ilTorinese

Un filo comune tra problemi planetari e piccole questioni

Penso proprio che nessuno sappia prevedere come ne usciremo da questa assurda situazione. E se ne usciremo. Indubbiamente siamo oltre il caos per avere l’imponderabile.
Trump ciò che dice oggi non vale per ciò che dirà domani. Persino Musk non ce la fa più.
E sono passati solo tre mesi dall’insediamento dell’”irlandese folle”.
Prima dei dazi ha sostenuto che in 48 ore faceva fare la pace tra Ucraini e Russia. Risultato pratico, la guerra continua senza sosta. L’Europa, anzi i governanti dell’Europa dicono che vogliono una difesa comune e quando si ritrovano ognuno parla una lingua diversa per come realizzare il tutto.
Concretamente, per ora, un nulla di fatto.
Salvini continua a dire che è il più figo del mondo ed ora vuole fare il Ministro dell’Interno e manderebbero Piantedosi in Campania come candidato del centro destra.
Tajani rivendica di essere l’unico vero europeista peccato che ha solo l’8% di voti.
Meloni non sa che pesci prendere, sempre più stancamente, e ripeto che è bravissima e bellissima.
Non che la nostra opposizione stia meglio.
Cocciutamente divisa e sembra speculare alla ignavia di questo governo.
E sorge spontanea la domanda: ma non vi aspettavate i dazi? Con Meloni che ripete: non dobbiamo drammatizzare. Effettivamente, almeno personalmente sono terrorizzato.
Comunque vedremo gli sviluppi, con la mia convinzione che non abbiamo ancora visto il peggio.

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Lasciamo indietro queste miserie del mondo e rifugiamoci nella nostra bella città.
Già come cantava Antonello Venditti: Torino sei proprio bella. Ed è ancora più bello vedere questa massa di turisti.
Era una vita che non mi permettevo un passeggiata per via Po e piazza Castello fino a Porta palazzo. Il sole la faceva da padrone e tutte quelle scolaresche facevano allegria.
Non usuale sentire parlare inglese davanti ai ruderi romani. Bello, veramente bello. Ma anche qui c’è il rovescio della medaglia. Parcheggio ai Giardini reali ed affronto la salita per piazza Castello. Sotto il piccolo ponte una comunità  di senza tetto attorniata da tante immondizie con un odore talmente acre che ti prende la gola. Analogo “spettacolo” sotto i portici davanti alla Porta Romana e a 10 metri dal  commissariato di polizia assediato da extracomunitari per il permesso di soggiorno. Semplicemente non è giusto. Ovviamente non sono arrabbiato con i senza tetto. Generalmente affetti da alcolismo e tossicodipendenza.
Nessun individuo può e deve vivere in quelle condizioni. E con l’immigrazione è notevolmente aumentato questo fenomeno.
Che fare? Qui c’è l’elemento comune tra le grandi questioni e questa invece apparentemente  piccola questione.
L’impotenza di chi assiste  e di chi dovrebbe intervenire per risolvere sia i grandi sia i piccoli problemi. Oramai tutto ciò ” viaggia ” senza che nessuno sappia o voglia far qualcosa.
Difatto subiamo la Storia e le nostre piccole storie. Veramente un peccato:  in gioventù avrei sperato per i nostri figli qualcosa di più.
E comunque Torino continua ad essere bellissima.

PATRIZIO TOSETTO

Devasta gli uffici dei servizi assistenziali e provoca tamponamenti a catena

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Il quarantaseienne è stato arrestato dai Carabinieri. E’ il secondo episodio in 5 mesi
Era già stato arrestato a fine ottobre, sempre dai Carabinieri della Compagnia di Rivoli (TO), il cittadino egiziano, quarantaseienne, che all’epoca dei fatti si era reso responsabile di danneggiamento di alcuni arredi del Consorzio Intercomunale dei Servizi socioassistenziali di Pianezza e di minaccia aggravata nei confronti degli assistenti sociali lì presenti.
Questa volta l’uomo, oltre ad avere danneggiato il citofono, frantumato i vetri delle finestre e della porta di accesso al centro e aver costretto il personale dei servizi sociali a rifugiarsi in un ufficio per timore di essere aggredito, una volta uscito dall’edificio e salito a bordo del proprio veicolo, ha anche provocato una serie di tamponamenti ai veicoli presenti in strada.
I Carabinieri, intervenuti a seguito di richiesta arrivata al 112, sono andati immediatamente alla ricerca dell’uomo, rintracciandolo nei pressi della sua abitazione a Villarbasse (TO). Dalla perquisizione dei militari, il quarantaseienne è stato trovato in possesso di una chiave inglese, di una chiave a cricchetto, verosimilmente utilizzate per danneggiare gli uffici del C.I.S.A., materiale poi sottoposto a sequestro.
Il motivo che ha spinto l’uomo a compiere entrambi i gesti sembrerebbe legato all’impossibilità di vedere i due figli minori collocati in una località protetta. Per l’ultimo episodio, il quarantaseienne è stato arrestato perché gravemente indiziato di “violazione di domicilio” e “danneggiamento aggravato”. L’arresto è stato convalidato ed attualmente rimane ristretto in carcere.

Reale Mutua Basket Torino batte Cantù

Torino, domenica 6 aprile 2025 – Ife Ajayi in versione monstre. Kevion Taylor in versione assistman aggiunto. Il carattere e le iniziative di Schina. La difesa di Severini su Tyrus McGee. Il pubblico gialloblù in festa. Così, la Reale Mutua Basket Torino continua il suo momento di grazia, battendo la corazzata Cantù per 85-70 ed estendendo a 8 la serie di vittorie consecutive (9 su 10 dall’arrivo di coach Moretti). Una vittoria che ha mandato in estasi i tifosi torinesi e che continua a iniettare fiducia a tutto l’ambiente gialloblù, anche in ottica postseason: in virtù dei risultati di giornata, Torino continua a macinare punti e a guadagnare posizioni in classifica, salendo dalla 12^ alla 10^ posizione con un record di 19-16, appaiata con la #9 Pesaro.

QUINTETTI
Torino: Schina, Taylor, Severini, Ajayi, Seck
Cantù: Valentini, McGee, Piccoli, Basile, Possamai

Avvio di gara di grande applicazione e attenzione difensiva di Torino: dopo quattro minuti abbondanti di gioco, Cantù è ancora a secco di punti. Anche i gialloblù dal canto loro fanno fatica ad entrare in ritmo in attacco, con il punteggio che rimane quindi molto basso nel corso della prima frazione. Cantù si prende il vantaggio sfruttando la poca concretezza offensiva dei gialloblù, affidandosi al talento di Basile, mentre Ajayi prova a dare una scossa ai suoi in schiacciata prima della sirena del primo quarto. Alla prima pausa è 14-15.

La scossa di Ajayi contagia tutto il gruppo gialloblù e di conseguenza anche il pubblico di casa. Il secondo quarto è una dimostrazione di grande basket torinese, con l’alley-oop tutto gioventù tra Gallo e Osatwna e le triple dello stesso Ajayi e Severini. La Reale Mutua quindi non solo si riprende il vantaggio, ma prova anche ad allungare fino al +8 (30-22 al 15’). I canturini accusano il colpo ma reagiscono dalla lunga distanza con Valentini e Riisma. Gli ospiti rimettono tutto in equilibrio, ma alla pausa lunga è ancora Torino avanti di misura: 38-37.

Alla ripresa Cantù prova ad imporsi prepotentemente per cambiare l’inerzia della partita, affidandosi sempre a Basile e l’intraprendenza di Valentini. Torino però risponde colpo su colpo, trascinati da un Ife Ajayi in versione monstre: il nigeriano sale in cattedra e segna 13 punti nella terza frazione, guidando praticamente da solo i gialloblù al vantaggio all’ultima pausa sul 63-59.

L’ultimo quarto è una meraviglia gialloblù: i pick and roll tra Taylor e Ajayi, il carattere e le iniziative di Schina, la difesa di Severini fanno viaggiare Torino in un parziale clamoroso che spezza le gambe di Cantù e carica a mille il pubblico torinese. È così un trionfo Reale Mutua, finisce 85-70.

Coach Moretti in sala stampa: “Abbiamo giocato una buona metà di gara, pur non riuscendo a raccogliere quanto potevamo a causa di qualche imprecisione di troppo. Siamo stati anche sotto nel terzo quarto in un momento di difficoltà, poi è successo qualcosa di speciale nella testa di questi ragazzi, sono stati straordinari anche stasera. Siamo stati capaci di dare un colpo di reni nel momento decisivo, quindi sono davvero contento e orgoglioso di questi ragazzi”.

Reale Mutua Torino – Acqua S.Bernardo Cantù 85-70 (14-15, 24-22, 25-22, 22-11)

Reale Mutua Torino: Ife Ajayi 30 (7/7, 5/8), Matteo Schina 17 (4/8, 1/2), Kevion Taylor 10 (3/7, 1/7), Giovanni Severini 10 (2/4, 2/3), Matteo Montano 10 (1/4, 2/3), Kesmor Osatwna 4 (2/2, 0/0), Aristide Landi 2 (1/1, 0/3), Maximilian Ladurner 2 (1/3, 0/0), Fadilou Seck 0 (0/0, 0/0), Antonio Gallo 0 (0/1, 0/0), Giorgio Garuzzo 0 (0/0, 0/0). Tiri liberi: 10 / 12 – Rimbalzi: 30 5 + 25 (Ife Ajayi 7) – Assist: 17 (Kevion Taylor 7).

Acqua S.Bernardo Cantù: Grant Basile 23 (7/13, 2/4), Fabio Valentini 13 (2/6, 3/4), Dustin Hogue 10 (4/6, 0/0), Tyrus Mcgee 7 (2/7, 1/7), Filippo Baldi rossi 7 (2/2, 1/2), Riccardo Moraschini 5 (2/6, 0/3), Joonas Riismaa 3 (0/1, 1/2), Luca Possamai 2 (1/2, 0/0), Matteo Piccoli 0 (0/0, 0/1), Andrea De nicolao 0 (0/0, 0/1), Andrea Beltrami 0 (0/0, 0/0). Tiri liberi: 6 / 12 – Rimbalzi: 35 12 + 23 (Grant Basile 11) – Assist: 10 (Tyrus Mcgee 4).

Ufficio stampa Reale Mutua Basket Torino

Coro di Santa Pelagia, musica classica ispano americana

Mercoledì 9 aprile, alle ore 21, si esibirà il Coro di Santa Pelagia, in via San Massimo 21, con la partecipazione del pianista spagnolo Antonio Galera in concerto

La ricchezza della musica classica ispano americana risiede nella sua profonda integrazione nel folklore della chitarra e del flamenco, creando un linguaggio unico che fonde il popolare con l’accademico. Compositori come Falla e Albéniz, in Spagna, e Gina Stera, in Argentina, hanno tratto ispirazione da danze e canzoni popolari, incorporando tecniche come tremoli e rasgueos, nelle loro composizioni pianistiche, per evocare il suono caratteristico della chitarra. Per i due artisti anche il cantejondo e gli stili del flamenco, con la loro profondità ritmica ed emotiva, hanno influenzato le loro opere, aggiungendo un’intensità espressiva e un’identità culturale distintiva che hanno arricchito la musica classica e ispirato contemporanei come Debussy. Questa influenza continua a risuonare oggi nel nuovo repertorio di Antonio Galer, dove gli echi di queste tradizioni sono ancora presenti. Il pianista, premiato come miglior interprete di musica spagnola al Premio Iturbi si è esibito in prestigiose sale da concerto in tutto il mondo. Vincitore di numerosi concorsi, tra cui il prestigioso Yamaha Music Foundation of Europe Award, ha svolto un’intensa attività concertistica in tutta la Spagna, esibendosi nelle principali sale e festival del Paese e ricevendo entusiastici consensi da parte della critica, di straordinari sensibilità, controllo tecnico infallibile, musicalità da vero rara. Recentemente è stato invitato a tenere il suo recital di debutto all’Auditorium Nazionale di Madrid, eseguendo il concerto K 467 di Mozart. Fortemente legato alla musica dei compositori spagnoli, ha ricevuto il premio per la migliore interpretazione di musica spagnola al concorso premio Iturbi di Valencia. Nel suo nuovo album, “Cordes”, esplora la relazione tra pianoforte e chitarra, presentando una ricerca sonora originale e audace da pianista di forte personalità.

Mara Martellotta

Anziana raggirata: arrestate due donne

La Polizia di Stato ha arrestato a Torino due donne, di 57 e 39 anni, per furto aggravato in abitazione a danno di un’anziana signora.

Gli operatori della Squadra Mobile notavano due donne intente ad osservare le persone di passaggio, effettuando continue inversioni di marcia con la propria auto e rallentando ogniqualvolta incrociavano sulla loro strada un anziano, come a volerne intuire la direzioni.

Intorno alle cinque del pomeriggio, le due donne, nel frattempo travisatesi, approcciavano un’anziana signora con evidenti difficoltà di deambulazione, e poco dopo accedevano con lei in uno stabile di via Turati, guardandosi ripetutamente intorno in modo da accertarsi di non essere notate. Le due venivano poi viste uscire, circa mezz’ora dopo, con una busta al seguito. I poliziotti le fermavano, trovandole in possesso di diversi pezzi di argenteria: posate, vassoi e brocche.

Le due donne che si erano presentate all’anziana come inviate dell’amministratore condominiale per compiere verifiche sull’impianto idrico, l’avevano invitata a radunare tutti i preziosi, richiesta a cui però la vittima non aveva dato seguito. Proseguendo nella loro farsa le due donne, con la scusa di controllare le tubature, avevano iniziato a girare per la casa aprendo cassetti e impossessandosi di diversi oggetti prima di andare via e venire fermate dalla Polizia all’uscita dell’immobile.

Il procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Torino si trova nella fase delle indagini preliminari pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore delle indagate, sino alla sentenza definitiva.

Ciononostante, in sede di convalida dell’arresto, il G.I.P. del Tribunale di Torino ha ravvisato nei suoi confronti la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, convalidando la misura dell’arresto e disponendo per entrambe le misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla P.G e dell’obbligo di dimora nel Comune di domicilio

Crocetta, Scanderebech (Fi): “Sicurezza a rischio”

“SCUOLE FALLETTI E FOSCOLO, ISOLA PEDONALE DI CORSO DE NICOLA E PARCO CLESSIDRA…”
 

Nel quartiere Crocetta, una crescente emergenza legata allo spaccio di sostanze stupefacenti, sta contaminando aree sensibili come scuole e parchi. Federica SCANDEREBECH, Capogruppo di Forza Italia, ha ascoltato le preoccupazioni dei cittadini e ha deciso di portare la questione in prima linea con un’interpellanza, chiedendo alle Istituzioni di agire con sollecitudine.

Dichiara SCANDEREBECH (FI): “È inaccettabile che un fenomeno così grave come lo spaccio di droga possa radicarsi e proliferare in un quartiere residenziale come la Crocetta, senza che le Istituzioni intervengano. Spacciatori che agiscono di giorno, nei giardini, nei parchi pubblici e accanto alle scuole, avvicinando addirittura i bambini all’uscita delle scuole Falletti e Foscolo, rappresentano una minaccia per tutta la comunità e che questo succeda, addirittura in Crocetta, è un segnale d’allarme non trascurabile per l’intera città.»
“Infatti, il ritrovamento di droga nel Parco della Clessidra, da parte di alcuni bambini, dovrebbe essere un campanello d’allarme da non sottovalutare. Se non interveniamo ora, rischiamo di perdere il controllo di interi quartieri. Zone un tempo considerate sicure sono diventate il cuore pulsante del traffico di sostanze stupefacenti e protagoniste di azioni di microcriminalità. La scarsa illuminazione e l’assenza di controlli regolari, oltre a strumenti deterrenti, creano un terreno fertile per le attività illecite che possono prosperare indisturbate.”
“I residenti e i genitori dei bimbi che frequentano la scuola elementare Falletti e la scuola media Foscolo sono esasperati e preoccupati per il futuro del loro quartiere e la loro crescente mobilitazione, insieme a quella dei residenti, è un chiaro segnale del malcontento diffuso. Sempre più zone della città stanno lanciando allarmi che suonano come un SOS: dove manca la sicurezza, cresce lo spaccio e la microcriminalità e il senso di abbandono è sempre più evidente. Un’azione politica di sicurezza urbana incapace di rispondere a queste emergenze è chiaramente inadeguata e mette a rischio l’incolumità dei cittadini, ma ancora più inaccettabile è un’Amministrazione che nega l’esistenza del problema nella zona oggetto dell’interpellanza.”

Conclude SCANDEREBECH (FI):
 “Il Comune ha le competenze per poter intervenire, ad esempio, disponendo pattuglie di Polizia Municipale negli orari di ingresso e uscita dalle scuole, quale efficace deterrente. In aggiunta, potrebbe esercitare la propria competenza qualora colga situazioni di illecito in flagrante. Inoltre, di fronte a un problema grave, un’azione politica mirata potrebbe accelerare il potenziamento dell’illuminazione, che, pur rispettando la normativa, non corrisponde alla percezione dei cittadini. Ho chiesto all’Assessore e al Sindaco di portare con urgenza questa situazione al Tavolo tecnico sulla sicurezza, per farsi portavoce della richiesta di attuare al più presto un piano di intervento che coinvolga tutti i livelli di competenza e che sia  rapido ed efficace. L’Amministrazione deve fare la sua parte, concentrando forze ed energie, agendo al fianco dei cittadini invece di demandare sempre la responsabilità alla competenza di altri.»

Cresce il numero di condanne per crimini ambientali

Cresce il numero di condanne legate ai crimini ambientali, come dicono i numeri che sono stati presentati dalla presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Alice De Marco, in Consiglio regionale – Commissione Legalità. Il rapporto Ecomafia 2024 parla di 1359 reati, 1262 persone denunciate, 20 arresti e 236 sequestri, con alcune province più colpite: Torino con 289 reati accertati, 203 persone denunciate, 10 arresti e 88 sequestri. Cuneo con 221 reati, 190 denunce e 16 sequestri. Alessandria con 114 reati, 104 denunce e 15 sequestri.
Il Piemonte è all’8° posto a livello nazionale per reati nel ciclo dei rifiuti. Solo nella provincia di Torino si contano 127 reati e 62 illeciti amministrativi. Due le grandi inchieste del 2023 che hanno approfondito il fenomeno, Dark Metal e Oro Nero, condotte dalla Dda di Torino.
Per quanto riguarda gli incendi negli impianti di trattamento rifiuti, la regione è al 5° posto con 123 incendi dal 2013 al 2024, pari all’8,4% dei casi nazionali.
Anche la l’illegalità nel ciclo del cemento ha numeri significativi: 533 reati nel 2023 (10° posto nazionale), in aumento del 13,7% rispetto al 2022.
Crescono, inoltre, nel 2023 i fenomeni illegali accertati in tutti i settori dell’agroalimentare italiano, l’attività ispettiva svolta dai Carabinieri nell’ambito del contrasto al caporalato e lavoro irregolare in agricoltura, avviata nel mese di aprile 2023, ha permesso di individuare un quadro diffuso di sfruttamento lavorativo nel territorio delle Langhe.

La preoccupazione sul fenomeno è stata confermata dal comandante dei Carabinieri forestali del Piemonte, Valerio Cappello, spiegando che i rifiuti sono un settore economico a basso rischio dove la pena prevista è da uno a sei anni, mentre per altre attività criminali, come il traffico di stupefacenti, le pene sono molto più alte. In questo quadro, anche il sequestro dei beni viene considerato un “rischio professionale” compensato dalla massimizzazione del profitto che deriva dai tagli – fino al 50% – sulla sicurezza nei luoghi su lavoro e su sicurezza ambientale nelle aziende infiltrate dalla criminalità. L’effetto più deleterio che si sta producendo da queste attività è l’abbassamento dei prezzi, che permette a chi opera nell’illegalità di produrre concorrenza sleale nel sistema. Pertanto l’imprenditore, anche onesto, che si rivolge al mondo del subappalto non si pone il problema del prezzo più basso e di quali tagli sulla sicurezza siano stati fatti.
Durante la seduta sono intervenuti per chiarimenti diversi consiglieri Pd, Lega M5s e Avs.

Durante la seduta congiunta con la Commissione Bilancio, l’assessore a Usura e beni confiscati ha illustrato la proposta di delibera che modifica le modalità di assegnazione dei contributi per il recupero dei beni confiscati. Verranno ammesse ai bandi anche le unioni dei comuni e non solo le realtà singole. Aumenta fino al 70% il contributo della Regione per la spesa per gli interventi strutturali, fino a un massimo di 100 mila euro, soglia che sale fino al 90% per i comuni sotto i 5000 abitanti. Rimane invece fissa la soglia del 50% per le attività di recupero sociale, ma aumenta il contributo fino a 100 mila euro.
Dopo le consultazioni delle realtà interessate, la proposta tornerà in Commissione per il via libera definitivo e il passaggio in Aula.

Durante la discussione sono intervenuti alcuni consiglieri di Fdi, Pd, Avs.

Festa di primavera ai Musei Reali

Un appuntamento per celebrare la riapertura del Giardino di Levante e offrire un’esperienza unica tra bellezza e cultura

 

 È un’esperienza unica tra bellezza e cultura quella che i Musei Reali di Torino offrono al pubblico venerdì 11 aprile 2025.

 

Dalle 17.30 alle 21.00 si celebra la Festa di Primavera, un evento ricco di appuntamenti per festeggiare la riapertura del Giardino di Levante dopo i lavori di restauro finanziati con fondi PNRR.

 

Si inizia alle ore 17.30 con la presentazione istituzionale della statua in marmo che raffigura l’allegoria della Primavera, copia fedele della scultura di Simone Martinez realizzata tra il 1740 e il 1753, una delle Quattro Stagioni destinate al Rondò alfieriano della Reggia di Venaria e trasferite nei Giardini Reali in epoca napoleonica.

 

Dalle ore 18.15, si prosegue con il Gran Ballo Ottocentesco, organizzato dai Musei Reali in collaborazione con la Società di Danza Torinese per rievocare il clima di slancio e coesione sociale che ha dato impulso all’Unità d’Italia. I ballerini, indossando splendide riproduzioni di abiti da ballo risorgimentali, eseguiranno quadriglie, valzer, mazurke e danze figurate sulle più belle composizioni di Giuseppe Verdi e degli Strauss, trasportando il pubblico nell’atmosfera delle grandi feste di Corte ottocentesche.

Nell’esibizione si materializza il gioco delle relazioni sociali e delle regole di etichetta su cui si fondava la vita pubblica della società ottocentesca. Al contempo, prende vita una forma artistica in cui grazia e precisione si fondono con il gusto dell’incontro e del corteggiamento cavalleresco.

 

Completa l’iniziativa un brindisi al tramonto e la visita libera in esclusiva all’Appartamento della Regina Elena, situato al piano terreno di Palazzo Reale, straordinariamente aperto per l’occasione.

 

Il biglietto ha un costo di 10 euro per tutte e tutti, anche per chi possiede l’Abbonamento Musei e le card turistiche, e include l’accesso ai Giardini Reali, la visita libera all’Appartamento della Regina Elena e il brindisi. L’ingresso è gratuito fino agli 11 anni e per le persone con disabilità.

In caso di maltempo, il Gran Ballo di Primavera si terrà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale e il brindisi nella Corte d’Onore. 

 

 

Il restauro del Giardino di Levante

I Giardini Reali costituiscono un’area unica per valore monumentale e ambientale e si estendono su una superficie di circa 8,5 ettari. Il Giardino di Levante è stato oggetto di un accurato restauro durato oltre un anno (ottobre 2023-dicembre 2024), finanziato con fondi PNRR, che ha previsto un lotto di lavori e uno di valorizzazione.

La prima parte d’interventi ha interessato diverse componenti, da quella vegetale a quella architettonico-scultorea, dall’impiantistica alla sicurezza e accessibilità.

Per la valorizzazione, l’azione più incisiva ha riguardato il reintegro delle statue delle Quattro Stagioni sui basamenti posti nell’esedra, a corredo della fontana delle Nereidi e dei Tritoni.

Queste sculture, realizzate in marmo di Frabosa, furono scolpite tra il 1740 e il 1753 da Simone Martinez, nipote di Filippo Juvarra, giunto da Roma a Torino nel 1736. Nominato il 22 marzo “Scultore in marmi”, dal 1738 avvia presso la Corte sabauda il Regio Studio di scultura dove, dal 1752, risultano presenti le quattro allegorie. Le statue di Martinez, probabilmente concepite per la Galleria della Regina (detta anche del Beaumont) a Palazzo Reale, furono poi allestite alla Reggia di Venaria nel Rondò progettato dall’architetto Benedetto Alfieri. Nel 1798, quando l’occupazione francese sancì la dismissione di Venaria Reale quale residenza di Corte, si iniziò a lavorare al riarredo delle residenze alla luce del nuovo potere. In particolare, nei Giardini del Palazzo Reale di Torino si operò l’inserimento delle statue delle Quattro Stagioni, che risultano presenti già dal 1811, collocate sui basamenti dove in precedenza forse erano stati posti i Quattro Elementi di Francesco Ladatte e dove rimasero per i due secoli successivi.                                               

Con l’intento di restituire la presenza, storicizzata, delle sculture di Simone Martinez nel contesto del Giardino di Levante, all’interno del progetto PNRR è stata realizzata la copia dell’allegoria della Primavera, una giovane donna dall’aspetto aggraziato, con lineamenti morbidi e una postura elegante, attraverso la digitalizzazione del processo artistico, l’acquisizione di modelli tridimensionali mediante scansioni ad alta risoluzione, la programmazione di robot antropomorfi per lavorazioni complesse e la finitura manuale, elemento imprescindibile per garantire il risultato fedele all’originale.

 

L’appartamento della regina Elena

Situato al piano terreno di Palazzo Reale verso il Giardino, l’appartamento ha sempre mantenuto la funzione di abitazione privata e fu quasi sempre occupato da componenti della Famiglia Reale: nel XVIII secolo, prima dal principe ereditario Vittorio Amedeo Filippo, poi dalle principesse Maria Adelaide e Maria Luisa Gabriella e, intorno al 1789, da Maria Felicita, sorella di Vittorio Amedeo III, principessa che non aveva contratto matrimonio e che rimase a vivere alla Corte paterna. Durante gli anni della dominazione napoleonica fu utilizzato dal Governatore francese di Torino, Camillo Borghese. Al ritorno dei Savoia, nel 1815, dapprima venne lungamente impiegato come foresteria e, nel 1857, ospitò la zarina di Russia Alessandra Fedorovna, vedova di Nicola I, e i Granduchi Costantino e Michele. Tornò poi a essere utilizzato dai Savoia, prima da Umberto e Margherita giovani sposi e poi dal duca d’Aosta Amedeo e dalla seconda moglie Maria Letizia. Infine, nei primi decenni del Novecento, l’Appartamento fu abitato per i soggiorni torinesi dalla regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, che occupava invece l’attiguo Appartamento del Re, con affaccio sulla Piazzetta Reale. L’Appartamento conserva dunque importanti e stratificati apparati decorativi, risultato degli ammodernamenti e dell’aggiornamento del gusto nei secoli.

 

 

 

 

 

 

 

FESTA DI PRIMAVERA

Musei Reali di Torino (Piazzetta Reale, 1)

Venerdì 11 aprile 2025, dalle 17.30 alle 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

 

Programma:

17.30: Apertura al pubblico
17.45-18.15: Saluti istituzionali e presentazione della statua della Primavera

Dalle 18.15: Gran Ballo Ottocentesco e animazione storica

Biglietti

Costo: 10 euro, anche per chi possiede l’Abbonamento Musei e le card turistiche. Gratuito fino agli 11 anni e per persone con disabilità.

 

Il biglietto comprende:

Ingresso ai Giardini Reali

Un calice di vino bianco o rosso per il brindisi nel Giardino di Levante

Esibizione di danze ottocentesche

Visita libera all’Appartamento della Regina Elena, al piano terreno di Palazzo Reale

 

Il pubblico potrà scegliere tra un calice di vino bianco o rosso. Dopo il primo calice, incluso nel biglietto di ingresso, sarà possibile acquistare ulteriori consumazioni, esclusivamente tramite pagamenti elettronici e non in contanti.

 

In caso di maltempo, il Gran Ballo di Primavera si terrà nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale e il brindisi nella Corte d’Onore

 

Dove acquistare:

Presso la biglietteria dei Musei Reali entro le ore 20.00

Online https://www.ticketone.it/artist/musei-reali-torino/musei-reali-festa-di-primavera-3851565/

 

Informazioni: mr-to.eventi@cultura.gov.it

Incontro con Donald Hatch, attivista per i diritti degli indiani

IL TORINESE WEB TV 📺 

Incontro con Donald Hatch, figlio di Viola Hatch una delle più coraggiose e importanti leader dell’American Indian Movement degli anni 70, amica e compagna di lotte di Leonard Peltier, Russel Means, Dennis Banks, Carter Camp.
Donald Hatch, Arapaho, Healing and Freedom Movement
Sibilla Drisaldi, Healing and Freedom Movement
Naila Clerici, Associazione Soconas Incomindios
Boris Bellone, ANPPIA-Torino
Donald Hatch, un attivista per i diritti degli indiani americani appartenente alle tribù Arapaho e Cheyenne, ha messo in luce un aspetto spesso trascurato della storia americana: il genocidio degli indiani americani, iniziato con l’arrivo di Cristoforo Colombo. Secondo Hatch, circa 100 (cento!) milioni di nativi americani, che vivevano nelle terre che oggi conosciamo come Stati Uniti, furono annientati a partire dal 1492. Questo massacro, che ha portato alla perdita di culture e vite, è descritto da Hatch come un vero e proprio olocausto; egli sottolinea l’importanza di riconoscere e ricordare questa tragica parte della storia. La sua testimonianza ci invita a riflettere su come la storia sia, spesso, raccontata dai vincitori; chi ha perso, ne rimane escluso.
Gli indiani hanno perso e per molto tempo sono stati visti come “i cattivi”. La maggior parte della filmografia occidentale ha sempre descritto i “pellerossa” come un popolo primitivo, feroce e crudele; da allora ad oggi, questo stereotipo continua a dominare, con il risultato che molti aspetti della vita dei nativi americani, come la povertà, la disoccupazione e le ingiustizie storiche, tendono ancora a essere ignorati o sottovalutati, eccezion fatta per poche aree privilegiate. Per tale motivo, la lotta degli attivisti e dei leader comunitari continua, per portare alla luce pregiudizi e ingiustizie.
Negli Stati Uniti, il razzismo ha molte facce, e una delle più trascurate è quella che colpisce gli indiani nativi. Come ha sottolineato Donald Hatch questa forma di discriminazione è meno visibile rispetto a quella storicamente rivolta alla popolazione afroamericana, ma è altrettanto devastante e radicata nella società.
Uno degli aspetti più inquietanti di questa realtà è il fenomeno delle donne nativo-americane che scompaiono senza lasciare traccia. Quando i congiunti segnalano queste scomparse, spesso le forze dell’ordine non avviano neppure le ricerche. In molti casi, i corpi di queste donne vengono rinvenuti in discariche, abbandonati tra i rifiuti, e le istituzioni sembrano non avere alcun interesse nel risalire agli autori di questi omicidi. Il silenzio istituzionale alimenta un senso di impotenza e abbandono nelle comunità nativo-americane. Per fortuna, recentemente, è nato un movimento nazionale che si batte per dare visibilità a questo orrore e ci si augura che contribuisca a ridurlo, se non a sanarlo. Un’altra dimensione del razzismo che colpisce i giovani nativi è la frequente esclusione dalle scuole. Molti ragazzi indiani non vengono iscritti o sono costretti a lasciare gli studi, spesso perché portatori di uno stile di vita culturale che l’establishment non accetta. Il governo e le istituzioni educative sembrano preferire un melting pot che omogeneizza le diverse culture, piuttosto che celebrare e rispettare le identità uniche. Non c’è interesse nel comprendere il significato delle trecce, delle piume o della pelle di daino, simboli di un patrimonio storico ricco e profondo.
Questa forma di razzismo silenzioso non solo nega la dignità e i diritti degli indiani nativi, ma contribuisce anche a perpetuare un ciclo di violenza e invisibilità. Solo attraverso la consapevolezza e l’azione collettiva possiamo sperare di costruire un futuro migliore, in cui ogni vita, indipendentemente dalla sua origine, venga considerata preziosa.
Le politiche economiche e i tagli ai finanziamenti di Donald Trump hanno aggiunto ulteriori preoccupazioni, perché con questa significativa riduzione di supporti finanziari molti programmi vitali per la loro sopravvivenza saranno cancellati.
Già durante il primo mandato Trump, uno dei settori più colpiti è stato quello della salute. Sotto quella amministrazione, ci sono stati tentativi di ridurre i fondi destinati al Servizio Sanitario Indiano (IHS), l’agenzia responsabile della salute pubblica per le tribù. Questi tagli hanno avuto un impatto diretto sulla qualità delle cure disponibili per le comunità, che già lottano con tassi elevati di malattie croniche.
Inoltre, i programmi di assistenza economica e sociale, come quelli per l’istruzione e lo sviluppo economico, hanno subito riduzioni significative, e oggi sembra che, addirittura, verranno cancellati. Le più colpite sono state le scuole nelle riserve, che spesso ricevono finanziamenti federali, ed oggi non sono più in grado di garantire un’istruzione adeguata, con ricadute pesanti su apprendimento, crescita ed opportunità future.
Ma non dimentichiamo le politiche ambientali dell’amministrazione Trump tese a penalizzare le terre tribali. La deregolamentazione e l’apertura di terre per l’estrazione di risorse, sollevano ulteriori preoccupazioni tra le 500 tribù, che vedono queste azioni come una minaccia alla loro cultura e al loro modo di vivere. Le terre sacre e le risorse naturali sono fondamentali per molte comunità, che non riescono più a salvaguardarle e saranno obbligate a venderle a questo governo, per trasferirsi in un mondo che le emarginerà ulteriormente.
In risposta a questi tagli, molte tribù, già in passato, avevano cercato di mobilitarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica e per chiedere un ripristino dei fondi. Purtroppo, il leader di queste contestazioni, Leonardo Peltier, venne subito arrestato ed è stato rilasciato solo recentemente, perché il presidente Joe Biden, in uno dei suoi ultimi atti di governo, gli ha commutato la pena in arresti domiciliari a vita. Peltier, ora ottantenne, ha trascorso in carcere 49 anni! Era stato arrestato il 26 giugno del 1975, con l’accusa di aver ucciso due agenti dell’FBI, dopo uno scontro a fuoco, mentre cercava di difendere la riserva indiana di Pine Ridge. Il processo a suo carico fu costellato di prove false e minacce ai testimoni. In questi anni, attivisti, politici, intellettuali e pensatori di tutto il mondo hanno chiesto, nel corso dei decenni, la grazia, rimanendo però inascoltati.
Al termine dell’intervista Donald Hatch ha ringraziato “Il Torinese” dicendo: “ Abbiamo ancora molte lotte e quando le persone ci ascoltano, ci sentiamo bene; quindi venire qui e parlare mi fa bene al cuore. Tornerò a casa mia e dirò che a Torino ci sono persone che ci ascoltano e vogliono sapere di noi, anche se gli Stati Uniti non vogliono che il mondo sappia cosa è successo e cosa sta succedendo. Però, il mondo sa che non può nascondere il genocidio; noi siamo ancora qui e saremo sempre qui. Loro devono andarsene!”.
FRANCESCO VALENTE

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Infermieri, Nursing Up: “Spalle solide per affrontare la crisi”

Roma, 7 aprile 2025 – In relazione alle recenti posizioni espresse dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), il sindacato Nursing Up, che rappresenta le professioni infermieristiche, ostetriche e sanitarie ex legge 43/2006, desidera esprimere una riflessione sul panorama attuale e sulle necessità urgenti della categoria.

“Come sindacato, siamo perfettamente consapevoli delle sfide che ogni professione sanitaria sta affrontando in questo delicato momento storico e, mentre gli ordini dei tecnici sanitari rivendicano giustamente il riconoscimento delle proprie competenze, e in tal senso non possiamo che elogiare il loro impegno nello spronare e indirizzare la politica, nel contempo ci sentiamo obbligati a porre una domanda: gli infermieri possono oggi affermare di poter davvero contare su ‘spalle’ altrettanto solide e forti, al pari di quelle dei tecnici sanitari?”. 

Esordisce così nella sua disamina il Nursing Up.

Il sindacato rileva, infatti, che gli infermieri si trovano oggi a fronteggiare una situazione in cui non tutte le problematiche legate alla valorizzazione delle loro competenze professionali sono state adeguatamente affrontate, nonostante il ruolo cruciale che ricoprono nel sistema sanitario.

“Nel caso degli infermieri, appare innegabile che ci ritroviamo a delineare i contorni di una discutibile realtà. 

La nostra FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) si prodiga nel celebrare con entusiasmo l’avvio delle nuove lauree magistrali a indirizzo clinico, ignorando tuttavia il fatto che questi professionisti, senza una preliminare e incisiva azione istituzionale di impulso sulla politica, affinché vengano create le premesse normative per modificare gli attuali assetti contrattuali, e per favorire la loro doverosa collocazione lavorativa nelle aree autonome della dirigenza, si troveranno purtroppo contrassegnati da una sorta di stigma.

Come fossero professionisti di serie B, saranno infatti destinati a finire nel “calderone” del contratto di comparto, nell’area elevata qualificazione, invece che tra i dirigenti, dove invece trovano doverosa collocazione le altre professioni sanitarie con una laurea magistrale (medici ma anche farmacisti, psicologi ecc. ecc.)”, continua il Nursing Up.

“Attenzione, qui il problema non è “fare sindacato”, ma piuttosto scegliere se usare o meno il proprio peso istituzionale per orientare la politica. E su questo punto, non servono scuse: o si sceglie di rappresentare davvero la professione, o si sceglie il silenzio. E oggi, il silenzio pesa come non mai…”

“Noi crediamo sia giunto il momento, per chi rappresenta istituzionalmente la nostra professione, di utilizzare pienamente il proprio ruolo al fine di orientare le scelte della politica verso percorsi di valorizzazione coerenti con le reali competenze, responsabilità e aspettative degli infermieri. 

È fondamentale che le politiche sanitarie riconoscano il valore delle nostre competenze e garantiscano il giusto supporto al nostro percorso di carriera, e tutto questo può avvenire solo attraverso l’impegno della FNOPI”, conclude il Nursing Up.

Nursing Up ribadisce quindi la necessità di un impegno concreto per il miglioramento delle condizioni lavorative e professionali degli infermieri, con particolare attenzione alla crescita delle competenze, al riconoscimento delle responsabilità e alla valorizzazione del ruolo degli infermieri all’interno del sistema sanitario.