ilTorinese

Più di 26mila visitatori per Flashback Art Fair

Si chiude all’insegna del successo, confermandosi con 26 mila e 230 visitatori (aggiornamento del 2 novembre, alle 18.15), e 48 progetti espositivi la XIII edizione di Flashback Art Fair, la manifestazione che ogni anno trasforma Flashback Habitat in un organismo vitale, capace di unire arte e vita, mercato e pensiero, memoria e trasformazione.
Un’edizione “senza titolo”, eppure fortemente identitaria, che ha confermato Flashback come un modello unico di fiera, dove l’esperienza è prima di tutto relazione: tra artisti e galleristi, tra pubblico e opere, passato e presente. In questi giorni le sale dell’IPI – Istituto Provinciale per l’Infanzia, si sono popolate di voci, incontri, sguardi e riflessioni. Gallerie italiane e internazionali, collezionisti, curatori e visitatori hanno colto in Flashback una casa riconosciuta dell’arte, un luogo affettuoso e consapevole dove ogni stanza diventa laboratorio curatoriale, ogni incontro un atto di dialogo e fiducia.

“Chi sceglie di partecipare a Flashback – spiegano le direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe, e il direttore artistico Alessandro Bulgini – sceglie una dimensione diversa, in cui la fiera è principalmente un gesto d’accoglienza. Qui il mercato entra nella vita reale, l’arte si avvicina alle persone e il collezionismo diventa pratica quotidiana, concreta ed emotiva”.

Accanto ad opere, tra gli altri, di Dürer, Ribera, Genovesino, Morandi, Ontani, Modigliani, Mondino, Marini e Von Stuck, all’immagine guida affidata con infinito affetto alle opere del fratello del direttore artistico, Antonello Bulgini, e agli spazi del Circolino, ricoperti dalla scrittura potente e immaginifica di Alexander Mostafà Fazari, e della capacità dell’esposizione di “Gaza Opera Viva” nell’importanza di trattenere il pensiero sulle urgenze della contemporaneità, la fiera ha offerto al pubblico un viaggio esperienziale tra linguaggi e tempi, attraversando la responsabilità dell’arte come filo conduttore: la capacità di farsi testimonianza, gesto politico umano, spazio di compassione e consapevolezza.

A intrecciarsi con la sezione espositiva, anche il “Public Program” ha dato voce alla riflessione contemporanea, dai talk dedicati alla relazione fra arte e attualità, con Monica Biancardi, Alessandro Bulgini e Christian Caliandro, alle presentazioni dedicate a Carol Rama e al Legnanino ritrovato, fino ai laboratori “Io sono Nessuno”, ispirati al mito di Ulisse e alla musica jazz.

“Flashback è una fiera che vive nella relazione – conclude la direzione – è un ecosistema il cui valore non si misura solo in termini economici, ma nel tempo e nella qualità dell’incontro. In un mondo difficile, crediamo nel potere dell’arte di costruire empatia, di generare consapevolezza e offrire rifugio e prospettiva. È qui che si ritrova la bellezza, quella che unisce e non divide”.
Spente le luci sulla fiera, resta vivo l’Habitat: non solo la mostra “Compassione” continuerà a vestire gli spazi del Circolino fino al prossimo marzo.
Gli spazi di corso Giovanni Lanza 75 sono gia pronti ad accogliere da venerdi 21 a domenica 23 novembre il MAF – Mater Film Festival, rassegna di cortometraggi alla sua prima edizione.

Mara Martellotta

Associazioni d’Arma e Combattentistiche di Torino: la “Giornata del Veterano”

L’11 Novembre ricorrerà il terzo anniversario della “Giornata del Veterano” istituita dal Ministero della Difesa il 13 Settembre 2022 per onorare il personale delle Forze Armate, in servizio e in congedo, che nell’adempimento del dovere in Patria e all’estero ha riportato traumi fisici o psichici invalidanti. La ricorrenza vuole inoltre dare riconoscimento agli uomini e alle donne che hanno prestato meritorio e prolungato servizio nelle Forze Armate, allo scopo di rafforzare lo spirito di appartenenza e di abnegazione, nonché favorire nella collettività la diffusione della “cultura della Difesa”.

Per la prima volta quest’anno, le Associazioni d’Arma e Combattentistiche di Torino, sotto il coordinamento di ASSOARMA, celebreranno la ricorrenza con due significativi eventi.

Il primo, Domenica 9 Novembre 2025 alle ore 10:30, con una cerimonia presso il Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta in Piazza Castello, alla presenza delle Autorità locali, dei Gonfaloni della Città di Torino e della Regione Piemonte. La cerimonia prevederà, tra l’altro, la deposizione di una Corona ai Caduti e un momento musicale della Fanfara dei Bersaglieri “Alfonso La Marmora”.

Il secondo evento, Martedì 11 novembre 2025, alle ore 10:30, con una conferenza per ripercorrere il percorso storico e culturale della figura del “Veterano”, tenuta dal Prof. Michele D’Andrea, presso il Circolo Unificato dell’Esercito in Corso Vinzaglio.

La “Giornata del Veterano” chiude il ciclo delle altre tradizionali celebrazioni a Torino di inizio Novembre, con la Commemorazione dei Caduti di tutte le Guerre il 2 Novembre, presso il Cimitero Monumentale e quella al Monumento ai Martiri di Nassiriya. Successivamente, il 4 Novembre, con la celebrazione in Piazza Castello per il Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate.

ASSOARMA Torino, il cui Presidente è il Generale Paolo RUGGIERO, è l’organismo che oggi coordina 26 Sezioni delle Associazioni d’Arma e Combattentistiche operanti a Torino. I loro associati, “i Veterani”, rappresentano il naturale legame tra il personale militare in servizio e quello in congedo. Le Associazioni hanno il compito di mantenere vivo il sentimento di difesa della Patria, esaltare i valori della Costituzione e dell’onore alla Bandiera, custodire la storia e le tradizioni delle Forze Armate per trasmetterli alla collettività, onorare la memoria dei Caduti per l’Italia.

Il principe Aimone di Savoia-Aosta

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
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Pier Franco Quaglieni

Avevo conosciuto sia pure molto di sfuggita in alcune occasioni  il principe Emanuele Filiberto di Savoia. Capii quasi subito  che i nostri discorsi non erano fatti per intendersi. La confidenza che aveva con gli inviati di “Striscia la notizia“ testimoniava assai bene del principe. La sua conoscenza della storia era troppo superficiale e manchevole (per poterci avviare un discorso) e il suo dinamismo danzante totalmente incompatibile con un ruolo che oggi vorrebbe incredibilmente rivendicare. La impreparazione politica vistosa indicava un dilettantismo  incompatibile in uno che voglia impegnarsi sul terreno civile. Mi ha invece positivamente colpito l’intervista sul “Corriere della Sera“ del cugino Aimone di Savoia-Aosta che si presenta con un curriculum di studi e di carriera non confrontabili. Se si leggono  le recenti interviste dei due principi, appare indiscussa la statura anche morale di Aimone che non racconta ai giornali le sue infedeltà coniugali, ma riflette sulla vita e sull’Italia con cognizione di causa. Aimone sulla storia d’Italia sembra aver studiato seriamente e non ripete le frasi approssimative del cugino che addirittura ha aperto  persino una pizzeria a Montecarlo. Non c’e’ nulla di male che un principe sia ballerino e pizzaiolo e faccia la pubblicità in televisione. Ma queste attività meglio di ogni altra cosa rivelano che il personaggio non crede più  realmente al suo ruolo.  Aimone evoca la grande figura di Umberto II con parole adeguate. Ha prestato servizio militare in Marina come suo Padre Amedeo. Al di là delle vicende dinastiche che sono cose lontane ed evanescenti, Aimone tiene alto un nome che a molti italiani dice ancora  qualcosa. Il cugino con le sue comparsate su Facebook affiancato alle fotografie dei suoi Avi, riduce il ricordo di una dinastia storica ad una serie di celebrazioni di Messe  da morto a cui seguono pranzi con abbondanti libagioni. Cosa molto lontana e diversa anche dal principe Sergio di Jugoslavia, figlio di Maria Pia di Savoia, primogenita di Umberto II, che tiene alto anche lui il nome della famiglia con impegni internazionali volti a ricordare soprattutto la nonna regina Elena.

Isola, un progetto per l’ambiente

Sabato 8 novembre alle 9,30 al Mulino del Lago di Arignano, in via del Lago 4, è in programma un evento pubblico per la presentazione dei risultati del progetto Isola, finanziato con 517.000 euro a valere sul bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo. L’incontro si aprirà con il saluto istituzionale del Consigliere metropolitano delegato all’ambienteAlessandro Sicchiero, presente anche nella sua veste di Sindaco di Chieri, insieme ai colleghi primi cittadini di Arignano e Marentino. Interverrà anche un rappresentante della Fondazione Compagnia di San Paolo. A seguire, è in programma una passeggiata in riva al Lago di Arignano per l’illustrazione degli interventi di rinaturalizzazione realizzati nell’ambito del progetto Isola, che ha coinvolto la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino, i Comuni di Arignano e Marentino e il Comitato per la Salvaguardia del Lago di Arignano, in collaborazione con Pro Natura Animali e Pro Loco di Arignano.

UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino aveva partecipato con successo al bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del Lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.

Il lago collinare di Arignano si trova a una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Lo specchio d’acqua tra le colline a est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core-area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.

Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 hanno partecipato otto soggetti, di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto scolastico comprensivo di Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino e l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.

Gli obiettivi del progetto erano tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.

La naturalità del lago è stata incrementata grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, garantito da unanuova paratoia, che consente la differenziazione degli ambienti, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Sono stati realizzati 5 stagni-bacini temporanei idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi minacciati dalla frammentazione e distruzione degli habitat a loro vocati. L’evoluzione naturale dei bacini ha originato ambienti con vegetazione diversa a seconda della quantità di acqua raccolta, con un positivo incremento della biodiversità. Lo sviluppo naturale di specie acquatiche, tra le quali la Veronica beccabunga e il Ranunculus aquatilis, è indice della loro presenza nelle stesse acque del lago, da cui si sono diffuse. Inoltre già nel maggio scorso i bacini sono stati colonizzati da diverse specie di anfibi, tra cui il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex il nome scientifico), una specie protetta a livello europeo dalla Direttiva Habitat 92/43. Le aree prative sono state interessate da trinciature intensive e ripetute, associate ad interventi per la gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea. La ricostruzione del cotico erboso è stata perseguita tramite la semina di un miscuglio polifita, che consente di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. Nelle porzioni di bordo e all’interno delle superfici boschive sono state messe a dimora specie arbustive autoctone, tra cui piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago sono stati realizzati 7 siti di rifugio per pesci e rettili (due in più rispetto ai 5 previsti dal progetto iniziale) abbattendo alcune piante, posizionandone la chioma in acqua e ancorandole alla stessa ceppaia o ad altre piante. Sono stati inoltre messi a dimora alcuni rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. Sono stati effettuati interventi di contenimento della fauna ittica non autoctona da parte degli operatori dell’Ente Parchi Reali, insieme ad esperti ittiologi. Per favorire il ritorno delle specie autoctone nello specchio d’acqua, nello scorso mese di aprile sono stati rilasciati circa 20 giovani di Luccio e 20 Triotti in diversi punti del lago caratterizzati dalla presenza di piante acquatiche.

Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativila popolazione locale è stata sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e vegetali. È stata avviata la realizzazione di un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, con la posa di targhette e pannelli illustrativi del progetto con informazioni sugli habitat e sullespecie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto è in grado di produrre ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni. Per approfondire i dettagli del progetto Isola nel sito Internet della Città metropolitana il link èwww.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/risorse-idriche/progetti-ris-idriche/riqualificazione/lago-arignano

Numia Vero Volley Milano e Igor Gorgonzola Novara, si scrive la storia

Sabato 15 novembre Numia Vero Volley Milano e Igor Gorgonzola Novara condivideranno spazi, biglietti, sponsor e merchandising in un modello innovativo di collaborazione tra club. In occasione di questo appuntamento con la storia, presentato all’evento 2GETHER, si cercherà anche a battere il record di pubblico femminile per club, attualmente fissato a 12.626 spettatori. “Il nostro obiettivo è valorizzare la pallavolo con un progetto di collaborazione e visione comune tra club”, ha dichiarato Alessandra Marzari, presidente di Numia Vero Volley Milano

L’appuntamento con la storia è stato fissato: sabato 15 novembre alle ore 20.30, presso l’Unipol Forum di Assago andrà in scena un evento che segna una prima volta assoluta nella pallavolo femminile italiana. In campo si affronteranno Numia Vero Volley Milano e Igor Gorgonzola Novara, ma a vincere, prima ancora del fischio d’inizio, sarà la collaborazione tra le due società, che per l’occasione giocheranno entrambe in casa. Non era mai accaduto nella storia dello sport del Belpaese: una scelta innovativa, che supera i confini della tradizionale logica di “casa” e “trasferta” per trasformare una gara di campionato in un grande progetto condiviso. Le due società divideranno in modo paritetico spazi, opportunità e visibilità: dalla biglietteria alle attività di sponsor e hospitality, dalle aree pubblicitarie fino al merchandising ufficiale. Ma non solo, l’occasione prevederà la presenza di entrambe le mascotte, la conduzione da parte dello speaker di Milano insieme a quello di Novara, merchandising co-prodotto dai due partner tecnici, bambini che parteciperanno allo start game con la squadra avversaria e la presentazione dei due team fatta allo stesso modo. Tutto sarà organizzato insieme, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’esperienza di alto livello e di dare un segnale concreto di unità, innovazione e collaborazione nel panorama sportivo italiano. “Questa partita rappresenta qualcosa di più di un evento sportivo – ha dichiarato Alessandra MarzariPresidente di Numia Vero Volley Milano – È la dimostrazione concreta che, anche in un contesto competitivo, si può lavorare insieme per valorizzare il nostro sport. Condividere ogni aspetto organizzativo con una società come Novara significa aprire una strada nuova, fatta di collaborazione e visione comune. E se insieme riusciremo anche a riscrivere una pagina di storia, sarà ancora più bello”.

In questa cornice straordinaria, le due società punteranno infatti anche a un obiettivo ambizioso: battere il record di pubblico per una partita di pallavolo femminile italiana per club, attualmente fissato a 12.626 spettatori. Un traguardo che rappresenterebbe non solo un successo sportivo, ma anche la conferma del crescente entusiasmo che circonda la pallavolo femminile e la forza di un progetto capace di unire. “Per Vero Volley questa partita è un vero laboratorio di innovazione – ha dichiarato Gianpaolo MartireHead of Marketing di Vero Volley – Condividere spazi, merchandising, sponsor e attività con Novara ci permette di creare un modello completamente nuovo di evento sportivo, dove ogni tifoso vive un’esperienza integrata e coinvolgente. È una sfida ambiziosa, ma anche un’opportunità unica per mostrare come la pallavolo femminile possa crescere in termini di pubblico, visibilità e valore per tutti i partner”.

Non saranno solo il big match o la storica collaborazione o il tentativo di fare un nuovo record ad animare i fan: nel pre-gara ci sarà uno show musicale che scalderà l’atmosfera con energia e ritmo, trasformando l’attesa in una vera festa. L’iniziativa è stata presentata in occasione dell’evento 2GETHER, ospitato nello Showroom di Freddy in via Tortona a Milano, dove dirigenti e rappresentanti delle due società hanno raccontato la genesi di un progetto che punta a rinnovare il modo di vivere e organizzare lo sport professionistico. Al centro, l’idea che competizione e cooperazione possono convivere, generando valore per tutti: per i club, per gli sponsor, ma soprattutto per i tifosi, che vivranno una serata unica all’insegna dello spettacolo e della condivisione.

Lavori sulle strade provinciali

Nel centro abitato di Chialamberto, per consentire il completamento della sistemazione viaria conseguente alla demolizione di un fabbricato lungo il lato sinistro della carreggiata al km 9+800 circa, la Strada Provinciale 33 della Val Granda sarà chiusa al traffico da lunedì 3 a martedì 11 novembre dal km 9+515 al km 9+900. Saranno esentati dal divieto di transito i residenti in zona e i mezzi di soccorso e un percorso alternativo sarà segnalato in loco. Il divieto di transito non si protrarrà oltre il termine dei lavori programmati.
Ad Ala di Stura, per consentire la risoluzione di una criticità viaria con la sistemazione dei sottoservizi in frazione Cresto, è in programma la chiusura notturna al traffico della Strada Provinciale 1 delle Valli di Lanzo, dal km 50 al km 50+300. La strada non sarà transitabile dalle 22 di martedì 4 alle 5 di mercoledì 5 novembre e dalle 22 di mercoledì 5 alle 5 di giovedì 6 novembre. Nelle settimane successive, meteo permettendo, ulteriori lavorazioni per la scarifica e il rifacimento del manto stradale comporteranno ulteriori chiusure notturne.

Torino e i suoi Caffè. Una passeggiata tra storia e leccornie

Novembre induce di solito i torinesi ad avvolgersi in calde sciarpe e cappotti , li osserva nascondersi sotto ingombranti ombrelli e sorride ascoltando le litanie mattutine dei lavoratori che sbrinano le macchine alle prime ore del giorno. Quest’anno il tempo è migliore.


Incombe comunque la Brutta Stagione, inarrestabile, indossa per mantella la fine nebbia albina, scarpe impermeabili atte a pestare le pozzanghere, mentre sul volto le permane un broncioperenne.
Come farla sorridere allora, nella speranza che acconsenta ad un podi bel tempo?
Sicuramente una bella passeggiata per Torino potrebbe aiutare lInvernale Signora a cambiare umore; certo, è necessario che si tratti di un girettocome si deve, attraverso quei luoghi che portano gioia, scaldando il cuore e solleticando lo stomaco.
Come si suol dire, prendiamola per la golala nostra Uggiosa Ospite.
Daltronde, come diceva Guy de Maupassant, Soltanto gli idioti non sono buongustaie solamente chi sceglie di crogiolarsi nel proprio malessere può rimanere indifferente ai molteplici e golosi locali cittadini.
Iniziamo dunque questo iterallinsegna del piacere del palato, e, mettendoci con le spalle alla Gran Madre, incamminiamoci.
Non faremo percorrere molta strada alla Signora nata sotto il segno dello Scorpione prima di fermarci alla prima tappa, poiché si tratta del Caffè Elena, caro a Cesare Pavese, uno dei maggiori intellettuali italiani del XX secolo, scrittore, poeta, traduttore e critico letterario vissuto nella prima metà del Novecento; chissà su quale tavolino sedeva mentre pensava alla sua  Constance e abbozzava il suo ultimo romanzo La luna e i falò”?
Prima di entrare sbirciamo velocemente lottocentesco palazzo progettato dallarchitetto Giuseppe Frizzi che ospita il locale e scegliamo una postazione da cui poter godere della vista sullampia Piazza Vittorio. Il via vai continuo conferma il luogo come vivo punto dincontro per giovani, turisti e per chiunque voglia giocare a fare il   bohémien. Allinterno il Caffè presenta un arredamento di inizio Novecento, le linee sinuose care al Liberty contraddistinguono unatmosfera antica, come se si entrasse in una dimensione passata, intrappolata nella amara felicità del secolo breve. E ora che ci siamo ambientati, cosa ordinare? Proporrei un aperitivo, magari un      vermouth, ossia quel liquore tipico torinese, ideato nel corso del Settecento da Antonio Benedetto e perfezionato proprio tra le mura del Caffè Elena – da Giuseppe Carpano, verso il terminare dellOttocento.
Un podi calore liquido e subito le gote della Dama della Terza Stagione si colorano come le foglie degli aceri in autunno. Ha ragione Edward Bloom, protagonista dellonirico film Big Fish, quando medita che quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o cattive, sono semplicemente sole. E magari mancano un po’ di buone maniere.
È  ora di proseguire.
Pochi minuti ci separano dalla prossima tappa, il minuto Caffè Ghigo, celebre bar-pasticceria situato sotto i portici di via Po.
Fino al 1850 il locale era adibito a latteria, qui si producevano formaggi, tomini e latte. A partire dagli anni Settanta dellOttocento lattività alimentare lascia spazio al Caffè, nasce dunque Ghigo, ricercata pasticceria torinese, rispettosa delle antiche tradizioni culinarie.
Non c’è posto per sedersi allinterno, le consumazioni si effettuano in piedi, appoggiati al marmoreo bancone ondoso, scambiando qualche sorriso con il personale premuroso. Le leccornie audacemente esposte in vetrina costringono i passanti ad entrare, e, una volta superata la soglia, un odore di dolciumi e zucchero a velo inebria laria, rendendo impossibile non ordinare qualcosa senza panna.
Tra bignole e salatini spicca la nivea Nuvola, specialità torinese e prodotto unico nel suo genere; si tratta di un languido pandoro ricoperto di crema di burro e zucchero a velo, un soffice dolce capace di ammorbidire i cuori più congelati.
Ma è già ora di andare. Ancora con le labbra inzuccherate ci allontaniamo, verso nuovi stuzzicanti orizzonti.
Arriviamo fino al numero 8 di via Po, ed entriamo in quello che un tempo era noto come Caffè dei codini. Eccoci di fronte a Fiorio, locale particolarmente apprezzato dai nobili torinesi durante la Restaurazione, è stato un punto di ritrovo fortemente politicizzato, così come testimoniano i soprannomi che allepoca accompagnavano la dicitura sullinsegna: Caffè Radetzkyo caffè Machiavelli. Una clientela decisamente schierata, in evidente contrapposizione agli ardenti patrioti frequentanti il Caffè Calosso presso lallora via Dora Grossa attuale via Garibaldi -.
Le discussioni che avvenivano allinterno delle sale lucenti di specchi avevano larga eco, lo stesso re Carlo Alberto (1798-1849) a quanto pare – era solito iniziare la giornata chiedendo Che si dice al Caffè Fiorio?La fama del luogo è confermata anche dalle parole di un anonimo, il quale nel 1845 scrive: Di nobilitade emporio/ chiuso alla plebe vile/ risplende il caffè Fiorio/ che in sua grandezza umile/ solo ornamenti apprezza/ del tempo di Noè:/ evviva la bellezza/ del nobile Caffè”.
Verso la metà dellOttocento il locale viene impreziosito dagli interventi di artisti come Francesco Gonin (1808-1889) e Giuseppe Bogliani (1805-1881), anche se sono diverse le ristrutturazioni che il locale subisce nel tempo, tra queste di particolare importanza fu lintroduzione delle lampadine, escamotagea gas che, a partire dal 1838, contribuì a rendere ancora più gradevole la permanenza degli ospiti tra le sontuose sale.
Certamente mangiare bene aiuta a discorrere meglio, lo dimostrano inoltre le testimonianze risorgimentali, che attestano tra quelle mura damascate il ritrovo di intellettuali e politici del calibro di Urbano Rattazzi, Massimo D’Azeglio, Camillo Benso Conte di Cavour o Cesare Balbo.
C’è da chiedersi quanti fogli e appunti abbiano macchiato tra una coppa di gelato e una cioccolata calda.
Mentre rendiamo più vicini a noii grandi del nostro passato, immaginandoli felici e impiastricciati, usciamo dal bar dorato e proseguiamo su questo pellegrinaggio del gusto.
Arrivati in Piazza Castello è nuovamente ora di intrattenersi al caldo di un locale.
Sono le vetuste vetrine di Mulassano a fermarci. Celebre e storico bar torinese, aperto nel 1907 e originariamente frequentato soprattutto dagli artisti del Teatro Regio. Il Caffè viene messo in vendita dai proprietari intorno agli anni Venti del Novecento e successivamente acquistato dai coniugi  Angela e Onorino Nebiolo, da poco tornati in patria dallAmerica. I nuovi possessori desideravano ridare vigore agli affari del locale e idearono nuove proposte alimentari per accompagnare gli aperitivi. Nascono così il toaste quel particolare panino che Gabriele DAnnunzio battezzò “tramezzino.
I posti a sedere sono pochi, lambiente è raccolto e spinge gli astanti a sedersi inconsciamente vicini; le chiacchiere dei commensali si mescolano con eleganza, adattandosi allambiente circostante e simulando le note dei musicisti dellorchestra regia.
La maratona cibaria non è ancora finita, ma inizio a intravvedere un podi stanchezza sul volto della nostra commensale. Non è il caso di esagerare, anche se credo che ancora un paio di luoghi sia il caso di visitarli, prima di salutarci.
Usciti dal piccolo Mulassano, è ora di dirigersi verso la regale Piazza San Carlo.
Lora si fa tarda e la folla del centro impazza, siamo immersi in un flusso senza direzione, c’è chi chiacchiera al cellulare, chi improvvisamente si ferma a guardare la merce dei negozi, chi invece sollecita i compagni ad accelerare il passo. Anche la Dama delle Piogge si sente in dovere di amalgamarsi alla modalità generale e a mala pena riusciamo a scorgere le vetrine di Baratti, altro elegante e rinomato locale torinese, confetteria fondata nel 1858 da Ferdinando Baratti e Edoardo Milano il cui nome completo infatti è Baratti&Milano -.
Fin dallinaugurazione il luogo colpisce per il suo sfarzo, come testimonia un cronista dellepoca: Lo sfarzo e il buon gusto qui se la contendono. Specchi di grande superficie, sculture in legno di noce artisticamente eseguite, dorature splendidissime e, a degno accompagnamento, la bontà squisita dei prodotti dei miracolosi fornelli dei signori confettieri. È tuttavia Guido Gozzano a rendere immortale la notorietà del posto, descrivendo nel suo celebre componimento Le golosele ingioiellate signore della nobiltà subalpina mentre gustano le paste, sollevando la veletta e girandosi di schiena nella speranza che nessuno le veda.
Siamo ormai diretti verso il Caffè Torino, uno dei più conosciuti salotti torinesi, in attività dal 1903, adorno di marmi pregiati e medaglioni dipinti, il locale accoglie gli avventori con un superbo bancone in marmo finemente sbalzato e li accompagna alla ricerca di un gusto senza tempo.
Da subito il bar sfida lattività del dirimpettaio Caffè San Carlo, punto di ritrovo per definizione dell’“intellighenziatorinese. La Fortuna aiuta gli audacie il successo della nuova apertura non tarda ad arrivare, presto intellettuali come Eiunaudi e De Gasperi diventano clienti abituali, col tempo la fama del luogo accresce, così negli anni Cinquanta  diverse personalità come James Stewart, Ava Gardner, Walter Chiari, Brigitte Bardot e lindimenticabile Erminio Macario vogliono assaporare un buon caffè seduti tra gli elitari tavolini di quella Torino non alla portata di tutti.
E se il prezzo del caffè ci ricorda a quale strato sociale apparteniamo, il toro rampante antistante il locale invita democraticamente la totalità dei passanti a partecipare – a titolo gratuito – al rituale propiziatorio più famoso della cittadinanza. Leffigie in bronzo viene posta nel 1930 sul pavimento della Piazza dedicata a San Carlo Borromeo e subito diventa oggetto di attenzioni e superstizioni. Leggenda vuole che calpestare gli attributi dellanimale porti fortuna, latto si deve compiere con il tallone sinistro e effettuando tre giri intorno a sé stessi. Unovvia sciocchezza, che però, con la tipica discrezione torinese, ha portato a creare un delicato avvallamento là dove, anche per il quadrupede, non batte il sole.
La sera sta scendendo, ed è giunta lora di salutare la nostra gentile Opite Portatrice di freddo.
Per i convenevoli quale luogo più opportuno che i battenti tristemente serrati del Caffè San Carlo, altro salotto torinese con una storia antica di quasi duecento anni?
Le luci spente testimoniano la tragedia che è stata la pandemia per molte attività commerciali, costrette a chiudere con poche possibilità di riscatto.
Invito la Cinerea Signora a specchiarsi nelle vecchie vetrine e ad immaginare i fasti ottocenteschi, quando il locale portava il nome di Caffè di Piazza DArmi. Allepoca non cera ancora il Cavald Brons al centro della piazza, al contrario il territorio era adibito per ospitare le adunate dellesercito sabaudo.
Clienti abituali erano Giolitti, Crispi, Gramsci e Gobetti, ma anche importanti scrittori come Edmondo De Amicis, autore dellindimenticabile Libro Cuore, di cui oggi a scuola non si parla più. Proprio al San Carlo si era fermato un altro assai noto personaggio, Alexandre Dumas, in visita alla città sabauda, proprio qui pare abbia assaggiato il suo primo bicerin.
È ormai sera, i lampioni colorati offuscano le stelle e la nebbia del Po sta arrivando in città.
Chissà se la nostra Uggiosa Ospite avrà apprezzato questo calorico iterturistico e chissà se un podi buonumore la convincerà a concederci qualche giornata di sole in questo lungo inverno.
Nel dubbio, prima che scompaia, le allungo quattro giandojòt, uno per ogni Stagione. Le Signore sono permalose, speriamo solo non se li mangi tutti Lei sulla strada del ritorno, con la scusa che poi si sciolgono.

Alessia Cagnotto 

Matteo Renzi: il rottamatore che non se ne va mai

POLITICA

Matteo Renzi: il rottamatore che non se ne va mai, tra garantismo, referendum e riforme “già fatte” Matteo Renzi torna a pontificare su garantismo, toghe e riforme epocali. Ma ricordate quando disse che avrebbe lasciato la politica se avesse perso il referendum? E invece…

Leggi l’articolo su l’Identità:

Matteo Renzi: il rottamatore che non se ne va mai, tra garantismo, referendum e riforme “già fatte”

Al teatro San Carlo di Casalborgone, I Venditori di Anime presentano “L’assassino misterioso”

Al via la stagione teatrale OFF del teatro San Carlo di piazza Carlo Bruna a Casalborgone. Gli eventi sono realizzati con il patrocinio del Comune. L’8 novembre prossimo, alle 21, la compagnia teatrale “I Venditori di Anime” presenterà “L’assassino misterioso”, a ingresso gratuito. La vicenda raccontata nella pièce è la più classica e scontata che si possa immaginare: un castello nella campagna inglese, una vecchia contessa la cui ricchezza è bramata da diversi potenziali eredi, un assassinio e un investigatore sagace che cercherà di sbrogliare la matassa come tutti i classici investigatori che si rispettino.
Sembra un giallo, ma molte volte, come spesso accade nelle commedie, qualcosa non va secondo copione. Una soluzione inaspettata prende corpo sotto gli occhi degli spettatori che, per non rinunciare allo spettacolo, accettano la scommessa del capocomico, così da portare a termine lo spettacolo medesimo. Nella pièce emergono improvvisazioni rocambolesche, attori fuori parte e un intreccio che da giallo si trasforma in una commedia degli equivoci, tra colpi di scena e trovate impreviste.
Per la stagione off del teatro, il 23 novembre, alle 18, in collaborazione con l’Associazione Culturale La Gallina, i Buffoni di Corte proporranno “Il Passo a due sulle note di Shallow”, e a dicembre sarà in programma un concerto gospel.

Appuntamenti a ingresso gratuito.

Mara Martellotta

Economia e territorio alla Fiera di Quincinetto

Sabato 8 novembre tornerà a Quincinetto uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno canavesano, la Fiera Autunnale del Bestiame, nel cui ambito si svolgono la 66ª edizione della Rassegna bovina della Pezzata Rossa Valdostana e di altre razze e la 52ª edizione della Fiera di San Carlo. L’evento unisce il lavoro quotidiano degli allevatori ad un momento di festa e di orgoglio per una comunità che non ha mai dimenticato le proprie radici agricole e montane.

Nel secondo sabato di novembre le vie e le aree espositive del paese saranno popolate dagli animali, dagli allevatori, dai tecnici del settore zootecnico e dai visitatori. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Quincinetto con la collaborazione dell’Associazione Regionale degli Allevatori Piemontesi (ARA), con il patrocinio della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale, della Città metropolitana di Torino e dell’Unione Montana Dora Baltea.

A partire dalle 9 del mattino è previsto l’arrivo del bestiame nell’area predisposta. Alle 10 arriveranno le autorità, i tecnici e i responsabili dei settori agricolo e zootecnico, per poi lasciare spazio, alle 11, ad uno dei momenti più attesi dai partecipanti, la degustazione dei prodotti locali, ovvero “Miasse, Mondè e Vin”, come recita il programma.

A mezzogiorno, l’atmosfera si farà ancora più conviviale con il pranzo insieme agli allevatori e ai simpatizzanti nel padiglione allestito nell’area espositiva. Il pomeriggio sarà dedicato alle premiazioni e ai saluti, in un clima di festa che, da oltre mezzo secolo, accompagna la Fiera di San Carlo. L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto di promozione del paese che segna il confine tra la Città metropolitana di Torino e la Regione Autonoma Valle d’Aosta, oggi riconosciuto come Comune turistico alpino e sostenuto dal marchio Turismo Torino e Provincia.