ilTorinese

Uno straordinario presepe meccanico a Cumiana

A Cumiana prende vita uno straordinario presepe meccanico con più di 100 metri quadrati di scenografia, oltre 15 mila LED per il cielo stellato e l’illuminazione dei diorami, oltre 200 proiettori per le otto fasi della giornata, più di 400 gruppi animati, per un’installazione unica che il progettista e realizzatore, con il suo team di volontari, ha creato ricorrendo ad un incredibile lavoro di manualità  e ingegno che prosegue da ormai 22 anni.

Il presepe meccanico di Cumiana è ospitato presso la Chiesa della Confraternita dei Santi Rocco e Sebastiano e verrà inaugurato domenica 8 dicembre  alle 20.45 con la benedizione del parroco e alla presenza delle autorità locali e della cittadinanza. Durante l’evento verranno offerte tisane natalizie  e panettoni, accompagnati dalle melodie di un autentico  zampognaro.

Il presepe, che unisce tradizione e innovazione, continua ad affascinare visitatori di tutte le età  ed è  frutto dell’impegno di un gruppo di volontari coordinati dall’ideatore e progettista Paolo Conti, con il supporto dell’Associazione Alpini Cumiana è il fondamentale sostegno del parroco, don Carlo Pizzicaro.

Il presepe, a ingresso libero, è  visitabile dal 14 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 con orario 

Festivi e prefestivi 9.30-12.30, 15-18.

Dal Natale all’Epifania 15-18. Aperture straordinarie dopo il concerto di Natale del 22 dicembre e dopo la Messa della notte di Natale.

Mara Martellotta 

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Luigi Nacci “I dieci passi dell’addio”

-Einaudi- euro 16,00

E’ il romanzo di esordio del triestino (nato nel 1978) insegnante, giornalista, poeta e guida escursionistica ambientale, che racconta la fine di una storia d’amore, con tutto il dolore e i cambiamenti che comporta un addio.

Una sorta di manuale di autoaiuto che funge da terapia contro lo strazio di chi si è appena separato dalla compagna per stare con un’altra donna. In ogni caso è un uomo che sta male, malissimo, e mette a punto una specie di terapia “fai da te”.

Il protagonista programma 10 passi di sopravvivenza prima dell’appuntamento dal notaio per mettere nero su bianco il taglio netto con chi ha condiviso una parte della vita.

Il primo step consiste nel cambiare nome alle stanze; per es. la camera matrimoniale diventa stanza della resistenza e così via lungo un iter intriso di sensi di colpa, nostalgie varie e sofferenza che tutto avvolge. Un romanzo in cui molti potrebbero riconoscersi.

 

 

Benedetta Cibrario “Sono molte le cose umane” -Mondadori- euro 20,00

La scrittrice (nata a Firenze nel 1962 da padre torinese e madre napoletana, da anni stabilita a Londra) dopo averci regalato romanzi bellissimi come “Rossovermiglio”, ora si cimenta nei racconti. Ancora una volta scopriamo la sua abilità nel calarsi e immedesimarsi in personaggi ed epoche differenti. Queste short story vanno dalla Napoli del 700 alla Londra del 1945.

La raccolta è strutturata in tre parti, l’ultima è la novella lunga “Lo scurnuso” già pubblicata nel 2011. Al centro di ogni racconto troviamo situazioni della vita quotidiana, in cui si amalgamano bellezza e sofferenza, debolezze umane e riscatti, dolori e gioie.

Il primo racconto è ambientato nella Londra del 1953 ed è in forma epistolare. La direttrice di sala di un ristorante e uno chef hanno un fitto scambio di ricette che va ben oltre gli ingredienti dei piatti, perché svela molto delle loro personalità.

Poi ci sono esperienze limite, come quella del maestro spedito in una sperduta comunità montana dove gli alunni scarseggiano. O l’anziano salvato dalle preghiere di una bambina.

Ogni racconto nasce da un mix di osservazione ed immaginazione, spesso gli spunti arrivano da incontri reali che poi prendono il volo sulle ali della fantasia della scrittrice.

Il racconto più bello forse è quello della scoperta di 5 sanpietrini di ottone lucido in memoria di un’intera famiglia ebrea che era stata deportata ad Auschwitz. La protagonista del racconto fa di tutto per ricucire la loro storia, e scopre come una vile delazione abbia provocato annientamento, deportazione e morte.

 

 

Federica De Paolis “Da parte di madre”

-Feltrinelli- euro 18,00

E’ un romanzo a tratti struggente quello in cui Federica De Paolis mette in luce il complesso rapporto tra lei e la madre, e descrive come i ruoli possano finire per invertirsi.

Emerge la figura della genitrice, donna bellissima, sognante, simpatica, divertente ed ironica; ma anche indolente, sfrenata, immatura. A 20 dalla sua morte, l’autrice racconta il loro legame simbiotico e complice.

Una donna speciale, che tutti si voltavano ad ammirare, dotata di una bellezza intrisa di fragilità che la esponeva ad amori sbagliati, violenti e devastanti. Anche infantile e perennemente alla ricerca di affetto; talmente innamorata dell’amore da accettare situazioni intollerabili.

Un rapporto madre-figlia in cui spesso era la giovane ad accudire l’adulta, che muore a soli 56 anni per un tumore che non perdona, assistita fino alla fine dalla figlia.

Racconto autobiografico in cui Federica De Paolis non cerca rimedio al dolore del lutto, ma più che altro ha celebrato il suo immenso amore per la madre. Tutto raccontato con la maestria della scrittrice -non per niente è anche dialoghista per il cinema- e qui sciorina la sua abilità nel ridare vita a svariati episodi.

 

 

Chiara Valerio “Chi dice e chi tace” -Sellerio- euro 15,00

Come è possibile che una provetta nuotatrice affoghi nella sua vasca da bagno? Parte da questo rebus il giallo di Chiara Valerio che poi sconfina altrove.

Lea sul giornale parrocchiale di Scauri legge della morte di Vittoria, ritrovata senza vita nella sua vasca. Morte apparentemente inspiegabile, sulla quale Lea, che di professione fa l’avvocato – e da sempre affascinata dall’ enigmatica Vittoria- vuole vedere più chiaro.

Vittoria, 64 anni, convivente con la più giovane Mara, era una che si tuffava in mare sia d’inverno che d’estate, il nuoto le era connaturato. Pertanto la trama gialla è l’escamotage per scoprire chi era veramente.

Arrivata in paese negli anni 70, a 43 anni, aveva portato con se la 18enne Mara, e non era ben chiaro il loro legame. Poi aveva comprato casa -sempre aperta a tutti- e avviato una pensione per animali. Pare che non avesse mai avuto dissapori con nessuno e riesce difficile pensare alla dinamica di una morte accidentale.

C’è poi il suo testamento nelle mani di Lea e la trama parla anche di amicizia, identità, amore e verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La politica naviga a vista e il ceto medio boccheggia

Veramente difficile se non impossibile avere delle certezze. Invidio chi con cipiglio ferreo appare in televisione e spara sentenze su cosa sta facendo o cosa farebbe per risolvere i mali della Terra. Io…per me navigo a vista, ed è già tanto. Ma poi diciamocelo fino in fondo,  anche loro navigano a vista con una specifica che riguarda i politici: mai d’accordo su nulla. Recitando la parte dei sicuri delle proprie azioni e dell’errore e del male che alberga sono nell’altra parte politica.
Ed intanto, almeno in Italia vota solo un italiano su due. Aumenta la povertà come, facile immaginare, aumenta la ricchezza di chi già era ricco. Il ceto medio è in crisi e dunque boccheggiante. E sai che novità!
E non bisogna essere un pericoloso bolscevico per dire che ci vorrebbe  una ridistribuzione della ricchezza. E’ semplicemente una questione di logica: se togli 100 euro ad uno che ne guadagna 1000 al mese è una tragedia. Se togli un milione di euro a chi ne possiede 20 milioni una inezia.
Siamo tra i paesi industriali del mondo maggiormente indebitato ed abbiamo il patrimonio edilizio privato più alto del mondo. E i conti non tornano.
Angosciante vedere i lavoratori che perdono il posto di lavoro e non hanno ragionevoli aspettative per il proprio futuro lavorativo.
La politica bisticcia e viceversa dovrebbe trovare la quadra per limitare i danni.
Vero che ci sono poche risorse per affrontare tutte le questioni. La coperta è corta e francamente non capisco perché il ministro Salvini si incaponisca così sul ponte sullo stretto per unificare la Sicilia con la penisola.
Non sono un tecnico ma vedo altre priorità per il Paese, non ultimo il nostro precario sistema dei trasporti. Nel nostro Paese sta saltando il sistema. E la politica che fa? Finge come al solito. Magari sbraita… e poi? Dopo bisticcia come i polli di Renzo che si beccano invece di trovare un accordo. Magari gongolano pensando a chi sta peggio. I tedeschi ad esempio o ai francesi che sono nel marasma più totale. Con un dettaglio: anche le nostre imprese che esportano sono in difficoltà aspettando le mazzate sui dazi da parte di Trump. Soluzioni? Difficile vederle.
Si sta andando verso il Natale. Saltano come birilli le industrie lasciando sul lastrico lavoratori e famiglie. Difficile essere ottimisti, per l’appunto. Ci vorrebbe una politica coesa. Invece? Solite parole di circostanza e pochi fatti. Del resto come potrebbe essere diversamente. Ed in fondo è la più totale impotenza mal celata da questa politica negli ultimi 30 anni. Una inarrestabile corsa verso un destino cinico e baro, per dirla come il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Un destino ineluttabile? Speriamo di no. Dubitiamo ma speriamo ancora in una nuova coesione della nostra classe politica.

PATRIZIO TOSETTO

Canaletto, van Wittel e Bellotto: il gran teatro delle città

Si è aperta il 30  novembre nel complesso monumentale di San Francesco a Cuneo, in via Santa Maria, la mostra intitolata “Canaletto, van Wittel, Bellotto. Il gran teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica” a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa. Rimarrà aperta fino al 30 marzo 2025.

La mostra consolida per il terzo anno la collaborazione tra Fondazione CRC, da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica, e Intesa SanPaolo che, con il progetto Cultura, esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte nel nostro Paese, dando seguito con quanto realizzato congiuntamente con le esposizioni “I colori della fede a Venezia, Tiziano, Tintoretto e Veronese” del 2022 e “Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori della Santa Casa di Loreto” nel 2023, complessivamente visitate da oltre 54 mila persone.

La mostra, curata da Paola Nicita e Yuri Primarosa, delle Gallerie Nazionali di Arte Antica fa parte del progetto del museo dal titolo “Le gallerie nazionali nel mondo” e offre uno spaccato inedito sulla rappresentazione sugli scenari urbani di Roma e Venezia nel Settecento attraverso le opere di tre maestri indiscussi della Veduta, Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel e Bernardo Bellotto, cui si aggiunge il pittore piacentino Giovanni Paolo Pannini.

Il progetto espositivo, appositamente ideato per lo spazio Cuneese, riunisce dodici capolavori provenienti dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, che esplorano e reinventano l’immagine della città nell’epoca del Grand Tour e degli ambienti culturali illuminati, a cavallo tra Seicento e Settecento, quando la prima tappa di ogni itinerario culturale attraverso l’Italia era Roma e la meta finale coincideva con Venezia. La grandiosità di Roma e il fascino lagunare di Venezia sono protagonisti delle scene catturate dai maestri in mostra, che ne immortalano momenti di festa, cerimonie, eventi mondani, allo scopo di restituire un ricordo vivido e duraturo ai viaggiatori che li avevano vissuti.

L’arte di Canaletto, van Wittel e Bellotto mette in scena la città antica accanto a quella moderna, spaziando dalla pittura di teatro al capriccio archeologico fino ad arrivare alla veduta topografica. Nel viaggio attraverso la penisola è la passione per l’antico ad accendere l’estro dei pittori, capaci di trasformare la città nel palcoscenico di un magnifico teatro all’aperto, catturato con sguardo fotografico e coinvolgimento poetico. I dipinti dei quattro vedutisti in mostra rivelano ritratti di città, fatti di architetture solenni e di scorci urbani popolari, dalla Roma antiquaria, tra mito e natura, alla moderna Roma dei Papi scenografica e contraddittoria, dalla città di Venezia, orgogliosa e cosmopolita, alle atmosfere austere di Dresda. Aprono il percorso espositivo le cinque vedute romane dell’olandese Gaspar Van Wittel, attivo tra Seicento e Settecento e non per la sua tecnica scrupolosa e per l’utilizzo sapiente della scienza ottica. Dopo la formazione in patria presso la bottega di un pittore di paesaggi e vedute, van Wittel si trasferisce a Roma nel 1675, per diventare ben presto il pittore della Roma moderna. Realizza grandi composizioni a volo d’uccello, animate da personaggi in movimento e invase da un’atmosfera vitale, rievocate in mostra da opere quali “Veduta di Roma dalla piazza del Quirinale “ (1684) e “Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo” (1683). I suoi metodi visivi e la resa realistica del paesaggio urbano contribuiranno a trasformare il genere della Veduta, aprendo la strada a generazioni di artisti.

Roma è anche protagonista delle due opere in mostra del piacentino Giovanni Paolo Pannini (1691-1765), tra i maggiori interpreti del capriccio architettonico, in cui architetture esistenti e fittizie si trasformano in vedute ‘ideate’. Un dipinto come “Capriccio con la statua equeste di Marco Aurelio” rivela la raffinata padronanza prospettica di Pannini e la sua abilità nel combinare elementi reali e immaginari in un equilibrio scenografico. Un altro esempio significativo è “Ruderi con terme”, in cui le rovine di antiche terme si integrano con un paesaggio idealizzato, comunicando un senso di nostalgia per il mondo classico.

Il percorso espositivo attraverso i capolavori delle Gallerie Nazionali di Arte Antica prosegue con le vedute veneziane di Giovanni Antonio Canaletto che della sua città di origine ha saputo cogliere l’essenza grazie all’uso magistrale della luce e dei colori. I quattro dipinti in mostra che portano la sua firma sono “Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie” e Veduta di Venezia con la piazzetta rivelano la sua maniera di rappresentare le città, come scenari dinamici che riflettono la bellezza e la complessità della vita urbana, ampliando le possibilità formali del vedutismo settecentesco. Canaletto restituisce un’immagine di Venezia carica di dettagli e caratterizzata da una grande nitidezza descrittiva, unita a una forte sensibilità luminosa e atmosferica.

A concludere la mostra è l’opera dell’allievo e nipote di Canaletto, il Bellotto, di cui ha raccolto l’eredità estendendola oltre i confini della penisola italiana.

Le sue vedute, ritratti realistici dei centri urbani che scopre durante i suoi soggiorni, si differenziano da quelli dei suoi predecessori e contemporanei per un uso più freddo dei colori e di un chiaroscuro severo e malinconico. È soprattutto durante i suoi viaggi tra Italia, Germania e Polonia che Bellotto sviluppa uno stile personale e distintivo come dimostra “La piazza del mercato della Città Nuova di Dresda”, capolavoro della sua maturità, immagine di una città europea non solo come teatro di bellezza, ma anche come spazio vivo e complesso.

“Sulla traccia del successo registrato qui a Cuneo gli anni scorsi – spiega il Presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro- la mostra presentata oggi e realizzata insieme con la Fondazione CRC conferma come l’arte possa contribuire a consolidare la presenza di Intesa Sanpaolo nel Cuneese, uno dei suoi territori di elezione e rinsaldare il legame con gli azionisti stabili come le Fondazioni”.

Mara Martellotta

Inaugurata nuova sede Associazione Paracadutisti del Canavese

Ieri si è tenuta l’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione Paracadutisti del Canavese, che compie 15 anni, ospitata nel Castello dei Conti di Biandrate a San Giorgio Canavese. 

I saluti del Consiglio Regionale del  Piemonte sono stati rivolti ai presenti dal Consigliere regionale Sergio Bartoli,  presidente della Commissione Ambiente.

“Un particolare ringraziamento va al presidente dell’Associazione, Pietro Borghesio, per il suo impegno, la sua dedizione e la sua capacità di guidare con passione questa importante realtà, portandola a raggiungere traguardi sempre più significativi.

Ringrazio inoltre la madrina della cerimonia, la Sig.ra Graziella Quattrocchi, e tutti i membri dell’associazione per il loro instancabile lavoro nella promozione dei valori che la Brigata Paracadutisti Folgore rappresenta”.

Tra i presenti il sindaco di San Giorgio Canavese, Marco Baudino, il vicesindaco di San Giusto Canavese, Michele Mennuni, gli associati e rappresentanti si associazioni e realtà istituzionali locali, come i Carabinieri della stazione di San Giorgio.

“Questo momento – ha aggiunto Bartoli – non è solo una celebrazione, ma anche un tributo alla storia, ai valori e al coraggio che questa realtà porta avanti con dedizione, nel nome del Sgt Magg. Par. Aurelio Bolattino, eroe di El Alamein e simbolo di sacrificio per la nostra patria”.

Che questa nuova sede sia il punto di partenza per nuove iniziative, successi e momenti di condivisione, sempre in onore del passato e con uno sguardo verso il futuro. È stato per me un privilegio essere parte di questa giornata speciale.

 

Presepe e teatrino natalizio in piazza Cavour

Lunedì 9 dicembre alle ore 11 in piazza Cavour il Sindaco Stefano Lo Russo, insieme agli assessori alla Cultura Rosanna Purchia, alle Politiche educative Carlotta Salerno e al Turismo e Grandi eventi Domenico Carretta, assisterà alla prima accensione del Presepe di Emanuele Luzzati e alla prima rappresentazione del Teatrino di Natale, grande novità di quest’anno tra le numerose iniziative realizzate dalla Città per il Natale. Ospite d’eccezione sarà Roberto Piumini, uno degli scrittori per l’infanzia più apprezzati e tradotti, autore di fiabe, racconti, romanzi, filastrocche, poesie, testi teatrali e adattamenti per numerose case editrici italiane sin dal 1978.
Prima dell’inaugurazione Piumini incontrerà le bambine e i bambini di tre classi della scuola primaria Niccolò Tommaseo di via dei Mille 15 e con loro due classi delle scuole d’infanzia della Città di Torino, protagonisti delle attività creative che hanno dato vita al progetto del Teatrino di Natale. È grazie ai loro disegni e composizioni, infatti, che la magia delle parole di Roberto Piumini e di Gianni Rodari si trasforma in una rappresentazione unica e contemporanea, un’esperienza multimediale di 30 minuti che intreccia l’immaginazione dei più piccoli con la poesia dei due grandi autori.

Lo spettacolo si divide in due momenti. Nella prima parte, i disegni e le composizioni realizzati dai bambini delle scuole dell’infanzia di Torino, insieme a una colonna sonora originale e alle voci degli attori, danno vita alle poesie sulla felicità di Roberto Piumini, nella seconda, sono invece le fiabe natalizie di Gianni Rodari a essere reinterpretate attraverso immagini e suoni. Il risultato è un racconto visivo e sonoro ricco di fantasia e di messaggi di felicità, pace e speranza, capace di incantare grandi e piccoli.

Il Teatrino di Natale andrà in scena nei Giardini di piazza Cavour ogni giorno fino a lunedì 6 gennaio, dalle ore 16.30 alle 20.

Il progetto è realizzato da Punto Rec Studios in collaborazione con i Servizi educativi della Città di Torino e grazie al supporto di Iren, partner dell’iniziativa nell’ambito delle manifestazioni natalizie.

Casellati e Zagrebelsky a Torino su riforma costituzionale e premierato

Questa sera  lunedì 9 dicembre, alle ore 18, al Circolo dei Lettori di Torino (via Bogino 9) si terrà il confronto tra il ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati e il prof. Gustavo Zagrebelsky sulla riforma costituzionale e il premierato. Modera il direttore de La Stampa Andrea Malaguti. L’incontro è aperto al pubblico.

Quando non è malasanità. L’esperienza di un malato oncologico al pronto soccorso delle Molinette

UN LETTORE CI SCRIVE

I problemi esistono ma parlare solo e sempre  di malasanita’ mi pare più un vizio di certa  politica. Penso  da malato grave di avere voce in capitolo. Io non posso che dichiarare un grande grazie a tutti i medici e infermieri  che rischiano anche il linciaggio ogni giorno nello svolgere la loro professione di aiuto verso tutti

Caro direttore,

quale malasanità! Dalle 10.30 di stamane sono al pronto soccorso delle Molinette, strapieno oltre il ragionevole di persone che hanno bisogno di aiuto: oltre a star male la pazienza è la prima a non esserci piu’. Il personale medico e infermieristico che per il numero di pazienti è sottodimensionato, nonostante tutto conta suoi uomini e donne presenti, disponibili e risolutivi. Si capisce che oltre all’esperienza hanno una grande dose di umanità. Fa bene il governo ad aumentare anche se di poco il loro stipendio. E’ cambiata l’accoglienza al Pronto a causa dell’immigrazione, con molti vi è il problema di intendersi a causa delle diversità delle lingue. Nonostante questo il personale riesce a risolvere. Sono rimasto colpito dal comportamento delle forze dell’ordine, sia carabinieri che polizia penitenziaria nell’accompagnare extracomunitari che evidentemente hanno commesso crimini ma anche loro hanno necessita di assistenza. Ho visto la professionalità’ che usano nel trattare i detenuti che invece spesso hanno atteggiamenti violenti e ribelli. Grazie al personale tutto il sistema di Pronto funziona. Certo, si capisce che manca una struttura più confacente ai tempi e  che risponda anche all’onda dell’immigrazione. Ma questo è imputabile a tutti i governi nazionali e regionali  degli ultimi vent’anni. Ho raccolto la testimonianza del personale che si augura che il governo attuale dia gli strumenti per adeguare il pronto soccorso delle Molinette alle nuove sfide. Città della Salute  può essere presa ad esempio per tutte le strutture di Pronto soccorso presenti nel territorio. I problemi esistono ma parlare solo e sempre  di malasanita’ mi pare più un vizio di certa  politica. Inoltre io personalmente essendo malato oncologico sono testimone: venerdì ho chianato il Cup Piemonte per prenotare una tac, la centralinista mi ha proposto il giorno dopo o Lunedì 9 Dicembre, tutto il contrario di quanto sento da alcuni TG o leggo su certi giornali che parlano di mesi di attesa, sicuramente succede ma non è sempre e solo così. Anche nel passato comunque non ho atteso mai più di 3 settimane. Penso  da malato grave di avere voce in capitolo. Nel resto d ‘Europa non e così, si paga anche la chiamata dell’ambulanza, in Italia no. È tutto gratis e si assiste chiunque ne abbia bisogno anche chi fa interventi importanti i quali andrebbero pagati, ma che la maggior parte che dopo l’intervento riceve la fattura non la onora. Quindi la politica a seconda di quando è al governo o all’opposizione non infierisca su un settore che invece è in molti casi  un’eccellenza italiana. Io mi sento di dire per esperienza personale che non posso che dichiarare un grande grazie a tutti loro che rischiano anche il linciaggio ogni giorno nello svolgere la loro professione di aiuto verso tutti, extracomunitari compresi.

Paolo P.

La polizia sequestra a Torino centinaia di pezzi di materiale pirotecnico e di armi softair

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La Polizia di Stato ha realizzato a Torino, nei giorni scorsi, un importante sequestro di materiale pirotecnico e armi softair posti in vendita abusivamente all’interno di un bar tabacchi della prima cintura torinese, condotto da un 44enne di nazionalità cinese.

Durante un controllo effettuato dai poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale all’interno dell’esercizio commerciale sono stati rinvenuti numerosissimi artifici pirotecnici per i quali è possibile la vendita solo per i titolari di apposita licenza prefettizia, con tanto di deposito autorizzato. Si tratta oltre 300 confezioni, per un peso di oltre 16 kg.

Inoltre, nel bar tabaccheria era possibile acquistare diverse tipologie di armi soft air non a norma in quanto presentavano un tappo rosso rimovibile sulla canna anziché la prevista applicazione di vernice rossa.

Infine, sempre nell’attività commerciale erano in vendita pistole ad aria compressa per il cui commercio è prevista apposita autorizzazione di polizia, nonostante la loro bassa capacità offensiva.

Il materiale pirotecnico e le pistole ad aria compressa sono state sottoposte a sequestro e il titolare della Tabaccheria, privo di qualsiasi autorizzazione amministrativa per il commercio delle armi e del materiale esplodente, anche in ragione delle pericolose modalità di stoccaggio, è stato deferito alla locale Procura della Repubblica.

Il relativo procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.