ilTorinese

Baracche distrutte dalle fiamme: incendio doloso?

Alcune baracche in legno in strada Buttigliera a Chieri sono state distrutte da un rogo la notte del 31. Le cause sono da verificare, non si esclude l’incendio doloso. Per spegnere le fiamme sono intervenuti  i vigili del fuoco del distaccamento cittadino e di Riva presso Chieri. Non si registrano feriti. (foto archivio)

“Fotografia è donna”…  in 120 scatti “da donna a donna”

In mostra, a “La Castiglia” di Saluzzo e al “Filatoio” di Caraglio, suggestive visioni dell’ “universo femminile”, cristallizzato da dodici donne-fotografe appartenenti alla “Magnum Photos”

Fino al 25 febbraio 2024

Saluzzo (Cuneo)

Donne fotografe e donne fotografate. Donne davanti e donne dietro l’obiettivo. Sono decisamente tutti “scatti d’autore”. Nel complesso 120, pagine di nitida, poetica o delicata o bruciante interpretazione di un “universo femminile” che corre e scorre con tutto il suo carico di affetti, ansie, gioie e paure lungo settant’anni di Storia, dal Dopoguerra ad oggi. Dietro a tutte, un marchio che è assoluta garanzia: quello dell’Agenzia “Magnum Photos”, fra le più importanti agenzie fotografiche del mondo, fondata nel lontano 1947 (dopo vari incontri al ristorante del “Moma” di New York) niente meno che da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandivert. Come dire: dal gotha dell’arte fotografica del tempo. E di oggi, ancora. Dodici sono le autrici, ma con loro anche sei autori della “Magnum” appassionati interpreti delle tematiche in gioco, intorno a cui ruota “Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia ‘Magnum Photos’, dal Dopoguerra a oggi”, mostra ospitata fino al 25 febbraio 2024, nelle sale dell’antico Castello, oggi Museo, de “La Castiglia” a Saluzzo (Cuneo).

Curata da Walter Guadagnini (direttore di “CAMERA”) e da Monica Poggi, la rassegna vede l’organizzazione del “Comune di Saluzzo” e di “Fondazione Artea”, in collaborazione con la torinese “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, “Magnum Photos” e “Fondazione Amleto Bertoni”. Sei i nuclei tematici, cui è affidato il compito di descrivere il “Pianeta-Donna”, visto, recepito e fermato nello spazio e nel tempo attraverso molteplici punti di osservazione, in ottiche diverse ma “corali” nella definizione della specifica essenza della condizione femminile, immortalata nei più disparati luoghi del mondo e in epoche temporali assolutamente diverse. “Il contesto famigliare”“La crescita”“L’identità”“I miti della bellezza e della fama”“Le battaglie politiche” e “La guerra”: su questi “passaggi” fondamentali e identificativi ruota un iter espositivo in cui passano e si manifestano i grandi cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo ed i primi decenni del XXI, in un continuo intreccio di vicende individuali ed episodi di più complessa e larga attualità. Fra le 12 firme al femminile rappresentate in mostra, le prime due “capostipiti” – donne ad essere accolte alla “Magnum Photos”: l’austriaca Inge Morath e l’americana Eve Arnold“Pioniere del protagonismo femminile nella narrazione per immagini della realtà, Inge ed Eve hanno aperto la strada – sottolineano i curatori – a una visione empatica e più attenta alla vita degli esseri umani. In molte ne hanno seguito le orme, smettendo i panni di muse dei grandi artisti dinanzi all’obiettivo e ponendosi invece dietro ad esso, per divenire le testimoni dirette dei mutamenti del loro tempo”.

Fra di esse, le altre dieci raccolte a “La Castiglia”, autrici di fama internazionale e giovani fotografe contemporanee, presenti con reportage realizzati in situazioni anche molto diverse sotto l’aspetto storico e geografico, ma sempre attente a mai sprecare, fino all’ultima carta, le difficoltà e le opportunità di un mestiere scelto in tutto e per tutto. E , in certi casi, nonostante tutto. I loro nomi: le inglesi Olivia Arthur e Marylin SilverstoneMyriam Boulos (Libano), le spagnole Cristina De Middel e Lùa RibeiraBieke Depoorter (Belgio), Nanna Heitmann (Germania), le americane Susan Meiselas e Alessandra Sanguinetti e l’iraniana Newsha Tavakolian. In parete anche i grandi scatti di alcuni celebri fotografi “che hanno saputo dar forma all’identità femminile, contribuendo a denunciare un contesto sociale che ha visto e vede ancora troppo spesso i diritti delle donne messi in discussione”: da Robert Capa (fra i fotografi di guerra più famosi e influenti del XX secolo) a Bruce Davidson ed Elliot Erwitt, per finire con Rafal Milach e gli italiani Paolo Pellegrin e Ferdinando Scianna.

In stretto collegamento con la mostra di Saluzzo, la “Fondazione Artea” propone inoltre al “Filatoio” di Caraglio (Cuneo), sempre fino al 25 febbraio 2024, la monografica “Inge Morath. L’occhio e l’anima” che celebra, nel centenario dalla nascita, la prima fotogiornalista nella storia della “Magnum”, portando oltre 200 delle sue opere nelle sale dello storico opificio.

Gianni Milani

“Fotografia è donna”

“La Castiglia”, piazza Castello 2, Saluzzo (Cn); tel. 0175/240006 o comune.saluzzo.cn.it

Fino al 25 febbraio 2024

Orari: ven. 15/19; sa. Dom. e festivi 10/19

Nelle foto (“Magnum Photos”): Eve Arnold “A baby’s first five minutes”,1959; Inge Morath “Untitled”, 1961; Marilyn Silverstone “Mrs Kennedy and her sister Princess”, 1962; Nanna Heitmann “Anti-war protests in Moscow”, 2022;  Robert Capa “In the middle Simone Segouin French Resistance fighter”, 1944

Bilancio di un anno e nuovi progetti per la Fondazione Torino Musei

La Fondazione Torino Musei vede nel 2023 un significativo aumento dei visitatori rispetto al 2022: quest’anno GAM, MAO, Palazzo Madama e Artissima hanno superato le 573.000 presenze.

In particolare la GAM ha accolto, nel suo ultimo anno sotto la guida di Riccardo Passoni, oltre 180.000 persone, il MAO ha sfiorato quota 100.000 e Palazzo Madama ha registrato oltre 262.000 presenze; a questi si aggiungono gli oltre 34.000 visitatori in quattro giorni per la trentesima edizione di Artissima, che si riconferma nel suo carattere di fiera sperimentale e di ricerca e un modello a livello europeo.

Nei dodici mesi appena trascorsi i tre musei hanno inaugurato e promosso 29 mostre e progetti espositivi e organizzato 124 eventi tra concerti, performance, conferenze, corsi di storia dell’arte, workshop, visite speciali e altro.

Grazie alle ricche collezioni, che spaziano dall’arte antica a quella asiatica, passando per il moderno e il contemporaneo, i tre musei della Fondazione hanno concesso 203 prestiti a oltre 50 musei e istituzioni italiane e internazionali, rafforzando relazioni già esistenti e creandone un nuovo network di scambi.

I Dipartimenti Educazione hanno coinvolto oltre53.000 tra studenti, insegnanti, famiglie, adulti e persone con disabilità grazie alla realizzazione di attività sempre più adatte alle esigenze dei diversi pubblici.

Inoltre la Fondazione Torino Musei, nell’ambito del suo nuovo Piano Strategico, ha realizzato e promosso la XXVI edizione di Luci d’Artistache è divenuta, anche con la nomina del nuovo curatore del progetto, Antonio Grulli, la sua quinta linea culturale (insieme a GAM, MAO, Palazzo Madama e Artissima), con l’obiettivo di valorizzare una collezione unica e straordinaria e di trasformare la manifestazione in una vera istituzione di ricerca artistica permanente sempre più inclusiva ed ecologicamente sostenibile.

LE MOSTRE E LE ATTIVITÀ

Il 2023 della GAM è stato segnato dal grande successo di pubblico e di critica della mostraHayez. L’officina del pittore romantico (in corso fino al 1 aprile 2024) che dalla sua apertura, il 17 ottobre, è già stata visitata da 40.000 persone. La mostra, organizzata e promossa insieme a 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, è curata da Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, da cui proviene un importante nucleo di circa cinquanta disegni e alcuni tra i più importanti dipinti. La grande mostra ha sostituito, negli spazi del primo piano, Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento, chiusa a settembre, che ha offerto l’occasione per riscoprire parte della collezione ottocentesca del museo, da alcuni anni non visibile al pubblico.

Grande attenzione anche per i progetti legati al contemporaneo: Viaggio al termine della statuaria, in cui la GAM, proseguendo la ricognizione sul proprio patrimonio, ha dedicato un capitolo alla scultura italiana tra il 1940 e il 1980 con una mostra che ha presentato 50 opere realizzate da 40 artisti attivi nell’arco di questo periodo. In occasione della art weektorinese la GAM ha proposto la personale di un artista entrato a far parte della collezione del museo sin dal 2001: Gianni Caravaggio. Per analogiam. L’esposizione si compone di un nucleo di opere realizzate nell’arco di quasi trent’anni di lavoro, dal 1995 ad oggi, e cinque nuove opere sono state prodotte per l’occasione.

Lo spazio denominato Wunderkammer ha visto il succedersi di esposizioni molto apprezzate: la prima dedicata alla figura di Alberto Moravia,Non so perché non ho fatto il pittore a cura di Luca Beatrice ed Elena Loewenthal nel contesto del progetto “Nato per narrare. Riscoprire Alberto Moravia” che la Fondazione Circolo dei lettori ha ideato e realizzato con la GAM e il Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con l’Associazione Fondo Alberto Moravia, Bompiani editore e le Gallerie d’Italia, e la seconda Michele Tocca. Repoussoir, progetto vincitore del PAC 2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, nato dalla volontà della GAM di acquisire un gruppo di opere di un pittore capace di porsi all’osservazione del mondo con il candore di uno sguardo che sa vedere tutto come fosse la prima volta.

Infine il programma di mostre in VideotecaGAM, sviluppato nel 2023 attorno alle recenti acquisizioni della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per la collezione di film e video d’artista, ha visto succedersi tre mostre personali di Michael Snow, Giuseppe Gabellone e Simone Forti.

Nella collaborazione con 32 istituzioni e musei italiani e internazionali la GAM ha prestato 104 opere che hanno viaggiato e si sono fatte ammirare in Italia e all’estero.

Il 2023 della GAM si è chiuso con la nomina, a seguito di una manifestazione d’interesse pubblica, della nuova direttrice Chiara Bertola, che prenderà servizio l’8 gennaio 2024.

Sotto la direzione di Davide Quadrio il MAOprosegue la sua attività di rinnovamento fra mostre di durata annuale, che si pongono come piattaforme di studio e sperimentazione, riallestimenti delle collezioni e progetti legati al contemporaneo.

Nel 2023 il museo ha ospitato Buddha10 Reloaded, seconda parte della mostra Buddha10, inaugurata a ottobre 2022, e Sonic Blossom, performance partecipativa dell’artista taiwanese-americano LEE Mingwei realizzata in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino e con l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia. Infine Trad u/i zioni d’Eurasia, resa possibile grazie ai prestiti da importanti istituzioni italiane quali il MuCiv di Roma, i Musei Reali di Torino, il MIC Museo internazionale Ceramiche in Faenza, e che segna l’avvio di una proficua collaborazione con la Fondazione Merz.

Grazie alla collaborazione con l’Istituto italiano dei Sordi, tutti i contenuti delle mostre sono disponibili in LIS, per un museo sempre più inclusivo.

Legato al rinnovamento e al ripensamento del display delle collezioni permanenti il progettoContemporary Monogatari, realizzato in collaborazione con Eva Fabbris, direttrice del MADRE di Napoli, che vede il riallestimento delle collezioni della galleria Giappone 2 in dialogo con l’opera dell’artista giapponese Kazuko Miyamoto.

Proseguendo in quest’ottica di dialogo fra antico e contemporaneo, il MAO ha presentato nei giorni di Artissima Declinazioni contemporanee, frutto del ciclo di residenze d’artista avviato nel 2022 e di importanti collaborazioni con artisti italiani e stranieri: all’interno dell’edificio e fra le opere delle collezioni permanenti hanno trovato posto quattro nuove opere di Marzia Migliora, Kengo Kuma, Lee Mingwei e Francesco Simeti.

Come già nel 2022, anche le mostre temporanee del 2023 sono state arricchite da un interessante e variegato public program diconferenze e performance musicali con artisti internazionali, che riscuotono successo soprattutto tra il pubblico più giovane.

Il t-space X MAO ha visto l’avvicendarsi di una serie di piccole esposizioni, incontri e performance e, nello stesso spazio, è stata allestita anche Una breve elegia, a cura di add editore, realizzata con il contributo del Ministero della Cultura della Repubblica di Cina (Taiwan).

Per il secondo anno consecutivo il MAO ha infine organizzato e promosso in collaborazione conStudiUm, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, il Corso di formazione di Cultura Materiale dell’Asia, progetto che mira a consolidare il proficuo rapporto con l’Università di Torino e che rappresenta un’esperienza innovativa nel panorama torinese e italiano.

Il museo ha inoltre ospitato incontri nell’ambito di Torino Spiritualità, della Settimana della Cultura UNI.VO.C.A. e del Salone del Libro di Torino.

Nell’arco dell’anno appena terminato sono state59 in totale le opere oggetto di prestito, fra cui due importanti sculture in arenaria al Museo delle Civiltà/Chateau des Ducs de Bretagne – Musée d’Histoire de Nantes, due paraventi della collezione giapponese alla Fondazione Prada di Milano, 46 reperti archeologici provenienti da Seleucia e Coche allo Zhengzhou Museum di Zhengzhou (Cina), La grande onda del Kanagawa di Hokusai e una selezione di ottosurimono alla Promotrice delle Belle Arti di Torino.

A Palazzo Madama hanno riscontrato l’apprezzamento del pubblico le mostre Le chiavi della città nei capolavori di Palazzo Madama, un inedito sguardo sulle sue collezioni civiche e la loro storia attraverso una selezione di opere emblematiche; Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenariocon oltre 350 opere tra sculture, mosaici, affreschi, vasellami, sigilli e monete, straordinari manufatti in ceramica, smalti, oggetti d’argento,preziose gemme e oreficerie, pregevoli elementi architettonici e Liberty. Torino Capitale, cheracconta il fondamentale ruolo di Torino per l’affermarsi del Liberty, un’arte che nella capitale sabauda diviene il fulcro di una storia che travolge ogni aspetto della vita e della società. In occasione del Black History Month Torino – Seconda edizione Palazzo Madama ha inoltre proposto la mostra Congo Italia. Ripensare il passato con una selezione di sedici fotografie scattate da Carlo Sestin.

Inoltre ha proposto l’esposizione In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena, promossa dalla Fondazione Carlo Acutis e realizzata con Palazzo Madama in collaborazione con la Regione Piemonte: una narrazione del territorio che mette in risalto le centralità storiche e contemporanee della regione, casa della Sacra Sindone e accesso principale alla Penisola lungo il pellegrinaggio sulla Via Francigena.

Grande successo e partecipazione hanno avuto le visite guidate gratuite al cantiere di restauro e consolidamento della facciata juvarriana di Palazzo Madama e alle monumentali statue di Giovanni Baratta riportate al loro splendore con il contributo straordinario della Fondazione CRT.

Nel 2023 Palazzo Madama ha inoltre sviluppato importanti progetti per le scuole, le circoscrizioni, le anagrafi, i dipendenti comunali, cui sono state dedicate visite guidate in museo con il direttore di Palazzo Madama. È ripartito e si è ampliato il progetto L’aula che vorrei, che ha coinvolto più di 200 studenti che hanno fatto lezione in museo e sono iniziati i corsi di lingua italiana per le persone richiedenti asilo e rifugiate accolte dalla Città di Torino.

Nel 2023 il museo ha inoltre prestato 40 operea 14 sedi museali italiane e straniere.

Per il trentesimo anniversario di ARTISSIMA, diretta da Luigi Fassi, il 2023 ha segnato un’edizione speciale: ancora una volta la Fiera ha portato a Torino un’esplosione di vitalità che ha coinvolto l’intera città e attratto gallerie, artisti, collezionisti e curatori tra i più interessanti sulla scena internazionale. Anche quest’anno gli spazi dell’OVAL Lingotto hanno accolto le quattro sezioni consolidate della fiera – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – e le tre sezioni curate – Disegni, Present Future e Back to the Future, ospitate anche online sulla piattaforma Artissima Voice Over. Ma Artissima si è estesa anche oltre i confini dell’Oval Lingotto, con numerosi progetti e collaborazioni attivate con istituzioni pubbliche e private in città. Artissima 2023 ha inoltre organizzato tre premi per artisti e gallerie, due riconoscimenti a memoria di figure di spicco del mondo dell’arte, sei supporti istituzionali ad artisti e gallerie promossi da fondazioni e istituzioni e due fondi.

Nel 2023 ha preso avvio la XXVI edizione diLUCI D’ARTISTA, progetto della Città di Torinodallo scorso anno affidata alla realizzazione diFondazione Torino Musei, con l’obiettivo di trasformare la manifestazione in un Museo a cielo aperto, diffuso, che possa allargare i suoi classici confini invernali e natalizi e sia dotata di una programmazione attiva tutto l’anno, di un archivio storico, di un sito internet ricco e dettagliato, di una comunicazione continuativa e di una rete di collaborazioni nazionali e internazionali ramificata. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi è stata prevista una guida stabile del progetto e per la prima volta è stato chiamato un curatore, Antonio Grulli, con il compito di sviluppare e valorizzare la manifestazione portandola alla sua completa evoluzione.

L’edizione 2023 di Luci d’Artista si è arricchita di una nuova installazione luminosa: Orizzonti firmata dal grande maestro Giovanni Anselmo, purtroppo scomparso pochi giorni fa, collocata in piazza Carlo Alberto. Intorno a questa nuova installazione luminosa e a tutte le 27 luci disposte tra le vie e le piazze di Torino, si sviluppa Accademia della Luce, il Public Program che mette in campo con grande partecipazione una serie di attività educative curate dai Dipartimenti Educazione delle principali istituzioni torinesi dedicate all’arte contemporanea, che hanno preso avvio con l’accensione delle Luci e proseguono nei mesi successivi, fino a giugno e al solstizio d’estate.

I PROGETTI SPECIALI DEL 2023

 

Parallelamente alle consuete attività svolte sul territorio, i tre musei di Fondazione hanno sviluppato anche alcuni importanti progetti con istituzioni culturali italiane e internazionali.

Grande soddisfazione per la GAM che nel 2023 ha vinto l’assegnazione di fondi ministeriali per la realizzazione di tre progetti, a cura di Elena Volpato. Il museo è stato tra i vincitori dell’Italian Council 2023 per la realizzazione di due mostre personali in Francia – al CEAAC di Strasburgo e presso l’Atelier Meisenthal – dedicate a Luca Bertolo e, per il terzo anno consecutivo, si è aggiudicata i fondi del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea 2022-23 per l’acquisizione della Collezione di Dischi d’artista di Giorgio Maffei dando vita alla prima collezione pubblica di Dischi d’Artista in Italia. Infine la GAM si è aggiudicata che anche l’ultimo dei bandi ministeriali: Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, grazie al quale sarà possibile acquisire22 fotografie di Gianfranco Gorgoni, realizzate all’inizio degli anni Settanta, in stretto contatto con alcuni dei più rilevanti artisti dell’arte statunitense di quegli anni.

 

Il MAO è stato fra i vincitori del bando pubblico per proposte progettuali di intervento per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali dei musei e luoghi della cultura pubblici non appartenenti al Ministero della Cultura, da finanziare nell’ambito del PNRR. Il progetto ammesso a finanziamento, dal valore di 302.000 €, consentirà al museo di investire in interventi di tipo strutturale per l’abbattimento delle barriere fisiche e architettoniche, ma soprattutto in servizi per l’accessibilità cognitiva e sensoriale, che trasformeranno il MAO e le sue collezioni permanenti in un patrimonio sempre più inclusivo.

Particolarmente attivo sul piano internazionale, ilMAO ha esportato Il Grande Vuoto, esposta all’Italian Cultural Center di New Delhi fra gennaio e febbraio 2023, e Flu水o, proposto in un’inedita versione installativa al McaM – Ming Contemporary Art Museum di Shanghai lo scorso settembre.

Dal 21 marzo al 21 maggio al Museo Nazionale di Zara Narodni Muzej Zadar è stata presentata la mostra Il mestiere delle arti in Italia. Capolavori da Palazzo Madama, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura Zagabria, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Zagabria.

Di rilievo internazionale è stato il progetto Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Fondazione Torino Musei, in collaborazione con Città di Torino, Regione Piemonte e Palazzo Madama: 42 esposizioni organizzate nei cinque continenti con il coordinamento della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale della Farnesina.

L’esposizione In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena, a Palazzo Madama tra luglio e ottobre 2023, è ora allestita fino al 14 giugno 2024 a Bruxelles, negli spazi di Regione Piemonte.

GAM, MAO e Palazzo Madama hanno aderito alle principali iniziative promosse dalla Città, proponendo aperture straordinarie e ingressi gratuiti o a tariffe agevolate in occasione del Salone del Libro, delle ATP Finals, della festa di San Giovanni, della Notte Europea dei Musei, del Ferragosto, delle Giornate Europee del Patrimonio, della Notte delle Arti Contemporanee e della giornata AMACI.

Come lo scorso anno, anche nel 2023 Palazzo Madama è stato sede di Casa Italia durante le ATP finals.

 

La Farina, il siciliano sabaudo

Alla scoperta dei monumenti di Torino Una nota curiosa per quanto riguarda il monumento è la presenza, sul lato posteriore della balaustra, di un pannello decorato con il simbolo della Trinacria

Collocata all’interno di piazza Solferino, quasi all’altezza dell’intersezione con via Lascaris, la figura di La Farina è ritratta in piedi, appoggiata ad una balaustra. Le gambe sono leggermente sovrapposte in posizione rilassata ed indossa un cappotto chiuso dove sulla spalla sinistra, si dispiega un mantello che ricade sull’elemento architettonico. La Farina viene rappresentato mentre sta lavorando ad uno scritto: nella mano sinistra sorregge dei fogli che corregge con una penna stretta nella mano destra appoggiata anch’essa alla balaustra,mentre alle sue spalle un libro ferma alcuni fogli già letti. La balaustra presenta posteriormente un pannello decorato con il simbolo della Trinacria inquadrato tra due colonnine dal disegno complesso.

 

Nato a Messina il 20 luglio del 1815, Giuseppe La Farina fu un patriota, scrittore e politico italiano. Avvocato dalle idee liberali, sviluppò un interesse crescente per gli studi storici e letterari che lo portarono a pubblicare, lungo tutta la sua vita, numerosissimi scritti (tra i quali la Storia d’Italia dal 1815 al 1850) e a collaborare con giornali e riviste (è stato fondatore e collaboratore del giornale L’Alba che fu tra i primi a tendenza democratica-cristiana).

Nel 1837 cominciò a sostenere la causa per la liberazione della Sicilia, partecipando al primo movimento insurrezionale anti-borbonico. Dopo un periodo di esilio dall’isola, nel 1848 venne eletto deputato alla camera dei Comuni di Messina assumendo, in seguito, la carica di Ministro della Pubblica Istruzione; fece anche parte (assieme ad Emerico Amari) della missione incaricata di offrire la corona di Sicilia al Duca di Genova.

A seguito della riconquista borbonica della Sicilia, l’anno successivo si rifugiò in Francia da dove continuò la sua attività letteraria. Nel 1854 si stabilì a Torino e poco dopo fondò la “Rivista Enciclopedica Italiana”, il giornale politico “Piccolo Corriere d’Italia” e nel 1857 la Società Nazionale Italiana, un’associazione politica finalizzata a realizzare l’unità del Paese sotto la guida della Casa Savoia. La Società Nazionale Italiana aveva come presidente Daniele Manin e come vice presidente Giuseppe Garibaldi.

Dal 1856 venne chiamato a collaborare con Cavour che, nel 1860, gli affidò il delicato incarico di rappresentare in Sicilia il governo; dopo essere rientrato a Torino nel 1861, venne eletto al Parlamento italiano e nominato vice presidente della Camera dei Deputati. Muore a Torino il 5 settembre 1863. Subito dopo la sua scomparsa un comitato, composto da alcuni uomini politici, iniziò a sostenere l’erezione di un monumento alla sua memoria ma la proposta venne sospesa a causa dei lavori collegati al trasferimento della capitale da Torino a Firenze.

Nel novembre del 1866, grazie a Filippo Cordova (a quel tempo ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio), l’idea venne ripresa e fu aperta una pubblica sottoscrizione a livello nazionale; nel dicembre 1868 il Comitato promotore per l’erezione del monumento a Giuseppe La Farina, incaricòGiovanni Duprè, autorevole scultore toscano, della realizzazione dell’opera. Tuttavia fu solo dopo dieci anni e cioè nel 1878, che il progetto cominciò a prendere vita; Giovanni Duprè venne sostituito dallo scultore e scrittore palermitano Michele Auteri Pomar, che con le 24.000 lire raccolte, creò un monumento di una certa rilevanza.

Il monumento venne collocato nell’aiuola a mezzogiorno di piazza Solferino e fu inaugurato il 1 giugno del 1884, esattamente sedici anni dopo l’approvazione del progetto; il giorno precedente l’inaugurazione, i rappresentanti del Comitato promotore lo donarono con atto ufficiale alla Città di Torino.  Nel febbraio 1890, a seguito del progressivo distacco delle lettere bronzee che compongono l’epigrafe, il testo dell’iscrizione venne inciso sul fronte del basamento.

Una nota curiosa per quanto riguarda il monumento è (come già ricordato prima) la presenza, sul lato posteriore della balaustra, di un pannello decorato con il simbolo della Trinacria. Questo antico simbolo (Triscele per i greci e Triquetra per i romani), raffigura una testa gorgonica, con due ali, dalla quale si dispongono in giro simmetrico tre gambe umane piegate. La sua presenza sul monumento ricorda non solo le origini siciliane del personaggio, ma anche l’impegno da lui profuso nella lotta per l’indipendenza della Sicilia, durante la quale il bianco vessillo gigliato dei Borboni fu sostituito dal tricolore che recava al centro il simbolo triscelico.

 

Avendo già accennato la storia riguardante Piazza Solferino, grazie alle precedenti opere di cui abbiamo parlato, aggiungerò semplicemente che il monumento commemorativo a Giuseppe La Farina, dopo essere stato inaugurato nel 1884 all’interno dell’aiuola centrale meridionale, vi rimase fino al 2004, anno in cui la statua fu spostata per permettere alla piazza di ospitare i padiglioni Atrium per i Giochi Olimpici Invernali 2006. Il monumento fu provvisoriamente ricoverato all’interno di un deposito comunale per poi essere ricollocato, all’interno della piazza, il 16 giugno 2013. Oggi il monumento si erge in tutto il suo splendore all’interno di piazza Solferino.

 

Anche per oggi il nostro viaggio in compagnia delle opere di Torino termina qui. L’appuntamento è sempre per la prossima settimana per la nostra (mi auguro) piacevole passeggiata “con il naso all’insù”tra le bellezze della città.

 

 

Simona Pili Stella

Quando la scuola va in azienda

L’assessore regionale Elena Chiorino: “Un’occasione per far conoscere ai bambini e ragazzi la storia delle imprese del territorio scoprendo eccellenze produttive che fanno grande l’Italia nel mondo”
Sono 45 le domande pervenute da altrettante scuole piemontesi per “La scuola va in azienda”, il bando promosso dall’Assessore regionale all’istruzione Elena Chiorino, con l’intento di far conoscere a bambini e ragazzi le realtà produttive e imprenditoriali della Regione. Gli alunni delle scuole sia statali che paritarie, primarie e secondarie di primo grado, potranno visitare le sedi di aziende che apriranno le loro porte ad un’esperienza unica: per gli studenti più piccoli vi sarà un primo contatto con la realtà industriale ed economica del territorio e, per gli studenti della scuola secondaria, l’occasione di avere un punto di vista ravvicinato verso il mondo del lavoro. “Bambini e ragazzi avranno così l’opportunità di conoscere da vicino la storia delle imprese legate al territorio, confrontandosi con i professionisti, scoprendo i processi di produzione e le varie fasi delle lavorazioni. Sarà anche l’occasione per toccare con mano quanto negli ultimi anni l’innovazione tecnologica abbia trasformato le realtà industriali in eccellenze del nostro Made in Italy che tutto il mondo ci invidia”. dichiara Chiorino.
Ogni scuola riceverà un contributo di 500 euro a titolo di rimborso dei costi di viaggio sostenuti, nonché per l’eventuale acquisto di materiali didattici inerenti all’attività. Le scuole partecipanti sono 2 dall’Alessandrino, 4 dal Biellese, 13 dal Cuneese, 17 dal territorio della Città metropolitana di Torino e 9 dal Vercellese. L’iniziativa si colloca nell’ambito del protocollo tra Regione Piemonte e Ufficio Scolastico Regionale, per sostenere le azioni di orientamento dedicate all’esplorazione e alla conoscenza del mondo del lavoro e delle professioni, attraverso visite alle aziende e alle imprese piemontesi. Per realizzare un percorso di orientamento che passi anche dalla scoperta degli ambienti lavorativi e delle professioni, il sistema regionale di orientamento (Obiettivo Orientamento Piemonte) metterà a disposizione la figura dell’orientatore, che potrà preparare la visita insieme all’insegnante e accompagnare le classi in azienda. Saranno meta di visita aziende appartenenti a diversi settori del tessuto industriale piemontese: dall’automotive all’agroalimentare, dall’aerospazio al tessile, dalla chimica all’ICT.
  • In provincia di Alessandria le scuole partecipanti sono: l’IC De Amicis-Manzoni di Alessandria e IC di Novi Ligure 3.
  • In provincia di Biella le scuole partecipanti sono: IC Mongrando, IC Schiaparelli di Occhieppo Inferiore, IC di Valdengo e IC di Vigliano Biellese.
  • In provincia di Cuneo le scuole partecipanti sono: Alba International School di Alba, IC di Alba, Quartiere Piave San Cassiano, IC Barge, IC Augusta Bagiennorum di Bene Vagienna, IC Carducci di Busca, IC Cortemilia Saliceto, IC Cuneo Viale Angeli, IC Cuneo Borgo San Giuseppe, Fondazione Azzoaglio Best Education ETS di Cuneo-Mondovì, IC Govone, IC San Michele Mondovì, IC G.Arpino di Sommariva Bosco, IC Villanova Mondovì.
  • A Torino e provincia le scuole partecipanti sono: IC di Borgaretto-Beinasco, IC di Carmagnola II, IC di Caselette, IC di Castellamonte, IC Centro storico di Moncalieri, IC di Nichelino I, IC di None, IC di Pinerolo IV, Congregazione suore di carità dell’immacolata concezione dette d’Ivrea di Rivarolo Canavese, Istituto SS. Annunziata (La Risposta s.c.s.onlus di Rivarolo Canavese) , IC di Settimo III, IC Turoldo di Torino, Oratorio Salesiano Michele Rua di Torino, IC Ezio Bosso di Torino, Istituto sociale della compagnia di Gesù di Torino, IC di Airasca e IC di Vinovo.
  • In provincia di Vercelli le scuole partecipanti sono: IC di Borgosesia, IC Serra di Crescentino, IC di Gattinara, IC Galileo Ferraris di Livorno F.is, IC Martiri della Libertà di Quarona, IC Tanzio da Varallo di Varallo Sesia, IC Ferrari, IC Ferraris e IC Lanino di Vercelli.

Di motori non ne capisce niente…

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Armando Belletti, per ragioni di lavoro, si trovò costretto a vivere in città per buona parte della settimana.

Non che Pavia fosse una gran metropoli ma era ben altra cosa dalla quieta e sonnecchiosa Borgolavezzaro.

Smog, traffico, ritmi caotici e stressanti lo inducevano quanto prima a fuggir via lontano da quel trambusto. Con la sua utilitaria, sbrigati gli impegni, s’avviava verso la periferia e, in breve, si trovava in aperta campagna. La Lomellina con i suoi campi geometrici, le risaie, i prati, le boschine, l’aria finalmente pulita e l’unico rumore – oltre al ronfare del motore dell’auto – non era tale ma un delicato e allegro cinguettare degli uccelli.Armando rallentava la corsa e si godeva la vista di quell’ambiente naturale salvaguardato da eccessi edilizi, punteggiato da cascine e campanili, immaginando cosa l’aspettava a tavola: il risotto, il salame d’oca di Mortara, le cipolle di Breme, gli asparagi di Cilavegna e, come dolce, le offelle di Parona. Questi pensieri gli mettevano quasi commozione. “Cavolo, quando torno al mio paese mi pare di rinascere. Qui sì che la vita ha i tempi giusti. Stare in città sarà anche necessario ma mi pesa troppo”. Un giorno, imboccata una strada non asfaltata che tagliava in due una collinetta, l’auto si mise a fare le bizze. Il motore tossiva, ingolfato. Perdeva colpi e si fermò. Armando, pronunciando termini sui quali – per rispetto del lettore – si ritiene più utile sorvolare –   provò a rimetterla in moto, girando con foga la chiave d’accensione. Ma non c’era nulla da fare. Il motorino – grrr, grrr – girava   vuoto. L’auto restava lì, immobile, senza dar segni di vita, nel bel mezzo della stradina di campagna. Belletti scese, sollevò il cofano, guardò perplesso e sconsolato il motore senza avere la minima idea di dove mettere le mani. Mentre rimuginava sull’incidente che gli era capitato, avvertì un rumore alle sue spalle. Si girò e vide   un bellissimo ed elegante cavallo dal manto lucido e nero. L’animale lo guardava e si mise a girare attorno al veicolo. S’avvicinò e, con sguardo indagatore, scrutando il motore disse , con voce grave :“ Un bel guaio, sa? Per me è partito lo spinterogeno”. Armando, attonito e ammutolito lo guardò incredulo mentre l’animale, trotterellando se ne andò via per la sua strada. Di lì a pochi minuti sopraggiunse un contadino, con un forcone in spalla. Si conoscevano. Bernardo Trefossi era noto nei dintorni per la sua eccentricità. Vide il Belletti stranito, con la bocca aperta, e chiese cosa mai gli fosse capitato. Armando, balbettando, raccontò l’episodio del cavallo e il contadino, incuriosito, domandò: “ Mi dica. Il cavallo era forse nero?”. Alla risposta affermativa del Belletti, il contadino, battendogli la mano sulla spalle, lo rassicurò: “Mi dia retta. Non creda ad una parola di quanto le ha detto quel cavallo. Di motori non ne capisce niente”.

E se ne andò, fischiettando per la sua strada. Quando Armando, chiamato il soccorso stradale, riuscì ad arrivare a Borgolavezzaro era omai sera inoltrata. Ancora scosso per l’avventura del pomeriggio, raccontò il fatto agli amici del Bar “Al cervo d’oro”. Nessuno lo contraddisse ma Vittorio Scalmanati, detto “incudine”, fabbro di mestiere, all’insaputa del vicesindaco e guardando gli altri avventori,   si portò l’indice alla tempia. Dalla smorfia e dal gesto tutti intesero ciò che andava inteso: il Belletti era un po’ “tocco” ma non era il caso di contraddirlo. In fondo, come diceva lui stesso, “cavolo, quelli lì un po’ balordi non fanno poi del male a nessuno”. Appunto!

Marco Travaglini

C’era una volta Marianini il colto re dei flaneur

Lo vidi una sera attraversare trafelato e furtivo tra Corso Duca degli Abruzzi e Corso Luigi Einaudi Gianluigi Marianini e come in un confronto all’ americana, tra la mia memoria semantica televisiva e    l’osservazione    diretta, lo riconobbi con certezza probatoria, dal suo vestire    eccentrico fuori stagione abbinato alla fisionomia occhialuta e    vagamente cavouriana.

Una volta interpellato dal Mike nazionale a    ‘Lascia o Raddoppia’ (1956) di delucidarlo sui suoi studi teologici    ed    esoterici, affermò sfoderando tutta la sua icastica ironia, che avrebbe    voluto prendere i voti ma vi rinunciò ‘ad limina’ perché la sua incurabile astemia, gli avrebbe impedito l’uso del calice durante    l’offertorio. Al suo dotto inquisitore ( così appellava Mike Bongiorno)    che gli faceva notare l’uso dei guanti in trasmissione, Marianini lo    corresse definendoli aulicamente chiroteche e così rafforzando la    ”leggenda metropolitana” che lo voleva appartenente alla    massoneria.    Flaneur e perdigiorno non svolse mai una professione ufficiale e stabile nonostante fosse trilaureato in filosofia, giurisprudenza e diritto    canonico. Fu professore di filosofia dell’inventore del telequiz    all’Istituto Rosmini, dove osava apparire dietro la cattedra vestito di    una finta talare, quando Bongiorno soggiornò con sua madre a Torino    durante gli ultimi anni della guerra. Fu membro dell’ Ordine dei    Templari, esperto di occultismo, spiritismo e demonologia divenendo    consulente di Paolo VI sul fenomeno delle sette sataniche anche nell’area    torinese. Disse una volta di potersi permettere di ”vivere libero    e    alla giornata seguendo interessi puramente ideali”. Era una buona    forchetta e divenne gastronomo ”col pretesto di poter mangiare a  scrocco”. Estroso, poliedrico, geniale scrisse anche una serie di   poesie che raccolse nel volume che ha per titolo Apophàntica (1941,    editrice Le Collane) dove compare il componimento    assertivo ”Dichiarazione a Torino” sua città prediletta e    musa    ispiratrice. Partecipò anche al Laureato di Piero Chiambretti su Rai    Tre. E’ mancato nel 2009 a 91 anni a Vicoforte nel cuneese e riposa a    Mondovì accanto al sua amata moglie Ornella.  Anima fluttuante della  Magica Torino.
Aldo Colonna

I libri più letti e commentati: dicembre

Un anno se ne va e quali letture accompagnano il fatidico passaggio? Nel nostro gruppo FB Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri i titoli più discussi del mese di dicembre sono stati: Le Armi Della Luce, ultimo romanzo di Ken Follett, che senza entusiasmare ha comunque incontrato il giudizio favorevole dei lettori; Giù Nella Valle, di Paolo Cognetti, che ha convinto tutti i lettori;  Apeirogon, di Colum McCann che tratta un argomento tragicamente attuale.

Incontri con gli autori

Questo mese vi invitiamo a conoscere Emanuele Martinuzzipoeta dalla ricca produzione lirica, Marianna Scagliola che esordisce con  Una Famiglia Allargata Cane Compreso(Graus, 2022) ovvero le avventure esilaranti della famiglia Schiattarella; segnaliamo qui anche il nostro speciale su Francesca Ceccherini e la saga di Sofia.

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it