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Gigafactory a Termoli, la delusione di Cirio e Appendino: “Decisione che tradisce Torino e la susa storia”

“Questa decisione tradisce Torino. Tradisce il Piemonte, la sua storia, i suoi lavoratori, le sue Università ed in generale una terra che ha inventato l’auto, ha investito, ha rischiato.

Una terra che ha un credito enorme verso questa azienda e verso questo Stato”: così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la sindaca di Torino Chiara Appendino sull’annuncio di Termoli come sede italiana per la gigafactory di Stellantis.

“Oggi ci sentiamo traditi – continuano il presidente Cirio e la sindaca Appendino – e chi è tradito prova rabbia. Una rabbia che chi, come noi, ha responsabilità istituzionali deve trasformare in una azione. Attendiamo di avere parole chiare da Roma per capire su che basi questa scelta sia stata condivisa con il Governo. Convocheremo già domani tutte le Istituzioni piemontesi”.

Covid, il bollettino di giovedì 8 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 42 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui dopo test antigenico), pari allo 0,3 % di 15.028 tamponi eseguiti, di cui 9.987 antigenici. Dei 42 nuovi casi, gli asintomatici sono 26 (61,9%).

I casi sono così ripartiti: 12 screening, 21 contatti di caso, 9 con indagine in corso; per ambito: 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 3 scolastico, 37 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 367.198 così suddivisi su base provinciale: 29.619 Alessandria, 17.503 Asti, 11.537 Biella, 52.974 Cuneo, 28.294 Novara, 196.526 Torino, 13.752 Vercelli, 12.993 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.497 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (-rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 6(-rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 633.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.549.662(+15.028 rispetto a ieri), di cui 1.804.032 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.697

E’ stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione 1 decesso di persona positiva al test del Covid-19, nessuno verificatosi oggi.

Il totale rimane quindi di 11.69deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.591 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.800 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.800 (39 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.994 Alessandria, 16.777 Asti, 11.049 Biella, 51.460 Cuneo, 27.307 Novara, 190.570 Torino, 13.191 Vercelli, 12.603 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.412 in fase di definizione.

Gioco d’azzardo, approvata la legge regionale

Il Ddl di contrasto al gioco d’azzardo patologico è legge.

Diverse le novità introdotte: cambia il cosiddetto “distanziometro”, sarà vietata l’attività di sale da gioco, sale scommesse e spazi per il gioco, e anche l’installazione di nuovi apparecchi, a una distanza inferiore ai 300 metri da luoghi sensibili (scuole, università, sportelli bancomat, compro oro e altri) nei comuni sotto i 5000 abitanti come da precedente legge, ridotta da 500 a 400 metri per quelli con più di 5000 abitanti.
Gli esercizi che hanno dismesso gli apparecchi dopo l’entrata in vigore della legge 9/2016, possono rivolgere istanza di reinstallazione, anche se intervenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio 2016.
L’approvazione è arrivata dopo numerose sedute di Aula e decine di ore di discussione, con il voto favorevole di Lega e Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia ha garantito la presenza.
Alcune delle disposizioni erano presenti nel 2016.
Vengono definite le fasce orarie da rispettare tassativamente: sale da gioco e sale scommesse dovranno interrompere le attività dalle 2 alle 10, gli spazi gioco per dieci ore giornaliere complessive, di cui otto ore consecutive nella fascia dalle 24 alle 8 e due ore nella fascia di uscita dalle scuole dalle 13 alle 15.
Tra le novità, in caso di nuove aperture (a cui sono equiparati l’installazione di nuovi apparecchi e il trasferimento in altro locale), non potranno essere posizionate slot nei locali di dimensione inferiore ai 25 mq, se ne potrà installare una in quelli tra 25 e 50 mq, e massimo due in quelli superiori a 50 mq.
La Regione Piemonte, si specifica all’articolo 10, considera l’assenza di apparecchi da gioco come elemento preferenziale per la concessione di patrocini, finanziamenti e benefici economici.

Rafforzati gli interventi di prevenzione sul gioco patologico, con una particolare attenzione a giovani e studenti.
I minori di 18 anni non potranno accedere a sale gioco e sale bingo in cui sono installati i video terminali e sarà vietato l’uso di apparecchi per il gioco. Il titolare sarà tenuto a identificare i minori chiedendo il documento di identità e l’uso delle slot sarà attivabile tramite codice fiscale o tessera sanitaria.
Le scuole primarie e secondarie predisporranno iniziative didattiche sui rischi del gioco, mentre in tutte le scuole – con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale – sono previste lezioni tematiche sul rischio di abusi del gioco online e su smartphone.
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approverà il piano triennale di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio del gioco patologico, attraverso azioni di educazione, informazione e comunicazione.
Nello stesso periodo la Giunta lancerà il concorso per realizzare il logo “Slot, no grazie!” dedicato alle scuole di secondo grado. Il logo verrà diffuso su tutto il territorio piemontese anche grazie alla giornata dedicata che vedrà coinvolte scuole, università e Asl.
La legge prevede azioni specifiche anche su usura, sovraindebitamento e infiltrazioni criminali: d’intesa con le Camere di Commercio verranno realizzate campagne di informazione e sensibilizzazione e verranno promossi protocolli d’intesa con prefetture e forze dell’ordine.
Nelle dichiarazioni finali tutte le opposizioni hanno ribadito la contrarietà al provvedimento, mentre chi è intervenuto della maggioranza ne ha confermato la necessità.

Italia ripensaci: metti al bando le armi atomiche

Il 7 luglio 2021 sono 4 anni dall’approvazione del Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari.

Dal 22 gennaio 2021, giorno della sua entrata in vigore, le armi nucleari sono al bando: chi le possiede e chi le ospita, come l’Italia (ce ne sono circa 70 dislocate nelle basi di Ghedi(BS) ed Aviano in Friuli) è fuori dal diritto internazionale, così come per le armi chimiche e batteriologiche, le mine antiuomo, le bombe a grappolo.
Il Trattato è stato firmato da 86 stati e ratificato da 54.
Tra questi non c’è l’Italia.
Eppure recenti e ripetuti sondaggi mostrano che la stragrande maggioranza della
sua popolazione sarebbe favorevole (l’87% secondo l’ultimo condotto da Yougov nel novembre 2020).
Noi facciamo appello a tutte le associazioni pacifiste, di impegno politico e civile, le confessioni religiose, sindacati e partiti ad unirsi a noi al presidio che terremo a
Torino davanti alla prefettura (piazza Castello) Mercoledì 7 luglio ore 18
per chiedere al nostro Parlamento ed al nostro governo di aderire al Trattato e dichiarare l’Italia zona libera dalle armi nucleari
L’Italia ratifichi il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari del 7 luglio 2017,
in coerenza con l’art.11 della nostra Costituzione.

Hanno partecipato i rappresentanti di varie associazioni, movimenti e forze politiche.
In particolare per spiegare il senso della manifestazione e illustrare anche le iniziative future, hanno preso la parola Paolo Candelari, Presidente di A.Gi.te, e Giampiero Leo portavoce del Coordinamento interconfessionale” Noi siamo con voi”

Nuovo cda Koelliker, Monferino presidente

Nei giorni scorsi si è completato il processo di autorizzazione da parte della Santa Sede che ha consentito il perfezionamento del contratto di acquisto da parte della società Ersel Investimenti (Ersel) dell’80% del capitale azionario di Pro Infantia SpA, società che gestisce le attività dell’Ospedale Koelliker di Torino.

Conseguentemente si è insediato il nuovo CdA, composto dal Presidente Paolo Monferino e dai Consiglieri Guido Giubergia, Marco Boglione, Marco Longoni, Ferruccio Luppi, Andrea Rayneri, Amedeo Rosboch. Presidente onorario è stato nominato Andrea Koelliker, pronipote del fondatore.

Innovazione e crescita nel segno della qualità gli obiettivi in sintesi del nuovo CdA.

L’Istituto della Consolata per le Missioni Estere (IMC) mantiene la sua presenza in Pro Infantia SpA con una quota del 20% di capitale.

Le motivazioni che hanno spinto Ersel, controllata dalle famiglie Giubergia e Argentero, a questa acquisizione sono riconducibili alla volontà di rafforzare una storica istituzione torinese, mantenendone la centralità all’interno della sanità cittadina e di consolidare le attività di eccellenza già oggi presenti in Koelliker guidandone i processi di innovazione tecnologica con gli strumenti finanziari necessari.

IMC ha riconosciuto in Ersel il partner ideale che, condividendo gli stessi valori, potrà guidare l’Ospedale nell’ambizioso progetto.

La partecipazione di Ersel in Koelliker consentirà all’ospedale di salvaguardare l’attenzione alle fasce indigenti della popolazione proseguendo inoltre nello sviluppo di sinergie con l’attività della Fondazione Paideia, fondata dalle stesse famiglie Giubergia e Argentero, che da trent’anni opera con successo e metodi innovativi nell’assistenza a bambini affetti da gravi patologie e disabilità.

Torna Earthink, forme d’arte ed ecosostenibilità

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A settembre torna Earthink Festival per essere  #VISIONARI. La prima rassegna nazionale dedicata alle espressioni artistiche legate ai temi dell’ambiente 

La decima edizione vuole celebrare non solo il coraggio e a lungimiranza da parte dell’organizzazione e della direzione di investire, in tempi non sospetti, nella potenzialità del linguaggio performativo ad occuparsi di sostenibilità, ma vuole essere un augurio per gli anni a venire  e un incentivo per tutti.

Per rappresentare ETHF21 la creazione della locandina è stata affidata all’artista OTTI  che ha curato la realizzazione di una tela originale. Il visual e l’elaborazione grafica sono a cura di Agnese Vigorelli di Tékhné.

La decima edizione si svolgerà a Torino dall’11 al 19 Settembre 2021

Caffarel, Costanzo: “Ipotesi di intesa per un anno in Cigs”

– “Risulterebbe” che CAFFAREL e i sindacati “abbiano raggiunto un’ipotesi d’intesa”, che prevede, tra l’altro, “l’adozione di una cassa integrazione straordinaria per un anno, per evitare il licenziamento collettivo, applicata a tutti i lavoratori, a rotazione mensile, che tenga conto delle esigenze di produzione o manutenzione degli impianti della CAFFAREL”. Lo ha detto la sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini, in XI commissione alla Camera rispondendo a un’interrogazione a firma Jessica Costanzo (Ac) sull’azienda piemontese del gruppo svizzero Lindt & Sprüngli del cioccolato che a inizio giugno ha annunciato 90 esuberi su 328 dipendenti e un anno di cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori, a rotazione. L’intesa, ha aggiunto Nisini, prevede inoltre “l’incentivazione al pensionamento e per la riqualificazione mirata dei lavoratori per raggiungere le competenze utili allindustria dolciaria, tramite tre canali: formazione professionale con la Regione, bando nuove competenze e fondo impresa; l’adozione di misure per diversificare il mercato lavorando anche sulla grossa distribuzione e sul commercio online”. La sottosegretaria ha poi riportato che la Regione Piemonte ha comunicato che lincontro per la sottoscrizione del verbale di esame congiunto è previsto per il giorno 9 luglio 2021.

Avvicina un’anziana al supermercato e le ruba la pensione

I poliziotti rintracciano la responsabile del fatto e recuperano il denaro

Ha avvicinato un’ottantenne, lo scorso giovedì, al termine della spesa in un supermercato di via Stradella, dopo averla vista uscire dall’Ufficio Postale; le ha chiesto quindi di darle la moneta da un euro che era dentro al carrello. L’anziana ha acconsentito alla richiesta della donna, una cittadina rumena accompagnata da una bambina. Ma improvvisamente la rom si è avvicinata pericolosamente all’anziana, che aveva le mani  occupate dalla borsa della spesa, e le ha preso dalla borsa il portafoglio e il cellulare, per poi allontanarsi. La vittima, molto preoccupata perchè nel portafogli custodiva una cifra considerevole, 1350 €, avendo appena prelevato la pensione,  richiedeva quindi aiuto al personale del supermercato e sul luogogiungeva una pattuglia della Squadra Volanti. Ricevute le descrizioni dell’autrice del fatto, i poliziotti hanno svolto immediate indagini volte al suo rintraccio ed hanno ispezionato un’area limitrofa al supermercato.  Proprio qui rintracciavano, nei pressi di un camper, una donna del tutto corrispondente all’autrice del furto appena consumato, che veniva sottoposta a perquisizione. Nella sua borsa gli agenti rinvenivano la somma di 1700 € in contanti. Pertanto, parte della somma, è stata restituita all’anziana derubata, la restante è stata sottoposto a sequestro. La donna, di 44 anni, è stata arrestata per furto pluriaggravato.

 

L’assessore regionale: “Necessario massiccio piano di formazione per infermieri e medici”

COMMISSIONE SALUTE

«Le attività stabilite dal PNRR per potenziare la medicina territoriale  attraverso la realizzazione delle Case della Comunità, delle Centrali Operative Territoriali e degli ospedali di Comunità, richiedono un massiccio piano di formazione degli infermieri e dei medici di medicina generale. La programmazione regionale, da concordarsi con le Università, deve disporre di importanti finanziamenti aggiuntivi, in modo da soddisfare al più presto la domanda di professionisti del Servizio sanitario regionale».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore vicario nazionale della Commissione Salute, Luigi Genesio Icardi, al termine della riunione della Commissione Salute, svoltasi ieri a Roma.

In particolare, l’assessore Icardi ha posto l’accento sulla programmazione delle risorse umane necessaria alla realizzazione del PNRR e alla completa ripresa delle attività ordinarie.

«In questi mesi – ha dichiarato Icardi – la Regione Piemonte si dibatte fra l’assenza di infermieri, che, come noto, non si possono sottrarre alle Rsa a favore delle Asl, e la cronica mancanza di altre figure professionali, fra cui i medici di medicina e chirurgia, di accettazione e d’urgenza (MeCau) indispensabili per la riapertura dei pronti soccorso e per la piena ripresa delle attività. Sono temi su cui è indispensabile, quanto urgente il coinvolgimento dei livelli programmatori nazionali per evitare che la ripartenza della Sanità venga strozzata dagli imbuti formativi».

Sempre in ambito di PNRR, in primo piano nella discussione in Commissione Salute anche il tema delle attrezzature sanitarie e degli interventi in edilizia sanitaria: «La Regione Piemonte – ha aggiunto l’assessore Icardi – ha recentemente riformulato gli aspetti finanziari sull’impegno delle risorse della legge 448 del 1998, art. 71, per nove importanti interventi di edilizia sanitaria, oggetto di incontro presso il Ministero della Salute nelle prossime ore. Con l’occasione, si tratterà anche della necessità di migliorare ulteriormente le norme relative al finanziamento degli investimenti da parte di Inail».

Vaccini, accordo integrativo con i medici di famiglia per incentivare gli “scettici”

Un accordo integrativo per incentivare l’adesione della popolazione piemontese alla campagna di vaccinazione contro il Covid-19 è stato siglato ieri sera tra la Sanità regionale e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei Medici di medicina generale del Piemonte.

In particolare, ai medici di medicina generale i cui assistiti over 60, entro il 15 settembre 2021, risulteranno vaccinati nella misura uguale o superiore al 90 per cento, verrà riconosciuto un compenso aggiuntivo di 2 euro calcolato sulla quota capitaria annua dei loro assistiti. Se la copertura vaccinale complessiva dei loro assistiti over 60 risulterà compresa tra l’87 e l’89,99 per cento, la remunerazione scenderà a 1,50 euro, sempre sulla quota capitaria annua complessiva.

Qualora, inoltre, la copertura vaccinale complessiva raggiunta dagli assistiti con età superiore a 16 anni in carico al medico di medicina generale, al 31 ottobre 2021, sia superiore al target del 75 per cento, al compenso aggiuntivo verrà applicata una integrazione di 0,50 euro.

«La numerosità, la diffusione capillare sul territorio e il rapporto di fiducia con il proprio assistito – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – sono caratteristiche che rendono il medico di medicina generale capace di favorire la più ampia partecipazione della popolazione al programma vaccinale. Fondamentale è sensibilizzare e informare i cittadini per incrementare il livello di adesione alla campagna vaccinale, soprattutto nei confronti dei soggetti “scettici” e “non responder”, verso i quali il medico di famiglia può svolgere un’attività di counseling di notevole efficacia, fornendo loro gli opportuni ragguagli sull’importanza della somministrazione del vaccino, sulla sua sicurezza e sulle controindicazioni temporanee alla somministrazione. Ringrazio i Medici di medicina generale per aver accolto questa ulteriore richiesta, aiutandoci a raggiungere il più presto possibile l’obiettivo dell’immunità di gregge».

Al 6 luglio 2021, i piemontesi con età superiore ai 16 anni che non hanno ancora espresso la volontà di aderire alla campagna vaccinale anti Covid-19 sono 976 mila.

Secondo l’indagine del Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola superiore Sant’Anna e dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) sulla propensione della popolazione italiana ad aderire alla campagna vaccinale, il 64,5% della popolazione piemontese intervistata pensa che i rischi legati alla malattia da Covid-19 siano maggiori dei possibili effetti collaterali del vaccino, mentre il 15% non è d’accordo con questa affermazione e coloro i quali non sono né in accordo né in disaccordo sono pari al 20,5%.

La popolazione italiana intervistata dichiara che vorrebbe maggiori informazioni sulla tematica Covid-19 in prima battuta dalle istituzioni sanitarie (54,6%), quindi dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta (45,5%) e dai medici specialisti (34,5%), con riferimento in particolare al funzionamento dei vaccini anti Covid-19 ed eventuali effetti collaterali della vaccinazione.

Gli indecisi sulla vaccinazione anti Covid-19 sono circa il 20% degli intervistati, mentre i contrari alla vaccinazione sono il 12%. Gli intervistati dichiarano di essere più incentivati a vaccinarsi in presenza di informazioni corrette più che per il timore di limitazioni.

«Dimostriamo ancora una volta con senso di responsabilità che la Medicina generale è in prima linea per rispondere al raggiungimento di obiettivi di salute pubblica – dichiarano congiuntamente i rappresentanti di Fimmg (Roberto Venesia), Snami (Mauro Grosso Ciponte), Smi (Antonio Barillà) -; con questo accordo confermiamo la prosecuzione del nostro impegno a vaccinare la popolazione piemontese, in particolare a completare l’immunizzazione degli over 60 e a raggiungere al più presto l’immunità di gregge. Forti del nostro rapporto fiduciario con i cittadini nostri assistiti e avendo a disposizione con regolarità le forniture necessarie, siamo pronti ad offrire il nostro contributo affinchè tutti i cittadini comprendano la necessità di vaccinarsi per porre fine alla pandemia».