ilTorinese

Calabresi il “solito ignoto“

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni   M ario Calabresi, figlio del commissario L uigi Calabresi ucciso dai sicari di Lotta Continua, è apparso in tv come “solito ignoto“ nella trasmissione di Rai 1 condotta da Amadeus. Si è prestato a far la parte del solito ignoto per pubblicizzare in poche battute il suo ultimo libro.

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Calabresi ha 50 anni ed è  stato direttore dei quotidiani  “La Stampa“ e “Repubblica“. Venne brutalmente licenziato dall’editore illuminato e progressista Carlo de Benedetti dalla direzione di quest’ultima e non è più riuscito a rientrare nel giro. Ambedue le  sue direzioni sono state deludenti ed hanno registrato un crollo nelle vendite dei due giornali che comunque continuano a perdere copie a vista d’occhio.
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Calabresi commise  dei gravi errori nella scelta dei suoi collaboratori  sia a Torino che a Roma, piccoli giornalistini arroganti e faziosi che, malgrado tutto, continuano a galleggiare. Neppure un direttore come Maurizio  Molinari è riuscito ad eliminarli da ruoli di responsabilità. Calabresi ebbe in passato persino una sua trasmissione televisiva che a causa del clamoroso insuccesso fu eliminata dopo poche puntate. L’ho conosciuto di sfuggita in qualche occasione, soprattutto quando venne ad un  mio ricordo di Carlo Casalegno. Mi sembrò simpatico e gentile anche perché succedeva all’arcigno Anselmi, una delle persone più antipatiche persino a cena. In effetti Calabresi  si rivelò un direttore poco presente che delegò molto a persone non adeguate alla conduzione del giornale. Una sua idea fissa era la linea politica “azionista“ del giornale con un sinistrismo evidente che minava la stessa  credibilità del quotidiano. La moglie Caterina, nipote  di Natalia Ginzburg (che scrisse e sottoscrisse  cose ignobili contro il Commissario Calabresi), ebbe anche il cattivo gusto di praticare una militanza politica a Torino nel Pd che era del tutto fuori luogo.   Nessun direttore de “La Stampa“ avrebbe permesso una simile compromissione non opportuna. Calabresi che deve in larga misura la sua notorietà al fatto di essere figlio del Commissario vittima dei terroristi, non ha mai sentito in modo particolare il legame con la storia di suo Padre in nome di un perdonismo che a molte vittime del terrorismo non piacque. Un libro  coraggioso del figlio del magistrato genovese Coco vittima delle Br, il maestro Massimo, non piacque  a sua volta a Calabresi: “La Stampa” ignorò anche la sua presentazione torinese forse perché il libro poteva suonare come critica all’oblio di certi parenti delle vittime dei terroristi come Calabresi. Dante Notaristefano presidente della Associazione Vittime del Terrorismo mi diceva il suo disagio nel sentire la indifferenza di M ario Calabresi nei confronti dell’associazione fondata a Torino da Maurizio Puddu. L’ultima volta che lo vidi fu dal panettiere torinese  Ficini di via Berthollet, di cui era affezionato cliente. Rivederlo stasera in Tv in una comparsata anonima  di pochi istanti mi ha intristito, cosi come mi ha rattristato  vedere che ha accettato di andare alla trasmissione come esperto di tartufi. Un ruolo in verità un po’ umiliante per un ex direttore di giornali.  Questo è il giornalismo odierno e non ci si può aspettare molto di più . E’ triste dover constatare che il nome del Commissario Luigi Calabresi sia anch’esso finito nel dimenticatoio insieme a suo figlio. Una storia di smemoratezza e di tramonti davvero imprevedibile , quasi le “colpe“ dei figli ricadessero sui padri. E’ strano che i suoi amici Fazio e compagnia si siano dimenticati del giornalista che li ha sostenuti  ed ha contribuito in passato  al loro successo. Purtroppo sic transit gloria mundi.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Recovery Fund: En attendant Godot

Per chi non lo ricordasse, “En attendant Godot” è una bellissima commedia di Samuel Beckett i cui protagonisti, due vagabondi (Estragon e Vladimir), aspettano invano, sotto un albero, in una strada di campagna, un certo Godot, senza sapere chi sia veramente. Il nome è emblematico: God, in inglese Dio, dot, punto. L’atmosfera è reale, ma atemporale, dove spazio e tempo non hanno ragione d’essere.

Bene, se oggi il buon Samuel volesse riscrivere la commedia, potrebbe ambientarla in Italia, con due altri vagabondi (Conte e Gualtieri) che, da mesi, discutono di un fantomatico “Recovery fund”, di cui aspettano con ansia l’arrivo ma che dimostrano di non conoscere.

Vediamo perché, uscendo dalla metafora ed affrontando la dura realtà in cui siamo immersi.

Il Recovery fund (detto anche Next generation EU) consiste in fondi erogati dall’UE per la ripresa dei Paesi al fine di sostenere e potenziare l’economia del continente dopo i “buchi” creati dalla pandemia. Il pacchetto complessivo è fatto di due parti: quello composto dal bilancio pluriennale Ue dal 2021 al 2027 e quello del Recovery fund vero e proprio.
Secondo il progetto, il bilancio UE dovrà avere nei sette anni un volume pari a 1.074 miliardi di euro, da finanziare prevalentemente attraverso i contributi netti degli Stati membri dell’Unione. Il piano per la ripresa economica invece è pari a 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi verranno erogati sotto forma di sovvenzioni (che quindi non dovranno essere rimborsate dai Paesi destinatari) mentre 360 miliardi di euro verranno distribuiti sotto forma di crediti.

L’idea alla base del pacchetto non è solo quella di favorire il ritorno alla crescita economica dopo la crisi dovuta all’impatto della pandemia, ma anche quello di preparare i Paesi membri ad affrontare al meglio il futuro: difesa del clima, digitalizzazione, produttività, equità e stabilità macroeconomica, sanità, sostenibilità ambientale.
A questo scopo i singoli Paesi dovranno presentare dei piani di riforma in cui esporranno come utilizzare gli aiuti. I governi dovranno inviare alla Commissione europea i “Piani di ripresa e di resilienza” entro fine aprile 2021. Una volta presentato alla Commissione europea il Piano, Bruxelles avrà a disposizione fino a 8 settimane per esaminare e proporre al Consiglio Ecofin l’approvazione del Piano. L’Ecofin dovrà approvare quindi il piano a maggioranza qualificata entro 4 settimane. Dalla presentazione formale del piano potrebbero quindi passare mesi per l’approvazione che poi darà la possibilità di accedere subito al 10% del finanziamento globale. Fatti i conti, se tutto andrà liscio senza veti e rinvii, l’iter terminerà ad agosto, in piena estate…


La quota spettante all’Italia è imponente: al nostro Paese potranno essere erogati 81 miliardi in sovvenzioni e 127 miliardi in crediti. Il 70% è destinato a progetti 2021-2022, il resto è riferito agli impegni relativi al 2023. Per la prima volta è prevista una forma di condivisione del debito. La Commissione europea a tale scopo può emettere titoli comuni sui mercati finanziari. Gli Stati membri non devono erogare soldi, ma solo formalizzare una garanzia (ad esempio la Germania è garante per circa 200 miliardi di euro). Il debito complessivo di 750 miliardi di euro dovrà essere ripagato dall’Ue entro la fine del 2058, ma si inizierà a farlo a partire dal 2028, ricorrendo alle fonti “ordinarie” di finanziamento dell’UE: maggiori contributi nazionali degli Stati membri, una riduzione dei rispettivi bilanci oppure attraverso nuove entrate fiscali (ad esempio la “plastic tax” o la tassazione dei giganti del Web).
Bellissimo, un quadretto idilliaco, tutti i problemi sono risolti, abbiamo 208 miliardi di euro a disposizione, evviva, già cominciano furibonde discussioni e liti tra ministri per accaparrarsi la quota principale da destinare al proprio ministero da esibire come uno scalpo ai cittadini in vista delle elezioni…

Peccato, però, che tutto questo avvenga come descritto da Beckett: chiacchiere in attesa di qualcuno che non si conosce e chissà se arriverà…
Alcune riflessioni si impongono.

LA PRIMA: i soldi NON SONO DISPONIBILI! L’Italia potrà mettere le mani sul malloppo solo presentando i “compiti a casa”, cioè programmi seri, articolati, documentati, dimostrando di destinare i capitali ad opere effettivamente utili e capaci di generare ripresa. Niente provvedimenti ”a pioggia”, niente bonus, niente ristori, niente “mancette elettorali”. E qui casca l’asino: al momento non c’è una riga pronta, mentre Portogallo e Francia hanno già depositato il materiale!

Inoltre al momento manca una direttiva precisa che individui esattamente i settori da finanziare. La visione dei 208 miliardi ha scatenato gli appetiti di amministratori nazionali e locali, presidenti di enti più o meno inutili alla ricerca di quattro soldi per pavoneggiarsi. Qualche esempio?
Il ministro Di Maio propone di rifare il piazzale di marmo della Farnesina; la Pisano lancia l’idea di una Amazon all’italiana, Provenzano vuole un “acquario green” a Taranto. E ancora, la “Costellazione satellitare” per l’osservazione della Terra e il lancio di piccoli satelliti per il “monitoraggio dello spazio extra-atmosferico”.
Una lista di 557 progetti, ancora provvisoria, che da sola vale oltre 670 miliardi: più del triplo dei 208 miliardi che l’Italia potrà ottenere da Bruxelles.
La Francia ha presentato il suo piano di investimenti “France Relance” da 100 miliardi, di cui 40 finanziati dall’Europa, con un mese di anticipo. Le misure previste sono in tutto 70, divise in tre macro aree (transizione ecologica, competitività delle imprese e promozione dell’occupazione).

LA SECONDA: i fondi per l’Italia per 127 miliardi sono “a debito”, sia pure ad un tasso di interesse minimo: il che significa che in ogni caso contribuiranno (purtroppo) ad aumentare il livello del nostro indebitamento pubblico.

E allora, invece di stare sotto un albero aspettando Godot, Conte e Gualtieri farebbero bene a prendere il toro per le corna deliberando di seguire l’unica strada percorribile: emettere TITOLI IRREDIMIBILI (cioè senza obbligo di rimborso, pagando solo una rendita perpetua ai possessori).

Raccoglierebbero decine di miliardi di euro (si pensi che Intesa San Paolo ha emesso due tranche a fine agosto ottenendo richieste per oltre 6 miliardi; ed è una banca, non uno stato!), non incrementerebbero il debito (anzi lo ridurrebbero, se usassero lo strumento per rimborsare i BTP in scadenza nei prossimi mesi!) e, last but not least, potrebbero finalmente dedicare ingenti capitali “a fondo perduto” a beneficio del sistema produttivo.
Possibile che un’idea così semplice ed efficace non sia nemmeno messa in discussione in uno dei tanti consigli dei Ministri?
Adesso o mai più…

Gianluigi De Marchi

Tenta di rapinare una donna: salvata dai rider

Arrestato dagli agenti del Commissariato Centro

Sono le 22.30 di mercoledì sera e una donna sta rincasando, dopo il lavoro. Pochi metri la separano dal portone dello stabile in cui vive, in via Sacchi, quando vede sopraggiungere un’ombra alle spalle. La donna affretta il passo, ma il soggetto le strappa dalle mani il telefonino. La vittima si oppone all’azione criminosa, allora l’uomo tenta di rapinarle la borsa e così facendo la fa cadere a terra. Poco distante, assistono però alla scena due riders, che immediatamente si avvicinano; mentre uno presta soccorso alla donna, l’altro insegue l’autore del fatto, che gli scaglia contro una bottiglia di birra, mancandolo fortunatamente. Con l’arrivo di una pattuglia del Commissariato Centro in servizio di Volante, l’uomo viene definitamente fermato:  si tratta di un cittadino marocchino di 26 anni. Il giovane ha dei precedenti specifici risalenti all’Agosto scorso, quando in Piazza Castello aveva rapinato una ragazza del telefonino, venendo poi arrestato poco dopo dalla Polizia di Stato. Inoltre, lo stesso risulta destinatario di due ordini del Questore a lasciate il territorio nazionale. Per lui sono scattate le manette per tentata rapina.

InBici Top Challenge entra nel “Nalini Road Series”

Interpellanza di Petrarulo sugli arretrati dell’anagrafe

Era di fine giugno la notizia degli arretrati accumulati dagli Uffici anagrafici pari ad un totale di circa 300mila documenti complice, senza dubbio, la chiusura causa Covid, di molte sedi anagrafiche decentrate.

Con un’interpellanza presentata a fine giugno, il Capogruppo della Lista Civica Sicurezza e Legalità Raffaele Petrarulo aveva già sollevato questa problematica, nello specifico per le anagrafi della Circoscrizione 6, senza ricevere risposte confortanti. Poiché la riapertura delle anagrafi decentrate sta andando molto a rilento, causando non pochi problemi a coloro che devono usufruire di tali servizi, e di esse probabilmente alcune non verranno mai più riaperte, Petrarulo ha presentato un’altra interpellanza per sapere “quale sia la situazione attuale in merito alle pratiche arretrate, quali siano le intenzioni dell’Amministrazione viste le numerose sedi decentrate ancora chiuse o solo parzialmente aperte e se nel programma di riapertura delle sedi decentrate si pensi di tenere in considerazione anche la grandezza dei territori delle varie Circoscrizioni e la necessità di non creare disagio ai cittadini, soprattutto anziani, che devono recarsi presso gli uffici  comunale per tali pratiche”.

Sul mercato torinese della droga un pericoloso tipo di marijuana

Il 30 settembre scorso, nell’ambito delle consuete attività di contrasto al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, personale della Squadra Mobile della Questura di Torino ha tratto in arresto un cittadino italiano, di anni 39, responsabile della detenzione di kg. 14,5 di marijuana e kg 1 di hashish.

 

Il successivo 15 ottobre, il medesimo Ufficio ha tratto in arresto un altro cittadino italiano, di anni 22, responsabile della detenzione di kg 16,5 di marijuana e kg 1,250 di hashish.

 

I due arresti, sebbene non maturati nell’ambito di attività investigative strutturate e non collegati tra loro, hanno evidenziato che, da qualche tempo, il mercato torinese delle sostanze stupefacenti fa registrare la comparsa di un nuovo tipo di marijuana.

 

Le analisi effettuate dalla Polizia Scientifica hanno infatti permesso di accertare che la marijuana sequestrata in entrambe le narrate occasioni risulta addizionata con un cannabinoide sintetico, denominato MDMB-4en-Pinaca, appartenente ad una classe di sostanze che posseggono caratteristiche analoghe a quelle dei cannabinoidi naturali (come, in particolare, il THC) e sono pertanto in grado di elevare l’effetto stupefacente della marijuana.

 

La diffusione di marijuana adulterata non rappresenta una novità ed è principalmente correlata alla necessità, per chi la commercializza, di amplificare l’effetto psicoattivo della cannabis di scarsa qualità; un esempio è costituito dalla marijuana comunemente nota come “amnésia”, ottenuta da canapa indiana trattata con sostanze (come, ad esempio, metadone o ammoniaca) capaci di aumentarne l’effetto dopante.

 

I pericoli insiti nella diffusione di marijuana additivata con cannabinoidi sintetici sono quindi dello stesso tipo di quelli evidenziati a seguito della comparsa della “amnésia”: in entrambi i casi, infatti, l’adulterazione viene generalmente effettuata attraverso la nebulizzazione di un’apposita soluzione sulla matrice vegetale e questo processo, che si conclude con l’essicazione, non è assolutamente idoneo a garantire una distribuzione omogenea delle sostanze adulteranti; pertanto, la marijuana così trattata risulta potenzialmente più pericolosa per gli assuntori, non essendovi la possibilità di verificare dove siano eventualmente presenti maggiori concentrazioni dei prodotti sintetici aggiuntivi, con incremento non calcolabile del principio attivo, neppure per chi effettua il trattamento di adulterazione del narcotico.

(foto archivio)

Intrecci barocchi (online)

RIPARTE IL 1° DICEMBRE

La stagione durerà fino al 27 dicembre

Dopo aver inaugurato la propria quarta edizione il 13 ottobre con il concerto Cantate, inserito nella programmazione della rassegna Back to Bach organizzata dall’Accademia Maghini, ed essere stata costretta a interrompersi bruscamente dalla recrudescenza della pandemia, Intrecci Barocchi riparte il 1° dicembre con una serie di undici concerti in streaming, che faranno compagnia ai numerosi appassionati del repertorio preromantico fino al 27 dicembre.

Le oggettive difficoltà derivanti dalla grave situazione sanitaria,hanno imposto una radicale revisione del cartellone e costretto le quattro associazioni organizzatrici, l’Academia Montis Regalis, l’Accademia Maghini, l’Accademia Corale Stefano Tempia e I Musici di Santa Pelagia, a lavorare freneticamente per produrre una serie di registrazioni di altissimo livello da diffondere sulle proprie pagine Facebook, prima tra tutte quella di Intrecci Barocchi, e sul canale YouTube di SoloClassica Channel. Come hanno sottolineato i responsabili di tutte e quattro le associazioni: «Si è trattato di una vera e propria corsa contro il tempo, che ci ha permesso di realizzare un programma estremamente variegato, che spazia dal repertorio sacro a quello profano, dal Seicento al Settecento, da opere vocali a lavori strumentali e da brani universalmente famosi ad altri virtualmente sconosciuti, nell’interpretazione non solo delle formazioni “di casa”, ma anche di alcuni dei migliori cantanti ed ensemble del panorama barocco italiano. In questo modo contiamo di raggiungere un pubblico molto più vasto, anche al di fuori del Piemonte. In effetti, questo potrebbe essere un passo avanti decisivo per far diventare Intrecci Barocchi una rassegna dal respiro realmente nazionale, in grado di portare – quando la pandemia sarà finalmente passata – i più acclamati interpreti del nostro paese».

Il programma comprende ben undici concerti della durata di circa 40 minuti, che verranno diffusi gratuitamente in streaming ogni martedì, giovedì e domenica alle 18.30 dal 1° al 27 dicembre e che, in seguito, potranno essere visti on demand in qualsiasi momento. «La registrazione di ogni concerto – afferma Piero Tirone, neopresidente della Stefano Tempia costituisce una valida testimonianza di un progetto molto ambizioso, che ha potuto contare sul concreto sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT e che, negli anni passati, si è concretizzato in due spettacolari coproduzioni che hanno visto uniti i nostri quattro ensemble corali e strumentali nell’esecuzione di due dei massimi capolavori della letteratura barocca come l’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach e il Messiah di Georg Friedrich Händel».

La “ripartenza” vedrà protagonista il 1° dicembre, alle ore 18.30,il trio di strumenti originali Ensemble À l’Antica, formato dal flautista Luigi Lupo, dalla violinista Rossella Croce e dalla cembalista Anna Fontana, che presenterà da “Da Bach ai Bach”, una godibilissima silloge di opere scritte da Johann Sebastian Bach (Sonata in sol maggiore BWV 1038) e da tre dei suoi figli più famosi, Carl Philipp Emanuel (il “Bach di Berlino”), Johann Christoph Friedrich (il “Bach di Bückeburg”) e Johann Christian (il “Bach di Milano e di Londra”). Questo concerto rientra nella stagione dell’Accademia Corale Stefano Tempia ed è realizzato in collaborazione con il festival Back TO Bach.

Giovedì 3 dicembre sarà la volta di Giulio Sanna, violoncellista giovane, ma già affermato a livello internazionale, che eseguirà sul suo Andrea Castagneri del 1739 le Suite n. 1 e 5 per violoncello solo BWV 1007 e 1011 di Johann Sebastian Bach, due dei più insigni monumenti della letteratura solistica di tutti i tempi. Organizzato dall’Accademia Maghini, questo concerto rappresenta il terzo e ultimo appuntamento dell’integrale delle suites per violoncello solo del sommo Cantor lipsiense, iniziata due anni fa.

Di seguito riportiamo i programmi dettagliati dei primi due concerti e i dati essenziali degli altri nove.

Martedì 1° dicembre 2020 – ore 18.30

DA BACH AI BACH

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Sonata in sol maggiore per flauto traversiere, violino e basso continuo BWV 1038

Largo – Vivace – Adagio – Presto

Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788)

Duetto per flauto traversiere e violino Wq. 140/H.598

Andante – Allegro – Allegretto

Johann Christoph Friedrich Bach (1732-1795)

Sonata in do maggiore per flauto traversiere, violino e clavicembalo concertante

AllegroAndanteRondò. Allegretto

Johann Christian Bach (1735-1782)

Trio in sol maggiore per flauto traversiere, violino e basso continuo W Blnc 2

Allegro assaiLarghettoPresto

Ensemble À L’Antica

Luigi Lupo, flauto traversiere

Rossella Croce, violino

Anna Fontana, clavicembalo

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Giovedì 3 dicembre 2020 – ore 18.30

SUITES, TERZA TAPPA

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo BWV 1007

Preludio – AllemandaCourante – Sarabande – Menuet I – Menuet II – Gigue

Suite n. 5 in do minore per violoncello solo BWV 1011

Preludio – AllemandaCourante – Sarabande. Gavotte I – Gavotte II – Gigue

Giulio Sanna, violoncello

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Prossimi concerti:

Domenica 6 dicembre 2020 – ore 18.30

“COMBATTA UN GENTIL CORE” – ARIE DA OPERE VENEZIANE

Opere di Benedetto Marcello, Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel e Giuseppe Tartini

Lucia Cortese, soprano

Diego Cal, tromba barocca

Nicolò Dotti, oboe barocco

Matteo Anderlini, violino solista

Camerata Accademica

Paolo Faldi, direttore

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Martedì 8 dicembre 2020 – ore 18.30

WANDELN IN DER LIEBE

CAMMINARE NELL’AMORE

Opere di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann

Natalie Lithwick, mezzosoprano

Ensemble cameristico dell’Academia Montis Regalis

Maurizio Fornero, clavicembalo e direzione

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Giovedì 10 dicembre 2020 – ore 18.30

GEORG PHILIPP TELEMANN

SONATE A DUE FLAUTI

Luigi Lupo, flauto traversiere

Pietro Berlanda, flauto traversiere

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Domenica 13 dicembre 2020 – ore 18.30

TAFELMUSIK

Opere di Isaac Posch e Heinrich Ignaz Franz Biber

Harmonicus Concentus

Gabriele Raspanti, violino e direzione

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Martedì 15 dicembre 2020 – ore 18.30

SORGEA DAL SEN DI LETE

Cantate di Giovanni Legrenzi

Mauro Borgioni, baritono

Ensemble Mvsica Perdvta

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Giovedì 17 dicembre 2020 – ore 18.30

OTTONI BAROCCHI

Opere di Gabrieli, Bach

Ensemble Canaveisan Brass

Maurizio Fornero, organo

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Domenica 19 dicembre 2020 – ore 18.30

UNA VIRTUOSA DEL SEICENTO

Opere di Barbara Strozzi

Lucia Cortese, soprano

Harmonicus Concentus

Gabriele Raspanti, violino e direzione

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Martedì 22 dicembre 2020 – ore 18.30

CUM JUBILO

Opere di Johann Sebastian Bach, Arcangelo Corelli e Franz XaverBrixi

Valentina Chirico, soprano

Massimo Lombardi, tenore

Matteo Cotti, organo

Academia Montis Regalis

I Musici di Santa Pelagia

Consort Maghini

Claudio Chiavazza, direttore

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Domenica 27 dicembre 2020 – ore 18.30

SALMI DAVIDICI

Opere di Benedetto Marcello

Gli Armonici della Serenissima

Ars captiva sui muri della città

A cura dell’Accademia Albertina / Sette manifesti progettati dagli studenti delle scuole a indirizzo artistico e della comunicazione per stimolare nei cittadini riflessioni legate ai concetti di libertà espressiva e creatività

Torino, 3-17 dicembre 2020

Tra le iniziative di Ars Captiva per l’anno in corso era centrale un workshop grafico
dedicato agli studenti dei corsi di Grafica e Comunicazione. Avrebbe coinvolto i
giovanissimi creativi nella progettazione di manifesti pensati per riflettere, insieme ai
cittadini torinesi, sulla difficile riemersione dalla pandemia. Per ragioni ormai a tutti
note, il laboratorio di ottobre è stato rinviato a tempi più sereni.

Ars Captiva ha deciso di essere comunque presente sui muri della città, con frammenti
significativi della propria storia e della propria visione, affidati alle immagini-guida
delle sette edizioni biennali trascorse.

Sono esposte immagini progettate nel tempo dagli studenti, invitati a rielaborare
la rappresentazione del proprio volto. I risultati mostrano una chiara competenza
progettuale, al servizio della comunicazione degli eventi e delle mostre che
Ars Captiva periodicamente organizza in luoghi diversi della città.

Dalle ex Carceri Le Nuove alle sedi del Torino Jazz Festival, dalla ex Manifattura
Tabacchi all’Housing Giulia (residenza per persone in difficoltà abitative transitorie),
dal 2007 gli studenti dialogano con gli spazi trasformandoli con la loro creatività,
in sintonia con il tema loro assegnato.

Le citazioni, a corollario dei visual in ciascuno dei poster, rimandano ai contenuti
delle sette biennali e, al contempo, intendono conservare lo spirito del workshop non
realizzato. Associate alla forte presenza delle immagini, interpellano i passanti sui
concetti non scontati di libertà espressiva, duttilità di pensiero e creatività.

La serie di manifesti visibile dal 3 al 17 dicembre negli spazi di affissione cittadina, in una
vera e propria mostra a cielo aperto, testimonia una volta di più l’importante presenza
di Ars Captiva nella formazione artistica regionale. Intende attirare l‘attenzione sulla
capacità di innovazione e di fare sistema degli istituti artistici, che hanno saputo unirsi
in associazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino per incentivare la
relazione col territorio attraverso un nuovo modo di intendere la didattica.

Quelle stesse istituzioni, per loro natura definite da attività e pratiche artistiche
di laboratorio che nessun insegnamento a distanza può sostituire, soffrono oggi
oltremisura le conseguenze dei provvedimenti sulla scuola. Ai docenti, agli studenti,
ai giovani artisti, costretti a esprimersi oggi in condizioni di assoluto disagio,
testimoniamo con questa mostra il nostro impegno.

Il Natale a Torino sarà solidale

 “La cooperazione e l’assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince soltanto insieme e che nessuno può pretendere di avere ragione da solo. Di cooperazione abbiamo bisogno per superare l’emergenza sanitaria, e ne abbiamo bisogno per ripartire progettando un domani sereno. (…) La pandemia ha modificato i ritmi della nostra vita, ha inciso su tempi e luoghi di lavoro e con essi sull’uso di spazi e infrastrutture, pensati e costruiti per altre esigenze. Appartiene alla Repubblica saper leggere i segni dei mutamenti, e saper creare i percorsi affinché gli obiettivi di libertà, giustizia, coesione sociale, che la Costituzione ci affida, trovino applicazione nel tempo nuovo. Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, e non succubi degli eventi”. 

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (dall’intervento alla sessione di apertura della XXXVII Assemblea annuale ANCI).

Sarà sicuramente un Natale diverso. Un Natale all’insegna della solidarietà. È questo il messaggio della Città di Torino per le festività di fine anno.

In un momento difficile come l’attuale è fondamentale la solidarietà sociale, il volontariato, l’assistenza, ed è per tale ragione che l’Amministrazione comunale ha deciso di proseguire e incrementare ‘Torino Solidale’ il progetto nato a marzo in collaborazione con il Banco Alimentare del Piemonte, il Banco delle Opere di Carità e la Rete del privato sociale del territorio per tutelare le persone e i nuclei in situazione di fragilità personale, sociale ed economica. Un’iniziativa di rete per unire le forze e far fronte alle richieste che giungono da tante persone e famiglie che, a causa dell’emergenza sanitaria e della conseguente emergenza economica, stanno vivendo un momento particolarmente critico della loro esistenza. A ‘Torino Solidale’ possono contribuire anche i singoli cittadini sia con beni alimentari e di prima necessità, sia attraverso il conto corrente ‘solidarietà’ che il Comune ha aperto nella Banca Unicredit per raccogliere le donazioni. Fino a oggi il progetto ha agito su molteplici fronti sostenendo oltre 15mila famiglie grazie a una rete capillare e di prossimità che si è tradotta in 12 Snodi che hanno assicurato e garantiscono tuttora il rifornimento, lo stoccaggio di beni alimentari e di prima necessità e la distribuzione di pacchi alimentari.

È con questo spirito che nei primi giorni di novembre la Città ha stanziato un ulteriore contributo di 1 milione di euro e, in occasione delle feste, ha deciso di promuovere una campagna di comunicazione (dall’1 dicembre al 6 gennaio 2021) dal titolo ‘TORINO NATALE SOLIDALE’ sia per favorire la raccolta fondi, sia per restituire ai cittadini l’atmosfera natalizia attraverso azioni concrete in aiuto di chi ha più bisogno.

 

CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE

‘Questo Natale è un’altra storia’ è il payoff della campagna di comunicazione che, partendo dall’attuale momento storico, vuole sottolineare l’opportunità di impegnarci tutti per scrivere una storia diversa e invitarci a non perdere la positività. Un insieme di azioni per richiamare l’attenzione in modo accattivante e coinvolgere le persone diffondendo in loro un messaggio che le faccia riflettere e le spinga ad azioni concrete di solidarietà.

 

Call to action ‘METTIAMOCI IL CUORE’

Insieme al sostegno della Città, la vera forza di ‘Torino Natale Solidale’ è data dalle e dai cittadini. L’obiettivo della call to action ‘Mettiamoci il cuore’, infatti, è ritrovare tutti insieme il vero senso del Natale in un gesto di sentita e concreta solidarietà verso le persone che, oggi in particolare, ne hanno più bisogno. Alla potenza del messaggio ‘virale’ si unisce l’iconicità di un QR Code a forma di cuore ‘confezionato’ in un pacco dono natalizio che, rimandando al sito, www.nataleatorino.it, racchiude tutte le info sulla modalità per effettuare una donazione.

Oltre alla campagna di comunicazione creata in occasione delle festività natalizie, ‘Torino Natale Solidale’ è anche il proseguimento e il rafforzamento con il contributo di Iren del progetto ’Torino Solidale’ che individua nel Natale l’occasione per sensibilizzare maggiormente la cittadinanza alla solidarietà e all’aiuto reciproco.

“Ci avviciniamo alle feste natalizie che quest’anno, a causa della pandemia e della necessità di contrastarne la diffusione, dovremo inevitabilmente trascorrere in modo diverso rispetto al passato – dichiara Chiara Appendino Sindaca di Torino –. Per la nostra comunità cittadina è certo un momento particolarmente difficile. E sono giorni che dobbiamo vivere, come ci ha indicato il Presidente Mattarella nel suo recente discorso all’Assemblea annuale dell’Anci, responsabilmente e con spirito di collaborazione e di solidarietà. Un invito accolto dalla Città di Torino che, proprio all’insegna della massima attenzione verso quelle famiglie che più soffrono gli effetti economici e sociali dell’emergenza sanitaria, ha deciso di trasformare in occasione di solidarietà le iniziative che non si potranno organizzare questo Natale. Al progetto Torino Solidale e alle attività dei suoi snodi che ogni mese consegnano generi alimentari e beni di prima necessità a migliaia di persone, sono state infatti destinate le risorse finanziarie che sarebbero servite per dare vita agli eventi di piazza da programmare nell’ambito della festività di fine anno e che, proprio per le conseguenze e le restrizioni da adottare necessariamente per contenere il contagio da Covid 19, non si potranno svolgere”.

 

“Il Natale è dimenticare per un po’ se stessi e trovare il tempo per gli altri, è lo spirito del dare senza il pensiero di ricevere. Lo stesso spirito – afferma Sonia Schellino, assessora alle Politiche Sociali della Città di Torino – che ha animato fin dai primi giorni della pandemia, a marzo, l’intera Rete di Torino Solidale con decine di associazioni e centinaia di volontari. Esprimo il mio apprezzamento per l’iniziativa che unisce tanti e diversi settori di questa Amministrazione nell’unico comune obiettivo di far trascorrere alle famiglie in difficoltà le festività natalizie con maggiore serenità e il conforto di non sentirsi sole”.

In un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, abbiamo ritenuto non percorribili le diverse ipotesi di celebrazioni natalizie che si erano delineate – spiega Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città di Torino -.  Quest’anno sarà necessariamente un Natale diverso e abbiamo quindi deciso, in accordo con l’Assessora Schellino e con tutta la Giunta, di dare alla nostra città un messaggio di solidarietà e vicinanza. Ci è parsa l’unica cosa giusta da fare in questo momento complicato ed incerto. Con l’aiuto della Fondazione per la Cultura Torino abbiamo deciso di utilizzare parte delle risorse destinate alle attività natalizie per regalare alla città una campagna di comunicazione che invitasse cittadini e aziende al dono e che facesse sentire tutti uniti in un gesto di solidarietà, nonostante la distanza. Il lavoro degli snodi è stato tantissimo, ma c’è ancora tanto da fare. Per accompagnare le nostre feste saranno anche proposte pillole musicali on line che accompagneranno le nostre feste, grazie al Coordinamento delle Associazioni Musicali e ARCI. Ci auguriamo che questo Natale 2020 a Torino sia solidale e capace di trasmettere vicinanza e senso di comunità”.

Chiunque si riconoscesse nel progetto ‘Torino Natale Solidale’ e volesse dare un proprio contributo potrà farlo effettuando un bonifico bancario a favore del Comune di Torino IBAN IT69L0200801033000104431330 – causale ‘Torino Solidale art. 66 dl 18/2020’.

 

Anche Graphic Days® ha aderito all’iniziativa ‘Torino Natale Solidale’ e per farlo ha individuato all’interno della sua grande community alcuni artisti che hanno accettato con entusiasmo e grande partecipazione di regalare una propria opera a supporto delle donazioni. Cecilia Campironi, Fernando Cobelo, Giovanni Gastaldi, Alice Serafino Ilaria Urbinati firmeranno 5 soggetti diversi che diventeranno un messaggio di augurio e di speranza in forma di cartolina virtuale o fisica visibile sul sito www.nataleatorino.it e scaricabile dall’1 dicembre.

Per mantenere vivi alcuni simboli della tradizione, pur senza generare occasioni di assembramento in un periodo così delicato, oltre alle opere di Luci d’Artista che illuminano le strade e le piazze cittadine, torneranno l’Albero di Natale, il Calendario dell’Avvento e il presepe di Emanuele Luzzati che da sempre contribuiscono a creare la magica atmosfera natalizia torinese.

 

ALBERO DI NATALE (1 dicembre – 6 gennaio 2021)

Gold & Silver è l’albero di Natale che sarà acceso in piazza San Carlo.

Pensato come simbolo della tradizione delle feste natalizie con i suoi eleganti colori oro e argento, tradizionalmente associati al Natale, l’Albero di Luminarie Gold & Silver proietta le potenzialità artigiane, artistiche e culturali italiane, così come il calore e lo spirito di accoglienza. Alto 22,5 metri per un diametro di 10, nel 2019 è stato annoverato dalla rivista Vanity Fair tra gli alberi di Natale più belli al mondo. La struttura, di acciaio e ferro, pesa 5300 chilogrammi, mentre 12 metri cubi di legno d’abete sono stati usati per i 150 elementi luminosi che lo compongono: piccoli rosoni il cui disegno è ispirato al ricamo chantilly si alternano tra le sezioni del cono illuminati da oltre 27.000 lampadine LED di colore bianco caldo e freddo. Si ringrazia Iren per la collaborazione tecnica e la fornitura elettrica, e la ditta Mariano Light Srl, per la sponsorizzazione tecnica dell’Albero di Natale.

 

CALENDARIO DELL’AVVENTO (1 dicembre – 6 gennaio 2021)

La magia del Natale sarà scandita anche dallo scorrere dei giorni che in piazza San Carlo si manifesterà con l’apertura del fiabesco e colorato calendario nato dalla fantasia di Emanuele Luzzati. Realizzato grazie al lavoro del Teatro Regio di Torino sulla base dei disegni di Lastrego&Testa creati partendo dai bozzetti del Maestro che ha saputo far sognare tutti, unendo grandi e piccini nel più gioioso spirito natalizio. Le caselle del calendario saranno aperte dai Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Torino.

PRESEPE DI EMANUELE LUZZATI (8 dicembre – 6 gennaio 2021)

Quest’anno sarà piazza Carlo Felice a ospitare i personaggi creati dal grande artista genovese Emanuele Luzzati. Il suggestivo presepe è composto da sagome dipinte su legno che mescolano ai personaggi tradizionali le figure delle favole più conosciute.

 

MOLE ILLUMINATA (2 dicembre – 6 gennaio 2021)

Nei giorni di festa – grazie a Iren in collaborazione con la Città di Torino – sarà possibile ammirare la Mole Antonelliana illuminata di blu, rosso o bollicine a seconda delle occasioni: blu per tutto il periodo festivo, rosso nelle notti natalizie del 24, 25 e 26 dicembre e ‘bollicine’ il 31 dicembre dallo scoccare della mezzanotte. L’illuminazione è realizzata con 2000 lampade stroboscopiche a led installate lungo tutta la guglia e la cupola.

 

ILLUMINAZIONE SCENOGRAFICA AL GIARDINO LAMARMORA E PIAZZA MARIA TERESA (2 dicembre – 6 gennaio 2021)

Alcuni alberi del giardino e della piazza saranno decorati, grazie alla creatività dei tecnici di Iren, da migliaia di luci a LED scintillanti di colore bianco che andranno a creare un emozionante effetto innevato.

 

CONCERTI

Torneranno, seppure con modalità diversa rispetto agli scorsi anni, i concerti di Natale realizzati dal Coordinamento Associazioni Musicali di Torino.

Si tratta di 16 concerti di 30 minuti ciascuno visibili sul sito e sui canali social della Città. In programma musiche adatte a tutte le fasce d’età: valzer di Strauss, pezzi classici di musica sacra, brani di musica leggera legati alla tradizione natalizia e anche qualche colonna sonora per concludere i festeggiamenti di ‘Torino, città del cinema’. Il 24 dicembre è in programma il ‘Canto di Natale’ di Charles Dickens accompagnato da un artista che disegnerà dal vivo i personaggi descritti dall’attore Enrico Dusio, voce recitante del racconto. L’1 gennaio 2021, invece, si potranno ascoltare i brani tipici del Capodanno di Vienna eseguiti da un’orchestra composta da 16 giovani musicisti della Scuola di Musica di Fossano e direttori dal Maestro Paolo Fiamingo.

Alla cura di ARCI Torino è invece affidato il palinsesto rivolto ai più giovani. Il mondo delle produzioni contemporanee e indipendenti in ambito musicale e teatrale, verrà coinvolto nella realizzazione di contenuti video autoriali. Sarà l’occasione per fruire di una proposta leggera e popolare per ritrovare la qualità e la passione che hanno reso Torino un riferimento, in

questo ambito, sulla scena nazionale ed europea. A partire dai club, i circoli, come da location d’eccezione, affidandosi a generi i linguaggi diversi ARCI coordinerà artisti, tecnici e professionisti che, pur così duramente colpiti dalla pandemia, sono stati tra i primi a mettersi a disposizione durante l’emergenza sanitaria.

 

Info: www.nataleatorino.it

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Covid, Ruffino (Fi): “Misure sanitarie severe per lo sci”

Il presidente del Veneto Luca Zaia richiama giustamente alla necessità di trovare una linea di comportamento omogenea fra i Paesi alpini sull’imminente stagione sciistica.

Avendo sollevato  questo profilo di un problema che è di importanza capitale per il turismo invernale e con un impatto notevole sul Pil, osservo che Paesi dell’Unione europea come Francia, Austria e Slovenia, e, fuori dalla Ue, la Svizzera, hanno già deciso in piena autonomia di aprire le piste da sci e dunque gli impianti e quant’altro. Il governo italiano è davanti a un bivio complicato e difficile per decidere quale strada prendere: adeguarsi alla concorrenza dei Paesi Alpini, e consentire l’apertura di tutti gli impianti? Oppure bloccare la stagione sciistica mandando gambe all’aria migliaia di imprese e lasciando sul lastrico decine di migliaia di lavoratori?

Esiste una terza via, che mi permetto di suggerire al presidente Conte e al ministro Spadafora: adottare misure molto restrittive sul piano sanitario, evitare gli assembramenti dell’ “après ski” nei pub o nelle discoteche per non ripetere i disastri ferragostani, e con questo favorire la stagione sciistica. Trovo che sarebbe un modo intelligente per evitare il collasso economico del settore ma anche per reggere la competizione con i Paesi alpini. Anzi, sono convinta che un sistema di ferree regole sanitarie potrebbe attirare turisti di altri Paesi. Agli operatori turistici un suggerimento: perché non includere nel pacchetto vacanze un test antigienico all’arrivo e uno alla partenza per ogni ospite?

on. Daniela Ruffino, deputata piemontese di Forza Italia