ilTorinese

Arrestato dopo l’ennesima aggressione alla ex compagna

Dopo un prima colluttazione sotto casa, l’ha inseguita in auto

Un cittadino italiano poco più che ventenne è stato arrestato lo scorso sabato dagli agenti della Squadra Volante, che lo hanno fermato mentre tentava di aggredire nuovamente la ex compagna: l’uomo era già riuscito ad infrangere con un pugno uno dei finestrini dell’auto con cui la donna era fuggita per scampare alla sua furia.  Davanti ai poliziotti, l’aggressore ha mantenuto un atteggiamento violento e minaccioso, ed ha insultato sia la donna che gli agenti. Da accertamenti svolti nell’immediato  è emerso che il giovane,  da quando la convivenza con la compagna si è interrotta, alcuni mesi fa, a causa del suo comportamento violento,  l’ha in più occasioni offesa, minacciata di morte e percossa, causandole, nel corso di un episodio, finanche la frattura del setto nasale. Sabato mattina, l’uomo ha minacciato telefonicamente il suicidio alla ex, addossandole la colpa del gesto e con tale stratagemma le ha teso un agguato, dandole appuntamento sotto casa della madre. A nulla sono valsi i tentativi dei familiari presenti di riportare alla calma il loro congiunto: sono solo riusciti a trattenerlo giusto il tempo necessario per dare alla vittima di mettersi in macchina e fuggire, mentre forniva la propria posizione al 112 NUE. Gli agenti della Squadra Volante, raggiunta celermente la coppia,  hanno arrestato il giovane per maltrattamenti  in famiglia e danneggiamento aggravato; lo hanno altresì denunciato per minaccia ed oltraggio a pubblico ufficiale.

Le opposizioni: “Diritto allo studio, si cambi marcia”

Nel corso della sesta commissione del Consiglio regionale  è stata audita IRES sulla ricerca “Covid-19: quale impatto sulle immatricolazioni negli atenei del Piemonte?”

Tra i dati interessanti è emerso come lo strumento della didattica a distanza, che potrebbe immaginarsi disincentivante la mobilità, può invece risultare un fattore attrattivo nella scelta dell’ateneo. Da questo si ipotizza infatti derivi l’aumento delle immatricolazioni di studenti stranieri. La didattica a distanza può essere anche un’occasione per recuperare alla formazione universitaria fasce di popolazione più adulte o comunque impegnate già in lavori che impedivano l’accesso ai corsi universitari, specie provenienti da percorsi di formazione professionale.
Per ricercare una crescita dell’attrattività dei nostri atenei, risultano comunque decisivi lo sviluppo dei corsi in lingua inglese, anche a fronte del tema brexit, e il potenziamento di servizi, sostegni al diritto allo studio e residenzialità.

“Una ricerca dell’Ires Piemonte indica chiaramente che per molti studenti il diritto allo studio in Italia è in parte inapplicato e questo è dovuto in buona parte all’assenza di posti letto in residenze universitarie e al caro affitti, fenomeno che nelle grandi città rende impossibile il trasferimento di molti universitari” – dichiarano Valle, Sarno e Grimaldi. “In Europa il 18% degli studenti alloggiano in residenze universitarie (con punte dal 31 al 41% della Svezia, della Finlandia e della Turchia), in Italia solo il 3%; in Italia i posti letto complessivi sono 51.672 in Francia sono 175.000 e in Germania 194.268, con il risultato che degli oltre 410.000 studenti fuorisede in Italia solo il 12% alloggia in una residenza universitaria, sia pubblica che semi pubblica. Il Piemonte è fermo ai 2000 posti letto generati perlopiù da riconversione dei media Center olimpici. È ora di utilizzare i fondi nazionali della 338 e del Recovery Fund per aprire una nuova stagione”.

Bocciofila in Barriera, una lezione di dignità e identità

La bocciofila Mossetto è li da 115 anni. Ora, mi sembra, mi appare decisamente assediata tra senza fissa dimora, extracomunitari, e persone considerate e che vogliono considerarsi ai margini. Ha resistito alle intemperie della natura, come nel 2000, quando si poteva andare in barca per via Borgo Dora. 

O nel 1917 agli scontri tra operai in sciopero per la fame e l’immancabile polizia sabauda.  Il cuore degli scontri il ponte Mosca, giusto a 50 metri.  Più volte Torino ha ” profumato ” di rivoluzione. Vero, la rivoluzione è quella cosa che la vedi da diversi punti di vista. La bocciofila Mossetto era punto di snodo tra il centro aristocratico e la Barriera. 40 anni fa , giusti giusti , ci si andava a cena e c’ era chi si ricordava dei carbonai che alle basse di Stura portavano il carbone per il riscaldamento. I più morigerati si accontentavano di un 1 quarto di vino rosso. I più balzandosi bevevano il grigio verde.  Grappa e menta. E parliamo delle 4 0 5 del mattino, per almeno 7 mesi come riscaldarsi era all’ordine del giorno. In quel punto il buio si mischiava alla nebbia e alla umidità della Dora con il relativo profumo di muschio o di muffa. Allora non ero patentato e sposato già da due anni. Sono sempre stato impaziente e, come amo dire ancora oggi, forte nei primi cento metri della vita, ma debolissimo nei 5000 ostacoli. Intuitivo ma non costante.

Mia moglie Antonella Antonioni, insegnante di scuola materna, impegnata nel sindacato Cgil Enti Locali. Ovviamente compagna anche in politica. Del resto tutti, fratelli e sorella erano dei nostri. Forse, oserei dire, di più di noi. Luigi, il maggiore, delegato sindacale della Pininfarina e consigliere comunale di Grugliasco. Zona ovest, la Stalingrado di Torino.  Bernardino, detto Dino, simbolo della rivolta operaia.  Immortalato mentre lancia sassi alla polizia nel luglio ’69. In quei mesi cassa integrazione Fiat. Poi fondatore della Nuova cooperativa.  Coop di servizi. Terza, Angela la pasionaria. L’ho vista mentre impavida, da sola affrontava un plotone della celere a difesa dei manifestanti che scappavano atterriti. Antonella ed Angela. Le avevo soprannominate le sorelle Materassi per quella punta di dolce acidità che le ha sempre caratterizzate. Per Angela convivenza con Gianni Argenziano, funzionario Fiom a Mirafiori per gli Enti centrali. Impiegati.

Dopo i 35 giorni ha resistito 2 anni al Sindacato e poi ha sbattuto la porta ed è tornato al lavoro attivo. Tutti e quattro a cena alla bocciofila Mossetto. Tanto fumo, cucina alla bell’e  meglio, direi vinaccio, ma che atmosfera. Atmosfera di Barriera e di resistenza operaia.  Roba d’ altri tempi. Roba di ricordi senza altro. E questa volta non bei ricordi. L inizio di una fine di qualcosa che c’era sempre stato a Torino: il lavoro. 24000 operai in cassa integrazione dimostravano che molto era cambiato.  Per allora non credevo nella cosiddetta etica del lavoro. Non ero mai stato a lavorare in fabbrica. Per me la fabbrica era solo un luogo da cui scappare.

Quella sera fungeva da cameriere un amico di Gianni Argenziano. Di statura modesta , parlava un misto di piemontese e pugliese. Ex delegato di Mirafiori e scapolo. Niente lavoro in nero. Lavorava in bocciofila per passare il tempo e non era contento di far niente. Altri lo sfottevano amichevolmente: sempre a rompere le palle. Lui si schermiva: manco alle bocce son capace, come mi manca la fabbrica. Stai scherzando? Dissi decisamente sbigottito. Sei pagato per non fare nulla.  Qualche piccolo lavorino per integrare la cassa.  Capisco che non capisci. Essendo delegato gli operai mi chiedevano informazioni o si lagnavano di qualcosa   che in reparto non andava ed io intervenivo. Ero qualcosa e qualcuno che non sono più. La fabbrica mi dava dignità che ho perso con il tempo libero.  Francamente , lì per lì non capii perché non accettai. Non accettai perché capire voleva dire mettere in discussione le proprie, passate e tramontate convenzioni.

A Torino ci sono nato. Naturale amarla per quello che era stata ed era diventata. Difficile, se non impossibile, accettare quello che sarebbe stata. Che questo cambiamento ci sarebbe entrato dentro, cambiandoci nell’intimo dell’anima. E, probabilmente, non in meglio. Magari, ancorché avevo solo 23 anni, entravo nella dimensione del ricordo e del rimpianto. Cosa è diventata la nostra città, la mia Barriera di Milano, è sotto gli occhi di tutti. E non meglio di ieri, indubbiamente. E forse, anche noi, almeno il sottoscritto, non siamo meglio di ieri. Sarà populismo ma quell’operaio mi aveva insegnato la dignità. Una dignità senza se e senza ma. Dignità legata alla identità.  L’ex delegato diceva di aver perso la dignità perché avevo perso l’identità.

Ed identità è sapere anche che cosa si è ed eventualmente che cosa si vuole diventare. Oggi è chiaro che Torino ha perso identità perdendo, se volete, anche un po’ di dignità. Un po’ perché un insieme come una città non può, non sa , e non deve perdere tutta la sua dignità. Inguaribili ottimisti continuiamo a sperare in una nuova identità per la nostra Torino e anche per noi. Cambiare è bello, purché sia positivo, dunque migliore che ieri.

Patrizio Tosetto

La “Censa di Placido” che incantò e ispirò Beppe Fenoglio

Dalla Fondazione “Bottari Lattes” al Comune di San Benedetto Belbo, passaggio delle consegne. Monforte d’Alba (Cuneo)

Luogo “in cui è custodito il vero spirito della Langa fenogliana”, più volte citato nelle opere dello scrittore albese – e per questo dichiarato nel 2012, dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte, edificio di particolare interesse storico e culturale – la “Censa di Placido”, la “Casa di Placido”, passa dalla Fondazione “Bottari Lattes” al Comune di San Benedetto Belbo in cui la costruzione ( acquisita con asta pubblica nel 2010 dalla Fondazione di Monforte d’Alba ) ha sede.

Un passo importante. La concessione al Comune permetterà infatti di poter accedere con più facilità ai finanziamenti pubblici necessari per il completamento del restauro – già avviato in questi anni dalla stessa Fondazione con risorse proprie e con contributi della Fondazione C.R.C. e del G.A.L. (Gruppo azione locale Langhe e Roero Leader), oltre che della “Cantina Terre del Barolo” e della casa editrice “Einaudi” – dell’edificio, risalente alla prima metà dell’Ottocento, in pietra di Langa, con il tetto in lose e i solai in legno. Costruita nella centrale contrada dei Casazzi, a San Benedetto, in quell’alta Valle Belbo particolarmente amata da Beppe Fenoglio che (fra Cravanzana e San Benedetto, passando per Feisoglio, Niella Belbo, Mombarcaro e Bossolasco) era solito trascorrere qui gran parte delle sue vacanze estive, la “casa di Placido” da sempre soprannominata la “Censa di Placido”, era la classica bottega di paese che all’epoca vendeva di tutto, dai generi di monopolio agli alimentari alle stoviglie fino alla merceria e alla ferramenta ed era anche adibita a bar e osteria, denominata “L’Osteria dei fiori”, con il forno per il pane sul retro.

Rimasta aperta fino al 1991 e lungamente frequentata da Fenoglio, la censa è scenario e sfondo di diversi episodi narrati nelle sue opere, centro ideale del microcosmo paesano che rappresenta nei suoi racconti di Langa: il luogo degli incontri, dei dialoghi e dei pettegolezzi, delle aspirazioni, delle tragedie di una piccola realtà chiusa che diventa esemplare della condizione stessa dell’uomo nel mondo. Oltre che nel romanzo “La malora” ( “Dovevamo sentirci piuttosto forti se, quando io ero sugli otto anni, i miei tirarono il colpo alla Censa di San Benedetto. La presero invece i Canonica, coi soldi che s’erano fatti imprestare da Norina della posta”), è presente nei racconti “Un giorno di fuoco”, “Superino”, “La novella dell’apprendista esattore” e “Il paese”, dove lo scrittore racconta le partite di pallone elastico che si giocavano nel cortile dell’osteria.

Ricco di antiche suggestioni è anche lo spazio antistante alla “Censa”, con la panca di pietra sovrastata dai due maestosi ippocastani, sotto i quali lo scrittore amava sedersi a contemplare il Passo della Bossola, in attesa del passaggio della corriera di Alba, “madama la corriera”, momento che scandiva la vita del paese. Momento fra i tanti, insieme alle voci, alle chiacchiere alle rivalità e agli aneddoti buttati lì con una risata da quel Placido Canonica, gestore della “Censa”, arguto affabulatore di racconti – più o meno veri – della Langa fenogliana e lui stesso diventato protagonista costante delle storie che sanbenedettesi di Fenoglio. Oggi quei muri, quella slabbrata bottega su cui il tempo ha infierito non poco necessitano di un attento e definitivo restauro, garantito dalla concessione in usufrutto gratuito al Comune di San Benedetto Belbo. Sotto il segno di una garantita sinergia fra la Fondazione “Bottari Lattes” e l’amministrazione pubblica, con lodevoli prospettive e obiettivi ambiziosi. “La nostra volontà – spiegano Caterina Bottari Lattes, Presidente della Fondazione, ed Emilio Porro, Sindaco di San Benedetto– è quella di restituire alla comunità la vecchia osteria di Placido Canonica quale luogo di incontro e di attività culturali, allestendo anche il museo interattivo. Il sogno che ci impegniamo a far diventare realtà è fare rivivere questo spazio, così simbolico e ricco di letteratura e storia, come luogo di incontro, di scambio, di socialità e di lettura, con incontri, seminari, esposizioni. Ma anche creare un punto di accoglienza turistica e di ristoro per gustare la cultura attraverso i sapori enogastronomici del territorio”.
g. m.

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Nelle foto
– La “Censa di Placido”, com’é oggi
– Beppe Fenoglio
– Caterina Bottari Lattes

Ream Sgr: nuova acquisizione per conto del Fondo Geras

REAM SGR, per conto del Fondo immobiliare GERAS, ha acquisito da FCA Partecipazioni la proprietà di un immobile sito a Torino in Corso Massimo d’Azeglio, utilizzato da CeMeDi come centro medico con diverse specializzazioni oltre a diagnostica per immagini e laboratorio analisi. Tale acquisizione è stata fatta nell’ottica di diversificare il portafoglio del Fondo, fino ad oggi composto esclusivamente da Residenze Sanitarie Assistenziali.

Con la formalizzazione di questa operazione e con altre attualmente in fase di avanzata due diligence, inoltre, il Fondo si avvicina all’obiettivo complessivo di investimento fissato in Euro 270 milioni.

REAM SGR continua così nella sua politica di investimento in strutture a servizio delle persone. In tale direzione va anche la prosecuzione del collocamento del Fondo GERAS 2, il quale oggi ha in portafoglio circa 850 posti letto (suddivisi fra strutture socio sanitarie e ricettive) e ha in pipeline ulteriori investimenti per complessivi circa Euro 90 milioni in immobili adibiti a servizi di natura socio-assistenziale e/o socio-sanitaria e/o servizi sanitari di qualsiasi tipo o natura e/o di natura residenziale sociale, e/o a residenze universitarie e/o a strutture ricettive e/o ad uso ufficio.

REAM SGR S.p.A., società di gestione del risparmio con un azionariato espressione al 100% di Fondazioni di origine bancaria piemontesi, ha istituito e gestisce 13 fondi immobiliari con portafogli di immobili di varia tipologia: trophy, uffici, residenziale, commerciale, sanitario, green economy, NPL, per un AUM pari a oltre Euro 1,4 MLD.

Spettacolare pareggio 1-1 tra Juventus ed Atalanta

Gol di Chiesa per i bianconeri
Pareggio di Freuler per i bergamaschi

Rigore fallito da Ronaldo nel secondo tempo: è il quarto errore dal dischetto in Italia per il fuoriclasse portoghese.
Juve subito in partita con un ottimo primo tempo con trame di gioco spettacolari.Soltanto le grandi parate del portiere orobico Gollini hanno evitato il tracollo dell’Atalanta che è cresciuta nel secondo tempo pervenendo al  pareggio.La Juve ha perso 2 punti importanti per scalare il primo posto in classifica.Il tecnico Pirlo è soddisfatto in parte perché la sua Juve deve ancora acquisire maggior continuità.Il futuro è comunque roseo per la squadra bianconera.

Qui Toro: il tecnico granata Giampaolo ha chiesto una prova d’orgoglio al suo Torino nella difficilissima partita di domani sera a Roma contro i lanciatissimi giallorossi.La squadra effettuerà vari cambi e si vedrà un cambio di modulo con il 3-5-1-1,con Lukic trequartista alle spalle di Belotti,sulle fasce Singo ed Ansaldi,a centrocampo Gojak,Segre e Linetty
In porta fuori, probabilmente,Sirigu e dentro il gigante Milinkovic Savic..trio difensivo composto dal rientrante Bremer Lyanco e Rodriguez.È necessario un risultato positivo per rilanciare la classifica ma soprattutto l’autostima personale della squadra.

Vincenzo Grassano

La staycation, una vacanza a casa

Se ne parla tanto negli ultimi 2 anni. L’arrivo della pandemia ha consolidato il suo successo. La staycation. Che cos’è?

La staycation è una vacanza fatta rimanendo a casa; è un termine anglosassone composto dalle parole “stay” = stare e “vacation” = vacanza, come dire “stacanza”. In qualunque modo vogliamo chiamarla, può rivelarsi un’esperienza estremamente piacevole se fatta nel modo giusto e nella propria città o paese d’appartenenza.Senza stravolgere le proprie abitudini ed in totale rilassamento. Quante volte vorremmo visitare un museo oppure una galleria d’arte ma rinviamo perché “tanto”è vicino casa e possiamo recarci in qualsiasi momento ed intanto passano anni.Quante volte vorremmo leggere un libro,guardare la TV senza pensare a cosa dover cucinare per pranzo e cena in totale relax? Oppure andare al cinema,a teatro e rientrare in albergo dove è già tutto pronto in camera ed al ristorante? Tante volte lo abbiamo pensato!

Avere lenzuola fresche ogni giorno, servirsi al buffet a volontà o approfittare del servizio in camera.Le lunghe sere d’estate  in una piscina panoramica, passate a prendere fino all’ultimo raggio di sole e seguite da una lunga e calda doccia, un cocktail al bar dell’hotel e una cena in terrazza. Tutte le cose che amiamo degli hotel possono essere piacevoli allo stesso modo anche in un hotel vicino casa. Infatti un soggiorno in un hotel nella tua città può portare un’ondata di vita ed entusiasmo nel vicinato. Che si tratti di un hotel di lusso a 5 stelle tutto incluso o di un piccolo  hotel.In questo modo si fa girare il commercio anche nella proprie città,messe in ginocchio dalla crisi economica e dalla pandemia.

Vincenzo Grassano

Nasce a Torino il modello di Università inclusiva

Linee guida e formazione innovativa a livello nazionale per la valorizzazione delle differenze tra chi studia 

Ieri, mercoledì 16 dicembre, in diretta streaming dall’aula magna della Cavallerizza Reale, il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, la Delegata del Rettore per Disabilità e DSA Prof.ssa Marisa Pavone e la Direttrice Generale, Loredana Segreto, hanno illustrato le novità e i progetti che UniTo mette in campo in favore delle studentesse e degli studenti con disabilità e con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

L’Università di Torino presenta oggi il suo modello per promuovere l’inclusività di studentesse e studenti con disabilità e DSA. Sulla base di una importante esperienza consolidata nel tempo, con l’obiettivo di fare degli ambienti della formazione una “zona di conforto” per ciascuna specificità personale, UniTo ambisce a compiere un salto di qualità.

I numeri confermano il ruolo guida di UniTo a livello nazionale sulle politiche di inclusione degli studenti e delle studentesse con DSA. L’Ateneo torinese, infatti, ha registrato un primato nazionale di immatricolazioni di studenti con DSA (1993 studenti con DSA, +25% rispetto allo scorso anno accademico), rispetto agli altri Atenei italiani, per andare incontro alle loro esigenze, come a quelle degli studenti con disabilità (897 studenti disabili, +1% rispetto allo scorso anno accademico).

Il valore aggiunto di UniTo è dato da due interventi unici a livello nazionale, rivolti alle due principali fonti di erogazione dell’offerta formativa:

·         “LINEE GUIDA” per i docenti su come gestire concretamente la didattica – in aula, nei laboratori e nei tirocini – perché sia accessibile alla generalità degli studenti, con particolare cura per quelli con esigenze speciali

·        FORMAZIONE per studenti/studentesse volontari che aiutano i compagni e le compagne a studiare

Quello della formazione degli studenti e delle studentesse tutor è un progetto rivolto a coloro che partecipano alla selezione per essere tutor alla pari. È fruibile online, accessibile, e propone materiali di vario tipo: interattivi, con animazioni (avatar che svolgono i ruoli di tutor, studenti e docenti), e testuali, con e-book da consultare durante l’esperienza. Una formazione obbligatoria che deve essere svolta individualmente prima dell’inizio dell’attività di tutorato, vale 5 ore di servizio e prevede un’autovalutazione. In aggiunta, i partecipanti potranno partecipare al miglioramento del tutorato, attraverso un diario in cui raccogliere i propri suggerimenti sull’esperienza (criticità e punti di forza), da riferire all’Ufficio preposto di Ateneo.

Le linee guida invece intendono fornire un know-how snello e di facile accessibilità, di supporto ai docenti, per misurarsi nella didattica in presenza e a distanza con gli studenti che presentano disabilità e DSA: dalla progettazione del corso, all’iter di accoglienza, allo svolgimento dell’insegnamento, agli esami, alla tesi. Il documento illustra gli indirizzi di azione programmatica, i principi di progettazione universale e di accessibilità e i principali modelli di approccio alle disabilità; informa sulle caratteristiche degli studenti con disabilità (sordi, ciechi, giovani con problemi fisici o psichici) e con DSA (dislessici, discalculici, disgrafici); si focalizza in modo esteso sui suggerimenti pratici e organizzativi per una didattica inclusiva (strumenti di compensazione e misure dispensative, come preparare il materiale didattico) sia nella fase dello studio sia agli esami. Infine, evidenzia le reti di presidio e di supporto in Ateneo e i progetti attivi.

Nel filone della ricerca si collocano i progetti a connotazione inclusiva che, nell’insieme, sono la prova della volontà di mettere a sistema i principi di accessibilità e accoglienza, per favorire il successo accademico e l’inclusione di tutti gli studenti e le studentesse, con particolare cura per quelli con caratteristiche “speciali”: il corso sul metodo di studio, il Laboratorio “Polin”, la Ricerca sugli studenti con DSA, i progetti Orientamento e continuità Enjoy the difference.

“L’Università di Torino intende giocare un ruolo di guida nelle politiche di inclusività per studentesse e studenti con DSA – dichiara il Rettore Stefano Geuna -. Questo perché obiettivo prioritario di ogni grande Ateneo deve essere la promozione dell’accesso allo studio come canale di valorizzazione del potenziale che ciascuno, con le proprie singolarità e differenze rispetto agli altri, è in grado di esprimere. Se messo nelle condizioni di farlo. Le importanti novità che presentiamo oggi definiscono la tendenza ad un modello e si concretizzano in due azioni ritenute strategiche per promuovere la valorizzazione delle differenze attraverso l’innovazione didattica. Le parole chiave sono “consapevolezza” del compito formativo che ci spetta come docenti e “formazione” diffusa per declinare al meglio il sostegno quando necessario.
Questo significa creare le condizioni favorevoli a garantire il successo accademico e modalità di studio adeguate a tutti gli studenti e le studentesse, affinché disabilità e dislessia, discalculia, disortografia non rappresentino più un significativo impedimento alla realizzazione umana e professionale. Ecco quindi un ulteriore passo avanti nelle politiche inclusive dell’Ateneo, verso una maggiore sensibilizzazione sul tema dell’accessibilità e innovazione nella didattica e nei processi formativi. Un modello messo in campo per garantire il diritto allo studio agli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento che sono in continua crescita” L’Università può e deve incidere di più sulla qualità di vita delle persone che, con il valore aggiunto delle rispettive specificità, hanno sempre un immenso potenziale da condividere con l’intera collettività.”

“In questi ultimi anni, abbiamo registrato il primato di immatricolazioni di studenti con DSA, rispetto agli altri Atenei italiani – dichiara la Prof.ssa Marisa Pavone, Delegata del Rettore per Disabilità e DSA -. Convinta che l’attenzione agli Studenti e alle Studentesse con situazioni personali complesse può qualificare l’Offerta Formativa, la Ricerca e i Servizi per tutta la comunità accademica, abbiamo compiuto nuovi passi avanti, attraverso due interventi “di sistema”: la formazione degli studenti e delle studentesse tutor alla pari e specializzati, cioè coloro che si rendono disponibili a studiare insieme e ad aiutare i compagni con maggiori difficoltà, e l’emanazione di “linee guida” per tutti i docenti per una didattica accessibile e integrativa.
L’approdo a tutte queste azioni inclusive/innovative scaturisce dalla volontà della comunità accademica di UniTo: il Rettore e la Prorettrice, la Direttrice Generale, la Vice Rettrice alla didattica Prof.ssa Barbara Bruschi e mia, come Delegata ai temi della disabilità/DSA, il Gruppo di lavoro sulle problematiche connesse alla disabilità e ai DSA, all’interno della Commissione Didattica del Senato Accademico, coordinata da Franca Roncarolo, i Docenti referenti dei 27 Dipartimenti, il Centro Servizi di Ateneo per gli studenti con disabilità e con DSA, il Comitato Unico di Garanzia. Tutti hanno collaborato, secondo ruoli e responsabilità. In particolare, sia le linee guida per i docenti, sia il progetto di formazione dei Tutor alla pari, sono il frutto della collaborazione di docenti e di personale tecnico esperti. Per il progetto di formazione dei Tutor, sono risultati preziosi anche i tecnici dei servizi e-learning e la consulenza delle Associazioni di categoria territoriali – dell’AID (Associazione Italiana Dislessia), dei sordi e dei ciechi, oltre che di specialisti di Neuropsichiatria”.

L’attenzione agli studenti/studentesse con disabilità e DSA ha inizio dal loro ingresso in Università – sottolinea Loredana Segreto, Direttrice Generale di UniTo – con attività di orientamento dedicate e con la presentazione dei servizi che saranno forniti dall’Ateneo in tutte le fasi della carriera, offrendo anche percorsi di inserimento personalizzati.
In tema di diritto allo studio, mi preme segnalare le agevolazioni in materia di tasse e contributi e l’investimento in supporti per lo studio e per la fruizione di contenuti multimediali.
Complessivamente il bilancio di Ateneo ha visto nel 2020 un investimento di 648.000€ in azioni dirette per gli studenti con Disabilità e DSA, di cui circa 448.000€ finanziati dal Ministero e 200.000€ derivanti da stanziamenti di Ateneo.
Il presidio di tutti i servizi e le azioni è affidato, ormai da parecchi anni, a una struttura dedicata in UniTo – l’Ufficio Studenti con Disabilità e DSA – costituito da figure professionali con esperienze pluriennali su queste tematiche, che accompagnano gli studenti e le studentesse fin dalla prima accoglienza e per tutto il loro percorso di studio, individuando supporti specifici finalizzati alle loro particolari esigenze di formazione“.

Le foto dei vostri presepi

MOSTRA DEI PRESEPI ONLINE ALLA QUALE PARTECIPARE INVIANDO LA FOTO DELLA PROPRIA RAPPRESENTAZIONE
www.comune.carmagnola.to.it

 

L’iniziativa digitale è promossa da Pro Loco e dal Comune di Carmagnola

 

La Pro Loco Carmagnola propone anche quest’anno la consueta mostra dei presepi in collaborazione con il Comune di Carmagnola.

 

Non essendo ovviamente possibile organizzarla come di consueto all’interno della Chiesa di San Filippo, a causa

delle limitazioni imposte dalla pandemia in corso, l’esposizione dei presepi si svolgerà in modalità digitale.

 

Per partecipare occorre scattare al proprio presepe un’immagine (dimensione del file non superiore ad 1 MB) e:

1) inviarla via mail all’indirizzo cultura@comune.carmagnola.to.it, indicando il proprio Nome e Cognome e autorizzando il Comune di Carmagnola e la Pro Loco Carmagnola alla pubblicazione della stessa a titolo gratuito sui propri canali comunicativi (sito, pagina fb, instagram ecc…);

2) postarla sul proprio profilo Facebook taggando la pagina @comunecarmagnola della Città

 

La partecipazione è aperta a tutti ed è gratuita.

 

Il Comune di Carmagnola e la Pro Loco utilizzeranno le immagini ricevute al solo scopo dell’iniziativa sopra descritta e a titolo gratuito.

 

Inviando la propria immagine o taggandovi la pagina della Città i partecipanti accettano implicitamente le suddette condizioni.

 

Scadenza per l’invio delle immagini: lunedì 21 dicembre 2020.

Le immagini saranno raccolte in un album e pubblicate sui canali di comunicazione della Città di Carmagnola e della Pro Loco Carmagnola.

“Scatta il tuo Natale”, presepi e addobbi delle scuole su sito e social della Regione

Al via il contest per le primarie, foto da inviare entro il 10 gennaio

Presepi, addobbi natalizi e lavoretti realizzati dalle alunne e dagli alunni delle scuole primarie piemontesi avranno quest’anno una vetrina d’eccezione: il sito e i canali social della Regione Piemonte, fra cui una pagina ad hoc di Instagram, dove saranno pubblicate le foto più belle.

È quanto prevede “Scatta il tuo Natale”, iniziativa lanciata dall’assessorato regionale all’Istruzione guidato da Elena Chiorino. Il contest ha come tema la rappresentazione fotografica, fra tradizione e creatività, delle rappresentazioni del Natale. La partecipazione è gratuita e possono partecipare tutte le classi: come istituto, come scuola o come singola classe. Le immagini devono essere inviate entro il 10 gennaio 2021.

«In un periodo particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo – ha detto l’assessore Chiorino – dove purtroppo l’atmosfera del Santo Natale rischia di non essere vissuta appieno dai nostri bambini, con questa iniziativa vogliamo valorizzare le rappresentazioni del tema della Natività. Le tradizioni del Natale possono entusiasmare i bambini, rammentando ad ognuno di noi quanto siano parte fondante della nostra identità culturale e siano di supporto ad una reale integrazione, che procede per confronti e non per rimozione della cultura ospitante».

Per partecipare al contest è sufficiente scattare una fotografia del presepe o degli addobbi natalizi allestiti e inviarla alla casella di posta elettronica scattailtuonatale@regione.piemonte.it.

È possibile inviare fino a un massimo di 3 fotografie per ogni partecipante. Nella mail, nel testo di accompagnamento all’invio dei file, è richiesto di specificare il nome della scuola, la località, il nome della classe, il nome dell’insegnante, un numero di telefono o un indirizzo mail per eventuale contatto.

Il sito di pubblicazione è www.regione.piemonte.it, e la pagina Instagram: scattailtuonatale – Regione Piemonte. Le immagini dovranno essere orizzontali, preferibilmente a colori e in buona risoluzione, preferibilmente 300 dpi. La dimensione minima per procedere al caricamento dei file sul sito è di 1400 x 786 pixel e il peso massimo consentito è 20 Mb.