ilTorinese

Neuropsichiatria, Montaruli (FdI): potenziare reparti infantili

Una verifica in ogni regione dello Stato dei reparti di neuropsichiatria infantile e un loro potenziamento per impedire che i minori che necessitano di ricoveri siano costretti a una degenza con gli adulti.

 

“È questa la richiesta che facciamo affinché si arginino le conseguenze del covid sulla salute mentale dei più giovani e si trovi subito una risposta a un’emergenza ormai conclamata. Mentre inizia finalmente una ricerca per avere dati certi così come chiesto da un ordine del giorno di Fratelli d’Italia, di cui sono prima firmataria, diventa indispensabile attivare tutti gli strumenti per stare al fianco dei ragazzi. Troppi ospedali risultano carenti di posti letto adeguati. Non possiamo arrivare in ritardo rispetto a un fenomeno preoccupante su cui si deve mantenere la massima attenzione”, così il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli

“Pedonalizzare piazza Carlo Felice”, lo chiede il Consiglio comunale

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Il Consiglio comunale ha approvato una mozione per il completamento della pedonalizzazione di via Roma fino a piazza Carlo Felice.

L’atto di indirizzo è stato presentato dal consigliere di minoranza Damiano Carretto (Movimento 4 ottobre) e chiede alla Giunta di Palazzo civico di continuare a promuovere il programma di pedonalizzazioni avviate dall’Amministrazione comunale.

Riguardo piazza Carlo Felice la mozione chiede anche l’eliminazione dei parcheggi in superficie e la chiusura al traffico automobilistico. L’atto invita inoltre a riposizionare gli arredi (le panchine in particolare) nel nuovo tratto da pedonalizzare.

A tu per tu con gli Indiivia

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

Per realizzare grandi cose, non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo progettare ma anche credere.”

Oggi si parla di due artisti emergenti, fratelli, e li intervistiamo perchè sono appena nati con un progetto impegnativo ed interessante al quale ho avuto la fortuna di partecipare attivamente.

D – quando e come nascono gli Indiivia?

Gli Indiivia nascono ufficialmente quest’anno, nel 2021, dopo che nel periodo del lockdown di aprile 2020 abbiamo unito la passione per il canto di Agnese con quella per il pianoforte e della composizione di Tommaso, iniziando a condividere le nostre idee musicali.”

D – Da quanto tempo scrivi (Tommaso) e perchè proprio ora la realizzazione di tutti questi brani e non prima?

Ho iniziato a suonare il piano alle scuole medie, prendendo qualche lezione all’inizio, e proseguendo da autodidatta. Contemporaneamente ho iniziato a comporre i miei primi pezzi, che all’inizio erano brani solo strumentali. Un paio di anni fa ho iniziato a suonare con altri musicisti, proseguendo poi con un gruppo formatosi insieme ad amici, i Kanerva. Da quel momento ho iniziato a comporre vere e proprie canzoni, comprese di testi e arrangiamenti. Quando un anno fa mia sorella è rientrata dai suoi studi universitari negli Stati uniti, le ho proposto di cantare qualche brano scritto pensando alla sua voce. Da qui è nato il progetto degli Indiivia.”

D – Quale è la vostra opinione sul panorama musicale attuale? Trovate che la vostra produzione sia in linea con ciò che sentite o no?

Il panorama musicale italiano attuale è indubbiamente vario e ricco di generi differenti. A noi piace spaziare nei vari generi, e proprio per questo ci definiamo “un’insalata musicale”, perché non ci riferiamo a generi musicali o epoche, semplicemente sperimentiamo facendoci trasportare dalle nostre sensazioni e dalle emozioni del momento. Troviamo che in questo periodo nel panorama italiano ci sia un’apertura che permette agli artisti di esprimersi con più leggerezza e libertà, e proprio per questo ci sentiamo in linea con l’ambiente circostante, pur non identificandoci in nessun genere particolare (i brani che abbiamo scritto finora sono uno diverso dall’altro).”

D – Quale è stata la canzone più difficile da portare a termine in termini di scrittura e di cantato?

In termini di scrittura, sia di musica che di testo, parla Tommi: “Eagle è sicuramente stato finora il pezzo più impegnativo, questo perché musicalmente ha diverse variazioni di accordi e sonorità ricercate, e come testo ci tenevo a scriverlo in inglese, perché sapevo che fino a quel momento mia sorella aveva sempre preferito cantare in lingua inglese.”

in termini di cantato, la parola va ad Agni: “le difficoltà maggiori le ho riscontrate per la canzone che uscirà questa settimana, “La sera non c’è più”, perché è stato il primo pezzo in italiano che abbiamo registrato, e perché tecnicamente è impegnativa a livello di tonalità e di modulazione della voce in alcuni passaggi del brano. Come diciamo sempre scherzando, Tommi scrive i pezzi e trova le melodie articolate, e poi alla fine sono … problemi miei riuscire a cantarla, adattando la mia voce.”

D – Agnese, quanto trovi di te nei brani di tuo fratello? Ed in quale ti identifichi maggiormente?

Devo dire che Tommi riesce a tirar fuori esprimendo a parole e musica quelle emozioni che provo/ho provato in passato. È capitato che mi presentasse un brano che non rispecchiava il mio mood di quel momento, ma confrontandoci insieme e richiamando momenti passati o situazioni vissute, sono sempre riuscita a ritrovarmi nelle sue parole, mettendo sempre tutta me stessa in ogni brano.

Tra tutte le canzoni scritte finora, che usciranno nei prossimi mesi, Eagle è quella che mi identifica maggiormente. Infatti il brano racconta di una ragazza insicura che ricerca un equilibrio sfuggente, e anche se cantata in un periodo per me felice e spensierato, rispecchia perfettamente quella parte di me alla ricerca di se stessa e del proprio futuro.”

D – Tommaso, dicci quale è il brano che avresti voluto scrivere tu (presente nel panorama musicale) e perchè?

A livello generale, per me i Beatles sono un riferimento molto importante, e se dovessi identificare un brano che avrei voluto scrivere io, sceglierei senza pensarci due volte la loro canzone: While my guitar gently weeps, per la potenza emozionale della melodia e per la semplicità della struttura musicale, che riescono a toccarmi come nessun altro pezzo.

Per quanto riguarda il panorama attuale, sceglierei uno dei primi brani di Gazzelle, in particolare il pezzo: NMRPM, per la sua carica emotiva, e per come fa combaciare una forte malinconia con una base spensierata ed energica.”

D – Agnese, quanto conta l’aver studiato canto e quanto conta il talento?

Penso che il talento sia quel qualcosa che ognuno di noi ha in una certa misura, la vera difficoltà sta nel riuscire a scoprirlo. Una volta trovato va coltivato, perché l’impegno, la tecnica e lo studio aiutano a migliorarsi. Io studio canto da più di 10 anni, e in questo arco di tempo ho lavorato su tanti aspetti, dalla tecnica vocale con i suoi mille esercizi, allo studio dell’interpretazione, alla cura della presenza scenica, e soprattutto al riuscire a capire e a valorizzare le mie caratteristiche vocali.”

D – Uscirete con un nuovo brano a breve? Potete anticiparci qualcosa?

Sì, s’intitola “La sera non c’è più”, e uscirà questa settimana. E’ un brano completamente diverso da Eagle, è in italiano, più moderno, movimentato ed energico. E’ frutto del vissuto dell’ultimo anno, fatto di privazioni e limitazioni dovute alla pandemia. Sentivamo il bisogno di esprimere questa nostalgia che noi e molti nostri coetanei abbiamo provato nei mesi di lockdown e coprifuoco. Infatti “La sera non c’è più” descrive quel senso di limitazione dovuto all’impossibilità di vivere appieno la sera, svagarsi con gli amici e ballare fino a tardi.”

D – dove vi possiamo ascoltare?

Ci trovate come Indiivia su tutte le piattaforme digitali e sui principali social network.

Seguiteci e ascoltate la nostra musica!”

Per tutte le info e news potrete seguirli su

Facebook Indiivia, Instagram Indiivia e sul nostro Canale YouTube.

Ho scelto di segnalarvi “Eagle” perchè ne sono innamorata.

Quando vedi un’aquila, tu vedi una parte del genio; alza la testa!”

Meraviglia questo brano , ascoltatelo a cuore aperto, vi farà volare.

https://www.youtube.com/watch?v=kTzyceSBJBQ&ab_channel=Indiivia

Chiara De Carlo
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Ecco a voi gli eventi della settimana!

Covid, il bollettino di lunedì 28 giugno

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 14 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 0 dopo test antigenico), pari allo 0,1% di 10.160 tamponi eseguiti, di cui 6.985 antigenici. Dei 14 nuovi casi, gli asintomatici sono 11 (78,6%).

I casi sono così ripartiti: 11 screening, 2 contatti di caso, 1 con indagine in corso; per ambito: 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 2 scolastico, 10 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 366.891 così suddivisi su base provinciale: 29.588 Alessandria, 17.494 Asti, 11.527 Biella, 52.938 Cuneo, 28.261 Novara, 196.370 Torino, 13.737 Vercelli, 12.979 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.501 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.496 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 14 (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 164 (– 10 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 815.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.396.673 (+ 10.160 rispetto a ieri), di cui 1.761.373 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.696

Sono 2 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

354.202 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 354.202 (+80 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.932 Alessandria, 16.747 Asti, 11.028 Biella, 51.405 Cuneo, 27.255 Novara, 190.226 Torino, 13.164 Vercelli, 12.592 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.436 extraregione e 2.417 in fase di definizione.

Covid, cure a casa: perchè la televisione pubblica non ne parla?

A cura di: www.lineaitaliapiemonte.it

Domani presidi in tutta Italia per chiedere più trasparenza nell’informazione

Assordante silenzio da parte dell’informazione pubblica nei confronti dell’enorme lavoro, e degli ottimi risultati, ottenuti da centinaia di medici riuniti nel Comitato Cura Domiciliare Covid 19 che si sono organizzati attraverso una pagina Facebook raggiungendo e curando tanti malati di Covid ai quali era stata prescritta “tachipirina e vigile attesa”. Dopo l’evento di Milano, che ha portato oltre 10mila persone in piazza, domani si chiede spiegazione all’informazione pubblica che sul tema è rimasta misteriosamente silente…

Continua a leggere:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/06/28/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/covid-cure-a-casa-perche-la-televisione-pubblica-non-ne-parla-domani-presidi-in-tutta-italia-per.html

 

Novantenne soccorsa dalle Volanti, non aveva da mangiare

Digiuna e in lacrime, viene ristorata dai poliziotti intervenuti

L’hanno notata, da sola, con gli occhi lucidi, trascinarsi a stento per le vie del quartiere Cenisia. L’anziana, quasi novantenne, deambulava con difficoltà e alla richiesta dei poliziotti del Comm.to San Donato se avesse bisogno di aiuto, scoppiava in un pianto liberatorio, confidando che erano tante le cose di cui aveva bisogno. La donna specificava che non aveva tanto bisogno di cure mediche quanto del necessario per vivere; quella mattina, si era recata in banca con l’intento di prelevare del denaro per poter fare la spesa, ma aveva fatto la triste scoperta di non avere più un euro sul conto corrente, a seguito di un prelievo effettuato a inizio mese. La donna, però, non ricordava molto bene come avesse fatto a spendere tutta la pensione. Una pattuglia della Squadra Volante effettuava alcuni accertamenti presso l’istituto bancario della donna ed appurava che quanto riferito dall’anziana corrispondeva al vero; a quel punto i poliziotti decidevano di accompagnare a casa la signora, la quale mostrava loro come tutti gli stipiti della cucina ed anche il frigorifero fossero completamente vuoti in effetti. Digiuna da oltre 12 ore, esprimeva il desiderio di poter pranzare con qualcosa che non mangiava da tempo, come un pollo arrosto con delle patate al forno. Immediatamente i 4 agenti si mettevano a disposizione, acquistandole il cibo richiesto ed altre vivande, così che per qualche giorno la signora potesse avere lo stretto necessario.

Polliotto (Unc): “Mobilità, fra i consumatori cresce il noleggio”

Dal breve al lungo termine, ecco come cambia la mobilità dei piemontesi.

“Il Covid ha cambiato il modo di spostarsi dei consumatori piemontesi”. Lo rileva Patrizia Polliotto, avvocato, fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 la prima e più antica associazione consumeristica italiana.
“Il prolungato lockdown – spiega il legale – e l’incertezza per il futuro sotto il profilo economico hanno prodotto profonde trasformazioni nell’impiego dei mezzi di trasporto. In crescita del 30% in regione, rispetto al periodo pre-Covid, il noleggio a breve e medio termine, formula particolarmente idonea a quanti sono in grado di programmare per tempo i propri spostamenti, riducendo di molto i costi legati al mantenimento di un’auto tradizionale. In aumento anche il lungo termine, sempre più spesso preferito alla proprietà di un autoveicolo acquistato in concessionaria, nonostante gli ecobonus di Stato, proprio per via dell’agilità d’impiego legata a molteplici vantaggi quali ad esempio assistenza, cambio gomme, polizze e bollo auto inclusi”.
Per Maurizio Scandurra invece, esperto in tematiche consumeristiche, “La pandemia ha incentivato un po’ ovunque il diffondersi di formule di servizi condivisi per la mobilità ‘pay per use’ e ‘pay per drive’ sempre più in linea con i trend in atto a livello globale”.
“In incremento – approfondisce l’Avvocato Patrizia Polliotto – anche il ricorso a forme giornaliere di bike e car sharing insieme alla diffusione dei monopattini elettrici nei quali sempre più piemontesi residenti nei centri urbani ad alta densità abitativa vedono uno strumento alternativo agli spostamenti rispetto ad autobus, tram e metropolitana, coniugando rapidità con maggiore libertà di fruizione degli spazi delle città e dell’hinterland. E’ quella che viene definita ‘mobilità dolce’, che si attua in modalità slow nelle forme di cui sopra, un tempo impensabile nei centri urbani così come un tempo lo era il fatto di percorrerli in auto alla velocità massima di 30 Km/h e con accessi limitati e disciplinati delle cosiddette ZTL”.
Per qualsivoglia esigenza legata alla corretta assistenza ai consumatori, il Comitato Regionale del Piemonte è attivo tutti i giorni dal lunedì al sabato in normale orario d’ufficio a Torino in Via Roma 366 e a Pinerolo in Viale Cavalieri d’Italia 14 telefonando allo 011 5611800.
Inoltre è disponibile il sito internet all’indirizzo www.uncpiemonte.it.

Doppia laurea magistrale e formazione per il cambiamento

“TECNOLOGIE PER LE TRANSIZIONI”

Il Politecnico di Torino, insieme ai Politecnici di Bari e Milano, Università di Bologna, Napoli Federico II, Padova, Palermo e Roma La Sapienza, lancia il progetto quadro per l’alta formazione e lo sviluppo di competenze multidisciplinari

 

La globalizzazione, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, la transizione digitale aprono nuovi scenari e pongono nuove sfide che investono profondamente le professioni tecnico-scientifiche. Emerge la necessità di una formazione tecnico-scientifica in senso più interdisciplinare in grado di integrare le tecnologie all’interno di un sistema complesso caratterizzato da più layer interconnessi: fisico, cyber, ambientale, economico e sociale. Emerge anche la necessità di coinvolgere in questo processo di aggiornamento professionale operatori già attivi nel mondo del lavoro, in ottica di formazione permanente.

Stimolato da questi fabbisogni, un gruppo di lavoro inter-Ateneo espresso da alcuni grandi Atenei – Politecnici di Bari, Milano e Torino, Università di Bologna, Napoli Federico II, Padova, Palermo e Roma La Sapienza – ha elaborato un progetto sperimentale di alta formazione denominato “Tecnologie per le transizioni”. Prime esperienze pilota del progetto: la formazione di professionalità ingegneristiche qualificate ad affrontare i problemi multidimensionali posti dalla transizione ecologica (Green Technologies) e dalla transizione digitale delle infrastrutture (Smart Infrastructures), temi che rivestono grande rilevanza strategica nel quadro del Next Generation EU. Anche nella prospettiva della valorizzazione nel contesto delle misure PNRR per le competenze trasversali.

Due la modalità attuative inizialmente previste: a) attivazione nei percorsi di laurea magistrale di segmenti formativi di alta formazione (“minor”) per sviluppare professionalità ingegneristiche dotate di strumenti e metodi interdisciplinari, di competenze digitali abilitanti e di attitudine ad operare con visione sistemica in contesti multisettoriali; b) attivazione di percorsi di “doppia laurea magistrale” per la formazione di figure professionali di alta specializzazione in contesti multisettoriali sulla base di percorsi integrati su lauree magistrali complementari.

Gli Atenei che aderiscono al progetto “Tecnologie per le transizioni” attueranno già nell’anno accademico 2021/2022 le prime iniziative didattiche ispirate a criteri generali condivisi, anche nell’ottica della mobilità studentesca e della condivisione di segmenti formativi.

L’attuazione al Politecnico di Torino

 

La realizzazione di percorsi di “doppia laurea magistrale” costituisce la novità più rilevante, adottata già a partire dall’anno accademico 2021/2022 solo dal Politecnico di Torino: i percorsi saranno due, negli ambiti delle Tecnologie Green e delle Infrastrutture Smart. Queste “doppie lauree” corrispondono effettivamente all’ottenimento di due titoli di Laurea Magistrale: il primo della tradizionale durata di due anni, mentre il secondo richiederà la frequenza a un solo anno ulteriore, abbreviando considerevolmente il percorso.

I percorsi saranno tre: i primi due, nell’ambito delle infrastrutture intelligenti (Smart Infrastructures) con l’integrazione tra Ingegneria elettrica e Computer and Communication Networks per i sistemi di infrastrutture energetici e con l’integrazione tra Ingegneria civile e ICT for Smart Societies per le infrastrutture civili; il terzo, nell’ambito delle tecnologie per la transizione ecologica (Green Technologies), con l’integrazione delle competenze di Ingegneria Energetica, Ingegneria Chimica e Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio.

L’Ateneo inserirà inoltre nei percorsi di laurea magistrale alcuni percorsi formativi di alta formazione (“minor”); a incrementare l’efficacia di questo approccio, questi percorsi saranno fruibili sia da chi si è già laureato (come pacchetti di formazione continua certificata), sia da chi è attualmente in corso.

“Il nostro paese ha bisogno di intraprendere una transizione verso uno sviluppo sostenibile in linea con il Green new deal europeo, di ammodernare le proprie infrastrutture, di dare piena corso alla digitalizzazione. Ben oltre 100 milioni di euro dei fondi Next Generation EU saranno fruibili in questa direzione. Il Politecnico farà la sua parte per assistere gli associati processi di ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione. Ma molto si può fare nella formazione e questo progetto formativo va proprio in questa direzione”, commenta il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Rifacendoci al PNRR, che prevede l’aggiornamento della disciplina per la costruzione degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea, abbiamo avuto la possibilità di rimuovere i vincoli nella definizione dei crediti formativi da assegnare ai diversi ambiti disciplinari, per consentire la costruzione di ordinamenti didattici che rafforzino le competenze multidisciplinari, e questo ci ha consentito di lavorare con gli altri Atenei partner in questa direzione”.

Ma non finisce qui: sempre in linea con le direttive del PNRR, il Politecnico proporrà anche il lancio, già nell’anno accademico 2021-2022, di altri percorsi di doppia laurea triennale come ad esempio quelli tra Ingegneria Edile e Architettura o tra Matematica per le ingegnerie e Data science and engineering.

“Il Politecnico da anni lavora nella direzione di potenziare la multidisciplinarietà, il lavoro in gruppo e la trasversalità della formazione, con iniziative come i Team studenteschi, le challenge sulle quali gli studenti lavorano in gruppo su progetti lanciati dalle aziende, il Percorso Intraprendenti e dell’Alta Scuola Politecnica come progetti formativi integrativi rispettivamente per le lauree triennali e per le magistrali; da ultimo, abbiamo presentato il corso “Grandi Sfide”, che coinvolgerò con lezioni di discipline legate alle scienze umane e sociali circa 3000 studenti di tutti i corsi di laurea. Questi nuovi progetti formativi caratterizzano il nostro Ateneo come uno dei più attivi nel proporre nuove modalità di erogazione della didattica al passo con le esigenze della società e del mercato del lavoro”, aggiunge il Vicerettore alla didattica Sebastiano Foti.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Antonio Monda “Il principe del mondo” -Mondadori- euro 19,00

Questo è l’ottavo capitolo della maestosa saga newyorkese scritta da Antonio Monda -professore alla New York University, direttore della Festa del Cinema di Roma- la cui casa nella Grande Mela ospita da anni la creme de la creme di scrittori ed attori.
In “Il principe del mondo” racconta la New York degli anni che vanno dal 1927 al 1930; tra progetti ambiziosi come la costruzione dei primi grattacieli più belli del mondo, la Grande Depressione e la crisi della borsa del 29, ma anche personaggi che creano imperi dal nulla.

Voce narrante è quella del giovane Jake Singer, assistente del geniale produttore cinematografico Sam Warner che a Hollywood sta per cambiare per sempre il mondo del cinema con l’introduzione del sonoro. Alla morte (misteriosa) del Tycon, Singer finisce a lavorare nientemeno che per Joe Kennedy, capostipite della famiglia americana più importante del 900.

Kennedy si è fatto dal nulla: è intelligente, ambizioso e spregiudicato tanto da aver creato la sua fortuna con il contrabbando dei liquori durante il proibizionismo. Ora punta anche a investire nella mecca del cinema e frequenta mostri sacri come l’attrice Gloria Swanson con la quale tradisce sua moglie Rose, fervente cattolica indaffarata a sfornare un figlio dopo l’altro.

Kennedy è una figura controversa e senza scrupoli, punta sempre più in alto, fino ad ambire alla presidenza; ma per lui che è antisemita, omofobo, filonazista, amico di criminali e contrabbandieri, la Casa Bianca è inavvicinabile.
Però quest’uomo, pieno di lati oscuri e spietato, non demorde e allena i suoi figli maschi a diventare presidenti degli Stati Uniti d’America.
Come andò lo sappiamo tutti, la maledizione che pesò su Camelot inflisse a Joe e Rose lo strazio di 4 figli morti tragicamente.

Ma nelle pagine di Antonio Monda troviamo un punto di vista privilegiato, quello di Jake Singer, che ci racconta il dietro le quinte dei maneggi di Kennedy, e ci introduce in un mondo di ricchezza, lusso e sogni di potere. Ci sono anche personaggi come il maggiordomo dei Kennedy, al quale Monda tiene particolarmente. E’ ispirato a una persona che lo scrittore ha conosciuto personalmente: parente povero che serve il ramo della famiglia ricchissimo e dispensa battute importanti, facendo un po’ la morale di quanto accade.

Nel libro poi c’è anche molta New York -per eccellenza la città di persone motivate, energia e grandi opportunità- che vuole eccellere e dimostrare la sua forza e coraggio. Una metropoli che sa rialzarsi sempre… e più svettante di prima.

 

Alessandro Barbero “Alabama” -Sellerio- euro 15,0

Preparatissimo, gran divulgatore che miscela simpatia, entusiasmo ed erudizione a tonnellate, ben oltre la sua formazione di esperto del Medio Evo. Alessandro Barbero è tutto questo e molto…molto di più, è il professore universitario che tutti vorrebbero avere.

Questa volta fa centro con il nuovo romanzo in cui racconta i massacri della Guerra Civile americana che, tra 1861 e 1865, vide su fronti opposti gli Stati del nord contro quelli del Sud schiavisti.
Conflitto che spaccò in due il paese: tra chi voleva abolire la schiavitù dei negri e chi invece la difendeva, anche perché l’economia sudista si reggeva sulle vaste e ricche piantagioni in cui gli schiavi di colore lavoravano, sputavano fatica e sangue, ed erano frustati o uccisi per un nonnulla.

Barbero è abilissimo nel dare voce ad un vecchio soldato del sud, sconfitto in battaglia.
E’ Dick Stanton, rintracciato dalla studentessa di un college che, per scrivere la tesi di laurea, lo interpella sulla sua partecipazione alla guerra di secessione.
L’anziano non si sottrae alle domande, narra ricordi lontani; solo si appisola ogni tanto aumentando la suspence.

Dick è un “povero bianco” che ha combattuto nelle file della Confederazione, e narra la spavalderia con cui lui e i suoi compagni affrontarono gli “Yankees” e la loro pretesa di abolire la schiavitù.
E’ sopravvissuto alla feroce battaglia di Wilderness che fu un atroce massacro, con morti da entrambe le parti. Fu soprattutto una carneficina vigliacca e una follia dei confederati che ammazzarono senza un’oncia di pietà i negri che erano scappati dalle piantagioni e si erano accodati ai nordisti.

Pagine agghiaccianti che svelano come la vita degli schiavi valesse nulla, tanto da portare all’orribile mattanza.
Barbero riporta alla luce episodi della Guerra Civile di 150 anni fa, ma precisa che la storia di ieri ha un forte aggancio con quella odierna: perché sussistono gravi problemi nei rapporti tra bianchi e neri, e basta leggere la cronaca per rendersene conto.

 

Francesca Chelli “Metti che vivo” -La torre dei venti- euro 15,00

Una carriera prestigiosa, un marito e figlie perfetti, una splendida casa nel cuore chic di Milano, una vita che in molte vorremmo. Ma che succede quando la malattia irrompe e tutto sembra frantumarsi?
E’ quello che ci racconta nel suo libro autobiografico di esordio Francesca Chelli, donna bella e di gran fascino, dalle mille potenzialità.

E’ nata a Genova, trapiantata a Milano dove si è laureata all’Università Bocconi -dunque ha anche una gran bella testa-, sposata e madre, ha intrapreso pure una fulgida carriera.
Per 10 anni è stata amministratore delegato di un’importante multinazionale del caffè in Italia; poi ha fondato la sua società di consulenza in marketing e comunicazione. Ha un suo blog –www.mystylenotebook.com- e l’account Instagram @franci_chelli.

Protagonista e alter ego dell’autrice è Livia, che rispecchia sensibilità, forza interiore e capacità di reagire: doti di cui Francesca Chelli deve essere ben equipaggiata e che le hanno permesso di attutire i duri colpi che la vita le ha inferto.

Con eleganza, pudore e gran sincerità racconta come la sua vita sia stata sconvolta da una misteriosa malattia dell’amato marito Federico. E quello che sembrava un sodalizio inossidabile, fatto di affetto, fiducia, condivisione di valori e concezione della vita, di colpo e inaspettatamente si trasforma in una convivenza difficile e infelice.

Federico incomincia a camminare con difficoltà, il suo è un male che i medici stentano a diagnosticare e curare; e man mano che peggiora, il suo carattere sembra trasformarsi…in peggio.
Livia diventa il capro espiatorio dei malumori crescenti del compagno, che scarica su di lei tutto il peso della propria sofferenza. Quell’intesa sulla quale era edificata la loro esistenza si sfracella in sofferenza e continue incomprensioni.

Il matrimonio che sembrava felice precipita in un inferno quotidiano.
E se è vero che nel momento del bisogno si scopre la vera tempra di una persona, quella di Livia è fedelmente ancorata alla lealtà che il vincolo matrimoniale comporta; insieme al senso di responsabilità e mutuo soccorso “in salute e malattia”. La costellazione interiore dei suoi profondi valori diventa la boa a cui attaccarsi nel mare in tempesta.

E non vi dico come si sviluppano sentimenti, emozioni e fatti, per non anticipare troppo di questo romanzo scritto benissimo, senza sbrodolature e retorica. E che affronta un’impasse di vita che può afferrare ognuno di noi, in qualunque momento. Pagine di vita in cui molti potrebbero riconoscersi, e dalle quali trarre spunti importanti.

 

Kathy Reichs “Il prezzo del passato” -Rizzoli- euro 19,00

La Reichs, nata a Chicago nel 1948, è antropologa forense in Québec ed insegna all’Università di Charlotte, ed è una delle scrittrici di thriller di maggior successo con la sua protagonista –e in parte alter ego- Temperance Brennan. I suoi best seller hanno anche ispirato la serie televisiva “Bones”.

Qui siamo alla sua ventesima indagine che si muove su più piani.
Su quello personale, Tempe continua a dividersi tra Charlotte e Montreal, sempre con il suo gatto Birdie al seguito, e mantiene un forte legame con il tenente investigativo Andrew Ryan, fatto però di alti e bassi.

Poi c’è un rebus agghiacciante. L’infuriare dell’uragano Inara ha scaraventato sulle rive dell’oceano, all’altezza di Charleston, un fusto per rifiuti sanitari con dentro i cadaveri di due corpi femminili nudi, senza dita né denti che sarebbero utili per l’identificazione.
Questo ritrovamento è per Temperance un deja-vù, perché 15 anni prima un caso identico l’aveva vista in azione, ma senza successo. All’epoca, a Montreal, nel fiume era stato ritrovato un analogo bidone con i resti di una donna e una bambina, delle quali non si erano mai scoperti i nomi. Coincidenza o cos’altro?

Ad aggiungere pathos al romanzo c’è poi anche il misterioso dilagare di un virus trasmesso dagli animali all’uomo, sempre a Charleston. Qui le indagini oscillano tra presente e passato, riportano al tentato omicidio di Tempe e Ryan, e gli indizi vanno nella direzione di uno scienziato geniale, privo di moralità. E’ un ex ragazzino prodigio diventato biochimico e ingegnere informatico, esperto di ricerche sul genoma e di vaccini.