ilTorinese

Il bollettino Covid di martedì 14 settembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 204 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 17 dopo test antigenico), pari all’ 0,9% di 22.851 tamponi eseguiti, di cui 16.444 antigenici. Dei 204 nuovi casi, gli asintomatici sono 91 (44,6%).

I casi sono così ripartiti: 39 screening, 142 contatti di caso, 23 con indagine in corso, 8 importati dall’estero.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 379.638, così suddivisi su base provinciale: 31.045 Alessandria, 17.996 Asti, 11.968 Biella, 54.794 Cuneo, 29.559 Novara, 202.283 Torino, 14.192 Vercelli, 13.560 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.565 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.676 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 23 ( – 1 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 201 (+6 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.416.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.732.396 (+ 22.851 rispetto a ieri), di cui 2.096.151 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.738

5 decessi di persone positive al test del Covid-19 (nessuno di oggi) comunicato oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi di 11.738 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.572 Alessandria, 714 Asti, 433 Biella, 1.457 Cuneo, 947 Novara, 5.611 Torino, 529 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

364.260 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 364.260 (+315 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.114 Alessandria, 17.080 Asti, 11.422 Biella, 52.716 Cuneo, 28.415 Novara, 194.936 Torino, 13.516 Vercelli, 13.094 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.474 extraregione e 2.493 in fase di definizione.

Consiglio aperto sulla crisi Embraco, appello a Roma dalla Regione. I sindacati: “Trattati come provincia dell’impero”

“Abbiamo deciso di convocare questo Consiglio regionale aperto per fare il punto sul tavolo di crisi e discutere di una situazione che si protrae sin dall’anno 2000, e che purtroppo continua a persistere e non sembra ad oggi trovare una facile soluzione, nonostante l’impegno di tutte le istituzioni pubbliche. Questa Assemblea legislativa è da sempre vicina ai lavoratori e continuerà a esserlo finché la drammatica situazione non verrà risolta”.

Così il presidente del Consiglio regionale Stefano allasia  ha aperto la seduta dedicata all’ex Embraco e alle ricadute occupazionali, con interventi della Giunta, dei gruppi consiliari, del Mise, sindaci e rappresentanti dei lavoratori.

“Abbiamo ottenuto l’estensione degli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre, ma per allora deve esserci onestà intellettuale sulla certezza di una soluzione – è la richiesta del presidente della Gunta – perché di pacche sulle spalle i lavoratori e le loro famiglie ne hanno già ricevute fin troppe. Ora il rischio è quello di un altro pacco sotto l’albero di Natale, questa volta vuoto però. Dobbiamo pulire la macchia del Piemonte su questa vicenda, in una regione che invece ha tanti imprenditori illuminati e di grande responsabilità sociale. Qui invece c’è stata solo irresponsabilità totale e noi dobbiamo fare in modo che casi del genere non accadano mai più. Per questo, anche in vista dei fondi europei del Pnrr, deve essere chiaro che chi viene in Italia e in Piemonte, e prende risorse pubbliche, deve restarci. Altrimenti le restituisce. E questo va scritto in legge”.
Dura la presa di posizione dell’assessore al Lavoro: “quella di Embraco è la storia di promesse sempre mancate, fino al fallimento del progetto Italcomp, un piano che tutti ritenevano potesse funzionare e farci diventare il polo europeo dei compressori. Come assessorato stiamo lavorando, con gli strumenti a disposizione, a un piano di formazione e ricollocazione che però deve essere finalizzato ad un progetto di reindustrializzazione che solo il governo centrale può fornire. Nonostante gli sforzi del nostro territorio, è dal 23 aprile che non riusciamo ad avere un’interlocuzione diretta con il Mise. Da soli non possiamo farcela, il silenzio è assordante. La soluzione non possono essere gli ammortizzatori per prendere tempo, che diventano l’eutanasia di 391 famiglie. Sta mancando l’orgoglio e la visione industriale di questa nazione, una volontà di rilancio con l’impegno di due regioni. Abbiamo chiesto al governo di dirci quale potrebbe essere l’alternativa al progetto Italcomp, avere un governo che si arrende è inaccettabile”.
“Il progetto Italcomp non è più fattibile da tempo. La posizione del Mise è stata ribadita più volte anche al tavolo Acc. Bisogna cercare di trovare altre soluzioni – ha spiegato Luca Annibaletti, coordinatore della struttura per le crisi d’impresa del Mise – abbiamo ribadito che il programma di politiche attive e il piano di reindustrializzazione avranno tutto il supporto per studiare un percorso insieme alle istituzioni locali. Abbiamo ben presente questo caso, dal ministero c’è la massima disponibilità a collaborare per arrivare a una soluzione”.
Per i sindaci di Chieri e Riva di Chieri “in questa seduta sembra di essere arrivati ai titoli di coda. In questi anni abbiamo ascoltato progetti anche fantasiosi, ma lo stabilimento è drammaticamente vuoto. È mancato il Mise e il ministro non si è mai dimostrato disponibile a incontrare sindacati e lavoratori. Abbiamo creduto al progetto Italcomp, abbiamo sentito parlare di investitori esteri, ma questo “papa straniero” non si è mai palesato e il commissario Castro ha recentemente detto che lo stabilimento non è adatto alla produzione di compressori. I lavoratori vogliono risposte a questa ferita aperta. Vogliamo sapere se esistono scenari concreti e non aspettare la fine della cassa integrazione. Invitiamo ministro e viceministro a venire a guardare negli occhi gli operai e dire con chiarezza che la vicenda si è esaurita”.
L’assenza del governo è stata lamentata anche dai rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl e dai lavoratori intervenuti: “Siamo trattati come la provincia di una colonia, abbiamo bisogno di essere ricevuti al Mise per un confronto franco e aperto per dare continuità ai lavoratori. Embraco è lo specchio della politica industriale italiana, tutte le vertenze sono a un punto morto e non vediamo politiche attive concrete. Il territorio deve essere unito e pretendere uno scatto di dignità, chiedendo di porre fine a interventi industriali predatori come quello che ci riguarda”.

Polliotto (Unc): “Bonus facciate esteso e cumulabile, le ultime novità”

La presidente dell’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte illustra le linee guida aggiornate per ottenere la detrazione del 90%.

Il 2021 passerà alla storia come l’anno dei maxi interventi edili. Argomenti di primo piano fra i consumatori, che meritano di essere approfonditi a dovere. “Il bonus facciate è stato esteso a tutto il 2021 per gli interventi di recupero o restauro dell’involucro esterno”, interviene sul tema a fare bene il punto della situazione Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. “Si tratta di un’agevolazione fiscale introdotta dalla legge di Bilancio del 2020 e finalizzata alla riqualificazione dell’involucro esterno degli edifici, incentivando gli interventi attraverso un recupero del 90% sui costi sostenuti per gli interventi effettuati nel 2020 e 2021”, precisa il noto legale.

Per accedere ai benefici è necessario realizzare interventi di recupero o restauro sulle facciate esterne di un edificio esistente, appartenente a qualsiasi categoria catastale, compresi quelli strumentali ovvero destinati all’esercizio dell’attività imprenditoriale di un’impresa. Condizione indispensabile è che l’immobile si trovi in zona A e B, come previsto dal DM n.1444/68, o in zone assimilabili in base alle norme regionali ed ai regolamenti comunali.

Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti residenti e non, anche se titolari del titolo d’impresa, che sostengono le spese per l’esecuzione degli interventi agevolati e che possiedono a qualsiasi titolo l’immobile oggetto di intervento. Sono ammesse alle agevolazioni: le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni; gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale; le società semplici; le associazioni tra professionisti; i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali)”, approfondisce Patrizia Polliotto.

I beneficiari, per usufruire della detrazione, devono o possedere l’immobile in qualità di proprietario o detenere un titolo idoneo regolarmente registrato che ne attesti l’usufrutto (comodato d’uso, locazione anche finanziaria). Sono agevolabili tutti i lavori realizzati per il rinnovamento e il consolidamento della facciata esterna inclusa la semplice pulitura e tinteggiatura, gli interventi sui balconi, ornamenti e fregi.

E’ bene sapere, inoltre, che “Anche gronde, pluviali parapetti e cornici possono beneficiare della detrazioni, inglobando nelle spese tutti i lavori correlati necessari per eseguire i lavori: i ponteggi, lo smaltimento dei rifiuti da cantiere, l’Iva, l’imposta di bollo, i diritti pagati per la richiesta dei titoli abitativi, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Solo le facciate esterne visibili dalla strada o da suolo pubblico potranno accedere al bonus. Nessun incentivo dunque per le facciate interne”, chiarisce la Presidente di UNC Piemonte.

Per qualsivoglia informazione o ausilio nella gestione di controversie o di tematiche consumeristiche, il Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori è disponibile tutti i giorni dal lunedì al venerdì in normale orario d’ufficio in Via Roma 366 a Torino, oppure allo 011 5611800 o via e-mail scrivendo a uncpiemonte@gmail.com.

Turin Coffee, bilancio positivo

Si è conclusa domenica 12 settembre la quarta edizione del Turin Coffee, il Salone Internazionale del Caffè, la manifestazione dedicata al caffè come punto di incontro tra mondi diversi, l’alta cucina, la pasticceria, la mixology, ma anche la cultura e l’editoria, il turismo, lo sport e l’integrazione. Un’edizione che ha registrato un grande successo di pubblico, con oltre 50 mila passaggi nei due giorni di evento. Così, il Salone Internazionale del Caffè è pronto a dare l’appuntamento a Torino, in Piazza San Carlo nel 2022 con la quinta edizione.

Due giorni di manifestazione, sabato 11 e domenica 12 settembre, per oltre 17 appuntamenti, tre chef, due pasticceri e un mastro gelatiere, due barman, due campionesse di Latte Art, ma anche e soprattutto le tre maggiori torrefazioni piemontesi, Lavazza, Caffè Vergnano e Costadoro, e sette tra le più di nicchia, Caffè Boutic, Caffè Perrero, Dicaf Ghigo, Giuliano Caffè, Hobby Caffè, Mokabar, Oropuro.

Un racconto sul caffè e con il caffè, con degustazioni, creazioni di primi piatti, dessert ma anche cocktail, presentazioni di libri e di progetti, sistemi di estrazione alternativi, chiacchierate sulla cultura del beverage ma anche sulla storia e sulla tecnica. Un racconto che ha messo l’accento su quanto il caffè sia importante, fulcro della nostra quotidianità e della nostra identità culturale.

L’edizione 2021 di Turin Coffee è stata un successo travolgente. In uno dei luoghi più belli della capitale italiana del caffè, si sono incontrati l’entusiasmo e la passione delle migliori torrefazioni e la voglia di degustare l’eccellenza della caffetteria di migliaia di persone. È stata un’esperienza che ha offerto felicità per tutti: per gli espositori, oltre 20 aziende tra torrefattori e affini al caffè, e per il numerosissimo pubblico, oltre 50 mila passaggi nei 2 giorni. Una festa, che ha segnalato il forte desiderio di rinascita della città, attraverso attività enogastronomiche, culturali, in attesa del grande appuntamento internazionale delle ATP Finals”, afferma Pier Luigi Rosito, presidente dell’Associazione di promozione sociale EatBin.

Maxi operazione dei carabinieri contro la gang dei furti sui Tir Recuperata merce per oltre un milione di euro

/

In corso maxi operazione dei Carabinieri nei confronti degli appartenenti a un gruppo criminale dedito ai furti in aziende e su tir in sosta

Torino, 14 settembre. Dall’alba 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo in tutta la provincia un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo piemontese su richiesta della locale Procura della Repubblica – Gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana, nei confronti degli appartenenti ad una banda criminale, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in furto aggravato, rapina, ricettazione ed indebito utilizzo di carte di credito. Quindici gli indagati destinatari dei provvedimenti cautelari, di cui quattro in carcere, sei ai domiciliari, quattro all’obbligo di dimora nel comune di residenza ed uno all’obbligo di dimora nel quartiere di residenza. L’attività investigativa, condotta per un anno e mezzo dai Carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora, ha consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale di origine rom i cui componenti setacciavano le aree industriali e commerciali delle province di Torino e Cuneo, al fine di depredare merce dai magazzini delle aziende, nonché il carico dagli autoarticolati parcheggiati nelle loro adiacenze. Durante l’attività d’indagine è stata recuperata e restituita ai legittimi proprietari merce rubata per un valore complessivo pari a 1.200.000 euro.

Conferenza mondiale turismo del vino, in Piemonte nel 2022

Passaggio di consegne,  a Reguengos de Monsaraz, in Portogallo, tra la quinta Conferenza mondiale del turismo enologico e la sesta edizione, che si terrà nel settembre 2022 in Italia e in particolare in Piemonte, cuore dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

L’anfora simbolo dell’evento passa adesso nelle mani del Presidente Alberto Cirioe dell’Assessore al Turismo della Regione Piemonte, presenti oggi in Portogallo insieme al Ministro del Turismo. Con loro anche i rappresentanti del Comune di Alba e dell’Ente del Turismo Langhe Monferrato Roero.

Il Ministro del Turismo ha parlato di una grandissima occasione per l’Italia e il Piemonte e ha annunciato che, in accordo con la Regione Piemonte, si organizzerà un percorso condiviso con tutte le altre Regioni italiane, per un confronto su come far da volano al turismo. Il Ministro ha ribadito che il nostro Paese ha potenzialità enormi, ma deve organizzarsi meglio per farle conoscere in tutto il mondo.

Il Presidente della Regione Piemonte ha sottolineato che l’evento si terrà nell’area dove si producono i vini che ci rendono orgogliosi e rispettati nel mondo, lo stesso rispetto che si deve avere verso i contadini, senza i quali non ci sarebbe il vino. Ecco perché l’anno prossimo in Piemonte si parlerà di sostenibilità, di rispetto dell’ambiente e delle persone, e soprattutto di territorio. La Regione vuole fare la sua parte, in sinergia con le diverse anime di questo settore, per continuare a far crescere la forza del vino piemontese, che produce ricchezza e posti di lavoro.

L’Assessore regionale al Turismo ha evidenziato che la manifestazione rappresenterà una grande opportunità in chiave di sviluppo rurale e turistico, perché il Piemonte ha 45.000 ettari di vigne, 49 vini doc e docg con un giro d’affari solo per l’export di un miliardo di euro e oltre 550.000 fruitori del turismo enogastronomico. Ci sono quindi tutti gli elementi e le potenzialità per dare valore allo sviluppo rurale del territorio e intercettare altre presenze turistiche.

Il Presidente dell’ente turismo Langhe Monferrato Roero ha osservato che sarà una vetrina prestigiosa per mettere in evidenza il territorio e i temi della sostenibilità ambientale e dell’innovazione, importantissimi per il post pandemia.

L’Assessore al Turismo del Comune di Alba ha sostenuto come sia una straordinaria occasione per raccontarsi e una grande sfida di crescita per l’offerta enogastronomica e turistica del Piemonte.

Le Conferenze mondiali del turismo enologico sono promosse da UNWTO, organizzazione del turismo delle Nazioni Unite.

ALCUNI NUMERI SUL VINO IN PIEMONTE

Quasi 45.000 ettari di vigneto e 49 vini tra doco e docg. Un settore che coinvolge 18.000 aziende agricole, 280 imprese e 54 cantine cooperative. Oltre 2,2 milioni di ettolitri di vini all’anno, di cui il 60% esportato, per un valore dell’export di circa 1 miliardo di euro.

Ogni anno le colline del vino e del gusto del Piemonte sono visitate da 550.000 turisti che arrivano da ogni parte del mondo, per un totale di 1,6 milioni di pernottamenti. Un settore in costante crescita quello del turismo enologico, che rafforza anche la nostra eccellenza gastronomica. Da quella più semplice della tradizione a quella più ricercata.

Il Piemonte vanta 46 chef stellati e circa 24.000 ristoratori attivi, con un gradimento complessivo, da parte dei turisti, di quasi 91 punti su 100 rilevati dalle recensioni online.

Serralunga d’Alba, una fortezza inespugnabile

È l’alba della vendemmia tra le colline dell’albese, nel regno del Barolo, nelle terre dei potenti Falletti, tra sagre, cantine vinicole e feste paesane settembrine.

Castelli, torri e borghi storici narrano una storia millenaria e decorano i colli delle Langhe tappezzati di vigneti e noccioleti. Su quasi ogni bricco svetta un maniero circondato da torrioni e paesi ma quello che già si intravede dai 500 metri di altezza dello splendido “belvedere” di La Morra si slancia verso l’alto con audacia e straordinaria verticalità tanto da farne un caso unico in Italia per la sua particolare struttura architettonica militare. È il castello di Serralunga d’Alba, maniero nobiliare del Trecento, che si eleva imponente e domina uno dei borghi (500 residenti) più belli delle Langhe circondato dalle colline dei celebri vini esportati in tutto il mondo. I serralunghesi ne sono orgogliosi e guardano con fierezza i turisti che lo visitano. Da lassù si gode un panorama spettacolare sulle Langhe e sull’arco alpino. La fortezza di Serralunga, uno dei pochi castelli delle Langhe oggi visitabili, è un “dongione” (dal francese Donjon), una sorta di Mastio, il nucleo più alto e più protetto della fortezza che ospitava la residenza dei signori del luogo. L’ultimo rifugio per mettersi in salvo se il resto del castello fosse caduto in mano al nemico. Di fronte al maniero lo sguardo vola subito verso la cima della rocca e la fantasia corre veloce all’epoca medioevale. Fascino e potenza si sprigionano dalle finestre bifore, dalle feritoie e dai merli ghibellini da dove gli arcieri lanciavano nugoli di frecce o versavano sui nemici pietre e acqua bollente per respingerne gli assalti. Al primo allarme ci si rifugiava in gran fretta nel castello, le vie e le case, sistemate in modo concentrico, favorivano il rapido afflusso degli abitanti nella fortezza all’arrivo del nemico avvistato dalle alte torri difensive su cui i soldati comunicavano con le altre torri sventolando bandiere o suonando i tamburi.
Si alzava il ponte levatoio, si sbarravano i portoni di accesso. A quel punto gli assediati potevano considerarsi al sicuro dentro le mura. Non mancava un ampio fossato, oggi non più visibile. Così accadeva nel castello di Serralunga d’Alba che in realtà non subì mai assedi importanti ma dovette comunque difendersi più volte da attacchi e improvvise incursioni. Solo una volta capitolò, nel 1616, quando arrivarono i mercenari spagnoli che trovarono il castello sguarnito e lo occuparono senza combattere. Il borgo è molto antico e intorno al 1100 su questo colle venne eretta la torre quadrata di avvistamento come prima difesa dell’abitato, poi verso la metà del Trecento Pietrino Falletti ricevette il feudo, fece abbattere la torre e costruì il castello che vediamo oggi, rimasto quasi intatto nella sua struttura originale. Nel Duecento la roccaforte medioevale, feudo dei marchesi Falletti di Barolo, si presentava già con una torre cilindrica da cui vigilare sui movimenti dei nemici e con il ponte levatoio. L’interno è vuoto, non sono presenti mobili e arredi poiché non è quasi mai stato abitato dalla famiglia Falletti. Era la dimora dei soldati che da qui difendevano il borgo. Si vedono camini giganteschi, soffitti lignei dell’epoca, graffiti e affreschi del Quattrocento che raffigurano San Francesco e il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria. Al piano più alto il cammino di ronda protetto dalla merlatura. Da metà Novecento il castello è proprietà dello Stato che lo ha acquistato dall’Opera Pia Barolo della marchesa Giulia di Barolo, ultima erede della famiglia Falletti. Tra fine Ottocento e inizio Novecento il maniero ha ospitato cantine, tinaggi e depositi di prodotti agricoli. Nel 1950 è stato restaurato per intervento del presidente della Repubblica Luigi Einaudi che abitò nella vicina Dogliani. Dal 2015 se ne occupa la Direzione regionale Musei Piemonte. Il castello è aperto venerdì, sabato, domenica e lunedì dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 18,30. La prenotazione è consigliata e le visite sono guidate.
Filippo Re

Gli 8 violoncelli di Torino al Circolo Corso Parigi

SABATO 18 SETTEMBRE 2021 Ore 20,30 GLI OTTO VIOLONCELLI DI TORINO

“Gli 8 violoncelli di Torino” nascono nel 2005 da un sogno nel cassetto del Maestro Fabrice De Donatis desideroso di creare un gruppo violoncellistico, unico in Italia, con musicisti di consolidata carriera, ma caratterizzato da un legame affettivo e di amicizia tra gli esecutori.

Di loro è stato detto: ” … Questi artisti hanno saputo valorizzare a pieno l’estensione tecnica ed espressiva del violoncello per formare un gruppo a geometria variabile, capace di rendere allo stesso tempo la coralità di un’intera orchestra, la sensibilità tonale di un quartetto per archi o la ritmicità sensuale e travolgente di una band sudamericana …”.

L’ottetto è stato più volte ospite di Festival nazionali ed internazionali come il Festival “Nei Suoni dei Luoghi”, il Festival violoncellistico “Alfredo Piatti”, “I Suoni delle Dolomiti”, il Festival “Violoncelles en Folie” e il “Festival de Musique de Chambre en Pays de Gex” in Francia, il “Rio International Cello Encounter” di Rio de Janeiro e molti altri …

Dal 2019 “Gli 8 violoncelli di Torino” sono costituiti da 10 elementi che si alternano in modo complementare nell’attività concertistica del gruppo.

Da alcuni anni l’ottetto dedica parte delle attività a favore di Associazioni culturali ed umanitarie con scopi benefici.

*Gli 8 violoncelli di Torino hanno inaugurato, il 10 settembre a Gualtieri, con musiche di Bach e la suite per 6 violoncelli solisti “Six Breaths” di Ezio Bosso, la prima edizione del Buxus Consort Festival dedicato all’indimenticato Maestro, scomparso a 48 anni nel maggio 2020, nominato cittadino onorario dal paese reggiano dove per anni è stato ospite fisso al Teatro Sociale. Il festival si è concluso domenica sera allo scoccar della mezzanotte con un brindisi collettivo in piazza per fare gli auguri al maestro che il 13 settembre avrebbe compiuto 50 anni.*

Eseguiranno i maestri

Relja Lukic

Francesca Gosio

Alessandro Capellaro

Giulio Arpinati

Fabrice De Donatis

Claudia Ravetto

Ingresso  riservato ai soci ARCI.

GREEN PASS OBBLIGATORIO

(il tampone può essere eseguito ad uso interno presso il Nostro Circolo)

Pagamenti tramite contanti/satispay/bonifico/carte/bancomat

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER TAVOLO E CONCERTO

Prenotate il vostro posto

Contributo specifico volontario per gli artisti

I posti sono assegnati in base alla prenotazione.

In caso di non prenotati verranno fatti attendere per eventuali annullamenti.

corsoparigi2019@gmail.com

www.corsoparigi.it

evento facebook

instagram

youtube

Tel.: (+39) 331.861.38.51

Circolo Corso Parigi APS
Corso Dante, 28/A
10134 Torino

→ Attenzione: nel rispetto delle misure sanitarie, l’accesso sarà consentito ad un numero massimo di 50 persone, nell’area interna, con mascherine e distanziamento sociale (ad esclusione dei congiunti).

 

Si prega di presentarsi con un anticipo di 20 – 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo, così da poter visionare il green pass o attivare la procedura tamponi.

 

CON IL GREEN PASS NON VIENE RICHIESTO IL DOCUMENTO DI IDENTITÀ, SALVO CASI IN CUI VI SIANO DELLE DISCORDANZE ANAGRAFICHE TRA LA PERSONA E IL GREEN PASS

 

Siulp: sicurezza questione centrale

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione  del Segretario Generale del SIULP di Torino Eugenio BRAVO.

La rapina subita in zona San Salvario dall’Assessore alla cultura è un atto gravissimo ed è la classica dimostrazione di come la questione sicurezza sia materia prioritaria per la città di Torino. Non si può dimenticare, continua Eugenio Bravo, tutti i reati subiti dai cittadini che sebbene facciano meno notizia in quanto non riguardano organi istituzionali, sono pur sempre gravissimi e intollerabili.

Le forze dell’ordine sono fortemente impegnate sul territorio nel contrasto al crimine ma è opportuno ricordare che tra due anni, al netto degli organici, solo la Polizia di Stato avrà ben 12.000 poliziotti in meno.

Il fenomeno della criminalità in certe zone persiste e deve essere affrontato in modo decisivo con strumenti e leggi efficaci e con Sindaci che agiscano con fermezza nell’alveo della legge nr. 125 del 2008.

Occorre dunque valorizzare la Polizia Locale, procedere con le assunzioni di personale giovane e incrementare il controllo del territorio in collaborazione con le forze dell’ordine.

Tutto il resto sono solo chiacchiere.

Tutti pazzi per il padel

Divertente, social e poco costoso, è lo sport del momento.

Nato in America Latina nel 1969, dall’idea di un messicano che aveva necessità di costruire, per mancanza di spazio, un campo da tennis più piccolo e che contenesse anche le pareti, il Padel arriva in Italia nel 1991 con pochi campi tra Vicenza e Bologna e dal 2015 prende il via con un successo di praticanti straordinario e in continua crescita.

La pallina è più sgonfia, il gioco è solo in coppia, la racchetta è simile ai famosi racchettoni da spiaggia ma realizzata conmateriali diversi, come il carbonio, che conferiscono rigidità ed elasticità allo stesso tempo. Il gioco e le regole sono analoghe a quelle del tennis ma con alcune differenze come la possibilità di far toccare la pallina prima sulla parete o sulla griglia, alle spalle e a lato dei giocatori, dopo il primo colpo a terra per prenderla successivamente dopo il rimbalzo. La famosa   “’uscita a parete” è uno dei primi colpi che viene insegnato ai novizi del Padel che ad oggi sono moltissimi e riempiono i campi di  tutta Italia, più di 2400 all’interno di circa 1000 strutture. Il gioco, che continua ad avere sempre più seguaci,  è gestito dalla Fit ed è apprezzato grazie alle sue caratteristiche che lo rendono più accessibile del cugino tennis, alla sua facilità e velocità di apprendimento, ma anche alla sua economicità, una racchetta può costare 30 euro e le scarpe anche meno, inoltre la spesa per l’affitto del campo è abbordabile grazie alla grande affluenza. C’è, inoltre,  un’altra peculiarità, a cui abbiamo fatto riferimento prima, che rende più fattibile la pratica di questo gioco e cioè la dimensione del campo,di circa 200 mq, che non richiede quindi larghi spazi per la sua edificazione e per la sua collocazione che può avvenire tranquillamente all’interno di un’area urbana. Nel nostro paese si contano più di 400 mila giocatori, di cui il 40% circa sono donne,e solo nel 2020 più di un milione e seicento prenotazioni hanno affollato i telefoni dei club e le chat di whatsapp, numeri che solo la gettonata partita di calcetto, fino ad ora, era capace di fare. L’impegno fisico è minore rispetto ad una partita di tennis, il livello di tecnica richiesto inferiore, il divertimento è tanto e il corpo si allena; il Padel è, dunque, una disciplina che tiene in forma grazie all’esercizio dinamico-aerobico, fa staccare la spina come  pratica spassosa e piacevole, favorisce la socializzazione, lo scambio ricreativo di gruppo e ci fa allontanare dagli smartphonealmeno per 1 ora o 2. La racchetta forata promette, dunque, partite divertenti, veloci, con buona possibilità di esecuzione, meno rigidità nelle regole, e quindi una maggiore praticabilità, un buon livello di accesso (serve comunque il certificato medico), uno sport alla portata di tutti (anche economica) destinato a fiorire ulteriormente.

Maria La Barbera 

Per scoprire dove giocare a Padel a Torinosi possono consultare i siti web:

www.padelmagazine.it

www.padelmovement.it