ilTorinese

Covid, 7 gennaio: ricoveri ospedalieri in flessione

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1040 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 75 dopo test antigenico), pari al 12,2% dei 8.497 tamponi eseguiti, di cui 2.929 antigenici. Dei 1040 nuovi casi gli asintomatici sono 345, pari al 33,2%.

I casi sono così ripartiti: 172 screening, 533 contatti di caso, 335 con indagine in corso; per ambito: 96 RSA/Strutture socio-assistenziali, 69 scolastico, 875 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 207.583, così suddivisi su base provinciale: 18.498 Alessandria, 10.599 Asti, 7215 Biella, 28.741 Cuneo, 16.228 Novara, 108.466 Torino, 7863 Vercelli, 7209 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1088 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1676 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 184 (- 8 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2760 (13 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 16.645

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.089.744 (+ 8497 rispetto a ieri), di cui 938.153 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8106

Sono 18 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8106 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1238 Alessandria, 515 Asti, 337 Biella, 929 Cuneo, 668 Novara, 3714 Torino, 378 Vercelli, 257 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

179.888 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 179.888 (+1782 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 15.570 Alessandria, 8729 Asti, 6176 Biella, 25.079 Cuneo, 14.060 Novara, 95.083 Torino, 6782 Vercelli, 6098 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 936 extraregione e 1375 in fase di definizione.

Parte la stagione dei saldi Spenderemo 200 euro a testa

Saldi al via a Torino e in Piemonte giovedì 7 gennaio

C’è la soddisfazione dell’Ascom che riterrebbe un eventuale nuovo lookdown “un disastro per l’intera filiera della moda e dell’abbigliamento”.  Intanto un sondaggio di Confesercenti, rivela che un torinese su due è interessato a fare acquisti  durante i saldi, ma appena il 10% ha già stabilito un budget: mediamente 200 euro, in calo rispetto al 2020. La lista dei desideri dei torinesi registra  calzature, cappotti, giacconi e giubbotti, oltre a capi di maglieria (38%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%), borse (13%) e accessori (11%).

In classe 350 mila studenti di elementari e medie

Elementari e medie riprendono in presenza il 7 gennaio: tornano in aula 350 mila studenti

Invece gli studenti delle scuole superiori torneranno a scuola il 18 gennaio “compatibilmente con l’andamento dell’epidemia”, ha detto il presidente della Regione Alberto Cirio che ha preso la decisione  con le Prefetture, i sindaci, i presidenti delle Province, i rappresentanti degli Enti locali (Anci, Anpci, Upi, Uncem e Ali-Legautonomie).

Torino: ruba tre felpe ma viene fermato

Dopo l’arresto scattano anche denuncia e sanzione

Un cittadino rumeno di 21 anni è stato arrestato per furto dagli agenti della Squadra Volante domenica pomeriggio, dopo essere intervenuti in un supermercato cittadino di via Genova. Lo straniero era stato fermato all’interno dell’esercizio dopo essersi impossessato di tre felpe di marca, del valore complessivo di 150 euro, che aveva occultato sotto il proprio giubbotto.

Per eludere la sorveglianza, il ventunenne si era avvicinato alle casse chiedendo il prezzo di una scatola di bicchieri che poi aveva posato. Il giovane, però, non sapeva che i suoi movimenti erano stati osservati da personale del negozio. Vistosi scoperto, il reo aveva spintonato personale di vigilanza dimenandosi una volta raggiunto, reazione che però non gli era valsa la fuga.

A seguito di accertamenti, è poi emerso che l’arrestato aveva a carico un divieto di dimora nel Comune di Torino datato novembre 2020, motivo per il quale è stato denunciato in stato di libertà. Allo stesso tempo, trovandosi fuori dal comune di residenza, è stato sanzionato per le violazioni relative alle norme di contenimento del Covid 19.

Al via anche a Torino il progetto “Basta una Zampa – Dog Therapy” nelle scuole

La sperimentazione è già partita a Milano e ora arriva all’ I.I.S.S. Oscar Romero di Rivoli 

A scuola con gli amici a quattro zampe per i bambini con disabilità, in un momento di grande fragilità e debolezza per tutta la socialità e gli inserimenti

www.forasmile.org

TORINO – Arriva all’ I.I.S.S. OSCAR ROMERO di viale Papa Giovanni XXIII a Rivoli (TO) il progetto nazionale di Dog Therapy nelle scuole, che porta gli amici a quattro zampe a incontrare i bambini e i ragazzi delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie.

Basta una Zampa, progetto ideato e sostenuto da For a Smile Onlus, prende il via presso l’istituto di Rivoli (il primo a partire per la provincia di Torino)  fino al mese di maggio.

Quattro appuntamenti al mese, uno alla settimana, insieme ai ragazzi con disabilità, che incontreranno i cani presso il bellissimo parco privato dell’istituto o, in caso di pioggia, nella palestrina interna alla struttura. I tre cagnolini, opportunamente educati in attività di Pet Therapy IAA, saranno accompagnati dai coadiutori IAA dell’Associazione Sorrisi a 4 Zampe ETS di Torino.

Il percorso ludico-ricreativo ed educativo attivato dalla Dog Therapy coinvolge gli allievi con disabilità del nostro istituto, i quali frequentano in presenza. Si tratta di un progetto che mira al miglioramento dello stare bene a scuola, promuovendo attività di socializzazione tra pari, favorendo la conoscenza del corretto rapporto tra uomo ed animale e lavorando sul contenimento e sulla gestione dell’ansia. Aspetto quest’ultimo nodale data la situazione di incertezza che l’emergenza Covid-19 ha comportato”Queste le parole della Preside Luisa Rossi, che ha da subito creduto nell’efficacia della Dog Therapy a scuola, proprio per i ragazzi diversamente abili ed in modo particolare per le prime classi che hanno bisogno di integrarsi in un nuovo contesto scolastico.

Il progetto

L’iniziativa si inserisce all’interno delle attività ordinarie della Onlus, che da sempre ha a cuore il benessere dei bambini e delle famiglie e che in un momento di grande debolezza per socialità decide di entrare laddove i bambini si incontrano dopo mesi di isolamento.

Il progetto di Dog Therapy è già partito a Milano lo scorso 15 Ottobre con l’IC Via Giacosa dove si sta portando avanti un percorso che coinvolge i bambini dell’Istituto Comprensivo – che include scuole dell’Infanzia, scuole primarie e secondarie. Sono al momento in fase di definizione gli accordi con altre scuole di Milano, Torino e Roma ed è già grande l’entusiasmo per un progetto che renderà la scuola ancora più accogliente.

La Dog Therapy a scuola

I bambini hanno vissuto lunghi mesi di isolamento a casa, privati della socialità, della loro routine, delle attività fisiche e all’aria aperta. Sono tanti e ormai riconosciuti i danni psico-sociali ereditati dal lockdown e oggi la scuola a fatica sta cercando di abbracciare, almeno virtualmente, le insicurezze e le paure che questi bambini si portano dietro.

In questo contesto di fragilità, For a smile Onlus, che da oltre 13 anni porta avanti progetti dedicati all’infanzia e alle famiglie e che promuove a livello nazionale l’iniziativa “Basta una zampa” di Dog Therapy negli ospedali, ha deciso di entrare nelle scuole e incontrare i bambini nel cortili o nei parchi degli istituti.

Gli incontri di Dog Therapy nelle scuole saranno con gruppi di 6 bambini (nel rispetto delle restrizioni Covid) o con classi intere negli spazi esterni. I percorsi ludici saranno costruiti in base alle esigenze del gruppo e definiti dagli operatori professionisti insieme alle insegnanti, allo psicologo della scuola e alle famiglie.

L’iniziativa avrà una durata dell’intero anno scolastico (fino a maggio) e sarà totalmente donata da For a smile Onlus alle scuole, dando priorità ai contesti con particolari difficoltà di inserimento e integrazione.

Gli incontri saranno condotti da operatori certificati I.A.A. (Interventi Assistiti con Animali – Dog Therapy), accompagnati dai loro simpatici amici a quattro zampe educati per le attività coi bambini.

Boni: “Università sospese da mesi”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di Igor Boni (candidato alle primarie del centrosinistra):

“Si parla delle scuole che non dovevano chiudere e hanno chiuso. Si parla delle scuole, ma le Università? Sono 10 mesi che i servizi agli studenti sono sospesi. Come pensiamo di convincere i giovani che studiano a Torino a non lasciare la città? Negando loro i servizi essenziali per studiare? L’art. 3 della Costituzione affida alla Repubblica ‘il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …’ Eppure oggi chi non ha una connessione efficiente, e sono molti, non può seguire le lezioni e si trova davanti alcuni docenti che nemmeno mettono le lezioni registrate sul web. Altro che rimuovere gli ostacoli!
Abbiamo manifestato questa primavera davanti al Rettorato, ho scritto il 13 novembre a Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino senza ottenere nemmeno una risposta.

Dato che il d.lgs. 68/2012 ha previsto un sistema integrato di strumenti e servizi per la garanzia del diritto allo studio, al quale partecipano, nell’ambito delle rispettive competenze, diversi soggetti e che le regioni a statuto ordinario esercitano la competenza esclusiva in materia di diritto allo studio, disciplinando e attivando gli interventi per il concreto esercizio di tale diritto, chiedo al Presidente Cirio di intervenire immediatamente.
Come si può pensare che siano sospesi per oltre 10 mesi i servizi forniti dalle biblioteche, dalle esercitazioni in campo, dai laboratori, dalle aule studenti; come si può immaginare di proseguire solo con lezioni on-line non garantendo nemmeno la possibilità a tutti di seguirle. Già lo strumento di per sé non consente il medesimo livello di apprendimento delle lezioni in presenza ma discriminare chi vive in aree non coperte adeguatamente dalla rete non è francamente più ammissibile.
Qui si tratta di assumersi la responsabilità di riaprire le Università mantenendo e facendo rispettare i protocolli di sicurezza già predisposti.
Altrimenti in nome dell’impossibile ‘rischio zero’ c’è il rischio sicuro di aver causato un danno permanente a oltre 100.000 studenti che studiano da noi. E che andranno via da qui.”

Spaccata nella notte in via Nizza

Arrestato l’autore dagli agenti della Squadra Volante

Domenica notte, poco dopo le tre, gli agenti della Squadra Volante scorgono in via Nizza un uomo che, accortosi della loro presenza, si nasconde tra le auto in sosta. Poco dopo, sale su uno di questi veicoli e dopo aver messo in moto si dirige in direzione di corso Spezia. Gli agenti inseguono l’auto che intercettano in via Genova. L’uomo alla guida, un quarantunenne con diversi precedenti di polizia a carico, viene trovato in possesso di numerosi arnesi atti allo scasso. Nell’auto, i poliziotti trovano anche l’inserto di una cassa per la suddivisione dei soldi contenente monete e banconote per oltre 100 euro.

Gli agenti appurano che il denaro era stato prelevato dal quarantunenne all’interno di un negozio di via Nizza nel quale si era introdotto forzando serranda e porta d’ingresso. Per l’uomo, un sorvegliato speciale, scatta l’arresto per furto aggravato e la denuncia per ricettazione per del materiale telefonico e informatico trovato nell’auto e per la violazione della sorveglianza speciale.

Il denaro recuperato è stato poi riconsegnato a responsabile del negozio oggetto del furto.

La caduta. Dalla morte di Stalin al crollo del muro

RILETTI PER VOI / Un libro di Donatella Sasso racconta l’inesorabile dissolvimento del miraggio collettivo dell’Est europeo

Con “La caduta,19531989. Dalla morte di Stalin al crollo del muro”, pubblicato da Edizioni del Capricorno, Donatela Sasso conduce il lettore nel cuore dei processi storici che hanno prodotto l’agonia prima e poi la fine del mondo dell’Est europeo, rappresentato simbolicamente dall’abbattimento del muro di Berlino e dal dissolvimento dei regimi comunisti.

Un libro ben scritto che scava dentro le vicende sviluppatesi lungo un arco temporale di 35 anni alla ricerca delle radici di quel vero e proprio cataclisma che cambiò il volto del mondo, gli equilibri e i rapporti di forza tra i paesi, svelando il fallimento di un grande miraggio collettivo. Donatella Sasso, ricercatrice di storia contemporanea presso l’Istituto Gaetano Salvemini di Torino, giornalista e scrittrice esperta e attenta a quanto accade nella parte orientale dell’Europa, ripercorre le vicende essenziali avvenute al di qua e al di là della Cortina di Ferro, dalla morte di Stalin alle rivoluzioni soffocate di Ungheria e Cecoslovacchia, dal progressivo manifestarsi del dissenso nei paesi dell’Est al decisivo e inarrestabile emergere di Solidarność in Polonia, fino agli anni di Gorbačëv, della Glasnost’ e di Černobyl’. E poi, in rapida successione come in un effetto-domino, il crollo del Muro, la fine drammatica della dittatura di Ceausescu in Romania e il dissolversi della Jugoslavia costruita da Tito,evento da cui sarebbe nata una tragica guerra nel cuore dell’Europa, un conflitto le cui lacerazioni sono ancora perfettamente leggibili nella cronaca quotidiana, nella “terribile pace” che ne scaturì e nel caos della rotta balcanica dei migranti. Un ricco e importante corredo iconografico proveniente dagli archivi internazionali e finestre di approfondimento e spiegazione dei significati delle parole chiave,aiutano il lettore a conoscere questa parte essenziale della storia europea. Un lavoro prezioso poiché, come ha ancora recentemente sottolineato Eugenio Scalfari, le attese che quegli eventi generarono alla fine degli anni ’80 del secolo scorso sono state in gran parte disattese e il rischio che l’unione Europea si trasformi in un “sogno infranto” coincide proprio con il 1989, la data spartiacque del crollo del muro che riunì la Germania ma divise nuovamente il continente, tra Nord e Sud e non più tra Est e Ovest, creando un’ Europa a due velocità e a trazione tedesca, poco attenta se non addirittura indifferente agli interessi dei paesi mediterranei.Nel libro di Donatella Sasso, che delle vicende dei paesi dell’ex blocco orientale è attenta e scrupolosa interprete,la sequenza degli eventi si snoda in dieci capitoli,dimostrando come al crollo di una realtà nata nei primi anni successivi al secondo conflitto mondiale e cristallizzatasi durante il lungo periodo della Guerra Fredda, non si è arrivati per caso né in maniera improvvisa. “A trent’anni da quei giorni carichi di entusiasmo ed emozioni, possenti quanto contraddittorie” e “ nonostante i numerosi esiti drammatici e le attuali prospettive di regressione” la storica dell’Istituto Salvemini ci ricorda che “la caduta del Muro di Berlino fu un evento epocale, voluto e sostenuto da quanti, e furono tantissimi, dissentirono dai regimi dei loro paesi, pagando di persona con il carcere, l’esilio, l’emarginazione sociale”. E questo nessuno di noi può dimenticarlo.

Marco Travaglini

«Vite in Gioco» coinvolge più Comuni

Il progetto interessa Chieri (capofila), Moncalieri, Carmagnola e Nichelino.A Chieri lo Sportello avrà sede in via Vittorio Emanuele II 1 (fronte Biblioteca Civica), sarà aperto al pubblico una mattina al mese. La Linea Telefonica attiva 6 ore a settimana.

L’assessore Raffaela VIRELLI: «Offriremo un servizio di accompagnamento, anche legale, oltre che di informazione e sensibilizzazione.»

 

Il Comune di Chieri con il progetto «Vite in Gioco» si è aggiudicato il concorso di idee promosso dall’AslTO3 (Dipartimento Patologie della dipendenza).

Il progetto, realizzato in collaborazione con i Comuni di Moncalieri, Carmagnola e Nichelino ed il SerD dell’AslTO5 e finanziato con 24mila euro, consiste nell’attivazione di una Linea Telefonica e di uno Sportello Itinerante, Informativo e Creativo, che promuoverà azioni di consulenza economica e finanziaria rivolta alle famiglie, vittime indirette del gioco d’azzardo, e azioni di cittadinanza attiva, ovvero percorsi informativi e formativi insieme alle realtà sociali attive nei territori.

«Il gioco d’azzardo patologico costituisce un problema molto grave dal punto di vista sanitario e sociale, il gruppo GAP segue 83 pazienti tra Chieri, Carmagnola, Moncalieri e Nichelino, ma esiste un significativo sommerso, persone e famiglie che sono reticenti a rivolgersi al SerD, e questo progetto intende intercettare le potenziali richieste di aiuto e quindi intervenire per aiutare le famiglie a contrastare le difficoltà economiche che il problema comporta, affrontando e circoscrivendo la situazione di crisi, favorendo contatti con la rete formale ed informale che è presente sul territorio. Con la Linea Telefonica e con lo Sportello offriremo un servizio di accompagnamento, anche legale, oltre che di informazione e sensibilizzazione, e l’AslTO5 garantirà il proprio supporto pubblicizzando il servizio, facendolo conoscere alle famiglie e incentivando così le persone ad avvicinarsi. Sportello, SerD e servizi sociali opereranno in stretta sinergia»: così spiega l’assessore alle Politiche sociali Raffaela VIRELLI.

Il servizio sarà gestito da due operatori: un educatore economico finanziario, specializzato sui temi  relativi all’indebitamento causato dal gioco in denaro, e un educatore professionale, formato e con esperienza relativa al gioco d’azzardo patologico, che avrà il compito di coordinare e connettere le attività dello sportello con i servizi territoriali e le realtà socialmente attive sui territori.

La Linea Telefonica si rivolgerà principalmente alle famiglie indirettamente colpite dai debiti di gioco dei loro familiari e agli stessi giocatori problematici, e sarà uno strumento per tutti quei cittadini che vogliono informarsi sul tema dei rischi relativi al gioco d’azzardo e sui servizi di cura attivati dai SerD dell’ASLTO5. Attraverso la chiamata telefonica sarà possibile valutare la domanda e concordare con la persona interessata un incontro personalizzato con l’educatore finanziario, presso lo sportello locale oppure tramite videochiamata. La Linea Telefonica sarà attiva 6 ore settimanali per parlare direttamente con l’operatore; in altri orari sarà possibile lasciare un messaggio vocale o un messaggio scritto su WhatsApp o sms per essere ricontattati.

Lo Sportello Itinerante offrirà supporto e consulenza economico-finanziaria (analisi e supporto della situazione debitoria, valutazione della gestione del denaro e del rischio economico e patrimoniale per sé, i figli e i congiunti), accompagnando i famigliari nella comprensione della complessità del Gioco d’Azzardo Patologico, individuando e pianificando strategie maggiormente funzionali sulla gestione del denaro, coinvolgendo professionisti esperti in materie giuridiche e finanziarie, ed inviando gli interessati al servizio specialistico dell’ASL che procederà alla presa in carico per la diagnosi e la cura.

I Comuni di Chieri, Moncalieri, Carmagnola e Nichelino cofinanzieranno il progetto, mettendo a disposizione locali idonei ad ospitare lo Sportello e coprendo le spese di funzionamento delle sedi.

A Chieri lo Sportello avrà sede nei locali che già ospitano il centro antiviolenza (via Vittorio Emanuele II 1, fronte Biblioteca Civica), inizialmente sarà aperto al pubblico una mattina al mese, per poi arrivare a garantire un’apertura quindicinale.

L’intenzione è anche quella di avviare un percorso di conoscenza e di collaborazione con le realtà sociali presenti, promuovendo momenti aperti alla cittadinanza e affiancando gradualmente all’attività dello Sportello e della Linea Telefonica una serie di volontari formati sul tema, che potranno divenire moltiplicatori di messaggi e di informazioni corrette sui rischi legati al gioco d’azzardo, nonché ricevitori e identificatori di situazioni critiche che potranno così essere orientate ai servizi specialistici dell’ASL.

La coalizione che non c’è

Che in Italia non esistano più le coalizioni politiche e programmatiche coese e trasparenti è un dato di fatto. E che la stessa “cultura delle alleanze” abbia subito un duro contraccolpo negli ultimi tempi è un fatto altrettanto evidente.

Ma, se vogliamo essere ancora più chiari, le coalizioni
oggi sono semplici pallottolieri. Cioè una sommatoria di sigle, espressione di cartelli elettorali e di
partiti personali, che scelgono di mettersi insieme per cercare di vincere le elezioni. Certo, in un
clima ancora fortemente dominato dal trasformismo politico e parlamentare, la “cultura della
coalizione e delle alleanze” stenta a farsi largo se non per meri calcoli tattici e di puro potere. Ciò
che è capitato concretamente nel nostro paese dal 2018 in poi ne è la plateale conferma. Alleanze
tra partiti che sino al giorno prima erano fieri avversari con programmi alternativi sbandierati e
propagandati fino alla nausea; contrapposizione frontale tra i diversi capi partiti salvo poi
accordarsi in un batter di ciglio; disponibilità ad allearsi con chiunque pur di restare al potere.
Sotto questo versante, l’esempio e il comportamento concreto dei 5 stelle non merita neanche di
essere commentato talmente è chiaro e paradigmatico.

Ed è proprio in un contesto del genere che è sempre più indispensabile, invece, ritessere con
pazienza ma con determinazione, una “cultura delle alleanze”. Sapendo, come diceva
l’indimenticabile Mino Martinazzoli, che “In Italia la politica è sempre stata sinonimo di politica
delle alleanze”. Una tendenza che era perfettamente funzionale al sistema elettorale proporzionale
ma, va pur detto, anche con il maggioritario le alleanze hanno dominato la dialettica politica
italiana, anche perchè, per dirla con Pietro Scoppola, proprio nel nostro paese si è riusciti a
“proporzionalizzare il maggioritario”.

Ora, però, se si vuole ricostruire una credibile, seria e trasparente “cultura delle alleanze” è persin
ovvio che devono prevalere alcune condizioni di fondo che potrebbero riassumersi in almeno 3
punti.

Innanzitutto credere in una “cultura della coalizione”, piantandola definitivamente con le
“vocazioni maggioritarie” da un lato e con il semplice “potere di ricatto” dall’altro. Lo squallido
esempio che la maggioranza di governo sta offrendo da settimane, ad esempio, non è che la
riprova che in Italia, attualmente, non esiste una credibile cultura delle alleanze. Cioè non esiste
una coalizione credibile. E questa, purtroppo, è una condizione presente in entrambi gli
schieramenti.

In secondo luogo le alleanze si formano se c’è un comune disegno politico e programmatico dei
vari contraenti. Al riguardo, e per fare un solo esempio, c’è qualcuno in Italia che saprebbe
spiegare in parole semplici e rapidamente comprensibili che cos’è oggi il piccolo partitino
personale di Renzi e che cosa realmente persegue? Cioè, detto in altre parole, qual’è il suo vero
obiettivo politico e attraverso quali modalità concrete lo persegue se non attraverso il potere di
veto continuo e la spregiudicatezza permanente degli atteggiamenti del suo capo? Ecco, basta un
solo piccolo esempio per arrivare alla banale conclusione che con partiti personali del genere ogni
cultura delle alleanze è destinata a saltare prima ancora di essere annunciata pubblicamente.
In ultimo, le alleanze si formano quando c’è anche un omogeneo sistema valoriate che le ispira.

Certo, in una fase caratterizzata dalla post politica e dalla radicale cancellazione di tutti i
riferimenti culturali, è estremamente difficile ricostruire una comune visione etica, culturale,
politica e programmatica. Cioè quella che un tempo veniva giustamente definita come una
“visione della società”. Eppure, anche se siamo immersi in una situazione di radicale perdita di
credibilità della politica, dei partiti e anche, purtroppo, dei suoi capi/leader, non si può che ripartire
da lì. Cioè dal valore delle alleanze, dal pluralismo che le ispirano, dalla politica che le nobilitano e
dai programmi che le qualificano. Senza questa assunzione di responsabilità e senza, soprattutto,
questa riscoperta politica e culturale, dovremmo inevitabilmente rassegnarci alla degenerazione
trasformistica e alla mera ragione di potere. Che, detto fra di noi, è quello che attualmente
registriamo nella dialettica politica italiana.

Giorgio Merlo