ilTorinese

Marazzato in streaming su trattamento di rifiuti e circular economy

SIDISA 2021, MARAZZATO PROTAGONISTA DI UN CONVEGNO INTERNAZIONALE IN DIRETTA 

La storica azienda ambientale terrà a Villastellone il 1° Luglio un’importante sessione tecnica dedicata al trattamento di rifiuti e circular economy totalmente a zero emissioni di CO2.

E’ in corso a Torino, dal 29 Giugno al 2 Luglio 2021, l’XI ‘Simposio Internazionale di Ingegneria Ambientale SIDISA’ promosso dall’Associazione Nazionale di Ingegneria Sanitaria Ambientale (ANDIS) e dal Gruppo Italiano di Ingegneria Sanitaria Ambientale (GITISA) in collaborazione con il Politecnico di Torino e partners Gold quali ‘Gruppo Smat’ e ‘Gruppo Marazzato’ per progetti di Ricerca & Sviluppo anche in tema di gestione dei rifiuti speciali.
“Marazzato ha firmato un accordo nel 2020 con il Politecnico di Torino per avviare collaborazioni su più fronti, in primis la sostenibilità ambientale. Convergenza, questa, confluita fattivamente nell’organizzazione del ‘Sidisa’ il cui focus è proprio la collaborazione scientifica tra ricercatori e imprese in tale direzione”, ha spiegato all’Ansa Mariachiara Zanetti, Professore Ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale e Presidente del Comitato Scientifico del ‘Sidisa’.
“Giovedì 1° Luglio dalle 9 alle 14, presso il Centro Ricerche e Sviluppo del Gruppo Marazzato a Villastellone, nel Torinese, si terrà una sessione tecnica dal titolo “Trattamento dei rifiuti e circular economy” da cui evincere l’insieme delle attività di ricerca che l’azienda svolge insieme al Politecnico di Torino”, ha dichiarato alla medesima agenzia di stampa nazionale anche Ivano Bosi, Ceo di ‘Azzurra Srl’, società che ospita l’evento.
Tra le novità dell’ultima ora, è possibile seguire l’evento passo dopo passo in diretta streaming collegandosi all’indirizzo web https://youtu.be/t9M9wbA7Xew.
E, non ultimo per importanza, “‘Marazzato’ realizzerà grazie a ‘Lifegate’ il Convegno Internazionale totalmente a ‘Impatto Zero®, il primo al mondo ad aver concretizzato il Protocollo di Kyoto contribuendo a calcolare, ridurre e compensare le emissioni di CO2 prodotte da qualsiasi attività umana tramite crediti di carbonio generati dalla creazione e tutela di foreste in crescita”, precisa l’Ingegner Eleonora Longo, Coordinatore del Centro Ricerche e Sviluppo del ‘Gruppo Marazzato

I Civich salvano quattro gattini abbandonati in una scatola

Ieri pomeriggio, intorno alle 13.00, mentre camminava lungo Strada vicinale delle Cascinette, dietro Leroy Merlin, un cittadino ha notato una scatola abbandonata a bordo strada animata da piccoli movimenti. Si è avvicinato e ha visto che all’interno vi erano 4 cuccioli di gatto. 

L’uomo ha immediatamente telefonato allo  011.0111 e  i ‘civich’ sono subito arrivati sul posto.  Gli agenti del Comando Territoriale VI hanno preso in custodia i cuccioli che al momento del loro arrivo stavano giocando dentro la scatola.

I piccoli fratellini, 2 maschi e due femmine, hanno all’incirca tre o quattro mesi e sono stati portati al Canile Rifugio di strada Cuorgnè’ n. 139 per le prime cure e il successivo affidamento. I gattini sono tutti sani e in buone condizioni di salute; solo a uno di loro è stata praticata una piccola medicazione.

Le prime anticipazioni del Torino Film Festival edizione 39

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La regista Ildikó Enyedi è la presidente di giuria, l’attrice Emanuela Fanelli la madrina

A Joana Hadjithomas & Khalil Joreige è dedicata una personale completa

Sarà la pluripremiata regista ungherese Ildikó Enyedi a presiedere la Giuria Internazionale del Concorso Lungometraggi e Cortometraggi internazionali che assegnerà i premi principali della manifestazione. La sua grande esperienza, i numerosissimi riconoscimenti ricevuti nel corso della sua lunga carriera e la sua speciale sensibilità artistica la rendono particolarmente adatta a un lavoro prezioso di analisi delle opere dei nuovi talenti scelti dal festival.

 

Ildikó Enyedi esordisce come artista visuale e con il suo primo film, Il mio XX secolo (1989), ha immediatamente conquistato un ruolo di grande rilievo internazionale vincendo il premio Camera D’Or al Festival di Cannes. Il suo cinema straordinario e unico attraversa con libertà e fantasia il confine tra realtà e pensiero offrendo ritratti emozionanti di rara profondità umana. I suoi film hanno partecipato a tutti i festival internazionali vincendo premi importanti e Corpo e anima nel 2017 ha vinto l’Orso d’oro al festival di Berlino ed è stato nominato agli Oscar. Il suo ultimo lavoro La storia di mia moglie, tratto dal romanzo omonimo di Milán Füst (pubblicato in Italia da Adelphi) – una coproduzione internazionale con Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel, Jasmine Trinka e Sergio Rubini – sarà presentato in concorso al prossimo Festival di Cannes.

 

“I festival cinematografici sono imprese complesse – sottolinea Ildikó Enyedi. Ma i buoni festival sono come le persone – hanno una personalità complessa. Puoi rapportarti con loro come con una persona e frequentare un festival diventa un’esperienza unica e personale. Per molto tempo ho guardato da lontano e desiderato incontrare questa persona intrigante, audace e nobile nelle proprie scelte, orgogliosa dei suoi valori e umile nei confronti dei registi – il Torino Film Festival. Caro TFF, sono felice che finalmente possiamo incontrarci! Sono davvero onorata che tu mi abbia affidato l’incarico di presidente di giuria. Prometto di servire al meglio te e i registi concorrenti”.

 

 

Madrina del festival sarà Emanuela Fanelli, attrice e autrice talentuosa e poliedrica. La sua intelligenza, il suo estro e la sua eleganza illumineranno le serate di inaugurazione e chiusura del festival e alcuni momenti speciali.

 

Il percorso di ricerca e di precisa determinazione artistica che Emanuela Fanelli ha costruito con scelte coraggiose è particolarmente in linea con la vocazione indipendente e libera dei film e degli autori della manifestazione torinese. La sua capacità di individuare una linea autoriale e originale in tutti gli ambiti artistici da lei esplorati (cinema, teatro, tv, radio, web) le ha permesso di costruire nel tempo personaggi forti, iconici e complessi capaci di fornire spunti inediti su temi attuali della società contemporanea e sul ruolo dell’artista. Tra i suoi impegni cinematografici recenti spicca il suo ruolo da protagonista in Siccità, l’ultimo film di Paolo Virzì di prossima uscita.

 

“L’ultimo anno e mezzo è stato difficile per tutti, umanamente e professionalmente – sottolinea Emanuela Fanelli. Il cinema, il teatro, lo spettacolo in generale e i lavoratori dello stesso tra i più colpiti e provati sotto tanti aspetti, non ultimo quello psicologico. Sarà probabilmente a causa di un crollo nervoso che il Direttore del Torino Film Festival mi ha scelto come madrina dell’edizione 2021. Io sono molto felice e onorata, gli auguro comunque di rimettersi presto in forma e di tornare il buontempone spensierato di sempre”.

 

 

Il festival dedica una personale completa a Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, la coppia di filmmaker e artisti libanesi che è stata tra i protagonisti della Berlinale 2021 con Memory Box, magnifica composizione di immagini, suoni e parole, capaci di restituire dignità umana alle macerie della guerra civile libanese.

 

Al centro della scena internazionale degli ultimi vent’anni come figure tra le più avanzate nella riflessione sul rapporto tra la Storia collettiva e le storie individuali, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige saranno protagonisti di una personale completa curata da Massimo Causo che, oltre all’anteprima italiana di Memory Box (distribuito da Movies Inspired), proporrà la loro intera opera, dall’esordio di Around the Pink House (1999) a A Perfect Day (2005), Khiam 2000-2007 (2008), Je veux voir (2008) e The Lebanese Rocket Society (2012), oltre all’insieme dei cortometraggi che sono parte integrate del loro cammino. Da sempre portati a attraversare lo spazio fisico e ideale del Libano, facendo delle loro opere un atto di resistenza della memoria contro l’oblio cui sono destinati luoghi, persone ed eventi, Joana Hadjithomas e Khalil Joreige saranno presenti a Torino per accompagnare la loro personale con una Masterclass.

 

“Come filmmaker e artisti creiamo senza avere necessariamente l’audience in mente – affermano Joana Hadjithomas e Khalil Joreige -, ma creiamo per “l’altro”, con la speranza di un incontro, il desiderio e la necessità di una condivisione poetica e politica, e un interrogarsi comune. Una retrospettiva come quella offerta da Torino è un momento in cui questa condivisione può avvenire a pieno titolo in un territorio di arte e cinema. Non vediamo l’ora!”

 

 

LE BIO

 

Nata a Budapest, Ildikó Enyedi ha iniziato la sua carriera come artista concettuale e multimediale. E’ apparsa sulla scena cinematografica mondiale con il suo film d’esordio, Az én XX. Századom (Il mio XX secolo), che ha vinto la Caméra d’Or a Cannes. Secondo il New York Times, il film è stato uno dei 10 migliori del 1989 e uno dei 12 migliori film ungheresi di tutti i tempi. Il suo secondo lungometraggio, Bűvös vadász (Magic Hunter, 1994), è stato presentato in competizione alla Mostra di Venezia, mentre Simon mágus (Simon, the Magician) ha partecipato in competizione al festival di Locarno nel 1999. Ha lavorato con HBO Europe e ha vinto il premio come miglior regista dell’anno. Nel 2017, il suo film Teströl és lélekröl (Corpo e anima) ha vinto l’Orso d’oro ed è stato nominato per un Oscar come miglior film straniero. Dopo tanti anni di insegnamento all’Università di Cinema e Teatro (SZFE) a Budapest, Ildikó Enyedi ha dato le dimissioni in veemente protesta contro la decisione del governo di Viktor Orbán di piazzare i propri sostenitori nell’università. Ildikó Enyedi è uno dei fondatori dell’European Cross Media Academy e dell’European Film Academy ed è anche membro dell’American Film Academy. Ha ricevuto più di 40 premi nel corso della sua carriera. Il suo ultimo film, The Story of My Wife, una produzione internazionale tra Inforg-M&M Film, Komplizen Film, Pyramide Productions, Palosanto Films, e Rai Cinema, è basato sul romanzo omonimo scritto da Milán Füst (pubblicato in italiano da Adelphi nel 2002) e sarà presentato in competizione a Cannes.

 

Emanuela Fanelli nasce a Roma e inizia la sua carriera a teatro da adolescente. Esordisce al cinema nel 2015 con Non essere cattivo di Claudio Caligari e prosegue recitando in film di Massimiliano Bruno, Laura Morante, Augusto Fornari e Claudio Bonivento. Nel 2016 è protagonista della serie tv Dov’è Mario? con Corrado Guzzanti. Dal 2016 interpreta vari personaggi per il programma radiofonico 610 di Lillo & Greg di Rai Radio 2. Per la tv partecipa con due monologhi a La tv delle ragazze – Gli Stati Generali (2018) e Stati Generali (2020) di Serena Dandini (Rai3). Per Rai2 è tra i protagonisti del programma Battute? (2019) di Giovanni Benincasa e nel 2020 e 2021 collabora – sempre con Benincasa – come conduttrice, attrice e autrice per il programma Una pezza di Lundini con Valerio Lundini. A fine 2019 è protagonista del videoclip Immigrato, brano di Checco Zalone realizzato per l’uscita nelle sale di Tolo Tolo. Partecipa al Festival di Sanremo 2021 in qualità di ospite per la terza serata cover. Ha vinto una serie di riconoscimenti, tra cui la menzione speciale come miglior attrice e come miglior monologo al festival Ciak, si Roma! (in giuria Carlo Verdone, Daniele Luchetti e Lina Wertmüller) e il premio come migliore attrice del 48h Film Project per il suo ruolo nel cortometraggio Un film d’amore.

È tra le protagoniste del nuovo lungometraggio di Paolo Virzì Siccità di prossima uscita, prodotto da Wildside e Vision Distribution.

 

Joana Hadjithomas e Khalil Joreige sono due filmmaker e artisti libanesi che, integrando fotografia, video, performance, installazioni, scultura e cinema, dalla fine degli anni ’90 lavorano all’elaborazione di opere e rappresentazioni in cui riflettono su Storia, vissuti e immaginario del loro paese e dell’umanità travolta dalle guerre. Come filmmaker hanno diretto numerosi film che alternano, e spesso sovrappongono, documentario e finzione, tutti accolti con successo nei principali festival internazionali: all’esordio con Around the Pink House (Al Bayt el Zaher, 1999) sono seguiti The Lost Film (Al Film Al Makfoud, 2003) A Perfect Day (Yawmon Akhar, 2005, Premio FIPRESCI a Locarno), Khiam 2000-2007 (2008), Je veux voir (2008, Official Selection a Cannes), The Lebanese Rocket Society: The Strange Tale of The Lebanese Space Race (2012), ISMYRNA (2016) e il recente Memory Box (2021) in Concorso alla Berlinale. Come artisti, sviluppano ulteriormente i temi della memoria storica e personale e delle sue tracce invisibili nell’esperienza quotidiana, ponendoli al centro di mostre, installazioni e performance come Circle of Confusion (1997), Lasting Images (2003), Wonder Beirut (2009), SCAMS (2014) e Unconformities (2017), che sono state accolte nei principali musei di tutto il mondo. Autori di numerose pubblicazioni, sono spesso invitati a tenere lezioni e performance in istituzioni libanesi e europee. Sono co-fondatori (con Georges Schoucair) della casa di produzione Abbout Productions e membri del Metropolis Art Cinema e della Cinemathèque di Beirut.

 

Le opposizioni criticano il rinvio della discussione su Stellantis

CONSIGLIO REGIONALE: “IL CENTRODESTRA RINVIA LA DISCUSSIONE SU STELLANTIS. LA PRIORITA’ DI LEGA E ALLEATI NON E’ CERTO IL RILANCIO DEL PIEMONTE”

“L’Assessore Ricca, incapace di rispondere alle domande nel merito dell’opposizione, chiede il contingentamento della seduta e una Capigruppo urgente per scappare dal confronto sulle slot machine, non prima di aver rivolto uno scomposto insulto ai Sindaci piemontesi: per Ricca il loro parere negativo al ‘Riparti slot’ è fare politica, nella speranza di diventare consiglieri regionali” – dichiarano le opposizioni di fronte alla richiesta di sospendere di fatto la seduta di Consiglio Regionale.

“Peccato che” – proseguono i Presidenti dei Gruppi di Opposizione del Consiglio regionale – “in questo modo la Giunta rimandi per l’ennesima volta il voto sul progetto di insediamento della Gigafactory Stellantis nel nostro Capoluogo e su tutti gli ordini del giorno. Questo rinvio a data da destinarsi dimostra ancora una volta che alla maggioranza non interessa il futuro economico e occupazionale del Piemonte. Invece di impegnarsi per ottenere un risultato tanto importante per Torino e per l’intera Regione, il centrodestra preferisce affrontare in una riunione dei capigruppo le prossime fasi della sua sanatoria sul gioco d’azzardo per arrivare all’abrogazione di una legge giusta, che ha dimostrato di poter arginare un fenomeno che rovina famiglie intere. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze”.

“Vogliamo ricordare al centrodestra” – concludono i Capigruppo di opposizione – “che, come riportato dagli organi di informazione, l’ad di Stellantis Carlos Tavares dovrebbe dare l’annuncio riguardante la localizzazione della nuova gigafactory l’8 luglio prossimo in occasione dell’Electrification Day, e che non ci sarà il tempo, quindi, per nessun confronto in Aula, né tanto meno per intervenire promuovendo Torino e il Piemonte. Ma a quanto pare alla Lega e ai suoi alleati questo non interessa”.

Silvio Magliano (Moderati)
Raffaele Gallo (Pd)
Sean Sacco (M5S)
Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre)
Marco Grimaldi (Luv)
Mario Giaccone (Lista Monviso

Reale Mutua Torino – Tortona 74 – 75 : la vittoria del non gioco che vola in serie A

Il basket visto da vicino.

La  Torino del basket perde giocando male il secondo tempo con le solite scemenze dell’ultimo secondo che, piaccia o non piaccia…sentirselo dire, sono a carico di un solo giocatore, che , se da una parte ha tirato il carro dall’altra ha sfasciato la macchina con un tiro improbabile in gara 4 e un fallo assurdo in gara 5 a  1.7decimi dalla fine regalando tre tiri liberi per il sorpasso finale. Il Play Cappelletti,  a cui auguriamo le migliori fortune per le prossime stagioni, ha buttato all’aria progetti pluriennali per la Torino del Basket.

Ma,soprattutto, dispiace il puro mercenariato dimostrato da tutta la squadra, che, pur sconfitta,  avrebbe dovuto rispettare i tifosi e almeno andare a salutarli. Invece no, tutti a piangere lacrime di coccodrillo e a scappare vilmente negli spogliatoi.  Non si fa così.  Chi perde è di valore anche nella sconfitta se si comporta da uomo. Scappare è da persone di poco conto. Tutti sotto la doccia probabilmente già pensando a dove giocheranno o alleneranno il prossimo anno, ma di Torino, dei suoi tifosi, di quella città che li ha resi celebri, perché di sconosciuti ai più stiamo parlando prima che giocassero con i colori gialloblù  di Torino,  non si interessano né mai gli è interessato nulla.

Professionisti o mercenari? Stipendiati o dipendenti? Campioni? Quello sicuramente  no.

Si può perdere, con dignità; si può sbagliare, siamo umani; ma non si può mancare di rispetto. Ovunque giocheranno e ovunque giocheremo noi, questa macchia di viltà e maleducazione resterà indelebile.

La partita si è persa nel primo quarto dopo  che sul 22-10 con tiro sbagliato per il più 15, il nostro allenatore fantasioso ha come al solito messo in campo le riserve e ha permesso a Tortona di rientrare e di finire all’intervallo in parità.

Il finale partita è stato solo confusione, pochi falli fischiati a nostro favore, tiri banali sbagliati e tiri assurdi segnati con tanta ingenuità da scarso basket nei secondi finali da parte di tutta Torino.

Peccato.  Ora tutti scapperanno verso altre squadre dando la colpa a tutti e dicendo che la colpa è della città di Torino, che non tifa abbastanza (!) (Frase urlatami da un genitore di un giocatore di Torino…sigh)… .

Tant’è: questo avevamo e con questi nulla abbiamo ottenuto perdendo due volte di un punto negli ultimi 2 secondi delle ultime due partite.

Fino a quando non ci sarà un progetto, con giocatori veri che si impegnino per i soldi ma anche per una bandiera da onorareTorino non vedrà facilmente la luce del grande basket.

Tortona in serie A? Merito sportivo? Non ho voglia di commentare. Questa squadra il prossimo anno non esisterà più.

Ci saranno 5 stranieri nuovi e cinque comprimari…a sperare di non retrocedere o a fare la sorpresa del campionato… auguri a loro, giocar bene è un’altra cosa, ma se questo è lo sport, vinca il meno scarso, ma non ha vinto sicuramente il più bravo.

Finisce qui la stagione di una squadra che avrebbe dovuto vincere a mani basse, ma che ha perso, forse solo per incapacità personale, speriamo.

E il prossimo anno? Adesso è solo buio, sulla buona educazione, sui valori dello sport e sul diritto di vedere uno spettacolo che non c’è mai stato.

Una stagione buttata in pochi secondi. Una città che perde mentre i suoi giocatori e allenatori, chi più,  chi meno, aveva già la valigia pronta prima dell’ultima partita … .

Vai Torino, non ti curar di loro, ma guarda e passa.

Paolo Michieletto

A 75 anni consegna cocaina a “domicilio” nel quartiere Santa Rita

Un arresto della Polizia per spaccio

A bordo della sua utilitaria effettuava consegne di sostanza stupefacente nel quartiere Santa Rita. I poliziotti lo hanno sorpreso martedì pomeriggio. Dopo aver posteggiato la sua auto in doppia fila si è avvicinato ad un’altra auto, dove, dal finestrino lato passeggero, ha consegnato, dopo averlo prelevato dal suo marsupio, un pacchetto di fazzoletti di carta all’uomo alla guida in cambio di alcune banconote accartocciate. All’interno c’era una dose di cocaina, che era stata ceduta in cambio di 70 euro. L’uomo, arrestato per spaccio dagli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia, è un italiano di 75 anni con precedenti in materia di stupefacenti. Presso il domicilio, il settantacinquenne consegnava spontaneamente un involucro di cocaina ma ne deteneva uno ancora più grosso, di 16,5 grammi, poi rinvenuto da CAIO, cane poliziotto della Polizia di Stato, all’interno di un contenitore di riso. Inoltre, gli agenti hanno sequestrato 1650 euro in contanti rinvenuti nella della tasca di un giubbotto riposto nello sgabuzzino, 3 bilancini di precisione, 1 macchinetta sottovuoto e diversi rotoli di cellofan e carta stagnola, nonché ritagli dello stesso materiale.

(foto archivio)

“La lunga supplenza” Rolando Picchioni si racconta a tutto campo

LIBRI/ Oltre sessant’anni di vita spesa fra passione politica e cultura. 

289 pagine di schietta e sincera autobiografia. A poco più di un mese (il 21 maggio scorso) del suo ottantacinquesimo compleanno, Rolando Picchioni dà alle stampe per i tipi di Nino Aragno Editore “La lunga supplenza”, libro autobiografico scritto a quattro mani con l’amico giornalista e collaboratore, Nicola Gallino.

Autobiografia probabilmente progettata e studiata da tempo, in cui è chiara la volontà di lasciare totalmente libera la cascata della memoria, pur di acchiapparne episodi, ragionamenti, volti, figure e verità, più o meno palesi, capaci di dare un senso profondo ad accadimenti piacevoli o addirittura esaltanti, accanto ad altri di amara e dolorosa disillusione. Un’autobiografia ricca, misurata nei toni e nel racconto. Piombatagli addosso senza dargli possibilità di replica o rifiuto. Richiesta dai fatti – tanti e sempre governati con signorile pacato aplomb – dalla vita, dalle passioni e dalle ragioni del cuore. Ma, come sempre accade, “l’autobiografia di chi ha conosciuto un’ampia proiezione pubblica finisce spesso – scrive bene Nino Aragno – per diventare un pezzo dell’autobiografia della nazione”. E, puntuale, questo accade anche per il libro di Rolando Picchioni. Oltre sessant’anni, si diceva, di vita e di politica. Un tutt’uno. Una passione unica. Che lo prende fin da ragazzino, quando incontra a Dogliani l’allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. Qualche anno dopo gli esordi, giovanissimo, nelle fila della DC, corrente Dorotea, mentore Emilio Colombo. “A 36 anni – racconta in un’intervista lo stesso Picchioni – ero già in Parlamento, nel Jurassic Park di Montecitorio”. Sottosegretario ai Beni Culturali. Da lì parte una lunga, non facile e insidiosa cavalcata (ben narrata nel libro) fino alla presidenza del “Salone Internazionale del Libro” di Torino, dal 1998 al 2015, quando viene indagato dalla Procura di Torino per peculato, a causa di presunte fatture false emesse dalla “Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura” a favore dello stesso presidente. E proprio qui, alla vigilia dell’inchiesta giudiziaria, s’interrompe il libro. “Non volevo avventurarmi – racconta sempre Picchioni in un’intervista rilasciata al ‘Corriere’ – in una terra incognita”. E ancora Aragno: “L’operazione di memoria individuale diventa l’innesco per mettere a fuoco e interpretare, con il ditacco dei tempi lunghi, fenomeni ancora in attesa di un’analisi disincantata o di una necessaria revisione di giudizio. Sottopelle pulsa costante il rapporto tra politica e cultura. L’idea opposta che di questo rapporto avevano una DC fragile e disattenta e un Pci egemone e monolitico. La parabola che negli anni Novanta e primi Duemila vede una politica disorientata ritrarsi e affidare a corpi intermedi – come la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura – il ruolo propulsore in quella che è stata appunto una ‘lunga supplenza’ ovvero quel ruolo di snodo e di cerniera fra politica e cultura”. Ma il libro non è solo analisi storica e sociale. E’ soprattutto racconto. Che si dipana, attraverso le vicende di una lunga carriera poltica, nazionale internazionale e piemontese, fra decine di eventi restati nella memoria collettiva e i numerosi incontri con i grandi personaggi della Storia più recente che hanno profondamente segnato un’epoca e la vita stessa di Picchioni: da giovane democristiano emergente nella Torino della Fiat di Vittorio Valletta ad assessore provinciale all’Istruzione e alla Cultura negli anni della grande immigrazione, da presidente del “Teatro Stabile” a deputato e vice-responsabile nazionale “Cultura” per lo Scudo Crociato. Fino a diventare capogruppo Dc e poi presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, dove diede vita agli Stati Generali, e vicesindaco di Chivasso. Per non dimenticare il ruolo di direttore esecutivo del “World Political Forum” che portò in Piemonte i grandi della terra. E tante ovviamente, le personalità incontrate durante il suo cammino professionale e citate nel libro. Le più significative: Mikhail Gorbačëv, Papa Giovanni Paolo II, re Juan Carlos, gli scrittori Amos Oz e Javier Cercas, Giulio Andreotti, Vittorio Sgarbi, Franco Zeffirelli, il generale Jaruzelski e Lech Walesa. Senza dimenticare l’incontro nel 1981 con l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini che Rolando Picchioni portò in visita alla Reggia di Venaria ancora in rovina convincendolo a recuperarla. Dietro, la narrazione di “tanta vita vissuta, che offre materiali e prospettive inedite a vicende che paiono ben lontane dall’aver scritto l’ultima pagina”.

Gianni Milani

“Stanno dando una festa”. Invece c’era un furto in atto

E’ accaduto mercoledì notte

Quando gli agenti della Squadra Volante sono giunti,  alle 3 e mezza dello scorso mercoledì notte, presso lo stabile di via Accademia Albertina, in seguito ad una segnalazione relativa a un forte trambusto, si sono immediatamente resi conto che non si trattava di una festa. Il portone di ingresso dello stabile era aperto, con la porta socchiusa e si sentivano, provenire dall’interno, forti rumori metallici. Gli operatori entrando scorgevano un uomo che, ignaro della presenza dei poliziotti, continuava a forzare la porta d’ingresso della scala condominiale; poi alla vista degli agenti si bloccava e provava ad occultare il cacciavite utilizzato nella tasca posteriore dei pantaloni. L’uomo, un italiano di 56 anni pluripregiudicato, sottoposto alla misura di prevenzione dell’Avviso Orale, è stato trovato in possesso di una sacca contenente 1 piede di porco di 50 cm, 2 cesoie in ferro di 60 cm, 2 tronchesine, 1 cacciavite di grosse dimensioni ed un paio di guanti. Gli agenti lo hanno arrestato per tentato furto in abitazione.

50 anni fa nasceva l’Ice Club Torino

Claudia Masoero – Presidente dell’Ice Club Torino: “Il sogno di mio padre è diventato una realtà importante a livello internazionale. A Torino crescono atleti di alto livello”.

50 anni fa nasceva l’Ice Club Torino, società dilettantistica sportiva di pattinaggio artistico sul ghiaccio destinata a crescere e ad affermarsi a livello nazionale e internazionale. La società si impegnava a sostenere e a promuovere, anche a livello agonistico, uno sport popolare a Torino già dal 1870, quando si era diffusa la moda di pattinare nella parte sud del parco del Valentino. 
Incontriamo Claudia Masoero che, dal 2016 ricopre il ruolo di Presidente.

Sono trascorsi 50 anni dalla fondazione dell’Ice Club Torino. I ricordi e le emozioni di Claudia Masoero.
L’Ice Club Torino è nato il 1 luglio 1971 dal sogno e dalla passione di mio padre Franco Masoero che ha creduto fin dal primo giorno in questo progetto. Papà ha guidato la società fino alla fine, l’ha fatta crescere ed è stato un punto di riferimento per tantissimi giovani e famiglie. Io sono sempre stata al suo fianco. Sono stata prima atleta tesserata per la società, poi insegnante e allenatrice e, da qualche anno, anche Presidente. Ricordo che fino al 2006 le piste erano soltanto due, il Tazzoli all’aperto e Torino Esposizioni. Erano disponibili per pochi mesi all’anno ed era davvero difficile riuscire a garantire ai ragazzi una continuità negli allenamenti. Le Olimpiadi del 2006 hanno rappresentato una grande svolta e hanno acceso un faro su questo sport. Cresciamo atleti da molte generazioni. Molti dei nostri allievi sono poi diventati allenatori anche di fama internazionale e con loro continuiamo a collaborare, siamo rimasti una famiglia.

Com’è cresciuta e com’è cambiata la società dalla sua fondazione a oggi?
Oggi abbiamo pattinatori in tutte le categorie. Molti corsi si svolgono nel pomeriggio dopo la scuola. Sono divisi per età dai più piccoli a quelli della categoria senior elite. Ci sono sia ragazzine che ragazzini. Le società torinesi stanno lavorando molto e bene. E’ uno sport economicamente oneroso, purtroppo. I costi sono molti. Il ghiaccio, i tecnici, i preparatori, i costumi, le trasferte.  Creare un campione richiede grandi sacrifici e molto impegno per molti anni. I genitori, le famiglie devono riuscire ad accompagnare i ragazzi a venire a riprenderli, ad adattarsi ai diversi orari. Devo sottolineare, che, rispetto a qualche anno fa, gli impianti lasciati in eredità dalle Olimpiadi e i nostri allenatori di alto livello richiamano nella nostra città molti talenti da più parti di Italia e anche dall’estero. Una volta il pattinaggio su ghiaccio era una piccola realtà qui a Torino e in Piemonte. Ora siamo diventati da anni una piazza molto forte agonisticamente e la nostra scuola, da anni, sta dando ottimi risultati nazionali e internazionali. L’Ice club Torino è costituito da un numero elevato di collaboratori, insegnanti e tecnici che lavorano con tanta passione ed energia per crescere atleti di ogni età e livello. Il movimento torinese si è sviluppato anche grazie all’opportunità di ospitare eventi internazionali di grande importanza come i Mondiali, la finale di Grand Prix e ovviamente le Olimpiadi. Il nostro sport è diventato con il tempo sempre più popolare.

Claudia Masoero è stata una giovanissima allenatrice. Ci parla dei suoi esordi?
Sono stata un’atleta e, successivamente, ho iniziato a insegnare giovanissima. Edoardo De Bernardis, con il quale collaboro ormai da tanti anni, è stato uno dei miei primi allievi, poi si è trasferito al Piranesi di Milano, in quel periodo tempio storico del pattinaggio, e, successivamente, negli Stati Uniti, seguito da Christa e Carlo Fassi. All’epoca le difficoltà legate agli impianti alle quali ho già accennato impedivano ai nostri ragazzi di prepararsi con continuità a Torino. Edoardo era uno dei candidati alle Olimpiadi e sicuramente la collaborazione con allenatori del livello dei Fassi ha influenzato la sua carriera di allenatore. 

De Bernardis, dopo il ritiro è tornato all’Ice Club Torino come allenatore e coreografo e si è distinto per la propria bravura.
Mio padre ed io proponemmo a Edoardo di tornare a Torino come allenatore e sono contenta che abbia accettato. Nella sua carriera ha avuto occasione di collaborare per anni con nazionali straniere e atleti olimpionici come  Sarah Hecken,  Karel Zelenka,  Carolina Kostner, Nathalie Weinzierl e Giada Russo. Insieme ad Edoardo lavora un team di ottimi allenatori che si occupa della crescita dei nostri atleti.

Giada Russo che l’Ice Club Torino ha accompagnato in tutte le fasi della sua carriera…
Giada ha iniziato a pattinare a tre anni e mezzo. I suoi genitori si erano conosciuti sulla nostra pista a un corso per adulti… era una predestinata dei pattini, da sempre molto determinata e appassionata.  Ha conquistato un titolo nazionale junior, due titoli nazionali assoluti, ha partecipato agli Europei, ai Mondiali e alle Universiadi e ha realizzato il sogno di tutti gli atleti: essere convocata per le Olimpiadi del 2018. Una bella storia che continua ancora: oggi Giada è insegnante presso l’Ice Club Torino. Mio padre era molto affezionato a Giada e i suoi successi l’hanno reso sempre felice.

Oggi l’Ice Club Torino continua a preparare i campioni del presente e del futuro.
Chi fa il nostro lavoro deve avere dentro una grande passione, quella che ha animato mio padre quando ha deciso di fondare la società. Non esistono sabati, domeniche, festività e le pause sono poche, ma che soddisfazione vedere uno dei nostri ragazzi riuscire a realizzare un elemento o imporsi in una gara. Attualmente, abbiamo diversi atleti in Nazionale e De Bernardis è impegnato nella preparazione della due volte campionessa italiana Alessia Tornaghi che affronterà la prossima stagione con l’obiettivo di conquistare il pass olimpico e del giovanissimo Raffaele Zich, che ha vinto pochi mesi fa il titolo di campione italiano junior. Abbiamo ragazzine giovanissime molto promettenti. L’Ice Club Torino è la società piemontese che ha dato alla Nazionale italiana il maggior numero di atleti.

A 50 anni dalla fondazione della società, Le chiedo un bilancio di questo mezzo secolo di storia.
Papà ha creato una grande società, l’ha sostenuta, l’ha fatta crescere. Abbiamo lavorato moltissimo, abbiamo raccolto soddisfazioni e anche qualche delusione, ma la vita è fatta di tanti momenti positivi e negativi. La lezione del pattinaggio è questa: cadere e rialzarsi sempre. Il bilancio di questi 50 anni si chiude decisamente in attivo e affrontiamo il futuro con la stessa grinta e la stessa determinazione. Il nostro club è costituito da grandi giovani atleti e da un team molto affiatato.

BC

Riscrivere la propria bellezza

IDEATO DA DUE PSICOLOGHE, IL PERCORSO BREVE DI CRESCITA PERSONALE FA INCONTRARE PSICOLOGIA, ARTE, PITTURA E POESIA.

Dopo il successo delle prime due edizioni , che ha riscosso un grande interesse ed un soddisfacente numero di iscritti, a settembre partirà la terza di questa fortunata serie di incontri online dal titolo Riscrivere la propria bellezza, un percorso breve dedicato alla crescita personale dove la psicologia incontra l’arte con l’obiettivo di attivare, attraverso il linguaggio espressivo, risorse e capacità, come la consapevolezza e la conoscenza di se stessi, che tutti possediamo tuttavia di cui spesso non siamo sufficientemente coscienti.

L’idea di creare un seminario incentrato sulla esplorazione della bellezza interiore è di due psicologhe, la Dr.ssa Rosalia Crivello e la Dr.ssa Valentina Fico, che hanno messo insieme le loro esperienze e le loro competenze, come la mindfulness e la musicoterapia, per avviare una breve ma intensa e profonda ricerca interiore attraverso 4 incontri durante i quali ci si riconnette con se stessi, si esprimono liberamente le emozioni, ci si concede uno spazio privilegiato non giudicante attivando allo stesso tempo risorse ed energie interiori. L’impulso ad organizzare un percorso alla scoperta della bellezza che risiede dentro di noi, spesso dormiente e inespressa, è arrivato dopo un anno e più che ci ha costretto a vivere un brutto capitolo della nostra storia durante il quale un virus invisibile si è insinuato nelle nostre vite. Durante questo periodo ci siamo ritrovati improvvisamente senza più certezze né equilibrio, impreparati ad una precarietà che ci ha obbligato a rallentare. Ciò ci ha condotto a riflettere ed a riconsiderare valori che avevamo perduto legati alla cura di noi stessi, alla famiglia, alla casa e alla relazione con la natura.

Ora che si sta gradualmente riprendendo la vita “normale” il rischio è di ritrovarsi nuovamente in uno scenario in cui “consumare” sarà la parola d’ordine, non solo in riferimento all’utilizzo di beni materiali ma anche a tutto ciò che concerne la vita sociale e la sensibilità dell’uomo come relazioni, amicizie, tempo da gestire ed emozioni; uno stile di vita che può determinare un dannoso “analfabetismo emotivo” che ha come priorità l’avere sull’essere, un vacuo benessere che rischia di sfociare in una modalità esistenziale illusoria e ingannevole .

Rallentare consapevolmente, fermarsi, entrare in modalità “slow life”, cambiare abitudini e fare nuove scelte orientate al benessere concreto e alla consapevolezza è un invito, una nuova direzione che dovremmo dare alla nostra vita, per viverla appieno ed assaporarla con ritmi e modalità profondamente benefici. Riscrivere la propria bellezza è un percorso, organizzato su piattaforma Google Meet, accessibile a tutti e da qualsiasi luogo quindi, che intende fare proprio questo, e cioè metterci in contatto con la parte più spontanea del nostro Io attraverso l’utilizzo di tecniche integrate all’interno di uno spazio protetto e non reputante. La psicologia, durante le diverse fasi di questo seminario, interagisce con l’arte intesa come musica, pittura e poesia e per mezzo del linguaggio artistico ci guida nel profondo del nostro Io, agevola nel riconoscersi e nel riconnettersi con parti di sé autentiche.

Espressione artistica e psicologia, ancora meglio se in maniera sinergica, hanno la facoltà di fare leva sulle potenzialità che ogni persona naturalmente possiede e consentono di elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che spesso non riescono ad emergere con le parole e nei contesti quotidiani. Per mezzo dell’azione creativa l’immagine interna diventa immagine esterna, visibile e condivisibile, capace di comunicare a se stessi e all’altro il proprio mondo interiore emotivo. Il risultato è un’espressione diretta, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva di noi stessi che non passa attraverso l’intelletto.
La bellezza è in ognuno di noi, scopriamola e lasciamole spazio per farsi ammirare.

Maria La Barbera

Per informazioni
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3297767366

Rosalia.crivello@virgilio.it
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