ilTorinese

Camminata dell’Equinozio con merenda sinoira a Cantavenna

In occasione dell’equinozio d’autunno, che darà il via all’autunno astronomico con la giornata scandita da 12 ore di luce e altrettante di buio, Cammini divini di Augusto Cavallo, in collaborazione con la cantina del Rubino di Cantavenna, organizza un evento che prevede una camminata che si snoda su entrambi i versanti del caratteristico borgo Monferrato, a cavallo tra colline e pianura vercellese, per concludersi nella panoramica terrazza denominato Corte Davide Campari, annessa alla cantina per una gustosa merenda sinora accompagnata da vini di produzione locale. Il ritrovo è previsto a partire dalle ore 15 di domenica 21 settembre in piazza Cantavenna, nella terrazza per la iscrizioni. La partenza sarà alle 15.30. Il percorso prevede circa 9 km di cammino, con u  dislivello di 350 metri e una durata di 3 ore. Il ritorno è stimato verso le 18.30.

L’itinerario prevede una visita nei campi e negli orti nel versante collinare, a cui seguirà una discesa verso le ghiaie del Po, per poi risalire verso una tortuosa pietraia nel fitto della boscaglia nel versante Nord, fino a ritornare nei pressi della famosa balconata sospesa sulla pianura sottostante, e da qui un breve tratto per ritornare al punto di partenza, dove per chi vorrà sarà possibile fermarsi a mangiare in compagnia presso la terrazza della cantina del Rubino. Necessari un abbigliamento comodo, un cappellino, repellente per insetti, scorta d’acqua e calzature da trekking. La partecipazione all’evento prevede un costo di 8 euro per la camminata, mentre per la merenda sinoira, con vini della cantina del Rubino compresi, sarà di 22 euro. Per partecipare alla camminata e alla merenda sinoira è necessaria la prenotazione ai seguenti riferimenti:

Augusto Cavallo: 339 4188277 – augusto.cavallo66@gmail.com

Mara Martellotta

Un fiume di libri attraversa le strade di Torino con letture silenziose, laboratori e musica

Un fiume di libri” bagna per due giorni la città di Torino. Il 17 e 18 settembre l’associazione Compagne di banco, in occasione della Settimana Europea della Mobilità e con il Patrocinio della Città di Torino, porta i libri, la lettura, la condivisione (e la musica) per le strade di Torino, tra scuole e luoghi di aggregazione.

Mercoledì 17 e giovedì 18, un vero e proprio fiume di libri, fisico, si snoderà nelle aree pedonali di alcune scuole di Torino e sarà accompagnato da laboratori curati dalle Compagne di banco e dedicati al progetto “Le parole tra noi da salvare”.

La giornata di giovedì 18 sarà un’intera giornata all’insegna della lettura, della condivisione, della musica e proseguirà fino a notte, al Cumiana15, con letture condivise e silenziose, laboratori per ragazzi e bambini, musica e spazio food&drink. La partecipazione è libera, è possibile portare un proprio libro da casa oppure scegliere uno dei libri della Biblioteca condivisa e diffusa che compongono il fiume.

Un fiume di libri

 

“Un fiume di libri” è un progetto-evento artistico e concettuale, a cura dell’associazione Compagne di banco che si dedica a salvare libri e parole, con azioni culturali di coinvolgimento della comunità volti a riattivare la lettura, la scrittura, la condivisione di spazi e tempi di senso. Attiva su Torino dal 2024, l’associazione ha dato vita alla Biblioteca condivisa e diffusa, situata oggi in varie Case del quartiere cittadine, e cura momenti di incontro dedicati alla lettura in comune, anche silenziosa, insieme al progetto “Le parole tra noi da salvare” che prevede l’installazione di cassette delle lettere dove le persone possono imbucare le loro parole da salvare, per riaccendere l’attenzione sulle parole che si scelgono e si usano, oltreché sul gesto dello scrivere.

Ora l’associazione Compagne di banco lancia “Un fiume di libri”, evento che trasforma le strade della città in un percorso fatto di pagine, copertine, libri di ogni genere e tipo che invadono le vie cittadine e si fanno protagonisti dei nostri passi e del nostro cammino. Simbolicamente, i libri conquistano lo spazio pubblico e indicano una nuova strada per il vivere civile e per la costruzione del senso di comunità: una strada fatta di parole, di tempi rallentati, di spazi restituiti a quel pensiero per cui non c’è quasi più tempo, costretti nel correre quotidiano e nello scrivere concitato del digitale.

Le persone possono camminare e passeggiare intorno ai libri, sedersi, prendere un libro e sfogliarlo, leggerlo, decidere di tenerlo o magari portarne uno per contribuire a creare strade di parole.

La lettura diventa esperienza collettiva, gioiosa, divertente, inclusiva e coinvolge tutti, in un momento di condivisione che si fa comunità intorno alla parola. I partecipanti interagiscono tra loro e con i libri che da oggetto si fanno tramite di dialogo e di pensiero.

I luoghi

 

Le scuole. I luoghi scolastici, spazi di formazione dell’individuo, del suo mondo culturale e del senso civico, si fanno terreno di incontro sul filo delle parole: i pedonali delle scuole, nelle mattine del 17 e 18 settembre, accolgono momenti di animazione tra libri e letture, coinvolgendo alcune classi in momenti di lettura silenziosa e ad alta voce, laboratori di scrittura, donazione e raccolta di parole.

 

Cumiana15. L’ex fabbrica Lancia, trasformata in piazza coperta aperta a tutti per accogliere attività socioculturali, di spettacolo e ludico-motorie. Grazie al Patto di co-progettazione è stata integrata nel progetto anche la neo-zona scolastica urbana chiusa al traffico. In questo spazio, restaurato e restituito alla cittadinanza in modo nuovo e inclusivo, l’evento si amplifica nel senso e nel significato, parlando alla comunità e proponendo modelli di vita legati al senso e alla bellezza che cura, esattamente come agiscono le parole.

La settimana Europea della Mobilità

 

“Un fiume di libri” si svolge, con il Patrocinio della Città di Torino, nell’ambito della Settimana europea della mobilità 2025 (16-22 settembre) che invita a vivere lo spazio urbano in modo diverso e insiste sulla mobilità sostenibile, culminando nella giornata senza auto. L’evento “Un fiume di libri” promuove un modo diverso di vivere la strada, lento e tranquillo, dando vita ad alcune “zona lettura” che fanno da specchio e richiamano la “zona 30”.

 

Il programma

 

Mercoledì 17 settembre

 

10-12 – Plesso Maritano, IC Baricco, via Marsigli 25

Laboratorio didattico “Le parole tra noi da salvare in mezzo a un fiume di libri”

Giovedì 18 ottobre

 

10-12 – Scuola dell’infanzia Bay, via Principe Tommaso 25

Laboratorio didattico “Le parole tra noi da salvare in mezzo a un fiume di libri”

 

14,30 – 24 Cumiana15, via Cumiana 14/15

 

14,30-15,30

Cibo e parole
In collaborazione con Gruppo Abele, distribuzione cibo recuperato dai mercati rionali e donazione di libri della Biblioteca Condivisa e Diffusa

 

16-18

Musica e parole

In collaborazione con l’associazione Orme – Scuola di arti sceniche e impegno civile, laboratorio 6-11 anni per scoprire la musica nelle parole.

 

20-24

Lettura condivisa e silenziosa tra tappeti e cuscini.

Intervalli musicali con Viola Scappazzoni, Gigi Giancursi, mògano, Eugenio Rodondi.

Zona “Non si vive di sola lettura”, area food e birrette con “Il pentolone di Marcello”.

Per info compagnedibanco90@gmail.com

 

https://www.instagram.com/compagnedibanco1990/

https://www.facebook.com/compagnedibanco90

www.compagnedibanco.com

Festa PD, Zangrillo: “dialogo e confronto le basi della democrazia”

«Ho partecipato alla Festa del PD di Torino perché credo che il dialogo e il confronto siano le basi della nostra democrazia» dichiara il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, segretario di Forza Italia in Piemonte, che prosegue: «ascoltare e discutere è il modo migliore per rafforzare la buona politica. Purtroppo, durante l’evento, sono stato insultato. È grave che un partito che si definisce democratico usi linguaggi violenti e ostili verso chi ha opinioni diverse. Fischi, insulti e toni duri non hanno nulla a che fare con il confronto civile.

Solo pochi giorni fa in Aula la senatrice del M5S Maiorino ha definito il ministro Tajani “influencer prezzolato”, e in America il giovane Kirk è stato ucciso per aver espresso le proprie idee. Di fronte a questo clima avvelenato, il rispetto e il dialogo sono principi indiscutibili della nostra convivenza civile.

Abbassiamo i toni. Rispettiamo le idee altrui. Facciamo politica con responsabilità» conclude il ministro Zangrillo

Arrestato l’autore del duplice tentato omicidio di Collegno

L’uomo aveva colpito madre e figlio con un coltello da cucina. Era fuggito all’estero.
È stato tratto in arresto la notte tra venerdì e sabato l’uomo, un italiano di 35 anni, che il 3 maggio scorso si era reso responsabile di un duplice tentato omicidio nei confronti di madre e figlio, colpiti all’interno della loro abitazione con più fendenti per poi far perdere le proprie tracce.
L’uomo, destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dalla sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, era ricercato dagli investigatori subito dopo aver commesso il fatto, da quanto emerso riconducibile a questioni legate a un presunto credito che lo stesso aveva maturato a seguito di una compravendita di sostanza stupefacente.
Con l’intento di riscuotere un debito di 20.000 euro, la mattina di sabato 3 maggio il presunto autore – dopo essersi introdotto nell’appartamento di via Parri armato di coltello da cucina alla ricerca, in particolare, di uno dei due figli della donna cinquantottenne – colpiva con più fendenti prima la madre, per poi scagliarsi contro l’unico figlio presente in casa e intervenuto in sua difesa.
Il figlio della donna, ventottenne, era poi stato costretto ad abbandonare l’abitazione a causa dei diversi fendenti in corrispondenza del petto e del collo.
L’uomo invece, all’arrivo dei carabinieri, si era già dato alla fuga.
L’attività di indagine, svolta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Rivoli e coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Torino, si è conclusa con la cattura dell’uomo in un appartamento del quartiere Barriera Milano di Torino dopo un periodo trascorso all’estero. Tornato probabilmente per la necessità di rivedere i propri affetti.
Il provvedimento a carico del soggetto citato è stato emesso

Laura Pompeo (PD): “A32 Torino–Bardonecchia, la Regione minimizza”

”I disagi restano. I cittadini meritano risposte, non rassicurazioni formali”

15 settembre 2025 – “La risposta dell’Assessore Gabusi alla mia interrogazione dell’agosto scorso sulla situazione dei cantieri sull’Autostrada A32 Torino–Bardonecchia è deludente e parziale. Si parla di lavori conclusi e di maestranze attive persino a ferragosto, ma chi percorre, quotidianamente, quell’arteria sa bene che i disagi non sono affatto risolti. Code, rallentamenti e cantieri mal segnalati continuano a compromettere la mobilità e la qualità della vita dei cittadini della Val di Susa” afferma la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“L’Assessore si limita a riportare le informazioni fornite da SITAF e a parlare di un tavolo tecnico semestrale, ma non si chiarisce quali azioni concrete siano state intraprese per accelerare i lavori, migliorare la comunicazione agli utenti o mitigare l’impatto economico sui territori coinvolti. È una risposta generica e, come testimoniano le odierne informazioni sul traffico e sulla viabilità della A32, proseguono i lavori, come quelli allo svincolo di Oulx Ovest, con entrata chiusa, e persistono code e disagi” spiega la Consigliera regionale Pd.

“La A32 è un’infrastruttura strategica per il Piemonte dal momento che collega Torino con il Frejus e la Francia e, in questo periodo, risulta ancora più sotto pressione dal momento che dal 1° settembre scorso è stato chiuso, per manutenzione, il Traforo del Monte Bianco e verrà riaperto solo il prossimo 12 dicembre. Occorre, quindi, che questa autostrada venga resa percorribile con maggiore facilità e le manutenzioni e i lavori vengano effettuati con trasparenza e rispetto del cronoprogramma. Serve una regia politica che, responsabilmente, risponda alle esigenze dei cittadini e del territorio. Continuerò a monitorare la situazione. Il Piemonte non può restare bloccato. Il Partito Democratico continuerà a chiedere risposte vere e soluzioni concrete e definitive” conclude Laura Pompeo.

MAO, Dreaming Club – The Dream of Silence, un progetto dell’artista coreana Dabal Kim

Mercoledì 17 settembre 2025 ore 18:30

 

MAO Museo d’Arte Orientale

Via san Domenico 11, Torino

Il MAOin collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Corea, presenta Dreaming Club – The Dream of Silence, un progetto sperimentale ideato dall’artista coreana Dabal Kim che fonde cinepoesia, performance dal vivo e suono d’avanguardia.

Ispirata alle tradizioni intangibili coreane, ai modelli identitari e al linguaggio della percezione invisibile, la serie visualizza il movimento interiore e il linguaggio sensoriale attraverso cinema, oggetti d’arte ispirati alla moda e performance fisiche.

Il progetto, a cura del Dreaming Club fondato dalla stessa Dabal Kim, è sviluppato attraverso un linguaggio artistico multistrato, in collaborazione con il direttore artistico DongHun Sung, la sound artist Jina Hwang e la danzatrice Sunyoung Heo.

Trascendendo i confini dell’avanguardia convenzionale, il Dreaming Club dà vita a un innovativo palcoscenico teatrale che fonde tradizione e modernità, trasformando il corpo stesso in un mezzo scultoreo che incarna un dialogo continuo tra passato e presente.

Performance Dreaming Club – The Dream of Silence

mercoledì 17 settembre ore 18:30

La performance unica di Dabal Kim trasformerà il giardino del museo in uno spazio di contemplazione e movimento.

Qui gli abiti cerimoniali dell’ultimo Impero coreano – l’hyeonui nero dell’imperatore e il wonsam femminile – saranno decostruiti e reinterpretati in chiave contemporanea. Attraverso costumi di scena che sfidano le convenzioni di genere, performer e danzatori si muoveranno come sculture viventi, creando un dialogo poetico tra passato e presente.

La performance sarà accompagnata da una composizione musicale originale che fonde il suono del geomungo – l’antica cetra coreana a sei corde – con paesaggi sonori elettronici contemporanei.

Ispirandosi al mito greco di Ermafrodito, l’opera propone un’idea di identità che trascende le norme binarie, invitando il pubblico a immaginare nuove forme di esistenza fondate sulla molteplicità, anziché sulla divisione.

Dal 10 al 20 settembre, nella sala polifunzionale del museo, sarà inoltre proiettato A Thousand Dreaming Plateaus, cinepoema senza dialoghi diretto da Dabal Kim che attraversa tre luoghi simbolici della Corea del Sud: dall’antico altare imperiale di Hwangudan a un’isola immaginaria dove acqua e terra si fondono. Privo di una narrazione lineare, il film si configura come uno scavo poetico del tempo, sulle tracce di riti dimenticati e paesaggi in continua trasformazione.

Attraverso performance scultoree e gesti rituali, l’opera esplora le intersezioni fluide tra memoria, corpo e territorio, trasportando lo spettatore in un regno ipnotico e sensoriale. Ispirato al concetto filosofico di Mille piani di Gilles Deleuze e Félix Guattari, A Thousand Dreaming Plateaus esplora un mondo stratificato e organico, in cui coesistono “piani” indipendenti ma interconnessi. Il titolo stesso evoca una molteplicità di significati stratificati: “mille” indica infinite variazioni, “sognare” è un viaggio tra memoria e realtà, mentre “altopiani” allude a paesaggi contemplativi in cui storia e natura si riscrivono costantemente.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Dabal Kim | Artista multidisciplinare, Dabal Kim si è formata al Pratt Institute di New York. La sua pratica, che spazia dalla pittura al cinema sperimentale, dalla performance alla scultura, è stata presentata in oltre 21 mostre personali e 70 collettive internazionali. Le sue opere sono state selezionate da importanti festival e piattaforme mediatiche, tra cui il WideScreen Film & Music Video Festival di Toronto e il Seoul International Alternative Film Festival.

MAO Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico, 11, Torino

ORARI

martedì – domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.

La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.

Jihadista in carcere a Torino: “Pronto a morire per l’Islam”

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Nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno terroristico di matrice jihadista, la DIGOS di Torino e il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, avvalendosi del Nucleo regionale, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno condotto in ambito carcerario un’articolata e complessa attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Torino, all’esito della quale è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere ad un cittadino tunisino, di 40 anni , per partecipazione all’organizzazione terroristica jihadista.

L’operazione ‘Shaytan’ (شيطان) ha consentito di acquisire elementi sulla partecipazione all’organizzazione terroristica dell’indagato – che ha vissuto in Italia per oltre 10 anni con un nome fittizio – essendo emerso che ha conosciuto l’organizzazione Al Qaeda, idolatrando e seguendo gli insegnamenti di Osama Bin Laden, nonché partecipando in Tunisia all’organizzazione terroristica Ansar al-Sharia.

Durante il periodo di detenzione sono stati registrati diversi suoi racconti, intervallati dai canti di nasheedtipici della propaganda islamista, nonché da storie, anche di natura mistica e citazioni sul volere di Dio, per convincere gli stranieri, che di volta in volta hanno condiviso la camera detentiva, a scegliere la strada del Jihad, facendo anche leva sulla mancanza di rispetto della religione islamica da parte degli occidentali e sull’esaltazione degli attentati eseguiti dallo Stato Islamico sul territorio europeo.

È altresì emerso il suo presunto progetto di impugnare le armi per onorare l’Islam, ritenendo la Sharial’unica legge da applicare, mediante il martirio.

Circa l’appartenenza dell’uomo ad organizzazioni terroristiche jihadiste, è emerso dall’attività di indagine che sarebbe stato pronto a fare un attentato una volta uscito dal carcere, morendo in nome dell’Islam, alzando la bandiera dell’Islam.

Cia agricoltori, da Vercelli il messaggio forte del riso

«Il riso non è solo una coltura, ma un presidio economico, culturale e ambientale del nostro Paese, che oggi rischia di essere sacrificato sull’altare di scelte politiche miopi e accordi internazionali squilibrati. Serve un cambio di passo, ora»: con queste parole Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia Agricoltori italiani, ha concluso i lavori del convegno “La filiera del riso tra cambiamento climatico e commerciale”, tenutosi sabato 13 settembre, nella suggestiva Cripta della Basilica di Sant’Andrea a Vercelli.

Un’occasione di confronto ad altissimo livello, che ha riunito i protagonisti dell’intera filiera risicola – dalla produzione alla distribuzione, passando per le istituzioni nazionali e locali – in un momento cruciale per il comparto. L’Italia, leader europea con oltre 226 mila ettari coltivati e una produzione di 1,4 milioni di tonnellate (90% tra Piemonte e Lombardia), si trova oggi ad affrontare una tempesta perfetta: aumento dei costi di produzione, calo dei prezzi, importazioni incontrollate (+17% da Paesi terzi), crollo dell’export e norme UE ambientali ritenute eccessivamente penalizzanti.

Nel suo intervento conclusivo, Fini ha delineato una roadmap in quattro punti per salvare il settore: aggiornamento dei dazi, fermi dal 2004; introduzione di una clausola di salvaguardia automatica e snellaper fermare le importazioni incontrollate; applicazione effettiva del principio di reciprocità negli scambi internazionali; una PAC riformata, più vicina alle imprese, che investa in innovazione e nuove tecnologie (incluse le TEA).

«La clausola di salvaguardia attuale è lenta e inefficace. Serve un meccanismo rapido e automatico per un prodotto sensibile come il riso. E i nostri agricoltori non possono più subire una concorrenza sleale da chi produce con regole diverse e spesso inaccettabili – ha ribadito Fini –. Non chiediamo protezionismo, ma equità e buon senso». E ha lanciato un appello: «Dall’Italia deve partire una strategia europea condivisa per il riso. Non possiamo più aspettare».

A dare il benvenuto è stato Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte e Valle d’Aosta, che ha sottolineato la centralità del territorio nel panorama europeo. «Oggi, da Vercelli, capitale europea del riso, parte un confronto concreto, con relatori che rappresentano tutta la filiera, dalla produzione alla grande distribuzione. Un’occasione per leggere con chiarezza l’andamento dei mercati, l’evoluzione dei consumi e il pericolo delle importazioni senza regole», ha detto Carenini, evidenziando l’urgenza di scelte politiche in grado di tutelare la qualità e il reddito degli agricoltori.

Decisamente pragmatico l’intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, che ha puntato tutto su innovazione e ricerca: «Senza questi due pilastri, le nostre aziende non riusciranno a vulnerare i mercati e affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatie. Lo abbiamo già visto con la Tonda Gentile, che ha subito un tracollo perché non abbiamo saputo rinnovare e prevenire».

Importanti gli annunci dell’assessore: dalla firma del primo protocollo di ricerca congiunto con la Lombardia sul riso, che avverrà nei prossimi giorni a Cheese, alla presentazione – entro novembre – della riforma del sistema di gestione irrigua, ferma da decenni. Inoltre, Bongioanni ha annunciato l’apertura, nel 2026, di una nuova sede della fondazione Agrion a Vercelli, dedicata proprio alla ricerca sul riso.

Sulla questione dei pagamenti agricoli, l’assessore ha promesso una svolta: «Abbiamo dato mandato ad Arpea di collaborare con Agea per velocizzare le erogazioni, troppo lente in passato».

Tra i saluti istituzionali, anche il sindaco di Vercelli Roberto Scheda e il presidente della Provincia Davide Gilardino.

Nella relazione introduttiva, Roberto Magnaghi, direttore generale dell’Ente nazionale Risi, ha tracciato un quadro dettagliato: «Dal 2010 ad oggi, l’Ue ha perso 80.000 ettari coltivati e 350.000 tonnellate di produzione, mentre i consumi sono saliti di 400.000 tonnellate e l’import di 750.000 tonnellate. I dati ci dicono che il mercato c’è, ma manca una politica commerciale che tuteli davvero la produzione europea».

Magnaghi ha anche evidenziato le gravi distorsioni del mercato: «Il riso importato dal Myanmar, ad esempio, arriva oggi a 346 €/t CIF Nord Europa, con un crollo di oltre 340 euro rispetto al 2024. Ma da quei Paesi importiamo prodotti ottenuti con fitofarmaci vietati in Ue e con pratiche non sostenibili. Non chiediamo barriere, ma condizioni di concorrenza eque».

Infine, ha ricordato come nel 2025 si attenda una produzione nazionale record da 1,5 milioni di tonnellate, a fronte però di stock crescenti (+64.000 t nell’industria, +62.000 t nei campi), a dimostrazione della difficoltà nel collocamento.

La tavola rotonda ha visto una partecipazione di altissimo livello, con la presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, oltre ai rappresentanti dell’intera filiera: Natalia Bobba (Ente Risi), Mario Francese(Associazione Industrie Risiere Italiane), Alessandro Neri (Coop Italia) e Giovanni Daghetta (responsabile nazionale Settore riso di Cia).

Nel corso del dibattito, moderato dal giornalista Osvaldo Bellino, sono stati toccati tutti i temi chiave del comparto: il ministro Pichetto Fratin ha affrontato i temi del deflusso ecologico e della normativa sul fotovoltaico in agricoltura, su cui il suo Ministero è pronto a confrontarsi per evitare danni alla produzione; il sottosegretario La Pietra ha raccolto le richieste emerse dal documento unitario della filiera, sottolineando la necessità di una nuova politica commerciale europea basata su dazi equi e sul rispetto delle normative sanitarie e ambientali; il rappresentante dell’industria, Francese, ha evidenziato il rischio di un nuovo calo dei prezzi a causa delle alte rimanenze e si è interrogato sulla necessità di una maggiore organizzazione dell’offerta produttiva; Neri, in rappresentanza della grande distribuzione, ha posto l’accento sull’attenzione crescente del consumatore per l’ambiente, ma anche sulla necessità di comunicare meglio il valore del riso italiano; la presidente di Ente Risi, Bobba, ha descritto lo stato di salute della filiera e le iniziative dell’Ente Risi per affrontare il climate change e i nuovi consumi; Daghetta ha infine ribadito le priorità della produzione agricola, ponendo interrogativi sulla tenuta dell’attuale struttura di mercato del riso in un contesto profondamente cambiato.

Il convegno si è chiuso con un segnale forte e condiviso: la necessità di un patto tra politica, istituzioni e filieraper salvaguardare la risicoltura italiana ed europea. Un settore che, come ha ricordato il presidente Fini, “non chiede protezioni, ma regole giuste, investimenti in ricerca e rispetto per chi produce qualità nel rispetto dell’ambiente”.