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Le Scuole di Lingue in Piemonte vogliono farsi sentire

Caro direttore, le Scuole di Lingue in Piemonte vogliono farsi sentire. Dall’inizio della pandemia ad oggi, il calo di fatturato di ben oltre il 50 % e un calo dei ricavi del 70% ha messo in ginocchio questo settore e rischia di vedere la chiusura di molte di loro.

Dimenticate dai vari DPCM, i codici ATECO delle scuole di Lingue non sono stati inseriti nell’elenco di coloro che avevano diritto ad accedere agli aiuti assegnati alle partite iva e pertanto, fino ad oggi, hanno dovuto sopravvivere contando solo sulle loro forze. Ma le forze si stanno esaurendo e i titolari delle Scuole di Lingue in Piemonte si sono uniti per cercare insieme una soluzione. Con sincerità e dignità in questi mesi hanno condiviso problemi ed opinioni, si sono uniti in un coro dove non c’è un solista ma tante voci che insieme chiedono di non essere abbandonati. Il confronto delle loro esperienze è riassunto in un sondaggio da cui si evince chiaramente la situazione precaria in cui ora versano: non è solo il drammatico calo di fatturato il punto di interesse, ma soprattutto la costante delle spese che devono affrontare, la riduzione dei turni lavorativi per il 40% di loro, la diminuzione della domanda di oltre il 70% e per oltre il 46% delle Scuole di Lingue una forte carenza di liquidità (che ha toccato anche le neocostituite le quali non hanno avuto accesso ai prestiti agevolati) ma, forse più di tutti, il fatto che come un effetto domino i loro collaboratori sono già in gran parte, e presto pericolosamente in aumento, rimasti senza lavoro. Perché le Scuole di Lingue a loro volta danno lavoro ad altre persone, i loro Docenti e il personale amministrativo, che il drastico calo delle prenotazioni a causa delle chiusure forzate ha visto rimanere senza incarichi e che vede una verosimile proiezione della situazione a breve con 1200 posti di lavoro a rischio nel 2021. Docenti che rappresentano altre famiglie in difficoltà, altri professionisti in stand by che chiedono solo di poter continuare a lavorare. Paragonate alle scuole pubbliche durante le chiusure, le Scuole di Lingue non hanno però ricevuto la medesima attenzione e soprattutto non è stata fatta una valutazione oggettiva dei reali rischi a cui si sarebbero esposti gli studenti. Non classi numerose ma corsi in piccoli gruppi, se non addirittura corsi individuali, in locali dove certamente è possibile attuare e monitorare tutte le misure per garantire la massima sicurezza a studenti e insegnanti. Non lezioni di una intera giornata ma di una o due ore che permettono di controllare il numero di presenze e garantire spazi più che sufficienti a non creare alcun tipo di assembramento. In un Paese dove vantiamo eccellenze quando si parla di cultura, non dimentichiamo che le Scuole di Lingue sono dei piccoli fiori all’occhiello che con la loro attenzione e la loro dedizione hanno sempre garantito la divulgazione di una fetta di quella cultura di cui tanto amiamo ricordare. E’ arrivato il momento di ascoltare, e soprattutto aiutare, anche loro.”

Ruffino (Fi): “Il governo vende illusioni”

Che cosa c’è di più pericoloso che vendere illusioni a un Paese stremato da quasi un anno di lockdown e di restrizioni, con l’economia boccheggiante e il lavoro autonomo e il commercio polverizzati da ristori ridicoli, quando arrivano? Una sola cosa è più pericolosa: il venditore di illusioni.

Il governo ha fatto scaldare i muscoli a sciatori e maestri di sci, al personale dei musei e dei teatri illudendo tutti che dal 18 gennaio sarebbe ripresa una cauta attività in questi settori.

Sappiamo oggi che non sarà così. Ci avviamo verso l’anniversario del primo contagio da Covid con l’Italia eternamente bloccata, con gli operatori abbandonati nella nebbia di decisioni annunciate, corrette, posticipate, revocate e infine contraddette da decisioni diametralmente opposte.

Tutto questo accade usando lo strumento del dpcm, quindi con decisioni autocratiche del governo e dei ministri competenti, con il Parlamento che apprende dalle agenzie e dai giornali le decisioni del governo. A ciò si deve aggiungere che il decreto ristori 5, quello che contiene le misure per le categorie rimaste fin qui escluse, come il settore dello sci, rischia di rimanere bloccato 8n caso di crisi del governo. I maestri e le scuole di sci, come molti altri operatori del settore, sono fermi da mesi e senza aver visto un solo centesimo dei ristori promessi. È una ferita sociale e uno scandalo politico di questo esecutivo che in un anno di pandemia ha messo in brache tutto il lavoro autonomo.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Droga a domicilio. Fermato corriere durante controllo

Aveva  cocaina in auto: arrestato dai carabinieri

A casa un borsone con oltre 5 kg di marijuana

Torino, 10 gennaio Continuano i controlli dei carabinieri del Comando Provinciale finalizzati a contrastare ogni forma di criminalità e assicurare il rispetto delle prescrizioni anticovid.
In particolare, a Chieri, nell’hinterland torinese, i carabinieri hanno arrestato un 33enne di Buttigliera D’Asti con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato fermato durante un normale controllo su strada. I militari dell’Arma, insospettiti dell’atteggiamento del 33enne, hanno deciso di procedere a perquisizione veicolare e personale e l’uomo è stato trovato in possesso di 50 grammi di cocaina, 800 euro, un telefono cellulare e un mazzo di chiavi di un appartamento a Castelnuovo Don Bosco (AT), in uso alla sorella della sua convivente. Alla domanda su che cosa ci facesse con le chiavi della cognata, l’uomo non ha risposto.
A casa, i carabinieri della Compagnia di Chieri hanno trovato un borsone contenente 5 kg di marijuana suddivisi in pacchetti da 500 grammi, 633 grammi della stessa sostanza nascosti in 6 posti diversi della casa, 265 grammi di hashish, una macchina sottovuoto per alimenti, utilizzata verosimilmente per il confezionamento dei sacchetti con lo stupefacente da consegnare ai pusher, e un altro telefono cellulare. Anche la padrona di casa, una 26enne, è stata arrestata per detenzione di droga

Gallo (Pd): “Prima i piemontesi? No, prima i più deboli!”

 “L’Assessora Caucino ha promesso una revisione della legge regionale sull’edilizia sociale che prevederà una corsia preferenziale per i piemontesi nell’assegnazione di una casa popolare, secondo lo slogan “Prima i piemontesi” un motto quanto mai in contrasto con le norme della nostra Costituzione e con quelle di un’Unione Europea libera, democratica, aperta” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La legge regionale 3/2010 deve essere rivista e aggiornata certo e la Giunta di centrosinistra ha iniziato a farlo, nella scorsa legislatura, a partire dall’accorpamento ATC e alla modifica della loro governance. Tuttavia, non credo che introdurre premialità basate sugli anni di residenza nella nostra Regione possa essere un criterio valido per risolvere il problema dell’emergenza abitativa dal momento che altri sono i fattori che determinano la necessità di richiedere una casa. La vulnerabilità sociale è, infatti, determinata dalla perdita del lavoro, dagli sfratti per morosità e penso che tutto questo non possa essere superato dagli anni di residenza in Piemonte” commenta Raffaele Gallo.

“Sostegno alla locazione, aiuto concreto a chi non è nelle condizioni di sostenere il canone di affitto, riduzione delle diseguaglianze abitative. Si deve continuare su questa strada senza abbandonarsi alla solita retorica e senza ridurre i fondi per l’edilizia sociale, come fatto oggi per finanziare i ristori per le RSA. E soprattutto, si dovrebbe proseguire il lavoro concreto e efficace iniziato nella scorsa legislatura pubblicando finalmente il bando attuativo della delibera del febbraio 2019 della Giunta Chiamparino che aveva individuato i criteri per gli interventi nel campo del Welfare e la classificazione dei comuni ad alta tensione abitativa e sbloccando 60 milioni destinati a costruire 400 alloggi di edilizia convenzionata con la conseguente creazione di 1.200 posti di lavoro. Questo sì che sarebbe un primo atto per dare una casa a tanti cittadini bisognosi” conclude Gallo.

Covid: “Nelle carceri situazione sotto controllo”

DA PALAZZO LASCARIS / “La situazione attuale nelle carceri piemontesi è sotto controllo, con 12 detenuti, 32 agenti e 2 operatori positivi, ma in contesti chiusi con problemi di sovraffollamento è difficile rispettare le regole del distanziamento e il rischio di focolai è sempre presente”, ha spiegato il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Bruno Mellano, al gruppo di lavoro della IV Commissione sulla gestione dell’emergenza Covid presieduto da Daniele Valle, che si è riunito per proseguire l’indagine conoscitiva che si concluderà nel mese di giugno.

“Per questo – ha continuato Mellano – è stata importante la decisione di una presa in carico più diretta e condivisa del contesto penitenziario da parte dell’Unità di crisi, individuando nel referente dell’area giuridico amministrativa, Antonio Rinaudo, il soggetto di riferimento”.
Dall’inizio della pandemia all’8 gennaio 2021 sono stati 277 i positivi al Covid 19, per lo più asintomatici, detenuti negli istituti penitenziari del Piemonte: i numeri più alti si sono registrati a Torino, Alesssandria e Saluzzo, mentre alcuni istituti sono stati esenti dal contagio. Durante la prima ondata, con 4500 detenuti (dato di febbraio 2020, oggi sono 4200) per una capienza effettiva di 3700 posti sull’intero territorio regionale, le difficoltà a garantire le misure di distanziamento sociale e la carenza di dispositivi di protezione individuale, hanno determinato un alto rischio di contagio per la popolazione carceraria, in molti casi affetta da pluripatologie. Positivi in quella fase anche 200 agenti della polizia penitenziaria.
Nella sua relazione Mellano ha sottolineato come la pandemia abbia fatto emergere con maggior evidenza l’esigenza di costruire un servizio organizzato di sanità penitenziaria, che necessita di investimenti di lungo periodo, con interventi di edilizia radicali e maggior raccordo tra le amministrazioni penitenziarie che gestiscono le strutture e le Asl, in capo alle quali è la gestione della sanità penitenziaria. Ci sono stati casi in cui la gestione dell’emergenza è avvenuta in sinergia, altri in cui le due amministrazioni hanno operato in autonomia l’una dall’altra, con risultati meno efficaci.
Per contenere la diffusione del virus nella prima fase è stato rallentato l’ingresso di nuovi detenuti, incentivando dove possibile il ricorso agli arresti domiciliari e l’affidamento ai servizi. Anche nella gestione dei positivi, si è fatto ricorso nelle situazioni che lo consentivano a strutture non detentive o al differimento della pena ai fini della cura. Sui tamponi non c’è stato un orientamento uniforme da parte delle aziende sanitarie: l’Asl Cuneo1 ha effettuato oltre il 40 per cento di tutti i tamponi della regione (990), mentre Biella e Asti ne hanno fatti in numero esiguo.
Inoltre, è stata sospesa l’attività di espulsione e rimpatri forzati del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi, ripresa negli ultimi mesi soltanto con la Tunisia, mentre per quanto riguarda le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), quella di Bra non ha avuto contagi, quella di San Maurizio è stata invece interamente positivizzata, con l’unico caso nazionale di decesso per Covid.
Una serie di domande sono state poste dai commissari Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre), Domenico Rossi (Pd), Marco Grimaldi (Luv), Alessandro Stecco (Lega) e dal presidente Valle.

Confagricoltura: investire in ricerca e sviluppo per il mais

E’ fondamentale il rilancio della produzione di granoturco, per rafforzare la filiera e fornire all’industria di trasformazione locale materie prime di qualità per la realizzazione di specialità alimentari sempre più apprezzate dai consumatori”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, valuta positivamente le decisioni assunte dal tavolo tecnico ministeriale che si è riunito di recente a Roma, nel quale Confagricoltura ha sostenuto la necessità di potenziare il comparto maidicolo, con strumenti di sostegno che vanno da un diverso utilizzo dei fondi europei all’incentivazione delle coltivazioni attraverso un’adeguata premialità, alla diffusione di pratiche produttive innovative.

È necessario rafforzare ricerca, innovazione e assistenza tecnica”, sostiene il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro, aggiungendo che “l’Università di Torino ha sempre dedicato grande attenzione alla ricerca e alla sperimentazione sul granoturco: con i fondi che l’Europa mette a disposizione per migliorare la sostenibilità delle produzioni occorre individuare percorsi produttivi per specialties in filiera e per rispondere alle sfide ambientali; inoltre è necessario aprirsi senza pregiudizi all’analisi e alla verifica in campo delle potenzialità delle NBT (New breeding technique), cioè cisgenesi e genome editing”.

La coltivazione del granoturco registra una progressiva riduzione degli ettari investiti che, in 15 anni, si sono praticamente dimezzati, favorendo la crescita delle importazioni nel nostro Paese.

Le aziende maidicole italiane sono circa 100.000 e investono meno di 600.000 ettari. Il Piemonte – precisa Confagricoltura – offre un contributo di primo piano alla produzione nazionale, con  15.526 aziende e 137.655 ettari di superficie coltivata. “Si tratta di un dato importante – sottolinea Enrico Allasia – ma nel 2010 le aziende erano 22.896 e gli ettari 170.913. La coltivazione ha subito una pesante battuta d’arresto e per questo occorre provvedere a rilanciarla, per non mettere a rischio le nostre produzioni alimentari di qualità”.

Una fotografica “chiamata alle arti” ideata da Guido Harari e da Paolo Ranzani

“Photo Action per Torino 2020” Temporaneamente on line, alla GAM di Torino. Fino al 28 febbraio 2021

Dall’immagine “doppia” di David Bowie, cristallizzata in una sorta di desertico paesaggio lunare, opera del ’73 realizzata dall’oggi ottantaduenne fotografo giapponese Masayoshi Sukita a “Il bacio” klimtiano del milanese Mauro Balletti, fino al “mosaico fotografico” attraverso cui il comasco Maurizio Galimberti scompone e ricompone il volto di Johnny Depp e al piccolo “Diego” che procede in bilico su una nuvola a firma del “fotografo delle emozioni” Simone Bramante ( in arte “Brahmino”), sono ben 105 le stampe fotografiche ospitate alla “Wunderkammer” della GAM di Torino, fino al 28 febbraio dell’anno prossimo.

Realizzate da grandi e celebri fotografi italiani e internazionali, rappresentano il corpus dell’iniziativa “Photo Action per Torino 2020”, la “chiamata alle arti” ideata, coordinata e curata nel maggio scorso, in piena emergenza sanitaria, dai fotografi Guido Harari e Paolo Ranzani insieme a “Wall Of Sound Gallery” (la prima galleria fotografica in Italia interamente dedicata al mondo della musica e aperta nel 2011 ad Alba dallo stesso Harari) per sostenere il progetto di un “Fondo Straordinario Covid-19” creato dall’Associazione “U.G.I. Onlus”.

All’appello hanno aderito più di 100 fotografi che a titolo gratuito hanno messo a disposizione una loro immagine, proposta per l’occasione ad una cifra simbolica di 100 Euro. Oggi, a cinque mesi dal lancio dell’iniziativa, il fondo ha raggiunto la cifra record di 70.100 Euro. E la GAM contribuisce al progetto, ospitando per tre mesi le opere donate dai fotografi interpellati, attraverso una mostra che avrebbe dovuto aprirsi “in presenza” giovedì prossimo 19 novembre e di cui per ora si potrà invece, seguire, causa lockdown, l’allestimento e la preparazione solo sui canali social del Museo di via Magenta: https://www.gamtorino.it/it/eventi-e-mostre/photo-action-torino-2020. Alla riapertura degli spazi museali, la rassegna sarà aperta al pubblico, sempre nel pieno rispetto di tutti i protocolli di sicurezza.

I soggetti delle foto, che vanno da immagini classiche ad altre assolutamente inedite e rese disponibili per la prima volta in occasione di “Photo Action”, spaziano dalle grandi icone del XX secolo (da David Bowie a Savador Dalì a Maria Callas), ai mostri sacri della musica rock e pop (da Bruce Springsteen a Patti Smith, da Ezio Bosso a Lucio Battisti, da Lou Reed e Laurie Anderson a Mick Jagger) per indagare e fermare in immagini memorabili i volti stellari dello spettacolo e della cultura (da Federico Fellini a Massimo Troisi, da Vittorio Gassman a Robert De Niro, da Eduardo De Filippo a Carmelo Bene e a Mario Rigoni Stern). Un posto di rilievo hanno anche i reportages, il mondo della moda e dell’arte, così come la fotografia di ricerca (dai nudi d’autore di Franco Fontana alle scomposizioni fotografiche di Joe Oppedisano fino alle meditazioni visive di Simone Bramante). Grandi, davvero grandi fototografie. E grandi, davvero grandi fotografi.

Per una rassegna che si può ben dire rispecchi lo stato dell’arte della fotografia internazionale. E che, alla riapertura del Museo, potrà essere pienamente fruibile dai visitatori (compresi i possessori di Abbonamento Musei) pagando un biglietto d’entrata simbolico al prezzo di 1 Euro. L’intero ricavato della biglietteria sarà devoluto all’Associazione “U.G.I. Onlus”, così come il ricavato della vendita dei cataloghi, che già si possono ottenere a fronte di una libera donazione. Inoltre durante il periodo della mostra si potranno acquistare le 105 stampe esposte – un pezzo unico, una sola stampa per immagine – in formato 30x42cm. prenotandole sul sito https://www.photoactionpertorino.org alla cifra di 300 Euro per fotografia, anche in questo caso interamente devoluta.

Gianni Milani

“Photo Action per Torino 2020”
https://www.gamtorino.it/it/eventi-e-mostre/photo-action-torino-2020
GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Nelle foto

– Masayoshi Sukita: “David Bowie, Dawn of Hope”, 1973
– Mauro Balletti: “Il bacio”, 2012
– Maurizio Galimberti: “Johnny Depp”, Venezia 2003
– Simone Bramante “Brahmino”: “Diego”, 2017
– Joe Oppedisano: “Duomo di Milano”, 1992

Covid, over 65 con patologie: test rapidi gratuiti fino al 14 febbraio

Prorogata la campagna “Natale sicuro” voluta dalla Regione per quella fascia di popolazione maggiormente esposta a complicazioni in caso di contagio. L’assessore Marnati: “Una proroga utile anche alla luce dell’andamento dell’epidemia”

Avviata in prossimità delle festività natalizie, sarebbe dovuta terminare ieri e invece, alla luce dell’andamento dell’epidemia, la campagna di test rapidi gratuiti su base volontaria per i piemontesi over 65, asintomatici ma con patologie croniche, è stata prorogata fino al 14 febbraio.

Obiettivo dell’iniziativa, che era stata messa in campo dalla Regione Piemonte nel periodo delle festività natalizie, è quello di aumentare il livello di tutela della salute e quindi, da una parte mettere in sicurezza questa fascia di popolazione più fragile e maggiormente esposta a rischi di complicazioni in caso di contagio, dall’altra tutelarne anche il benessere psicologico.

Dall’inizio della campagna sono stati circa 900 gli ultrasessantacinquenni che si sono sottoposti al test, 63 sono risultati positivi (circa il 7% del totale).

“Riteniamo utile prorogare un servizio che è stato molto apprezzato dalla popolazione – commenta l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – anche alla luce dell’andamento dell’epidemia”. “Un’iniziativa – rimarca – dalla duplice valenza, sanitaria e psicologica”.

I test rapidi per gli over 65 con patologie croniche (che vanno dal diabete all’ipertensione, dalle patologie vascolari a quelle neoplastiche) sono gratuiti e possono essere prenotati attraverso i medici di base. Vengono effettuati negli oltre 70 hotspot e pitstop attivi sul territorio regionale e proseguiranno fino al 14 febbraio. Si ricorda che in caso di risultato positivo al test rapido, verrà eseguito, sempre gratuitamente, il tampone molecolare.

Consorzio vini Colline del Monferrato: ecco il direttivo

Nuovo direttivo per il triennio 2021-23 per il Consorzio vini Colline del Monferrato Casalese, così come deliberato in occasione dell’assemblea dei soci di fine anno.

Presieduto da Luigi Ronchetti, il neo direttivo annovera rinnovi e new entry. Questa, la nuova composizione: Ronchetti (Azienda Agricola Cascina Allegra di Ottiglio Monferrato), Claudio Coppo (Cantina di San Giorgio Monferrato), Mirko Carzino (Cantina di Serralunga di Crea), Franco Angelini (Azienda Agricola Angelini Paolo di Ozzano Monferrato), Francesca Accornero (Azienda Agricola Accornero Giulio e Figli di Vignale Monferrato), Giacomo Cattaneo Adorno (Azienda Agricola Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano), Tina Sbarato (Azienda Agricola Sbarato di Gabiano), Elena Novarino (Tenuta la Faletta di Casale Monferrato) e Fabio Saravesi (Azienda Agricola San Sebastiano di Dealessi di Lu Monferrato). Confermato il revisore dei conti e sindaco unico Carla Rondano. Il prossimo 13 di gennaio si riunirà il primo direttivo per l’elezione del vicepresidente.

Domenico Ravizza della Vicara, presidente in carica dalla costituzione del Consorzio, ha così passato il testimone, pur confermando disponibilità e collaborazioni future. Ronchetti, laureato in Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Milano, con un Master Universitario in Enologia e Marketing alla Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha frequentato il programma OWP presso IMD di Losanna e, dal 1976, è iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologici. Attualmente in quiescenza, ha all’attivo 35 anni di esperienza lavorativa nel settore Medical Devices & Diagnostic in Italia e all’estero, in qualità di Dirigente prima e, successivamente, di Presidente e Amministratore Delegato delle filiali italiane di settore delle multinazionali Eastman Kodak, Johnson&Johnson ed EliTech Group. Convinto sostenitore della cultura d’impresa e dell’associazionismo rappresentativo, Ronchetti ha ricoperto, per anni, posizioni di vertice in ambito Assobiomedica-Diagnostici, l’associazione delle Aziende MD&D di Confindustria in Assobiomedica Servizi ed è stato presidente del CdA di Istud Spa Business School. Maestro Assaggiatore di Vino Onav e membro cooptato del Consiglio della Sezione Onav di Varese, il neo presidente del Consorzio monferrino vede nel vino, sia in termini di business sia quale motivo di degustazione tecnica/edonistica, l’oggetto della propria attuale attenzione professionale e del proprio interesse culturale e di studio.

“Ringrazio Ravizza per la stima e la proposta d’incarico e i soci, tutti, per la fiducia con la quale hanno voluto affidarmi il ruolo di guida del Consorzio Colline del Monferrato Casalese. Una responsabilità complessa e impegnativa in un contesto di non facile evoluzione, anche per noi del mondo del vino. Contesto che impone, non solo, di dar seguito all’intenso lavoro promozionale svolto in precedenza ma, soprattutto, di ripensare le strategie e reinventare le attività, per affrontare in modo efficace una sfida, nella quale il passato è solo il punto di partenza. Accetto questo nuovo incarico con dedizione e consapevolezza e con la volontà di dare un contributo all’affermazione della nostra produzione e delle nostre aziende”.

Nella foto Luigi Ronchetti

Oggi 6818 vaccinati contro il Covid nella nostra regione

IL TOTALE DIVENTA  55.075 (66,5% DELLE DOSI DISPONIBILI)

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che oggi (dato delle ore 17.30) le persone che hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid sono state 6.818.

Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 55.075 dosi, corrispondenti al 66,5delle 82.810 finora consegnate al Piemonte.

La Fase 1, come noto, coinvolge il personale del servizio sanitario regionale, accanto ad ospiti e operatori delle Rsa.