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Scuola, Cirio: “Riaprire in sicurezza per non richiudere tra un mese”

Il parere degli epidemiologi:  “Una scelta di prudenza in prossimità delle Feste dove sale il rischio di contagio”

Mentre gli studenti che vogliono tornare in classe manifestano sotto il palazzo della Regione, il governatore Alberto Cirio ritiene che non ci siano ancora le condizioni per un ritorno a scuola in piena sicurezza.

“Per la ripresa dell’attività didattica, si ritiene che possa essere ragionevole ipotizzare che il
mantenimento delle didattica a distanza anche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola
secondaria di primo grado possa considerarsi una scelta prudenziale, secondo un principio di
precauzione, in considerazione di un possibile maggiore rischio epidemiologico relativo alle
prossime festività natalizie, considerato anche il contributo significativo che tale misura ha dato
nell’inversione di tendenza del trend epidemico e alla luce dell’attuale base di rischio di infezione.
Tali misure prudenziali e precauzionali, in particolari quelle relative alla scuola secondaria di primo
grado, sono da considerarsi come necessarie al fine di salvaguardare il comune obiettivo di un
ritorno in presenza a scuola a partire dal prossimo mese di gennaio”.

Sono le parole della task force di epidemiologi ed esperti della Regione Piemonte (Giuseppe
Costa, Paolo Vineis, Lorenzo Richiardi, Carlo Di Pietrantonj e Chiara Pasqualini, accanto a Ferruccio
Fazio e Giovanni Di Perri), figure conosciute e stimate a livello nazionale e internazionale, a chiarire il
perché della scelta del Piemonte di mantenere la didattica a distanza anche per le seconde e
terze classi delle scuole secondarie di primo grado.

La decisione conferma una misura che nelle “zone arancioni” è già prevista dal Governo per le
scuole superiori, estendendola anche alle ultime classi della scuola media.

«È una scelta dolorosa, ma necessaria – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto
Cirio -. Riaprire la scuola non è una priorità: è la priorità. Proprio per questo è fondamentale farlo in
sicurezza, per non rischiare di dover richiudere fra un mese. Il Piemonte ha predisposto un piano sui
trasporti e gli orari che credo sarebbe opportuno adottare a livello nazionale, se veramente si vuole
garantire la scuola in presenza. Perché ripartire senza cambiare le condizioni dei trasporti scolastici
e senza scaglionare gli orari di ingresso a scuola, in modo da consentire più turni dei mezzi pubblici
che viaggiano al 50%, significa esporre al rischio molto concreto di un nuovo stop fra un mese, che
sarebbe ancora più deleterio a ridosso degli esami di terza media e di maturità. Senza considerare
l’impatto in prossimità delle feste: escludendo il ponte dell’Immacolata e le vacanze di Natale, ci
sono circa 15 giorni di scuola effettivi da qui all’Epifania. Due settimane in cui i ragazzi rischiano
concretamente di tornare a contagiarsi nel pre e post scuola, portando poi il virus in famiglia proprio
nel momento in cui si trascorrono giornate di festa con i propri parenti, a cominciare dai nonni.
A spiegarlo in modo inequivocabile sono i numeri. Dall’apertura dell’anno scolastico il contagio in
età scolare ha avuto un rapido incremento che ha toccato il picco massimo a fine ottobre, con
una crescita che è stata esponenziale in particolare dagli 11 ai 18 anni e più graduale e contenuta
fino ai 10 anni. Dall’introduzione della didattica a distanza la curva ha invertito la tendenza,
evidenziando l’inizio di una fase in discesa. In particolare dal 26 ottobre (data di inizio della
didattica a distanza alle superiori) al 22 novembre (settimana del Report che ha portato il Piemonte
in zona arancione) i casi di positività nelle fasce 11-13 e 14-18 anni si sono dimezzati, passando
da 483 a 218 (ogni 100 mila) nella età scolare delle medie e da 570 a 297 in quella legata alle
scuole superiori.

In flessione il contagio anche nelle altre fasce di età seppur in forma meno consistente, sia
come conseguenza indiretta della dad (con riduzione del rischio di contagio importato dai fratelli
maggiori), sia come effetto delle generali misure di contenimento e dell’introduzione della zona
rossa. In particolare nella fascia 6-10 anni si è passati da 243 a 153 casi (su 100 mila), nella fascia
0-2 anni da 149 a 98 e in quella 3-5 anni da 107 a 103.

«Dobbiamo avere buonsenso ed essere prudenti per non vanificare tutto il sacrificio fatto finora –
conclude il presidente Cirio -. Riportare a scuola tutti gli studenti del Piemonte è una assoluta
priorità. Per cui voglio rassicurare chi giustamente è preoccupato che i nostri figli possano essere
penalizzati da una scuola vissuta a distanza: mi sono già confrontato con il Direttore dell’Ufficio
scolastico regionale e già da lunedì lavoreremo insieme per rimodulare il calendario scolastico
dell’anno in corso e recuperare dalla primavera, cessata l’emergenza, i giorni in presenza che sono
stati persi”.

Uccide un cinghiale vicino alle abitazioni e fugge

“L’animale è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco ed il responsabile è fuggito nell’oscurità della notte”

Riceviamo e pubblichiamo / Il “Tavolo Animali & Ambiente”, costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS GAIA, stigmatizza il grave episodio accaduto sulla collina torinese nella notte del 27 novembre scorso, quando un incosciente ha ucciso un cinghiale,  sparandogli con un’arma da fuoco da dentro l’automobile e, lasciato l’animale agonizzante in terra, è scappato, aiutato dal buio delle tenebre.
Ci auguriamo che si apra subito un’indagine per identificare chi ha sparato ad un animale selvatico, peraltro nei pressi delle abitazioni, in aperta violazione delle norme di legge vigenti.
Sollecitiamo, quindi, sia la Città Metropolitana che il Comune di Torino, ognuno per la parte di propria specifica competenza, a considerare le proposte di intervento sul contenimento dei cinghiali presentate dalle associazioni del “Tavolo Animali & Ambiente” con uno specifico documento reperibile al link :

https://www.animaliambiente.it/campagne/PIANO-DI-CONTENIMENTO-DEL-CINGHIALE.pdf

Peraltro, alcune delle misure di contenimento potrebbero essere assunte fin da subito :

– Divieto dell’uso dei cani sia nell’attività di caccia al cinghiale che in quelle di controllo;
– Divieto di abbattimento delle femmine adulte;
– Divieto dell’allevamento, del trasporto e del commercio di animali vivi;
– Tutela delle colture e prevenzione dei danni;
– Controllo della fertilità;
– Sistemazione di dissuasori acustici e di sensori luminosi lungo le strade.

Il “Tavolo Animali & Ambiente” invita, poi, tutti i cacciatori ad appendere i fucili al chiodo ed a cercare di realizzare strategie volte alla pacifica convivenza con gli esseri senzienti e con l’ambiente.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Marco Francone
Resp. LAV Torino

Bollettino Covid, ricoveri in calo. Altre vittime e nuovi contagi, 3571 i guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.157 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte, pari all’11,7% dei 18.434 tamponi eseguiti; gli asintomatici sono 879 (41%).

I casi sono così ripartiti: 576 screening, 959 contatti di caso, 622 con indagine in corso; per ambito: 433 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 106 scolastico, 1.618 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 164.310, così suddivisi su base provinciale: 14.070 Alessandria, 7.586 Asti, 5.724 Biella, 22.607 Cuneo, 12.581 Novara, 87.698 Torino, 6.270 Vercelli, 5.360 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 921 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.493 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 384 (11 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 4.781 (141 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 70.912.

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.532.290 (+18.434 rispetto a ieri), di cui 786.035 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 6.070

Sono 98 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 11 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 6.070 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 921 Alessandria, 356 Asti, 281 Biella, 670 Cuneo, 543 Novara, 2.744 Torino, 304 Vercelli, 189 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 62 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

82.163 PAZIENTI GUARITI

  • Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 82.163 (+3.571 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 6.529, Asti 4.045, Biella 2.527, Cuneo 9.802, Novara 5.452, Torino 47.381, Vercelli 3.088, Verbano-Cusio-Ossola 2.433, oltre a 448 extraregione e 458 in fase di definizione

Insediato il nuovo consiglio di 5T srl

Il presidente Enzo Amich: “Portereremo la mobilità all’avanguardia nel nostro territorio”

Si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione di 5T Srl.

Il nuovo Presidente della società, nominato all’unanimità, è Enzo Amich, 43 anni, Capo di Gabinetto della Città di Casale Monferrato, indicato dal Presidente Alberto Cirio come espressione della Regione Piemonte.
Verrà affiancato dai due componenti del CDA nominati da Comune di Torino e dalla Città Metropolitana, l’avv.Barbara Musti ed il dr.Fabio Figus.
5T Srl è una società in-house a totale partecipazione pubblica che si occupa di Intelligent Transport Systems (ITS), con l’obiettivo di migliorare la mobilità individuale e collettiva.
Nei suoi 25 anni di attività, ha progettato, realizzato e attualmente gestisce sistemi e servizi per la mobilità a Torino e in Piemonte tra cui la metropolitana torinese.

“Grazie al Presidente Cirio per avermi indicato nel CDA e ai colleghi per avermi eletto Presidente” commenta Amich “Come rappresentante della Regione Piemonte il mio ruolo sarà quello di rafforzare il sistema nella città metropolitana e di esportare le buone pratiche del modello 5T alle aree della provincia piemontese”

Massimo Iaretti

Seconde e terze medie ancora chiuse, ma gli studenti non ci stanno

Prosegue la protesta di Anita, la dodicenne che da settimane si batte contro la didattica a distanza seguendo ogni mattina le lezioni, seduta al banco, non in classe dove ancora  non si può ma davanti alla scuola media ‘Italo Calvino’ di Torino.

Nonostante da domenica  il Piemonte sara’ zona arancione, le seconde e terze Medie , come annunciato dal governatore Cirio, resteranno ancora chiuse. La  studentessa diventata simbolo della protesta anti Dad in tutta Italia non ci sta. Infatti solo pochi giorni fa ha incontrato il governatore Alberto Cirio  in piazza Castello: “ si è seduto con noi, – dice là studente – dicendo che ci sosteneva e che avrebbe voluto che i suoi figli fossero lì con noi a protestare – racconta Anita – E adesso cosa fa? Non apre le scuole. Che delusione, una presa in giro”. Il presidente del Piemonte non vuole ancora consentire la scuola in presenza temendo che, soprattutto per i trasporti, possa favorire i contagi. La protesta degli studenti si sposterà probabilmente davanti al palazzo della Regione.

Radicali in prefettura per salvare il ricercatore dalla pena di morte

A seguito del Flash-mob organizzato dai Radicali Italiani e dall’Associazione Adelaide Aglietta di Torino per fermare l’esecuzione del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, una delegazione composta da radicali, Amnesty International e Giampiero Leo, è stata ricevuta presso la Prefettura di Torino, dal Capo di Gabinetto, Alessandra Lazzari.

Igor Boni, presidente nazionale di radicali Italiani, e Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, dichiarano: “Siamo grati al Prefetto e alla Dottoressa Lazzari per questo incontro. Djalali si trova in carcere da 4 anni, con una ridicola accusa di “spionaggio”, confermata da lui stesso dopo essere stato ripetutamente sottoposto a tortura e trattamenti disumani per estorcergli confessioni false e forzate. Adesso attende di essere ucciso da quel regime, l’Iran, che utilizza la pena di morte come arma contro prigionieri politici, manifestanti e oppositori. L’esecuzione potrebbe avvenire tra qualche ora, nel silenzio totale, assordante e inaccettabile del nostro Governo. Ahmadreza Djalali lavorava qui, lavorava in Piemonte, a Novara, in Italia. Proprio per questo il nostro Governo, il nostro Ministro degli Affari Esteri, dev9no mobilitarsi immediatamente. Se morirà, le inutili dichiarazioni postume di indignazione e orrore non avranno alcun valore. Il Governo Italiano deve immediatamente attivarsi affinché questa condanna a morte non venga eseguita. Chiediamo che l’ambasciatore Iraniano venga convocato e che le pressioni sull’ambasciata iraniana in Italia si facciano pesanti dal punto di vista istituzionale e diplomatico.
Chiediamo inoltre che il consiglio Regionale provveda alle nomine dei membri del nuovo Comitato per i Diritti Umani della Regione Piemonte. Il bando è stato organizzato tardivamente, adesso sono mesi che attendiamo che questo importantissimo organo si ricostituisca per iniziare a lavorare sui diritti umani, civili e politici e su repressioni che la pandemia di Coronavirus non ha fatto altro che aumentare”.

Magliano (Moderati): “Suicidi, con il Covid è sempre più emergenza”

Dati in crescita dall’inizio della pandemia. Sul tema, il mio impegno a Palazzo Lascaris: con un’interpellanza, chiedo risposte alla Giunta sulla costituzione della Consulta per la Salute Mentale; con un ordine del giorno, chiedo l’approvazione della normativa nazionale di riferimento in materia di prevenzione di ogni tipo di atto autolesionistico

Da marzo a settembre si sono registrati sul territorio nazionale 72 suicidi (e 37 tentati suicidi) correlati al Covid-19. A questi dati, si devono aggiungere altri 44 suicidi per il quali il Coronavirus è stato una concausa. È quanto emerge dal Convegno Internazionale sulle tematiche legate al suicidio, organizzato dall’Università La Sapienza di Roma in occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio (10 settembre). A livello nazionale, si registrano ogni anno circa 4.000 suicidi (quasi un decimo dei quali, riporta Istat, in Piemonte) e un numero dieci volte più alto di tentativi di suicidio. Il trend in crescita attribuibile alla pandemia si inserisce in un contesto di preoccupante aumento dei casi di malattia psichiatrica. Da più parti è stato lanciato l’allarme: i dati relativi al numero di suicidi sono in crescita dall’inizio della pandemia e ancora non sono stati monitorati e raccolti i dati relativi alla seconda ondata; potrebbe dunque registrarsi un ulteriore peggioramento del trend. Il 20% delle persone alle quali è diagnosticato il Covid-19 presenta disturbi psichiatrici dopo la diagnosi. La crescita dei tentativi di suicidio e degli atti di autolesionismo tra gli adolescenti è in crescita, secondo lo studio internazionale del Journal of Child Psychology and Psychiatry, a livello europeo.

Un’emergenza, dunque, sempre più grave: le politiche di prevenzione del suicidio non possano essere confinate al solo ambito sanitario, ma debbono tener conto anche dei potenziali fattori di rischio a livello di contesto sociale, economico e relazionale della persona. Il Consiglio Regionale ha approvato a gennaio 2019 il “Piano d’azione per la salute mentale del Piemonte”. Tra le misure previste spicca l’istituzione di un’apposita Consulta Regionale, con il compito di far emergere problemi e avanzare proposte.

Ho appena presentato un’interpellanza e un ordine del giorno in Consiglio Regionale. Con l’interpellanza, chiedo se la Consulta Regionale per la Salute Mentale sia stata costituita, quali soggetti ne facciano parte e se sia prevista la partecipazione di Associazioni di Volontariato. Con l’ordine del giorno (che spero che i colleghi Consiglieri vogliano votare compattamente), chiedo alla Giunta di sollecitare Governo e Parlamento affinché sia approvata la normativa nazionale (che attualmente giace ferma in Parlamento) di riferimento in materia di prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

“Il Centrosinistra torinese? Ha candidati all’altezza”

Caro direttore, condivido molte considerazioni del Prof. Quaglieni nell’articolo apparso sul “Torinese (“Sindaco cercasi”) tranne quella che i candidati del centro sinistra alla carica di sindaco di Torino emersi finora non siano all’altezza.

Hanno esperienza politica e amministrativa e consolidata posizione professionale. Ho grandissima stima per Salizzoni, umana e professionale. Ritengo che il suo contributo al miglioramento della sanità come Vice Presidente del Consiglio Regionale  del Piemonte sia molto più importante di una candidatura a sindaco che, in questa circostanza, saprebbe molto di ripiego per uscire dall’impasse.

Giorgio Ardito

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L’articolo del prof. Quaglieni sul “Torinese”:

Sindaco cercasi

Tre arresti per droga, rapina e violenza sessuale

Torino. Controlli disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri

 

Torino, 28 novembre. Nell’ambito dei controlli del territorio disposti dal Comando Provinciale, intensificati in questo periodo per vigilare sul rispetto della normativa anti covid, i Carabinieri hanno arrestato tre persone.
In particolare a Rivarolo Canavese, nell’hinterland torinese, i militari dell’Arma hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio un pensionato italiano di 67 anni del luogo, che aveva allestito un piccolo market della droga nel proprio appartamento. I carabinieri della locale Stazione, dopo aver saputo di un continuo via vai dalla casa dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine, hanno organizzato una perquisizione domiciliare, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Cinofili di Volpiano (TO). Una volta nell’abitazione, anche grazie al fiuto del cane, i militari dell’Arma hanno rinvenuto nel bagno un sacchetto contenente 50 grammi di cocaina, 5 dosi già confezionate e pronte per lo spaccio, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
A Torino, nel quartiere San Salvario, i carabinieri hanno arrestato per rapina un venezuelano di 34 anni, senza fissa dimora, ma regolare sul territorio nazionale. L’uomo era entrato in un supermercato di via Madama Cristina e aveva rubato alcuni prodotti. Scoperto da un addetto alla vigilanza lo aveva aggredito ed era riuscito a fuggire fuori dall’esercizio commerciale, ma il pronto intervento delle gazzelle dell’Arma ha permesso di bloccarlo poco distante. L’autore del reato ha anche tentato di resistere ai militari intervenuti per fermarlo, colpendoli con calci e pugni.
Sempre a Torino, in pieno centro cittadino, in tarda serata, i carabinieri hanno arrestato un italiano di 27 anni, per violenza sessuale. I militari sono stati richiamati dalle urla di una donna che poco prima, mentre stava camminando, era stata aggredita alle spalle dal giovane che l’aveva ripetutamente palpeggiata prima di darsi alla fuga. Gli uomini dell’Arma in breve tempo sono riusciti a rintracciare l’aggressore nelle strade limitrofe e a trarlo in arresto. Fortunatamente la donna non ha riportato danni fisici.

Torino e Piemonte in zona arancione. Aperti i negozi

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che fa tornare il Piemonte in zona arancione insieme con Calabria e Lombardia

Il provvedimento entra in vigore da domenica 29 novembre.

Non sarà pertanto più necessaria a Torino e nella regione l’ autocertificazione (ma solo all’interno del proprio comune, fuori permane).  Il presidente Cirio   non intende però mandare in classe – mentre l’ordinanza ministeriale lo consentirebbe – gli alunni  della seconda e terza media, che proseguiranno  la Dad come  per le scuole superiori.

Ancora chiusi parzialmente bar e ristoranti che potranno proporre cibo d’asporto fino alle 22 e consegnare anche i pasti a domicilio.

Riaprono i negozi al dettaglio di tutti i settori merceologici e dei servizi alla persona e  i banchi di generi non alimentari nei mercati. Inoltre saranno  aperti  i centri commerciali, ma non nei weekend. Ancora chiuse palestre e piscine.