ilTorinese

Sfacciatamente americana

Ci sono etichette discografiche del garage rock americano anni ‘60 che in verità a volte creano problemi per quanto riguarda la localizzazione geografica, la definizione degli studi di incisione, la strutturazione (nel caso di sotto-etichette o “sister labels”), la rete di distribuzione etc.

In altri casi i dati sono invece molto visibili, ben esplicitati, anche se non di rado incompleti.

In altri casi ancora il carattere “a stelle e strisce” è lampante, addirittura esplicito e sfacciato; è il caso dell’etichetta “U.S.A. Records”, nata a Milwaukee (Wisconsin) attorno al 1959, poi trasferitasi nel 1961 a Chicago e spinta dall’iniziativa di Paul Glass che la separò dalla Allstate Record Distributing Co., il distributore principale della ben più celebre Chess Records.

U.S.A. Records” fu etichetta eterogenea che spaziava su generi anche lontani fra loro, ma che proprio nella fase del garage rock sfoggiò logo e colori inequivocabili e sfacciatamente americani (scritta su campo blu a forma geografica, su sfondo a strisce bianche e rosse con stelle); fu legata solidamente alla band “The Buckinghams” (si ricordi la “hit” “Kind Of A Drag”), perdurò per tutto il corso degli anni Sessanta fino a spegnersi nel 1971 circa.

Qui di seguito si elencano i soli 45 giri “U.S.A. Records” di garage rock / psych rock, finora individuati e datati:

– TALLIE AND THE OUTLAWS “Tight Skirts / Just The Other Night” (809) [1965];

– THE WANDERERS “Come On Please / The Only Time” (819) [1965];

– WILLIE SPENCER “Ridin’ Shotgun / Everlovin’ Katherine” (832) [1965];

– THE CRESTONES “My Girl / The Chopper” (835) [1965];

– PHIL ORSI & THE LITTLE KINGS “Stay / Whoever He May Be” (837) [1966];

– OSCAR HAMOD & THE MAJESTICS “No Chance Baby / My Girl Is Waiting” (838) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ll Go Crazy / Don’t Want To Cry” (844) [1966];

– THE APOCRYPHALS “Gloomy Sunday / Tossin’ ‘n’ Turnin’” (846) [1966];

– PHIL ORSI & THE LITTLE KINGS “Sorry (I Ran All The Way Home) / Whoever He May Be” (847) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I Call Your Name / Makin’ Up And Breakin’” (848) [1966];

– THE CAMBRIDGE FIVE “Heads I Win / Floatin’” (850) [1966];

– OSCAR & THE MAJESTICS “I Can’t Explain / My Girl Is Waiting” (851) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ve Been Wrong / Love Ain’t Enough” (853) [1966];

– THE GREAT SOCIETY “I’m The One For You / And I Know” (856) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “Kind Of A Drag / You Make Me Feel So Good” (860) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ll Go Crazy / Kind Of A Drag” [cassetta] (45k-142) [1967];

– THE SKUNKS “Elvira / The Journey” (865) [1967];

– THE MESSENGERS “Midnight Hour / Hard Hard Year” (866) [1967];

– THE BUCKINGHAMS “Lawdy Miss Clawdy / I Call Your Name” (869) [1967];

– JIMMY NULL & THE INVERSIONS “I Still Care For You / Good Good Lovin’” (870) [1967];

– THE GOOD GREEFS “Shy Girl / Oop-Oop-Pah-Doo” (871) [1967];

– ROBIN LEE AND THE REVELS “Pretty Patty / Flyin’ High” (872) [1967];

– THE BUCKINGHAMS “Summertime / Don’t Want To Cry” (873) [1967];

– THE CAMBRIDGE FIVE “Keep On Running / I Have To Laugh Alone” (875) [1967];

– OSCAR HAMOD & THE MAJESTICS “Soulfinger / Got To Have Your Lovin’” (878) [1967];

– THE SKOPES “She’s Got Bad Breath / Tears In Your Eyes” (880) [1967];

– THE LOST AGENCY “Time To Dream / One Girl Man” (881) [1967];

– FIVE BUCKS “Breath Of Time / Without Love” (882) [1967];

– THE SHADY DAZE “Love Is A Beautiful Thing / I’ll Make You Pay” (883) [1967];

– THE FAMILY “Face The Autumn / So Much To Remember” (886) [1967];

– THE BONDSMEN “Shotgun / Patricia Anne” (887) [1967];

– TRAFALGAR SQUARE “Till The End Of The Day / It’s A Shame Girl” (890) [1967];

– THE DAUGHTERS OF EVE “Symphony Of My Soul / Help Me Boy” (891) [1967];

– THE FAMILY “San Francisco Waits / Without You” (894) [1967];

– CHERRY SLUSH “I Cannot Stop You / Don’t Walk Away” (895) [1968];

– MICHAEL & THE MESSENGERS “Gotta Take It Easy / I Need Her There” (897) [1968];

– THE NEW BREED “I’m Coming To Ya [I-II] (899) [1968];

– THE INVADERS “The Flower Song / With A Tear” (902) [1968];

– CIRCUS “Gone Are The Songs Of Yesterday / Sink Or Swim” (903) [1968];

– CHERRY SLUSH “Day Don’t Come / Gotta Take It Easy” (904) [1968];

– THE TROLLS “I Got To Have Ya / Don’t Come Around” (905) [1968];

– THE FLOCK “Magical Wings / What Would You Do If The Sun Died?” (910) [1968];

– JOHN ERIC & THE ISOSCELES POPSICLES “Like Him / I’m Not Nice” (913) [1969];

– THE GREASE “Spoonful /Shimmick” (921) [1968];

– PARK AVENUE PLAYGROUND “I Know / The Trip” (919) [c.1969];

– THE FACTORY “High Blood Pressure / Lonely Path” (922) [1969].

Gian Marchisio

Il Farò – Eiva dove acqua e fuoco si alternano. Il braciere delle Universiadi di Torino 2025

Ecco a voi il Farò – Eiva dove acqua e fuoco si alternano! Il braciere delle Universiadi di Torino 2025 si ispira alla tradizione dei falò ed alle cascate di acqua e di ghiaccio. Non solo a Torino con la notte di San Giovanni ma anche in molte altre località in Italia e nel mondo ci si raccoglie tutti attorno ai falò per significare gli eventi più importanti della vita collettiva e celebrare i vari riti del passaggio del tempo e delle stagioni.

Fuoco ma anche acqua: il braciere dedica attenzione a questo elemento, prezioso, indispensabile e simbolo universale di vita. Un braciere che si fa portatore del concetto di sostenibilità ambientale, e per questo è stato adottato un sistema di illuminazione a Led, capace di ridurre consumi ed emissioni.

Igino Macagno

Nuoto per Salvamento, Campionato regionale

Fino al 19 gennaio, il Palazzo del Nuoto di Torino ospiterà il prestigioso Campionato Regionale di Categoria di Nuoto per Salvamento, un evento di grande rilievo nel panorama sportivo, che promette spettacolo ed emozioni.

La manifestazione vede la partecipazione di oltre 430 atleti, tra cui spiccano i nomi della selezione nazionale Youth e Open della Polonia, confermando l’importanza internazionale dell’evento. Complessivamente, saranno ben 1505 le presenze gara, un numero che sottolinea la portata e la competitività del campionato.

Il Campionato Regionale rappresenta per molti atleti l’ultima possibilità di qualificarsi per i Criteria Nazionali Giovanili di Riccione, in programma dal 27 al 31 gennaio. Questo rende ogni gara particolarmente significativa, non solo per i piazzamenti in classifica ma anche per la determinazione dei tempi necessari per accedere alla competizione nazionale.

Un nuovo punto lettura a Mirafiori Sud

Lo scorso mese di dicembre sono iniziati i lavori di rifunzionalizzazione e messa in sicurezza dell’ex istituto scolastico di via Negarville 30/8 e si concluderanno nei primi mesi di quest’anno.

Per restituire al pieno utilizzo pubblico un edificio che ad oggi lo era solo parzialmente, la Città in collaborazione con la Circoscrizione 2, si è attivata per renderlo uno spazio moderno e polifunzionale, dedicato alla lettura, allo studio e attività culturali.

Il Punto Lettura è progettato per accogliere fino a 150 utenti contemporaneamente, offrendo spazi diversificati per diverse esigenze.

Diventerà un riferimento culturale per il quartiere, offrendo spazi accoglienti e funzionali per promuovere la lettura e l’alfabetizzazione culturale.

Nel nuovo Punto saranno a disposizione della cittadinanza una sala dedicata ai giovani con 20 posti a sedere e spazi per attività ludiche, una sala incontri progettata per conferenze con 50 posti e una dedicata alla lettura e studio per una capienza di 30 posti.

La futura destinazione d’uso, potrà consentire un utilizzo polifunzionale come Punto Lettura, rispondendo al fabbisogno della comunità del quartiere, attualmente sprovvista di tale servizio, tenendo nel contempo, in considerazione le collaborazioni esistenti con le realtà associative locali e favorendo anche l’avvio di nuove sinergie.

“Le biblioteche – affermano la vicesindaca alle Attività Produttive Michela Favaro e l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia – sono luoghi di diffusione di cultura ma anche di aggregazione e di socialità positiva. Luoghi inclusivi, intergenerazionali e interculturali, dove tutti possono entrare, ragazze e ragazzi, adulti e anziani, e trovare spazi adeguati e punti di accesso a tutti i tipi di servizi comunali. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare tutti alla lettura”.

TORINO CLICK

Per non dimenticare. A Torino 6 nuove Pietre d’inciampo in memoria delle vittime del nazifascismo

Salgono a 159 le pietre d’inciampo presenti a Torino dopo la posa che avverrà giovedì 23 gennaio prossimo, di sei nuove pietre dedicate ad altrettante vittime della persecuzione fascista e nazista.

Si tratta di un appuntamento importante che si inserisce nell’insieme di iniziative pensate per celebrare il Giorno della Memoria. A organizzarlo è il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, in collaborazione con la comunità ebraica di Torino e l’associazione nazionale ex deportati (ANED) sezione Torino, e con il contributo del Polo del 900 e della Città di Torino. Il Museo è affiancato da un comitato scientifico composto da rappresentanti dell’ANED, della comunità ebraica, dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea Giorgio Agosti e dell’Unione Culturale Franco Antonicelli.

Per l’undicesimo anno sono arrivati a Torino le Pietre d’inciampo (stolpersteine) di Gunther Demning, piccole targhe in ottone incastonate su cubetti di cemento ideate dall’artista tedesco con l’obiettivo di ricordare, una per una, le singole vittime della persecuzione. Ogni pietra riporta la scritta “Qui abitava”, seguita da nome e cognome, dalla data e dal luogo di nascita e di morte e scomparsa della vittima, e viene incastonata nel suolo di fronte alla sua ultima abitazione scelta liberamente.

La posa delle pietre prende il via giovedì 23 gennaio, alle ore 9, in corso Vercelli 191, con l’installazione della pietra dedicata a Mauro Finiguerra. Si continua alle 9.40 in corso Giulio Cesare 46 con quella che ricorda Cesarina Levi e, alle ore 10.10, in via Porta Palatina 17, con quella intitolata a Giovanni Abati. Alle 10.45 l’appuntamento è in via Bellezia 15 con quella di Cesare Levi, si continua in via Verdi 10, alle ore 11.30, con la posa della pietra di Luigi Ottino e si conclude con la cerimonia pubblica, alla presenza delle istituzioni e degli enti promotori, alle 12.20, in corso Galileo Ferraris 134, con la posa della pietra dedicata ad Arturo Levi. A fianco dell’iniziativa si muove anche quest’anno un percorso didattico che coinvolge dieci istituti torinesi di ogni ordine e grado, realizzato dal Museo in collaborazione con l’ISTORETO e l’ANCR, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Gli studenti di ciascun istituto lavorano sui dedicatari delle Pietre d’inciampo 2025, in un percorso di ricerca storica che si concluderà con un progetto finale (video, spettacolo, testo) prevista nel mese di marzo 2025, con la realizzazione di eventi pubblici. Gli istituti scolastici torinesi coinvolti sono l’IC A. Cairoli primaria, la primaria A. Gambaro, la primaria DD C. Collodi, la IC Gabelli secondaria, la IC Padre Gemelli, la SM POLA, la SM Vivaldi, l’IC Ezio Bosso, l’ITCS Sommelier, la scuola Altiero Spinelli e il liceo classico Vittorio Alfieri. Anche per questa edizione il progetto didattico ha il sostegno del Polo del 900. Nel corso degli anni i cittadini hanno dato prova di crescente interesse per un’iniziativa di alto valore storico e morale, che si avvale di un processo partecipativo e costituisce una vera e propria lezione di public history: le attività educative di coinvolgimento della cittadinanza sono volte a favorire la conoscenza del territorio urbano, e accrescere la consapevolezza su eventi storici significativi tramite processi di produzione e di “saperi dal basso” in un quadro di provato rigore storico. Il Museo cura il dialogo con le persone che richiedono l’installazione di pietre o manifestano interesse per il progetto e le sue finalità. Negli anni si sono rivolte al Museo realtà di altre città, piemontesi e non solo, per ottenere indicazioni e suggerimenti su come far installare le Pietre d’inciampo nel loro territorio. Un’attenzione che conferma come il progetto sia considerato un modello di riferimento e sostegno per la diffusione delle Pietre d’inciampo in Italia.

Sono consultabili alla pagina www.museodiffusotorino.it/pietredinciampo la geolocalizzazione delle pietre e la biografia delle vittime a cui sono dedicate. Per richiedere una pietra o ricevere maggiori informazioni sul progetto il telefono è 011 01120783.

 

Mara Martellotta

 

 

Arrestato pusher 21enne, poliziotto contuso

Un cittadino rumeno di 21 è stato arrestato per resistenza e lesioni a P.U. e spaccio di sostanze stupefacenti dalla Polizia di Stato.

Gli agenti del Commissariato di P.S. Ivrea e Banchette notano due giovani, in via Matteotti, che alla vista della volante dividono le loro strade e si danno alla fuga. Uno dei due, un ventunenne, viene bloccato dai poliziotti dopo una violenta colluttazione.  Prima di essere fermato, il giovane si era disfatto di una bottiglia contenente 11 pezzi di hashish che sono stati rinvenuti e sequestrati unitamente a una bomboletta di spray urticante.

Nel corso della successiva perquisizione domiciliare, vengono rinvenuti altri quantitativi di sostanza stupefacente, una somma in denaro pari a 923 euro, nonchè  materiale per il confezionamento delle dosi e diversi telefoni cellulari.

Uno dei poliziotti, coinvolti nella colluttazione, riportava un trauma contusivo alla mano.

Alpini, uomini di pietra, mostra all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale

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In occasione della Giornata regionale del Valore Alpino – che si celebra ogni anno il 16 gennaio

in memoria del sacrificio degli alpini caduti nella campagna di Russia – all’Ufficio Relazioni

con il Pubblico del Consiglio regionale del Piemonte (via Arsenale 14/G a Torino) è allestita

la mostra “Alpini, uomini di pietra“. Organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale

Alpini sezione di Torino e curata nell’allestimento dal Gruppo Storico Militaria 1848-1945.

L’esposizione, che rimarrà nelle vetrine dell’Urp fino al 24 gennaio 2025, comprende alcune

uniformi storiche degli Alpini e materiale relativo al periodo compreso tra il 1872 e il 1945.

Nelle vetrine si può osservare l’evoluzione storica delle diverse uniformi militari degli Alpini,

completate dalle scarpe delle sentinelle, le ciaspole per camminare sulla neve, il mantello

usato dagli Alpini nella Grande Guerra, le uniformi usate nella campagna d’Africa del 1890,

la prima uniforme degli Alpini del 1883 con le mostrine verdi, le gavette per mangiare

sul campo e naturalmente diversi modelli dei tipici cappelli alpini con la penna nera,

compreso quello di un prigioniero di guerra a cui sono state tolte le insegne e la penna

e invece aggiunto il numero di matricola da internato.

 

Nella mostra sono ricordate anche le donne alpino: in particolare è presentata

la fotografia di Maria Predari, medico donna che prestò servizio a Ovaro (Udine)

nel 1916 – insieme a altre 45 dottoresse – e che fu autorizzata dal comandante

per i suoi meriti professionali ad indossare il cappello alpino.

Il Gruppo Storico “La patria è donna” si occupa da vent’anni di valorizzare

le figure femminili all’interno degli Alpini.

La mostra “Alpini, uomini di pietra”, è stata inaugurata il 16 gennaio all’Urp

alla presenza del presidente del Consiglio regionale Davide Nicco,

di Sebastiano Favero, presidente nazionale Ana e di Carlo Martinelli,

presidente del Gruppo Storico Militaria 1848-1945 e consigliere nazionale Ana Torino.

“Con orgoglio desidero esprimere il più profondo e sentito ringraziamento a tutti gli Alpini

e a ogni singola ‘penna nera’ che ha servito e continua a servire il nostro Paese – ha dichiarato

il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Davide Nicco -. Gli Alpini rappresentano

un patrimonio di valori radicati nella storia d’Italia e del Piemonte: solidarietà, sacrificio,

senso del dovere e amore per la patria. Questi ideali hanno ispirato e guidato le loro azioni

tanto sui campi di battaglia quanto nelle missioni di pace e nelle innumerevoli emergenze civili

che hanno colpito il nostro territorio”.

“La giornata del valore alpino, nata su mia proposta attraverso la legge regionale 8/22

che prevede anche uno stanziamento annuale per sostenere le loro attività sociali,

è tutta per loro e permette a noi di dirgli un immenso grazie per il loro coraggio

e la loro determinazione, ma anche per la loro capacità di unire persone

e generazioni sotto l’insegna della fratellanza e del bene comune.

Quest’anno – conclude Nicco – la 96^ Adunata Nazionale degli Alpini tornerà in Piemonte,

a Biella dal 9 all’11 maggio e sarà una grandissima festa!”.

NELLE FOTO IMMAGINI DEL GRUPPO STORICO MILITARIA

Furto su auto: due arresti

Due cittadini stranieri, di 25 e 28 anni, sono stati arrestati per furto aggravato in concorso dalla Polizia di Stato a Torino.

Personale delle Volanti dell’UPGeSP e del Commissariato di P.S. San Donato, ricevuta la segnalazione di un furto su autovettura ai danni di una giovane coppia che aveva sorpreso sul fatto gli autori, convergeva all’intersezione fra via Cherubini e via Monte Rosa, ove individuava due sagome che tentavano di dileguarsi nel buio.

I poliziotti si dividevano riuscendo a bloccare il primo soggetto, un cittadino marocchino di 28 anni, che si era introdotto all’interno del cortile di uno stabile di via Cherubini scavalcando il muro perimetrale. Il secondo, un cittadino senegalese di 25 anni veniva, invece, individuato mentre tentava di nascondersi fra alcune auto in sosta.

Inoltre, gli operatori rinvenivano e sequestravano arnesi atti allo scasso nonché della refurtiva provento di altri furti.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto per entrambi i giovani la convalida dell’arresto, con sottoposizione alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiano alla P.G.

Il clutter digitale

Il clutter, in inglese, è l’accumulo indiscriminato; viene utilizzato per indicare l’abitudine di conservare ogni oggetto, se non addirittura di raccoglierlo in giro, fino al punto di non potersi più muovere.

Se fino a 3-4 qualche decenni orsono il clutter riguardava oggetti tangibili, fisici che andavano a riempire cassetti, ripostiglio, cantina o altri angoli di casa, la diffusione di massa dei files digitali ha portato a clutterizzare anche, e soprattutto, il nostro pc.

Un tempo, quando la fotografia era analogica e sceglievamo con cura quelle che sarebbero diventate foto da stampare, riponevamo le foto in un album, o nei portafoto trasparenti, indicando in copertina il luogo o la data o l’evento cui si riferissero.

L’avvento della fotografia digitale ha aumentato in modo iperbolico la quantità di foto che annualmente scattiamo o riceviamo (anche tramite i social) al punto che catalogarle diventa impossibile o, quanto meno, richiede tantissimo tempo.

Pensate che, prima della diffusione della fotografia digitale, scattavamo una media di un centinaio di foto per ogni vacanza (3 rullini da 36); ora, tranne casi più gravi, i 100 scatti li abbiamo realizzati quando arriviamo al casello dell’autostrada (quello della partenza) perché dobbiamo compulsivamente fotografare ogni cosa incontri il nostro sguardo: ciclista, cartello, giocoliere, semaforo guasto, auto sportiva, alba, tramonto e luna.

Va da sé che, al ritorno, archiviare in modo “sensato” qualche centinaio (se non migliaio) di scatti diventa un’impresa epica: luogo, particolare (museo di….,, ristorante XY, ecc) e, dunque lasciamo tutto buttato in un’unica cartella.  Ovviamente, quasi mai eliminiamo le foto palesemente inutilizzabili perché sfocate, scure, scattate involontariamente.

Lo stesso dicasi di files word, mail, video e, in generale, tutto quello che riponiamo nel nostro pc.

Esattamente come un ripostiglio senza scatole né etichette, un PC con documenti di ogni genere salvati alla rinfusa rende difficile ogni ricerca, specie se riveste carattere di urgenza.

In un’epoca in cui andiamo sempre di fretta, in cui c’è l’ansia di accumulare sempre più oggetti, in cui abbiamo sovrabbondanza di ogni oggetto (e le foto non fanno eccezione) sarebbe forse il caso di tornare al vecchio sistema di conservare solo il necessario, di eliminare subito il superfluo e di tenere traccia di tutto ciò che facciamo; fare pulizia ci permette non soltanto di eliminare il superfluo, ma anche di ripassare in rassegna ciò che abbiamo e avevamo dimenticato di avere e, ancora più, vedere come nel tempo siano cambiati i luoghi, la società, il modo di vivere e la nostra cultura in senso lato.

Una persona che fotografi durante 10 week end l’anno, durante le vacanze estive e in occasione di 6-7 feste (compleanni, Capodanno, ecc) accumula in un anno qualcosa come 5-6000 fotografie; quante credete che ne guarderà?

Sergio Motta

Inseguendo il Liberty

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 5. Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti

Negli articoli precedenti mi sono soffermata su due particolari edifici torinesi assai noti, Villa Fenoglio e Villa Scott, ma, poiché la nostra città è ricca di palazzi e ville in stile Liberty, nei due articoli che seguono vorrei proporre una sorta di “guida turistica” rivolta sia a chi, per caso, si trovi a passare nei dintorni di case e ville Liberty, e sia a chi, per pura curiosità, amerebbe approfondire l’argomento.

Pietro Fenoglio, celebre ingegnere-architetto, figura essenziale per il Liberty torinese, nel 1902 progetta per i fratelli Besozzi il Villino Gardino di corso Francia 12, angolo via Beaumont, dove lo stile floreale si affaccia nelle morbide linee del ferro battuto dei balconi. Nel 1909, sempre per la medesima famiglia, si dedica alla palazzina di via Magenta, e all’ampio isolato situato tra le vie Campana, Saluzzo e Morgari. La Palazzina Ostorero, di via Beaumont 7, del 1900, due piani più sottotetto, è contrassegnata da una raffinata decorazione floreale a graffito, da un tetto a capanna e torrette a tre livelli. La Palazzina Besozzi, di corso Francia 10, ha finestre doppie suddivise da colonne e capitelli, e discrete decorazioni sotto la gronda del tetto in legno. Tra il 1899 e il 1900, l’illuminato costruttore si dedica a Casa Gotteland, di via San Secondo 11. La facciata ha una scansione regolare e simmetrica, le decorazioni si concentrano sul ricco cornicione che corre tra il quarto e quinto piano, sui balconi, sulle finestre, sul portone d’ingresso. Sotto il davanzale, le finestre presentano un motivo decorativo ispirato alle forme di una conchiglia, festoni di fiori ornano i timpani sovrastanti le finestre; un motivo pure a conchiglia si trova nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi; il portone d’ingresso in legno e vetri colorati e i fregi dipinti sull’androne ne segnano l’indirizzo apertamente floreale. Nel 1901 l’avvocato Michele Raby commissiona a Fenoglio la propria abitazione privata, da allora conosciuta come Villino Raby, corso Francia 8, vicino a via Beaumont. Una costruzione contrassegnata da un’estrema articolazione degli spazi esterni, a volte arretrati, a volte avanzati, con un originale portico terrazzato utilizzato come ingresso. Di grande rilievo l’originale bovindo angolare decorato da piccole teste di fanciulle. In fondo all’ampio cortile vi è una palazzina di servizio con annesse scuderie, caratterizzata da un tetto conico alla francese. Rimaneggiato nel corso degli anni, il villino nel 2009 è stato acquistato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, che si è occupato della sua lunga ristrutturazione. Del 1901 è Casa Boffa Costa, di via Sacchi 28 bis, che doveva necessariamente adeguarsi, per altezza, facciata e dimensioni, agli attigui e omogenei palazzi del tratto del corso porticato. Suggestioni Liberty si evidenziano comunque nelle finestre e nei balconi modellati in pietra artificiale; quattro finte colonne a tutta altezza hanno il compito di snellire il gioco prospettico, armoniosamente ritratto dal tondo dei balconi e il culmine delle finestre. Della vicina Casa Debernardi, via Sacchi 40/42, caratterizzata da due bovindi laterali che si alzano al colmo dei portici, forse Fenoglio ha posto solo la propria firma su di un’opera realizzata da altri. Interessante e aggraziata la facciata che dà sul cortile, con decorazioni Liberty in litocemento. Del 1902 (stesso anno di Palazzo Fenoglio-La Fleur e di Villa Scott) è Casa Pecco, via Cibrario 12, destinata all’affitto di abitazioni e di negozi, che evidenzia un apporto Liberty più modesto e garbato e meno vistoso. Si tratta di un edificio piuttosto imponente, che occupa un isolato trapezoidale nei pressi di via Le Chiuse, contraddistinto al piano terra da un portone in legno, la cui sagoma è ripresa dalle aperture del piano rialzato. Le finestre sono sovrastate da decorazioni geometriche, una cornice con motivi floreali caratterizza il paramento murario del terzo piano. La modellazione del ferro battuto contrasta piacevolmente con i lineari elementi litocementizi dei balconi del primo piano.


Di raffinatissimo stile Liberty è la Palazzina Rossi Galateri di via Passalacqua 14, (una perpendicolare di via Cernaia, alle spalle di piazza XVIII dicembre), segnata da motivi naturali quasi Rococò: tralci di vite, finta corteccia, fiori di grandi dimensioni, bovindi sormontati da terrazzini, e un elegantissimo portone d’ingresso in legno, al di sopra del quale si evidenziano le linee eleganti in ferro battuto del balcone. La costruzione è stata commissionata a Fenoglio dalla contessa Emilia Rossi, figlia del deputato Teofilo Rossi e moglie di Annibale Galatei, conte di Genola e di Suniglia. Squisita la resa armoniosa dei ferri battuti lavoratissimi, i particolari lignei come i telai delle finestre, la luminosa cromia delle vetrate, la morbida decorazione floreale, la bellissima vetrata ovale al piano rialzato e i particolari decorativi della facciata: tutto è studiato nei minimi particolari, ed è reso all’insegna del bello assoluto. Del 1903 è Casa Guelpa, via Colli 4, all’incrocio con corso Vittorio Emanuele 115, in un raffinato Liberty disegnato sui balconi con i motivi a conchiglia (il lato sul corso si richiama, invece, al Neobarocco). Casa Rey, di corso Galileo Ferraris 16/18, risale al 1904. Il palazzo, tra i cinque e i sei piani, ai lati ha due bovindi su tre ordini con vetri colorati e decorazioni floreali; la facciata si distingue per l’alternanza tra intonaco e laterizio in cui qua e là compaiono piccoli mostri su alcune finestre e capitelli su qualche balcone. Le finestre, che più si innalzano e più si alleggeriscono per gioco prospettico e capacità costruttiva, presentano eleganti modanature Liberty. Molto raffinati i quattro portantini in legno scolpito.

Casa Bellia, di corso Matteotti, angolo via Papacino, è caratterizzata da un ampio rosone, con colonnine poste a raggiera nella parte più alta di una simil-torre e cornici a dente di lupo che si alternano a particolari sia orientali che zoomorfi e fitomorfi. Nella parte angolare, un bovindo dalle linee tonde e dalle finestre ad arco, è sormontato da un tetto fatto a cupola piramidale. Particolari i balconi del primo e del terzo piano con finestre a triplice luce. Sempre in via Papacino e ancora con committenza Bellia, nello stesso anno – 1904 – viene edificato un edificio di quattro piani fuori terra, con seminterrati in vista e mansarde laterali a finestre binate. Un bovindo poligonale, chiuso nella parte superiore da un balcone con balaustra in cemento, allaccia due piani. Ornamenti floreali impreziosiscono il portone. Casa Rama, su progetto di Fenoglio, del 1909, in via Cibrario 63, è per noi torinesi del tutto particolare: in questa palazzina Liberty morì Guido Gozzano, il poeta crepuscolare che così ricorda la sua e nostra città: “Come una stampa antica bavarese/ vedo al tramonto il cielo subalpino/da Palazzo Madama al Valentino/ardono l’Alpi tra le nubi accese/È questa l’ora antica torinese,/è questa l’ora vera di Torino”. Cari curiosi e appassionati di Liberty, sarete ormai stanchi e affaticati, allora vi propongo una meritata pausa prima di riprende il tour nel prossimo articolo.

Alessia Cagnotto