La salute psicologica imbavagliata: un grave problema negato dal primo lockdown

Mercoledì 18 novembre il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi è sceso in piazza, a Montecitorio, indossando un bavaglio rosso in segno di protesta.

Un gesto per sottolineare come, in questi mesi di emergenza sanitaria, le numerose proposte attuabili di intervento psicologico alla popolazione non siano state prese in considerazione.

La pandemia ha generato un marcato incremento dei disturbi psicologici e ha inficiato negativamente sulla salute mentale delle persone che stavano già seguendo un percorso psicoterapeutico per altri motivi.

Il dato è allarmante: si stima che il primo lockdown abbia causato disturbi psicologici nel 65% degli Italiani (fonte www.rainews.it).

Di recente sono stata nel pronto soccorso di un ospedale e il medico che mi stava visitando, ad un certo punto, ha sbattuto la cartella clinica davanti a me iniziando a mostrare segnali di un inizio di esaurimento nervoso. Quando ho mostrato empatia nei suoi confronti mi ha detto: “Ci stanno facendo morire qua dentro”.

E come lui tanti altri operatori sanitari avrebbero bisogno, ora come non mai, di un sostegno psicologico.

Durante le mie visite in ospedale ho incontrato poi, in una sala d’attesa, una signora di una certa età che mi ha espresso la sua paura per essersi recata lì per fare la sua terapia dicendomi: “Qui c’è il Covid, rischiamo di morire?”.

La paura ormai è radicata ed è fuori controllo soprattutto nei soggetti più a rischio: come si può non comprendere l’importanza degli interventi psicologici in uno scenario come questo?

In tutto questo, non dobbiamo poi dimenticarci della categoria più fragile di tutte, perchè priva di strumenti psicologici adeguati data la giovane età: i bambini.

Sono una psicologa e attualmente sto lavorando come maestra in una scuola materna e quando i miei nuovi alunni mi hanno mostrato i disegni che tenevano raccolti nelle loro cartelline non ho potuto mettere da parte l’occhio clinico.

Mi sono ritrovata davanti a me tantissimi disegni di mostri: c’era anche il mostro arcobaleno!

Come si può pensare che tutto questo non abbia degli effetti sulla loro psiche così delicata? Chi dovrebbe contenere tutte le loro angosce dal momento che anche gli adulti sono allo stesso tempo spaventati?

Siamo tantissimi psicologi in tutta Italia, uno strumento prezioso di questi tempi, eppure nessuno ci tiene davvero in considerazione: come se la salute psicologica possa essere un optional e non un bisogno fondamentale.

Vorrei ricordare che non esiste vera salute se si cura il corpo ma si trascura la mente.

Sono diventata psicologa due anni fa e sono attualmente iscritta all’Ordine degli Psicologi del Piemonte: vorrei mettere a disposizione le mie competenze, anche su base volontaria, per supportare psicologicamente la comunità in questo delicato momento.

Chissà se qualcuno là fuori capirà di avere tra le mani la possibilità di aiutare il proprio Paese grazie alle risorse presenti sul territorio che da mesi ormai vengono soltanto “imbavagliate” e inascoltate.

Spero che il giorno in cui tutto questo nostro clamore verrà capito, non sarà ormai troppo tardi per contenerne i danni.

Dott.ssa Irene Cane, Psicologa

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