ilTorinese

“Ora via libera agli sport in montagna”

“La possibilità di raggiungere le ‘seconde case’, tutte le abitazioni, anche fuori dalla propria regione, è un segnale di apertura positivo nell’ultimo DPCM con le misure in vigore da domenica.

Ma ora occorre sancire in modo definitivo che le attività sportive amatoriali sulla neve, in particolare ciaspole e scialpinismo, passeggiate e gite, si possono svolgere raggiungendo tutte le località montane. Deve essere possibile fare un’escursione piuttosto che una gita sugli sci, distanziati. Il DPCM, come i precedenti, prevede che ci si possa spostare per ‘svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio Comune’. Le attività sportive sono tra queste attività ma occorre un chiarimento urgente e preciso, che agevoli tutti, comprese le forze dell’ordine. Consentire di raggiungere località montane per svolgere attività sportiva amatoriale individuale non alimenta il contagio. Spostarsi verso il Terminillo o la Val Brembana, verso la Carnia o nei Monti Lattari deve essere consentito. Ciaspolate e sci alpinismo non si possono certo fare in centro a Napoli o a Bergamo. Dunque le attività sportive devono essere permesse fuori dal proprio Comune e il Governo deve fare chiarezza nelle FAQ sul sito, come anche auspicato dal CAI”.

Lo affermano Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Torino: dà in escandescenze davanti al Commissariato Centro

L’uomo, sottoposto all’obbligo di firma, è stato arrestato

Sono da poco passate le 16 in via Verdi quando un uomo, cittadino etiope di 23 anni, inizia ad urlare per la strada senza alcun motivo apparante, proferendo frasi sconnesse in una lingua incomprensibile. La pattuglia del commissariato si avvicina al soggetto, che nel frattempo si era portato nei pressi dell’ufficio di Polizia, nel tentativo di tranquillizzarlo, ma il ventitreenne è fuori di sè. L’atteggiamento aggressivo dell’uomo non permette la regolare attività del commissariato in quanto sia l’utenza in entrata che quella in uscita viene bloccata per proteggerne l’incolumità. Nonostante il rifiuto di fornire le proprie generalità, i poliziotti riconoscono l’uomo: si tratta  di un soggetto sottoposto all’obbligo di presentazione alla p.g. a seguito dell’arresto, avvenuto a novembre dello scorso anno, per rapina, resistenza a P.U. ed ubriachezza. L’operatore in servizio al corpo di guardia porge allora il registro all’etiope, al fine di procedere all’adempimento della misura, ma questi lo scaraventa contro l’agente, tentando la fuga. I poliziotti lo bloccano ma ne nasce una colluttazione, dove il ventitreenne inizia a colpire con delle testate al petto un agente per farsi strada, senza provocare alcuna lesione.

Lo straniero, con numerosi precedenti specifici, è stato arrestato per resistenza a P.U. e denunciato per rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale, oltraggio a P.U. ed interruzione di pubblico servizio.

Madonna del Sasso e il “sapere che resta”

Madonna del Sasso,  meno di quattrocento abitanti sparsi in quattro frazioni sulle alture che sovrastano la sponda occidentale del lago d’Orta e confinano con la Valsesia.

Costituitosi nel 1928 per Regio decreto che unificava le municipalità di Artò e Boleto, prese il nome dal Santuario della Madonna del Sasso che sorge su uno sperone di granito bianco che ricorda il durissimo lavoro degli scalpellini che scavarono e lavorarono questa roccia durissima dai primi decenni dell’ottocento alla seconda metà del secolo scorso, coinvolgendo le vicissitudini di numerose famiglie del posto.

L’omegnese Filippo Colombara, classe 1952, studioso di storia e cultura dei ceti popolari, ha indagato le vicende di questo “paese di mezzo” tra montagna, lago e collina con una interessante ricerca antropologica , mettendo in rilievo il patrimonio culturale che costituisce la coscienza del passato di una comunità che resiste alla perdita delle consuetudini, dell’oralità, delle tradizioni. Con “ Il sapere che resta. Memoria e comunità: Madonna del sasso tra Otto e Novecento”, edito dalla novarese Interlinea, Colombara –  che è membro della Giunta esecutiva dell’Istituto Ernesto de Martino e del Comitato scientifico dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola “Piero Fornara” – ha recuperato le memorie che resistono alla modernizzazione vertiginosa della società, fatte di conoscenze e buone pratiche, folklore, tradizioni e narrazioni. E’ la memoria degli uomini e delle donne dei borghi di Madonna del Sasso raccolta attraverso interviste orali e documentazione d’archivio, in una ricerca che rivela a un tempo presente inquieto “un capitale di saperi che è la sostanza di parte dell’identità locale trascorsa e il tramite interpretativo delle evoluzioni odierne”. Le vicende di contadini, migranti, scalpellini, streghe, partigiani si sommano a un bagaglio ricchissimo di tradizioni, leggende, filastrocche, inquietudini, speranze. In questa raccolta di testimonianze si incontrano storie di ” fisica” e stregoneria, di donne e uomini in grado di “segnare “ malattie o di preparare medicamenti naturali, dell’abilità nel taglio e nella lavorazione del granito, affrontando una vita dura, spesso di miseria ma che poteva riservare anche momenti di scoperta, stupore, meraviglia. Questo è il “sapere che resta”, un patrimonio culturale da non disperdere e da far conoscere. Filippo Colombara non è la prima volta che si cimenta con le storie di questa comunità cusiana, raccontata in passato nei libri “I paesi di Mezzo, storie e saperi popolari a Madonna del Sasso” (Istituto Ernesto de Martino) e “Pietre bianche: vita e lavoro nelle cave di granito del lago d’Orta” (Alberti, Verbania 2004) .  Oltre a questi lavori lo studioso di storia e cultura dei ceti popolari ha indagato con le sue numerose pubblicazioni la storia del movimento operaio e della Resistenza pubblicando, fra l’altro, “La terra delle tre lune. Classi popolari nella prima metà del Novecento in un paese dell’alto Piemonte. Prato Sesia: storia orale e comunità” (Vangelista, Milano 1989), “Pippo Coppo. Conversazioni sulla guerra partigiana”(Fogli Sensibili,1995), “ Uomini di ferriera. Esperienze operaie alla Cobianchi di Omegna”(Alberti,2006),“Vesti la giubba di battaglia: miti, riti e simboli della guerra partigiana” (DeriveApprodi, Roma 2009), “Giorni di resistenza e libertà. Colloqui sulla vita, la morte, la guerra con tre uomini della Beltrami” (Istituto Ernesto de Martino,2015),“Raccontare l’impero: una storia orale della conquista d’Etiopia (1935-1941)” (Mimesis, Udine-Milano 2019).

Marco Travaglini

Un aiuto per il rifugio “Sauvons nos Animaux”

QUA LA ZAMPA  Il Rifugio “Sauvons nos Animaux” della Repubblica Democratica del Congo è in pericolo a causa di una frana

SOS Gaia si fa portavoce del disperato appello di Paterne Huston Bushunju, responsabile del rifugio per cani e gatti abbandonati “Sauvons nos Animaux” di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo.  Il Rifugio, già in difficoltà per i problemi dovuti al reperimento dei fondi necessari per nutrire le centinaia di cani e gatti che ospita, nonché le cure che necessitano agli animali assistiti, ora a causa di una alluvione e di una conseguente frana è andato parzialmente distrutto, con la sparizione di 8 gatti e la distruzione di 32 ripari.
Il rifugio è seguito dall’incessante lavoro di Paterne Bushunju e dei suoi volontari, alcuni molto giovani e in età scolare, ai quali viene dato il materiale utile mettendoli in grado di frequentare la scuola, aiutando quelli in difficoltà e procurando loro le forniture scolastiche: uniformi, libri, cancelleria.
Attualmente sono centinaia i cani e i gatti ospiti del Rifugio, tutte creature salvate da situazioni difficili e in condizioni di salute molto precarie. Paterne e i volontari dedicano il loro tempo a curarli, sfamarli e offrire loro una situazione dignitosa. L’associazione è nata per iniziativa di Giancarlo Barbadoro, presidente onorario di SOS Gaia scomparso nel 2019. SOS Gaia sostiene il rifugio con raccolte periodiche. Lo slogan “Pour la Protection Animale et la Paix dans le monde, sans discrimination” è significativo ed esprime lo spirito con cui è nato questo rifugio.
Ora SOS Gaia si fa promotrice di un appello per salvare gli animali ospitati nel rifugio, già in difficoltà abituale per via delle condizioni difficili a causa della pandemia che ha provocato molti abbandoni degli animali, e ora parzialmente distrutto a causa della frana. SOS Gaia lancia un appello accorato: “Aiutiamo questi nostri fratelli a quattro zampe africani in questo momento di grave difficoltà! E ringraziamo Paterne e i suoi volontari per il grande impegno che ogni giorno dedicano agli animali”.  Per aiutare il rifugio “Sauvons nos Animaux” trovate le coordinate sulla pagina Facebook: Association Sauvons nos animaux/RDC.

Rosalba Nattero
Presidente SOS Gaia

Pusher arrestato due volte in quattro giorni

Erano appena trascorse 24 ore dalla sua scarcerazione

Martedì scorso i “Falchi” della Squadra Mobile, nel corso di un servizio antidroga, hanno controllato un alloggio in Via Giacomo Medici, trovando al suo interno un cittadino del Gabon con alcune dosi di cocaina e crack.

Lo straniero, per mitigare la sua posizione, dichiara agli agenti di essere minorenne, stratagemma adottato però già alcuni mesi fa, smentito in seguito dalle risultanze degli accertamenti medico-legali. Il pusher viene così arrestato e denunciato per false attestazioni ad un pubblico ufficiale.

Due giorni dopo, giovedì 14 gennaio, a seguito della convalida dell’arresto, il giovane viene rimesso in libertà.

Trascorse 24 ore, il gabonese è stato nuovamente sorpreso dai “Falchi” a spacciare droga: una volta portato in Questura, si è giustificato dicendo che stava vendendo qualche dose solo per raggranellare il denaro necessario a pagare l’avvocato che l’aveva rappresentato il giorno prima in Tribunale.

Il pusher è stato nuovamente arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Pd: “Sostegno psicologico a pazienti e operatori sanitari”

 Nel corso del gruppo di indagine sulla pandemia covid19 a palazzo Lascaris , è stato audito l’Ordine degli psicologi del Piemonte, con particolare riferimento alla ricerca condotta sui bisogni psicologici del personale sanitario e tecnico-amministrativo piemontese nell’emergenza Covid-19.

L’onda della pandemia, dopo un 2020 decisamente impegnativo, sarà lunga e si abbatterà su un contesto già molto affaticato. Al carico di lavoro aumentato, si aggiunga che anche il carico “relazionale” è aumentato, ora che i familiari non possono visitare i malati anche di lungodegenza.

Dovrebbe quindi essere l’occasione per istituire spazi di debriefing, supervisione, assistenza e supporto psicologico, disponibili anche oltre le fasi dell’emergenza, per il personale che opera in contesti socio-sanitari.

Tra l’elaborazione del bisogno e la domanda d’aiuto, c’è infatti un passaggio che è spesso complesso: i momenti di assistenza individuale e di gruppo dovrebbero essere riconosciuti nell’orario di lavoro, perché hanno una ripercussione diretta sul benessere del lavoratore e sul suo lavoro.

C’è inoltre, ancora da esplorare, la complessa situazione dei postumi psicologici dei pazienti covid: l’Ordine sta compiendo ora una ricerca sul punto, rispetto al quale il servizio sanitario dovrà farsi carico di offrire una risposta a una fascia di cittadinanza già estremamente provata dalla malattia o dall’isolamento prolungato.

Con questi fronti aperti, riteniamo fondamentale che il DIRMEI si doti di una specifica funzione legata alle problematiche psicologiche connesse all’emergenza covd19, analogamente a come era avvenuta nella prima ondata con il coinvolgimento dell’Ordine degli psicologi nell’unità di crisi, esperienza che si è però interrotta a giugno.

Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19

Domenico Rossi, Vicepresidente Commissione Sanità

Bloccata festa di compleanno con 40 partecipanti

Torino. Controlli dei carabinieri, tre arresti e una festa di compleanno con 40 partecipanti bloccata

Torino, 19 gennaio. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale finalizzati al contrasto della criminalità e alla verifica del rispetto delle disposizioni anti covid, i carabinieri hanno arrestato tre persone per evasione e furto e interrotto una festa di compleanno con 40 invitati.
In particolare ad Alpignano, nell’hinterland torinese, è stato bloccato un ragazzo straniero di 17 anni per furto aggravato. Su segnalazione di alcuni residenti, è stato fermato nei pressi di un negozio di abbigliamento dove poco prima aveva asportato delle borse per un valore di circa 600 euro. Il giovane per prelevare gli oggetti aveva sfondato con delle pietre la vetrina dell’esercizio commerciale.
A Rivarolo Canavese, gli uomini della Compagnia di Ivrea hanno fermato una ventunenne di Oglianico per evasione. Sottoposta al regime degli arresti domiciliari dall’ottobre scorso per una tentata rapina, la giovane è stata intercettata nei pressi della locale stazione ferroviaria.
A San Mauro Torinese è finito in manette un pregiudicato di 66 anni per furto aggravato e possesso di oggetti atti ad offendere. L’uomo si è introdotto all’interno di una vettura parcheggiata in via Italia, asportando una borsa, non curante della presenza in macchina di una ragazzina minorenne, che iniziava a urlare attirando l’attenzione della mamma poco distante. Le grida della donna hanno messo in fuga il ladro e attirato alcuni passanti che hanno dato l’allarme, consentendo l’immediato intervento dei carabinieri. L’uomo, a seguito di perquisizione personale, è stato trovato in possesso di un paio di forbici.
Infine a Orbassano, sempre nell’hinterland torinese, i militari della Compagnia di Moncalieri hanno interrotto una festa di compleanno organizzata in spregio alle attuali norme anti Covid. L’evento era in corso all’interno di una tensostruttura di 300 mq realizzata su un terreno di un pregiudicato del luogo, con tanto di cucina per preparare i pasti, bar, area ristoro e impianto musicale. All’evento erano presenti i componenti di varie famiglie della zona, abitanti in un limitrofo insediamento abusivo, per un totale di 13 minori e 26 adulti, quest’ultimi tutti sanzionati amministrativamente.

Vaccini Covid, siglato l’accordo con i medici di medicina generale

IL PRESIDENTE CIRIO: «PRONTI A PARTIRE». L’ASSESSORE ICARDI: «UNA SQUADRA VINCENTE»

Accordo raggiunto, in Piemonte, per il coinvolgimento dei medici di medicina generale nella campagna di vaccinazione contro il covid-19.

L’intesa tra la Sanità regionale e le rappresentanze sindacali dei medici di famiglia (Os Fimmg, Os Snami, Os Smi e Intesa sindacale) è stata siglata ieri pomeriggio nella sede dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla presenza del presidente della Regione, Alberto Cirio, e dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.

«Il Piemonte è pronto alla vaccinazione di massa attraverso le sue oltre 3.200 “sentinelle” sul territorio, cioè i propri medici di famiglia – commenta il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Sono grato a tutti perché il Piemonte è tra le prime regioni a siglare un accordo di questo tipo, che ci permetterà di raggiungere in modo capillare tutti i cittadini e in particolare le fasce più fragili. Siamo pronti a partire non appena arriveranno le dosi del vaccino Astra Zeneca, la cui validazione è attesa a fine gennaio con prima consegna alle regioni intorno al 10 febbraio. Il Piemonte ci crede e sta mettendo il suo massimo impegno, perché prima vaccineremo tutti e prima usciremo da questa grave crisi».

«Abbiamo sempre sostenuto che questa battaglia possiamo vincerla solo insieme ai medici di base, che per la vaccinazione antinfluenzale sono stati in grado in meno di due mesi di vaccinare in Piemonte un milione di persone – sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Genesio Icardi -. Oggi abbiamo siglato questo accordo che copriamo con risorse regionali, ma ho già convocato domani la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, che coordino, alla quale parteciperà anche il ministro Speranza, dove chiederemo che questa importantissima attività sia finanziata, perché è forse la più importante che l’emergenza Covid abbia messo in evidenza. La squadra con i medici di famiglia, e fra poco anche con i farmacisti, sono certo che sarà una squadra vincente».

Operativamente, i medici entreranno in azione non appena sarà disponibile il vaccino Astra Zeneca, o altro con analoghe caratteristiche, che consente modalità di conservazione (normali frigoriferi) compatibili con la somministrazione anche a domicilio, oltre che in ambulatorio.

I medici di medicina generale potranno effettuare la somministrazione del vaccino direttamente nei propri studi, avvalendosi delle strutture messe a disposizione delle Aziende sanitarie (o dagli enti locali), oppure a domicilio degli assistiti, in caso di persone non deambulanti.

Il target degli assistiti da coinvolgere in una prima fase sarà rappresentato dalle persone in età avanzata, in primo luogo ultraottantenni, e dalle persone non deambulanti già seguite presso il proprio domicilio, che si sono già sottoposte a vaccinazione antinfluenzale. Un coinvolgimento che aumenta la protezione anche delle persone con fattori di rischio clinici, vista la prevalenza di comorbidità, mentre il rapporto di fiducia che lega gli anziani al medico di medicina generale consentirà di realizzare una maggiore copertura vaccinale.

Nelle fasi successive il target di popolazione da vaccinare seguirà le indicazioni nazionali e regionali.

Particolare attenzione sarà rivolta nei confronti dei soggetti “scettici” e non responder che saranno contattati e informati sull’importanza della somministrazione del vaccino, sulla sua sicurezza e sulle controindicazioni temporanee alla somministrazione.

I medici potranno vaccinare non solo gli assistiti in carico, ma anche altri assistiti comunque residenti nel territorio della Asl di riferimento. Sarà ammessa l’adesione dei medici di continuità assistenziale, su base volontaria, in orario diurno e feriale ai quali verrà corrisposta la medesima remunerazione, che è di 6,16 euro ad inoculo (più oneri), come da contratto nazionale.

Per la Regione Piemonte, si stima un impegno finanziario tra i 30 e i 40 milioni di euro, calcolando, secondo i parametri nazionali, una platea tra i 2 e i 3 milioni di persone a carico dei medici di famiglia e tenendo conto anche della seconda inoculazione, prevista per il richiamo.

«Oggi è una giornata storica – commenta Roberto Venesia, segretario della Fimmg Piemonte -. Siamo stati chiamati e la medicina generale risponde all’appello. Nessuno si salva da solo, ma tutti insieme potremo farcela per l’interesse e la salute dei nostri concittadini».

«Da un anno ormai, come i colleghi ospedalieri, noi medici di famiglia siamo impegnati nella lotta contro questa pandemia – sottolinea Antonio Barillà segretario Smi Piemonte -. Ora è arrivato il momento dell’ultimo importante sforzo, che è quello di vaccinare al più presto i nostri pazienti».

«Oggi è stato firmato un accordo importantissimo – aggiunge  Mauro Grosso Ciponte segretario Snami Piemonte – il primo passo per sconfiggere il male del secolo. I medici sono come sempre in prima fila e si sono resi disponibile a dare una mano al sistema per bloccare il virus Covid 19».

«E’ un buon accordo – concorda Marcello Ardizio di Intesa sindacale -, guardiamo con fiducia al futuro».

McDonald’s e Fondazione Ronald McDonald doneranno, con Banco Alimentare, 300 pasti caldi a settimana

“Sempre aperti a donare”: un’iniziativa a sostegno delle comunità locali partita in diverse città e che porterà entro marzo 2021 alla distribuzione di 100.000 pasti caldi alle strutture che offrono accoglienza a persone in difficoltà

Torino, 18 gennaio 2021 – L’iniziativa Sempre aperti a donare arriva a Torino, dove McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald doneranno 300 pasti caldi ogni settimana, per 8 settimane, a diverse strutture caritative del territorio individuate da Banco Alimentare Piemonte.

I ristoranti McDonald’s di Corso Giulio Cesare, Via P. Cossa angolo Corso Regina Margherita, così come quelli di Rivoli in Corso Primo Levi, di Beinasco in Via Torino angolo con Via Falcone presso il centro commerciale Le Fornaci, di Venaria in Corso Garibaldi angolo con Via Druento e di Grugliasco in Via Crea presso il centro commerciale Shopville Le Gru saranno coinvolti da vicino nel progetto. I team di lavoro dei ristoranti si occuperanno della preparazione dei pasti, ritirati e distribuiti dai volontari di Banco Alimentare Piemonte alle seguenti strutture caritative del territorio: Arcidiocesi di Torino – Ufficio per la Pastorale dei Migranti – Comunità Madian, Chiesa Cristiana Evangelica Issacar, Parrocchia S. Luca Evangelista, Parrocchia Natività Maria Vergine di Venaria, Associazione Cenacolo Eucaristico Trasfigurazione.

Le donazioni nella città di Torino, nella cui provincia McDonald’s conta 27 ristoranti, fanno parte del progetto Sempre aperti a donare, lanciato da McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Con la volontà di dare conforto anche oltre il periodo natalizio, l’iniziativa prevede la donazione di 100.000 pasti caldi che verranno distribuiti entro la fine di marzo alle strutture caritative che assistono famiglie e persone fragili in diverse città italiane.

Questa iniziativa conferma e consolida l’impegno che lega McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald al Paese e alle comunità locali con l’obiettivo di contribuire ad alimentare il circolo virtuoso generato dalle associazioni benefiche con cui collaborano, specie nel difficile momento che stiamo attraversando, segnato dall’emergenza Covid.

Juve pronta per la Supercoppa Toro con il nuovo allenatore

Qui Juve: emergenza bianconera: si ferma anche il terzino sinistro Frabotta che salterà la finale di Supercoppa Italiana contro il Napoli in programma il 20 gennaio alle ore 21,Mapei stadium di Reggio Emilia. Salterà l’incontro anche il centrocampista Rabiot.Bernardeschi giocherà terzino al posto di Frabotta mentre Arthur prenderà il posto del centrocampista francese.Il tecnico bianconero Pirlo ha tenuto un lungo sermone alla squadra.Il tempo degli alibi è finito.Ora bisogna sollevare il primo trofeo della stagione.La Champions League è un dei 4 obiettivi assieme al campionato,alla Coppa Italia ed alla Supercoppa.

La formazione prevede Szczesny tra i pali
Danilo e Bernardeschi terzini.Bonucci e Chiellini centrali,a centrocampo Chiesa, Arthur,Betancour e McKennie,in attacco Ronaldo e Morata.

Qui Toro: ha diretto il suo primo allenamento il neo tecnico granata Davide Nicola. In attesa che vengano acquistati i 2 giocatori richiesti e cioè Schone a centrocampo e Sanabria in attacco,il mister granata ha fatto svolgere una doppia seduta tecnico tattica a tutto l’organico di 24 giocatori quasi al completo,tranne l’infortunato Vojvoda.Si è fermato il difensore N’Kolou per un problema muscolare. Venerdì sera ci sarà lo spareggio salvezza,l’ennesimo, contro il. Benevento e terminerà il girone d’andata: fondamentale sarà prendere i 3 punti e cominciare un girone di ritorno che dovrà portare il Toro alla salvezza.
Il modulo sarà sempre il 3-5-2.Probabile l’esordio del centrocampista Baselli,reduce da un lungo infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi di gioco per 9 lunghi mesi. Da considerare alla stregua di un nuovo ed importante acquisto.

Vincenzo Grassano