ilTorinese

“Morsi”: una favola nera tra neve, infanzia e orrore

Torino tra le righe

Per questo appuntamento di Torino tra le righe voglio portarvi nel cuore gelido di una storia che sorprende, inquieta e si insinua lentamente nella mente del lettore. Morsi è la seconda prova narrativa di Marco Peano, autore torinese classe 1979, che dopo l’acclamato esordio con L’invenzione della madre (Minimum Fax, 2015), ha scelto di percorrere una strada nuova, più oscura e spiazzante, ma non per questo meno intensa.
Con Morsi – edito da Bompiani nel 2022 – Peano si cimenta con un romanzo che si muove tra il thriller psicologico, il racconto di formazione e la favola gotica. Il risultato è un’opera disturbante e coraggiosa, che rompe gli schemi del realismo italiano per affacciarsi su territori narrativi poco frequentati nel nostro panorama letterario. Una scelta rischiosa, che ho trovato profondamente affascinante: anche io, come molti lettori, mi sono sentita spiazzata dopo pochi capitoli, ma proprio questo spiazzamento è diventato parte integrante dell’esperienza.
Peano, oltre a essere scrittore, è editor per Einaudi e docente allo IED di Torino. Collabora con Tuttolibri de La Stampa, e la sua scrittura, anche in questo romanzo, riflette una profonda consapevolezza letteraria. Nonostante il cambio di registro rispetto al suo primo romanzo, l’attenzione per i dettagli psicologici, per i non detti e per i legami familiari rimane una costante.
La storia si apre con un’immagine apparentemente innocente: una ragazzina che gioca nella neve. È Sonia, ha undici anni, e quel Natale del 1996 lo passerà, controvoglia, a casa della nonna, nel paesino montano di Lanzo Torinese. La grande nevicata di quell’anno isola il borgo dal resto del mondo, creando una cornice ovattata e sospesa, perfetta per ciò che sta per accadere.
La casa in cui Sonia viene accolta è un luogo carico di silenzi e di segreti. La nonna Ada è una donna severa e schiva, conosciuta nella valle come guaritrice. Alcuni la chiamano masca, termine dialettale che evoca antichi saperi, riti dimenticati e superstizioni che resistono al tempo. La bambina osserva tutto con un misto di diffidenza e attrazione, trascorrendo le giornate tra stanze polverose e visite misteriose nello stanzino dove la nonna riceve pazienti e bisbiglia parole inascoltabili tra impacchi, erbe e gesti arcani.
Intorno, il paese si svuota per le vacanze, ma un’altra ombra grava sugli abitanti: la scuola è stata chiusa in anticipo per via di un evento sconvolgente, “l’incidente”. La professoressa Cardone, l’insegnante di italiano, durante una lezione ha fatto qualcosa di così agghiacciante che nessuno riesce nemmeno a raccontarlo. Un trauma collettivo che avvolge Lanzo in un silenzio ancora più inquietante del freddo e della neve.
Sonia trova un compagno di avventura in Teo, un coetaneo cresciuto in una famiglia contadina, abituato alla durezza della vita e a soddisfare i propri istinti con una fame quasi primitiva. Tra i due nasce un legame necessario, fatto di sfide, coraggio e incoscienza. Insieme si avventurano nel mistero, attraversano il gelo e l’oscurità con lo sguardo puro di chi non ha ancora appreso del tutto la paura.
Quello che sembra partire come un romanzo di formazione si trasforma gradualmente in un horror psicologico, dalle tinte gotiche, quasi splatter. Le atmosfere ricordano certi racconti di Stephen King, ma filtrati attraverso la lente della cultura piemontese: la neve che copre tutto, il silenzio dei paesi di montagna, il dialetto che ritorna come memoria e identità.
Morsi racconta, in fondo, la fine dell’infanzia. Lo fa esasperandone le conseguenze, ma toccando una verità universale: crescere significa quasi sempre passare attraverso una frattura, un trauma, qualcosa che ci costringe a lasciarci alle spalle l’ingenuità e la sicurezza dell’essere bambini. A volte, crescere è davvero un orrore.
La scrittura di Peano è densa, ipnotica, spesso poetica anche nelle descrizioni più cupe. L’autore dosa con abilità tensione narrativa e introspezione, creando un equilibrio sottile tra realtà e incubo, tra memoria e visione. Le immagini restano nella mente, così come i personaggi, pieni di ombre e ambiguità. La figura di Sonia, in particolare, è toccante nella sua fragilità combattiva, nella sua sete di comprensione e nella volontà di resistere.
Morsi è un romanzo che rompe con la tradizione, che osa, che lascia spaesati e affascinati. Un libro che va letto senza aspettative, lasciandosi trascinare nella sua atmosfera sospesa e allucinata. Marco Peano ci porta per mano sulla soglia dell’orrore, e lo fa con delicatezza, con grazia, con crudeltà.
E quando si arriva all’ultima pagina, ci si accorge che qualcosa, dentro, è cambiato.
MARZIA ESTINI
Linktree. Make your link do more.Nino the mischievous elf an incredible Christmas adventure of friendship and magic
linktr.ee

Dalla Città della Salute le Linee Guida mondiali per l’ipertensione arteriosa

Linee guida mondiali 2025: Torino protagonista

La Città della Salute e della Scienza di Torino ha curato la redazione delle Linee Guida mondiali 2025 per la diagnosi e la terapia personalizzata dell’ipertensione arteriosa. Il documento è stato elaborato sotto l’egida della Endocrine Society e coinvolge esperti internazionali.

L’ipertensione: un problema diffuso e pericoloso

L’ipertensione arteriosa interessa oltre un quarto della popolazione adulta — più di un milione di persone solo in Piemonte — e costituisce il principale fattore di rischio modificabile per ictus, infarto, insufficienza cardiaca e renale.
Non tutte le forme sono uguali: identificare precocemente le cause secondarie, come l’iperaldosteronismo primitivo, consente di adottare terapie mirate e di ridurre in modo significativo il rischio di complicanze cardiovascolari a lungo termine.

Il contributo di Torino e del professor Mulatero

Il professor Paolo Mulatero, del Centro universitario di Eccellenza Europeo per la Diagnosi e la Terapia dell’Ipertensione Arteriosa della Città della Salute e della Scienza di Torino (diretto dal professor Franco Veglio), è stato l’unico rappresentante italiano e uno degli esperti europei coinvolti nella stesura delle nuove Linee Guida. Specialista di ipertensione e studioso dell’aldosterone, Mulatero ha contribuito alla definizione dei protocolli diagnostici e terapeutici, confermando il ruolo di eccellenza del centro torinese nella ricerca e nella cura delle patologie cardiovascolari.

L’iperaldosteronismo: una patologia spesso nascosta

L’iperaldosteronismo si verifica quando le ghiandole surrenali producono un eccesso di aldosterone, causando ritenzione di sodio, ipertensione resistente e riduzione del potassio. I pazienti affetti presentano un rischio cardiovascolare superiore rispetto a chi soffre di ipertensione essenziale, con danni a cuore, reni e vasi sanguigni e un aumento della mortalità cardiovascolare.
Questa condizione può interessare fino al 10% degli ipertesi (tra 60 e 100 mila persone in Piemonte), ma spesso non viene riconosciuta perché i sintomi sono simili a quelli dell’ipertensione comune, portando a trattamenti non adeguati.

Cosa raccomandano le nuove Linee guida

Il documento suggerisce di misurare in tutti i pazienti con pressione alta il rapporto aldosterone/renina, un test semplice e sensibile per individuare precocemente la patologia.
Se lo screening risulta positivo, viene raccomandato un trattamento specifico, farmacologico o chirurgico, personalizzato in base alle caratteristiche cliniche del paziente.
L’applicazione di queste indicazioni mira a migliorare il controllo pressorio e ridurre il numero di eventi cardiovascolari legati all’ipertensione.

Verso un approccio su misura

Passare dall’approccio “generico” a quello “su misura” significa identificare e trattare l’iperaldosteronismo primitivo per ottimizzare il controllo della pressione, diminuire il rischio di eventi cardiovascolari e migliorare la prognosi e la qualità di vita.

Le parole dell’esperto

“Queste Linee guida rappresentano un passo avanti fondamentale per ottimizzare la diagnosi precoce e offrire terapie sempre più personalizzate ai nostri pazienti ipertesi” dichiara il professor Paolo Mulatero.

Corsi per diventare guardia zoofila OIPA

Sono aperte le iscrizioni ai corsi di formazione per diventare guardia zoofila dell’Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA) in Piemonte e Valle d’Aosta.

Le lezioni sono gratuite e si terranno a partire dal 6 ottobre. Sono previsti due test intermedi e un esame finale in presenza. Le domande d’iscrizione potranno essere presentate fino al 20 settembre. Per partecipare, è richiesta unicamente l’iscrizione all’OIPA con quota libera a scelta.

«Le guardie zoofile volontarie OIPA rivestono la qualifica di pubblici ufficiali, agenti di polizia amministrativa e, nei casi previsti, di polizia giudiziaria», spiega Massimo Pradella, coordinatore nazionale delle guardie eco-zoofile OIPA. «Le loro mansioni comprendono la prevenzione e repressione delle infrazioni relative alla protezione degli animali e alla difesa del patrimonio zootecnico locale».

Quella della guardia eco-zoofila è una figura prevista dall’ordinamento riguardante la vigilanza zoofila (leggi n. 611/13 e n. 189/2004) e da altre leggi statali e regionali in materia di tutela degli animali d’affezione. La nomina a guardia particolare giurata OIPA è conferita dal Prefetto con decreto.

Il corso di formazione organizzato dall’OIPA è rivolto a tutte le persone maggiorenni fortemente motivate e amanti degli animali, serie e disponibili, che condividano gli scopi associativi dell’associazione. I candidati devono essere in possesso almeno della licenza media inferiore e non devono avere condanne penali o carichi pendenti.

Per maggiori informazioni su come partecipare al corso scrivere un’email a direzionecorsipiemonte@oipa.org indicando nome, cognome, numero di telefono, indirizzo mail e Regione.

Tassinario pronta all’esordio mondiale. Giovedì il primo tuffo a Otopeni 

Distretti del Commercio, bando per i progetti strategici

E’ aperto il bando con cui la Regione Piemonte mette a disposizione oltre 7,2 milioni di euro per il sostegno ai progetti strategici presentati dai Distretti del Commercio, da svilupparsi negli anni 2025-2027.

È un provvedimento fortemente voluto dall’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni, che spiega: «I Distretti del Commercio sono lo strumento cardine che ho posto al centro del rilancio e della competitività del commercio piemontese, per metterlo in condizione di vincere sfide come la concorrenza dell’e-commerce, la desertificazione commerciale specie nelle aree interne, il rilancio urbanistico, il presidio delle periferie e dei piccoli centri, l’innovazione tecnologica e dei servizi offerti. Uno dei primi atti al mio arrivo all’assessorato è stato l’istituzione del Tavolo del Commercio assieme alle associazioni di categoria: questo bando è stato scritto assieme a loro, ascoltando le loro indicazioni e priorità a garanzia dell’efficacia degli interventi».

Istituiti nel 2020, i Distretti del Commercio in Piemonte sono 74, cui quest’anno se ne aggiungeranno 20 di nuova costituzione, se dichiarati ammessi all’elenco regionale e che hanno potuto beneficiare del contributo di 50mila euro per l’avviamento dell’attività. Dei 94 distretti totali, 53 sono quelli urbani nell’ambito di un solo Comune (Duc), e 41 quelli diffusi su più Comuni (Ddc).

A questo link la mappa completa dei Distretti in Piemonte:

https://www.geoportale.piemonte.it/visregpigo/?context=13dd5f17-e8ec-d4fd-e48b-763e690977d8

Ogni Distretto del Commercio potrà ora presentare e candidare a finanziamento un unico progetto strategico. Il bando resterà aperto fino al 7 ottobre, e assegna a ogni distretto un contributo a fondo perduto pari all’80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di 250mila euro per i progetti in conto capitale; per gli interventi di spesa corrente il contributo regionale copre fino all’80% del costo del progetto ma con un massimo di 40.300 euro.

Quali interventi potranno essere finanziati con questo bando? Sono ammesse nell’ambito del progetto strategico candidato a contributo regionale, a titolo d’esempio, le spese relative a progetti di qualificazione urbana, interventi inerenti il design urbano e gli spazi pubblici, progetti di sistemazione delle aree mercatali, iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, politiche attive sul riuso degli spazi sfitti, interventi per il recupero e la valorizzazione dei locali commerciali storici, progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci, formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione, interventi volti all’ammodernamento e al miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna…).

Conclude l’assessore Bongioanni: «Entro 70 giorni dalla chiusura del bando pubblicheremo la graduatoria dei progetti finanziabili. Sarà la fotografia del commercio del Piemonte del futuro, della sua capacità di fare sistema e massa critica, ma soprattutto di intervenire in modo fattivo nei processi di governance del territorio e della società piemontese».

La Vuelta arriva a Torino: una grande festa di sport, cultura e sapori

/

Evento organizzato da Vuelta a España, Regione Piemonte e Città di Torino. Ospitato dai Musei Reali di Torino.

Giovedì 21 agosto 2025 Torino sarà al centro della scena mondiale del ciclismo con la tradizionale cerimonia di presentazione delle squadre della Vuelta a España 25. Uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati, che avrà come cornice d’eccezione la Piazzetta Reale, all’interno del complesso dei Musei Reali di Torino: un palcoscenico che unirà sport, musica, cultura e identità territoriale.

L’evento, intitolato “Teams Presentation – La Vuelta 25” e promosso da Vuelta, Regione Piemonte e Città di Torino, rappresenterà il prologo ufficiale della “Salida Oficial”: la grande partenza della corsa che, per la prima volta nella storia, prenderà il via dall’Italia e in particolare dal Piemonte.

La cerimonia sarà gratuita e aperta a tutti, con diretta televisiva e streaming in oltre 190 Paesi. In Italia verrà trasmessa su Eurosport, portando Torino e il Piemonte sotto i riflettori internazionali come capitale di sport, arte e cultura.

IL PROGRAMMA IN PIAZZETTA REALE

  • Ore 17.00 – Lezione collettiva di spinning per vivere l’atmosfera ciclistica in modo partecipativo e coinvolgente.

  • Ore 17.45 – DJ set per accompagnare l’attesa del pubblico e trasformare Piazzetta Reale in un luogo di incontro e condivisione.

  • Ore 19.30 – Inizio della cerimonia ufficiale con la presentazione delle 22 squadre partecipanti. I corridori, in divisa, saliranno sul palco per salutare il pubblico e i media internazionali, scaldando l’entusiasmo in vista della partenza del 23 agosto da Torino–Venaria Reale.

Ospite speciale della serata sarà il cantautore spagnolo Antonio Orozco, artista di fama internazionale con oltre mezzo milione di dischi venduti e più di 1.000 concerti in carriera. Orozco firma anche la colonna sonora ufficiale della Vuelta 25: il brano “Te estaba esperando”, che accompagnerà la gara attraverso Italia, Francia, Andorra e Spagna fino al traguardo di Madrid il 14 settembre, celebrando i valori del viaggio e dell’attesa.

SAPORI TRA PIEMONTE E SPAGNA

La Vuelta 25 sarà anche un’occasione di incontro tra culture attraverso il cibo. Regione Piemonte, in collaborazione con La Vuelta e i Cuochi della Mole, ha ideato un progetto enogastronomico che racconta le affinità e le differenze tra le tradizioni piemontesi e spagnole.

Nel menù figurano creazioni come:

  • il “Sangretto”, reinterpretazione della sangria con Brachetto, Vermouth torinese e Ratafià;

  • le “Tapas sabaude”, assaggi che fondono robiola di Cocconato, bagnet vert, tortilla al tartufo e nocciole Piemonte IGP;

  • la “Padella Piemontese”, omaggio alla paella con riso carnaroli vercellese, coniglio grigio di Carmagnola, peperoni e bagna caoda;

  • dessert a base di paste di meliga e crema chantilly allo zabaione.

Una proposta che rafforza il messaggio della Vuelta: lo sport come ponte tra popoli, culture e sapori.
Qui l’elenco dei ristoranti aderenti.

LA VUELTA 25, UNA VETRINA PER IL PIEMONTE

Dal 23 al 26 agosto, il Piemonte ospiterà quattro tappe ufficiali attraversando le province di Torino, Biella, Vercelli, Novara e Cuneo, prima di proseguire verso la Francia.

I numeri parlano chiaro: milioni di spettatori, 136 comuni coinvolti, centinaia di atleti e operatori, media da tutto il mondo. Dopo il Giro d’Italia e il Tour de France, il Piemonte diventa la prima regione al mondo ad aver accolto le grandi partenze di tutti e tre i Grandi Giri, consolidandosi come piattaforma internazionale di sport, turismo e cultura.

Tentato furto in camper: due arresti

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha arrestato a Torino due persone per tentato furto aggravato su un camper e per resistenza a P.U.

L’episodio è avvenuto in via Valprato angolo via Cigna, grazie alla segnalazione del proprietario del mezzo, che dal balcone di casa sua era stato allarmato dall’antifurto del camper, ed aveva contattato il 112 NUE, indicando la presenza di due soggetti intenti a rovistare all’interno dell’abitacolo.

I due uomini, entrambi cittadini marocchini, di 35 e 29 anni, venivano intercettati poco dopo da una Volante del Comm.to di P.S. “Barriera Milano”, che li arrestava; nelle fasi di trasporto negli uffici di polizia, entrambi attuavano una forte resistenza nei confronti dei poliziotti danneggiando l’autovettura di servizio.

Gli arresti sono stati convalidati.

Sport e ambiente, impianti “eco-sostenibili”, maxi investimento dalla Regione

Impianti sportivi al centro dell’agenda della Regione Piemonte. Sono in arrivo quattro nuovi bandi con una dotazione complessiva di oltre 20 milioni di euro, destinati al miglioramento degli impianti sportivi pubblici in termini di efficienza energetica, sostenibilità e qualità dell’offerta sportiva. Gli assessori Marnati e Bongioanni: «Si tratta del più importante investimento congiunto fra sport e ambiente mai varato dalla Regione Piemonte, un salto nel futuro per la pratica sportiva sul nostro territorio».

I primi due bandi, in uscita a settembre, contano su un budget complessivo di 14 milioni di euro da fondi della programmazione Fesr 2021-27: 10 milioni andranno a migliorare l’efficientamento energeticodegli edifici e delle reti di illuminazione – anche esterne – degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici, e 4 milioni di euro alla promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Beneficiari saranno i Comuni, le Province e la Città Metropolitana di Torino, i Comuni, le Unioni di Comuni e le Unioni montane – Raggruppamenti temporanei di Comuni.

Sottolinea l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati: «Molti impianti sportivi pubblici del Piemonte sono obsoleti, costruiti prima degli anni ’90, e necessitano di urgenti interventi di ammodernamento. Sono strutture vecchie e non più adeguate agli standard attuali. Per migliorare l’offerta sportiva, assieme all’assessore Bongioanni abbiamo voluto fortemente questa misura significativa e cospicua anche dal punto di vista finanziario. Si tratta di misure fondamentali che garantiranno un significativo risparmio energetico, accompagnato da una riduzione delle emissioni e delle sostanze inquinanti in atmosfera, a beneficio della salute pubblica e dell’ambiente. Un aiuto concreto per le amministrazioni locali, chiamate a rendere più efficienti gli impianti sportivi e a ridurre l’impatto ambientale sul territorio. Uniamo le forze, ambiente e sport, per raggiungere questo obiettivo».

Saranno finanziabili gli interventi finalizzati a ridurre i consumi energetici e le emissioni climalterantidelle strutture sportive, a migliorare il patrimonio impiantistico pubblico e abbattere i costi di gestione energetica. Il contributo pubblico coprirà fino al 70%dei costi di ogni progetto. Qualche esempio: interventi di isolamento termico degli edifici, sostituzione dei serramenti, realizzazione di sistemi di schermatura solare, sostituzione di impianti di riscaldamento e di raffrescamento o di altri impianti tecnologici, realizzazione di sistemi di building automation, installazione impianti di produzione di energia termica ed elettrica, come l’installazione di pannelli fotovoltaici, in abbinamento a sistemi di accumulo dell’energia prodotta. A inizio settembre inizierà la consultazione con i partner, e a seguire la pubblicazione dei bandi.

Gli altri due bandi – che saranno pubblicati a ottobre – contano su una dotazione totale di 6,4 milioni di euro: 5 destinati alla riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici e delle associazioni sportive, e 1,4 a favore dei Comuni fino a 15.000 abitanti (o loro Unioni) per creare percorsi ludico-sportivi, spazi e aree attrezzate all’aperto.

Spiega l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni:«È un grande programma per l’ammodernamento e il miglioramento di strutture e spazi sportivi, punto nodale per l’incremento della pratica motoria a tutti i livelli e la promozione di stili di vita sana e di forme di aggregazione sociale attraverso lo sport che abbiamo messo al centro della nostra azione. Ringrazio l’assessore Marnati per la disponibilità e la perfetta sintonia d’intenti. Con questi bandi andiamo a riqualificare gli impianti sportivi esistenti attraverso interventi di manutenzione straordinaria, adeguamento alle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, abbattimento delle barriere architettoniche, recupero e rifunzionalizzazione degli spazi sportivi. Nei Comuni sotto i 15mila abitanti e loro Unioni sosteniamo la creazione di percorsi ludico-sportivi multidisciplinari, l’allestimento di spazi per favorire l’attività motoria e sportiva anche nelle scuole sprovviste di palestra e la creazione di aree attrezzate all’aperto».

CS

Giachino: “De Gasperi, il modello per rilanciare il Paese”

Per rilanciare l’economia italiana, ridurre il grande debito pubblico e migliorare Sanità, la Scuola e i nostri trasporti, a quale modello di Governo del dopoguerra ci possiamo ispirare?

La politica, che rappresenta l’interesse nazionale di un Paese fa scelte di collocazione internazionale in Parlamento e esprime governi che rilancino la economia che migliorino la Scuola, la Sanità e la Mobilità e offrano un futuro alle proprie generazioni. A  80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e dal recupero della libertà e della democrazia, l’Italia che da 25 anni ha una crescita economica molto bassa e che ha un Debito che ha superato i tremila miliardi , un debito che ci costa mediamente 80 miliardi di interesse ogni anno. Soldi che vengono levati alla Scuola, alla Sanità, alla qualità delle strade etc.
Agosto per la politica ha sempre rappresentato il momento delle analisi fatte al fresco della montagna o sotto l’ombrellone. Ma il  19 di agosto anniversario della morte di De Gasperi ci offre la opportunità di ricordarlo omaggiandolo per i suoi grandi meriti e ci fa fare un esame di coscienza su cosa abbiamo fatto noi negli ultimi vent’anni .
Alcide De Gasperi,  il padre della Ricostruzione del nostro Paese, considerato il più grande politico e Uomo di governo del dopoguerra, l’unico che può essere avvicinato a Cavour, il Padre della Unità d’Italia, ebbe il coraggio di rompere il governo di unità nazionale per schierarsi con l’Occidente libero, democratico e pluralista. Fu grande perché Capì la importanza della NATO per la difesa del Paese cui  aderimmo nel 1949 dopo un violentissimo scontro parlamentare con Togliatti. Emanuele MACALUSO scriverà sul riformista nel 2003 che il PCI capì la importanza della NATO solo 27 anni dopo quando Berlinguer a Pansa rispose che si sentiva più tranquillo sotto la NATO rispetto al Parto di Varsavia. De Gasperi  ebbe il grande merito, insieme a Adenauer e a Schumann, di dar vita all’Europa perché nella vita dei Paesi democratici contano i programmi dei partiti ma contano  soprattutto le decisioni dei governi perche queste cambiano le cose.  Ma De Gasperi  seppe attorniarsi di grandi Ministri che, ognuno nel proprio settore, fecero grandi cose. Nelle nostre Città e nei nostri paesi vediamo le Case Fanfani frutto di un grande Piano Casa opera appunto di un grande uomo di Governo, cui solo l’invidia dei suoi colleghi parlamentari impedì di diventare Presidente della Repubblica , Antonio Segni fece la Riforma agraria e quindici anni dopo diventò Capo dello Stato. Grandi Ministri dei Lavori pubblici impiegarono al meglio e in modo molto più efficiente di oggi i soldi del Piano Marshall e diedero inizio alla costruzione delle autostrade . Vanoni fu un grande Ministro delle Finanze , molto umano. In Parlamento avevamo altri grandi personaggi come Moro, Taviani, Nenni, Saragat, etc. Ai Governi di De Gasperi  e ai governi centristi a lui succeduti dobbiamo il Boom economico , il  periodo di maggiore crescita della economia italiana . Si ricostruì la rete ferroviaria bombardata, si riaprirono e rilanciarono le fabbriche. Nacque una delle più importanti industrie dell’auto del mondo. Ricordo che l’industria dell’auto con le migliaia di aziende dell’indotto e’ la più grande filiera industriale del mondo e gli altri Paesi europei l’hanno difesa con le unghie e i denti fino  che non è arrivata una sciagurata decisione europea che l’ha messa in crisi. Nelle Università di mezzo mondo si studia  il Boom economico italiano (1946-1970 )per capire le scelte di quei governanti.
In quel periodo la crescita economica beneficiò tutti , a partire da chi entrava nelle fabbriche e poteva acquistare prima l’auto poi gli elettrodomestici , l’appartamento e contemporaneamente faceva studiare i propri figli.  Quel grande periodo di crescita economica  cioè diminuì le diseguaglianze mentre la bassa crescita economica di questi ultimi 25 anni ha aumentato le diseguaglianze oltre ad impoverire il ceto medio . Nell’autunno del  1969 in tre mesi un grande Ministro del Lavoro, Carlo Donat-Cattin, mise fine all’epoca dei bassi salari e nel 1970 diede ai lavoratori lo Statuto dei Lavoratori , una legge che ,seppure con qualche eccesso, migliorò proprio la condizione dei lavoratori. Oggi assistiamo invece a uno sfruttamento incredibile in alcuni settori dei servizi e si pone con maggiore forza la domanda di un salario minimo. Vedete la  domanda che un buon uomo di governo dovrebbe porsi alla fine del suo servizio e’: le aziende del settore nel quale  sono stato delegato dal Presidente del Consiglio alla fine del mio mandato stanno meglio ci prima o no? Per quanto riguarda il trasporto merci se interpellate il più grande trasportatore italiano, Eleuterio Arcese , vi dirà che a Novembre del 2011 il mondo del trasporto merci stava meglio che nel maggio del 2008 quando venni nominato Sottosegretario ai trasporti.
I Governi di De Gasperi e della DC sono stati il modello cui si sono ispirati molti dei suoi successori a partire da Silvio Berlusconi, ma se siamo obiettivi con noi stessi e dobbiamo dire Degasperi e i suoi governi hanno rappresentato il vertice della esperienza dei Governi italiani del 900. Per quanto mi riguarda ho imparato molto nei sei anni di collaborazione con Donat-Cattin e negli anni della collaborazione con Gianni Letta.
Se vogliamo bene ai nostri figli, ai nostri nipoti e al nostro Paese però a Settembre lavoriamo per migliorare decisamente l’attività di Governo rilanciando in qualche modo la grande esperienza democristiana.

Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO