ilTorinese

Evade dai domiciliari: arrestato a Porta Nuova

Durante i controlli ai passeggeri in entrata nella stazione di Porta Nuova, gli agenti della squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polfer di Torino hanno arrestato un 51enne dell’Albania, residente a Bollate, nel milanese.

Lo straniero, all’atto dell’identificazione, è risultato evaso dagli arresti domiciliari, misura cautelare emessa lo scorso agosto dal G.I.P. di Milano, per il reato di stalking, nei confronti di alcuni vicini di casa. L’uomo, gravato da numerosi precedenti penali, era già stato denunciato dai Carabinieri di Bollate (MI) per il reato di evasione, lo scorso settembre. Dalle successive indagini, è emerso che l’albanese, trovato in possesso di 790,00 euro in contanti, di cui non è stato in grado di giustificarne la provenienza, si sia recato nel capoluogo piemontese per compiere delle attività illecite. Il 51enne è stato arrestato, in attesa del giudizio per direttissima.

Smog, trasporti, rifiuti e rete idrica: la ricerca di Legambiente

Ecosistema Urbano 2020 / Ecco l’Italia delle città che tentano di pianificare trasformazioni urbane in chiave green e che qua e là raggiungono l’eccellenza

 

Trento, Mantova e Pordenone in testa alla classifica dei capoluoghi italiani per performance ambientali. Ultime in graduatoria: Pescara, Palermo e Vibo Valentia

 

Smog, trasporti, rifiuti e rete idrica: andamento lento nelle performance ambientali delle metropoli. Tra le grandi città Milano si conferma centro urbano in crescita. Premiate anche 17 Best Practices.

 

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta: “Il Piemonte rispecchia i chiaroscuri nazionali. Sulla Mobilità nei capoluoghi si è tracciato un percorso. Si vada fino in fondo”

Un’Italia a due velocità: la prima più dinamica e attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alle fonti rinnovabili, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, alla crescita degli spazi naturali. La seconda, più statica con un andamento troppo “lento” nelle performance ambientali delle metropoli soprattutto sul fronte smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica. È questa la fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2020, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, che racconta quel lento cambiamento green in atto nella Penisola. A testimoniarlo in primis le città di Trento, Mantova, Pordenone, Bolzano e Reggio Emilia in vetta alla classifica generale di Ecosistema Urbano 2020 che si basa sui dati comunali relativi al 2019, quindi ad un contesto pre-pandemia. Trento e Mantova mantengono come lo scorso anno il primo e il secondo posto in graduatoria con buone performance complessive, seguite da Pordenone che, dopo una lenta scalata, conquista il terzo posto superando così Bolzano che scende al quarto posto. Quinta la città di Reggio Emilia protagonista di una rincorsa alla top ten costante negli ultimi anni. In fondo alla graduatoria troviamo invece: Pescara (102esima), Palermo (103esima) e Vibo Valentia (104esima). Tra le grandi città, dove nel complesso si registra un andamento lento nelle performance ambientali legate soprattutto a smog, trasporti e gestione idrica, si conferma la crescita di Milano (29esima) sempre più attenta alla vivibilità urbana. A completare il quadro di Ecosistema Urbano, le 17 Best Practices premiate oggi per raccontare anche quelle esperienze virtuose in campo e che meritano di essere replicate sul territorio nazionale. Tra queste c’è Cosenza che sull’esempio di Pesaro ha realizzato la Ciclopolitana, una rete ciclabile lunga più di 30 Km che sarà ultimata entro fine 2020. Prato che vanta un complesso residenziale (il NzeB di San Giusto), un mix di alta efficienza energetica con bassi costi di costruzione, pensato per il fabbisogno di famiglie in difficoltà economiche. Benevento che punta a realizzare una rete di quasi 25 chilometri di piste ciclabili integrate con i mezzi del trasporto pubblico e ferroviario per migliorare la mobilità urbana e sviluppare il turismo.

I dati di Ecosistema Urbano sono stati presentati oggi nel corso del webinar, trasmesso in diretta streaming sulle pagine fb di Legambiente, La Nuova Ecologia e sul sito del Sole 24 ore, moderato dal giornalista Giacomo Bagnasco del Sole 24 ore, che ha visto la partecipazione di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Mirko Laurenti, Responsabile rapporto Ecosistema Urbano, Lorenzo Bono, Ambiente Italia. Tra gli altri interventi quello della ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, della vicepresidente Anci e sindaco di Torino Chiara Appendino, del sindaco di Brescia Emilio Del Bono, di Paolo Zanella, Ass. transizione ecologica, mobilità e beni comuni, Trento, del Direttore Generale ISPRA Alessandro Bratti e del Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani che si sono confrontati sul futuro delle città e sulle sfide urbane legate all’emergenza coronavirus, consapevoli che i centri urbani devono essere il fulcro della ripartenza post Covid.

A tal riguardo un altro dato interessante che emerge da Ecosistema Urbano 2020 è che la propensione al cambiamento in ambiti specifici caratterizza qua e là anche centri urbani che non sempre occupano posizioni di vertice in graduatoria come Ferrara insieme a Pordenone e Mantova per la gestione dei rifiuti, Treviso che depura tutti i suoi reflui come Bolzano e contiene lo spreco di acqua come Pordenone e Trento. C’è poi chi mette al centro del proprio agire l’aumento dello spazio urbano dedicato alle bici come Reggio Emilia o Mantova.

“L’Europa – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente –  ha destinato al nostro Paese 209 miliardi di euro, una cifra molto importante che non potrà non riguardare le aree urbane, utili anche per il raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese. I dati contenuti in questa edizione di Ecosistema Urbano, relativi al 2019 e quindi ad una situazione pre-pandemia, ne sono la testimonianza più evidente.  L’Italia non può mancare questa occasione irripetibile per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure. Dopo decenni di discussioni, analisi dei problemi e definizione della loro soluzione come abbiamo fatto con questo rapporto annuale, ora abbiamo la possibilità di risolverne una gran parte grazie alle risorse europee. Le soluzioni da adottare le ritroviamo a macchia di leopardo in diversi capoluoghi di provincia. Noi col Rapporto Ecosistema Urbano le raccontiamo annualmente per rendere merito agli amministratori più smart e coraggiosi e farle copiare da quelli meno innovativi e temerari, perché le buone idee non hanno copyright”.

“Il Piemonte rispecchia i chiaroscuri nazionali – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – con due capoluoghi in top ten (Biella e Verbania) e uno alla 15esima posizione generale (Cuneo). Decisamente male le altre città regionali ed Aosta, con Novara alla 42esima posizione e le altre tutte oltre la metà classifica. Pessima la situazione di Torino (80esima) e Alessandria (addirittura 93esima). Pesano senza dubbio una pessima qualità dell’aria ed una raccolta differenziata in entrambi i casi sotto il 50%. Negli ultimi mesi si è molto investito su ciclabilità e mobilità alternativa, tanto da fare del capoluogo regionale una città riferimento a livello nazionale e da rientrare (insieme a Milano) nelle 17 best practices individuate in Ecosistema Urbano con la sharing mobility. Si è tracciato un percorso. È necessario andare fino in fondo, con decisione e determinazione”.

Classifica generale: Trento, prima in classifica, migliora i valori medi complessivi sia per quel che concerne il biossido di azoto (NO2) che per le Pm10. Cresce la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato: Trento sfiora l’83% nel 2019, era poco sopra l’81% nel 2018, e si conferma tra le città migliori in questo parametro (è sesta). A completare il quadro c’è il decrescere dei rifiuti prodotti che calano dai 465 chili per abitante/anno dell’anno passato, agli attuali 462. Crescono i passeggeri trasportati dal servizio di TPL (da 185 viaggi per abitante annui del 2018 ai 190 del 2019), ma cala lo spazio destinato alle infrastrutture dedicate alla ciclabilità. Si registra un costante miglioramento del capoluogo trentino nell’indice dedicato al consumo di suolo che si ferma a 8,20/10 (lo scorso anno era a 7,40/10, due anni fa a 6,25) e lascia Trento appena fuori dalla top ten: è undicesima. Anche Mantova, capoluogo lombardo, mantiene buone performances. Scendono di poco i consumi idrici, peggiorano le perdite della rete, che però rimangono appena al di sopra del 15%, settimo capoluogo assoluto in questo indice. Sale la produzione totale di rifiuti (da 513 Kg pro capite all’anno, a 531 quest’anno), ma continua a crescere la raccolta differenziata dove Mantova è la terza assoluta (dopo Ferrara e Pordenone), con una percentuale di 85,6% di differenziata.

Pordenone, terza in classifica, quarta lo scorso anno e sesta due anni fa, deve il raggiungimento del podio a un miglioramento generale visibile già negli indici legati all’inquinamento atmosferico dove abbatte le concentrazioni dell’NO2, peggiora di poco, rimanendo comunque nei limiti, per le polveri sottili e addirittura quasi dimezza i giorni di superamento dell’ozono rispetto all’anno precedente. Si registrano quasi ovunque lievi miglioramenti come nei consumi idrici (da 168 a 162 litri per abitanti al giorno da un anno all’altro), o nelle perdite della rete idrica dove la città friulana è quella che spreca meno in assoluto: solo l’11,3% dell’acqua immessa in rete non arriva ai rubinetti. Bene la raccolta differenziata dei rifiuti, Pordenone è la seconda assoluta con l’86,1%, dietro solo a Ferrara, nel consumo di suolo il capoluogo friulano quasi raddoppia il suo indice rispetto all’anno passato: da 3,95 su 10 all’attuale 6/10. Unica nota negativa, il lieve calo dei passeggeri trasportati dal servizio di TPL (che scendono dai 62 del 2018 agli attuali 58 viaggi per abitante all’anno) o alla produzione di rifiuti dove si passa dai 514 chili pro capite dell’anno dello scorso anno agli attuali 521.

Anche Bolzano, quarta, e Reggio Emilia, quinta, confermano buone performance ambientali. La prima mantiene, ad esempio, una buona qualità dell’aria con tutti e tre gli indici entro i limiti, ma peggiorando lievemente nei giorni di superamento dei limiti per l’ozono. Sale di poco la percentuale di acque disperse dalla rete (poco più del 31% nel 2018, poco oltre il 32% quest’anno), ma scendono i consumi idrici. Cresce ancora il monte rifiuti prodotti (512 kg/abitanti/anno nel 2018, 524 quest’anno), ma aumenta la raccolta differenziata che si attesta al 67%. Migliora di pochissimo anche nell’indice del consumo di suolo che vede Bolzano tra le migliori in assoluto: è sesta con 9,40 su 10 (era a 9,35 l’anno passato).

Reggio Emilia ha buoni numeri dei tre indici legati all’inquinamento atmosferico, stabili i consumi idrici e le energie rinnovabili. Peggiora nel totale dell’acqua potabile dispersa (era poco sotto il 22% lo scorso anno, sale al 25,2% quest’anno) e nel monte di rifiuti prodotti che cresce dai 695 chili pro capite all’anno, agli attuali 699. Migliora però in quasi tutto il resto: cresce la raccolta differenziata che oltrepassa l’80% (82,9%) e fa del capoluogo reggiano la quinta assoluta nell’indice; salgono i passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico (dagli 87 viaggi per abitante all’anno dell’anno scorso agli attuali 100); aumenta lo spazio per i pedoni e quello dedicato alla ciclabilità dove Reggio Emilia si conferma di gran lunga la migliore in assoluto. Da segnalare però l’arretramento del capoluogo emiliano-romagnolo nell’indice che misura il consumo di suolo, dove scende da 7,05 su 10 dello scorso anno, a 6/10 quest’anno.

Non può mancare uno sguardo alle grandi città. Nella classifica generale di Ecosistema Urbano 2020 in ripresa Torino 80 esima in graduatoria (lo scorso anno era 88esima) e Bari 84esima (lo scorso anno era 87esima), lieve calo in graduatoria invece per Bologna 16esima (lo scorso anno era 13esima) e Venezia 27esima (lo scorso anno era 16esima). In generale i grandi centri faticano a dare risposte alle criticità che le attanagliano. A confermarlo i numeri sempre più elevati delle concentrazioni di biossido di azoto o dei giorni di superamento dei limiti dell’ozono a Torino, il crescente numero di auto circolanti per Torino e Roma (Torino a 64 auto ogni 100 abitanti, Roma a 62) e l’immobilismo nei numeri del trasporto pubblico ancora a Roma. L’imbarazzante 19,2% della raccolta differenziata a Palermo o il 36,2% fatto registrare da Napoli (il 35% era l’obiettivo normativo da raggiungere nel 2006), oppure il 3,60 su 10 che Venezia raggiunge nell’indice dedicato al suolo consumato (era a 3,90/10 lo scorso anno), così come il fatto che a Bari quasi il 50% dell’acqua potabile immessa in rete va sprecata (il 49%, era il 48,8% lo scorso anno). Fa eccezione Milano, sempre più attenta negli ultimi anni alla mobilità sostenibile e intermodale, alla rigenerazione urbana e all’uso efficiente di suolo.  In particolare il capoluogo lombardo ha invertito la proporzione tra crescita del consumo di suolo e variazione abitanti residenti. Inoltre è l’unica grande città ad avere una rete idrica che perde molto meno del 25% dell’acqua immessa in rete: quarta assoluta con appena il 13,7% di perdite (era 15,2% lo scorso anno).

In fondo alla classifica generale si trovano Pescara, Palermo e Vibo Valentia. Il capoluogo abruzzese, terz’ultimo in graduatoria, non risponde da due anni alle domande di Legambiente. Anche Vibo Valentia, ultima in classifica, colleziona una enorme quantità di ‘nd’. L’unica nota positiva, il dato sulla raccolta differenziata che passa dal 26% segnalato negli ultimi anni al 46,3%, ed il contestuale calo del monte rifiuti prodotto che vale al capoluogo calabrese il quarto posto assoluto nell’indice dedicato con 395 kg/ab/anno. Palermo, penultima in graduatoria, oltre alla raccolta differenziata che si attesta al 19,2%, registra un calo dei passeggeri trasportati dal trasporto pubblico, scende la superficie dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità, facendo del capoluogo siculo uno dei peggiori del Paese con poco più di un metro equivalente ogni 100 abitanti. La città sicula arretra anche nell’indice dedicato al suolo consumato dove si ferma solo a 7,60 su 10 mentre lo scorso anno faceva registrare un più confortante 8,25/10.

In allegato la scheda con i dati riguardanti le performance ambientali specifiche su inquinamento, raccolta differenziata, rete idrica, trasporto pubblico, mobilità, fonti rinnovabili.

Il rapporto di Ecosistema Urbano è scaricabile su www.legambiente.it

I corpi del culto

“I corpi del culto”  è un disco che nasce durante il lockdown, da un’idea del pianista Andrea Cavallo in collaborazione con il poeta Ivan Fassio, con l’intento di utilizzare l’arte per comunicare in un periodo in cui il mondo sopravviveva grazie a connessioni sì ma senza contatto.

In momenti  e luoghi diversi  un musicista e un poeta hanno performato le poesie contenute nel volume “I corpi del culto” di Ivan Fassio, pubblicato a febbraio 2020 per Rainieri Vivaldelli. Nasce così un lavoro speculare e complementare di versi e note, un disco in cui la voce si unisce alla musica e agli accidenti ritmati e a scenografie sonore improvvisate. Dodici poesie scelte dalla silloge, dodici pezzi, il disco si costituisce di ciò. Ma in più c’è un inizio, un proemio musicale senza indicazione di testo improvvisato e una fine con una poesia non presente su “Il Culto dei Corpi”, un inedito. Essa chiude il lavoro, non c’è musica per lei. “I corpi del culto” è un progetto profondo ed emozionante, lasciato incompiuto e concluso seguendo le disposizioni di Ivan, che ha chiesto agli amici e artisti Davide Bava e Maria Messina di dare voce alle due tracce sospese.

 

Bio di Ivan Fassio
Ivan Fassio (1979-2020). Scrittore, performer, critico d’arte, curatore, organizzatore di  manifestazioni artistiche e letterarie. Dal 2017 ha gestito Spazio Parentesi a Torino, libero  luogo di esposizione, condivisione e presentazione di progetti artistici e letterari  contemporanei.  Collaboratore delle versioni cartacee e digitali di Exibart, Juliet Art Magazine, Verso  l’Arte, AR?, ArticoloTre, Canale Arte, Neutopia, Protagonisti Piemonte.  Gestisce indipendentemente una serie di progetti letterari, curatoriali (per gallerie di  Torino, Asti, Genova), creativi e critici. Il suo primo libro, “Fuori fuoco”, è stato pubblicato per le Edizioni Smasher nel 2012  con una prefazione di Ezio Gribaudo.  Ha pubblicato testi poetici e creativi nell’antologia “Fragmenta” – Edizioni Smasher 2012  e su “Paraboliche dell’Ultimo Giorno. Per Emilio Villa” – Le Voci della Luna Dot.com  Press 2013.  Si è spesso esibito con il pianista Andrea Cavallo in letture e improvvisazioni  poetico-musicali. Ha curato la serie di mostre di arte e poesia contemporanea  presso ERA AURORA con il poeta Davide Bava. Ha collaborato con Ennio Bertrand,  docente di Sistemi Interattivi presso l’Accademia Albertina, per una serie di mostre  nell’ambito del progetto “Spazio Parentesi Itinerante”.

 

Bio di Andrea Cavallo

Andrea Cavallo (Torino, 1974). Pianista, tastierista e compositore italiano. Dopo aver fatto parte di varie band giovanili, forma nel 1995 i Contrappunto, gruppo di rock progressivo di cui è cantante oltre che musicista. Nel 2001 ha pubblicato sempre con i Contrappunto ma in una formazione diversa il secondo album Lilith, edito anche questo per PRW, dove anche in questo secondo lavoro tutte le composizioni sono di Andrea Cavallo. In seguito ha scelto di dedicarsi solo al pianoforte registrando una serie di concerti dal vivo, da è scaturita la pubblicazione di un live in piano solo, Racconti piano e forte. L’album è uscito per l’etichetta americana Eroica Classical Recordings, nel 2008. Si tratta di un disco costituito da improvvisazioni estemporanee. Questa è la prima volta che il musicista utilizza questo approccio, abbracciato spesso nelle esibizioni live a seguire. Giunge anche l’inserimento nel database di Allmusic.
Prosegue la carriera di pianista/compositore con l’album Desire, uscito nel 2009, sempre per Eroica, si tratta questa volta di un ritorno alla composizione. Oltre alle interviste, arrivano anche i primi articoli retrospettivi sulla carriera dell’artista ed il primo servizio TV, oltre alla segnalazione dell’emittente MTV. Nel 2010 si dedica alla scrittura, elabora e scrive dunque il libro di critica musicale “51 Dischi per vivere meglio” pubblicato per Ananke, cui allega un nuovo album del Contrappunto Project, Come balle di fieno. Il libro ed il disco costituiscono ad oggi la penultima fatica dell’artista, che diviene dunque oltreché musicista anche saggista. Importante risulta anche la collaborazione con la produzione tra il magazine finlandese Colossus e la casa discografica francese Musea in relazione ad alcune compilation, cui l’artista ha collaborato con composizioni pianistiche.

La Madonna di Loreto in Duomo a Torino

Mercoledì 11 novembre l’effige sacra della Madonna di Loreto è giunta all’aeroporto militare di Cameri nel novarese.

Si tratta dell’undicesima tappa del pellegrinaggio nazionale iniziato nel mese di gennaio in occasione del Giubileo Lauretano, anno giubilare concesso da Papa Francesco nel centenario della proclamazione della Beata Vergine di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti”.
Il giorno successivo, il 12, verrà portata nel Duomo di Torino dove alle 10.30 si svolgerà una messa alla presenza delle autorità civili e militari, celebrata da monsignor Gabriele Mana, Vescovo emerito di Biella.
In rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte parteciperà una delegazione guidata dal presidente Stefano Allasia, mentre per l’Aeronautica Militare ci saranno il Comandante dell’aeroporto di Cameri, il Colonnello Pilota Marco Mastroberti, e gli altri comandanti dei reparti della zona di Torino.
La messa verrà trasmessa in streaming sulla pagina facebook del Consiglio regionale del Piemonte e del Duomo di Torino.
A seguire verrà trasmesso, sempre sulla pagina facebook del Consiglio, un convegno formativo, rivolto principalmente agli studenti, sulla storia dell’Aviazione in Piemonte e le prospettive future di un settore strategico per la regione.
Le iniziative, organizzate dall’Assemblea in collaborazione con il Comando Aeroporto di Cameri – Aeronautica Militare, si collocano all’interno del quadro delle consolidate relazioni esistenti tra le due istituzioni, che proprio a Torino hanno profonde radici storiche.
Il 13 novembre, sempre alle 10.30, vi sarà un’analoga funzione religiosa nella Cattedrale di Aosta. L’effige sacra della Madonna di Loreto verrà onorata anche in altre due città piemontesi con altrettanti momenti di preghiera: il 23 novembre al Duomo di Novara e il 30 novembre nella chiesa di San Paolo a Casale Monferrato.

Mezzo milione di euro per lo sport

La Regione Piemonte torna a sostenere le associazioni in questa nuova crisi dovuta all’epidemia”

Mezzo milione di euro da destinare alle Asd e alle Ssd piemontesi per aiutarle a reggere l’urto di questa seconda ondata epidemica, che si sta già portando dietro nuove restrizioni. È quanto deciso dall’assessorato allo Sport della Regione Piemonte che ha infatti stabilito, per la prima volta, di declinare uno strumento usato in passato per premiare i singoli talenti giovanili dello sport in modo più ampio, come previsto dal piano triennale dello sport: cioè sostenendo direttamente le associazioni sportive che, nonostante il periodo così complesso, hanno tenuto duro e affrontano la crisi.

Come funzionerà l’erogazione?

Verra istituita una commissione mista tra Regione Piemonte e Coni che stabilità i criteri per l’affermazione.

“Oggi possiamo stanziare questi 500mila euro perché siamo stati previdenti. Nel corso della prima ondata mettemmo a disposizione 4,5 milioni ma decidemmo di tenere da parte dei fondi in caso di una recrudescenza dell’epidemia. Purtroppo avevamo ragione ma oggi, questi soldi, serviranno a fare in modo che le associazioni possano reggere il nuovo urto – afferma l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. L’erogazione del denaro passere attraverso il Coni perché è una realtà sportiva riconosciuta per eccellenza. In un momento simile la qualifica di ‘eccellenza’ spetta a chi combatte per far fare sport a tutti”.

“Ringrazio vivamente l’assessore Ricca che è riuscito a mettere in campo queste altre risorse – afferma il presidente del Coni Piemonte Gianfranco Porqueddu -. Da queste realtà che andremo ad aiutare nascono i giovani talenti che fanno grande lo sport piemontese. Abbiamo il dovere di tutelare questa grande ricchezza”.

In giro con i sintomi del Covid arrestato per detenzione di droga

Nei giorni scorsi operatori della Squadra Mobile di Torino, impegnati in zona per un servizio antirapina, venivano insospettiti dal comportamento dei due occupanti di una Fiat Punto di colore verde che si aggiravano da diverso tempo nei paraggi di via Tampellini a Collegno (TO), nonostante le misure anticovid. 

Una volta fermati, i due uomini non fornivano motivazioni valide riguardo alla loro presenza in quel luogo e soprattutto il conducente (classe ’67), proprietario dell’autovettura, si dimostrava particolarmente agitato e reticente a rispondere alle domande degli investigatori che, pertanto, decidevano di perquisire il veicolo, trovando così 25 dosi di cocaina in involucri termosaldati ed un timbro per contraffare i marchi dei pallets.

Nonostante l’uomo alla guida sostenesse di non disporre di una casa e di essere percettore di reddito di cittadinanza, aveva con sé numerosi mazzi di chiavi e risultava titolare di una ditta attiva proprio nel commercio di pallets.

Grazie ad una ricerca nelle banche dati, gli investigatori scoprivano che fino a pochi giorni prima all’uomo era stato prescritto di trascorrere un periodo di isolamento in un alloggio di Alpignano, poiché affetto da sintomi compatibili con un’infezione da Covid-19. Recatisi sul posto, gli investigatori riuscivano ad accedere grazie alle chiavi in possesso dell’uomo, che era effettivamente l’unico inquilino dell’appartamento, al cui interno venivano rinvenuti altri 30 grammi di cocaina pura, sostanza da taglio, materiale da confezionamento, bilancini di precisione, 3 proiettili inesplosi di diversi calibri illegalmente detenuti ed un’arma giocattolo sprovvista di tappo rosso.

L’uomo veniva arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e indagato per i reati di contraffazione e detenzione abusiva di armi. Entrambi i fermati venivano sanzionati per aver contravvenuto alle disposizioni anticovid.

Organizzatori Eventi:  ora c’è una voce per tutelare il settore

Riceviamo e pubblichiamo / L’Unione Nazionale Organizzatori Eventi prende atto del nuovo decreto, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo scorso 3 novembre, comprendendo lo stato di emergenza derivante dalla crescente ondata di contagi da COVID-19.

Allo stesso tempo intende sottolineare quanto queste misure colpiscano ulteriormente il ramo degli eventi, andando a incidere negativamente sul settore e sul vastissimo indotto che esso coinvolge.

Non si sono potute portare a compimento le manifestazioni programmate, inoltre è mancata anche la necessaria pianificazione a lungo termine, scoraggiata dalla costante incertezza causata certamente dalla pandemia, ma che in nessun modo è stata arginata dalle politiche intraprese.
Una situazione, questa, che si manifesta a seguito di un anno durante il quale l’intero comparto è stato fortemente penalizzato dalle incertezze sia sociali, sia normative e burocratiche, che hanno portato il fatturato ad un calo che in media supera il 90%.
Ciò nonostante si sono realizzati importanti investimenti per garantire la sicurezza, la sanificazione degli spazi e la gestione dei flussi di visitatori, dimostrando che si può operare e lo si può fare nel rispetto delle norme e del buon senso. Investimenti necessari per poter lavorare e dare lavoro, ma che ora rischiano di trasformarsi in uno spreco di preziose risorse che va a gravare ancora di più su un settore che per primo ha dovuto subire i danni causati dalla pandemia.

Attualmente l’U.N.O.E. – Unione Nazionale Organizzatori Eventi comprende le 48 aziende che si occupano di organizzazioni di eventi più rappresentative d’Italia, che realizzano diverse tipologie di manifestazioni, dagli eventi enogastronomici alle sagre tipiche, dalle mostre mercato a eventi storici e tematici e convention: tutte sono state colpite dal fermo totale delle loro attività già dallo scorso febbraio e non sono mai concretamente ripartite.
L’U.N.O.E. e il suo Direttivo sono solidali con gli operatori del settore, in particolare quelli con sede nelle regioni rosse, e conferma la determinazione di essere la voce di una categoria portatrice di valore economico e sociale sia a livello nazionale sia locale; l’attività istituzionale proseguirà garantendo agli associati e agli operatori del comparto una reale rappresentatività, in modo che le future normative nazionali e locali tengano conto anche delle istanze degli organizzatori di eventi, troppo spesso inascoltate poiché inespresse a livello unitario.

Superare la crisi contingente per puntare a iniziative strutturali: così U.N.O.E. traccia la rotta per il prossimo futuro.

U.N.O.E.
Sede Legale: Palazzo Grazioli – Via del Plebiscito 102, 00186 Roma
Numero Segreteria: 375 58 32 295
e-mail: segreteria@unoe.it

Presidente: Alessandro Pollak
Vice Presidente: Alessia Littarru, Carla Marivo
Consiglieri: Myriam Vallegra, Roberto Auteri, Nicoletta Cardillo, Lucio Bencardino

Ufficio Stampa: comunicazione@unoe.it

Ruffino (fi): “Conte ha un’alternativa al lockdown nazionale?”

 Si può dire, parafrasando un adagio popolare, che “il governo pietoso fa il malato canceroso”.

È quanto sta succedendo con la geografia cromatica messa in campo dal governo nell’illusione che la battaglia contro il Covid-19 può essere vinta come si vince una partita a scacchi: una regione si sposta a rosso, un’altra a giallo e così via.

     L’Ordine dei medici ha parlato con grande chiarezza: con gli ospedali al collasso, costretti ad allestire posti letto perfino nelle cappelle della Messa, il lockdown è l’unica strada davvero seria ed efficace per evitare una catastrofe sanitaria. È a questa richiesta perentoria che il presidente Conte deve dare una risposta: a lui tocca indicare, se esiste, un’alternativa al lockdown nazionale. Temo che il tempo per evitare il lockdown sia stato bruciato durante i mesi estivi della spensieratezza marina o montana, con il governo impegnato a discutere di legge elettorale e altro, come se il Covid si fosse congedato dall’Italia. Il lockdown non sarebbe soltanto conseguenza dei comportamenti di qualche cittadino irresponsabile (ce ne sono, e non sono pochi) ma è il figlio di un governo che ha tirato i remi in barca, ha rifiutato gli aiuti europei del Mes, e ha lasciato campo libero al virus. Di questo è non di altro si deve occupare il Parlamento.

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

 

San Martino, ricordiamoci anche di lui!

La classica estate di San Martino, con sole e temperature miti, ci rasserena un po’ l’animo in questo nuovo angoscioso lockdown

E gli esperti meteolini ci dicono che questo periodo di bel tempo durerà anche oltre l’11 novembre, giorno in cui si festeggia il santo. Tutto merito dell’alta pressione che scalda i nostri cuori e illumina il bel paese. Ma come nasce l’estate di San Martino? Il nome ha origine dalla tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours, vescovo del IV secolo, noto in seguito come San Martino, vedendo un poveraccio infreddolito e seminudo patire il freddo gli donò metà del suo mantello militare, poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altro pezzo del mantello. Ma ecco che ad un tratto il cielo diventò chiaro e la temperatura divenne mite come se improvvisamente fosse tornata l’estate. Questo “miracolo estivo”, secondo un proverbio, dovebbe durare solo “tre giorni e un pochino” ma quest’anno ci sta regalando un novembre con temperature piuttosto gradevoli. San Martino nacque nel 317 in Pannonia, l’attuale Ungheria, ed è venerato dalle chiese cattolica, ortodossa e copta. È stato chiamato Martino in onore del Dio della guerra. La famiglia di Martino si trasferì a Pavia dove il futuro santo fu costretto dal padre a fare carriera nell’esercito. E proprio durante un giro di pattugliamento notturno Martino incontrò un povero disgraziato che chiedeva l’elemosina. All’età di 40 anni decise di farsi monaco e lasciò l’esercito. Si recò a Tours dove nel 371 divenne vescovo della città francese nella regione della Loira. Il santo dell’estate novembrina morì nel 397.

Filippo Re

Una nuova città in Cina, sarà progettata dal Politecnico

La proposta presentata dal team formato da Politecnico e South China University of Technology classificata al terzo posto del concorso internazionale indetto per progettare la città

 

Il concorso internazionale di Urban Design “Future ShanShui City: Dwellings in Lishui Mountains”, è stato indetto dalla Municipalità di Lishui insieme al Shanghai One-Tenth Art Space per individuare il futuro masterplan di un’area di 152 chilometri quadrati della città – Torino ne misura 130 – distribuiti lungo il fiume Ou.

Il Politecnico di Torino, selezionato lo scorso luglio tra i 10 finalisti, ha vinto il terzo premio su 93 candidature internazionali, rientrando pertanto tra i tre gruppi che nei prossimi anni affiancheranno l’amministrazione nel definire le direzioni urbanistiche e architettoniche della nuova città.

La proposta presentata, elaborata insieme alla South China University of Technology e premiata da una giuria composta, tra gli altri, dal maestro dell’architettura cinese Cui Kai, dal professore di Yale Alan Plattus, dall’archistar Ma Yansong (MAD) e dal Premio Pritzker Ryue Nishizawa, diventerà anche un grande plastico che sarà esposto nel Museo della Città di Lishui.

L’Ateneo torinese ha partecipato con il DAD Dipartimento di Architettura e Design come capofila e con il DIST Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio: i 44 docenti, ricercatori, dottorandi e studenti che hanno lavorato al progetto fanno capo ai gruppi di ricerca della China Room (DAD e DIST) e dell’Istituto di Architettura Montana del DAD.

La proposta è stata illustrata attraverso 277 tavole grafiche ed è partita dal presupposto che la valle al centro dell’area rappresenta oggi uno dei pochi spazi agricoli ancora disponibili nella Provincia dello Zhejiang e che per questo vada salvaguardata e valorizzata.

Il progetto – dal titolo “Prosperous Lishui” – ha definito due spazi complementari: al centro, la grande valle, dove ad una produzione agricola intensiva si affiancano centri logistici e di ricerca, collegati da trasporti via acqua (per le persone) e aerei (per i prodotti agricoli); sulla pendice delle montagne circostanti è stata progettata una città lineare, dove i nuovi insediamenti residenziali e le infrastrutture si integrano lungo i fianchi delle montagne.

Questo sistema, incorniciato da una grande riserva naturale, è basato su mobilità lenta, corridoi ecologici e la conservazione delle strutture insediative esistenti. La ricerca di un rinnovato equilibrio tra città e campagna, non solo nelle “forme” del paesaggio ma anche sul piano economico e sociale, è stata la sfida principale del concorso: una visione che corrisponde alla nuova direzione che il Governo Cinese ha intrapreso sui temi dell’urbanizzazione.

Il Rettore Guido Saracco ha così commentato il prestigioso riconoscimento: “Questo premio consolida ancora di più la reputazione del nostro Ateneo in Cina, dove siamo di fatto un punto di riferimento istituzionalmente riconosciuto. Per poter ampliare ulteriormente le collaborazioni e il nostro impatto sul territorio cinese stiamo progettando insieme a Fondazione Links una Legal Entity a Pechino, che ci consentirà di sfruttare al meglio le tante occasioni di ricerca applicata e di mercato che offre questo Paese”