ilTorinese

La Guardia di Finanza compie 274 anni

“Dal 1774 il Corpo della Guardia di Finanza rivendica con orgoglio la propria appartenenza alla grande famiglia militare, guardando alla sua storia gloriosa, punteggiata da luminosi esempi di quotidiano eroismo, che è intimamente intrecciata alle vicende delle Forze Armate.

La stessa scelta del 21 giugno per celebrare il proprio anniversario di fondazione, ne coniuga le origini del 1774 con la data del meritorio impegno dei suoi militi nella “Battaglia del Solstizio” durante la Grande Guerra che valse alla Bandiera del Corpo la prima onorificenza al Valor Militare” – ha affermato il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, in occasione della ricorrenza.
“Forti di queste solidissime radici le Fiamme Gialle si sono sempre distinte come realtà altamente dinamica e in grado di rinnovarsi nei tempi, valorizzando al meglio la propria appartenenza alla “grande famiglia con le stellette” e dimostrando costante propensione all’interoperabilità e al genuino spirito interministeriale e interagenzia.
Oggi – prosegue il Sottosegretario – questo Corpo ad ordinamento militare continua a dedicarsi all’assolvimento di preziosissime funzioni di polizia economico-finanziaria, con il primario obiettivo del contrasto all’evasione fiscale insieme a quello della lotta alla corruzione e agli sprechi di denaro pubblico. A ciò si aggiunge il concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza, nonché quelli assicurati, tanto nei soccorsi ed in caso di gravi calamità, quanto nelle missioni di difesa avanzata al fianco delle Forze Armate. Di fatto, non solo un fondamentale presidio di giustizia economica e di sicurezza economico-finanziaria del nostro Paese, ma un vero e proprio moltiplicatore di forze nel sistema di difesa e sicurezza, a favore dei diritti dei cittadini e nell’interesse dell’intera comunità.
Al Comandante Generale del Corpo, Generale Giuseppe Zafarana, e a tutti gli uomini e le donne delle Fiamme Gialle va la nostra stima e il nostro sentito ringraziamento. In questa ricorrenza così ricca di significati mi unisco al loro deferente debito di gratitudine verso i tanti caduti, le vittime del dovere e i feriti del Corpo, di ogni epoca e circostanza” – ha tenuto a sottolineare il Sottosegretario.
“Da 247 anni la Guardia di Finanza è riferimento primario a garanzia dell’interesse pubblico, del cittadino, delle imprese ed in tal senso rientra di diritto tra gli esempi di abnegazione, competenza, generosità, spirito di servizio e capacità di affrontare, con immutata professionalità e intelligente capacità, le sfide e le nuove minacce che caratterizzano gli scenari nazionali e mondiale. Un emblematico esempio lo stanno dimostrando i suoi militari nel corso del difficile periodo di emergenza pandemica, operando in sinergia con le altre amministrazioni dello Stato nel fornire un qualificante contributo alle misure di contenimento e contrasto del virus.
Per tutto questo, rinnovo al Generale Zafarana e a tutto il personale della Guardia di Finanza i miei sinceri auguri per questo 247º compleanno.” – conclude il Sottosegretario Pucciarelli.

 

Ragazzi in città, seconda edizione: il  percorso formativo in periferia e la sua restituzione

Proiezioni aperte a tutti 22, 23, 24 e 27 giugno

Arena Monterosa, Casa nel Parco, Cascina Roccafranca. Torino, ingresso gratuito

Due scuole medie, una a Mirafiori e una in Barriera di Milano, sessanta ragazzi e otto insegnanti, due associazioni culturali, due formatori d’eccezione e tante, tante idee e storie da raccontare.

È questo il punto di partenza della seconda edizione del progetto Ragazzi in città che ha coinvolto, nella primavera 2021, i giovani studenti delle scuole medie Alvaro-Gobetti di Mirafiori e G.B. Viotti di Barriera di Milano. I ragazzi hanno seguito un percorso di educazione all’immagine e sul cinema che è stato arricchito dagli interventi del regista Giovanni Piperno e dello sceneggiatore Pier Paolo Piciarelli che hanno mostrato i loro lavori tra fiction e documentari girati con gli adolescenti di Roma e Napoli. Nel dialogo con i ragazzi sono emerse e sono state affrontate tematiche importanti come i sogni e bisogni delle nuove generazioni, la memoria del territorio, l’immigrazione, lo sport, la disabilità e l’ambiente.

Tematiche che ritornano nel punto di arrivo di Ragazzi in città, la restituzione pubblica dei risultati del percorso di formazione in programma il 22, 23, 24 e 27 giugno all’Arena Monterosa, alla Casa nel Parco e a Cascina Roccafranca. Quattro appuntamenti con cinque film in programma che affrontano le tematiche emerse durante il percorso formativo insieme a contributi video realizzati dagli stessi ragazzi che hanno partecipato ai laboratori.

“Con le classi della scuola media G.B. Viotti che hanno aderito al progetto Ragazzi in Città – dichiara Vittorio Sclaverani, presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) – abbiamo seguito un percorso che ci ha portato a trattare temi a loro molto vicini come la migrazione, il multilinguismo, le passioni, i sogni per il futuro e il rapporto con la città attraverso la visione di cortometraggi recenti di diverso tipo. Per questo motivo il progetto si apre con la riproposizione di due film, in programma il 22 giugno, del genius loci Giacomo Ferrante legati a Barriera di Milano come Alzabarriera Uomo della pietra e da Il sole dentro di Paolo Bianchini, il 23 giugno, che narra in forma poetica la reale storia di Yaguine Koita e Fodè Tounkara. Le proiezioni che sono ospitate presso l’Arena Monterosa si inseriscono nell’ambito del progetto più ampio di Barriera a cielo aperto”.

Valentina Noya dell’AMNC, coordinatrice del progetto continua: “La scelta è ricaduta sulla pellicola In viaggio verso un sogno, in programma alla Casa nel Parco il 24 giugno; un’opera legata all’inclusione a cui gli studenti si sono mostrati sensibili e per il fatto che si tratti di un racconto di formazione sui generis che parla di relazioni d’amicizia, crescita e integrazione. A chiudere la rassegna il 27 giugno alla Cascina Roccafranca il documentario dedicato a Greta Thunberg, figura simbolo delle nuove generazioni che lottano per un mondo più sostenibile come dimostrano la presenza di Giorgio Brizio di Fridays for Future autore di Non siamo tutti sulla stessa barca, Eleonora Anello direttrice di eHabitat e di Davide Mazzocco, autore di Geomanzia”.

Il progetto Ragazzi in città è curato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema e dall’Unione culturale Franco Antonicelli ed è realizzato grazie al sostegno del Miur e del Ministero della Cultura nell’ambito della seconda edizione del bando nazionale Cinema per la Scuola e gode della collaborazione di eHabitat.it e di Rewind Digital.

Programma della restituzione pubblica di Ragazzi in città:

Martedì 22 giugno ore 21.30Arena Monterosa, via Brandizzo 65, Torino. Ingresso libero.

Proiezione di Uomo della pietra di Giacomo Ferrante (Italia 1992, 19’).

Menzione speciale al X Festival Cinema Giovani – Concorso Spazio Italia 1992.

Maurizio Marletta, il Maciste di Porta Palazzo, ha raccontato al regista di aver recitato nei film di Scola, Squitieri e Pasolini. Di quest’ultimo ricordava di quando disse durante un suo spettacolo: “Più sollevi, più uomo sei. Meno sollevi, meno uomo sei!” il regista rispondeva: “Allora io che non sollevo pietre non sarei un uomo?”. E Maurizio gli accennava un sorriso.

Proiezione della versione restaurata di Alzabarriera (Italia 1996, 4’) del Collettivo 2 maggio ‘96 composto da G. Ferrante, W. Amarena, P. Di Gianni, F. Falcone, L. Finatti, F. Frigia, F. Invito, P.P. Prigione ed E. Valsania.

Dieci giovani documentaristi, alcuni dei quali formati presso la Scuola Video di Documentazione Sociale I Cammelli, descrivono le nuove generazioni della periferia nord di Torino. Versione restaurata da Rewind Digital di Alberto Ruffino con la collaborazione di Mirko Guerra.

Interviene Giacomo Ferrante.

Mercoledì 23 giugno ore 21.30. Arena Monterosa, via Brandizzo 65, Torino. Ingresso libero.

Proiezione de Il sole dentro di Paolo Bianchini (Italia 2011, 107’).

Thabo ha 13 anni, viene da un villaggio africano ed è lì che cerca di tornare, accompagnato dal suo amico Rocco, 14 anni, di Catania. Tutti e due i ragazzi sono vittime del mercato dei bambini calciatori, dal quale sono fuggiti. Un mondo all’apparenza dorato, ma dal quale vogliono allontanarsi.

Introduce Giorgio Brizio di Fridays for Future, autore di Non siamo tutti sulla stessa barca, Slow Food Editore.

> Giovedì 24 giugno ore 21.30. Casa nel Parco, via Modesto Panetti 1, Torino. Ingresso libero.

Proiezione di In viaggio verso un sogno di Tyler Nilson e Michael Schwartz (USA 2019, 97’).

Zak (Zack Gottsagen), un giovane ragazzo con la sindrome di Down, scappa dalla casa di cura dove vive per inseguire il sogno di allenarsi con il suo eroe e diventare un wrestler professionista. In un’imprevista svolta del destino, la strada di Zak s’incrocia con quella di Tyler (Shia LaBeouf), un burbero fuorilegge in fuga. Tra i due nascerà un’amicizia così forte da riuscire persino a convincere Eleanor (Dakota Johnson), amorevole ma determinata tutrice di Zak, a unirsi al loro viaggio verso la Florida. Un’avventura moderna in stile Mark Twain per sognare senza limiti.

Introduce Eleonora Anello, direttrice di eHabitat.it

Domenica 27 giugno ore 21.30. Cascina Roccafranca, via Edoardo Rubino 45, Torino. Ingresso libero.

Proiezione di I am Greta – Una forza della natura di Nathan Grossman (Svezia 2020, 97’).

Il regista ha seguito per dodici mesi Greta Thunberg, mesi in cui la ragazza, nata nel 2003, ha affrontato un’eccezionale esposizione mediatica, condizione necessaria per portare all’attenzione della politica mondiale il suo appello ecologico. Tutto a scapito della frequenza scolastica e delle altre normali attività di un’adolescente con sindrome di Asperger («forse non direi “soffro di” ma “ce l’ho”», afferma lei).

Introduce Davide Mazzocco, autore di Geomanzia, UnipaPress.

Ogni serata di proiezioni sarà preceduta dai contributi video realizzati dai ragazzi delle scuole secondarie G.B. Viotti e dell’I.C. Alvaro – Gobetti a seguito del percorso formativo con il regista Giovanni Piperno e lo sceneggiatore Pier Paolo Piciarelli.

Cirrosi epatica e cure palliative, incontro su Zoom

Lunedì 21 giugno 2021 | ore 17.30 – 19.00

Piattaforma Zoom

HO LA CIRROSI EPATICA: LE CURE PALLIATIVE MI POSSONO AIUTARE?

 Si svolgerà lunedì 21 giugno il secondo appuntamento di Ars Pallium Academy, dedicato al tema delle cure palliative nella cirrosi epatica. L’incontro si terrà su piattaforma Zoom, dalle ore 17.30 alle 19, con partecipazione gratuita previa registrazione (per info e iscrizioni: info@arspalliumacademy.it).

La cirrosi epatica è una malattia cronico-degenerativa a elevato impatto sintomatologico, psicologico, sociale, e a prognosi infausta. L’unica terapia risolutiva è il trapianto di fegato, purtroppo destinato a un numero limitato di ammalati. L’età media dei pazienti, in genere inferiore a quella della maggior parte dei pazienti affetti da altre patologie cronico-degenerative, costituisce un ulteriore problema di welfare, essendo numerosi gli ammalati ancora in età lavorativa.

Le cure palliative possono costituire una risorsa importante per questi pazienti e per i loro familiari. Nei fatti, invece, vengono attivate ancora troppo raramente.

“Ho la cirrosi epatica: le cure palliative mi possono aiutare?”. A questa domanda risponderà la tavola rotonda virtuale che sarà introdotta e moderata da Oscar Bertetto, presidente di Ars Pallium Academy. Seguiranno gli interventi di Paolo Caraceni, professore associato in Medicina Interna Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna (“I malati di cirrosi epatica: quanti e con quali problemi”); Alessandro Valle, direttore sanitario della Fondazione FARO onlus (“Le cure palliative: se sono efficaci, perché no?”); Chiara Taboga, coordinatrice infermieristica Hospice Udine (“La gestione nella quotidianità”). Dopo il dibattito con i partecipanti, le conclusioni saranno a cura di Carlo Della Pepa, ricercatore del Dipartimento Scienza e Tecnologia del Farmaco Università di Torino.

Nel corso dell’incontro verrà data la dimensione del fenomeno della cirrosi epatica e si discuterà delle principali “barriere” che ostacolano l’attivazione dei servizi di cure palliative, delle potenziali strategie di superamento e saranno esposti i dati della letteratura che sostengono l’utilità delle cure palliative anche per questi ammalati.

La partecipazione è libera e gratuita previa registrazione: per iscriversi e ricevere le credenziali di accesso è sufficiente inviare una mail a info@arsapalliumacademy.it con il proprio nome e cognome.

ARS PALLIUM ACADEMY

Ars Pallium Academy nasce per promuovere la cultura e la diffusione delle cure palliative. È una rete costituita da quattro enti fondatori: ANEMOS Curando s’impara, Fondazione F.A.R.O. onlus, IUSE, Luce per la Vita. APA ha come mission la promozione della conoscenza e della diffusione delle cure palliative in ambito scientifico e sociale, mettendo al centro del proprio progetto i curanti e la cittadinanza, perché attraverso azioni formative e informative possano tutti contribuire allo sviluppo delle cure palliative.

TangEST: lo stop di Legambiente

Giorgio Prino: “Diciamo un NO convinto: un’opera estremamente impattante e poco utile che certamente non è nel solco di una rinascita green, ma perpetua modelli non sostenibili”

 

L’approvazione da parte del Consiglio Regionale dell’Ordine del giorno sulla Tangenziale EST di Torino porta alla ribalta un progetto che si pensava fosse definitivamente chiuso in un cassetto.

“Sono molte le ragioni che ci portano a dire un fermo no al progetto di una Tangenziale EST – afferma Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Innanzitutto l’impatto ambientale: il percorso individuato interesserebbe un contesto collinare di elevato valore paesaggistico e naturalistico che sarebbe deturpato da un susseguirsi di viadotti e gallerie; un contesto il cui l’equilibrio idro-geologico (in alcune realtà della collina di Torino già estremamente precario) sarebbe messo a forte rischio. In secondo luogo la dubbia utilità dell’opera. Nel corso degli anni si sono susseguiti studi (l’ultimo in ordine di tempo da parte della Città Metropolitana, in precedenza anche il Politecnico di Torino si era espresso in tal senso) che hanno sempre concordato su come non esistano flussi di traffico sufficienti a giustificare l’opera, che non avrebbe la possibilità di autosostenersi attraverso i pedaggi. Ci sarebbe infatti da chiedersi come mai non sia mai stato portato avanti il progetto, nonostante nel 2008 fosse stata costruita una apposita società tra Regione e Anas (la società C.A.P Concessioni Autostradali Piemontesi S.p.A. ), poi sciolta definitivamente nel 2017. Infine troviamo paradossale continuare ad investire su opere ad altissimo impatto ambientale nel nome della ‘rinascita green’. Nello specifico, un investimento sul trasporto su gomma, con un costo ambientale elevatissimo sia nella fase di costruzione che, qualora venissero ribaltate tutte le previsioni sui flussi di traffico, in fase di esercizio. E non si giochi la carta della contrapposizione fra ambiente e progresso: sono sempre più numerose le esperienze che dimostrano come l’ambiente e la sua tutela siano e debbano essere i pilastri di un progresso sostenibile, ovvero dell’unico progresso possibile”.

 

Nuoto, i risultati del weekend

Nuoto– Al Palazzo del Nuoto di Torino, via Filadelfia 89, in vasca da 50 metri, si è svolta la TERZA QUALIFICAZIONE CAMPIONATI ITALIANI DI CATEGORIA I risultati qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20210511122629&menu=agonismo&area=1&read=nuoto

Pallanuoto- Sabato 19 giugno, per il Campionato Serie C, alla Piscina di Terdoppio si sono giocate le seguenti partite con i risultati a fianco indicati:

  • alle ore 10 Waterpolo Novara/Aquatica Torino 5 – 8
  • alle ore 14.30 Gs Aragno/Aquatica Torino 7 – 9
  • alle ore 19.30 Waterpolo Novara/Gs Aragno

Domenica 20 giugno, per il Campionato U20,  alla Piscina Stadio Monumentale di Torino, corso Galileo Ferraris 294:

  • alle ore 13 Torino 81 Blu/Waterpolo Novara A 6 – 17
  • alle ore 14.30 Aquatica Torino/Torino 81 Giallo 6 – 13
  • alle ore 16 Waterpolo Novara B/Waterpolo Novara A 0 – 5
  • alle ore 17.30 Torino 81 Blu/Torino 81 Giallo 1 – 18
  • alle ore 19 Aquatica Torino/Waterpolo Novara B 5 – 0

Tutte le info e classifiche qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/pallanuoto/visualizzazione_class_pn_2.asp?stagione=2021&read=pallanuoto&menu=agonismo

Sincronizzato– Domenica 20 giugno, alla Piscina Stadio Monumentale di Torino, corso Galileo Ferraris 294, si è svolta la prova di qualificazione Regionale per Campionati Italiani Ragazze – Prove Libere + Obbligatori (valido come Campionato Regionale Estivo); tutti i risultati qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/orari_manifestazione.asp?id_man=1665&menu=agonismo&area=4&read=sincro Di seguito, i podi:

Obbligatori – Ragazzi

1a Martina FACCIO (Aquatica Torino ssd) 71.1504

2a Ilaria CAVALLINI (Libertas Nuoto Novara) 67.8039

3a Giulia VALENTINI (Aquatica Torino ssd) 67.0850

Solo – Ragazzi Libero

1a Martina FACCIO (Aquatica Torino ssd) 69.2000

2a Ilaria CAVALLINI (Libertas Nuoto Novara) 65.2667

3a Benedetta PORTALURI (Abundance Synchro) 63.5000

Duo – Ragazzi Libero

1e Martina FACCIO e Sofia ASTESANO (Aquatica Torino ssd) 69.5333

2e Matilde MIGLIARETTI e Ilaria CAVALLINI (Libertas Nuoto Novara) 66.1000

3e Benedetta PORTALURI e Angel SAAVEDRA YURIVILCA (Abundance Synchro) 59.2000

Duo – Ragazzi 2008 Libero

1e Vittoria ABELLI e Isabella TROMBINI (Aquatica Torino ssd) 59.7000

2e Asia FERRARI e Camilla GENNUSA (Libertas Nuoto Novara) 56.3667

Squadra – Ragazzi Libero

1e Giorgia BELLI, Chiara BOERO, Lucia TOMATIS, Ilaria CELLI, Giorgia BARBERO, Gaia GERBALDO, Lucia MILANO e Agata TARABLE (CSR Granda) 50.3333

Es Libero Combinato – Ragazzi Libero

1e Asia FERRARI, Camilla GENNUSA, Giulia Maria ZUCCA MARMO, Alessia MAFFE’, Matilde MIGLIARETTI, Alessia UGLIETTI, Marianna PINO, Ilaria CAVALLINI (LIBERTAS NUOTO NOVARA) 58.4000

2e Rossana Maria BEDINO, Angelica DALL’AGLIO, Virginia GIORDANINO, Roberta FIANDRA, Nicole AIRALDI, Victoria GENTILE, Sara FIANDRA, Beatrice FIANDRA (Hydro Sport Savigliano) 55.0667

3e Daniela BERTELLO, Sofia GOLE’, Emma GREGORIO, Carola LO PUMO, Giorgia OPESSO, Gabriela PEDERZANI, Chiara TELLESCHI, Chiara LO PUMO (VO2 Nuoto Torino) 51.2000

(Foto Lc Zone)

Al via le prenotazioni per i vaccini all’hub del Valentino

Sono 34.764 le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate ieri all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 18.00). A 14.594 è stata somministrata la seconda dose.

Tra i vaccinati in particolare sono 6.847 i 16-29enni, 2.825 i trentenni, 7.211 i quarantenni, 2.490i cinquantenni, 3.962i sessantenni, 4.208 i settantenni, 1.378 gli estremamente vulnerabili e 318 gli over80.

Dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 3.280.110 dosi (di cui 1.030.866 come seconde), corrispondenti al 92,3% di 3.552.480 finora disponibili per il Piemonte.

Da ieri, come da programma ordinario, sono in distribuzione nelle aziende sanitarie del Piemonte 10.200 dosi di Johnson&Johnson e 26.800 di Moderna.

Sono inoltre arrivate le 4.100 dosi aggiuntive di Moderna e 10.530 di Pfizer annunciate nei giorni scorsi dalla struttura commissariale e necessarie per garantire la prima parte dei richiami con vaccinazione eterologa degli under60 che hanno ricevuto la prima dose con AstraZeneca.
Le dosi aggiuntive consegnate  si sommano alle 8.100 di Pfizer già arrivate nei giorni scorsi, per un totale di circa 23 mila dosi sul totale di 50 mila richiami da effettuare in Piemonte con vaccini alternativi.

OPEN DAYS VALENTINO

Da lunedì mattina  21 giugno, alle 9.00, coloro che hanno più di 18 anni da tutto il Piemonte possono prenotarsi sul sito www.ilpiemontetivaccina.it, per essere vaccinati nel giorni di venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 giugno all’hub del Valentino. Il servizio è riservato a chi non ha ancora un appuntamento o ha una convocazione dopo almeno 10 giorni dall’evento.

Saroni, un pittore da non dimenticare. Un percorso lungo quarant’anni

Negli spazi della Galleria del Ponte, sino al 3 luglio

Circa quarant’anni di lavoro. “Che non è facile riassumere, capire e giudicare per la quantità e la specie di problemi messi in campo. In una stagione effervescente, come furono gli anni Cinquanta, ricca di informazioni e suggestioni (alla complicata eredità europea si era aggiunta la spettacolare forse rivoluzionaria novità americana, tanto che ai giovani ambiziosi e desiderosi d’aggiornamento fu giocoforza scommettere su Parigi o New York), Saroni mise a frutto una curiosità ingorda e un talento indiscutibile”.

Così Pino Mantovani presentando la mostra – pronta a  riprendere e magari approfondire il discorso iniziato con la personale del 2001, una trentina di opere tra gli esordi degli anni Cinquanta e i figurativi anni Ottanta – che negli spazi della Galleria del Ponte di corso Moncalieri 3 (sino al 3 luglio, orari dal martedì al sabato, dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30) ricorda il trentennale della scomparsa di Sergio Saroni, “un pittore da non dimenticare”. Nato nel 1934, frequenta l’Accademia Albertina (di cui dal 1978 sino alla scomparsa sarà direttore, “con appassionato impegno”) ed è notato da Luigi Carluccio che lo segnala prepotentemente all’ambiente artistico nazionale e internazionale. In sodalizio con Ruggeri Merz e Soffiantino partecipa a varie rassegne, espone negli anni ’55, ’57 e ’59 a “Francia – Italia”, alla Biennale di Venezia nel ’56, ’58 e ’62 e a San Paolo del Brasile nel ’59. In questo stesso anno riceve il premio per un giovane pittore italiano al Carnagie Institut di Pittsburg mentre nel ’63, a Firenze, partecipa alla mostra internazionale della “Nuova figurazione” e due anni dopo è ad Arezzo, per partecipare a “Mitologie del nostro tempo”.

Carluccio aveva visto giusto in quel promettente artista, capace di intraprendere un rigoroso quanto ansioso, ossessivo percorso di ricerca, quasi febbrile, senza posa. “Sullo scorcio dei Cinquanta e in avvio Sessanta la scelta di Saroni è di ‘percorrere una strada della realtà’ e di sviluppare l’interesse per il ‘racconto’”, ricorda ancora Mantovani. Procede l’artista attraverso una “figurazione sempre più analitica e precisa” (l’approdo è l’isola perfetta dell’incisione), guarda da smanioso trentenne a scelte sempre più precise, diviso tra l’allinearsi, seppur criticamente, ai linguaggi artistici della sua epoca o se anche affidarsi a quei legami che dovrebbero ricollegare il pittore alla Storia di ieri: un esempio su tutti, l’interesse per la Mitteleuropa, in special modo per la Vienna con i suoi fermenti di inizio secolo. Una ricerca che è quasi una lotta, avvincente ma altresì logorante, tanta è l’ostinazione. Vincenzo Gatti, in un suo intervento nella presentazione, analizza in stringati quanto incisivi tratti il carattere umano e artistico di Saroni: “Il proverbiale perfezionismo, l’ossessione per il miglior raggiungimento e il tormento che accompagnava questo ricercare, attraverso le prove della vita potevano placarsi nell’intimità del grembo soccorrevole dello studio dove, lontano dalle tempeste, era possibile finalmente trovare una pace che altrove gli veniva negata”.

Tra le opere esposte in galleria, legate agli anni Cinquanta, che meglio mostrano le scelte informali, “Le allegorie del cuore n.3” (1958) e “Natura morta “ (1959); gli animali (i rapaci, gli insetti, “animale morto”) che s’affacciano sugli anni Sessanta; altri passi avanti e guardiamo, tutti oli su tela, “Figura sulla spiaggia” del ’64, “Ragazzo con cane” dell’anno successivo, o “Figura in giardino”. Il “paesaggio” di Saroni, votato per tutta la vita all’incisione, alla ricerca dell’ingentilimento del tratto, sembra quietarsi se si guarda alle “Foglie sullo sgabello”, immerse in una tranquillità rosata, una tecnica mista su carta (1970/71) o al “Paesaggio estivo”, persino alla piccola tragedia del “Passero morto”, acquaforte e acquatinta datata 1964.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, opere di Sergio Saroni esposte nella Galleria del Ponte di corso Moncalieri 3

Si introduce all’interno di un cortile privato e forza un’auto

Arrestato dagli Agenti del Commissariato Dora Vanchiglia

Mercoledì sera, perviene alla Centrale Operativa della Polizia di Stato la segnalazione relativa ad una persona che si è introdotta all’interno di uno stabile in via Mirabello: quando la Volante del Comm.to ora Vanchiglia giunge sul luogo, intercetta il giovane mentre sta scappando. Si tratta di un cittadino algerino di 28 anni, irregolare sul territorio nazionale. All’interno dello zaino che ha con sé, i poliziotti rinvengono delle cuffie auricolari bluetooth, un paio di occhiali da sole ed altri effetti personali trafugati da un’autovettura che era parcheggiata nel cortile da cui era stato visto uscire. E’ stato arrestato per furto aggravato.

 

Torna la questione sociale. E dov’è la “sinistra sociale”?

Dunque, l’Istat ci consegna un quadro molto allarmante. A livello sociale e a livello politico, di conseguenza.

Era del tutto prevedibile, del resto, dopo la drammatica emergenza sanitaria che ci ha colpito e che continua a sfregiare il nostro tessuto economico e produttivo. E proprio i numeri sono alquanto eloquenti: 5,6 milioni di cittadini italiani sono in seria difficoltà; l’indice di povertà è passato dal 7,7% del 2019 al 9,4% di oggi; il 47% di questa “popolazione povera” risiede al Nord, in particolare nel ricco Nord-Ovest e il 38,6% nel Mezzogiorno; e proprio il Nord registra un incremento della povertà che passa dal 6,8% al 9,3%. E, in ultimo, l’incidenza della povertà assoluta raggiunge l’11,3% fra i 18 e i 34 anni mentre per gli over ‘65 si ferma al 5,4%
Insomma, siamo di fronte ad una nuova, diversa ma altrettanto drammatica “questione sociale”. E, proprio di fronte a questo quadro, peraltro solo sommario, viene persin scontato chiedersi se esiste ancora nel nostro paese una politica in grado di farsi interprete seriamente e convintamente di una situazione che potrebbe, prima o poi, esplodere. E, per entrare ancor più nello specifico, esiste ancora la possibilità di avere una “sinistra sociale” di ispirazione cristiana che si faccia anche carico di questa nuova ed inedita “questione sociale” divampata dopo la pandemia?
Una “sinistra sociale” di ispirazione cristiana che ha caratterizzato ed attraversato per molti anni il cammino della politica italiana. Certo, se per molto tempo questa presenza è stata politicamente visibile o attraverso una corrente definita in un partito o con leader nazionali altrettanto qualificati e carismatici, oggi questa presenza e questa cultura languono nel deserto della politica contemporanea. Solo per fare due esempi concreti, è appena sufficiente ricordare il lungo magistero politico, sociale, culturale ed istituzionale di Carlo Donat-Cattin nella Democrazia Cristiana e di Franco Marini prima nel sindacato e poi nel Ppi, nella Margherita e infine nel Partito democratico – seppur non più in prima linea per l’impegno politico – per rendersene conto. Una presenza politica rilevante che ha contribuito, attraverso la sua sensibilità e la sua progettualità concreta, a segnare la stessa qualità del ruolo politico dei cattolici democratici e popolari nella società italiana.
Certo, le stagioni politiche scorrono rapidamente e nell’epoca del populismo dove dominano incontrastati il trasformismo e l’opportunismo politico e parlamentare, è difficile rideclinare un patrimonio culturale, sociale e politico che non può essere ridotto a slogan quotidiano e a promesse qualunquistiche e demagogiche. E purtroppo, e soprattutto, mancano anche quella classe dirigente e quei leader, carismatici e rappresentativi, che hanno saputo essere interpreti attivi di un fecondo patrimonio ideale nella concreta dinamica politica italiana.
Ecco perchè, allora, diventa quantomai importante sapere come oggi quella “sinistra sociale” di ispirazione cristiana può ritrovare cittadinanza attiva nella dialettica politica del nostro paese. E su questo fronte almeno due riflessioni si impongono.
Innanzitutto non c’è più un solo partito che possa interpretare in modo diretto ed esclusivo quella cultura e quel giacimento di valori, di iniziative e di progettualità politica. Anche su questo versante il pieno riconoscimento del pluralismo delle opzioni politiche è un dato di fatto. Nè sul versante della sinistra, soprattutto dopo l’alleanza con il populismo dei 5 stelle, nè sul fronte della destra sovranista questa componente può trovare una compiutezza definitiva ed organica. Troppe sono le contraddizioni politiche, almeno stando agli attuali equilibri, che impediscono a questa cultura di riconoscersi sino in fondo in queste due coalizioni o in alcuni partiti che vi fanno parte.
In secondo luogo, come ricordavo poc’anzi, l’assenza di un personale politico che sia realmente espressione diretta di quei mondi vitali e di quella cultura sociale, politica ed economica. Nessuno pretende, come ovvio, che ci sia oggi una classe dirigente seppur lontanamente paragonabile a quella di un tempo che ha, comunque sia, contributo a segnare in profondità l’evoluzione e la crescita della nostra democrazia e, al contempo, la stabilità delle nostre istituzioni democratiche. Del resto, dopo aver teorizzato e praticato per molti anni l’ideologia dell’”uno vale uno” e, soprattutto, dopo aver demolito a colpi di insulti e di ogni contumelia le classi dirigenti del passato con l’arma implacabile della delegittimazione morale e politica di marca grillina e populista, è addirittura scontato che i potenziali “eredi” di quelle classi dirigenti hanno coltivato altri obiettivi e praticato altri lidi. Una presenza, comunque sia, che si è progressivamente indebolita anche per altre ragioni. A cominciare dalla colpevole assenza di formazione e di

preparazione di nuovi quadri sul versante dell’associazionismo cattolico popolare e cattolico sociale.
Ma, al di là di queste annotazioni, peraltro oggettive, non c’è dubbio che la rinnovata presenza di una “sinistra sociale di ispirazione cristiana” oggi si impone. E i numeri dell’Istat quasi lo impongono. A prescindere anche dagli attuali schieramenti politici e dalla natura delle forze in campo. Perchè per continuare ad essere interpreti fedeli e coerenti di un mondo “popolare” che pone concretamente alla politica le sue ansie, le sue domande, le sue esigenze e le sue difficoltà significa anche dare un senso ad una ispirazione, quella cristiana appunto, che altrimenti corre il rischio di ridursi ad una bella ma impotente predicazione o, peggio ancora, ad una azione di testimonianza disancorata dai problemi veri che scuotono e attraversano le persone. Soprattutto dopo questa terribile e perdurante emergenza sanitaria, sociale ed economica.
Una “sinistra sociale” di ispirazione cristiana che, sull’onda del magistero concreto di uomini come Carlo Donat-Cattin e Franco Marini, possa ancora oggi portare un contributo significativo e di qualità per un obiettivo tanto nobile quanto contemporaneo. Ovvero, per dirla proprio con Donat-Cattin, per “la difesa, la promozione e la tutela dei ceti popolari nel nostro Pese”. Un impegno a cui non ci si può più sottrarre. Al di là delle parole d’ordine del populismo grillino e della demagogia e del qualunquismo antipolitico.

Giorgio Merlo 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Margaret Storm Jameson “Mai guardarsi indietro” -Fazi Editore- euro 18,50

Pubblicato per la prima volta nel 1936, a Londra, questo è il 3° capitolo (dopo “Company Parade” e “Amore a prima vista”) della trilogia “Lo specchio nel Buio” della giornalista e scrittrice inglese Margaret Storm Jameson, (1891-1986). Non una donna qualunque, ma la prima a laurearsi in inglese all’Università di Leeds e ad ottenere una borsa di studio per una tesi post- laurea, diventata anche presidente della British Section of International Pen.

Nel libro ritroviamo come protagonista Hervey Russel, nel 1926, a 32 anni.
E’ al suo secondo matrimonio con Nicholas Roxby ed è madre del figlio di primo letto, Richard, col quale il rapporto è tutt’altro che facile.
Ma soprattutto Hervey è alle prese con una difficilissima sfida personale: deve affrontare l’operazione necessaria per estirpare dal suo utero un tumore che l’affligge da 8 anni.
Come vivrà questo momento la nostra eroina che ha sempre dato prova di essere una giovane donna coraggiosa, indipendente e fiera…. lo scoprirete voi stessi.

La storia narra anche le difficoltà di Nicholas che è stato derubato dalla sua segretaria e deve reinventarsi sul piano professionale.
Tutto sullo sfondo della Gran Bretagna in cui si sta organizzando uno sciopero generale dei lavoratori, che chiedono maggiori tutele e riforme dallo Stato.

Hervey spicca in mezzo a tanti personaggi maschili.
E’ un’eroina forte, che è stata capace di voltare pagina e lasciare il primo marito che non soddisfaceva le sue aspettative. Ha saputo ricostruirsi una vita più realizzata nel secondo matrimonio, ed è stata molto abile nell’aiutare il compagno a trovare un nuovo lavoro. Un’eroina che incarna moltissimo lo spirito ribelle della Storm Jameson, suffragetta e femminista.

 

Alessandro Robecchi “Flora” -Sellerio- euro 15,00

Questa è l’ottava avventura di Carlo Monterossi, alle prese con il rapimento della regina dei talk show Flora De Pisis.
Primadonna e anima del programma “Crazy Love”: basso livello di contenuti, alto tasso di dolore mediatico, stereotipata emotività che mette tutto in piazza.
Insomma è protagonista incontrastata della tv trash; campionessa di share che porta alla ribalta tutte le possibili sfaccettature della meschinità umana; abilissima nel tirare dentro persone qualunque che per un attimo sfiorano una pseudo notorietà.
E se pensate alla conduttrice nostrana con le luci sparate in volto per togliere gli anni, forse non vi sbagliate, anche se come lei ce ne sono tante altre che fanno pessima tv.

Dapprima lo notizia del sequestro di Flora non ha eco pubblica, perché siamo a luglio, il programma è in pausa estiva e tutti pensano che si stia godendo un meritato riposo in una località top secret, per avere un po’ di rilassante privacy.
Poi la notizia balza prepotentemente sulle prime pagine di cronaca, e viene fuori che le richieste dei rapitori sono alquanto particolari.
Come riscatto chiedono un mucchio di soldi, 1° milione di euro, e un’ora di diretta televisiva nella fascia di maggior ascolto, senza spazi pubblicitari né controlli.

Vietato anticipare troppo una trama simile, però vale la pena sottolineare che questa volta Robecchi si stacca un po’ dalla sua Milano, e si spinge fino a Dresda, Praga e, con flashback sapientemente ambientati, planan anche nella Parigi dei folli anni 20.
Un esperimento letterario che consente all’autore di mettersi sulle tracce del poeta surrealista Robert Desnos, che sfidò Hitler e trovò la morte a 45 anni in un lager. Autore caro a Robecchi che ne ripercorre le tracce; a partire da quando visitò il campo di concentramento di Terezìn, dove una piccola lapide ricorda “qui morì Robert Desnos poeta e resistente”.

 

Gaia Servadio “Giudei” -Bompiani- euro 19,00

E’ l’ultima fatica letteraria della scrittrice, giornalista e pittrice nata a Padova nel 1938, che divide il suo tempo tra Londra e l’Umbria. Autrice di una trentina tra saggi e romanzi; insignita del titolo di Cavaliere Ufficiale dal Presidente della Repubblica Pertini e nel 2013 Commendatore al merito della Repubblica Italiana.

Qui narra la storia di due famiglie, i Levi e i Foà, unite da un matrimonio combinato, sullo sfondo della Storia drammatica del 900. Due nuclei familiari diversissimi che si amalgamano con l’unione di Zaccaria Levi e Rebecca Foà.
I Levi sono di Torino, borghesi, conservatori, religiosi e filosabaudi; i Foà di Ancona, intellettuali amanti della cultura, di arte e musica e decisamente poco osservanti.

La saga ripercorre le vicende di 3 generazioni, diverse per fede e impegno politico, ma prima di tutto ebrei che si sentivano italiani a tutto tondo.
Proprio per questo saranno annientati nel profondo dal tradimento della loro patria che li relegò in ghetti, privandoli di tutte le libertà e dei loro beni, e infine anche della vita.
C’è il 900 martoriato da una guerra e poi l’altra e, tra le due, pagine terribili e buie dell’Italia fascista, delle leggi razziali e della persecuzione degli ebrei, la fatica della ricostruzione dopo sterminio e macerie.

Il romanzo, pur non essendo un’autobiografia, contiene molti riferimenti alla storia familiare dell’autrice, che fa scendere in campo una miriade di personaggi in parte realmente esistiti e in parte frutto della sua fantasia.
Inizia con suo nonno Zaccaria (giovane serio e appassionato di letteratura) che racconta un fatto realmente accaduto.
Nel 1903 vagava in calesse per la Lucchesia insieme al cugino Samuele (laureato in ingegneria ma con il sogno di diventare impresario teatrale) e per puro caso si trovarono sulla strada in cui il grande e famoso Giacomo Puccini aveva appena avuto un incidente.

E’ l’avvio della storia familiare che attraversa anche i campi di battaglia di due guerre.
Nella prima, sul Carso, muore Samuele Levi, lasciando la giovane crocerossina Sara Foà, segretamente innamorata di lui, ad occuparsi di sua figlia Giovanna rimasta orfana.
Cinque sono le sezioni del romanzo che scandiscono le varie fasi della tragedia di un popolo: ebrei, poi chiamati giudei e diventati Nessuno, condannati a fuga e continuo vagare nella diaspora.

 

Stephen King “Later” -Sperling & Kupfer” – euro 19,90

Veleggia tra l’horror e il thriller l’ultimo libro del maestro Stephen King che qui rimanda un po’ al suo grande successo “Carrie lo sguardo di Satana” (del 1974, da cui il film con Sissie Spacek).
Protagonista è il piccolo Jamie Conklin che conosciamo all’età di 6 anni, non un ragazzino qualunque.
Ha un dono-condanna straordinario: vede i morti, interagisce e parla con loro, anche se per il poco tempo che ai trapassati è concesso di aleggiare sulla terra.

A saperlo è solo la madre single Tia che lo sta crescendo da sola e nel frattempo manda avanti un’agenzia letteraria.
Le similitudini con Carrie ci sono: entrambi crescono senza padre, a scuola sono derisi e tiranneggiati dai compagni e l’unico modo che hanno per vendicarsi è ricorrere ai loro poteri misteriosi e ultraterreni.

Il romanzo inizia con la morte della moglie del vicino, stramazzata in casa per un ictus, e Jamie la vede al funerale seduta sugli scalini del pulpito in Chiesa.
Così racconta a sua madre: «era lì in carne ed ossa, ma aveva ancora la vestaglia addosso. Sono rimasto sorpreso di vederla, perché è morta già da tre giorni. Di solito non durano così tanto….spariscono e basta…..Se ne stava lì seduta e basta. Ha dato un’occhiata alla sua bara, un paio di volte, ma per il resto del tempo è rimasta a fissare lui….ha detto qualcosa però non sono riuscito a sentirla. Poco dopo la morte le loro voci cominciano a diventare deboli».

Poi la storia si infittisce: la madre di Jamie perde tutto con il crollo finanziario del 2008, sfiora la bancarotta e dall’appartamento di 6 stanze su Park Avenue, a New York, traslocano in uno assai più modesto sulla Decima.
I poteri di Jamie diventano la sua condanna quando a sfruttarli sarà la detective corrotta Liz Dutton, che ha avuto una relazione con Tia, finita male quando ha scoperto che la poliziotta portava droga a casa sua.
Per salvare la sua carriera Liz si fa scudo di Jamie e il resto è al cardiopalma……