ilTorinese

Lo sciopero è un diritto, ma ora è tempo di responsabilità

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il 9 dicembre, giorno successivo alla festività dell’ Immacolata, i sindacati hanno annunciato uno sciopero del pubblico impiego.

Ci sono sicuramente delle valide motivazioni perché il pubblico impiego sia in agitazione perché esso è stato costantemente sacrificato dai diversi governi e gli stipendi sono fermi da troppi anni. Ma il momento che vive oggi l’Italia fa sì che si possa definire l’impiegato pubblico un privilegiato che è passato indenne dalla grande crisi economica provocata dal Covid  Molti pubblici dipendenti godono anche del privilegio di lavorare da casa senza che il lavoro possa subire adeguati controlli perché l’informatizzazione in molti settori pubblici è ancora in alto mare. Questo lavoro da casa inoltre danneggia il cittadino nei suoi rapporti quotidiani con la pubblica amministrazione.
Noi non siamo tra quelli che disprezzano in modo qualunquistico i pubblici dipendenti perché la gente che lavora seriamente nella pubblica amministrazione, c’è da sempre. E non siamo neppure tra quelli che condannano la burocrazia come un inciampo da eliminare perché le regole e il rispetto delle medesime sono alla base della pubblica amministrazione e del buon governo.
Siamo invece fortemente critici verso i politici e gli amministratori che abbiamo e che hanno accumulato molte colpe, sicuramente anche nei confronti dei pubblici impiegati.
Il Travet di cui scriveva Bersezio e che Soldati portò nel cinema, esistono anche oggi.
Ma c’è una differenza abissale che si è determinata con il Covid e che ha costretto intere categorie a chiudere. C’è gente che è già fallita o che rischia di fallire entro il 31 dicembre a causa di un governo menzoniero che non ha mantenuto le promesse. Ci sono interi settori come quello del turismo e della ristorazione che sono alle corde.
In questo contesto drammatico e del tutto inedito chi ha avuto finora lo stipendio versato per intero, ha almeno dei doveri morali verso la comunità. Scioperare il 9 dicembre , magari sperando anche di fare un ponte, non fa onore ai sindacati. E’ un atto che offende e rivela forte irresponsabilità sociale.
Il diritto di sciopero è un diritto costituzionale, ma non possiamo dimenticare come altri diritti costituzionali siano stati sospesi dal Governo in questi mesi senza neppure passare attraverso il Parlamento.
Quando c’è un’emergenza i distinguo non valgono. Occorre disciplina e senso di responsabilità.
I Docenti che si sottopongo al massacro di una scuola allo sbando, stanno dando, ad esempio, un segnale di civismo che va citato.
La parola sciopero per una categoria oggettivamente finora protetta suona in modo maldestro.
Ci fa pensere agli scioperanti del 1917 quando l’Italia era in guerra. Anche oggi siamo in guerra, anche se i nostri odierni vertici “militari” si rivelano confusionari e controproducenti.

Scoperta organizzazione che favoriva l’immigrazione e la permanenza illegale di clandestini

Carabinieri stanno eseguendo otto misure cautelari

Dall’alba, in tutto il Piemonte ed in altre località del territorio nazionale, oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica – Gruppo criminalità organizzata comune e sicurezza urbana – nei confronti di 6 stranieri e 2 italiani (6 in carcere e 2 obblighi di presentazione alla P.G.), ritenuti responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza illegale sul territorio nazionale. Le indagini hanno consentito di individuare un gruppo di stranieri che, con la collaborazione di due italiani, ospitava illecitamente e a fini di lucro, numerosi clandestini, anche minorenni, provenienti dal Pakistan, India e Bangladesh, accompagnati successivamente in auto oltre il confine francese o austriaco, attraverso i valichi del Monginevro e del Brennero.

Nel corso dell’indagine sono già state denunciate, per gli stessi reati, 67 persone e ne sono state sottoposte 7 a misura cautelare.

Come in un film

Torino vista dal mare /4        Camminare per conoscere. Un’immagine semplice ma efficace che descrive al meglio uno dei migliori modi per scoprire una nuova città. Abituarsi a nuovi paesaggi, differenti abitudini di quartiere, spesso è difficile, ma passeggiando tra le vie e le piazze più battute, per poi allontanarsi e perdersi in quelle meno trafficate permette di appropriarsene, cogliendo scenari, scorci e dettagli che spesso si perdono nella frenesia del quotidiano. Torino – io che vengo dal mare – provo a scoprirla così, raccontandola per impadronirmene allo stesso tempo.

Alzi la mano chi non ami trascorrere un paio ore di evasione guardando un buon film. Passatempo per eccellenza, rituale per molti, passione per altri. Tanti sono i motivi che ci spingono verso la scelta di un film anziché di un altro. Il cinema ci permette di discostarci dal nostro attuale hic et nunc e immergerci così in altri mondi e realtà; a volte comici e divertenti, altre volte drammatici e introspettivi, altre ancora pura fantascienza o orrorifici. Un potere fatto di colori, immagini, parole e volti.
Ebbene, in effetti è con questa settima arte che Torino ha saputo costruire uno stretto e consolidato legame, una storia lunga ben oltre un secolo; un sodalizio, un’amicizia duratura.
In questi giorni ha aperto le porte, dello streaming e del virtuale purtroppo, la 38esima edizione del Torino Film Festival che ci ricorda nuovamente che è proprio in questo 2020, anno bisesto anno funesto, che la città celebra questa affinità, elettiva e intellettiva, vestendo le parti di “Città del Cinema” a vent’anni esatti dall’apertura del Museo Nazionale del Cinema all’interno della Mole Antonelliana.

Con l’intento di ripercorrere i motivi e le vicissitudini di questa relazione, sono sparse in punti strategici della città venti postazioni, venti sedute, forse poco rispondenti alle normative igienico-sanitarie degli ultimi DPCM, ma chiaramente inserite in tempi non sospetti, dove è possibile visionare video e documentari della pellicola che fu girata lì, in quel luogo esatto in cui ora viene trasmessa. I nomi dei film e dei registi che si sono avvalsi del profilo e degli scorci urbani di Torino come set sono tanti. Se provassimo a immaginarci interpreti invisibili tra le strade della città potremmo vivere innumerevoli avventure, immersi come dentro un film.

Come solo la magia del cinema sa fare gli eleganti e nobiliari palazzi di Torino, del cuore della città, possono prender le sembianze dei palazzi del potere romano e riportarci agli anni dell’Italia che fu, quella ingenua e credulona dei tempi del Il Divo, di Paolo Sorrentino, ma allo stesso modo quel centro pulsante, tra le strade più battute da giovani e studenti, ci consente un balzo generazionale lungo vent’anni, capace di stimolare quella ormai cara e sempre in voga nostalgia degli anni ’90, attraverso le vicende dei quattro protagonisti di Santa Maradona di Marco Ponti.
Ma accade, come spesso accade nei film, che la calma sia solo apparente e nel caso ci trovassimo in tarda serata in piazza CLN sarebbe meglio evitare di far caso a cosa succede in una delle finestre dei palazzi affacciati sulla piazza, perché, come Dario Argento in Profondo Rosso racconta, potremmo ritrovarci in spettrali, ma decisamente affascinanti, ville liberty nascoste da una lussureggiante vegetazione, cercando di risolvere misteri, spinti da quell’insana curiosità che solo i personaggi di questi film possono avere.

Ma non solo la notte è a caccia di misteri, curiosamente anche recarsi la mattina al Balon può farci trovare immischiati tra i protagonisti di altrettanti delitti che sarà compito del commissario Santamaria, il Marcello Mastroianni de La donna della domenica di Luigi Comencini, risolvere. Ma tranquilli, non sarò io a svelare qui l’assassino, lo spoiler non va mai in prescrizione.
Il cinema è anche questo, incuriosire, stuzzicare la fantasia, stimolare la riflessione. Corrono in aiuto in ciò i vecchi film, quelli cult, quelli che riguardandoli ci rendono nostalgici, ma altrettanto indispensabili sono quelli attuali, quelli ancora sconosciuti, che ci mostrano l’insolito e il diverso.

Annachiara De Maio

A Giaveno nasce la Buona Destra

Riceviamo e pubblichiamo / Buona Destra Piemonte, nell’ottica di una sempre maggiore radicazione nel territorio, annuncia la nascita di un nuovo Comitato Locale: Buona Destra Giaveno.

Con la nascita di questo comitato, la Buona Destra punta ad instaurare un maggior contatto e confronto con i cittadini di una zona fondamentale sia dal punto di vista economico che culturale, per rappresentarne al meglio le problematiche e le istanze in sede istituzionale.

In un momento di grossa crisi economica e sociale, come quello che stiamo attraversando ora, e che influirà sul futuro prossimo del nostro paese, Buona Destra si prefigge l’obiettivo di progettare proposte politiche concrete, lontane dalla politica degli slogan urlati e dall’imperversante populismo attuale.

Anche sul territorio di Giaveno, Buona Destra punterà a rappresentare i valori liberali, laici ed europeisti che ne contraddistinguono il manifesto politico, dando voce a tutti coloro che si riconoscono in questi principi.

Il grandissimo interesse suscitato verso il nostro ambizioso progetto politico, e le tante adesioni di questi giorni, ci fanno capire quanto si senta la necessità di un ritorno ad una politica progettuale, programmatica, moderata e che fondi, la propria comunicazione, sulla condivisione e non sulla ricerca continua dello scontro.

Senza elenchi di problemi, senza puntare il dito contro il nemico del momento, Buona Destra attuerà una politica propositiva volta ad immaginare e concretizzare soluzioni per il futuro del paese, sia a livello nazionale che locale.

Attraverso una classe dirigente nuova, competente e preparata, Buona Destra riporterà concretezza e responsabilità all’interno della dialettica politica contemporanea.

Il paese, i comuni, ed i cittadini tutti, necessitano di un riferimento politico serio ed affidabile nel quale riconoscersi ed al quale affidarsi e la Buona Destra, attraverso la nascita di questo nuovo Comitato, si prefigge di raggiungere questo obiettivo.

Buona Destra Piemonte ed i suoi comitati territoriali locali, rimangono a disposizione di tutti coloro che sentono l’esigenza di avvicinarsi e ritrovare una casa politica che li possa rappresentare, contribuendo alla ripresa del paese sia dal punto di vista economico che culturale.

Gerry Bianco dona a Bergamo l’opera/collage

L’architetto artista Gerry Bianco, ci parla del suo progetto che ha coinvolto  50 artisti. L’opera/collage e’ stata donata a Bergamo per esprimere la solidarietà’ della Sicilia, durante il periodo di covid, con questa città. Gerry Bianco vive a Mazara del Vallo e lavora alla sopraintendenza dei  beni  culturali di Trapani

 

Come e quando e’ cominciato il suo percorso artistico?

“Possiamo dire che il mio vero e proprio percorso di artista nasce dopo gli studi universitari, ma devo ammettere che da piccolino già avevo la tendenza a sviluppare capacità manuali e creative che in età più matura mi hanno portato a prendere sul serio la passione per l’arte. Già da piccolo era forte in me l’idea di creare forme, ma era allora solo un gioco e un divertimento piacevole. Ma era già chiaro in me cosa volessi fare da grande”.

Quali sono i riferimenti artistici e culturali che l’hanno influenzato nel corso del tempo?

“Senz’altro i movimenti figurativi artistici dell’espressionismo dei primi del Novecento e l’Art Nouveau, e senza ombra di dubbio il movimento Futurista di Umberto Boccioni a cui sono particolarmente legato. Amo la linea curva e quella a “colpo di frusta”, perché espressione di movimento che porta con se la forza dinamica e dirompente dell’azione. L’arte non è altro che un processo mentale ,che attraverso le mani dell’artista segna il passaggio tra ciò che è “niente” e ciò che diventa concreto”.

Come nascono le sue opere? Cos’è per lei l’ispirazione?

“Le mie opere nascono di getto o per caso, suggerite e dettate dalla materia stessa. Emozioni e sensazioni forti che avverto sempre, quasi una sorta di dialogo tra me e la materia. Realizzo spesso schizzi e bozzetti preparatori, soprattutto per le opere di grandi dimensioni. Lo studio e la conoscenza della materia è fondamentale, per una buona riuscita di un’opera. Analizzo sempre con molto scrupolo la materia e le venature dei miei tronchi di legno, poi gioco con gli spazi: Il vuoto è il pieno, è il dualismo fondamentale nelle mie sculture, la luce e le ombre si relazionano e si mettono in contrapposizione evidenziandone la forma. L’azione e il movimento prendono sempre il sopravvento. L’ispirazione è il momento felice in cui trovi l’idea per la realizzazione dell’opera”.

Quanto è importante per lei il mezzo pittorico? Nel 2020  ha ancora “senso” dipingere?

“Ho sempre rifiutato il lavoro fatto al computers o meccanico, credo che i nuovi sistemi non potranno mai sostituire il lavoro manuale pittorico e il piacere dello sporcarsi le mani. La pittura è la più bella forma espressiva mai esistita, che ti rende libero e ti fa navigare verso mondi sconosciuti. Avrà sempre senso dipingere, così come avrà sempre senso vivere la bellezza della vita”.

Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa ne pensa del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

“Credo che nel mondo esistano moltissimi artisti a vario genere, è bello scoprire nuove espressioni e linguaggi diversi. E’ stimolante conoscere talenti nuovi e vecchi, questi ti arricchiscono e ti danno linfa per stimoli nuovi. Io credo che le istituzioni dovrebbero avere più sensibilità, dare più spazio all’arte contemporanea per trasformare il nostro territorio e le città con opere soprattutto scultoree nuove. Ci sono tante pareti di cemento che potrebbero essere trasformate in opere. Dovremmo secondo me, indirizzare gli artisti a collaborare con gli architetti per sviluppare progetti di Land- art”.

Ci parli del suo progetto che coinvolgera’ bel 50 artisti da ogni parte dell’italica penisola?

“L’idea nasce in questo periodo buio del Coronavirus,nel quale tutti abbiamo attraversato momenti tristi e di perdità di entusiamo. La Pandemia ha terrorizzato e sconvolto le nostre vite, ha frenato la prospettiva di futuro, e la morte la vedevi dietro l’angolo. Privati della nostra libertà, e della nostra fantasia, ad un certo punto mi sono interrogato su come ribellarmi da questa prigionia e contrastare il Covid 19. Durante la realizzazione di una scultura denominata “l’invisibile” in riferimento al Covid, mi è balenata l’idea di fare una grande tela di 5 mt x 2.50 a 50 mani distanti. Ho subito contattato tanti artisti locali e nazionali che hanno accolto il mio progetto, consistente nella realizzazione di 50 tele 50x50cm con stili diversi, da assemblare successivamente per farne dono alla città di Bergamo colpita pesantemente dal Covid.
Lo scopo dell’iniziativa per ridare bellezza, l’arte in soccorso della vita. L’arte come cura dell’anima,per donare un sorriso, alleviare un po di sofferenza,per ridare gioia e voglia di futuro ad un mondo che il Covid ha reso triste.
Dal sud e per il nord,un dono per il bene comune, per alleviare tante sofferenze e lutti, un gesto di solidarietà e di gratitudine verso i medici, staff sanitario, forze dell’ordine che si sono spesi, per la nostra salute e incolumità. Un grande puzzle con la diversità di 50 stili per formare un’unica grande opera, che ci riconduce al senso di unità nazionale . Distanti ma uniti nello stesso tempo”.

Potrebbe scrivere i loro nomi?

“Questi tutti gli artisti nazionali che hanno aderito al progetto: 1)Gerry Bianco 2) Giacomo Cuttone 3)Totori 4)Enzo Tardia 5)Enzo Campisi 6)Daniela Lucentini 7)Leonardo La Barbera 8)Giovanni Borlin 9)Tano Licata 10)Manuela Marascia 11)Sergio Merlino D’amore 12)Alex Portuesi 13)Pippo Buscemi 14)Tommaso Guastella 15)Marco Rallo 16)Domenico Cocchiara 17)Gerry Napoli 18)Arianna Maggio 19)Certa Rosaria 20)Sabrina Russo 21)Aldo Cammalleri 22)Tonino Russo 23)Giusy Pennelli 24)Michele Pugliese 25)Giovanna Colomba 26)Mario Passerello 27)Salvatore Morgante 28)Rodolfo Asaro 29)Noemi Maltese 30)Salvatore Gentile 31)Piera Ingargiola 32)Barbara Gancitano 33)Rita Ingargiola 34)Mirella Amantia 35)Fabio Accardo Palumbo 36)Clara Maria Luna Mineo 37)Davide Margiotta 38)Gucciardo Elisabetta 39)Cristina Patti 40)Calogero Risalvato 41)Tania Lombardo 42)Alberto Lipari 43)Marina Maltseva 44)Vera Bocina 45)Salvo Denaro 46)Piero Tavormina 47)Lucia Calabrò 48)Veronica Monterisi 49)Lindù Denaro 50)Tito Buscaino”

Nel suo presente ci sono delle nuove idee che saranno  ben presto  viste dal pubblico?

“Si una grande mostra personale, con nuove produzioni sculture e “quadrimension”,(quadri tridimensionali), che conclusa la pandemia, spero di poter allestire per tre mesi nella mia città di Mazara del Vallo”.

Chiara Fici

 Popolo della Famiglia: “La vita e la professionalità degli infermieri valgono una brioche al giorno?”

Riceviamo e pubblichiamo / “Quando l’ho ascoltata pensavo fosse uno scherzo”: queste le parole di Mario Campanella, Coordinatore regionale del Popolo della Famiglia, medico ed ex infermiere, alla notizia dell’inserimento nella nuova manovra di bilancio dell’indennità giornaliera per gli infermieri.

“So per esperienza personale cosa vuol dire fare l’infermiere: un mestiere bellissimo ed impegnativo, sempre a contatto con i pazienti in ascolto dei loro bisogni. Proprio per questa vicinanza in molti hanno pagato addirittura con la vita il loro impegno contro il virus. Ora forse l’esecutivo li “premia” con un’indennità di specificità infermieristica, quale parte del trattamento economico fondamentale, stanziando “ben” 335 milioni, da suddividere per 278000 infermieri e infermieri pediatrici che operano in Italia nel settore pubblico. Un aumento lordo annuo in busta paga di 1205 euro, che spalmati su 13 mensilità equivalgono a circa 90 euro mensili lordi (62 euro di incremento netto al mese): un netto giornaliero in più di appena 2 euro. Una cifra ridicola, davanti alla fatica e all’esposizione di questi lavoratori, in prima linea nei reparti Covid e sul territorio”.

“Una notizia mortificante per tutta la categoria, soprattutto per l’enorme squilibrio esistente con gli aumenti previsti per la dirigenza, che avrebbe dovuto creare migliori condizioni di lavoro per una categoria ormai allo stremo delle forze: perché non sono stati previsti per esempio turni più brevi, perché non sono stati concessi più giorni di ferie o recupero, perché non sono stati assunti tutti gli infermieri necessari (ne mancano in Italia oltre 50.000), perché non viene controllato frequentemente il loro stato immunitario?”

“Come Popolo della Famiglia – conclude Campanella – siamo vicini a tutta la categoria e chiediamo più attenzione alle loro esigenze professionali ed un aumento salariale consono al grande servizio che offrono alla nazione. Non è possibile che la professionalità e la vita di un infermiere valgano come una brioche al giorno”

Aggredisce più volte la propria compagna, arrestato

Una pattuglia della Squadra Volante, transitando in Strada Altessano, vede avvicinarsi una donna: a pochi metri di distanza un individuo la sta seguendo, è il marito.

Le sanguina il naso, è spaventata, invoca aiuto. Ai poliziotti racconta di essere appena stata aggredita dal proprio compagno. Non è la prima volta. La vittima lo aveva già denunciato due volte, era stato arrestato e successivamente rilasciato con divieto di avvicinamento. A giugno di quest’anno l’uomo, un cittadino italiano di 60 anni, era stato ammonito dal Questore di Torino ed invitato a mantenere un comportamento non violento con la compagna. Ma lo scenario non era cambiato. In una circostanza, il sessantenne l’aveva colpita al volto con un bicchiere di vetro.

Nella mattinata dell’arresto, dopo aver ricoperto la moglie d’insulti, era uscito. La donna, lo aveva raggiunto in strada, tentando di farlo ragionare. Il marito, in uno scatto d’ira, l’aveva colpita con due pugni al viso, facendola cadere a terra. Non pago di quanto appena causatole, aveva poi continuato a percuoterla. Quando è stato fermato dagli operatori, il reo ha continuato ad inveire contro di lei.

Il sessantenne, con diversi precedenti di Polizia a carico, è stato arrestato per maltrattamenti e denunciato per lesioni personali.

Dehors gratuiti prorogati al 31 marzo per bar e ristoranti. Fino al 31 gennaio anche per altri negozi

Il Consiglio Comunale ha approvato una delibera, illustrata dall’assessore al Commercio, Alberto Sacco, grazie alla quale viene prorogato il piano straordinario di occupazione suolo pubblico per l’utilizzo dei dehor, approvato nel maggio scorso, e contenente misure temporanee e straordinarie, finalizzate ad accompagnare le attività economiche dopo il periodo di chiusura imposto dall’emergenza sanitaria.

Il piano è prorogato alla data del 31 marzo 2021 a favore degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, comprese le strutture alberghiere che svolgono attività di questo tipo.

La proroga è concessa invece fino al 31 gennaio 2021 anche alle altre categorie economiche allo scopo di consentire la possibilità di utilizzare tali spazi per l’esposizione di addobbi natalizi, consentire l’attesa ai clienti e l’eventuale confezionamento delle merci acquistate.

I dehor, per i quali sarà prevista la gratuità dell’occupazione, potranno essere riscaldati con impianti a gas o elettrici.

Con lo stesso atto viene confermata la procedura semplificata per l’occupazione del suolo pubblico da parte di titolari di pubblici servizi di somministrazione e di altre attività economiche, tramite una comunicazione attraverso la posta certificata (PEC).

La delibera è stata approvata grazie anche ad emendamenti proposti dalla consigliera Maria Grazia Grippo (PD) e del consigliere Andrea Russi (M5S).

Delizie di Moncalieri

Un successo l’Evento Diffuso Gastronomico Autunnale Moncalierese

Domenica 22 si è concluso l’Evento Diffuso Gastronomico Autunnale Moncalierese: il 7/8, 14/15 e 21/22 novembre sono stati infatti tre weekend all’insegna del buon cibo e dell’eccellenza, con la volontà di promuovere le specialità gastronomiche del territorio, in assenza delle consuete fiere autunnali ad esse dedicate (la Fiera Nazionale della Trippa di Moncalieri e la Fëra dij Subièt e Sua Maestà il Bollito) e nel rispetto delle normative igienico-sanitarie vigenti per il Covid-19.

Una scommessa vinta, alla luce del buon riscontro che l’iniziativa ha riscosso. Sono proprio alcuni dei proprietari dei ristoranti della Città di Moncalieri, protagonisti dell’Evento con le loro ricette a base del Gran Bollito Misto, della Trippa, del Salame di Trippa e del Lardo di Moncalieri, a rilasciare dichiarazioni più che positive.

“Grazie a questo Evento Gastronomico abbiamo lavorato molto bene sia con le consegne a domicilio che con il servizio di asporto” – dichiara Giorgio Picco, chef dell’Osteria e Gastronomia La Cadrega – “È stato bello constatare in un periodo così complesso la volontà di creare rete tra quasi tutti i ristoratori del territorio, per valorizzare nel miglior modo possibile i cibi moncalieresi di grande qualità”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Albano, chef di Cà Mia Ristorante – Casa Albano, che afferma: “Nei weekend le ordinazioni per i menù dei piatti tipici moncalieresi sono arrivate e anche numerose. Un’iniziativa senz’altro interessante, che porta attenzione a noi ristoratori in questo brutto periodo”.

Davide Di Marzo del Ristorante Pizzeria I Mascalzoni, a tal proposito, ha sottolineato: “Le ordinazioni, in quantità diverse nei tre fine settimana, ci sono state e ci teniamo a ringraziare il Comune e l’Ufficio Commercio per il supporto e l’aiuto che ci hanno dato nel promuovere le nostre attività in questo momento difficile”.

Paola Manni del Ristorante Antica Trattoria della Rosa Rossa si è mostrata soddisfatta dell’esperienza appena conclusa: “Quest’iniziativa ha senza dubbio contribuito all’incremento degli ordini ricevuti durante i weekend: c’è stato un buon riscontro e ne siamo contenti”.

Il Comune di Moncalieri ha voluto far sentire la sua presenza in un momento difficile per tutti, sostenendo un progetto che, con la collaborazione di Pro Loco Moncalieri, ha valorizzato anche quest’anno il forte legame fra il territorio e i suoi rinomati prodotti tipici.

L’Evento, in virtù delle normative entrate in vigore a pochi giorni dal suo inizio, ha subìto in corsa inevitabili variazioni che han visto eliminare tutti gli eventi di contorno, ma è stato comunque raggiunto l’obiettivo primario: sostenere le attività locali e dare a tutti la possibilità di gustare le specialità moncalieresi, con prelibate ricette a cura degli chef che hanno aderito.

Angelo Ferrero, Assessore al Commercio e alle Attività Produttive, ha commentato: “Sono soddisfatto per l’ottimo punto di partenza di un Evento alla sua prima edizione e nato in un periodo estremamente difficile e in continuo mutamento. Ringrazio tutti i ristoratori e le ristoratrici che hanno creduto e aderito al progetto, oltre a Pro Loco Moncalieri, sempre presente nelle attività della Città”.

Un ringraziamento anche alle Aziende specializzate di Moncalieri che producono ed esportano le materie prime alla base dei menù autunnali proposti in queste settimane: l’Associazione Macellai di Moncalieri, La Tripa ‘d Muncalè e il Salumificio del Castello.

Ultimi, ma non ultimi…grazie ai ristoranti che hanno aderito all’Evento Diffuso Gastronomico Moncalierese: Osteria e Gastronomia La Cadrega, Cà Mia – Ristorante Casa Albano, Antica Trattoria della Rosa Rossa, I Mascalzoni, Ristorante Pizzeria Hotel Rigolfo, Ristorante Al Borgo Antico, Primopiano – Gasthaus, L’Oragiusta.

Natale in mongolfiera alla Luxemburg

Nella storica libreria Luxemburg, via Cesare Battisti 7 a Torino, sospese tra libri si possono ammirare le mongolfiere di Antonella Staltari

A dominare l’ambiente è la carta. Quella ordinata e ancora misteriosa di libri chiusi e ordinatamente schierati sugli scaffali e quella crespa, di giornale, velina, dorata, striata, da parati, damascata, da disegno, da lettere, patinata, assorbente, copiativa delle mongolfiere.

Creazioni che nascono nel laboratorio vicino alla Mole dove l’artista lavora, costruendole con fantasia e colore: non voleranno mai, ma danno ugualmente allo spettatore la possibilità di viaggiare con la mente, proprio come accade con un buon libro.

È un’arte delicata e sognante, semplice e fanciullesca quella della Staltari: proprio ciò di cui abbiamo bisogno tutti in questo periodo e, perché no, per aiutarci a sentire lo spirito del Natale in arrivo.