ilTorinese

Rivoli, arrestato per detenzione di droga

Martedì, nelle prime ore del mattino, agli esiti di un’accurata attività info investigativa, gli agenti del Commissariato di Rivoli hanno eseguito una perquisizione domiciliare con l’ausilio delle Unità Cinofile nell’abitazione di un cittadino albanese di 54 anni, domiciliato a Rivoli. L’uomo è stato trovato in possesso di 41 ovuli di cocaina, nascoste all’interno di un pacchetto di sigarette, destinati alla vendita: per questo motivo è stato arrestato.

Come emerso dell’attività svolta dagli investigatori, lo smercio della cocaina gli ha consentito nel tempo di mantenere uno stile di vita confortevole, nonostante da anni l’uomo non svolga alcuna attività lavorativa lecita. Irregolare sul Territorio Nazionale dal 2014, gli operatori hanno accertato che nel tempo E.D. si è reso responsabile di molteplici reati, sempre nel territorio della prima cintura torinese, tra cui riciclaggio, ricettazione e truffa, rafforzandone lo spessore criminale. Inoltre, a suo carico sono emersi diversi Ordini del Questore ad abbandonare il territorio nazionale, mai rispettati.

Un’ottima Juve piega un ostico Bologna e sale ulteriormente in classifica

Juventus-Bologna 2-0
Arthur
McKennie

Vince la Juventus sul Bologna per 2-0. I gol sono stati segnati da Arthur al 15′ e da McKennie al 71′, ma i protagonisti sono stati i portieri, con Szczesny e Skorupski decisivi per le due squadre. Il Bologna all’inizio della ripresa ha dato filo da torcere ai bianconeri, ma l’entrata di Morata è stata determinante tra le file bianconere. Annullato anche un gol a Soriano nel primo tempo.
La Juventus in classifica ha raggiunto l’Atalanta al quarto posto ed il tecnico Andrea Pirlo inizia a sorridere perché sta cominciando a vedere la “sua”Juve,sempre aggressiva in tutte le zone del campo,attenta e concentrata ma soprattutto che non ha perso la convinzione e lo smalto vincente che l’ha portata a vincere 9 scudetti consecutivi.

Vincenzo Grassano

Iveco, un’altra grande perdita per il Piemonte e per l’Italia

Appena archiviata l’acquisizione di FCA da parte di PSA ,partecipata i modo importante dallo stato francese, assistiamo ad un’ulteriore perdita di un marchio storico dell’automotive piemontese e non solo.

Iveco, leader nella produzione di camion e bus fondata dall’avvocato Agnelli a Torino nel 1975, è in procinto di essere ceduta ai cinesi di Faw Jiefang, azienda del settore controllata dallo stato cinese.

Un’altra grande perdita per l’automotive, dopo le crisi Pininfarina engeneering e la nascita di Stellantis che ha visto quel poco che restava della storica Fiat entrare a far parte di un grande gruppo controllato dallo stato francese.

Di fronte ai comprensibili timori dei lavoratori lascia perplessi il silenzio totale della classe dirigente torinese e non solo.

 

Massimo Iaretti – consigliere comunale – Presidente MPP

Gigi Cabrino – consigliere comunale aderente a MPP

Sanremo: è lecito far festa?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Uno degli infiniti segni di degrado anche morale oltre che intellettuale di questo paese è il festival di San Remo che vogliono che venga fatto ad ogni costo e con la partecipazione del pubblico.

Capisco che il festival muove forti interessi e che la città di Sanremo vive per il festival e il casinò. Capisco che occorre cautela prima di decidere, ma occorre ancora più cautela per un’ eccezione che riguarda le canzonette. Non ho nulla contro le canzonette, anzi mi piacciono.
Ma la tutela della salute delle persone supera ogni altro discorso, a partire da quella dei Sanremesi. Un rinvio del festival non provoca disastri in un’ Italia disastrata in cui teatri sono chiusi e tutto il mondo dello spettacolo è fermo.
Oppure una versione in tv senza pubblico in sala può’ essere la soluzione più ragionevole e praticabile ,lasciando al mezzo televisivo il compito preminente che poi ha sempre avuto nella storia del festival la cui fama è legata alla televisione .
Le polemiche di chi pretende che di fronte al Festival si debba fare un’eccezione sono chiaramente pretestuose. La Scala ha rinunciato alla prima , la Fenice al pubblico di Capodanno, soprattutto rinunciano e hanno dovuto rinunciare tutti gli operatori turistici ed alberghieri dopo un’estate scriteriata e senza regole che non è stata governata come sarebbe stato necessario.
Si ignora completamente il fatto che la cultura in Italia sta morendo per colpa anche di un ministero inetto che non fa nulla.
Il patrimonio culturale, quello tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, è abbandonato a se’ stesso e c’è invece chi si occupa del Festival, adoperando argomentazioni capziose ed arroganti. Silenzio attorno alla cultura,  il festival in prima pagina. Vogliamo continuare a passare anche in questa occasione come un popolo di mandolinisti, per di più portati al suicidio?
Chi pensate che sia tanto scemo da andare a riempire le poltrone dell’Ariston con il rischio del Covid? O vogliamo trasformare un teatro in un edificio di culto o in un ospedale?
Stiamo proprio perdendo il senso delle proporzioni anche di fronte a cose che non dovrebbero neppure essere oggetto di discussione. E anche in questo caso la politica è silente o dice stupidaggini. Ovviamente, senza chiamare in causa il rispetto dovuto ai Morti del Covid, rispetto che mal si concilia con il clima festaiolo di Sanremo. Un clima festaiolo falso ed apparente perché quando c’è gente ricoverata negli ospedali che soffre e muore e c’è’ gente che non ha il vaccino per l’insipienza di chi doveva provvedere, non è lecito fare festa.  In questa Italia viene istintivo piangere, non cantare le canzonette. A volte viene anche qualche altra tentazione, ma poi la responsabilità democratica, finché sarà possibile, prevale.

Le agevolazioni e opportunità fiscali al tempo della pandemia

Il tema al centro della web conference promossa dal CDVM in collaborazione con lo studio legale e fiscale torinese “Lexchance tax & legal”

Il CDVM ( Club Dirigenti Vendite & Marketing dell’Unione Industriale di Torino) ha promosso, in collaborazione con lo studio legale e fiscale torinese “Lexchance tax & legal“, una web conference, giovedì 14 gennaio scorso, sul tema delle agevolazioni e opportunità fiscali al tempo della pandemia.

Per quanto concerne i principali spunti emersi durante la discussione, il Dottore Commercialista Enrico Sorisio ha esposto un’interessante novità emersa dalla Legge di Bilancio 2021, il cosiddetto “Baratto Finanziario 4.0”, che consiste nella possibilità di sfruttare l’enorme mole di informazioni delle fatture elettroniche presenti nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate, al fine di compensare a livello multilaterale i crediti e i debiti fra gli operatori economici.
Le imprese e i professionisti potranno, infatti, aderire volontariamente alla piattaforma, totalmente digitale, che opererà in automatico a compensare i crediti e i debiti risultanti dalle fatture elettroniche, come una vera e propria moneta di scambio virtuale. Questo sistema, complementare a quello bancario, avrà l’indubbio vantaggio di ridurre i problemi di liquidità soprattutto per le piccole e medie imprese, garantire la circolazione di beni e servizi e contrastare i fallimenti sistemici.
L’intervento della Dottoressa Francesca Aru, Consulente del Lavoro, ha invece avuto quale oggetto due importanti esoneri contributivi per i datori di lavoro che assumeranno dipendenti nel biennio 2021-2022: l’esonero contributivo per l’occupazione di giovani e quello per l’occupazione di donne.
Entrambi gli incentivi non sono del tutto nuovi, in quanto la legge richiama espressamente due esoneri già esistenti, modificandone alcuni requisiti e alzando la soglia di esenzione, che passa dal 50% al 100 % dei contributi a carico dell’azienda, con un massimo di 6000 euro annui per ciascun dipendente.
Per quanto riguarda l’incentivo occupazione giovani, i dipendenti interessati non devono aver compiuto i 36 anni e non devono aver mai avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato nella loro vita lavorativa. L’incentivo ha la durata di 36 mesi.
Per quanto riguarda l’incentivo occupazione donne, le casistiche interessate sono: donne over 50 disoccupate da oltre 12 mesi; donne di qualunque età prive di un lavoro regolarmente retribuito da almeno 6 mesi e residenti in regioni e aree svantaggiate; donne di qualsiasi età prive di lavoro regolarmente retribuito da almeno 24 mesi ovunque residenti. In questo caso l’incentivo può riguardare assunzioni a tempo determinato o indeterminato e ha una durata massima di 18 mesi.
L’Avvocato Federico Caporale ha infine descritto i principali rischi, a titolo di responsabilità penale, in caso di illegittimo accesso ai vari contributi introdotti dalle recenti normative.
Il Dottor Antonio De Carolis, Presidente del CDVM, si è detto molto soddisfatto del ciclo di incontri organizzato con lo studio Lexchance, confermando la prosecuzione degli appuntamenti finalizzati a dare sostegno agli imprenditori in un momento difficile come quello attuale.

Lexchance tax & legal

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Elizabeth Jane Howard  “Perdersi”    -Fazi Editore-   euro  20,00

E’ di una bellezza struggente questo romanzo della scrittrice inglese (nata a Londra nel 1923, morta a Bungay nel 2014), famosa soprattutto per la sua saga dei Cazalet. E’ ispirato ad una brutta esperienza realmente vissuta dalla Howard che ha metabolizzato il dolore di una relazione illusoria mettendosi a scrivere questo libro.

Nel 1995, superati i 70 anni, raggiunto il successo, con una vita sentimentale travagliata alle spalle, problemi di salute e in piena crisi personale, incappa nelle lettere di un ammiratore che si fa insistente fino al punto di riuscire ad incontrarla. E’ l’inizio di una relazione sentimentale in cui lui, abile manipolatore, si annida subdolamente laddove lei ha i nervi più scoperti; quanto più lei soffre e ha bisogno di aiuto, consolazione e perché no, anche amore, tanto più lui fiorisce e prospera. Ma sarà solo una mastodontica finzione, greve di bugie e foriera di pericoli, nonché un’immane delusione.

Ricalca dunque l’autobiografia la vicenda della protagonista Daisy, affermata commediografa 60enne. E’ stata sposata due volte e non è andata per  niente bene.

Dal primo marito ha avuto una figlia, Katya, arrabbiata con lei da quando ha lasciato suo padre, (poi scoprirete perché) e ancor più inasprita quando ha sposato un uomo molto più giovane e senza né arte né parte.

E ‘ il bellissimo Jason, che fa il balzo verso il successo, diventa un attore famoso anche grazie al matrimonio e alle conoscenze di Daisy; salvo poi lasciarla poco signorilmente e in modo decisamente codardo per sposare un’attrice molto più giovane.

In piena crisi, Daisy cerca di voltare pagina e darsi alla vita bucolica e appartata comprando un piccolo cottage circondato da un giardino inselvatichito.

E’ così che finisce nel diabolico mirino di un sedicente giardiniere, l’ultra 60enne Henry Kent. E’ povero in canna, nullafacente, vive a sbafo su una barca di conoscenti e ha in mente un piano ben preciso.

Senza raccontarvi  troppo, anticipo solo che vi aspettano pagine intriganti che vi terranno col fiato sospeso perché, grazie alla bravura della Howard, capirete molto prima di Daisy cosa alberga nell’animo torbido e truffaldino di Henry. Abilissimo nell’inventarsi una vita di finzione, in cui appare più vittima che aguzzino. Calcolatore e privo di scrupoli sa però vendersi benissimo perché «Gli uomini come Henry Kent…tra la testa e i genitali non hanno niente».

E anche voi vi chiederete come sia possibile lasciarsi ingannare così tanto da un uomo senza cuore o scrupoli…un autentico pericolosissimo borderline.

 

Simona Siri con  Dan Gerstein  “Mai Stati così Uniti”  -Tea –  euro 15,00

L’idea del titolo è semplicemente geniale perché allude non solo alla coppia formata dalla scrittrice e giornalista italiana Simona Siri e dal marito americano Dan Gerstein, ma in senso più ampio alle diversità tra due culture e due paesi divisi dall’oceano.

Loro sono un team ad alto quoziente intellettivo: lei è planata in America, al MIT di Boston la prima volta nel 1999 a 26 anni con una laurea in Psicologia, poi si è trasferita a New York in pianta stabile, dove vive da 7 anni, e racconta l’America in varie collaborazioni giornalistiche.

Lui studi ad Harvard, mille interessi tra Storia, letteratura e Scienze  politiche; una brillante carriera come scrittore di discorsi e assistente politico al Senato, e come senior strategist in 2 campagne presidenziali. Poi ha voltato pagina e da Washington è approdato nella Grande Mela.

Le loro strade s’intersecano e sfociano in un matrimonio in cui la battaglia culturale inizia già con la colazione mattutina.

Così il diario di questa coppia diventa specchio di due popoli che si confrontano anche sulle  piccole cose e le vertenze del quotidiano. Ma è anche un illuminante reportage a 4 mani della vita americana, in particolare a New York dove i due combattono con il caro affitti, vivono con l’adorato cane e una bimba in adozione..

Lei sottolinea «Siamo diversi in tutto. E’ un miracolo che stiamo insieme. Alle volte è così americano  che lo detesto».  E lui risponde spiegando la mentalità a stelle e strisce.

Sono tanti gli spunti che danno il via alle due versioni della stessa cosa in questo menage che sa far tesoro delle differenze anche attraverso litigate, incomprensioni e continui aggiustamenti agevolati dall’amore.

Dan è razionale, positivo, estroverso, lei emotiva, introversa e tendente al drammatico; lui è mattiniero, lei nottambula; lui è un “social butterfly”, una farfalla sociale che vola di conoscenza in  conoscenza, con un’ intensa vita sociale mentre lei ama starsene a casa tranquilla.

In Usa poi c’è un modo diverso di vivere l’amicizia; al di là del networking che permette di costruire una rete di conoscenze  molto estese -ma superficiali- gli amici veri sono spesso quelli del college (anni formativi), spesso con carriere diverse in altri stati, con i quali l’intesa resta intatta nonostante la lontananza. Lei fatica a comprendere questa alchimia e le dinamiche insite in un Paese gigantesco in cui la mobilità è un must.

Diverso è anche il rapporto con il denaro; spendere in America è facilissimo, la corsa allo shopping sfrenato è favorita anche dall’abuso di carte di credito.

Insomma, dalle loro diversità capiamo meglio tante cose dell’America: come il complesso sistema sanitario che discrimina tra ricchi  e poveri, il sistema scolastico che forma persone altamente indipendenti e competitive, la tendenza a cambiare lavoro con una certa scioltezza…e tanto altro tra vicende privatissime e l’odio condiviso per Trump.

 

Maylis de Kerangal   “Un mondo a portata di mano”    -Feltrinelli-    euro 16,50

La scrittrice francese che ci aveva toccato il cuore con “Riparare i viventi” (sulla donazione degli organi), ora ci regala un romanzo di formazione che ha per sfondo il mondo dell’arte.

Protagonisti assoluti sono i colori, i trompe-l’oeil e le illusioni della vita attraverso le vicende di 3 giovani.

Paula Karst, parigina con gli occhi di colore diverso e appena divergenti; Jonas, secco, sfuggente e talentuoso; Kate, una sorta di Anita Ekberg dalla pelle bianchissima. Sono tutti alle prese con la preparazione della prova per il diploma. Parlano di arte, sognano in grande e stanno per catapultarsi nel mondo del lavoro.

Paula riesce a iscriversi al prestigioso Istituto superiore di pittura a Bruxelles dove impara la delicata e affascinante arte del trompe-l’oeil; ovvero la tecnica dell’inganno ottico che simula la realtà.

I 3 amici che si ritrovano 5 anni dopo – trascorsi in vari cantieri in giro per il mondo- alle prese con opere a volte molto più grandi di loro, per lo più legati a contratti temporanei, a volte deludenti.

In un bistrot parigino si raccontano esperienze, lavori svolti, persone incontrate, soddisfazioni  e delusioni.

Paula ha dato prova della sua bravura in grandi cantieri, soprattutto in Italia, tra Museo Egizio e Cinecittà dove ha riprodotto la loggia papale e la Cappella Sistina per il film di Nanni Moretti “Habemus Papam”. Ed è  appena tornata da Mosca dove ha dipinto gli scenari di “Anna Karenina”  negli studios della Molfin.

Kate ha lavorato tutto il giorno, abbarbicata su una scaletta, al lussuoso atrio di un palazzo in Avenue Foch.

Jonas racconta che sta per consegnare a committenti arabi un Eden tropicale di 8 metri per 3 e 50, inutile dire che il compenso sarà munifico.

Ed ecco ancora una volta la de Kerangal puntare su personaggi giovani, in divenire, alle prese con ambizioni, talento e incertezze. Sono spiriti liberi che si spostano dove il lavoro chiama, imbastiscono storielle sentimentali passeggere e dipingono alberi, marmi, pietre preziose e tanto altro per dare forma all’illusione.

 

Mathijs Deen  “Per antiche strade”   -Iperborea-    euro 18,50

Come recita il sottotitolo questo libro è un viaggio nella storia d’Europa, perché oggi transitiamo sulle orme di chi ci ha preceduti nei secoli vicini e in quelli più lontani. Lo scrittore e giornalista olandese ha composto un affascinante iter, tra racconto, diario di viaggio e puntigliosa ricerca storica.

Parte da un suo ricordo d’infanzia e poi ci conduce in un’affascinante scoperta continua e nella storia europea. Lo fa scandendo 11 tappe, ricostruendo le vicende di personaggi vari che hanno camminato sull’intricato reticolo di vie e strade, a piedi, con carri, in cerca di cibo o salvezza. E ci dimostra come quelle strade hanno una vita pluricentenaria.

Così incontriamo uomini della preistoria, come il primo uomo partito dall’Africa e arrivato su suolo europeo nel Pleistocene; poi le incursioni dei Cimbri; la drammatica fine del brigante romano Bulla  Felix che rubava ai ricchi patrizi per dare ai poveri e liberava gli schiavi. O ancora la storia di una giovane donna battezzata, che dalla natia Islanda arrivò fino al Papa con una domanda essenziale.

Via via conosciamo un’umanità variegata in cui troviamo esploratori, conquistatori, profughi, mercanti, banditi e pellegrini.

Sono loro che nel corso dei millenni hanno percorso, tra mille difficoltà, quelle arterie che oggi noi usiamo in lungo e in largo.

Attraverso le loro biografie -ricostruite magistralmente da Deen e scorrevoli come racconti- possiamo capire più a fondo anche le varie trasformazioni della cultura europea, i contrasti politici, religiosi, economici e culturali. Perché in questo libro le strade ci possono parlare in un iter da scoprire a  poco a poco, a piccole tappe e grandi conquiste.

Ruffino (Fi): “La maggioranza non più maggioranza volta le spalle al Paese”

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia, commenta la situazione politica:

     La maggioranza non più maggioranza rimasta incollata al presidente Conte ha voltato le spalle al Paese. Lo conferma la ricerca affannosa dei numeri al Senato, senza i quali il governo non esiste più. Di altri e più importanti numeri, quelli del Recovery Plan, il governo ha smesso di occuparsene, e forse non è un male visto i modi sbagliati e frettolosi mostrati. Chi invoca il voto, dalla maggioranza o dall’opposizione, mostra una grande irresponsabilità verso il Paese. Un’irresponsabilità tanto maggiore quando viene da una maggioranza ostinata nel difendere Conte come “punto di equilibrio”. Tutta qui la preoccupazione dell’on. Orlando? Per un Paese che tutti riconoscono sofferente, fustigato da una crisi pandemica con devastanti propaggini economiche e ripercussioni sociali ancora da misurare, la preoccupazione maggiore di un dirigente di partito è tutta nella conservazione di un “punto di equilibrio” politico? Sanno nel Pd e nel M5s che senza varare alcune riforme – dalla giustizia alla burocrazia, dalla sanità al mercato del lavoro – l’Italia non vedrà il becco di un centesimo del Recovery Plan? E questo lo dice il ministro delle Politiche europee, Enzo Amendola, dello stesso partito di Orlando. Vedano di parlarsi e di chiarirsi, perché i tempi dell’Europa non coincidono con i tempi delle liturgie stucchevoli della politica italiana.

Il concerto del Teatro Regio per il Giorno della Memoria

Mercoledì 27 Gennaio 2021 ore 11 e ore 18 Streaming gratuito su www.teatroregio.torino.it

 «Se il teatro si chiude in se stesso e non incide nelle problematiche della comunità, non assolve la sua funzione, la sua missione sociale di istituzione culturale», così Rosanna Purchia, Commissario straordinario del Teatro Regio, esprime la visione che anima l’impegno del Teatro per i ragazzi e i giovani e anticipa la ripartenza della Stagione educational che si inaugura con il Concerto per il Giorno della Memoria mercoledì 27 Gennaio in un doppio appuntamento alle ore 11 (per i ragazzi delle scuole superiori) e alle 18 in streaming gratuito su www.teatroregio.torino.it.
Ogni 27 gennaio si celebra il “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi di concentramento. La simbolica data rimanda al 27 gennaio del 1945, quando i primi soldati sovietici entrarono ad Auschwitz e resero pubblico l’atroce scempio perpetrato dal regime nazista.
Il Teatro Regio, che da anni partecipa alle iniziative dedicate dalla Città di Torino al Giorno della Memoria, quest’anno propone un concerto di cui è protagonista assoluto il Coro Teatro Regio Torino diretto dal Maestro Andrea Secchi. Il concerto sarà introdotto da Sebastian F. Schwarz, Direttore artistico del Teatro.
Il programma è interamente dedicato a Viktor Ullmann, compositore, direttore d’orchestra e pianista austriaco, ebreo di origini slesiane. Il Coro del Regio esegue Dieci brani yiddish ed ebraici per coro, che prevede: due canti cassidici per coro femminile Hal’a, jarden (Scorri, fiume Giordano) e Ura, ura, Jissrael (Avanti, Israele!); tre canti yiddish per coro maschile As der Rebe elimelech (Quando il rabbino Elimelech), Scha schtil (Shhh, silenzio!) e Fregt di welt (Il mondo si domanda); tre canti yiddish per coro femminile Jome, Jome (Jome, Jome), Du solst nischt gejn (Non dovresti andare) e Du Mejdele (A te, bella fanciulla); due canti ebraici per coro misto Anu olim (arza) (Torniamo a casa) e Elijahu hanaawi (Elia il profeta).
Allievo di Zemlinsky e Schönberg, Viktor Ullmann (1898-1944) negli anni giovanili condusse una brillante carriera musicale. Nel 1942 venne trasferito nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove, in qualità di Responsabile dello Studio per la Nuova Musica, ebbe modo di scrivere e rappresentare numerose composizioni di vari generi. Il 16 ottobre 1944 fu trasferito nel campo di concentramento di Auschwitz, dove morì due giorni dopo.
I dieci brani proposti sono arrangiamenti per coro a cappella di canzoni ebraiche, yiddish e cassidiche composti in quel luogo, che lo stesso Ullmann definì uno stimolo, non un impedimento, alle proprie attività musicali: «in nessun modo ci siamo seduti sulle sponde dei fiumi di Babilonia a piangere; il nostro rispetto per l’Arte era commensurato alla nostra voglia di vivere; sono convinto che tutti coloro, nella vita come nell’arte, che lottano per imporre un ordine al Caos, saranno d’accordo con me». Il concerto resterà disponibile sul sito del Teatro Regio per chiunque desideri rivederlo e riascoltarlo.