ilTorinese

Ricordiamo le vittime di Nizza per difendere l’Europa cristiana

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Il fatto che il giorno dei Santi il Papa Francesco non abbia ricordato le vittime cristiane di Nizza sgozzate per mano di un assassino islamico, lascia oggettivamente perplessi ed amareggiati
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Io non ho prevenzioni contro il Papa, perché deve combattere ogni giorno battaglie difficilissime dentro le mura del Vaticano contro un clericalismo spesso corrotto e duro a morire . Ha forza e coraggio. Ha valorizzato anche il piacere del cibo e del sesso dono di Dio. Un passo avanti indubbiamente molto grande. Posso anche condividere la posizione sui gay anch’essi figli di Dio ,anche se la forma dell’intervista può essere motivo di sconcerto e la Sacra Scrittura e la tradizione cristiana condannano senza appello  il peccato contro Natura. Come credente so che debbo obbedienza al Papa, più che mai oggi necessario a guidare la navicella della Chiesa che naviga in mari burrascosi. E’ un Papa che cerca di portare ordine nella Chiesa e soprattutto pulizia. Chi lo osteggia sbaglia. Il suo predecessore era più carismatico, ma non aveva polso e si dimise come Celestino V.  Ma non aver ricordato anche questa volta le vittime cristiane dell’ Islam mi ha ferito. Con l’Islam occorre decisione e assoluta fermezza. L’Eurasia di cui parlava la Fallaci e’ vicina e non lasciamo ad un ometto come Salvini la difesa della Croce di Cristo di cui Salvini e ‘ indegno ed opportunista difensore. Deve essere il Papa di Roma a parlare, direi ad urlare la necessità di difendere l’ Europa cristiana e non solo.  Come Papa Gregorio Magno.

Operazione anticrimine, sequestrati 29 immobili

Su proposta del Questore di Torino, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Torino, in data 7 settembre 2020, ha disposto la confisca dei beni nei confronti di un cittadino albanese già pregiudicato per furto, per reati in materia di stupefacenti e armi, e di una cittadina italiana, con precedenti per truffe.

L’operazione “Easy Money” trae origine dalle indagini svolte dalla Divisione Anticrimine della Questura di Torino, che avevano condotto, nei mesi di maggio e ottobre 2019, al sequestro dei beni illecitamente accumulati dal noto pregiudicato, oggi confiscati integralmente dal Tribunale, per un valore complessivo di circa 1.500.000 euro.

Nello specifico, sono stati confiscati:

–          29 immobili ubicati a Torino e in comuni limitrofi tra terreni, appartamenti di civile abitazione, box auto, ecc.

–          una società relativa alla commercializzazione di software e servizi informativi;

–          due società operative nel settore del commercio di vini e prodotti alimentari di vario tipo;

–          conti correnti e fondi azionari.

Nel corso delle operazioni veniva rinvenuto, suddiviso in 5 magazzini riconducibili alle società confiscate, un ingente quantitativo di vini e alcolici anche di alta qualità nonché il materiale necessario, composto da tamponi, etichettatrici e altro, utile per la contraffazione delle date di scadenza dei prodotti alimentari.

Durante l’operazione, la Divisione Anticrimine della Questura di Torino si è imbattuta in una vera e propria serra sotterranea, in fase di allestimento, per la coltivazione di marijuana. La serra sarebbe dovuta sorgere un locale interrato di un palazzo in una via commerciale del centro cittadino. La scoperta, del tutto inaspettata, ha portato al sequestro di lampade generatrici di luminosità e calore, irrigatori, pannelli elettrici, temporizzatori e condizionatori d’aria muniti di filtri speciali antiodore, così da evitare che qualcuno, dalla strada, potesse accorgersi della particolare coltivazione sottostante.

Le costose attrezzature, ancora intatte, dal valore stimato di circa 50.000 euro, non riconducibili al soggetto colpito dalla misura di prevenzione, sono state sequestrate a carico di ignoti e successivamente, invece di andare distrutte, sono state affidate ad un ente pubblico di ricerca che le utilizzerà per i propri fini istituzionali.

 

Ruffino (Fi): “Saggezza nelle parole di Mattarella”

Le parole del presidente Mattarella si nutrono sempre di saggezza e buon senso. Due qualità che sempre più scarseggiano in certe manifestazioni del ceto politico e in troppi atti del governo.

L’invito di Mattarella non ha un solo indirizzo, come immagina il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci. Non è il centrodestra che in questi mesi di dura lotta alla pandemia si è sottratto al confronto parlamentare o dall’offrire idee e proposte al governo. Tutt’altro. Se il presidente Conte ritiene oggi importante mettere in piedi una cabina di regia per elaborare proposte comuni di contrasto alla pandemia vuol dire che il governo riconosce di aver fallito o di aver dato risposte parziali e largamente insufficienti.

Partire da questa premessa è importante perché è da questa premessa che vanno tratte le conseguenze politiche. Una cabina di regia non può essere la cassa di risonanza di decisioni prese a palazzo Chigi. Essa ha un senso se diventa il luogo che assume decisioni condivise da una larga base parlamentare, come, per esempio, rimuovere le spese inutili dei bonus per i monopattini e altre amenità simili. Insomma, la cabina di regia non può diventare la sede in cui il governo condivide i propri fallimenti con le opposizioni, semmai deve diventare il luogo in cui il Parlamento corregge, e in modo radicale, le troppe cose sbagliate fatte dal governo.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Valérie Perrin  “Il quaderno dell’amore perduto”   -Nord-   euro  14,90

Di questa autrice (anche sceneggiatrice e fotografa, moglie di Claude Lelouch) abbiamo amato “Cambiare l’acqua ai fiori”, e la sua indimenticabile protagonista Violette Toussaint, custode di un cimitero che è il crocevia di svariati incontri e destini. Sull’onda di questo successo, ora, l’editrice Nord rispolvera il suo primo romanzo “Il quaderno dell’amore perduto”, coinvolgente affresco sul potere della memoria, ambientato sempre nella provincia francese.

La storia è ispirata alla vita del nonno paterno della scrittrice, che si chiamava (come nel libro) Lucien Perrin, deportato a Buchenwald.

Voce narrante è quella di Justine Neige, sensibilissima aiuto infermiera 21enne nella casa di riposo Le Ortensie. Ha perso i genitori e gli zii (il padre e lo zio erano gemelli) in un misterioso incidente d’auto quando era piccola, ed è cresciuta con i nonni e il cugino orfano Jules.

Justine ama prendersi cura degli anziani, adora ascoltare le storie delle loro vite ed è particolarmente legata all’ospite della stanza 19, Hélene; soprannominata “la donna della spiaggia” perché immagina di stare sotto un ombrellone a leggere romanzi con un gabbiano che la segue  ovunque, annuncia scomparse e ritorni, le tiene compagnia.

Justine annota in un quaderno azzurro tutto quello che l’anziana signora le svela del suo passato.  Ed è una narrazione bellissima.

Hélene era stata un’avvenente ragazza, figlia di una sarta che le aveva insegnato i trucchi del  mestiere. Non aveva mai capito perché facesse tanta fatica a mettere insieme le lettere nel modo giusto (scoprirete perché), ma quando si innamora follemente di Lucien, figlio di un organista cieco, impara a leggere in braille. I due si incontrano segretamente in chiesa, aspettano di restare chiusi tra incenso e candele e lui le insegna “a toccare l’alfabeto”. La loro è una storia d’amore incredibile che dovrà fare i conti con le atrocità della guerra, l’arrivo dei tedeschi, anni di attese angoscianti, un amore che resisterà a tutto.

E mentre Justine raccoglie le fila della rocambolesca vita di Helene, in parallelo segue anche le tracce di un terribile segreto della sua famiglia che finirà per spiegare come e perché lo schianto di un auto contro un albero le ha strappato i genitori. Aspettatevi pagine che vi travolgeranno.

 

Charlotte Wood   “Il  weekend”     -NN5-  euro 18,00

E’ un piccolo gioiello questo romanzo della scrittrice australiana Charlotte Wood, che in patria è annoverata tra le 100 donne più influenti. 226 pagine dedicate all’amicizia, ai turbamenti dell’età che avanza e non fa sconti né alla mente, né al fisico, rimpianti, fallimenti e voglia di vivere nonostante le difficoltà.

L’amicizia è quella tra quattro 70enni che si erano  conosciute nel periodo aureo dei loro 30 anni, e più diverse tra loro non potrebbero essere. Sylvie è morta da poco e alle altre tre tocca il gravoso, noioso, triste compito di svuotare la sua casa al mare: uno scrigno di ricordi, suppellettili, cibi scaduti e ciarpame vario. Tutti gli strascichi di una lunga vita. Lei era il vero collante della loro amicizia e, in sua assenza, le superstiti faticano a ritrovarsi, condividere ricordi belli e brutti, e perdonarsi le reciproche pecche, superare vecchi rancori.

Nei 3 giorni che trascorrono insieme nella casa toccata dalla morte, rimettono insieme i racconti delle loro vite.

Scopriamo così  che la rigida Jude -ligia alle regole, organizzata, abituata a comandare e sempre critica verso le altre – ha una vita privata decisamente sfilacciata. Da anni è l’amante semi-segreta di un uomo sposato, Daniel, per nulla propenso a lasciare la famiglia per lei. E la casa al mare di Sylvie era stata per anni il suo rifugio con lui.

Adele è un’attrice in disarmo, in passato artista di successo sogna ancora di calcare le scene, vive al  di sopra delle sue possibilità ed ha una cura maniacale della forma fisica…al limite del ridicolo.

Poi c’è Wendy, scrittrice, vedova,  un po’ sconclusionata, maldestra e sciatta, vive ancora sugli allori delle sue  passate pubblicazioni ed è legatissima a un anziano cane malconcio, regalatole da Sylvie.

Durante il week end le 3 non mettono mano solo agli oggetti e ai ricordi dell’amica scomparsa, non buttano via solo cose ormai inutili nei sacchi neri e non riempiono solo sporte per i mercatini di beneficenza.

Quello che faranno è ben più profondo: rimettono insieme pezzi della loro amicizia, riportano a galla e poi affondano per sempre antichi sgarbi, bugie e rancori, fanno i conti con reciproci fallimenti e riannodano i fili del loro legame guardando al futuro con una marcia in più.

 

Michele Masneri  “Steve Jobs non abita più qui”   -Adelphi-   euro   19,00

L’autore, giornalista e scrittore, attento soprattutto alle cronache di costume, raccoglie  in questo libro i suoi articoli-reportage tra San Francisco e Los Angeles. Una sorta di moderno Grand Tour, in cui più che le rovine del passato, al centro, ci sono esempi di successo proiettati in un futuro sempre  più high tech.  Siamo nella dorata Silicon Valley, la terra di Google e il cono d’oro delle start up di maggior successo.

In 31 brevi capitoli viene raccontata la California: a partire dalla storia passata a quella più recente di San Francisco «…capitale gay dell’America…città giocosa ..ecosistema unico» che attira frotte di giovani.

Ci sono i reportage sugli homeless nella Contea di Santa Clara che raduna i vari comuni della Silicon Valley. E’ una delle zone in cui si concentra una gran bella fetta di ricchezza a livello mondiale ed è abitata dai nerd che per non fare i pendolari vivono in camper. Ma anche da miliardari della levatura di Zucherberg alle prese con le metrature per le case che sono minime e chi le ha non le vende. Lui ci ha messo anni a rastrellare 4 villette a Palo Alto e poi le ha unite.

Palo Alto, la cittadina famosa anche per l’alto tasso di suicidi tra i liceali, dalla quale arrivi in un attimo a «Stanford, l’università più celebre della costa ovest, che ha sfornato tutti i siliconvallici più illustri» e di cui Masneri racconta l’origine poco conosciuta, perché non tutti sanno che l’ateneo non esisterebbe senza la malasanità italiana.

Poi ci sono i racconti di tanti altri aspetti, come l’ossessione californiana per il fitness e il cibo, i sogni di grandezza degli autisti di Uber che pensano a start up foriere di successi miliardari, e le denunce di molestie di Susan Flowers, ingegnere 25enne impiegata di Uber che nel 2017 ha  anticipato il #Mee Too… e molto altro ancora…

 

Machado de Assis   “Memorie postume di Brás Cubas”  -Fazi-   euro 18,50

Questo è un autore da riscoprire e questo suo libro è il modo perfetto per farlo.

Joaquim Maria Machado de Assis è nato a Rio de Janeiro nel 1839 in una famiglia di meticci di umili origini: il padre imbianchino di origine portoghese, la madre donna delle Azzorre che muore quando lui è ancora piccolo, e la sua vita sarà segnata anche dalla morte della sorella. Queste tragedie unite a una salute precaria (soffriva di epilessia) daranno il tono alla sua visione del mondo permeata di pessimismo. Per sopravvivere si adattò a vari mestieri, ma proseguì con tenacia studi e letture.

Nel 1881 pubblica “Memorie postume di Brás Cubas” che insieme ad altri due romanzi – “Quincas Borba” e “Don Casmurro”- costituisce una sorta di trilogia. Ma ha scritto ben 31 volumi che costituiscono le sue “Obras Completas”, e fanno di lui uno dei massimi scrittori brasiliani i cui libri sono studiate nelle scuole.

In “Memorie postume di Brás Cubas” la narrazione inizia dalla morte del protagonista «…non sono propriamente un autore defunto bensì un defunto che fa l’autore, per il quale la lapide è stata una novella culla..». Prende il via con questa premessa il romanzo che attraverso le tappe più importanti di una vita intera, vissuta nei salotti dell’alta società carioca di metà 800, traccia anche un’affascinante ed arguta mappa dell’animo umano.

Brás, scapolo 64enne vissuto in ricchezza e salute, morto alle due del pomeriggio di un venerdì d’agosto 1869, viene accompagnato al cimitero da 11 amici e di qui parte il racconto che vanta uno stile personalissimo.

Essendo già morto si prende con calma tutto il tempo per raccontare la sua storia dalla quale esce il ritratto di un uomo ambizioso ma che ha fatto poco-nulla di importante, che ha guardato alla politica ma poi non si è mai impegnato, mentre ha cercato soprattutto l’amore.

C’è la passione che rischia di travolgerlo per la bella Marcela che lo ha amato «..per 15 mesi e 11 milioni…», poi l’intenso legame con Virgilia, sposata con un eminente uomo politico. E in mezzo i ricordi di altre persone amate, considerazioni sul senso della vita, l’arguta satira dell’indolenza e dello scarso impegno di un uomo come ce ne sono tanti, senza particolari imprese eclatanti che ne  nobilitino l’esistenza. Ma anche se la sua vita non è stata particolarmente degna di nota, Brás pensa che l’unica vera disgrazia sarebbe quella di non essere mai nati.

Un libro che fa meditare.

L’abisso della pandemia

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Un mio caro amico ieri  ha approfittato della apertura festiva a mezzogiorno di un ristorante ed è andato a gustare i gnocchetti alla parigina, una specialità che mi piace molto. Non mi sono sentito di unirmi a lui perché l’inquietudine per la pandemia sta avendo il sopravvento e non ho più la gioia di vivere, quella gioia di vivere che costituisce il titolo di un mio recente  libro su Mario Soldati. E la paura del contagio mi blocca in casa. Il racconto del giornalista – contagiato  Massimo Giannini ricoverato di riguardo mi ha raggelato. Sono scene da bolgia infernale.

Ho seguito via internet la Messa dalla basilica del Santo di Padova  per la festa dei Santi e mi ha colpito l’assenza anche solo di un cenno se non di una preghiera per il Covid. Il Vescovo celebrante, colto e forbito, ha parlato del Regno dei cieli, ma non ha sentito la necessità di dire una parola in proposito di chi vive nella valle di lacrime.
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Conosco persone – e le invidio molto – che riescono a convivere con la pandemia . Io non riesco , sento che l’angoscia sta montando e l’indignazione per i politici sta sempre più  aumentando. Dissento da chi protesta  perché di fronte al Covid occorre disciplina e ritengo che le Forze dell’Ordine siano troppo morbide con manifestazioni che sono assembramenti dannosi, se non vere e proprie adunate sediziose. Certo io sono condizionato dal fatto di aver letto e studiato la peste di Atene di Tucidide e di Lucrezio, la peste descritta dal Boccaccio e dal Manzoni , per non parlare di Camus. Sono pagine che inquietano e restano indelebili nella memoria al di là degli anni. Manzoni in primavera mi ha dato conforto, ma oggi la tragedia del presente va al di là della razionalità. E questo aspetto nessuno lo considera. Siamo ormai allo sfascio provocato da una classe politica di dilettanti che dovrebbe essere mandata a casa. Le regioni , messe alla prova sul terreno della Sanità, hanno dimostrato di non essere all’altezza e di essere anzi inutili e dannose, con ordinanze stravaganti che consentono ai “governatori “ di farsi conoscere, ma non  affrontano seriamente i problemi. Chi non ha conosciuto la guerra era un privilegiato, ora il flagello sta distruggendo la nostra vita. Chi crede, trova conforto nella fede, chi non è credente rischia di lasciarsi sopraffare dalla disperazione.
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E’ oltre un mese che il virus genera dolore e morte e i nostri governanti non riescono a a produrre provvedimenti efficaci. Ci sono solo  chiacchiere inutili  che intasano le Tv   e creano solo terrore. Anche i cosiddetti scienziati di rivelano autoreferenziali e poco seri. Addirittura il ministro della Sanità ha trovato il tempo di scrivere un libro  sulla pandemia invece di impegnarsi anima e corpo nel suo dicastero. Oggi c’è da domandarsi dove andremo a finire. L’immunità di gregge evocata  dai peggiori governanti all’inizio della pandemia può essere la prospettiva fallace verso cui più o meno inconsciamente  siamo avviati. Uno Stato che non sa tutelare la salute e la vita dei suoi cittadini  non adempie ai suoi compiti , lasciando ampio spazio agli agitatori e ai violenti. Forse queste cose si sono dimenticate , ma sono la base della democrazia. C’è chi evoca il “Resistere, resistere, resistere” del giudice arcigno Borrelli, non certo quello del 1917 durante la Grande Guerra. Andare a visitare cimiteri non serve a nulla e fare discorsi di circostanza non serve. Occorrerebbero  interventi autorevoli  e coraggiosi che restituiscano la fiducia perduta dei cittadini che soffrono e rischiano il lavoro e la vita. Il buonismo generico diventa perfino fastidioso come appare fastidiosa la propaganda dell’opposizione che non sa essere responsabile in un momento in cui ogni viltà e ogni opportunismo è tradimento. Una parola terribile che evoca un passato tragico della nostra storia che può tornare.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Dal 2 novembre metà passeggeri, potenziati i mezzi Gtt

Grazie all’integrazione di servizi aggiuntivi forniti da partner privati prolungheremo la linea 50 sino a Porta Palazzo come ulteriore supporto della linea 4 nella zona nord di Torino.

Nei prossimi giorni si procederà comunque ad un attento monitoraggio per ottimizzare al meglio il servizio in un’ottica di rimodulazione strutturale. In particolare si effettueranno dei rilievi mirati ad ottimizzare il servizio nelle aree mercatali e il sabato, per i giovani che vanno in centro in seguito alla chiusura dei centri commerciali (linee 4, 18, 13, 55 e 56)

 

Rassegna dei libri più letti e commentati: Ottobre 

Anno Ⅳ n. 9 / Ecco una piccola rassegna dedicata ai titoli che maggiormente hanno interessato i lettori iscritti al gruppo di Facebook Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri nel mese di ottobre.

Primo posto per La donna dal kimono bianco, romanzo ambientato in Giappone della scrittrice Ana Johns; segue una nuova saga familiare che si sta facendo notare tra i nostri lettori, ovvero La casa sull’argine, di Daniela Raimondi; terzo posto per Cleopatra, il celebre saggio di Alberto Angela sulla più celebre delle regine dell’antichità.

Haruki Murakami, il più discusso autore dei nostri tempi: astuto venditore di parole in eleganti e un po’ criptiche confezioni o ultimo rappresentante della grande tradizione giapponese del romanzo psicologico? Ogni volta che un suo libro viene proposto, il dibattito si scatena e una recente iniziativa editoriale ha riportato in auge i suoi romanzi, tra i quali consigliamo: Nel segno della Pecora, che segnò il suo esordio letterario, L’uccello che girava le viti del mondo, il suo capolavoro e IQ84, uno dei lavori più recenti, forse il primo in cui l’arte del Maestro ha dato segni di stanchezza. Che ne pensate?

Nel centenario della nascita di Gianni Rodari, vi proponiamo tre dei suoi romanzi per ricordare uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, le cui opere sono ancora oggi lette e tradotte in tutto il mondo: C’era due volte il Barone LambertoLe avventure di Cipollino, La torta in cielo.

La libreria Storytelling di Gonnesa (CI) consiglia tre libri ai nostri lettori:  L’idioma di Casilda Moreira di Adrian N. Bravi, un gioiellino del quale ci si innamora fin dalle prime pagine. Uno studente parte dall’Italia alla ricerca delle ultime due persone che parlano un antico idioma scomparso. Un omaggio al potere e al grande valore di una lingua… “perché lingua e sentimento non sono due cose diverse”.

L’estate che sciolse ogni cosa” di Tiffany McDaniel. In una torrida estate del 1984 il tredicenne Sal, pelle scura e occhi verdi, arriva a Breathed. Nessuno conosce il ragazzo, né da dove provenga. Sostiene di essere il diavolo, sarà veramente così?. Un romanzo struggente, scritto in modo magistrale.
La casa sul lago di David James Poissant. Una storia di famiglia, una scrittura ipnotica. Gli Starling si ritrovano come ogni estate nella casa sul lago ma l’annuncio dei due genitori di voler vendere la casa, unito ad un evento tragico accaduto sul lago proprio in quei giorni, porterà ogni personaggio a confrontarsi con le proprie debolezze, paure, segreti.

Per questo mese è tutto, ci rileggeremo il mese prossimo!

 

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Alberghi assistiti per anziani asintomatici o paucisintomatici

Pubblicato sul sito della Regione l’avviso per la manifestazione di interesse. Un secondo progetto coinvolgerà altre strutture alberghiere per soggetti in quarantena totalmente autosufficienti che non necessitano di assistenza sanitaria.

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha emesso un avviso per la creazione di “alberghi assistiti”, ovvero strutture alberghiere con supporto socio-sanitario da riservare per pazienti ultra 65enni, autosufficienti o parziamente autosufficienti, risultati positivi al Covid-19 in forma asintomatica o paucisintomatica.

Possono presentare domanda con la massima urgenza tutti i soggetti già coinvolti in progetti di assistenza e cura *(imprese, cooperative, enti no profit) e tutte le strutture ricettive in grado di fornire i servizi richiesti attraverso raggruppamenti di impresa con realtà specializzate del settore.

Ogni “albergo assistito” dovrà garantire un minimo di 20 camere provviste di bagno all’interno, il servizio di colazione, pranzo e cena, il cambio e la sanificazione della biancheria al massimo ogni tre giorni, 2 operatori socio-sanitari ogni 20 ospiti, un infermiere professionale che effettua 3 passaggi diurni di due ore per 20 ospiti, la reperibilità infermieristica h24. La fornitura dei dispotivi di protezione individuale sarà a carico del gestore. I medici di medicina generale o delle Usca garantiranno, invece, il supporto medico.

Illustrando le motivazioni dell’avviso, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, rileva che “un numero considerevole di ricoveri in ospedale riguarda persone autosufficienti o parzialmente autosufficienti positive al Covid-19 asintomatiche o paucisintomatiche che, pur non necessitando di un livello di cure di tipo ospedaliero, vengono ricoverate per la difficoltà di mantenere una condizione di isolamento o per l’assenza di una rete sociale valida. In questo modo possiamo offrire l’assistenza necessaria a questo tipo di pazienti e al contempo liberare posti letto per gli altri ammalati”.

Le aziende sanitarie potranno procedere a stipulare i contratti sulla base dei rispettivi fabbisogni e di tariffe ritenute congrue in relazione ai servizi richiesti.

Il bando è consultabile su https://bandi.regione.piemonte.it/avvisi-beni-regionali/reperimento-strutture-alberghiere-supporto-socio-sanitario-emergenza-covid-19

Parallelamente al progetto degli alberghi assistiti, la Regione Piemonte ha messo in campo una seconda misura che coinvolge il sistema alberghiero per pazienti totalmente autosufficienti, dimessi dagli ospedali ma ancora positivi, che non necessitano di supporto sanitario ma non possono stare a casa in attesa di diventare negativi. Il servizio è pensato in generale anche per chiunque non può fare la quarantena a casa e ha bisogno di uno spazio.

Al momento sono stati già individuati 1000 posti disponibili presso le strutture alberghiere di tutte le provincie piemontesi: 815 sono disponibili negli alberghi della provincia di Torino, 34 nell’Alessandrino, 20 nell’Astigiano, 20 nel Cuneese, 65 nel Novarese, 31 nel VCO e 16 nel Vercellese.

“Il lavoro è stato fatto con la Protezione civile tramite le Federalberghi provinciali – sottolinea l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – avendo cura di selezionare le strutture con il maggiore comfort per gli ospiti tra i 3, 4 e 5 stelle disponibili. Una volta individuate le strutture, le Asl valutano l’adeguatezza di spazi e servizi e procedono a contrattualizzare gli alberghi. Si tratta di un’attiva in progress, per cui potrebbero arrivare ancora ulteriori disponibilità”.

Ancora una volta – commenta l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio – la collaborazione tra pubblico e privato si rende proficua ed indispensabile. Un ringraziamento a tutte le strutture ricettive che vorranno partecipare e collaborare per queste due misure, andando così ad aiutare quelle realtà assistenziali in difficoltà a causa del complesso momento storico che stiamo vivendo”.

Al Polo del ‘900 “Aspettando le elezioni americane”

Nell’ambito del progetto “Tu vuo’ fa’ l’americano”: in diretta dal Polo del ‘900, una maratona web con ospiti, curiosità, notizie, previsioni e aspettative sulle elezioni presidenziali USA 2020

 

Martedì, 3 novembre

Ore 18-22 @polodel’900

Martedì 3 novembre 2020, corsa alle urne per gli americani per eleggere il 46^ Presidente degli Stati Uniti. Perché tutto questo riguarda la nostra quotidianità? Quali le implicazioni, i temi e le sfide di portata globale?

Per rispondere a queste e tante altre domande, martedì 3 novembre, Polo del ‘900 e You Trend organizzano in diretta la maratona web  “Aspettando le elezioni americane“, da seguire sulla pagina Fb e canale Youtube del Polo del ‘900.

Dalle ore 18 alle 22, a presentare più di 50 contributi tra podcast, video, curiosità e collegamenti  in diretta, i giornalisti Riccardo Porcellana e Alessandra Perera. Ad animare il media corner,  con dati, sondaggi e cronache dagli States, gli esperti di YouTrend.

Focus diversi scandiscono il ricco palinsesto: sanità e ambiente, diritti civili, comunicazione e media digitali, geopolitica e cultura.

Temi che vedono a confronto ospiti dal mondo della cultura, ambiente, economia, politica, formazione. Tra gli altri in collegamento: il professore Peppino Ortoleva; lo scrittore Wu Ming 1Giorgio Brizio dei Fridays4Future; la meteorologa Valentina AcordonPaolo Magri,  vice presidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale; Marco Bardazzi, giornalista e esperto di comunicazione digitale; Steve Della Casa, critico e regista cinematografico; la giornalista Anna Masera e il professore Gian Giacomo Migone.

La maratona web “Aspettando le elezioni americane” si inserisce nel programma di “Tu Vuo’ Fa’ L’Americano. Quanto ci riguarda l’esito delle Elezioni Americane? Dentro alle Elezioni USA per capire il nostro futuro”, nato grazie alla collaborazione tra Fondazione Compagnia di San Paolo, Polo del ‘900YouTrendVisionary DaysClub Silencio e Associazione Rete delle Case del Quartiere.

Molti dei contributi trasmessi durante la maratona restituiscono i risultati del progetto grazie al supporto di tutti i partner che, da settembre, propongono ai cittadini momenti di confronto e dibattito sui temi più sensibili e controversi, sollevati dalle elezioni.

Tu Vuo’ Fa’ L’Americano” si conclude giovedì 12 novembre con “L’altra Costa” , momento post-elettorale condotto da Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend e Francesco Costa, vicedirettore de Il Post per valutare l’andamento complessivo del voto. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming, dalle ore 18 alle 19.30, dalla pagina Facebook e canale YouTube del Polo del ‘900.