con tutte le criticità di questo periodo.

Ma non eravamo NOI quelli della giustizia sociale?
Ma non eravamo NOI quelli delle piazze?
Quelli che sfilavano ed erano solidali nei confronti del più debole prima di tutto?
Com’è possibile che le piccole P IVA , gli artigiani, i commercianti, i professionisti, i tirocinanti, gli stagionali , gli artisti siano stati completamente dimenticati?

Il grido di dolore delle P IVA e dei precari che abbiamo visto riversati nelle strade italiane DEVE essere ascoltato dalla politica e da tutti noi, NON dev’essere oscurato dalle assurde violenze che si sono verificate nelle piazze di ieri, anzi dovrebbero essere valorizzate in un contesto più appropriato e meritevole che la sinistra storicamente rappresentava ed il cui ruolo dovrebbe rivendicare nuovamente!

La cosa peggiore è che gli italiani sono stati divisi in due FAZIONI, i TUTELATI ed i NON TUTELATI, credo che i primi abbiano il dovere di rendersi conto e cercare di aiutare i secondi, la sinistra , quella di cui mi parlava mia madre da piccola aveva questo ruolo, ma stasera ed in molte occasioni non lo ha più dimostrato; è colpevole questo poltrire, ieri sera in piazza avremmo dovuto esserci noi,  con categorie e fasce più deboli, uniti con simboli di partito e di categorie, in questo modo ovviamente non ci sarebbero stati neppure i disordini che abbiamo visto.

Invece abbiamo perso un’altra OCCASIONE per non lasciare strumentalizzare a forze estremiste e molto lontane dalla nostra etica una protesta ragionevole, ma soprattutto perso un’altra occasione per FARE LA COSA GIUSTA e far sentire un fremito della nostra esistenza.

Lucrezia Eleonora Bono

Arrestati i teppisti, litigavano per il bottino razziato da Gucci

Il questore di Torino De Matteis li ha chiamati “professionisti del disordine”.

Tra i dieci provocatori arrestati per i disordini di ieri anche gli autori della spaccata alla vetrina di Gucci. Sono stati presi dalla Polizia  mentre stavano litigando per spartirsi il ricco bottino di borse firmate. La sindaca Chiara Appendino questa mattina si è recata a far visita ai commercianti danneggiati dai delinquenti infiltratisi proprio nella manifestazione che aveva lo scopo di difendere il commercio.