ilTorinese

Occorre una svolta

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Le vicende che ruotano su una possibile crisi di governo e che hanno in Matteo Renzi il suo protagonista, possono suscitare giudizi differenti:

le elezioni anticipate in queste condizioni sono indubbiamente un azzardo da non prendere alla leggera,  anche se Renzi ha il merito di aver sollevato nel governo Conte questioni molto serie rispetto ai grandi pasticci e ai gravi errori di Conte e dei suoi ministri. Non so quale esito avrà nelle prossime ore lo sbocco della crisi di fiducia nei confronti di Conte che si è indiscutibilmente ed assolutamente rivelato inadeguato. Non riesco più neppure a immaginare in che modo riusciremo a superare la crisi pandemica e la crisi economica in cui siamo impantanati, perché  siamo sempre più riducendoci al lumicino. Non abbiamo neppure i vaccini necessari. Questa è la verità incontrovertibile. Ma resta all’ordine del giorno il problema di non lasciare il paese in mano a questo miscuglio di forze politiche irresponsabili e di politicanti mediocri Siamo di fronte al peggiore governo della storia repubblicana. Non è un giudizio ideologico, è un dato di fatto. La politica non può’ rimanere senza prospettive di cambiamento democratico.  E’ necessario incominciare a pensare ad un’alternativa seria che trovi il suo asse portante nelle forze moderate, le uniche che abbiano saputo governare l’Italia. I moderati hanno sempre avuto un ruolo determinante nella democrazia italiana. Occorre una grande coalizione che vada oltre le sigle e i simboli attuali e superi anche un’opposizione che si è rivelata inetta nel suo Trumpismo goliardico e velleitario che involontariamente fa il gioco di Conte. Occorre una grande mobilitazione antipopulista e democratica che faccia ritrovare il valore del Parlamento e la sua centralità. Cattolici e laici , liberali e socialisti devono tornare ad essere la forza trainante. Al di là di Renzi e della inopportunità di elezioni politiche a breve, occorre una svolta rispetto a politici che hanno gravissime responsabilità sia sotto il profilo politico sia sotto quello sanitario. Se l’Italia è destinata ad essere soggetta al governo Conte e ai partiti che lo sostengono fino al 2023, siamo fritti. Molta gente non tollera più la situazione ed è pronta a scatenare la protesta di piazza di cui parlava questa estate. Bisogna dirlo con chiarezza. Ogni prospettiva di speranza oggi è finita. Non dimentichiamolo mai. C’è anche una brutta aria di conformismo che può preludere ad un regime, una prospettiva da non escludere a priori specie in contesti drammatici come gli attuali.

 

I vantaggi fiscali al tempo della pandemia

I Decreti in tempi di Covid-19: agevolazioni e altre opportunità fiscali per gli imprenditori, il tema della web conference promossa il 14 gennaio dal CDVM in collaborazione con lo studio legale Lexchance

Proseguono anche nel nuovo anno le web conference promosse dal CDVM ( Club Dirigenti Vendite & Marketing dell’Unione Industriale di Torino), presieduto dal dottor Antonio De Carolis, in collaborazione con lo studio legale e fiscale torinese “Lexchance tax & legal“, con sede anche a Roma, impegnato nella consulenza legale, tributaria e nei servizi professionali alle imprese.

L’approccio dello studio risulta multidisciplinare e consente di supportare le esigenze specifiche dei clienti (dalle grandi aziende alle piccole e medie imprese), che gli richiedono una consulenza strategica.

Il primo appuntamento, in programma giovedì 14 gennaio prossimo alle 18, riguarda la tematica inerente “I vantaggi fiscali al tempo della pandemia”, della quale si desidera fornire ai partecipanti la conoscenza degli strumenti per orientarsi tra le numerose agevolazioni previste dai nuovi decreti degli ultimi mesi. Verranno trattati i Decreti Ristori, sia per quanto concerne i contributi a fondo perduto, lecategorie interessate (codici ATECO), la determinazione dell’importo spettante e le modalità di accredito; il fondo perequativo per il 2021 e altre novità sui contributi a fondo perduto; gli ammortizzatori sociali; l’esonero contributivo per imprese che rinunciano agli ammortizzatori. Verranno inoltreforniti brevi cenni sui reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Altri aspetti del tema che verranno esaminati saranno ilcredito d’imposta delle locazioni e affitti; le proroghe neiversamenti e accertamenti, e brevi cenni sui reati tributari. Un’altra tematica che verrà affrontata durante la web conference sarà la Legge di Stabilità, nei suoi aspetti delcredito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, del credito d’imposta “ricerca e sviluppo”; degli incentivi per le nuove assunzioni; del baratto finanziario 4.0; verrà trattato anche il tema del rinvio della copertura delle perdite 2020 e verranno forniti brevi cenni sul reato di false comunicazioni sociali.

In conclusione verranno esaminati altri decreti previsti e tracciata una possibile evoluzione nel prossimo futuro.

Mara Martellotta 

“Nuovo tentativo di sdoganare gli OGM”

 

Dopo il voto al Senato un vasto fronte di associazioni si mobilita in vista del voto del 13 gennaio in Commissione Agricoltura della Camera.

 

«Caro direttore, l’approvazione dei decreti sulle New Breeding Techniques (Nbt) costituirebbe un grave attacco alla nostra filiera agroalimentare, al principio di precauzione, ai diritti dei contadini, nonché la violazione della sentenza della Corte Europea di Giustizia che equipara nuovi e vecchi Ogm».

 

È atteso per il 13 gennaio il parere della Commissione Agricoltura della Camera dei 4 decreti proposti dal Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, che con il pretesto dell’aggiornamento delle misure fitosanitarie, riorganizza il sistema sementiero nazionale, apre la strada alla diffusione degli Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) e dei cosiddetti “nuovi” Ogm (ottenuti tramite le New Breeding Techniques – Nbt).

 

Già lo scorso 28 dicembre, in sordina e con una seduta a ranghi ridotti per le festività, la Commissione Agricoltura del Senato ha espresso parere favorevole sui 4 decreti, che permettono di fatto la sperimentazione in campo non tracciabile di varietà di sementi e materiale di moltiplicazione ottenuti con le “nuove tecniche di miglioramento genetico” (Nbt) che, come ha confermato la sentenza del 2018 della Corte Europea di Giustizia, sono a tutti gli effetti Ogm e come tali devono sottostare alle normative europee esistenti in materia.

 

Se la Commissione Agricoltura della Camera prenderà la stessa decisione di quella del Senato, Dop, Igp, vini di qualità, produzione biologica, prodotti dei territori, varietà locali e tradizionali potranno essere contaminate da prodotti ottenuti con le nuove tecniche di genome editing (Nbt) che non saranno etichettati come Ogm e quindi saranno irriconoscibili per i consumatori. Ne risulterà che coloro che vorranno prodotti “Gmo-free” garantiti, per esempio nell’export, rifiuteranno anche i prodotti etichettati come “non-Ogm” per mancanza di certezze. Chi pagherà i danni? Di fatto, con questi decreti, le sanzioni per il rilascio ambientale di Ogm sono esigue e, oltre a non avere funzione deterrente, aprono alla possibilità immediata di sperimentazione in pieno campo.

 

In realtà, ci sarebbe l’obbligo di adeguare la normativa soltanto se si prevedesse di accettare la coltivazione di varietà Ogm, cosa che la legislazione italiana attuale esclude esplicitamente. Scelta che si estende alle nuove tecniche di correzione del genoma, in inglese genome editing, grazie alla sentenza esecutiva della Corte europea di Giustizia che nel 2018 ha stabilito che «Gli organismi ottenuti mediante tecniche o metodi di mutagenesi devono essere considerati come Ogm ai sensi dell’articolo 2, punto 2, della direttiva 2001/18…». La definizione di Ogm nel Protocollo di Cartagena – lo stesso che introduce il Principio di precauzione garante della tutela della nostra salute, del nostro ambiente e della biodiversità – si basa su chiari e inconfutabili criteri. Tutte le nuove tecniche di genome editing prevedono l’introduzione di segmenti di genoma e producono organismi modificati che soddisfano tali criteri. Tuttavia, queste tecniche comportano spesso anche mutazioni indesiderate (off target), rese sempre più evidenti e documentate dalla letteratura scientifica. Infine, i protocolli di genome editing coinvolgono normalmente le stesse tecniche base dei “vecchi” Ogm, responsabili di delezioni e riarrangiamenti non voluti.

 

È grave inoltre che – surrettiziamente e alla chetichella – i decreti proposti aboliscano, insieme al diritto alla risemina, i diritti propri del sistema sementiero contadino, violando così l’articolo 9 del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche e per l’alimentazione e l’agricoltura (ITPGRFA). L’articolo stabilisce che «nessuna disposizione del presente articolo comporta una limitazione del diritto degli agricoltori di conservare, utilizzare, scambiare e vendere sementi o materiale di moltiplicazione».

 

Per tutti questi motivi un fronte sempre più ampio di associazioni ambientaliste, organizzazioni dell’agricoltura biologica e contadina, e associazioni di consumatori, denuncia il tentativo del Governo di aprire a nuovi e vecchi Ogm solo per favorire un ristrettissimo numero di imprese, la maggior parte grandi multinazionali, che vogliono ottenere il controllo delle filiere agroalimentari ed intendono mettere agricoltori e consumatori davanti al fatto compiuto, con prodotti brevettati, non tracciabili e privi di certezze qualitative, violando il Principio di precauzione posto a garanzia della salute, dell’ambiente e della biodiversità, per di più in assenza di qualunque analisi d’impatto sul sistema agricolo nazionale.

 

In vista del voto della Commissione agricoltura della Camera le Associazioni lanciano un appello ai decisori politici: «da due decenni siamo mobilitati per tenere i nostri campi liberi da Ogm, mantenere in capo alle aziende la possibilità di produrre le proprie sementi e dare impulso al nostro sistema agricolo. Contrasteremo in ogni sede anche questo maldestro e subdolo attacco alla nostra filiera agroalimentare, la cui competitività deriva da ciò che la biodiversità coltivata è in grado di esprimere; chiediamo l’immediata esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla natura Ogm dei mutanti Nbt ed il pieno rispetto del Trattato sulle risorse genetiche (ITPGRFA) e ci appelliamo ai deputati della Commissione Agricoltura affinché si esprimano contro i decreti, in quanto privi di qualsiasi reale o urgente motivazione. La discussione su scelte strategiche come quelle sugli Ogm e Nbt deve incardinarsi su tavoli trasparenti e partecipati, e al riparo dalle ingerenze delle lobby biotech».

 

Comunicato stampa per conto di: Acu; Aiab; Altragricoltura Bio; Ari; Ass. Agr. Biodinamica; Civiltà Contadina; Coord. Zero OGM; Crocevia; Deafal; Égalité; European Consumers; European Coordination Via Campesina; Fair Watch; FederBio; Firab; Greenpeace; Isde; Legambiente; Lipu; Navdanya; Pro Natura; Slow Food; Terra!; Unaapi; Wwf.

La polizia scopre laboratorio della droga

Gli agenti del Commissariato Barriera Milano, hanno fermato per un controllo un uomo a bordo di una bici appena uscito da uno stabile di via Cuneo.

 

Non appena i poliziotti scendono dall’auto, il ciclista scaraventa la bicicletta in direzione della volante e si dà alla fuga. Inseguito dai poliziotti, il fuggitivo riesce a darsi alla fuga nel corso della quale però getta per terra un busta.

Dopo averla recuperata gli agenti appurano che all’interno ci sono 260 grammi di cocaina e un mazzo di chiavi. Grazie a queste ultime, gli agenti perquisiscono l’alloggio di via Cuneo al cui interno, oltre al necessario per il confezionamento delle dosi, rinvengono nascosto nel forno un chilo di eroina e altri 125 grammi di cocaina.

Sono in corso le ricerche per individuare l’uomo datosi alla fuga, al momento denunciato in stato di irreperibilità.

 

Cani al guinzaglio, please!

Lasciarli liberi non è una opzione. In questo ultimo periodo di pandemia e di festività natalizie, purtroppo celebrate anche con la pratica dei “botti”, i cani scappati, persi, abbandonati sono stati tantissimi. I social, e non solo, sono pieni di comunicazioni di animali domestici che si sono allontanati senza far ritorno, diverse sono le persone che hanno fatto annunci disperati per i loro amici che per un motivo o un altro non sono più a casa.

 

I casi di smarrimenti si sono davvero moltiplicati soprattutto durante la notte di Capodanno e nei giorni seguenti durante i quali il rumore assordante dei petardi e dei fuochi di artificio ha spaventato gli animali domestici, generato ansia e perfino terrore fino a fargli perdere l’orientamento e fuggire. I consigli dispensati sono stati come sempre diversi come per esempio creare per loro un luogo sicuro all’interno dell’abitazione, non lasciarli sul balcone, accendere la tv per coprire i rumori che li portano a scappare o a farsi male, utilizzare con l’aiuto del veterinario sostanze per calmarli. A casa è più facile aiutarli, il problema si amplifica quando siamo fuori, in passeggiata. Uno degli errori che comunemente si compie è di togliere il guinzaglio al cane credendo di conoscere bene le sue reazioni, confidando nell’educazione che gli si è data o semplicemente aspettandosi obbedienza incondizionata. Purtroppo non è così, l’animale la maggior parte delle volte si adatta alle nostre richieste, ai nostri ordini ma tante risposte positive non rappresentano una regola, non sono una certezza. La possibilità che il cane si allontani in maniera incontrollata aumenta poi se il cane è stato adottato da poco, se è cucciolo o se succedono eventi ai quali non è abituato come per esempio rumori improvvisi e sconosciuti. Morale, tenere il nostro cane al guinzaglio è un dovere, non una opzione. E’ un dovere perché lo dice la legge, perché è un modo per proteggerlo da incidenti che potrebbero togliergli la vita, è un obbligo per evitare che l’incontro con i suoi simili possa trasformarsi in una tragedia, ed è infine è necessario anche perché non tutti gradiscono la vicinanza dei cani, qualcuno ha paura e bisogna rispettare e considerare anche questo.
E’ bello vederli liberi correre e per questo ci sono le aree cani, è meraviglioso vederli felici ma non possiamo lasciarli a loro stessi, dobbiamo tenerli al guinzaglio, vicino a noi. Molte volte mentre passeggio col mio cane, un piccolo meticcio adottato al canile, mi si avvicinano cani irresponsabilmente slegati, qualche volta sono tranquilla ma spesso sono costretta a prenderlo in braccio e l’affermazione “non si preoccupi è buono” non mi basta e non mi interessa. Di frequente, a costo di sembrare antipatica e forse lo sono, ricordo al “padrone” di turno che il cane non può stare libero per l’incolumità di tutti, animali e umani. Le reazioni a questo mio monito sono di diverso tipo, c’è chi si scusa e lo lega, c’è chi non sente o fa finta di non sentire e chi si infastidisce sicuro e imperterrito nella sua condotta scorretta e pericolosa. Il guinzaglio è uno strumento di controllo necessario, un dispositivo di protezione e buona educazione, una redine che non limita la libertà del nostro animale ma al contrario gli permette di passeggiare in sicurezza e serenità, un gesto di civiltà. Seppur fuori tema rispetto all’argomento trattato, ma comunque in linea con quelli che sono i nostri doveri di cittadini mi preme ricordare che sarebbe opportuno che noi umani raccogliessimo i bisogni dei nostri cani, sempre e comunque, che concorressimo alla pulizia e al decoro della nostra bellissima città contribuendo inoltre, di questo ne sono sicura, a creare nei confronti dei nostri amici fedeli maggior apprezzamento e affetto.

Maria La Barbera

“Take Care” un progetto per ricucire i fili

Caro Direttore, il 2020 è stato un anno di forti restrizioni personali per ognuno di noi. Il progetto “Take Care” intende ricucire con un filo virtuale i contatti che inevitabilmente si sono allentati a causa del distanziamento.

Il nostro proposito è di fare sentire la voce del mondo dell’arte costruendo una rete composta da artisti, curatori, galleristi, operatori professionali affinché comunichino tra di loro e con il mondo esterno. Mantenere un contatto, amplificandolo attraverso l’invito, sarà il modo per eludere il distanziamento e tentare di riprogrammare il futuro con l’intento che questo messaggio riesca ad oltrepassare anche i nostri confini territoriali.

 

PROGETTO

Il progetto non prevede una curatela e vuole essere ampiamente democratico per la modalità di partecipazione: l’invito avviene attraverso il passaparola. I primi inviti partiranno dalla mailing list di Fondazione 107, ogni artista invitato a sua volta estenderà l’invito ad un altro artista, in una catena che, ci auguriamo, possa divenire virale. L’invito consiste nel produrre un tuo lavoro su una mascherina anti Covid di quelle in commercio, in stoffa, plexiglass o in altro materiale. Può anche essere autoprodotta, se preferisci, utilizzando i mezzi/materiali che ritieni più idonei e più vicini al tuo consueto modo di operare. Gli unici vincoli consistono nel mantenere le dimensioni delle mascherine in commercio e che l’opera abbia a che fare con la mascherina protettiva. Sul retro del lavoro da te prodotto dovrai apporre la tua firma e incollare un’etichetta che contenga: il tuo nome, cognome, indirizzo mail, titolo del lavoro. Dopodiché dovrai inviarlo presso il fermo posta di Fondazione 107 al seguente indirizzo:

Fondazione 107 casella postale 117
presso MAIL BOXES ETC – MBE
Corso Francia n.238
10098 RIVOLI (TO) – ITALIA

Parallelamente dovrai farci pervenire l’immagine da postare sul sito per consentirne la votazione, ci invierai un file immagine (JPG non superiore ai 2MB di risoluzione non inferiore a 3500px sul lato lungo), per questo invio dovrai utilizzare e compilare l’apposito modulo che troverai alla fine di questa parte descrittiva.

 

TEMPISTICA

Riceveremo le opere e le immagini dal 20 dicembre 2020 sino al 31 marzo 2021. Le immagini saranno inserite sul nostro sito online cronologicamente, via via che ci perverranno. Quando la normativa anti Covid lo renderà possibile, festeggeremo tutti insieme con una grande mostra aperta al pubblico in Fondazione 107.

 

VOTAZIONE

Le votazioni saranno aperte dall’1 aprile 2021 sino al 31 maggio 2021. Le opere saranno votate direttamente dai visitatori del sito. Ogni persona avrà a disposizione 1 voto per 1 opera. É previsto un sistema che eviti la possibilità di votare più volte. L’artista vincitore per elezione popolare avrà la possibilità di esporre le sue opere in uno degli spazi in Fondazione 107 durante lo stesso periodo in cui saranno esposte tutte le opere che hanno partecipato al progetto.

Il concorso è aperto a tutti ed è gratuito.

L’opera da te prodotta entrerà a fare parte della collezione di Fondazione 107 per tua gentile concessione e per tacito consenso a seguito del suo invio. Sarà trasferito a Fondazione 107 anche il diritto sull’immagine dell’opera per il suo eventuale utilizzo per la riproduzione e per possibili fini commerciali.

FINALITA’

Il progetto Take Care desidera essere fortemente partecipativo a testimonianza del vissuto dei nostri giorni. Vuole condividere una riflessione sulla difficoltà di vivere questo tempo così difficile per ognuno di noi, un tempo di restrizione che porta con sé la consapevolezza di prenderci cura di noi stessi ma anche e soprattutto degli altri, da qui Take Care. Invitare un collega artista sarà il modo di renderlo partecipe e allo stesso tempo di coinvolgerlo ad invitare un altro collega e così via. Take Care significa anche perdere la concentrazione su noi stessi ed estendere la nostra attenzione su chi ci sta intorno in un flusso che desidera diventare virale.

Ringraziandoti già da ora per il tuo impegno e la tua partecipazione ci auguriamo che tu aderisca all’iniziativa e, attraverso la tua preziosa collaborazione il progetto “Take Care”, possa contagiarci positivamente ed accompagnarci verso tempi migliori.

 

Fondazione 107 –

Via Andrea Sansovino, 234

10151 Torino

“Tragedia al Valentino: nei nostri parchi mancanza di sicurezza”


Tema portato all’onore delle cronache dalla drammatica scomparsa dell’Avvocato Luca Zambelli, ma casi di difficoltà a procedere per i mezzi di soccorso a causa dei dissuasori si sono già verificati in un passato anche recente (due volte per esempio la scorsa estate): ho appena presentato un’interpellanza, in Consiglio Comunale, per chiedere più attenzione all’accessibilità, alla videosorveglianza, alla disponibilità di defibrillatori e di postazioni SOS presso le aree verdi di Torino.

Che i mezzi di soccorso non siano stati in grado di raggiungere, al Valentino, un cittadino colto da malore è un fatto gravissimo: è quanto successo nella mattina di domenica scorsa, per la mancata apertura di uno dei varchi elettronici. L’episodio ha avuto esito drammatico, con la morte di Luca Zambelli, avvocato. Non è la prima volta che, nell’urgenza di sbloccare i varchi, nessuno risponda alle chiamate dei soccorritori: a mia conoscenza, due casi si sono verificati solo nel corso dell’estate scorsa.

Il tema della sicurezza dei nostri parchi emerge in tutta la sua urgenza. Ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere dati puntuali sullo stato attuale della videosorveglianza presso i maggiori parchi cittadini, sulla disponibilità di punti di soccorso dotati di defibrillatori e postazioni per la chiamata dei soccorsi. Urge inoltre una mappatura delle barriere, artificiali e non, che potrebbero ostacolare l’arrivo dei mezzi di soccorso. Chiederò infine chi e come possa azionare, in caso di necessità imminente, i pilomat e le altre barriere mobili all’ingresso dei parchi cittadini.

Torno, con questo atto, a occuparmi di sicurezza nei parchi cittadini, dopo una prima interpellanza discussa ad aprile 2017. Secondo le ricostruzioni giornalistiche della vicenda, i mezzi di soccorso si sarebbero trovati nell’impossibilità di accedere al parco a causa dei dissuasori mobili attivi. I primi soccorritori avrebbero vanamente cercato nel parco una postazione di soccorso dotata di defibrillatore. L’avvocato Zambelli è stato colto da infarto mentre svolgeva attività motoria.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
(foto: F. Pellissero)

Covid, a Vinovo vaccinata nonna Bruna di 95 anni

Inizio anno nel segno della speranza e della serenità nella Residenza per anziani “Alberto Dalmasso” di Vinovo, gestita dal gruppo “Sereni Orizzonti”.

Ieri  medici e infermieri della ASL Torino 5 hanno infatti terminato la vaccinazione di 44 operatori e 44 ospiti della struttura, la più anziana dei quali è Bruna Bottaro di 95 anni. Il previsto richiamo vaccinale è fissato per tutti il prossimo 1 febbraio.

Per il direttore Marian Stanica quello di oggi è stato un momento a lungo atteso «che premia gli sforzi del nostro staff – direttore sanitario, medici, infermieri, oss, fisioterapista, psicologa, addetti alle cucine e alle pulizie – che in un anno terribile e faticoso ha lavorato con professionalità e straordinaria abnegazione per preservare la salute di tutti gli assistiti. Non posso inoltre non ringraziare la ASL Torino 5 per la fattiva collaborazione che ci ha sempre assicurato. Grazie alla vaccinazione la nostra struttura viene adesso messa definitivamente in sicurezza. Ecco perché guardiamo con grande fiducia al 2021, pronti ad accogliere nuovi ospiti: da oggi la nostra Rsa smette di essere un ambiente a rischio e si afferma al contrario come uno dei luoghi più sicuri di tutta la provincia».

Toro battuto ai rigori, Milan qualificato ai quarti di finale di Coppa Italia

Milan-Torino 5-4 (rigori)
Tempi regolamentari finiti 0-0

Un buon Toro perde ai rigori e saluta la Coppa Italia, decisivo l’errore dal dischetto di Rincon:autore di un gol su rigore il portiere granata Milinkovic Savic. La squadra granata ha disputato una buona gara in fase difensiva, attenta a centrocampo ma è risultata troppo molle in attacco. La differenza la fanno i giocatori di classe che mancano al Toro, soprattutto a centrocampo.Ed è qui che bisogna intervenire:al tecnico granata mancano come il pane un centrocampista,meglio 2 , di qualità ed una punta che attacchi la profondità del campo e dia una mano davanti al sempre troppo isolato Belotti.Da segnalare gl’infortuni al terzino Vojvoda ed all’attaccante,sempre confusionario,Zaza.Ora testa al campionato:sabato a Torino arriverà la neopromossa e sorprendente Spezia che guarda dall’alto con 5 punti in più il Toro. Una gara che i granata dovranno assolutamente vincere altrimenti la serie B si materializzerà sempre di più. Intanto il mercato langue e non registra nessuna novità. Cairo e Vagnati se ci siete battete un colpo:questo immobilismo porta solo un grande dubbio:si vuole cambiare l’allenatore Marco Giampaolo? i nomi più gettonati sono Nicola e Semplici. Sabato prossimo sarà l’ultima spiaggia.

Vincenzo Grassano

Cnh, Italexit: “L’Italia è ufficialmente in svendita”


Dopo neanche una settimana dall’annuncio della nascita di Stellantis, il comparto industriale italiano viene travolto da una nuova notizia shock: dalla Cina è arrivata un’offerta per CNH e, tanto per cambiare, Exor è pronta a valutarla.

CNH (ex Fiat Industrial) è la società che produce macchine per agricoltura e costruzioni, veicoli industriali e commerciali, autobus e mezzi speciali (tra cui quelli con il marchio Iveco). Negli ultimi anni (a parte il 2016) ha rappresentato per Exor una fonte di profitti enormi, ragione per cui è stata probabilmente tenuta separata Offerta cinese per CNH, Italexit- ”L’Italia è ufficialmente in svendita, il Governo si svegli!” dalla fusione con PSA: il 2020 si chiuderà in perdita – come per buona parte di tutto il settore – ma questo non ne giustifica la vendita, se non in un’ottica puramente speculativa. E’ palese che Exor abbia deciso di intraprendere dal 2018 (con la vendita di Magneti Marelli ad un gruppo giapponese) un percorso per liberarsi del “fardello industriale” e concentrarsi su altri settori (in primis finanza ed editoria), lasciando ai nuovi proprietari la responsabilità delle ripercussioni su fornitori e lavoratori.
Di fronte a questo scenario, Italexit con Paragone rivendica con orgoglio il suo ruolo di unica voce fuori dal coro nel denunciare i pericoli di queste operazioni per Torino e per l’Italia. Mentre Governo e sindacati restano in silenzio, si può dire che la svendita dei pezzi pregiati del Paese è ufficialmente iniziata.
Conte e Gualtieri, almeno questa volta, avranno il coraggio di alzare la voce per tutelare l’interesse nazionale? Forse dovrebbero dare ascolto al viceministro dell’Economia Misiani che suggerisce un maggiore coinvolgimento dello Stato italiano nelle vicende di Stellantis e, a questo punto, ci auguriamo fortemente anche in quelle di CNH: le istituzioni hanno il dovere morale di rivendicare un ruolo di primo piano in tali situazioni di criticità. Italexit con Paragone chiede perciò che il Governo si attivi per convertire immediatamente in azioni delle società interessate i miliardi di fondi pubblici dati al gruppo Fiat in questi anni, assicurandosi di avere una percentuale superiore rispetto agli altri Stati (a partire dalla Francia) e sottraendole dalle quote di Exor (ormai un corpo estraneo a tutti gli effetti).
ITALEXIT CON PARAGONE – TORINO