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Dalla Regione 50 milioni di euro per ridurre le liste d’attesa che i due anni di pandemia hanno rallentato

Riunione  in Unità di Crisi per fare il punto sulle liste d’attesa. La Regione investirà un budget di circa 50 milioni di euro per recuperare le prestazioni che i due anni di pandemia hanno rallentato, attraverso 36 milioni di euro stanziati dallo Stato e altre risorse ed economie esistenti.

I fondi verranno usati per incrementare l’offerta potenziando al massimo le prestazioni che il sistema pubblico regionale è in grado di erogare, integrandole con il supporto del sistema privato.

In quest’ottica è stato pubblicato un bando per nuovi accreditamenti di strutture private esclusivamente su alcune delle prestazioni ambulatoriali maggiormente da potenziare per ridurre le attese: allergologia, cardiologia, chirurgia vascolare, dermatologia, dietetica e nutrizione clinica, ematologia, endocrinologia, gastroenterologia-chirurgia ed endoscopia digestiva, nefrologia, neurologia, oculistica, odontoiatria, ortopedia e traumatologia, ginecologia, otorinolaringoiatria, pneumologia, radiologia diagnostica, reumatologia, recupero e rieducazione funzionale primo livello, urologia (vedi l’allegato). Il bando riguarda tutto il territorio piemontese ad eccezione della Città di Torino, per la quale è in corso di pubblicazione un apposito avviso anche in virtù delle differenti necessità esistenti.

Lunedì prossimo inoltre, per fare il punto sul tema, verrà convocata una nuova riunione con i rappresentanti dei privati.

Il cronoprogramma a cui la Giunta sta lavorando è quella di un disegno di legge da approvare in Consiglio regionale in tempi estremamente rapidi, come nel caso di “Riparti Piemonte”, in modo da dare un inquadramento normativo solido a questa misura emergenziale straordinaria, strettamente collegata alla pandemia. La sfida è riuscire ad azzerare la coda entro la metà del 2023 in modo da far ripartire al meglio le Aziende sanitarie con la normale attività. Per riuscire in questo obiettivo, superando criticità accumulate in quasi 10 anni e che la pandemia ha fortemente aggravato, il presidente della Regione Piemonte Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi intendono mettere in campo un sistema di monitoraggio costante e serrato come quello utilizzato per la buona riuscita della campagna vaccinale. In particolare, un cruscotto di verifica settimanale dell’avanzamento nelle prestazioni e sistemi di penalità e premialità sugli obiettivi da raggiungere, in costante affiancamento e supporto alle aziende sanitarie chiamate adesso questo nuovo grande sforzo fondamentale per la sanità territoriale.

 

Achab e re Lear, nella riscrittura di Orson Welles, intelligenza e grandezza teatrale

Al Carignano “Moby Dick alla prova” nella stagione dello Stabile torinese, per la regia di De Capitani

“Questo spettacolo è l’ultima pura gioia che il teatro mi abbia dato”, confessò – più a se stesso che al pubblico – Orson Welles che da tempo inseguiva quella “magnifica ossessione” di portare in scena il “Moby Dick” di Herman Melville: in una serata di grande successo, era il 16 giugno 1955, un anno prima che John Houston portasse sullo schermo il titolo omonimo, sulle tavole del Duke of York’s Theatre di Londra, poteva dare vita ad un sogno. Un palcoscenico che ogni sera è la cornice del “Re Lear” shakesperiano ma pure il luogo della volontà irruente di un capocomico di provare una riduzione in due atti dell’opera dello scrittore americano, la ritrosia iniziale e i dubbi di alcuni degli attori, le domande sulla fattibilità dell’operazione, l’incanalarsi progressivo dentro uno scritto da testare ma pronto a prendersi una forma concreta e definitiva. La macchina del teatro, il mestiere dell’attore, la scrittura offerta a poco a poco, le luci e le ombre che solcano la distesa più nera che azzurra.

I due testi passo dopo passo si accavallano, l’uno entra nei solchi dell’altro, i passaggi e le contaminazioni continue tra un padre e un uomo di mare gettano dei ponti, l’amore bugiardo e profittatore di Goneril e Regan e quello sincero di Cordelia, il ricordo del fool che si specchia in Pip, l’ostinazione che le tante traversie raddrizzeranno nell’animo di Lear, la tracotanza smoderata e senza fine, senza redenzione di Achab. Una occasione di teatro nel teatro, un lavoro in fieri che si compone e si scompone – alla prova come “I promessi sposi” di Testori o “Il gioco delle parti” mentre irrompono in sala i sei personaggi nel tentativo di farsi rappresentare da una vera compagnia. Un gioco filtrante tra realtà e rappresentazione, tra vita e finzione: lasciando un felicissimo spazio alla mente dello spettatore, all’immaginazione – il mare, il “monstrum”, la nave avvolta dalle onde burrascose del mare grande, grande e definitivo come quello dell’Ulisse dantesco.

Quelle onde le vedi e le tocchi, riempiono il palcoscenico, quelle vele che s’ingrossano e si gonfiano ti trasportano da una parte all’altra dell’oceano, quei suoni (dovuti qui alla maestria e ai tanti strumenti di Mario Arcari, ad essi s’aggiungano i cori con cui gli attori irrobustiscono le parti della vicenda; come non si possono dimenticare le suggestioni che offre la “musicalità” degli oggetti che occupano la scena, ritmicamente intensi, faticosi e affaticati, ostinati segnali di lotta e di odio) ti fanno sentire libero a sovrastare la scena. Sarà una riscrittura, una rappresentazione dei momenti più salienti o che maggiormente interessano Welles, l’incipit di Ismaele (“Chiamatemi Ishmael”), l’incontro con padre Mapple prima di imbarcarsi sulla “Pequod”, la caduta in mare di Pip, l’avvistamento della “Rachele”, l’altra baleniera, necessariamente la lunga sfida del capitano contro l’animale che in un viaggio precedente lo ha privato di una gamba, lo scontro finale, titanico e mortifero, con la balena bianca.

Sopra tutto e sopra tutti, sovrasta imperiosa la figura del capitano Achab, con la sua presunzione, con la propria tracotanza, con la violenza ardita che usa nel confronto degli altri e di se stesso, Nei confronti della natura: e quanto si dimostri attuale il testo lo testimoniano le tragedie che l’uomo ha saputo costruire attorno a sé. Elio De Capitani, riprendendo dopo decenni il testo wellesiano mai più rappresentato e creandone un capolavoro (in special modo nel secondo atto c’è da inchinarsi alla poesia – crudele sì, sanguigna, ma sempre poesia – che invade il palcoscenico del Carignano per questa produzione targata Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, nella traduzione in versi sciolti di Cristina Viti, in replica sino a domenica 20), ricopre, come già l’autore, quattro ruoli (Achab, Re Lear, padre Mapple e il capocomico), uscendo dall’uno per entrare nell’altro, in una immedesimazione che è uno dei punti più alti dello spettacolo, in un suggestivo alternarsi di parole e di azioni, di rabbia e di sentimenti, di correzioni e di nuovi indirizzi interpretativi. “Continuiamo a generare odiatori, novelli Achab”, sottolinea De Capitani: forse l’area di pace la si può ritrovare nel teatro, sulle tavole di un palcoscenico, “adesso potete tirare chiudere il sipario”.

Con lui, un gruppo d’attori in vero stato di grazia, tutti a ricoprire più ruoli e a farsi all’occorrenza tecnici di scena; tra gli altri Cristina Crippa, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Marco Bonadei cui si devono anche le maschere; e Angelo Di Genio che è un accorato Ishmael e soprattutto Giulia Viana, leggera e caparbia e amorevole nel ricoprire il semplice ruolo di giovane attrice come quelli di Cordelia e di Pip. Uno spettacolo da non perdere, da “ricercare” in ogni suo momento, esempio da ricordare a lungo di intelligenza e di grandezza teatrale.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Marcella Foccardi

Vittoria emozionante per l’Aquatica Torino

È iniziato con una vittoria molto emozionante il campionato di Serie A2 2021/22 dell’Aquatica Torino. La squadra allenata da Rosario Ferrigno si è imposta nella prima giornata di campionato vincendo in casa per 9-8 su Padova 2001. Un risultato arrivato al termine di un incontro caratterizzato da numerosi capovolgimenti.
La partita è stata sicuramente divertente, con le torinesi subito avanti, ma incappate in un secondo quarto difficile, complice la bella reazione delle venete. A metà gara le ospiti erano in vantaggio per 6-5. Lentamente, però, Torino ha preso in mano la partita grazie a una bella prestazione in fase difensiva e alle tante superiorità numeriche guadagnate con i due centri. Tante le occasioni da rete fallite, ma il risultato finale di 9-8 permetterà di prendere la mira con maggiore serenità.
Molto soddisfatto coach Ferrigno«È stata una partita equilibrata, molto fisica e davvero bella, grazie all’ottima prova di entrambe le squadre. Sono felice per la prestazione delle mie ragazze, avevano veramente voglia di giocare dopo i tanti rinvii del campionato.
Tutte sono scese in vasca per aiutare le compagne, mostrando un gruppo molto unito. Bella la prestazione dei nostri centri Catto e Scifoni che ci hanno permesso di giocare numerose superiorità, anche se sono stati commessi un po’ troppi errori sotto porta. La nostra straniera Andreeva insieme al nostro portiere Ignaccolo sono state una sicurezza in difesa.
Ora testa alla prossima partita che ci vedrà in trasferta con l’esperta Rapallo. Spero che le ragazze scendano in campo la stessa grinta e determinazione della prima partita».
Questo il tabellino.
 
Aquatica Torino – Padova 2001 9-8
Parziali: 3-2/2-4/2-1/2-1
Aquatica Torino: Ignaccolo, Crepaldi , Fasolo, Cortese , Barbero, Orsenigo, D’Amico (3 gol), Scifoni, Panattoni(1 gol), Perron, Andreeva (2 gol), Catto (3 gol), Vitale. All.: Ferrigno.

La droga è nel clacson Arrestato un trentenne 

Sono da poco trascorse le 22.30 di sabato quando gli agenti del Commissariato Mirafiori notano un’auto con due persone a bordo parcheggiata in strada delle Cacce. Gli agenti li vedono acquattarsi in auto al fine di eludere un eventuale controllo. I due si mostrano reticenti ai controllo, fatto che trova riscontro nella scoperta che i poliziotti fanno: all’interno del clacson dell’auto sono occultate 11 palline di cocaina.

Immediatamente scattano anche le perquisizioni domiciliari. A casa del proprietario dell’auto, un trentenne italiano, i poliziotti trovano altro stupefacente: 14 grammi di cocaina e quasi una trentina di marijuana.  L’uomo viene, pertanto, tratto in arresto per la detenzione della droga.

L’altra persona in auto, invece, viene sanzionata amministrativamente per il possesso di una modica quantità di marijuana rinvenuta all’interno di una pertinenza della propria abitazione.

Due arresti per furto in abitazione

 

Fermati dagli agenti del Commissariato Madonna di Campagna

 

Sono le 22.30 quando un residente in via Sospello vede dal balcone di casa due persone che cercano di introdursi in un appartamento della via. Sul posto arrivano le volanti della Polizia. Gli agenti appurano che uno dei due è sul balcone dell’appartamento al piano rialzato che tenta di forzare le gelosie, mentre il suo complice funge da palo. I due a questo punto si allontano nella speranza di rendersi irreperibili nascondendosi nel complesso abitativo, tentativo che non riesce poiché vengono fermati dagli agenti del Commissariato Madonna di Campagna. Uno dei due, un venticinquenne rumeno, viene trovato in possesso di numerosi arnesi e di un coltello a serramanico motivo per il quale oltre ad essere tratto in arresto per tentato furto con il complice viene anche denunciato per il possesso degli strumenti e dell’arma.

 

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Tentata rapina in pieno giorno: arrestato  dalla Squadra Volanti

Sono le 15 in un condominio di Barriera Milano quando un uomo, uscendo dal proprio appartamento, nota un soggetto, cittadino centrafricano di 29 anni, stazionare sul pianerottolo. Insospettito dall’atteggiamento del soggetto, il condomino indietreggia, intenzionato a rientrare in casa.

Nel chiudere la porta, il ventinovenne rapidamente inserisce il piede fra quest’ultima ed il battente, assicurandosi l’ingresso. Una volta sull’uscio, questi si avventa sulla vittima, facendola rovinare in terra e sferrando una serie di pugni. Stordito dai colpi ricevuti, l’uomo, in un primo momento, resta immobile mentre l’aggressore, dopo aver estratto le chiavi dal nottolino della porta, raggiunge la cucina. Passati alcuni istanti il padrone di casa, dopo essersi rialzato, raggiunge il ventinovenne e con forza, lo spinge fuori dall’abitazione. Quest’ultimo ingaggia una nuova colluttazione, nella speranza di riuscire ad entrare nuovamente in casa. Il tentativo fallisce, così lo straniero cerca la fuga. Alcuni condomini, giunti nel frattempo, riescono a bloccarlo e allertano il 112 NUE.

L’uomo, con precedenti di Polizia, è stato arrestato per tentata rapina mentre la vittima è stata affidata alle cure di personale sanitario.

Casa, Nuvola Lavazza fa crescere prezzi in zona fino a +25%

Fiaip Torino: “Riqualificazioni salvano quartieri e mercato immobiliare”

Riqualificare o valorizzare un quartiere, una zona, oltre migliorare la vita dei suoi abitanti, aiuta anche il mercato immobiliare, sia in termini di compravendite sia per i valori. “C’è una relazione diretta tra un’opera di rigenerazione urbana e la ripresa del quartiere in cui si inserisce. L’andamento immobiliare diventa una cartina di tornasole degli effetti benefici sul tessuto cittadino e sociale. Un impatto di cui si può avere contezza dopo un paio d’anni”, spiega Claudia Gallipolipresidente di Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari).

La realizzazione della Nuvola Lavazza è un chiaro esempio di come un importante intervento di recupero edilizio può dare il via a un generale processo ‘a caduta’ di riqualificazione dell’area circostante. Il nuovo centro direzionale Lavazza è infatti diventato motore di rilancio del valore commerciale degli immobili nel crocevia di arterie che da lì si snodano.

PREZZI

Nel raggio di 200 metri dalla Nuvola, l’incremento di valore degli immobili ha avuto rialzi anche del 25%”. Una percentuale che gradualmente diminuisce allontanandosi dall’isolato. Infatti a 500 metri dalla sede il rialzo negli ultimi due anni si attesta su una media del 15%”, commenta Corrado Portuesi, affiliato Fiaip che opera nella zona da circa 30 anni.

“Per esempio – spiega Portuesi – un bilocale di 50 metri quadri a 200 metri dalla Nuvola verso via Parma e via Alessandria, nel 2019 costava 30mila euro, mentre nel 2021 ha toccato il prezzo di 45mila euro, con un exploit del 25%. In corso Novara angolo via Bologna a poco più di 500 metri dalla nuova sede dell’azienda, un appartamento di 80 metri quadri nel 2019 costava 75mila euro, oggi 100mila con un incremento del 17%”. Più ci si allontana dal punto gravitazionale più l’impatto si riduce, per esempio “alcuni stabili in corso Palermo, essendo questa un’arteria di collegamento, vedono un aumento del 7% in due anni”, aggiunge.

Nei palazzi riqualificati di fronte alla Nuvola “l’aumento è molto più consistente – sottolinea l’affiliato Fiaip – in largo Brescia un alloggio di 50 metri quadri, prima dell’insediamento del Polo Lavazza, costava circa 35mila euro, oggi con la ristrutturazione sia dello stabile sia dell’alloggio, arriva a 55mila euro, passando da 700 euro al metro agli attuali 1.100”.

COMPRAVENDITE

Nel contempo anche la richiesta è aumentata nel raggio di 500 metri lineari dalla Nuvola Lavazza: “Dal 2019 a 2021 la domanda è crescita tra il 20 il 30% – commenta -. L’offerta al contrario sta gradualmente scendendo nell’area adiacente la Nuvola. Questo fa sì che la domanda tenda ad allargarsi. Anche se, più ci si allontana, più i valori e la richiesta vanno a decrescere entrando in contatto con altri isolati e quartieri”.

 “L’idea di scegliere una zona un po’ depressa della città per installare la sede di un grande gruppo – aggiunge la presidente Gallipoli – dovrebbe essere ripresa dal Comune con l’individuazione delle aree disponibili e specifici bandi nazionali e internazionali, che porterebbero a Torino non solo lavoro e occupazione ma aiuterebbero anche a ricucire il tessuto cittadino laddove è più lacerato”.

VALORI AL METRO QUADRO

“Bisogna tenere ben presente che si tratta di aree molto diversificate al loro interno e la definizione del prezzo è sempre data da un insieme di variabili, che vanno dalle caratteristiche della singola via, allo stato del palazzo e dell’alloggio stesso”, precisa la presidente Fiaip.
La Nuvola infatti si posiziona a cavallo di due quartieri, Regio Parco e Aurora, aree caratterizzate da valori di mercato complessivamente differenti. Da una parte, Regio Parco vanta l’influenza positiva del Campus Einaudi; dall’altra, Aurora sconta l’alto grado di insicurezza della vicina Barriera di Milano.
Dunque, “Se le oscillazioni percentuali per entrambe le aree sono complessivamente importanti entro il mezzo chilometro, occorre però precisare che i prezzi al metro quadro sono molto diversi tra loro – sottolinea Gallipoli -. Regio parco sud nel 2020 ha segnato un prezzo medio al metro quadro di 1.713 euro, mentre Aurora di 984 euro al metro quadro”.

Foto: AndreaGuermani

Case di comunità, discussione in Consiglio regionale

È iniziato in Commissione Sanità, presidente Alessandro Stecco, l’esame della proposta di delibera al Consiglio regionale per l’“Approvazione della programmazione sanitaria relativa alle Strutture di prossimità nelle Asl: Case di comunità e Centrali operative territoriali”.

Il provvedimento, su cui si è svolta la discussione generale dopo l’illustrazione per la Giunta da parte dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, “prevede la localizzazione di 91 Case di comunità, 29 Ospedali di comunità e 43 Centrali operative territoriali, per un investimento complessivo di 214 milioni di euro tra finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e altri finanziamenti”.

“Abbiamo lavorato a ritmi serrati – ha dichiarato l’assessore – sulla base delle indicazioni fornite di volta in volta dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Abbiamo chiesto ai direttori sanitari di valutare dove potessero essere ubicate le strutture, coinvolgendo anche informalmente i sindaci, privilegiando l’utilizzo di immobili già esistenti, di proprietà aziendale o comunale, come richiesto dalle indicazioni nazionali e senza compromettere ulteriore suolo”.

“Il Piano – ha aggiunto – include 9 Case di comunità e 2 Ospedali di comunità in più rispetto a quelli finanziati dal Pnrr. Abbiamo scelto di integrare i fondi tagliati dal Governo per non penalizzare parti del territorio che sarebbero risultate escluse dal Piano. Entro il 28 febbraio dovremo inviare la delibera ad Agenas per sottoporla all’approvazione del Ministero”.

Nel corso del dibattito generale sono intervenuti per il Pd Domenico Rossi, Daniele Valle e Diego Sarno che, con sfumature diverse, hanno rimproverato alla Giunta “di non aver coinvolto a sufficienza il territorio in scelte così cruciali. “Sarebbe stato utile – hanno sottolineato – confrontarsi con il territorio attraverso i quadranti, gli enti locali, le parti sociali e politiche. Ci auguriamo di disporre del tempo necessario, in Commissione e in Aula, per essere cassa di risonanza delle criticità che giungono dal territorio e prevedere emendamenti”.

Per Fdi Carlo Riva Vercellotti ha annunciato il voto favorevole del proprio partito, dicendosi “dispiaciuto del comportamento del Governo, che ha ridotto i fondi destinati alla nostra Regione ma soddisfatto di quanto fatto dall’assessore e di quanto farà per sopperire alla mancanza di risorse destinate al Piemonte”.

Di diverso avviso Marco Grimaldi (Luv), che ha evidenziato come “Case e Ospedali di comunità, senza la previsione di un piano d’investimento per medici, infermieri e operatori sociosanitari rischi di ridursi a un’operazione di edilizia sanitaria”.

Per la Lega Alberto Preioni ha sottolineato come “con questa delibera abbia inizio il grande percorso della medicina territoriale in Piemonte. Si tratta del primo fondamentale passo, frutto di concertazione tra Asl e Comuni per identificare le sedi più opportune”.

Sarah Disabato (M5s) ha espresso la “necessità di audire in Commissione le rappresentanze dei soggetti interessati alla localizzazione delle Case e degli Ospedali di comunità e di discutere il fabbisogno del personale che sarà necessario al loro funzionamento”.

L’assessore Icardi ha replicato che “i tempi stretti sono frutto delle urgenze scandite da Roma. Solo a fine novembre Agenas ha pubblicato la circolare sui criteri cui attenersi per la programmazione, mentre il decreto di assegnazione dei fondi non c’è ancora. La continua variazione dei finanziamenti e degli orizzonti temporali ci hanno imposto tempi strettissimi, andando probabilmente a scapito di una maggiore condivisione”.

“Le decisioni – ha aggiunto – sono state prese alla luce dei dati Ires e del confronto con i sindacati. Per quanto riguarda il personale, non dobbiamo dimenticare che anche se le trattative per il contratto dei medici di base sono ancora in corso, disponiamo di previsioni e di criteri condivisi per il loro impiego”.

ESCP, la Business School con sede a Torino, entra per la prima volta nel ranking MBA del Financial Times

 

Al tredicesimo posto nella classifica europea, il programma della Business School internazionale è primo al mondo per l’internazionalità degli studenti e dell’esperienza di corso

 

ESCP Business School, con sede italiana a Torino, irrompe nel ranking MBA del Financial Times classificandosi 13° in Europa con il suo MBA in International Management e nella top 6 in ogni Paese in cui ha sede, posizionandosi come 1° in Germania. 2° in Italia e 3° in Francia.

 

Per la prima volta, l’MBA full time dell’ESCP, lanciato nel 2017, entra a far parte del Financial Times Global MBA Ranking e si attesta al 52° posto al mondo.

 

Rientrare tra i migliori MBA a livello mondiale è un risultato incredibile. Il nostro MBA offre davvero ai business leader l’opportunità di conseguire una visione strategica e prosperare una volta terminato il programma,“- ha dichiarato il Prof. Frank Bournois, Executive President e Dean dell’ESCP Business School.

 

Quando abbiamo lanciato l’MBA in International Management, nel 2017, volevamo attrarre candidati molto qualificati e dai profili trasversali, provenienti da differenti culture e background. Il nostro posizionamento nel Ranking conferma che abbiamo lavorato nella giusta direzione e testimonia l’eccellenza del nostro modello pedagogico” – spiega il Prof. Francesco Rattalino, Direttore dell’ESCP Torino Campus.

 

Il percorso internazionale è pienamente radicato nel DNA di ESCP ed è evidenziato dal ranking dove la Business School si classifica al 1° posto a livello globale per “international course experience” e “international student diversity” e all’8° posto per mobilità internazionale.

 

Questi risultati dimostrano l’unicità del modello paneuropeo di ESCP, che consente agli studenti di sperimentare in prima persona il multiculturalismo nei suoi sei campus (Parigi, Berlino, Londra, Madrid, Torino, Varsavia).

 

Questo ranking riconosce la dimensione internazionale del nostro MBA, che va ben oltre la diretta esperienza in due paesi europei, allargando gli orizzonti personali e professionali dei nostri studenti” conclude la Prof.ssa Francesca Pucciarelli, Direttore Accademico dell’MBA in International Management per il campus di Torino.

 

Con il suo spirito pionieristico, la prima Business School al mondo continua a ispirare ed educare i leader intenzionali.

 

Il Master in Business Administration è il più alto grado di specializzazione che si possa acquisire nella formazione manageriale. È strutturato come un programma intensivo, full-time, con un forte approccio interculturale della durata di un anno da svolgere in due Paesi, fruibile a scelta fra i sei campus europei di ESCP Business School.

Gli studenti possono scegliere quattro moduli specialistici tra i 24 disponibili erogati in sette Paesi, con la possibilità di specializzarsi su un tema di loro interesse.

Indicato per accelerare l’avanzamento professionale di giovani manager con almeno tre anni di esperienza lavorativa, desiderosi di dare un impulso alla propria carriera in un contesto internazionale, l’MBA emerge anche per l’alta percentuale di graduate che trovano impiego a tre mesi dal termine del programma: il 96%.

 

La classe 2022, composta al 60% da uomini e al 40% da donne, accoglie 72 studenti provenienti da 20 diverse nazioni, con un’età media di 30 anni e un’esperienza lavorativa di circa 6 anni.

I partecipanti sono chiamati a seguire lezioni dinamiche in cui è necessaria una partecipazione attiva e ogni tematica affrontata è di forte utilità e interesse perché calata nel contesto lavorativo reale, anche grazie a due progetti di consulenza da svolgere in azienda in due diversi Paesi.

 

 

Cibi e vino certificati: in Piemonte valgono più di un miliardo di euro

LA PRODUZIONE DOP E IGP VALE 1 MILIARDO E 300 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA NEL 2020

Presentato il Rapporto Ismea – Qualivita, il Piemonte al 4° posto tra le regioni italiane

Assessore Marco Protopapa: “Cresce il Piemonte del vino e cibo di qualità grazie ai Consorzi di tutela e al lavoro dei produttori”

La produzione dei prodotti certificati Dop (denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) del Piemonte nel 2020, anno di inizio pandemia, segna un più 2,7%. Con un valore di 1 miliardo e 387 milioni di euro il Piemonte si colloca al 4° posto tra le regioni in Italia, dopo il Veneto al primo posto con 3,7 miliardi di euro, Emilia Romagna con 3,26 miliardi di euro e Lombardia con 2,07 miliardi. Unica regione tra queste ad essere in crescita. I dati sono riportati nel XIX Rapporto Ismea-Qualivita, pubblicato al link https://www.qualivita.it/osservatorio/rapporto-ismea-qualivita/

Sono in totale 82 i prodotti cibo e vino piemontesi Dop e Igp con oltre 12.800 operatori dell’intera filiera: nel dettaglio il food genera 361 milioni di euro dove il Gorgonzola Dop, la Nocciola Piemonte Igp e la Toma Piemontese risultano tra i principali prodotti in crescita nel 2020; la produzione del vino è di 1 miliardo e 27 milioni con Asti, Gavie Monferrato tra i vini in crescita.

Anche nella classifica delle province italiane, emerge il Piemonte con Cuneo che si piazza al 4° posto con 755 milioni di euro di valore sulla produzione certificata.

“Cresce il Piemonte del vino e cibo di qualità certificati grazie ai Consorzi di tutela e al lavoro dei produttori – dichiara l’assessore all’agricoltura e cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa – Nonostante le difficoltà che il comparto agroalimentare e vitivinicolo ha dovuto affrontare nel primo anno della pandemia, a partire dalla crisi economica con la chiusura delle attività Horeca e il blocco dell’export, e nonostante i danni alle produzioni causate dal cambiamento climatico, il Piemonte presenta una grande offerta di prodotti di qualità, a garanzia del consumatore e soprattutto un punto di forza per imporci sui mercati. Come Regione Piemonte prosegue l’impegno a sostegno dei Consorzi di tutela e delle associazioni di produttori attraverso l’assegnazione dei fondi europei, con la misura OCM Vino per la promozione sui mercati dei Paesi terzi; con le misure del Programma di sviluppo rurale per le attività di promozione nel mercato interno alla UE, per la valorizzazione delle produzioni piemontesi rientranti nei regimi di qualità”.

I prodotti agroalimentari e vitivinicolo di qualità del Piemonte si trovano sul portale della Regione Piemonte PiemonteAgriQualità http://www.piemonteagri.it/qualita/it/