ilTorinese

Nel giorno dell’Epifania Juve e Toro impegnate in gare molto importanti

16esima giornata di campionato. Turno infrasettimanale, vero crocevia della stagione

Torino-Verona    ore 15
Milan-Juventus  ore 20.45

Qui Juve: si respira un’aria strana in casa Juve.Perchè?Diciamo la verità:dopo 9 scudetti consecutivi fa strano vedere la squadra bianconera,con la gara da recuperare contro il Napoli,quinta a 10 punti dal Milan,capolista,che affronterà in uno scontro diretto infuocato domenica sera al Meazza di Milano.Pirlo è un tecnico amato dai calciatori,predilige un certo tipo di gioco spettacolare sempre all’attacco ma con un neo:cura poco la fase difensiva,subisce troppo.Ecco che il rientro a tempo pieno di Chiellini potrà dargli una grossa mano.Il modulo 4-3-3 è il più utilizzato ma le 3 punte quasi mai vengono schierate all’inizio,per non sbilanciare troppo la squadra.Dybala è la prima scelta,riserva,di lusso.Il tempo è tiranno, società e tifosi vogliono sempre una squadra vincente,come in Champions League,anche in campionato.Ecco perché la Juve non potrà fallire l’importante gara contro il Milan.Servirà soltanto la vittoria per non perdere ulteriore terreno contro i rossoneri capolista della classifica.
Intanto il mercato,cominciato oggi e fino al 31 gennaio, porterà in dote una quarta punta:Paratici ha le idee chiare.Zero spese,prestito con diritto di riscatto e si ai graditi ritorni,per esempio uno tra Llorente e Zaza.

Qui Toro: granata entusiasti dopo la convincente e rotonda vittoria a Parma e subito in campo oggi per preparare la difficile ma fondamentale gara contro il Verona,vera sorpresa di questo campionato che verrà all’olimpico Grande Torino per disputare la sua solita partita d’attacco.Per il Toro di Giampaolo vincere sarà importante per la classifica e la continuità di risultati.Tutti disponibili i giocatori granata,che hanno svolto l’allenamento con grande intensità ed abnegazione.
Intanto è cominciato il calciomercato con la prima cessione: l’attaccante Millico è andato al Frosinone,in serie B,in prestito secco semestrale.Altri giocatori saranno ceduti per acquistarne 2 utili per il mister granata.I profili ricercati sono 1 centrocampista:Krunic nell’ambito di uno scambio che porterà N’Kolou e Meitè al Milan ed 1 attaccante da affiancare a capitan Belotti.Il profilo giusto porta il nome di Pavoletti, centravanti del Cagliari.

Vincenzo Grassano

Le “fototrappole” della sindaca Appendino incastrano chi abbandona i rifiuti

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“Pulire la città è un dovere dell’Amministrazione.
Mantenerla pulita è un dovere (anche) dei cittadini. Chi non lo fa danneggia tutti”

Così la sindaca Chiara Appendino su Facebook comunica i risultati delle foto trappole piazzate in città per scoprire chi abbandona i rifiuti. “Avevamo detto che avremmo messo delle “fototrappole” per individuare chi abbandona illegalmente rifiuti nell’ambiente, e lo abbiamo fatto.

Quello che vedete nella foto è uno dei tanti fermo immagine dei video che ha raccolto la Polizia Municipale. I responsabili sono stati individuati e sanzionati.  Ve lo dico: andremo avanti”.

Prosegue la sindaca:”Abbiamo dedicato tutte le energie possibili per difendere e tutelare l’ambiente e gli spazi verdi di Torino, non permetteremo che gli sforzi nostri – e di migliaia e migliaia di cittadini – vengano vanificati da pochi incivili.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti i torinesi che ogni giorno contribuiscono a tutelare il nostro territorio rispettando le regole del conferimento rifiuti. Un ringraziamento anche all’Assessore Alberto Unia, agli uffici del Verde, alla Polizia Municipale e ad Amiat.”

 

Cirio lancia il Patto per il Piemonte su Recovery Plan, sanità e fondi europei

Un Patto per il Piemonte sui tre temi chiave del 2021: sanità, RecoveryPlan e programmazione dei fondi europei 21/27 con tutte le forze politiche, sociali ed economiche.

È quello che propone il governatore Alberto Cirio nella conferenza stampa di inizio anno della Giunta piemontese: “il progetto che ho voluto lanciare oggi – dice il presidente – è quello del Piemonte dei “costruttori” – quelli di cui ha bisogno l’Italia in questo momento, come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica -che parla a una sola voce”. Spazio anche alla cultura e al turismo con 25 milioni di euro da destinare alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per farla di vantare “una nuova Venaria Reale” e all’agricoltura con il nuovo piano di sviluppo rurale è più attenzione alla filiera del cibo e dei prossimi agroalimentari di eccellenza. Il tutto, nelle intenzioni della Regione, per una diversificazione produttiva che possa rendere il Piemonte competitivo.

Citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente Cirio ha sottolineato che è “il momento di essere costruttori per portare il Piemonte fuori da questa crisi. Dobbiamo costruire, e dobbiamo farlo insieme, per garantire un futuro migliore ai nostri ragazzi. Noi mettiamo sul tavolo la nostra visione, che dalle prossime settimane andremo a presentare provincia per provincia per raccogliere le varie istanze. Le idee le abbiamo ben chiare, e vogliamo condividerle nel modo più trasparente possibile”.

Critiche le opposizioni: per Grimaldi (LUV) “la Giunta si loda ma il ‘casoPiemonte’ ha condannato interi settori; Torino chieda al prefetto e al Governo un impegno straordinario per evitare fallimenti e vampirizzazioni tra bar e ristoranti”. E Sarno (Pd) a proposito del progetto per Stupinigi: “Per reperire le risorse necessarie si dovrà investire anche su partenariati pubblico/privati che solo una Governance pubblica qualificata può garantire: la Regione Piemonte coinvolga i comuni e gli enti del “Protocollo Stupinigi”, di cui già fa parte, anzi si metta in testa a questo percorso per ottimizzare gli sforzi e garantire uniformità degli interventi”.

Il presidente Cirio ha poi voluto riflettere sul 2020: “Un anno particolarmente complicato, in cui abbiamo pianto per chi ci ha lasciato e avuto paura quando è arrivato il Covid a colpire la vita di ognuno di noi. L’emergenza sanitaria ha caratterizzato la vita di tutti e anche la vita amministrativa della Regione, che si è trovata davanti alla più grande catastrofe dalla seconda guerra mondiale. Gestire l’emergenza è stata una impresa che ci ha visto constatare eccellenze sanitarie grandissime, ma anche toccare con mano gravissime carenze, a partire dal sistema di medicina territoriale. Questo perché in Piemonte come altrove la sanità è stata negli anni vittima di tagli e mancati investimenti che nel momento della necessità si sono fatti sentire”.

 

Il bollettino Covid di lunedì 4 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 460 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 87 dopo test antigenico), pari al 6,4 % dei 7.177tamponi eseguiti, di cui 3.742 antigenici. Dei 460 nuovi casi gli asintomatici sono 208, pari al 45,2 %.

I casi sono così ripartiti: 114 screening, 241 contatti di caso, 105 con indagine in corso; per ambito: 49 RSA/Strutture socio-assistenziali, 24 scolastico, 387 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 204.189, così suddivisi su base provinciale: 18.147 Alessandria, 10.373 Asti, 7.100 Biella, 28.209 Cuneo, 15.951 Novara, 106.940 Torino, 7731Vercelli, 6993 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1078 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1667 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 183 (-5 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2819 (+ 33 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 19.242.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.046.366 (+ 7.177 rispetto a ieri), di cui 927.488 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7.988

Sono 9 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 7.988 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.222 Alessandria, 503 Asti, 336 Biella, 912 Cuneo, 662 Novara, 3.657 Torino, 373 Vercelli, 253 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

173.957 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 173.957(+ 1292 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 15.039 Alessandria, 8.446 Asti, 5.912Biella, 24.013 Cuneo, 13.802 Novara, 92.038 Torino, 6.582 Vercelli, 5.937Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 898 extraregione e 1290 in fase di definizione.

Nuovo Psr e filiera del cibo nell’agenda dell’assessore Protopapa

IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA

La nuova programmazione del Programma di sviluppo rurale del Piemonte farà parte dei tre pilastri principali dell’azione di Governo regionale nel 2021.

Ci sarà un prolungamento del Psr 2014-2020, appena scaduto, con due anni di transizione che permetteranno di impostare il nuovo Psr,  strumento principale di programmazione per l’agricoltura piemontese, e con una dedizione a semplificare le norme e ad ampliare i soggetti beneficiari, rivolgendo particolare attenzione all’insediamento dei giovani agricoltori.

Sarà importante il rinnovamento delle misure della futura programmazione del Psr – precisa l’assessore Marco Protopapadella Regione Piemonte – per rispondere alle nuove esigenze che arrivano dai nostri territori, dalla diffusione capillare della banda larga su tutte le aree regionali agli investimenti sul green. Al tempo stesso nei due anni di transizione proseguirà il sostegno alle aziende piemontesi attraverso le misure del Programma di sviluppo rurale sull’agroambiente, dal biologico all’innovazione della meccanica e del tecnologico nella coltivazione”.  

In prospettiva di una ripartenza di tutte le attività legate al settore enogastronomico piemontese, nel 2021 l’Assessorato all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte impegnerà più risorse e rafforzerà le azioni di promozione della filiera cibopuntando sempre alla qualità, alla conoscenza dell’origine e quindi della tracciabilità dei prodotti. La nascita e il riconoscimento dei futuri Distretti del cibo del Piemonte, il cui regolamento regionale è stato approvato a fine 2020, va nella direzione di una promozione legata al territorio, che si caratterizza per peculiarità naturali e gastronomiche, e nel rispetto e rivalutazione anche delle tradizioni locali.

Il comparto legato al cibo rappresenta la punta più elevata, più diffusa e più radicata nella cultura del Piemonte: i vini, i tartufi, la carne, la frutta, le nocciole, il riso sono solo alcuni esempi di filiere agroalimentari che confermano il rilievo internazionale delle nostre produzioni – sottolinea l’assessore regionaleProtopapa – Il sistema cibo in Piemonte coinvolge tutti gli ambiti di un territorio, oltre alla filiera produttiva anche quella dello sviluppo turistico locale e della tutela ambientale”.  

Un capitolo di particolare importanza sul quale si impegnerà l’Assessorato all’Agricoltura e Cibo, con il coinvolgimento di altri assessorati regionali, sarà quello del “No spreco del Cibo” che sarà rivolto all’educazione alimentare ed al risparmio.

Giovane minaccia il suicidio, rintracciato e soccorso dalla Polizia 

È la notte di santo Stefano e un ragazzo poco più che ventenne, residente nel quartiere San Paolo, ha litigato con la sua fidanzata. Sono le 23, esce di casa correndo, dicendo ai genitori di volerla fare finista gettandosi sui binari della ferrovia che percorre via Tirreno. I familiari non riescono a trattenerlo e contattano immediatamente il 112 NUE per chiedere aiuto.

Una prima geolocalizzazione del telefono colloca il giovane nel vicino Parco Ruffini ma le ricerche delle pattuglie danno esito negativo. Gli agenti decidono di percorrere il tratto di ferrovia lungo via Tirreno, camminano per quasi due km ma del ragazzo nessuna traccia. Durante le ricerche incrociano la madre, anche lei alla ricerca del figlio, che riferisce agli agenti di aver ricevuto una chiamata dalla fidanzata.

La ragazza ha appena ricevuto un messaggio criptico dal giovane che le dice di trovarsi “Lì dove insieme a te ho passato una delle serate più felici della mia vita” e che sarebbe rimasto lì aspettandola, anche al costo di farsi morire di freddo.

È tardi, il ragazzo è uscito con solo una felpa e si trova fuori da oltre due ore con una temperatura sotto lo zero. Il fattore tempo diventa determinante così come il contributo della fidanzata nella ricerca. Lei è sotto shock e trova difficoltà a concentrarsi e  indicare con certezza il luogo in cui l’ex potrebbe trovarsi: fornisce comunque 5 indirizzi.

Le pattuglie partono alla volta dei luoghi indicati, nel mentre chiamano la ragazza per ricevere aggiornamenti. Non ha più ricevuto messaggi, il telefono del giovane si riaccende per un momento – la madre lo capisce dalla chat – ma lui non risponde e subito dopo viene spento, troppo poco per essere geolocalizzato.

Prosegue la ricerca, la fidanzata continua a pensare ai luoghi significativi per la coppia e all’improvviso è certa: un parco in collina, è quello il luogo, il suo fidanzato è lì.

La volante Borgo Po setaccia il luogo indicato e, dopo circa 15 minuti, rintraccia il giovane, seduto su una panchina, al buio. E’ duramente provato, infreddolito e pallido, ha percorso ben 7 km a piedi in piena notte, senza giacca. Gli agenti lo scaldano con una coperta termica che hanno  in auto e lo portano negli uffici del Commissariato di via Sabaudia, per somministrargli una bevanda calda, in attesa che arrivi il 118. Successivamente, gli operatori sanitari trasporteranno il ragazzo in ospedale per affidarlo alle cure dei medici.

22/1

Covid, una nuova “zona bianca”?

Se ne sta parlando dal 26 dicembre ed a quanto pare sta per diventare realtà: il governo  sta anche per introdurre la quarta fascia di rischio, dal 15 gennaio ci sarà una “zona bianca” che consentirà di far ripartire tutte le attività, palestre, cinema e teatri compresi.

L’idea che può cambiare il quadro di chiusure e riaperture l’ha lanciata Dario Franceschini dopo aver ascoltato gli scienziati. Il ministro della Cultura ha proposto la creazione di una quarta fascia di rischio, una «zona bianca» nella quale entrerebbero le regioni con gli indicatori migliori. Alcuni scienziati hanno proposto al governo di valutare l’anticipo del coprifuoco dalle 22 alle 20. Ma anche i ministri della «linea dura» pensano che questa misura non influirebbe in maniera determinante sul controllo dei contagi.

All’interno della regione “zona bianca”ci sarà la quasi normalità: uniche due  restrizioni, distanziamento sociale ed utilizzo delle mascherine. No assembramenti ma incontri tra varie persone possibili.

Vincenzo Grassano

Apertura delle scuole: troppi punti in sospeso

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani segnala ulteriori preoccupazioni in merito all’apertura delle scuole giorno 7 gennaio per le continue dichiarazioni espresse da svariati esperti come quella del presidente dell’Ordine dei Medici (https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Scuola-Ordine-Medici-Riaprirla-aumenta-i-contagi-ok-solo-se-ce-zona-rossa-5e42deb5-ccca-4c1e-b039-09ab63f0a253.html) che creano molta confusione e ansia tra i docenti ed il personale scolastico, in quanto spesso discordanti con la posizione del Ministero dell’Istruzione.

Tendenzialmente vengono messe in evidenza inefficienza e inadeguatezze delle infrastrutture e dei vettori preposti alla mobilità delle persone (regionali, provinciali e comunali), alle quali le singole scuole, i prefetti e i sindaci sono chiamati a far fronte soltanto attraverso gli ingressi differenziati; misure sicuramente insufficienti rispetto alla curva epidemica in costante aumento quotidianamente.

Per avere un’idea chiara della realtà territoriale e dei divari a cui ci riferiamo, basta consultare la raccolta degli studi pubblicati dalla Banca D’Italia – Le infrastrutture in Italia: dotazione, programmazione, realizzazione (https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-seminari-convegni/2011-0007/7_infrastrutture_italia.pdf) e il saggio di Mariano Bella (a cura di) Trasporti e Logistica: analisi e prospettive per l’Italia – Ricerche per Conftrasporto – Confcommercio Bologna, Il Mulino 2020.
I Governi di Gran Bretagna e di Germania, sentiti i pareri dei propri esperti, chiudono per altri dieci / 28 giorni le scuole (18 gennaio, l’Inghilterra; 31 gennaio, Germania).
Secondo un’indagine statistica elaborata dallo statistico Livio Fenga, l’impatto della riapertura della scuola a settembre sulla diffusione del Coronavirus sarebbe quantificabile in oltre 225.000 casi. Attualmente, in tutta Italia, la curva dell’epidemia di Covid-19 sta tornando a salire. Se non sono mutati gli scenari (non è stata ridotta la ratio alunni – docenti, non sono state fornite mascherine ffp2, non sono stati introdotti nuovi sistemi di areazione delle scuole, per il vaccino occorre attendere maggio-luglio), come si può ipotizzare un azzeramento o, quantomeno, una riduzione dei contagi nel settore scolastico nel periodo gennaio-marzo, notoriamente periodo di maggiore diffusione di virus influenzali?
Non riusciamo a comprendere l’ostinazione con cui ci si stia affrettando in Italia ad aprire indiscriminatamente tutte le scuole, senza tenere conto delle realtà territoriali che, ribadiamo, sono profondamente differenziate e complesse nel nostro Paese.

Come già segnalato, contraddittoria appare anche la definizione del piano vaccini che sembra essere in contrasto con il piano di rientro. Risulta palese la discrasia tra la pressione al rientro fondamentalmente pubblicizzata sulla scorta di un mai accertato scientificamente basso rischio per i docenti ed il piano che individua nei mesi di giugno-luglio il periodo di somministrazione del vaccino per i docenti. Se, dopo le numerose e reiterate richieste di specifiche e ulteriori misure da parte del nostro ente (come la somministrazione di mascherine ffp2 e ffp3, l’attivazione di sistemi di purificazione dell’area, la riduzione della ratio alunni-docente, etc.), l’unica misura prevista resta quella del vaccino, coerenza imporrebbe la riapertura delle scuole dopo il completamento dell’iter di somministrazione dello stesso. A ben vedere, si tratterebbe di attendere solo 40-60 giorni lavorativi, un periodo decisamente accettabile, se si considera il numero di vite che si possono salvare.
La scelta opposta, quella del rientro, non fa che aprire le porte alla diffusione di germi patogeni con il rischio di far incorrere il soggetto competente nel corrispondente livello territoriale in responsabilità di varia indole, non solo politica. La preoccupazione del CNDDU è che gli enti regionali e locali potrebbero vedersi destinatari di numerose azioni in sede penale e civile, non essendo l’orientamento nazionale sufficiente a tutelare la posizione giuridica del singolo organo decisionale.
Valga, infatti, ricordare che lo strumento DPCM è stato considerato incostituzionale, con la conseguenza di lasciare “scoperti” ad eventuali azioni Presidenti di regione, Prefetti, Sindaci e delegati.
A ben vedere, non si tratta nemmeno di “arrendersi” come taluni hanno impropriamente osservato, ma di adottare la migliore strategia per vincere la “battaglia” contro il Coronavirus. Quando si è privi di “armi” per combattere, o quantomeno di “scudi” per proteggersi, non basta né il “coraggio”, né la “vocazione docente” a rendere immuni.
Si sta chiedendo ai docenti di rientrare a scuola senza strumenti di protezione (che, invece, vengono forniti a medici, biologi, cassieri di supermercato, etc.), senza sistemi che garantiscano il ricambio di aria (come avviene, invece, negli ospedali, ma anche nei supermercati). Occorre comprendere, una volta per tutte, che la vita di un solo docente, quella di un solo alunno o di un familiare, vale sicuramente l’attesa di poche settimane.

Invitiamo, perciò, il lettore a domandarsi, onestamente “Fermerebbe la didattica in presenza per 3 settimane, per salvare la vita di un suo caro?” ed a riflettere sul fatto che la scuola, ad oggi, non è mai stata chiusa e non è mai stata ferma; che l’istruzione non si è mai arrestata, ma si è sviluppata con la didattica a distanza; che tutti i dirigenti hanno adottato misure per salvaguardare l’accesso alle risorse didattiche fornendo anche in comodato strumenti tecnologici a chi ne avesse bisogno.
Sono, pertanto, avulse da ogni riscontro con la realtà, le propagande portate avanti da piccoli gruppi che sono sorti con l’intenzione spesso di porre le basi ad azioni legali finalizzate al rientro a scuola e che pubblicizzano dati irreali sull’adesione di gruppi di genitori spesso inesistenti. Si avvisano, in proposito, anche i Governatori che tali condotte appaiono finalizzate solo a realizzare una pressione mediatica su scelte che non possono basarsi sul mero timore di azioni legali. Non c’è chi non veda all’orizzonte, dopo eventuali ricorsi sul rientro, anche ricorsi circa l’eliminazione dell’obbligo di mascherina in classe, come avvenuto recentemente, con l’Ordinanza Tar-Lazio n. 7468/2020 del 04.12.2020 che, addirittura, ribalta la strategia di ritorno definita a livello centrale, lasciando trasparire che la fascia di alunni meno indicata per il rientro e l’uso della mascherina in aula è quella con età tra i 6 e gli 11 anni. Quali garanzie di tutela avranno i docenti e il personale scolastico? Quali garanzie le famiglie? Quante responsabilità dovranno assumere gli amministratori del territorio interessato?

Prof. Alessio Parente Segretario generale CNDDU 

prof. Romano Pesavento Presidente CNDDU

Il Vaso, il film indipendente torinese che si fa strada nella pandemia

Primo lungometraggio del regista Michael Bertuol che racconta la lotta di un aspirante attore disilluso. Al via la campagna di crowdfunding per finanziare la post-produzione del film

 

È online  la campagna di crowdfunding per finanziare la post-produzione de Il Vasolungometraggio d’esordio del regista torinese Michael Bertuol. Un progetto di natura sperimentale e indipendente, nato nel 2019 con l’obiettivo di dimostrare che c’è spazio per un nuovo tipo di cinema, svincolato dalle grandi produzioni, realizzabile con un budget molto inferiore, ma non per questo meno valido.

Ne Il Vaso un aspirante attore di mezza etàormai stanco e disilluso, ha un’ultima occasione di raccogliere e riunire i cocci della sua vitaL’uomo però dovrà prima fare i conti con il suo disincanto, i fantasmi del passato, un lavoro alienante e dei rapporti d’amicizia logori.

Il film, completamente autoprodotto, è stato girato interamente a Torino e provincia, con maestranze del territorio, e ha avuto, sin dai primi passi, il supporto logistico della Film Commission Torino Piemonte.

Il primo ciak de Il Vaso risale a ottobre 2019 e oggi, 14 mesi più tardi, durante una pandemia, dopo due lockdown, il duro lavoro svolto sta finalmente raggiungendo la fine del suo percorso produttivo.

Il progetto è stato messo a dura prova durante questi difficili mesi di emergenza sanitaria: per questo motivo il team ha attivato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma produzionidalbasso.com per finanziare la fase di post-produzione (sound design, colonna sonora originale, color correction, etc.), senza la quale il film non potrà vedere la luce.

Sulla pagina https://www.produzionidalbasso.com/project/il-vaso/ è possibile donare da 5€ in su e ricevere ricompense diverse in base all’importo della donazione: dalla locandina alla colonna sonora, fino al ringraziamento nei credits e nei titoli di coda del film. Sul sito si può vedere inoltre il trailer del film, la locandina, alcune immagini significative e scoprire tutti i dettagli del progetto.

 

Note di regia

“Questo mondo è un vaso pieno di crepe, e noi ne siamo i cocci”.

In questo scenario, una storia semplice, quotidiana, di un uomo comune, diventa un messaggio di vitale importanza. In questo momento in cui gli artisti di molti settori sono chiusi in casa o impossibilitati a lavorare, c’è chi pensa di mollare, c’è chi pensa di aver sbagliato tutto, c’è chi rimpiange, chi si dispera e chi piange immaginando un futuro ancora più nefasto.

Sulla scia di quest’incubo Il Vaso cerca di veicolare un messaggio di speranza, una via d’uscita, o forse solo uno spunto di riflessione che si spera possa arrivare a tanti.

Link al trailer

https://vimeo.com/490435356

 

Il Vaso

Italia, 2020

Durata: 90′

con Massimiliano Moriotti, Filippo Locantore, Giorgia Cerruti, Alberto Barbi.

Regia: Michael Bertuol

Operazione stazioni sicure: 500 persone controllate

505 persone controllate, 1 arrestato e 1 persona indagata, circa 50 bagagli ispezionati, 5 sanzioni amministrative elevate:

questo il bilancio dell’operazione “stazioni sicure”, promossa dal Servizio di Polizia Ferroviaria a livello nazionale, che ha visto impegnati 78 operatori della Polizia Ferroviaria nelle stazioni ferroviarie del Piemonte e Valle d’Aosta nella giornata di mercoledì 30 dicembre.

Gli operatori Polfer hanno effettuato accertamenti su viaggiatori e bagagli, sia in stazione che a bordo treno, con l’uso di apparati metal detector e delle più recenti tecnologie che consentono un disbrigo più rapido delle procedure di identificazione permettendo un maggiore numero di controlli grazie all’immediato accesso alle banche dati.

Le stazioni interessate dai servizi disposti sono state: Torino Porta Nuova,  Torino Porta Susa, Torino Lingotto, Bussoleno, Chivasso, Avigliana, Bardonecchia, Alessandria, Novi Ligure, Arquata Scrivia e Tortona, Novara, Asti, Cuneo, Bra, Alba, Mondovì, Vercelli, Santhià, Aosta, Point Saint Martin, Domodossola e Verbania.

Gli Agenti della Polizia Ferroviaria in servizio presso il Posto Polfer di Novi Ligure (AL) hanno arrestato un nigeriano di 24 anni, senza fissa dimora, a bordo di un treno regionale sulla tratta Genova–Torino. L’uomo, privo di documenti, è stato controllato durante il servizio di scorta a bordo del convoglio, dal quale è risultato destinatario di misura cautelare di custodia in carcere per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni aggravate, emessa dalla Procura di Asti lo scorso ottobre.

Sempre a Novi Ligure gli operatori hanno denunciato un ventunenne tunisino, per inosservanza delle norme che disciplinano il regolare soggiorno degli stranieri sul territorio nazionale.

(foto archivio)