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Maltempo, un morto in Valsesia e un disperso nel Cuneese La Regione chiede lo stato di emergenza

Aggiornamento:  una vittima in Valsesia e un disperso nel Cuneese. Mattarella chiama Cirio: “Sono vicino al Piemonte”. Il Presidente della Regione chiede lo stato d’emergenza

29 dispersi, interi paesi isolati, case e strade devastate. È una situazione estremamente critica quella che si è venuta a creare nella notte in molte zone del Piemonte in seguito alle forti piogge che si sono abbattute sulla regione a partire dal pomeriggio di ieri, provocando esondazioni, frane, allagamenti e ingenti danni a edifici e infrastrutture.

Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio sottolinea la preoccupazione per i dispersi, di cui sono ancora in corso le ricerche, e per gli enormi danni al territorio che i sindaci delle aree più colpite – con i quali è in contatto da stanotte – descrivono in alcuni casi peggiori del ‘94.
Il Presidente stamattina ha sentito il capo dipartimento della Protezione Civile Borrelli e si è confrontato con il Governatore ligure, insieme chiederanno lo stato d’emergenza.
Tutta la Giunta è operativa in questo momento sul territorio e gli Assessori stanno monitorando e presidiando fisicamente le aree più colpite.

L’Assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte si è recato questa mattina in alcune zone del Tanaro e ha parlato di situazione disastrosa. Ha poi sottolineato come desti preoccupazione il Sesia, la cui piena sta passando ora, senza contare tutti i danni, le frane, le strade allagate, i borghi isolati.

I danni maggiori si sono registrati nel bacino del Toce, del Tanaro, nel Biellese e nel bacino della Sesia, con frane, allagamenti e cadute di alberi. Il Tanaro, nel tratto da Ponte Nava a Ceva è esondato in diversi punti. Evacuate famiglie a Limone, Vernante, Priola e Garessio. In quest’ultimo comune una borgata è rimasta isolata.
Sempre nel Cuneese, tra Mombasiglio e Lisio l’Sp 34 è completamente erosa dall’azione dell’acqua. In quest’ultimo comune una borgata è rimasta isolata.

In Valsesia, alcuni ponti tra Gattinara e Romagnano e nella zona di Borgosesia non sono percorrribili. Nel Vercellese, l’Sp 9, all’altezza del comune di Cravagliana, un torrente ha eroso 500 metri di strada. Chiusa la tangenziale nord di Vercelli. A Borgosesia, un quartiere isolato.

Al momento, si registrano 10 dispersi nel Cuneese, su cui si stanno facendo verifiche tra il versante italiano e quello francese. Un altro disperso si registra nel Vercellese, nel comune di Varallo Sesia, sull’Sp 105, caduto con la sua auto nel Sesia.

In allerta le dighe Ceppi Morelli (Vco), Sessera (Bi) e Gurzia (To). In preallerta quelle di Piastra (Cn), San Nicolao (Bi), Rinasco (Vc) Melezet e Vistrorio (To).

Le forti piogge della notte hanno determinato la disalimentazione di 55.000 utenze elettriche, di cui 11.599 nel Cuneese; 14.200 nel Novarese; 14.000 nel Vco, 6.700 nel Vercellese e 4.500 nel Biellese. Gli operatori sono al lavoro per il ripristino del servizio.

Al lavoro per fare fronte alla situazione 249 volontari, di cui 174 del Coordinamento regionale di Protezione civile, 72 del Corpo Antincendi Boschivi, 3 dell’Ana.

Tutta la Protezione civile è sul territorio. Il coordinamento territoriale del volontariatoo di Asti e Alessandria si sta recando nel Cuneese per rafforzare i soccorsi e la sala operativa di corso Marche 79 a Torino resterà operativa h. 24 fino al termine dell’emergenza

Babilonia stradale. Vita dura per pedoni e automobilisti

Questo è uno di quegli articoli che scrivi più da cittadino che da giornalista. E’ il risultato  anche solo di una mattinata in giro per questa meravigliosa città in preda alle non-regole e alla confusione totale che ultimamente  domina in fatto di strade e viabilità

Biciclette e monopattini sui marciapiedi, in contromano, parcheggiati in diagonale, ammassati in gruppo e oramai praticamente barriera architettonica.

Quando usciamo di casa dobbiamo ricordarci, oltre alla mascherina, di varcare con molta cautela la soglia del portone perché un velocipede potrebbe travolgerci senza pietà, senza rispetto e purtroppo senza nessuno controllo e sanzione. Oltre all’impunità totale c’è anche la beffa: facce soddisfatte e persino divertite di sfrecciare irriverentemente.

Non voglio fare il solito discorso, degno di una mentalità un po’ arrugginita, e cioè “ai miei tempi queste cose non succedevano”, però è abbastanza aderente alla realtà. Ho abitato per quasi tutta la vita a Roma, Caput Mundi e Santa Patrona degli scooter, ho vissuto in Medioriente dove il traffico è spesso in autogestione e indisciplinato, ma non mi sono mai dovuta preoccupare così tanto di poter soccombere senza prodezza in ogni angolo delle nostrestrade e marciapiedi all’ombra della Mole. Esatto perché ad ogni cantone delle nostre vie potrebbe arrivare a tutta velocità uno di questi “mezzi ecologici” ed investirci, e nessuno osa mettere in discussione il nobile proposito riguardo la salvaguardia dell’ambiente. Al nostro muoverci per la città si è aggiunto il toto-incidente, sarò investita oggi? Da una bici o da un monopattino?

Anche da automobilisti non ce la passiamo meglio, le biciclette possono viaggiare in contromano. E’ vero che bisognerebbe utilizzare l’auto con più responsabilità, andare più piano, prestare più attenzione e dare precedenza ai mezzi più “fragili”, ma così non è proprio possibile. Siamo così sicuri, con questa nuova e improvvisata “concessione”, di poter stabilire sempre le responsabilità in caso di incidente? I ciclisti portano tutti il casco? Sono sempre disciplinati o lo status di mezzo più “debole” gli fa credere di potersi buttare in mezzo alla strada senza prudenza?Rispettavano i 30 km orari?

E’ vero che questa norma è oramai vigente in altri paesi come Belgio, Regno Unito e Olanda, ma non so se noi siamo ancora preparati a questa nuova “libertà”, forse sarebbe stato meglio rimandare, accordare più tempo per abituarsi, soprattutto agli anziani a cui sembrerà di stare nel bel mezzo di un lunapark. Inoltre sarebbe stato opportuno essere pronti in tutti i modi e con tutti i mezzi  a disincentivare i potenziali trasgressori e fare maggiori controlli mirati, invece il caos regna sovrano.

Dovevamo ancora risolvere problematiche come l’uso dei cellulari in auto, il pericolosissimo alcool mentre si è alla guida   invece stiamo aggiungendo rischi ad una circolazione già in crisi.

Monopattini, biciclette e hoverboard fanno parte oramai del codice della strada, ma troppo spesso sembra che questo codice non esista.

Maria La Barbera

Il rapporto tra un padre e un figlio, negli anni del terrorismo che restano lontani

Sugli schermi “Padrenostro” di Claudio Noce / Pianeta Cinema a cura di Elio Rabbione

Il film avverte immediatamente: “Tratto da una storia vera”. E allora vai alla ricerca di una cronistoria asciutta, senza mezzi (o mezzucci) ricattatori, limpida e scarna.

Non troppo cinematografata. Al contrario, tentando di colmare una infelicità non sappiamo quanto sottotraccia che si porta nella mente e nel cuore fin dall’infanzia, Claudio Noce gioca sporco nel suo Padrenostro – entrato nella quaterna dei film italiani in concorso all’ultima Mostra di Venezia – nei confronti dello spettatore mescolando troppo le carte, si inventa un’”appendice” in terra di Calabria che è più ritrovata riunione familiare tra tavolate e gite al mare che non la spinta ferma e impellente a riequilibrare tra affettività e saggezza i rapporti tra un padre e un figlio, costruisce dal nulla, tra presenze ingombranti e zeppe di luoghi comuni, uno sorta di Lucignolo o di genio della lampada, la figura del quattordicenne Christian, pronto a materializzarsi tra le strade del quartiere chic della capitale come tra i sentieri e i cortili del Sud: non preoccupandosi, il che è più grave, di chiarirci l’idee sulla necessità di considerare il riccioluto, allegro, sfrontato e tremendamente libero ragazzino come una celestiale apparizione, come l’amico immaginario dei giochi e delle confidenze o come il realissimo compagno, infelicemente scordato e abbandonato poco prima della parola fine.

Ritornano lungo il film alla memoria certe scene di Io non ho paura, luminose e selvagge, e la guida di Salvatores, ma il risultato era stato quanto diverso. A tratti non si sa bene che strada imboccare, e allora, oltre a non chiarire, ci si affida a stucchevoli ralenti, a una colonna sonora che troppo stride nel corso della vicenda (De Gregori con il suo Buonanotte fiorellino ad accompagnare la scena dell’attentato), intermezzi e riempitivi (una insopportabile partita a pallone, superflua e lunga anche se è la molla che fa scattare il tarlo della gelosia) che dovrebbero incrociare benauguratamente un paio di forbici. Senza fare i conti con l’anagrafe e ricordare che il regista al tempo dei fatti narrati non aveva che un paio d’anni e che le sensazioni e i traumi sono ricadute su questo biondo ragazzino: e allora di quella “storia vera” intimamente affrontata, quanto resta?

Sono gli anni Settanta arrivati alla loro metà, sono gli anni anche della paura e del terrorismo, dei mitra che falciano e delle ruote che sgommano nella fuga, dei cadaveri lasciati a terra e del bianco dei gessi a delinearne le sagome. La storia è quella di Valerio, dieci anni circa, che per il nonno è “il tedesco” visti quei capelli biondi che si porta in testa, un buon carico di solitudine, una passione per il calcio, per cui ricevere un pallone autografato da Chinaglia è il dono più bello. Una madre, una sorellina (che è Lea Favino), un padre che è vicequestore, responsabile dei servizi di sicurezza per il Lazio, che il lavoro allontana spesso da casa: che un brutto giorno, era il 14 dicembre 1976, subisce un attentato da parte dei Nuclei armati proletari proprio davanti all’abitazione, restandone gravemente ferito (si salverà e a lui è dedicato il film) mentre rimangono uccisi l’autista e un terrorista. Valerio, non visto, assiste all’azione e la sua vita in qualche modo muta. Le premesse queste, lodevolissime, lo studio sulla ripercussione di quell’azione nella mente di un ragazzino che vede il padre caricato su un auto e sparire per mesi, senza che nessuno gliene dia una spiegazione. Sarebbe stato necessario entrare dentro ad una psicologia di un’esistenza fragile, freddamente e umanamente allo stesso tempo, caricata di oneri difficili a sopportare, una debolezza che tenta di crescere ma che con sincera necessità si crea dei microcosmi (il gioco, l’amico, gli angoli della casa e della tranquillità) che non sono altro che innocui diversivi. Non sempre innocui, come la presenza di Christian, che si spartisce in amico e nemico una volta tornato a casa il vicequestore guarito e nuovamente disposto a riprendere il proprio lavoro, pronta a imporsi, forse inconsapevolmente, ma agli occhi di Valerio di un modo colpevole, tanto che non mancherà una bella spinta in acqua con il chiaro intendimento di una definitiva sparizione. Tutto, nelle intenzioni del regista, guardando al personale, tenendo al di fuori la Storia, gli anni di piombo passando accanto quasi senza rumore, alla fine ci saranno un ritaglio di giornale e una fotografia ingiallita a spiegare poco o nulla.

 

I dialoghi cadono troppe volte nel didascalico, le situazioni peccano di già visto in altri film che ci hanno descritto quel periodo nero, l’interpretazione di Pierfrancesco Favino (e chiaramente con lui la sceneggiatura soprattutto del regista e di Enrico Audenino), massiccio, con espressioni che ormai gli conosciamo, non riesce a mettere a fuoco nel modo migliore le tante tessere che fotografano la presenza e l’assenza, il bisogno d’amore e gli abbracci infrequenti, quel rapporto che si vorrebbe sempre più concretizzare: è innegabile che da parte nostra ci poniamo la domanda perché quella Coppa Volpi, che finisce col rendere un cattivo servizio, che non rende piena giustizia a chi è stato nei mesi scorsi Buscetta e soprattutto Bettino Craxi. Ma i suoi colleghi di mezzo mondo, allora, a che livello stavano? Il non ricoprire l’intero film (non stiamo per carità misurando a metri di pellicola) ma accontentarsi di circa una metà, lo pone in una posizione di “egregio supporto”, non di puro protagonista, con la forte consapevolezza che il pur bravo Mattia Garaci sia lì a denunciare la sua inesperienza e a sopportare un peso, continuo, forse troppo pesante per sue ancora esili spalle.

Coronavirus, 279 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

28.175 PAZIENTI GUARITI E 392 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 28.175 (+59 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3460 (+5) Alessandria, 1642 (+1) Asti, 889 (+4) Biella, 2745 (+3) Cuneo, 2586 (+10) Novara, 14.309 (+25) Torino, 1324 (+11) Vercelli, 1024 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 196 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 392 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RESTANO 4166

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione,nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale rimane quindi 4166 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 683 Alessandria, 256 Asti, 209 Biella, 401 Cuneo, 379 Novara, 1840 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 36.010 (+279, di cui 212 asintomatici; dei 279: 63 screening, 169 contatti di caso, 47 con indagine in corso, 12 importati, 60 Rsa, 27 ambito scolastico, 192 popolazione generale) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4418 Alessandria, 2010 Asti, 1176 Biella, 3540 Cuneo, 3424 Novara, 17.990 Torino, 1689 Vercelli, 1225 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 301 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 236 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 21(3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3051.

I tamponi diagnostici finora processati sono 739.155 di cui 406.500 risultati negativi.

Tentata rapina in gioielleria: pistola puntata contro i titolari

Momenti di paura ieri sera per una tentata rapina alla gioielleria Pasetto in via San Quintino 6, laboratorio noto in città per gli orologi pregiati

Quattro malviventi sono entrati  nel negozio appena prima dell’orario di chiusura minacciando il titolare e suo figlio con una pistola in pugno, rivelatasi poi una scacciacani. I negozianti hanno tentato di fare uscire i rapinatori e  hanno dato l’allarme. Tre dei malviventi, italiani, sono scappati ma il quarto è stato arrestato dalle pattuglie della polizia all’interno dell’oreficeria.

Il sale: alleato o nemico?

MANGIARE CHIARO / Il sale. Quanto consumarne? Perché fa male? È arrivato il momento di fare un piccolo spiegone. 

Chiariamo subito una cosa: un deficit di sodio da ridotto apporto alimentare in condizioni fisiologiche non può verificarsi. Anche una tossicità acuta da eccesso di sodio è altamente improbabile. 
Tuttavia, l’abuso alimentare di sodio tende a favorire un aumento del volume dei fluidi extracellulari e di conseguenza un aumento della pressione arteriosa.
La recente Linea Guida OMS definisce un valore < 2000 mg /die pari a < 5 g di sale al giorno e precisa che questa raccomandazione si applica a tutti gli individui adulti, ad eccezione di chi rientra in particolari stati patologici (WHO, 2012).

PERCHÈ FA MALE?
Un abuso di sale protratto nel tempo può portare a determinati rischi per la salute. Oltre alla classica ipertensione arteriosa, studi recenti hanno correlato all’abuso di sale anche un maggior rischio di insorgenza di tumore gastrico.
Purtroppo, noi italiani non ce la caviamo molto bene: da un’indagine condotta su 3921 soggetti adulti* emerge che solo il 5% degli uomini e il 15% delle donne presenta un consumo di sodio inferiore a 5g al giorno.

DOVE SI TROVA IL SODIO?
In natura, gli alimenti più poveri di sodio sono la frutta, le verdure, gli oli e i cereali. Il loro contenuto varia da tracce a circa 20 mg/100 g, con l’eccezione di alcuni ortaggi (carote, sedano, ravanelli, carciofi) che ne contengono quantità più elevate (fino a 140 mg/100 g).
La carne e i prodotti della pesca ne contengono naturalmente da 40 a 120 mg/100 g, con l’eccezione di alcuni molluschi come cozze e ostriche (rispettivamente circa 300 e 500 mg/100 g).
Il latte intero ne contiene circa 50 mg/100 g.
Il contenuto di sodio negli alimenti trasformati varia. Per es. circa 1800 mg/100 g nel pecorino e 2000 mg/100 g nel prosciutto crudo e fino a 700 mg/100g in molti piatti pronti surgelati.
Attenzione ai dadi da brodo contenenti glutammato e alla salsa di soia: sono pieni di sodio!

COSA VI CONSIGLIO?
Di leggere sempre le etichette, che sono un ottimo strumento per districarvi nella giungla dei negozi/supermercati.
Per legge, se trovate scritto “a tenore ridotto di sodio” la concentrazione di sodio dovrebbe** essere inferiore a 120 mg/100 g, “a tenore molto basso di sodio” se il sodio è < 40 mg/100 g e “a tenore bassissimo di sodio” per sodio < 5 mg/100 g.
E per quanto riguarda le diverse tipologie di sale? Il sale è sale, a prescindere dal colore, dalla provenienza, e soprattutto dal costo. Va ridotto e basta.

Fonti: 
*indagine MINISAL-GIRCSI
**Regolamento CE, 2006
“Linee guida per una sana alimentazione”, Crea, 2019.

Vittoria Roscigno

Vittoria Roscigno, classe 1995, laureata con lode in Dietistica presso l’Università degli studi di Torino e con il massimo dei voti nella Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli studi di Firenze. Ha conseguito i titoli di “Esperta in nutrizione sportiva” e “Nutrition expert” mediante due corsi annuali e sta attualmente frequentando un Master di II livello in Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Università degli studi di Pavia. Lavora in qualità di dietista presso le strutture Humanitas Gradenigo e Humanitas Cellini, oltre a svolgere attività di libera professione a Torino.

  • “Che la scienza e la buona forchetta siano sempre con te”.
    Sito: vittoriaroscigno.it
    Instagram: @dietistavittoriaroscigno
    Facebook: Dott.ssa Vittoria Roscigno – Dietista

Prevostura VirtualRace, domenica si comincia

Domenica si comincia. Domenica doveva essere il giorno della Granfondo Prevostura Mtb, l’appuntamento che a Lessona (BI) attendono sempre con grande passione.

Anche se ufficialmente la gara non ci sarà (troppe le difficoltà organizzative del momento legate ai protocolli sanitari), la Prevostura vivrà grazie alla sua edizione Virtual Race. Il regolamento è estremamente semplice: dal 4 ottobre fino all’1 novembre, ogni appassionato di mountain bike potrà affrontare il nuovo percorso della GF Prevostura, che doveva essere inaugurato ufficialmente in occasione della sua 22esima edizione, lungo 45 km, registrandosi sulla app Strava per riportare i tempi di percorrenza. La prova potrà essere fatta più e più volte nel periodo tempo, naturalmente verrà tenuta in considerazione la migliore prestazione ottenuta.
La partecipazione alla Prevostura Virtual Race è completamente gratuita, è un modo per tenere viva l’attenzione su una delle Granfondo storiche del panorama piemontese e non solo, ma nonostante questo gli organizzatori stanno predisponendo una serie di premi legati alla graduatoria finale che verranno spediti successivamente per posta, quando questa sarà ufficializzata nei giorni successivi alla chiusura del periodo di gara. Il tracciato di gara sarà ripetutamente monitorato dai responsabili dell’Mtb Lessona, ma naturalmente ogni biker dovrà affidarsi esclusivamente al proprio senso dell’orientamento e alla traccia fornita dall’app. Fondamentale sarà avere con sé sempre un cellulare di riferimento, oltre ad adeguato rifornimento idrico e solido.
Gli organizzatori si attendono un gran numero di tentativi, affrontati con spirito di puro divertimento, senza l’assillo agonistico, apprezzando ancor di più la bellezza di un tracciato e soprattutto di luoghi attraversati dove si è fatta la storia della Mtb italiana. Poi si comincerà a pensare alla Granfondo Prevostura 2021, quella vera…
Per informazioni: Amici Mtb Lessona, tel. 340.1516377 e 334.1342662, www.laprevosturamtb.it, mail mtblessona@libero.it

Welfare State o Welfare Society?

5 ottobre 2020 – Ore 18:00 Polo del ‘900, Sala didattica, Via del Carmine 14, Torino

Dopo la presentazione del monumentale lavoro del prof. Ciravegna sulla Dottrina Sociale della Chiesa, la Fondazione Donat-Cattin ha avviato un percorso di approfondimento con un programma di seminari tematici. I primi due seminari, “Lavoro e Impresa” “Famiglia e Società”, si sono tenuti rispettivamente il 13 gennaio ed il 13 febbraio scorsi. Il prossimo appuntamento, lunedì 5 ottobre, è dedicato al tema dello Stato Sociale. Gli appuntamenti successivi saranno dedicati a “Ambiente umano e ambiente naturale” ed a “L’azione politica per il bene comune”.

Evento gratuito con prenotazione obbligatoria al seguente link:
https://polodel900.secure.force.com/eventi?IdEvt=a0C1t00000BZdPr

“Una storia di mani” con la Lega del Filo d’Oro

In occasione del “Giorno del dono” (4 ottobre) – riconosciuto dalla Repubblica italiana per offrire ai cittadini l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del contributo che le scelte e le attività donative possono recare alla crescita della società – riparte la Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Una storia di mani” della Lega del Filo d’Oro, il cui obiettivo principale per l’edizione 2020 è il completamento e l’allestimento degli ambienti dedicati alle attività fisioterapiche e idroterapiche del nuovo Centro Nazionale.

Grazie ad un piccolo gesto di generosità si potrà contribuire alla realizzazione di 2 piscine e 4 palestre, che sono di fondamentale importanza per il percorso riabilitativo personalizzato di chi non vede e non sente.

Le persone con disabilità multiple vivono una condizione caratterizzata da limitate possibilità di movimento e di esplorazione dello spazio, per questa ragione l’attività motoria, in acqua e non, gioca un ruolo importantissimo nella loro stimolazione e rappresenta uno strumento fondamentale per aiutarle a migliorare le proprie abilità in termini di equilibrio e di coordinazione, agevolandone l’orientamento, la mobilità e l’autonomia.

Fino al 31 dicembre 2020 tutti possono sostenere la Campagna “Una storia di mani” attraverso un sms o chiamata da rete fissa al numero solidale 45514.

Inoltre, schierati nuovamente insieme al fianco della Lega del Filo d’Oro per supportare la Campagna “Una storia di mani”, ci sono i testimonial storici Renzo Arbore e Neri Marcorè che ormai sanno bene quanto le mani, per le persone sordocieche, rappresentino un prezioso strumento che permette loro di conoscere e di comunicare con il mondo che le circonda. Così come lo sanno gli operatori della “Lega”, che grazie al senso del tatto riescono a mettersi in relazione con loro per educarle alla massima autonomia possibile.

La moda balcanica sfila alla Torino Fashion week

L’organizzazione Dress for Success Serbia, in collaborazione con l’organizzazione non governativa tedesca Help-Hilfe zur Selbsthilfe, parteciperà per la prima volta alla Torino Fashion Week che si terrà dal 3 al 9 ottobre

 

Il 4 ottobre sfilerà IDOL Collection ovvero 40 designer tra i quali Ambra Dodaj dall’Albania, HAAD Fashion by Adnan Hajrulahovic da Bosnia ed Erzegovina, Berna Saraci dal Kosovo, Merisa Mehmedovic dal Montenegro e, dalla Serbia, Blackbirdfield by Dragan Smiljanic, Ivana Vorguca, Marija Handmade, Morfium by Jelena Malesevic, Zvonko Markovic  Couture, Nikola Velickovic. Gli stilisti presenteranno la storia e le tradizione dei Balcani attraverso i diversi paesi: Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania, Kosovo, Macedonia e Croazia. I protagonisti sono designer, brand e gruppi socialmente sensibili come donne, giovani, minoranze nazionali, rimpatriati, persone con disabilità e detenuti. In questo senso la Torino Fashion Week avrà un ruolo chiave per la Serbia e per i Balcani perché per la prima volta verranno presentate collezioni provenienti da diversi contesti sociali con lo scopo di supportare e promuovere una moda balcanica sostenibile.

Help-Hilfe zur Selbsthilfe è un’organizzazione internazionale tedesca con sede a Bonn che assiste e aiuta le persone in difficoltà. È stata fondata nel 1981 e ad oggi supporta persone bisognose in 23 paesi al fine di migliorare le loro condizioni di vita.

Dress for Success Belgrado-Serbia fa parte dell’organizzazione internazionale Dress for Success World Wide fondata nel 1997. Da allora ha sostenuto più di un milione di donne in tutto il mondo con l’obiettivo di responsabilizzare e sostenere coloro che provengono da gruppi economicamente e socialmente vulnerabili in modo che possano raggiungere l’indipendenza economica e l’uguaglianza attraverso il lavoro nel settore moda.

Claudio Azzolini, founder della Torino Fashion Week, sottolinea: “Dopo Italia, mondo islamico, Africa e Cina, l’edizione 2020 della Torino Fashion Week sceglie i Balcani a conferma della vocazione internazionale dell’evento. Come sempre si tratta di stilisti emergenti, ma alcuni già conosciuti e affermati nei loro paesi. L’idea di supportare le donne in difficoltà e offrire loro l’opportunità di far conoscere le proprie creazioni attraverso la TFW è per me fonte di orgoglio. Solo facendo rete possiamo sensibilizzare i diversi paesi e fornire un aiuto concreto attraverso il comparto moda”.

 

Le novità dell’edizione 2020 della Torino Fashion Week non sono finite. Sfilate in streaming presso Rinascente Torino Via Lagrange, talk on line con prestigiosi speakers internazionali del settore moda, 4 giorni di B2B (5-8 ottobre), e-commerce per i fashion designers e un’importante partnership con CBI Camera Buyer Italia: la quinta edizione della Torino Fashion Week si trasforma in digital grazie ad una Web APP innovativa che propone i diversi incontri e connette i protagonisti dell’evento, i buyers e i viewers in ogni parte del mondo. Con Torino Fashion Week 2020 nasce quindi un HUB della moda emergente e si delinea il nuovo futuro del fashion show.

L’evento digital sarà in live streaming dal 3 al 9 ottobre dalle ore 21 e garantirà la spettacolarizzazione della moda grazie alle sfilate che si terranno a porte chiuse presso Rinascente Torino e che avranno per protagonisti i fashion designer torinesi, italiani e internazionali.

Il 9 ottobre alle ore 21 verrà invece consegnato il Torino Fashion Week Award by Rinascente, CNA Federmoda, Banca Cooperativa di Cherasco BCC. Special guest della serata conclusiva sarà Gerardo Orlando, che dopo aver lavorato per Mario Valentino, Romeo Gigli e Ferragamo ha fondato l’omonimo brand affermato in Cina e in Europa e presente in diverse Fashion Week internazionali. Sempre il 9 ottobre gli store torinesi Mondo e Hangover selezioneranno designer emergenti che potranno esporre all’interno dei loro prestigiosi showroom rispettivamente per 1 mese e per 2 mesi. Per la moda inclusiva sfileranno invece le borse create dagli studenti dell’Accademia Italiana di Moda e Couture di Torino per U.I.L.D.M. (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare): bags raffinate e pratiche pensate per donne e uomini con difficoltà motorie.

Grazie all’APP i viewers – ovvero il pubblico, i buyers e gli operatori del settore – potranno seguire sia le sfilate sia la consegna del premio, entrare virtualmente nel backstage e conoscere gli stilisti emergenti, i designer internazionali e i marchi di nicchia attraverso le interviste.

Nuova, veloce e facile da utilizzare, la Web APP include una ricca sezione e-commerce in cui i consumatori avranno la possibilità di acquistare online i capi dei fashion designers emergenti, mentre i buyers e i rivenditori potranno ordinare gli outfit della nuova stagione ed avranno tutta una serie di servizi dedicati.

Naturalmente non mancherà l’anima business del format che garantirà 4 giorni di webinar destinati alle PMI, alle start up e agli imprenditori del settore tessile e fashion e una serie di incontri internazionali online dedicati al B2B e organizzati tramite la piattaforma b2match.

Come ogni anno si terrà infatti il Torino Fashion Match (5-8 ottobre) organizzato da Unioncamere Piemonte nell’ambito della rete Enterprise Europe Network e del Sector Group Textile and Fashion di cui l’ente è partner. La rete EEN, creata dalla Commissione Europea per supportare l’attività imprenditoriale e la crescita delle imprese europee, in particolare delle PMI, si articola in circa 600 punti di contatto organizzati in consorzi dislocati in oltre 50 Paesi. A conferma del successo del B2B Torino Fashion Match, nel 2019 l’evento ha ricevuto il premio come miglior Best Practice tra tutte le attività di B2B svolte nell’ambito dei 17 Sector Groups della rete EEN. La Commissione Europea e la sua Agenzia per le Piccole e Medie Imprese lo hanno premiato per l’impatto innovativo, per la visibilità mediatica che offre alle imprese e alla rete stessa e per il potenziale di networking che genera favorendo la nascita di collaborazioni internazionali.

 

“Il Covid-19 ha segnato una metamorfosi nel sistema moda” sottolinea Claudio Azzolini founder della Torino Fashion Week, che aggiunge: “Il nuovo format segue coerentemente le sue idee primordiali e si adatta ai cambiamenti e all’innovazione per favorire un modello sostenibile nel comparto moda. Pur sperando di poter ridare in futuro una parte di show, la TFW prosegue digitalizzando l’evento e creando una piattaforma online che offrirà agli utenti l’accesso a interviste, webinars e sfilate digitali di brands emergenti che provengono da tutto il mondo. Grazie all’accordo siglato tra TModa, Unioncamere Piemonte e Camera Buyer Italia, inoltre, CBI offre il suo patrocinio ed è presente al B2B Torino Fashion Match con alcuni prestigiosi buyers per effettuare meeting sia in presenza sia virtuali. Un’opportunità unica per i partecipanti alla TFW 2020”.