ilTorinese

Bando Neve: i progetti finanziati dalla Regione sono un investimento sulla montagna piemontese

La Regione Piemonte ha presentato i progetti finanziati attraverso il Bando Neve, lo strumento che, per entità e ambizione, rappresenta l’intervento più significativo degli ultimi anni a sostegno del comparto sciistico piemontese.

.

Un’iniziativa che segna l’avvio di una nuova fase per l’intero sistema neve regionale, in cui innovazione tecnologica, sicurezza degli impianti e sostenibilità ambientale diventano assi portanti di una strategia che guarda al futuro delle vallate alpine.

La presentazione, al Grattacielo Piemonte, ha visto la partecipazione del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dell’assessore allo Sviluppo e Promozione della Montagna e Sistema Neve Marco Gallo, l’assessore al Turismo Paolo Bongioanni, e gli assessori Enrico Bussalino e Gian Luca Vignale. Presenti anche i rappresentanti delle istituzioni locali e degli enti beneficiari del bando.

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio«Con il Bando Neve la Regione Piemonte investe sulla montagna che è il primo prodotto turistico del territorio nel corso di tutto l’anno, dallo sci al turismo estivo e alla mobilità dolce. L’intervento mette in campo oltre 50 milioni di euro che, sommati ai 20 milioni già stanziati per le montagne che hanno ospitato le Universiadi e ai cofinanziamenti, raggiunge 100 milioni complessivi per impianti di risalita, stazioni sciistiche e sistema neve. Risorse destinate ai Comuni per rendere il comparto sempre più moderno, efficiente e sicuro. L’investimento ha anche un valore strategico per tenere il passo con Lombardia e Veneto e guarda con decisione al futuro  anche in vista della nostra candidatura per le Olimpiadi Invernali del 2030 nelle Alpi francesi che rappresenta per noi l’occasione per riportare il Piemonte nel circuito olimpico e proiettare le nostre montagne ancora di più in una dimensione internazionale».

L’assessore allo Sviluppo e Promozione della Montagna e Sistema Neve, Marco Gallo, ha illustrato il percorso che ha portato alla selezione dei progetti: «I risultati di questo bando dimostrano che il Piemonte ha scelto di investire con responsabilità e visione. Abbiamo sostenuto interventi che mettono al centro sicurezza, efficienza energetica e qualità dei servizi. Ma soprattutto abbiamo scelto di investire su una montagna viva tutto l’anno: capace di attrarre, di offrire lavoro, di generare economia e turismo. Da oggi il sistema neve piemontese ha una traiettoria chiara e concreta di sviluppo».

L’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e pesca, Parchi della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni«È un grande bando, frutto di uno straordinario lavoro svolto dagli uffici regionali insieme ai territori per offrire stazioni sciistiche eccellenti, che facciano tornare a casa il turista con il sorriso e la voglia di raccontare la propria esperienza, poiché il passaparola è sempre lo strumento più efficace. È un bando che genera investimenti sulla qualità degli impianti e soprattutto sull’innevamento, in un segmento dove ogni euro speso dal turista sciatore nelle nostre stazioni ne genera 7 nell’indotto. Gli ultimi dati dei movimenti turistici sono incoraggianti. Le presenze crescono dell’8%, e per la prima volta i turisti internazionali superano gli italiani. Quest’anno inauguriamo la stagione l’8 dicembre con pieno innevamento naturale, e per un mese, dal 14 dicembre al 14 gennaio, promuoveremo il Piemonte bianco con un’imponente campagna di comunicazione nazionale sulle reti Rai e Mediaset. Dobbiamo diversificare sempre di più e guardare con coraggio ai nuovi mercati. Per supportare tutto questo impegno abbiamo anche riattivato la Legge 18 che sostiene l’offerta ricettiva: a fine anno avremo la graduatoria degli interventi».

«Gli interventi che interessano la Città Metropolitana di Torino restituiscono pienamente il senso del Bando Neve: investire sulle comunità, sugli impianti e sull’accessibilità della montagna come leva di sviluppo stabile. Dai grandi comprensori alle realtà più piccole delle valli, ogni progetto contribuisce a rafforzare sicurezza, qualità dell’offerta e competitività del sistema turistico. Una scelta che tutela il lavoro, sostiene l’economia locale e rende la montagna sempre più fruibile dodici mesi all’anno», dichiarano gli assessori torinesi Andrea TronzanoGian Luca Vignale e Maurizio Marrone insieme al sottosegretario Claudia Porchietto.

,

Gli interventi nella Città Metropolitana di Torino

La Città Metropolitana di Torino è tra i territori maggiormente interessati dal Bando Neve, grazie a un insieme di interventi che coinvolge sia i grandi comprensori olimpici, sia le stazioni locali che garantiscono presidio e vitalità alle valli torinesi. Sono complessivamente 12 i progetti finanziati per oltre 13,5 milioni.

Nel dettaglio, le sedi di intervento sono:

  • Cesana Torinese – revisione generale degli impianti (contributo assegnato: 3,6 milioni)
  • Prali – revisioni generali seggiovie Malzat – Pian Alpet e Pian Alpet – Bric Rond (contributo assegnato: 941mila euro)
  • Usseglio e Viù – revisione generale seggiovia e sciovia e ampliamento stazione pompaggio, con innevamento pista tubby e sostituzione tappeto (contributo assegnato: 1.438.500 milioni)
  • Sestriere e Sauze d’Oulx – revisione generale impianti pubblici (contributo assegnato: 1.755.000 milioni)
  • Traversella – riqualificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica di Palit (contributo assegnato: 1 milione)
  • Locana – valorizzazione del comprensorio sciistico (contributo assegnato 508.939,85 euro)
  • Valprato Soana – progetto di riqualificazione aree sciabili località Piamprato (contributo assegnato: 874.900 euro)
  • Chiomonte – revisione seggiovia Chiomonte-Frais e interventi di destagionalizzazione (contributo assegnato: 720.450 euro)
  • Ala di Stura e Balme – progetto di ristrutturazione e diversificazione delle infrastrutture e dell’offerta turistica (contributo assegnato: 1.920.118,28 milioni)
  • Claviere – realizzazione copertura tappeto baby Claviere-Via Lattea (contributo assegnato: 135.000 euro)

Questi investimenti permetteranno alla montagna torinese di presentarsi con impianti più moderni, più sicuri e maggiormente resilienti ai cambiamenti climatici, rafforzando un sistema neve che rimane uno dei più importanti e riconosciuti dell’intero arco alpino.

cs

Sant’Anna, Ravinale e Cera (AVS): “La Regione non ha piani”

Ribadiamo che la delibera sullo scorporo del Sant’Anna da Città della Salute e sul suo accorpamento al Regina Margherita è un non-sense. Nella stessa delibera Riboldi cita in premessa l’importanza della centralizzazione dei servizi, approva lo scorporo, ma rinvia ad un successivo atto “i criteri e le modalità di gestione”, cioè esattamente quello che serve per procedere effettivamente con lo scorporo stesso.
Nel corso della Commissione del 10 novembre 2025, in cui era stata per la prima volta illustrata la delibera, ci avevano detto che – tanto sul Regina Margherita quanto sul Sant’Anna – c’era un cronoprogramma e una previsione certa di costi. Ma questo piano non c’è: il documento, che abbiano richiesto a seguito della Commissione e inviato solo negli scorsi giorni, è privo di qualsiasi concreta prospettiva e programmazione.
Oltre al piano, mancano le risorse. Come abbiamo già rilevato in relazione al Regina Margherita, senza coperture finanziarie è impossibile procedere allo scorporo che, anche a fronte delle necessarie nuove assunzioni di personale amministrative (250 solo per il Regina Margherita), costerà decine di milioni di Euro alla sanità piemontese. Una spesa che, visto lo stato dei conti che emerge proprio dai bilanci di Città della Salute, la Regione non si può permettere, così come non si può permettere una gestione separata da Città della Salute del Sant’Anna e del Regina Margherita, che costerà molto di più.
Alle criticità economiche e gestionali si uniscono quelle cliniche: nella mattinata, sotto il Consiglio regionale, si è tenuto un presidio della rete +194, che ha espresso forte contrarietà allo scorporo e ha chiesto trasparenza, garanzie cliniche e tutela dei percorsi integrati.
Abbiamo ottenuto che la rete +194 Voci venisse ascoltata dall’assessore Riboldi e dalle consigliere e consiglieri. Anche da loro sono arrivate osservazioni molto puntuali sulle criticità dello scorporo, sul rischio di indebolire la medicina di genere e sulla mancanza di una visione complessiva.
Continuiamo a ripeterlo: separare Ostetricia-Ginecologia dalle specialità medico-chirurgiche dell’adulto significa indebolire la medicina di genere, frammentare i percorsi di cura e creare rischi per la sicurezza clinica. Su questo Riboldi continua a dare rassicurazioni, ma vogliamo impegni concreti: per questo chiediamo, con emendamenti e con un ordine del giorno collegato alla delibera a prima firma Cera, di garantire la multidisciplinarietà a tutela delle donne.
Alice Ravinale
Valentina Cera

Pentenero (PD): “Sant’Anna, assurdo non coinvolgere Università”

4 dicembre 2025 – “I Consiglieri regionali del Gruppo del Partito Democratico voteranno, convintamente, contro la delibera sullo scorporo del Sant’Anna che rappresenta un “non senso” e un passo indietro. Questo testo non rappresenta una semplice riorganizzazione tecnica, né tanto meno un aggiustamento amministrativo. È un’operazione politica che smantella il progetto sanitario più importante per il Piemonte degli ultimi trent’anni, scaricando il peso di questa scelta sulle categorie più fragili: donne in gravidanza e bambini. Inoltre, l’invarianza finanziaria presente nel provvedimento non è credibile. I fatti ci daranno ragione e vedremo presto che i costi ci saranno!” afferma la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.

“Inoltre, la vicenda dello scorporo dell’ospedale Sant’Anna dalla Città della Salute conferma, ancora una volta, un metodo che non possiamo accettare: decisioni assunte senza il necessario coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali interessati. La rettrice dell’Università di Torino, Cristina Prandi, ha giustamente denunciato di non essere stata interpellata su un’operazione che riguarda direttamente l’Azienda ospedaliera universitaria. È un fatto grave: l’Università è parte integrante della governance sanitaria e non può essere relegata a spettatrice di scelte che incidono sulla didattica, sulla ricerca e sulla qualità dell’assistenza. L’Assessore alla Sanità Riboldi avrebbe dovuto aprire un confronto serio e trasparente con l’Ateneo prima di tirare dritto e portare in Aula la delibera sullo scorporo. Non farlo significa indebolire il sistema e creare fratture istituzionali che rischiano di compromettere il futuro del Parco della Salute e la stessa credibilità della Regione” prosegue Gianna Pentenero.

“Invece di potenziare la sanità, si frammenta ulteriormente il sistema, moltiplicando centri di spesa e confusione amministrativa. La delibera avrebbe dovuto essere subordinata alla presentazione di un Piano attuativo completo, con analisi economico-finanziaria e organizzativa. Quella voluta dal centrodestra non è pianificazione sanitaria, ma confusione amministrativa mascherata da modernità, una decisione che pagheranno le cittadine piemontesi e che dimostra tutta la miopia di Cirio, della sua Giunta e del centrodestra” conclude Gianna Pentenero.

Ex Ilva, la Regione Piemonte a confronto con il Governo

Questa mattina la riunione con il ministro Urso, gli uffici del Ministero e i sindaci del territorio per parlare del futuro degli stabilimenti di Novi Ligure e Racconigi

Si è svolta questa mattina la riunione di aggiornamento sull’ex Ilva convocata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, alla presenza degli uffici del Ministero, del vicepresidente della Regione Piemonte Elena Chiorino, dell’assessore alle Infrastrutture strategiche e Logistica Enrico Bussalino e dei sindaci dei territori interessati, Rocchino Muliere e Valerio Oderda. Un confronto importante per fare il punto sul futuro degli stabilimenti di Novi Ligure e Racconigi e sulle prospettive produttive dei prossimi mesi.

Nel corso dell’incontro è stata ribadita la volontà del Governo di riportare la produzione a 4 milioni di tonnellate, un livello che consentirebbe agli stabilimenti piemontesi di operare in piena continuità e ai lavoratori di guardare con maggiore serenità al proprio futuro.

«Ringraziamo il ministro Adolfo Urso — e, per suo tramite, l’intero Governo — per il confronto costante e per l’attenzione dedicata alla situazione degli stabilimenti piemontesi dell’ex Ilva. È un segnale importante per territori che hanno sempre dato un contributo essenziale alla manifattura nazionale e che oggi vivono una fase complessa» affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente Elena Chiorino e l’assessore Enrico Bussalino.

«Accogliamo con favore la conferma che la riduzione dei flussi di coils verso gli stabilimenti del Nord sia solo temporanea e che, in questa fase, la produzione a Novi Ligure non subirà rallentamenti. Altrettanto positivo è stata l’attenzione rinnovata su Racconigi, con rassicurazioni da parte del Ministro di un approfondimento sulla situazione dello stabilimento cuneese. Un elemento fondamentale per assicurare serenità alle famiglie coinvolte» proseguono.

I rappresentanti della Regione sottolineano inoltre che «la reindustrializzazione resta un passaggio cruciale: solo attraverso un piano industriale solido, sostenibile e orientato alla ripartenza sarà possibile superare l’amministrazione straordinaria e tornare a una gestione ordinaria, capace di restituire stabilità ai lavoratori e prospettive certe ai territori».

«La Regione Piemonte continuerà a mantenere un dialogo costante con il Governo, seguendo da vicino ogni sviluppo e lavorando affinché si arrivi finalmente a una soluzione definitiva per una vicenda industriale delicata, che pesa sul futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie» concludono Cirio, Chiorino e Bussalino.

Piemonte, accordo integrativo con i pediatri

Sottoscritta nel Grattacielo Piemonte l’intesa sull’accordo integrativo regionale della pediatria di libera scelta, che recepisce i contenuti dell’accordo collettivo nazionale del 25 luglio 2024 e rafforza in modo concreto il modello dell’assistenza territoriale pediatrica sul territorio.

L’accordo interessa oltre 370mila bambini da 0 a 14 anni e circa 320 pediatri di libera scelta e rappresenta un passaggio fondamentale verso una sanità territoriale più organizzata, coordinata e vicina alle famiglie.

Il documento introduce un assetto organizzativo strutturato sulle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), con l’obiettivo di:

• rafforzare il coordinamento tra i professionisti;

• garantire una presa in carico più efficace e continuativa dei bisogni di salute dei minori;

• adattare l’organizzazione dei servizi alle diverse realtà territoriali del Piemonte, dalle aree urbane a quelle più periferiche e disagiate.

Tra i principali ambiti disciplinati dall’accordo ci sono la prevenzione e promozione della salute, con particolare attenzione alle vaccinazioni, il governo clinico e la qualità delle cure, lo sviluppo della medicina di iniziativa per intercettare precocemente i bisogni di salute, la valorizzazione di modelli organizzativi differenziati più o meno articolati in base al contesto territoriale e la definizione degli aspetti economici, comprese le quote variabili legate agli obiettivi di salute, le indennità operative e quelle previste per le zone disagiate.

«L’intesa – commentano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi – è un risultato importante, che dà continuità al lavoro avviato nei mesi scorsi e rafforza in modo concreto l’assistenza ai nostri bambini. Con questo accordo il Piemonte compie un passo decisivo verso una pediatria territoriale più moderna, organizzata e capace di rispondere ai bisogni delle famiglie. Il documento sottoscritto si inserisce in un percorso chiaro, iniziato ad agosto con la decisione della Regione di integrare il fondo della pediatria di libera scelta con ulteriori 5 milioni di euro: un impegno economico e politico che conferma la volontà di investire sui professionisti e sulla qualità dei servizi territoriali. Il rafforzamento delle Aggregazioni Funzionali Territoriali rappresenta uno dei pilastri della nuova sanità territoriale: significa garantire continuità delle cure, maggiore coordinamento e una presa in carico più efficace anche dei più piccoli, ovunque vivano».

Il colore nell’abitare: ispirazioni da Marrakech per valorizzare la casa (anche durante le festività)

/

ABITARE CON STILE

Rubrica settimanale a cura di Magda Jasmine Pettinà 
Uno spazio dedicato al mondo della casa in tutte le sue forme: dal mercato immobiliare al design d’interni, dall’arte di valorizzare gli spazi alle nuove tendenze dell’abitare contemporaneo. Consigli pratici, spunti estetici e riflessioni su come rendere ogni casa un luogo che rispecchi chi siamo — con uno sguardo che unisce competenza, bellezza e sensibilità.
.

 

Negli ultimi giorni ho avuto l’occasione di trascorrere del tempo a Marrakech, una città che fa del colore un linguaggio quotidiano. Dalle sfumature terracotta delle mura ai blu intensi dei riad, fino ai toni speziati dei souk, ogni angolo racconta come una palette ben costruita possa definire un’atmosfera, influenzare la percezione e trasformare uno spazio.

Rientrata a Torino, ho ripensato all’impatto che quei contrasti e quelle armonie visive hanno avuto sui miei sensi e a quanto, anche nelle nostre case, il colore sia uno strumento progettuale fondamentale per creare ambienti funzionali, accoglienti e coerenti con il nostro stile di vita.

Il ruolo del colore nella progettazione d’interni

In interior design, il colore non è mai un elemento casuale: orienta la percezione dello spazio, influisce sul comfort visivo e definisce il carattere di ogni ambiente. Ogni tonalità ha un effetto distintivo, che può essere sfruttato per potenziare le funzioni della stanza.

  • Rosa – ideale per camere e zone relax, illumina e ammorbidisce l’atmosfera.

  • Rosso – intenso e avvolgente; perfetto per dettagli e pareti d’accento in spazi conviviali.

  • Arancione – energico e caldo, ottimo per aree creative o zone di passaggio.

  • Giallo – solare e stimolante; eccellente in cucine, ingressi e home office.

  • Verde – rilassante e versatile, perfetto per soggiorni e camere da letto.

  • Blu – fresco e ordinato, ideale per spazi dedicati al riposo o allo studio.

  • Viola – sofisticato in tutte le sue declinazioni, caratterizza con eleganza senza appesantire.

Come ho osservato anche a Marrakech, la luce cambia radicalmente il comportamento di un colore: una tonalità può risultare calda nelle ore del mattino e più neutra alla sera. Testare una palette nelle diverse condizioni luminose è sempre un passaggio imprescindibile.

 

Costruire armonia: abbinamenti, texture e materiali

Il colore funziona al meglio quando dialoga con texture e materiali:

  • Toni neutri (avorio, sabbia, greige): ideali come base per inserire accenti stagionali.

  • Velluto, lana, bouclé: perfetti per sostenere colori intensi e atmosfere materiche.

  • Legni naturali: si abbinano bene alle palette verdi, blu e ai toni terrosi tipici del nord Africa.

  • Metalli caldi: bronzo e ottone valorizzano palette profonde come bordeaux, rosso scuro e blu notte.

Anche i contrasti visti nei souk – il blu oltremare accanto al rame, il verde salvia vicino alle terre bruciate – dimostrano quanto una palette ben equilibrata possa rendere un ambiente ricco ma non caotico.

 

Preparare la casa alle festività: come introdurre colore con stile

L’arrivo delle feste è un momento perfetto per aggiornare l’atmosfera domestica. Non serve stravolgere l’arredamento: basta lavorare con accenti mirati.

1. Definire una palette natalizia contemporanea

Accanto ai tradizionali rosso e oro, oggi sono molto utilizzati:

  • Verde bosco + legno naturale – sobrio e elegante.

  • Blu notte + argento – raffinato, ideale per case moderne.

  • Champagne + bianco neve – luminoso e minimale.

  • Terracotta + rame – caldi, materici, perfetti per chi ama un tocco marocchino rivisitato.

 

2. Aggiornare tessuti e dettagli

Cuscini in velluto, plaid in lana, runner con texture jacquard: piccoli interventi che enfatizzano la palette scelta.

3. Lavorare sulla luce

Lampade da tavolo, candele, punti luminosi caldi aiutano a creare atmosfera senza invadere lo spazio.

4. Coordinare gli ambienti

Usare gli stessi colori in soggiorno, tavola e ingressi permette di ottenere un effetto elegante e ordinato.

Dai colori intensi di Marrakech alle nostre case invernali, il colore resta uno strumento strategico per trasformare un ambiente.

Con scelte misurate, materiali adatti e una palette coerente, ogni casa può acquisire carattere, stile e calore – qualità particolarmente preziose durante il periodo delle festività, quando desideriamo accogliere e vivere gli spazi al meglio.

“UniversoBrachetti, una mostra dedicata al maestro del trasformismo

A Casale Monferrato, con le fotografie di Paolo Ranzani

Dal 6 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026

Casale Monferrato (Alessandria)

Recita la locandina d’invito: “La mostra ti porta dietro le quinte della vita artistica della leggenda vivente del trasformismo e conduce alla scoperta della storia di Arturo Brachetti attraverso foto, video e locandine”. Ebbene, a trascinarti e ad acchiapparti all’istante per aderire con entusiasmo alla proposta,  è proprio quel “dietro le quinte” e dunque la curiosità che ti spinge a scoprire il “gioco”, i “salti mortali”, l’“impossibile” che anticipano l’entrata in scena di quella leggenda del “quick-change”, ovvero di quel “trasformismo” che lui stesso ha riportato in auge, attraverso chiavi interpretative assolutamente personali e contemporanee. Cosa succede nel “camerino” del mitico Brachetti, maestro incontrastato del “trasformismo” noto in tutto il mondo, prima che lui – quel Renzo Arturo Giovanni Brachetti (così all’anagrafe), torinese doc, classe ’57 – metta piede oltre il sipario per scodellarti, come fossero nocciolini e in un nano-secondo, centinaia di personaggi, maschili e femminili, liberati da un cilindro magico capace di contenere fantasia, immaginazione e arte illusionistica in quantità industriale?

A rivelarcelo è la mostra fotografica dal titolo “UniversoBrachetti”, curata da Mariateresa Cerretelli (con il sostegno della “Città di Casale Monferrato”) a lui dedicata e allestita nella “Capitale storica” del Monferrato all’interno degli spazi suggestivi della “Sala Marescalchi”, nel “Castello dei Paleologi” o “del Monferrato”. A renderla unica è la presenza, in rassegna e per la prima volta in assoluto, delle “foto inedite” del torinese Paolo Ranzani“fotografo personale” dell’artista, a lui legato da un rapporto di collaborazione e amicizia personale, che gli ha consentito di lavorare al suo fianco scattando immagini di grande fascino, le “uniche” mai realizzate nel “dietro le quinte” degli spettacoli di Brachetti. Una conoscenza reciproca, data dal lavoro fianco a fianco, da oltre vent’anni, e che ha permesso a Ranzani di cogliere particolari, gesti, tensioni e momenti di grande emozione fissandoli per sempre nei suoi scatti, oggi “per la prima volta visibili” a tutti in occasione di “UniversoBrachetti”.

“Il fotografo personale di Brachetti, in questa sezione ‘top secret’ della mostra – si sottolinea – svela per la prima volta al pubblico, attraverso la sua abile e consolidata maestria, il magnifico incanto del più grande attore-trasformista del mondo sul palco e dietro le quinte nei vari teatri e durante gli spettacoli in Italia e nel mondo, con una selezione eccezionale di ritratti rocamboleschi e cangianti, di luci e di ombre plasmate sul personaggio in scena, di ‘assoli’ indimenticabili e di folle incantate dai mille universi delle meraviglie presentati dall’artista”. La mostra invita per mano il pubblico, esortandolo a fare suoi, come in una fiaba, i passaggi fondamentali di una carriera artistica incredibile, fiabesca per l’appunto, che s’avvia dall’infanzia del grande artista torinese (unico erede del grandissimo Fregoli e dal 2002 nel “Guinness” dei Primati dopo aver interpretato 81 personaggi diversi in uno spettacolo di due ore) al suo debutto, poco più che ventenne, sul palco del “Paradis Latin” di Parigi, per  esibirsi poi ai quattro angoli del pianeta, in diverse lingue e in centinaia di teatri. Fino al ritorno in Italia nel 1983 e alle sue prime esperienze in Tv (sotto le ali protettrici, come primo impatto, del regista Antonello Falqui), nei teatri, nei musical, nei grandi varietà e nella prosa, in un percorso artistico interminabile, inseguendo sempre il “treno del mondo”, in Europa e in America; da Los Angeles a Parigi, dove nel 2004 si esibisce all’ “Eliseo” sotto gli occhi del presidente Chirac e dove, nel 2013, dopo una prima pagina su “Le Monde” entra a far parte, con il suo ciuffo ribelle all’insù, delle “statue di cera” del “Museo Grevin”. Una carriera sfolgorante, dai mille volti quanti sono quelli da lui portati in scena. E perfino, nel 2010, una “laurea honoris causa” in Scenografia all’“Accademia Albertina” di Torino. Nel 2016 prepara e produce quel “fuori dal mondo” (in senso, ovviamente, positivo) che è il suo “SOLO – The One Man Show”, con tappa d’esordio in novembre a Torino e che attraverserà poi l’Italia, giungendo ad oggi alla nona stagione“un magico viaggio nella mente di Arturo Brachetti, una casa della memoria e delle emozioni, nelle cui sette stanze, grazie alla magia dell’artista, prendono vita oltre sessanta personaggi”. E attenzione! Non è un caso se, proprio scrivendo della mostra fotografica dedicata da Ranzani a Brachetti e prossima ad inaugurarsi a Casale Monferrato, citiamo il fantasmagorico “SOLO” – arrivato a oggi a registrare oltre un milione di spettatori – in quanto proprio dalla città dell’alessandrino, lo spettacolo prenderà nuovamente il via per la nona stagione del suo “tour” nazionale. Dunque, da Casale … ad maiora!

Gianni Milani

“UniversoBrachetti”

Castello del Monferrato, Casale Monferrato; tel. 0142/444329 o www.castellodelmonferrato.com

Dal 6 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026. Orari: sab. e dom. 10/13 e 15/19

Nelle foto: Paolo Ranzani, alcuni scatti fotografici presenti in mostra

Mercoledì 10 dicembre sciopero del comparto igiene ambientale

Nell’intera giornata di mercoledì 10 dicembre, in occasione dello sciopero nazionale indetto dai principali Sindacati dei lavoratori, tutti i servizi aziendali del comparto igiene ambientale, legati alla raccolta rifiuti, spazzamento, disinfestazione, derattizzazione, call center e i centri di raccolta del territorio potrebbero subire variazioni o sospensioni. Nelle ore di sciopero saranno comunque garantiti i servizi essenziali, e saranno assicurate le prestazioni indispensabili a tutela della sicurezza, nel rispetto degli accordi applicativi della legge 146/90, così come modificata dalla legge 83/2000  e successive deliberazioni della Commissione di Garanzia, che regolamentano il diritto di sciopero. Le attività riprenderanno regolarmente al termine della giornata di sciopero, con l’adozione di tutte le misure finalizzate alla ripristinazione normale dei servizi. I servizi che non dovessero essere svolti, saranno recuperati in occasione del successivo passaggio, come indicato nei calendari distribuiti agli utenti.

Mara Martellotta

Comuni del Cuneese nell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco

Nel 2025 grazie alla consulenza dello scrivente, effettuata nell’ambito dell’attività del Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, quattro Comuni hanno scoperto di essere legati storicamente ai Grimaldi di Monaco e sono così potuti entrare a far parte dell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco in Italia, il cui Presidente è il Dott. Fulvio Gazzola, Sindaco di Dolceacqua.
Tutto cominciò nel mese di ottobre 2024 quando pianificando le commemorazioni per il 900° anniversario dalla morte del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto, il cui figlio Enrico I fu il capostipite dei Marchesi Del Carretto, incontrai Marco Pallaro, Sindaco di Novello (CN), Comune che fu feudo della nobile famiglia. Analizzando l’albero genealogico dei marchesi, scoprii che Aurelia Del Carretto, figlia di Giacomo, che possedeva anche il feudo di Novello, andò in sposa in prime nozze a Lanfranco Grimaldi, Vicario di Provenza, dal quale ebbe diversi figli, tra questi Ranieri I, che fu il secondo Signore di Monaco. Rimasta vedova, Aurelia nel 1295 si risposò con un cugino di suo marito, Francesco Grimaldi, colui che la notte dell’8 gennaio 1297, vestito da monaco francescano, conquistò la Rocca di Monaco, fatta costruire dai Genovesi nel 1215, diventandone il primo Signore. Aurelia diventò quindi la prima Signora di Monaco. Francesco Grimaldi, detto “Malizia”, morì nel 1309 a Ventimiglia in combattimento contro i ghibellini di Andreolo Doria, Signore di Dolceacqua; non avendo avuto figli da Aurelia, il titolo di Signore di Monaco passò al suo figliastro Ranieri I, che è l’antenato dell’attuale Principe Sovrano S.A.S. Alberto II.
Novello è quindi entrato a far parte dei Siti Storici dei Grimaldi di Monaco in Italia.
Grazie ad ulteriori mie ricerche è stato possibile anche capire il collegamento tra i vari Comuni feudo dei Del Carretto.
Enrico I, il capostipite della nobile famiglia, ereditò dal padre Bonifacio del Vasto i territori di Savona, Noli, Finale Ligure, Cairo Montenotte e alcuni castelli e borghi minori, tra i quali Altare, Calizzano e Sassello. Alla morte del fratello Bonifacio il Minore, Vescovo e Marchese di Cortemilia, ereditò anche il Marchesato di Cortemilia, con castelli e ville delle Langhe. La sua stirpe prese il cognome Del Carretto dal poema “Il cavaliere del carretto”, scritto dal francese Chrétien de Troyes. Enrico da Beatrice del Monferrato, figlia del Marchese Guglielmo V, ebbe tra gli altri i seguenti figli: Ottone, ultimo Marchese di Savona, che ereditò la parte Nord-Est dei possedimenti paterni, i quali comprendevano Sessame, Bubbio, Dego e Cairo Montenotte ed Enrico II, che ereditò le terre comprese tra Finale Ligure e Alba. Giacomo, figlio di Enrico II, nato a Savona nel 1215, nel 1233, alla morte del padre, ereditò un grande feudo, posto a controllo delle arterie commerciali tra la Riviera Ligure e la Pianura Padana. Nel 1247 sposò nella Chiesa di Santa Maria Maddalena del Castello di Saliceto, sua residenza abituale, Caterina da Marano, figlia naturale dell’Imperatore dei Romani Federico II di Svevia, dalla quale ebbe Aurelia, che diventò la prima Signora di Monaco e diversi figli, i quali il 21 ottobre 1268 nel Monastero di Santo Stefano di Millesimo si divisero i possedimenti paterni: Corrado fu il capostipite dei Del Carretto di Millesimo; Enrico III di quelli di Novello e Antonio di quelli di Finale Ligure. Carlo, nipote di Antonio, fu il capostipite dei Del Carretto di Zuccarello.
Queste ricerche storiche hanno permesso l’ingresso nell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco in Italia anche di Cerretto Langhe e Niella Belbo, Comuni legati ai Del Carretto di Novello e di Clavesana. Per quanto riguarda quest’ultimo Comune, il legame con i Grimaldi è emerso grazie ad un libro dello storico Giannino Balbis donato allo scrivente da Mario Basso, Sindaco di Bardineto. In questo volume viene menzionato il sopraccitato di divisione stipulato dai figli di Giacomo Del Carretto il 21 ottobre 1268. Dal documento emerge che il defunto possedeva una quota di Clavesana, poi passata a suo figlio Antonio.
Grazie a questi studi anche otto Comuni liguri hanno scoperto di essere storicamente legati ai Grimaldi e quest’anno sono entrati a far parte dell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco in Italia: Zuccarello (SV), Cervo (IM), Balestrino (SV), Castelvecchio di Rocca Barbena (SV), Bardineto (SV), Toirano (SV), Stellanello (SV) e Millesimo (SV).
Sono in corso altri studi del Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv. Ovviamente tutte le ricerche e l’assistenza ai Comuni sono totalmente gratuiti, secondo le abitudini del Sodalizio da 40 anni.

Andrea Carnino