ilTorinese

Caselle “best airport” per la gestione dell’emergenza

«Quello conferito a Turin Airport è molto più di un premio. È la dimostrazione che le capacità e le competenze ci sono meritano di essere sostenute in preparazione della ripresa».

Commenta così l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi il riconoscimento conquistato dall’aeroporto Sandro Pertini quale ‘Aci Europe Best Airport2020’ ovvero il migliore scalo europeo della sua categoria (fino a 5 milioni di passeggeri) premiato alla 30° Assemblea e Congresso Annuale di ACI Europe, l’Associazione che riunisce oltre 500 scali di 46 Paesi.

«Siamo davvero orgogliosi di questo premio – prosegue l’assessore Gabusi – e in particolare della motivazione che sottolinea la capacità di mettere in atto con tempestività ed efficacia le misure preventive volte a contenere la pandemia,proponendo, spesso per primo, soluzioni innovative. Il premio giunge in un momento di oggettiva difficoltà, con voli ridotti al lumicino e scenari futuri ancora confusi; proprio per questo ancora più gradito. Il riconoscimento europeo è la dimostrazione che quando anche un socio privato ha capacità e voglia di investire i risultati arrivano. Sagat ha fatto la propria parte, come del resto l’amministrazione regionale; ora ci aspettiamo che, quando si riapriranno le attività, anche la compagnia di bandiera torni sul territorio e dia il suo contributo per far ripartire il nostro aeroporto principale».

Il premio Aci Europe, giunto alla 16esima edizione, ha voluto riconoscere quest’anno la capacità di reagire all’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, vero elemento caratterizzante per l’industria nel corso del 2020.  Particolare rilevanza è stata attribuita alla formazione e alla tutela dei dipendenti, oltre alla capacità di collaborare con la comunità, sostenendo persone e scuole in difficoltà attraverso donazioni ai comuni limitrofi.

L’Aeroporto di Torino è stato giudicato da una giuria indipendente formata da esperti di aviazione civile della Commissione europea, di Eurocontrol, di SESAR Joint Undertaking, della EuropeanTravel Commission e di Flight Global.

Bollettino covid: 73 vittime (di cui 9 oggi), 2606 contagi, 1687 guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17:30

 

 

52.571 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 52.571 (+1687 rispetto a ieri)così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4986, Asti 2643, Biella 1727, Cuneo 6195, Novara 3817, Torino 28.971, Vercelli 2077, Verbano-Cusio-Ossola 1586, extraregione 291, oltre a 278 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 5.190

Sono 73 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 9 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5.190 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 790 Alessandria, 311 Asti, 260 Biella, 558 Cuneo, 499 Novara, 2298 Torino, 264 Vercelli, 159 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 51 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 131.547(2.606 rispetto a ieri, di cui 812, il 31%, sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 688 screening, 830 contatti di caso, 1088 con indagine in corso; per ambito: 176 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 132 scolastico, 2298 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 11.457 Alessandria, 6004 Asti, 4623 Biella, 17.014 Cuneo, 9664 Novara, 71.980 Torino, 4863 Vercelli, 3854 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 792 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1296 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 384(+6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.150(76 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 68.252

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.305.054 (+16.131 rispetto a ieri), di cui 694.889 risultati negativi.

Juve e Toro hanno ripreso gli allenamenti a ranghi ridotti

 In attesa del rientro di tutti i nazionali.

Qui Juve: in casa bianconera grande attenzione verso il pieno recupero di Paulo Dybala.Il fantasista Juventino ha rinunciato alla chiamata in nazionale per recuperare appieno la forma fisico agonistica e presentarsi in piena forma per la gara di sabato sera,a Torino ore 20.45,contro il Cagliari.In attesa del rientro dei nazionali, tutti gli altri componenti della rosa disposizione del tecnico Pirlo hanno svolto una doppia seduta d’allenamento tecnico tattico.Bene anche i rientranti,dai rispettivi infortuni,De Light ed Alex Sandro.

Qui Toro: anche il centrocampista venezuelanoTomas Rincon ha partecipato alla seduta di allenamento che il Torino ha svolto al Filadelfia: il centrocampista è infatti rientrato in anticipo in Italia dagli impegni con la sua Nazionale.I granata stanno preparando la sfida contro l’Inter di domenica a Milano ore 15.La squadra di Giampaolo,priva di 11 nazionali,ha svolto  un programma molto intenso  diviso tra parte atletica e parte tecnica, con esercitazioni a tema. Il gruppo squadra è stato inoltre sottoposto a nuovi tamponi, dopo quelli di domenica: l’esito è nuovamente negativo per tutti i componenti. Il tecnico Marco Giampaolo, contagiato dal coronavirus, resta comunque isolato e non parteciperà alla trasferta contro l’Inter.Al suo posto il vice Conti.

Vincenzo Grassano

Un anno di Covid

17 novembre 2019 – 17 novembre 2020
Un anno di COVID, breve storia di un’emergenza che, forse, ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini,il nostro modo di vivere e di approcciarsi con il prossimo
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Domenica 17 novembre 2019 in un ospedale della provincia dello Hubei, in Cina, un uomo viene ricoverato con una “misteriosa polmonite”. Solo settimane più tardi si scoprirà che si trattava del primo caso diagnosticato di COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus.Il paziente zero” era un cinquantacinquenne residente nella provincia dello Hubei, dove si trova Wuhan, la megalopoli cinese da diversi milioni di abitanti balzata agli onori della cronaca internazionale per essere stata l’epicentro dei primi focolai dell’epidemia diventata pandemia solo diverso tempo dopo dall’Organizzazione Mondiale dell’Umanità.

Ci spostiamo in Italia: il 22 febbraio 2020 si registrò la prima vittima italiana (accertata) della pandemia, il pensionato di 78 anni Adriano Trevisan, nato a Monselice ma residente a Vo’ Euganeo, un’altra città che rimarrà impressa nella storia di questa emergenza nazionale e globale.E poi il lockdown,le chiusure,lo stare a casa.
Cambiare le nostre abitudini…

secondo le stime dovremo attendere tutto il 2021 e verosimilmente anche l’inizio del 2022, ma già dalla fine della prossima primavera potremmo essere in grado di accarezzare la sensazione del ritorno alla normalità,grazie soprattutto alle tipologie di vaccini, già testati e quasi pronti.Virus naturale? Creato in laboratorio? Ogni tanto la natura ci manda un segnale forte:anche questo potrebbe esserlo. Rispettiamola di più.

Vincenzo Grassano

Manovra, Ruffino (Fi): “Conte incatenato ai pentastellati”

Le sollecitazioni del presidente Mattarella, come pure gli appelli di Nicola Zingaretti e i ragionamenti di Goffredo Bettini sono parole che il vento porta via e non raggiungono le orecchie dei dirigenti del M5s. Il presidente Conte, cioè colui che dovrebbe fare un passo nella direzione di un confronto parlamentare aperto e schietto, è incatenato ai diktat dei Cinquestelle.

Crimi ha dato l’alt a ogni collaborazione con le opposizioni sulla manovra bilancio che deve essere scritta dalla maggioranza, le opposizioni, invece, dovrebbero limitarsi a fornire i loro voti per il quarto scostamento di bilancio.

     Tanta arroganza, è ovvio, è figlia dell’estrema debolezza e della confusione strategica che sta lacerando i grillini, non più movimento è sempre più simili a una brutta versione di partito. È evidente come in queste condizioni la disponibilità offerta da Forza Italia a collaborare con il governo per attraversare la crisi della pandemia e mettere l’Italia in sicurezza, è una pietra di inciampo nella logica grillina. A pagare il prezzo di questa chiusura sarà con ogni evidenza il Pd. Maggiore ancora è il prezzo che dovranno pagare gli italiani per tanta cecità politica.

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Ecoisole smart ad accesso controllato alla Falchera

Parte in questi giorni la campagna informativa di Amiat Gruppo Iren per l’attivazione del nuovo sistema di raccolta differenziata ad accesso controllato tramite “Ecoisole Smart” alle Torri di Via degli Ulivi nel quartiere Falchera. Per un totale di circa 1.200 torinesi residenti coinvolti nel progetto.

La nuova raccolta prevede, nello specifico, la sostituzione delle attuali attrezzature con nuovi cassonetti “smart” utilizzabili solo dai residenti tramite una personale tessera elettronica. Si tratta di un altro tassello per potenziare sul territorio cittadino la raccolta differenziata e accrescere ulteriormente la percentuale di raccolta della Città.
Il nuovo sistema di raccolta ha già portato ottimi risultati. Ad esempio nella zona di corso Traiano, prima area di sperimentazione nel 2019, la raccolta differenziata è passata da un iniziale 32,3% al 66% in pochi mesi.

I nuovi contenitori collocati su suolo pubblico costituiscono le cosiddette ecoisole, ognuna composta da 5 nuovi cassonetti con accesso controllato per la raccolta della carta, del vetro e degli imballaggi in metallo, degli imballaggi in plastica, del rifiuto organico e del residuo non recuperabile. In tutta l’area interessata verranno installate in totale 10 nuove ecoisole.
Come da consuetudine l’attivazione del servizio viaggerà parallelamente e in stretta correlazione con le attività di comunicazione collegate. Nei prossimi giorni, quindi, tutte le utenze riceveranno nella cassetta postale, a cura degli incaricati Amiat Gruppo Iren, materiale informativo dedicato e in ogni androne sarà affissa una locandina informativa con giorni e orari di distribuzione dello starter kit per la raccolta domiciliare, composto da 2 rotoli di sacchi per il non recuperabile, un dépliant informativo e 2 tessere elettroniche.
Data la situazione sanitaria legata all’emergenza Covid-19 e in ottemperanza alle disposizioni delle Autorità legate al mantenimento della distanza di sicurezza tra le persone, infatti, la consegna degli starter kit non verrà effettuata attraverso il classico passaggio degli operatori Amiat casa per casa, ma verranno organizzati banchetti informativi esterni, posizionati davanti a ciascun condominio, personalizzati e riconoscibili da logo Amiat, secondo il calendario prefissato e indicato nelle locandine affisse nei giorni precedenti negli androni.
Come sempre, per consentire ai residenti di familiarizzare gradualmente con il nuovo sistema, inoltre, nella fase di avvio del servizio, i cassonetti elettronici saranno mantenuti ad accesso libero, per poter conferire i rifiuti senza l’uso della tessera.
Dal 10 dicembre si procederà con la chiusura dei contenitori e si potrà accedere ai cassonetti solo tramite la propria Ecocard. Per limitare i possibili disagi e rendere più semplice possibile il passaggio da accesso libero ad accesso tramite tessera, nel periodo di transizione operatori incaricati Amiat Gruppo Iren saranno a disposizione presso le diverse isole ecologiche per aiutare i cittadini a utilizzare le nuove attrezzature.

Infine, per chiarire qualsiasi dubbio del cittadino e facilitare gli utenti che per qualsiasi motivo non siano riusciti a prelevare i materiali informativi durante la distribuzione presso i banchetti, dal 26 novembre al 19 dicembre 2020 e dal 7 al 30 gennaio 2021, Amiat allestirà presso la Sede del Comitato per lo Sviluppo della Falchera in Piazza Astengo 6, a Torino, un punto info distributivo dedicato.
Per ulteriori dettagli e aggiornamenti si invita a visitare il sito www.amiat.it e a seguire la relativa pagina Facebook dedicata “Porta a Porta Torino: nuove attivazioni”.

Covid, la Regione: “Ridurre i ricoveri e potenziare le cure domiciliari”

Ridurre i ricoveri e curare i malati di Covid il più possibile a domicilio. Questa la strategia ribadita dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso dell’informativa in quarta Commissione a palazzo Lascaris, presieduta da Alessandro Stecco, sulla presa in carico e le terapie domiciliari per i pazienti Covid.

“In particolare – ha continuato – ogni Asl deve attivare la centrale Usca di coordinamento a livello aziendale garantendo uniformità di criteri di gestione dell’attività con un coordinatore Usca e un dirigente medico per ciascun distretto, con compiti di coordinamento locale e il supporto di personale amministrativo. Il potenziamento delle Usca prevede la presenza di almeno due medici per turno, infermieri domiciliari dedicati e formati per i sintomatici, infermieri, Oss e un assistente sociale in sede. Compito del coordinatore Usca aziendale è assicurare i rapporti con i medici di Medicina generale e i pediatri di libera scelta tramite il direttore di distretto, con i quali si programmano le attività. Assicura, tra l’altro, la fornitura di Dpi, dispone di test rapidi e monitora, raccoglie ed elabora i dati e, tramite l’Asl, deve essere dotata di auto di servizio, farmaci, concentratori di ossigeno ad alto flusso ove non disponibili le bombole, e strumenti di diagnostica”.

“Il protocollo per le cure domiciliari che abbiamo adottato non nasce oggi. Lo abbiamo sperimentato con esiti positivi nell’aprile scorso durante la prima fase della pandemia soprattutto nelle zone di Ovada e di Acqui, contribuendo a una sensibile riduzione della mortalità da Covid in quelle aree. Da allora è stato rielaborato, armonizzato e condiviso con tutti i soggetti interessati per permetterne l’attuazione sull’intero territorio regionale”, ha dichiarato l’assessore.

“Oltre a questo protocollo – ha aggiunto Icardi – ne sono stati sottoscritti altri due condivisi con la rete di internisti e urgentisti per stabilire le regole di accesso ai reparti, per aiutare i Pronto soccorso a individuare meglio chi deve essere ricoverato e chi mandato a casa per essere sottoposto a cure domiciliari”.

Nel corso del dibattito Icardi ha risposto a Domenico Rossi, intervenuto per il Pd con Mauro Salizzoni, evidenziando che “il Piemonte è la seconda regione ad essersi dotata di un protocollo armonizzando una serie di provvedimenti già esistenti a partire da marzo. Si tratta di procedure che erano già state trasmesse ai medici ma che necessitavano di un compendio e di una ridistribuzione più netta dei compiti”.

A proposito del numero di Usca, ha risposto alle perplessità di Marco Grimaldi (Luv) che “al momento ci sono più di 500 figure professionali attivate e che il territorio piemontese, secondo quanto previsto dal Ministero, ne vede attive 90: una ogni 50 mila abitanti”.

Sulle prestazioni a domicilio da parte delle Usca, ha infine rassicurato Carlo Riva Vercellotti (Fi) che esiste l’Unità di crisi aziendale che ha il compito di verificare l’operato delle singole Usca.

All’inizio della seduta, alla presenza dell’assessore ai rapporti con il Consiglio regionale Maurizio Marrone, la Commissione ha svolto alcune determinazioni in merito agli esiti dell’indagine conoscitiva sul sistema regionale di segnalazione e presa in carico dei casi di abuso e maltrattamento sui minori, di allontanamento dai nuclei familiari di appartenenza e della collocazione in comunità o affido.

In particolare, Sara Zambaia (Lega) ha illustrato i punti salienti della relazione di maggioranza mentre Monica Canalis (Pd) ha espresso la necessità per il proprio partito di presentare una relazione di minoranza che tenga conto di alcuni aspetti emersi nel corso delle audizioni e dettagli meglio alcune esigenze.

“La connettività al servizio delle comunità di montagna e delle aree rurali”

Terra Madre Salone del Gusto unisce il fronte di soggetti pubblici e privati che lavorano per superare il digital divide infrastrutturale italiano 

Questo lockdown ci ha messo di fronte a una grande occasione, facendo riscoprire vallate di montagna e borghi rurali, accelerando le esigenze di coniugare vita e lavoro già in essere nel nostro Paese, e unendo le spinte verso la digitalizzazione delle aree interne. È un’esperienza che non dobbiamo dimenticare e un’opportunità che non possiamo perdere se vogliamo superare le disuguaglianze territoriali, economiche e sociali dovute al digital divide infrastrutturale, che lascia una grande parte dell’Italia indietro di oltre 10 anni.

 

E allora da dove partire per superare questo grave deficit? «Dalla connettività che rafforza le comunità dei piccoli borghi di montagna, dove ci sono già progetti di sviluppo e di promozione del territorio che attraggono famiglie giovani e nuove aziende. Persone che non vivono la montagna come un rifugio per il weekend o per momenti difficili come questo, ma che qui innestano le proprie attività, che contribuiscono a costruire l’identità e il senso di appartenenza a un luogo fisico» ha esordito Roberto Colombero, veterinario, margaro e presidente di Uncem Piemonte, durante la conferenza Riconnettere le Terre Alte, organizzata da Slow Food e BBBell nell’ambito della tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto.

 

Uncem: la digitalizzazione come primo punto per la manovra 2021 e il PNRR

Un incontro che ha riunito stakeholder pubblici e privati – e circa 180 persone on line, tra cui molti amministratori delle aree montane di Piemonte e Liguria – moderati da Luca Martinelli, giornalista e autore del libro edito da Altreconomia edizioni L’Italia è bella dentro, per trovare una soluzione all’impasse in cui si ritrovano centinaia di enti locali in tutta Italia. «Troppe aree del Paese aspettano con ansia il Piano nazionale banda ultralarga, in ritardo di almeno due anni, continuando a navigare a velocità ridicole. Si tratta di un aspetto molto sentito da chi si occupa delle politiche di sviluppo dei territori» ribadisce Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, che in un recente documento rivolto al Governo e al Parlamento ha posto proprio la digitalizzazione come primo di dieci punti da sviluppare in vista della legge di bilancio 2021 e del Piano nazionale ripresa e resilienza. «Bisogna decidere qual è l’Italia che vogliamo e cercare di colmare il gap che ci portiamo dietro. Oggi è necessario che la politica investa sulle competenze e sul sistema infrastrutturale digitale a livello nazionale, così come accadde per il sistema viario. Si parla tanto di identità elettronica e cloud per la pubblica amministrazione, ma in alcuni comuni siamo lontani anni luce da questi obiettivi, nonostante la legge 158 sui piccoli comuni e la Strategia nazionale aree interne facciano dei servizi di e-government un punto centrale».

 

Anci: il cambio di paradigma dei comuni di montagna: opportunità e strategia

Eppure i comuni di montagna hanno già vissuto un cambio di paradigma: per anni le parole chiave sono state limite, dovuto alle caratteristiche del territorio, e deroghe richieste per affrontarlo. Oggi le parole chiave sono opportunità e consapevolezza delle risorse a disposizione; strategia e capacità di presentare proposte condivise. «La nostra paura è essere considerati il parco giochi di chi vive in città. E proprio per questo dobbiamo saper cogliere l’opportunità del momento e anticipare una strategia, innanzitutto avendo cura della fortuna che abbiamo per le mani, e quindi il territorio, ma non basta» sottolinea Luca Della Bitta, sindaco di Chiavenna e presidente della Commissione attività produttive e innovazione di Anci. «Dobbiamo far sì che le nostre borgate siano raggiunte dai servizi di cittadinanza, e qui entriamo nell’ambito della connessione per le aziende private – come le strutture turistiche, che vanno a braccetto col buon cibo, e quindi i servizi all’agricoltura – per la telemedicina, la didattica a distanza, ma anche l’innovazione per i piccoli comuni e per ricreare socialità».

 

La ministra per la PA: Lo smart working che valorizza il Paese

Un cambio di paradigma – che non attraversa solo la montagna ma l’Italia intera – sottolineato anche dalla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, che ha affidato il suo intervento a un contributo video per via della concomitanza con il Consiglio dei Ministri: «In questo anno abbiamo capito che si può lavorare in spazi e modalità differenti rispetto al passato, si possono superare gli ostacoli che ci legano all’ufficio, alla scrivania, alla necessità di spostarci per andare a lavorare. E questo ci permette di coniugare l’idea di lavoro da remoto con la necessità di valorizzare parte del nostro Paese, come le aree interne e i piccoli borghi. Un passaggio importante per ripopolare territori dall’indubbio valore culturale e paesaggistico, che però deve avere solide basi sul fronte vivibilità e lavoro, e tra queste c’è la banda larga».

 

BBBell: per superare il digital divide ci sono già tecnologie disponibili a costi contenuti

Tuttavia, l’aspetto più sorprendente sottolineato durante la conferenza è il fatto che la connessione di cui necessitano borghi e vallate potrebbe semplicemente essere quella che l’Unione europea ha stabilito come livello minimo di accesso: una velocità di download di almeno 30 Mb/s. «Il fattore tempo è fondamentale perché ulteriori ritardi sono decisivi per lo sviluppo dei territori marginali: le aziende non possono lavorare in montagna e le famiglie giovani non si trasferiscono nemmeno fuori città se i figli non possono accedere alla didattica a distanza o semplicemente vedere un film» sottolinea Simone Bigotti, amministratore delegato di BBBell e sindaco di Borgoratto (Al). «Il piano banda ultralarga si macchia di un peccato originale che oggi scontiamo tutti: aver considerato solo la fibra ottica come infrastruttura per portare connettività, promettendo Gb a tutta Italia. Ancor oggi però esistono realtà che hanno a disposizione 3 Mb, mentre per le esigenze che hanno gliene basterebbero anche solo 30. Subito però e non tra altri dieci anni. Le soluzioni esistono: la maggior parte dei territori è già servita da piccoli operatori locali che hanno soddisfatto un’esigenza, investendo in infrastrutture, e hanno traghettato le aree marginali – e con esse le scuole, gli enti e i privati – verso l’accessibilità ai servizi digitali. Ma neanche operatori di telecomunicazione come BBBell riescono a fare un investimento per portare la connettività nelle vallate più isolate. Per questo a mio parere sarebbe necessario un piano nazionale che preveda una dorsale basata sulla fibra, alla quale si possono innestare gli imprenditori locali che operano con i ponti radio, infrastrutture meno costose e invasive e per questo più versatili e soprattutto di veloce realizzazione».

 

Slow Food Italia: competenze locali per lo sviluppo della montagna

Un altro grande spunto di dibattito, più volte toccato da tutti i relatori è stato quello delle competenze per lo sviluppo della montagna. Da un lato la digitalizzazione nella PA richiede formazione continua e inserimento di nuove figure professionali, un tema che nei piccoli comuni di montagna diventa davvero di drammatica soluzione. Dall’altro il tessuto sociale e imprenditoriale deve nutrirsi di competenze adeguate: «La digitalizzazione delle vallate deve far sì che si sviluppino conoscenze in chi la montagna la vive e ne conosce le esigenze. Se non coglieremo questo aspetto e non daremo ai giovani strumenti per diventare la rinascita dei comuni di montagna, avremo perso una sfida epocale» sottolinea Gabriele Locatelli, responsabile del progetto Oltreterra per la valorizzazione dell’economia di montagna. Locatelli, annunciando l’appoggio di Slow Food Italia al documento di Uncem sulla legge di bilancio 2021 e il PNRR, aggiunge altri due punti cari all’associazione sul tema delle terre alte. «Oltre alla digitalizzazione, dobbiamo riunire tutti gli stakeholder pubblici e privati intorno alla Strategia nazionale delle Green Community, che raggruppa piano forestale, agricoltura di montagna e non invasiva, turismo sostenibile. Tre elementi che hanno come risultato, oltre al ripopolamento delle zone interne e marginali, anche la difesa del suolo. L’altro punto su cui dobbiamo lavorare tutti insieme è quello del riconoscimento normativo a livello nazionale delle cooperative di comunità, un modello di impresa dal forte carattere di innovazione sociale che si sta sempre più diffondendo».

 

Barca: digitale come intervento della politica per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione delle persone

«Il cambiamento climatico e i fenomeni in atto nella società ci pongono davanti a un punto di non ritorno. Purtroppo, nonostante la Strategia nazionale aree interne sia un documento molto attuale, il tema della connettività delle zone di montagna non è diventato cultura generale di sistema, non riesce a trasformarsi in azione di governo. Il quadro del digitale grida vendetta perché pensato in maniera errata fin dall’inizio. E come risultato ancora oggi non c’è una strategia nazionale in grado di soddisfare i servizi di cittadinanza. Il compito della politica è intravedere e assecondare i processi in atto nella società, rimuovere gli ostacoli, come dice la Costituzione, alla realizzazione delle persone. Ma dobbiamo farlo a partire dalle comunità, dalle persone che in un territorio già ci vivono: non ci sarà cambiamento se qualcuno pensa di colonizzare un territorio imponendosi dall’esterno» conclude Fabrizio Barca, economista e coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che torna sul tema delle competenze locali. «Bisogna che i saperi interni dialoghino strettamente con i saperi esterni, quelli che arrivano dalle università, dai centri di ricerca e dalle istituzioni, affinché gli indirizzi nazionali siano modellati territorio per territorio, e quindi efficaci».

Nasce a Torino il nuovo Liceo Linguistico Artistico ed Enogastronomico

Il Liceo Madre Mazzarello, insieme a Fondazione Torino Musei e Slow Food, annuncia la nascita, a partire dall’anno scolastico 2021/2022 di un nuovo Liceo Linguistico che coniuga l’arte e le scienze gastronomiche.

 

Il Liceo Madre Mazzarello di Torino riprogetta il Liceo Linguistico, presente da molti anni all’interno dell’Istituto, proponendo un impianto innovativo.

 

Il nuovo corso di studi, nato dalla collaborazione con Fondazione Torino Musei e Slow Food, che prenderà il via a partire dall’anno scolastico 2021/2022, affiancherà allo studio delle lingue un percorso artistico ed enogastronomico, applicabile in contesti reali e qualificati. Gli studenti acquisiranno così un innovativo profilo culturale che consentirà di adattarsi ai diversi scenari internazionali.

 

Per tutto il percorso di studi della durata di 5 anni, all’insegnamento tradizionale delle varie materie verranno affiancate esperienze sul campo, grazie al supporto didattico di professionalità della Fondazione Torino Musei e di Slow Food, che guideranno gli studenti alla scoperta del mondo dell’arte e dell’enogastronomia.

Saranno affrontati temi specifici, come ad esempio la tutela e il restauro del patrimonio artistico, la curatela delle collezioni permanenti, delle mostre temporanee e delle attività didattiche e il management di un’istituzione culturale, ma anche la storia e la cultura del cibo, con focus su Torino e il Piemonte, l’educazione sensoriale, il binomio cibo e salute, la tutela della biodiversità e la valorizzazione dei prodotti di qualità.

 

Questi nuovi percorsi avranno una durata di circa 50 ore all’anno e si svolgeranno sia in aula, condotti dagli esperti individuati da Fondazione Torino Musei e Slow Food, sia nelle sale espositive dei musei (GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e MAO Museo d’Arte Orientale), e presso alcune realtà produttive che collaborano con Slow Food.

 

Le lezioni prevedono infatti anche attività di laboratorio, attività a gruppi, alcune delle quali svolte direttamente in lingua inglese.

 

Coniugare passione e professione: questo è l’obiettivo che il Liceo Mazzarello si è posto.

Al fine di ottenere tale risultato, il Linguistico si è ridisegnato, valorizzando le peculiarità che permettono di sfruttare al meglio la dimensione internazionale che caratterizza il nuovo percorso di studi.

 

Grazie all’apporto di Slow Food e Fondazione Torino Musei, l’internazionalità si fonderà con la valorizzazione delle realtà territoriali. La formazione che gli studenti riceveranno risulterà propedeutica anche alla frequentazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, permettendo un potenziamento altamente competitivo del profilo già acquisito.

 

Un corso per la cultura del turismo accessibile e inclusivo 

Un’occasione di crescita professionale e personale per guide turistiche, accompagnatori e operatori  della filiera turistica: dal 26 novembre al 5 dicembre.

 

Partirà il prossimo 26 novembre e durerà fino al 5 dicembre, il corso di formazione (interamente online) voluto, pensato e progettato da Cityfriend, la start-up innovativa a vocazione sociale nata per sviluppare una nuova cultura del turismo accessibile e inclusivo sul territorio nazionale. Obiettivo principale: rendere più facile e serena l’esperienza turistica delle persone con disabilità e bisogni specifici.

21 ore di formazione su disabilità motorie, intellettive, relazionali, sensoriali con 9 relatori impegnati da tempo nel campo del turismo e della disabilità.

Da Andrea PanattoniAlessandro Parisi e Luisa Pavesi, fondatori di Cityfriend a Paola Barbieri, training manager; da Giulia La Marca, psicologa, travel blogger e influencer, al medico neurologo Angelo Cerracchio; e poi Arianna Porzi,  Presidente ANGSA Piemonte, Franco Lepore, disability manager della città di Torino; e Brunella Manzardo, esperta di disabilità nell’arte.

“Affinché questo avvenga è necessario rafforzare nuove sensibilità e competenze sull’approccio, la conoscenza e l’accoglienza delle diverse disabilità” ricorda Luisa Pavesi, Ceo di Cityfriend.

La formazione presso online si rivolge a: 

  • guide turistiche
  • accompagnatori turistici
  • dipendenti di strutture ricettive (hotel, ristoranti, bar)
  • dipendenti di realtà culturali (musei, parchi, intrattenimento)
  • consulenti per il turismo e imprenditori
  • persone che vogliono migliorare la propria professionalità in ambito turistico • diplomati/laureati in corsi relativi al turismo
  • figure del mondo sociale e socio-sanitario

Informazioni e programma su:

 https://www.cityfriend.it/formazione/

https://sites.google.com/view/corso-formazione-turismo