ilTorinese

Individuata la donna armata di coltello che rapino’ per strada una pensionata

Donna di 37 anni, censurata, rapina per strada una pensionata, scoperta e denunciata dai carabinieri.

La vicenda, accaduta a Cuorgnè, nell’hinterland torinese, risale alla prima decade di gennaio, allorquando una anziana signora del luogo, mentre era intenta a passeggiare nei pressi della propria abitazione, veniva aggredita dalla persona oggi denunciata che, armata di coltello e con il volto travisato da una mascherina chirurgica, colpiva con un fendente la sua borsa, lacerandola e provocando la caduta del portafoglio. Raccolta la refurtiva, pari a 400 euro, si dava alla fuga per le vie limitrofe, facendo perdere le proprie tracce mentre l’anziana vittima riportava una piccola ferita da taglio al polso.
L’attività investigativa avviata nell’immediatezza dai militari della locale Stazione ha consentito ben presto di orientare gli accertamenti nei confronti della 37enne, all’interno della cui abitazione, a seguito di una perquisizione domiciliare eseguita ieri, sono stati rinvenuti gli abiti utilizzati in occasione dell’episodio delittuoso.

Allasia: “Vergognoso il post antisemita”

Ferma condanna per la vergognosa vignetta antisemita postata da un consigliere comunale dei 5 stelle di Torino sul proprio profilo facebook.

Ritengo come presidente del Comitato Resistenza e Costituzione che la memoria, custodita e tramandata, sia un antidoto indispensabile contro gli orrori del passato, per scongiurare il riemergere di rigurgiti razzisti e predicazione dell’odio. Non possiamo tollerare nessuna forma di antisemitismo, la diffusione di quell’immagine non trova nessuna giustificazione.

Stefano Allasia

Presidente del Consiglio regionale

Semifinale di ritorno della coppa Italia

Juventus-Inter 0-0
Andata Inter-Juventus 1-2

Juventus in finale contro la vincente di Atalanta-Napoli
Finisce a reti bianche la gara tra Juve ed Inter consolidando il pass per la finale alla squadra bianconera guidata, magistralmente dal tecnico Andrea Pirlo.Juve cinica e spietata,bada soprattutto al sodo e subisce soltanto una supremazia territoriale da parte dea squadra nerazzurra guidata dall’ex Antonio Conte.Ottima la prova dei due centrali bianconeri De Ligt e Demiral in luogo dei professori titolari Bonucci e Chiellini, soddisfacenre prova di tutta la squadra,compatta e pronta a ripartire in contropiede e talvolta si è difesa anxhe a 5 passando dal 4-4-2 al 5-3-2,per poter portare a casa il risultato.
Missione compiuta: dopo la vittoria in Supercoppa Italiana ora la finale di Coppa Italia senza dimenticare la Champions League tra pochi giorni e la scalata verso la vetta del campionato.La Juve non si accontenta ed è sempre più ad immagine e somiglianza del suo allenatore.

Vincenzo Grassano

Via Speranza ed Arcuri

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni   Non mi permetto di dare consigli al presidente Draghi che sta conquistando tanti consensi tra gli Italiani, prima ancora di iniziare l’opera ciclopica che si accinge ad intraprendere per salvare l’Italia. Uno dei punti essenziali della sua opera di governo sarà la lotta alla pandemia con interventi energici, rapidi ed adeguati alla gravità della situazione 

Voglio tuttavia segnalargli, come certo ben sa il Presidente, che la situazione che ha portato a tanti morti e tanti infettati e’ anche la inadeguatezza del  ministro Roberto  Speranza, un politicante allevato alla scuola di Bersani, catapultato a capo del ministero della Salute a senza nessuna esperienza.
L’unico capace si è rivelato il vice ministro Sileri  che è stato marginalizzato dalla prepotenza egocentrica  del ministro Speranza. Per colpa sua e del suo staff non venne neppure aggiornato il piano anti pandemico rimasto fermo da anni, per colpa sua le mascherine per mesi furono introvabili e quindi considerate inutili per la prevenzione. Non ha saputo neppure scegliere i tecnici, preferendo un’accozzaglia di gente litigiosa, solo desiderosa di viabilità televisiva e giornalistica. Preso dalla vanità, avrebbe voluto smerciare un suo  libro su come aveva sconfitto (!) la pandemia, libro  che dovette far ritirare dal commercio in seguito all’arrivo della seconda ondata pandemica . Un episodio che rivela poca intelligenza politica  ed un ego smisurato e che avrebbe dovuto portare Conte a cacciarlo da ministro. Pochi per conformismo  hanno messo in luce i limiti abissali oggettivi del piccolo politicante lucano diventato ministro a causa di un deus ex machina che lo ha portato al governo.
Speranza, d’intesa con Conte ,ha scelto un commissario straordinario la figura di tal Domenico  Arcuri che ,dopo aver già fallito per i banchi di scuola, è stato messo al vertice del settore più’ delicato, quello dei vaccini da cui dipende  la vita dei cittadini e la ripresa economica. I vaccini sono la priorità delle priorità e non possono continuare ad  essere in mano ad Arcuri che divide le responsabilità con molte, se non con tutte le Regioni che si sono rivelate incapaci ed esiziali ad affrontare la pandemia. Non hanno finora protetto la categoria di cittadini considerata più a rischio, quella dei settantenni che continuano a morire o resta agli arresti domiciliari in casa, come Denis Verdini condannato a quasi cinque anni di carcere, ma di cui ha scontato solo due mesi. Per prevenire  gli errori delle Regioni occorrerà l’abolizione della sciagurata  riforma del titolo quinto della Costituzione del 2005 , una vera e propria follia. Ma per una campagna di vaccinazione seria, rapida, efficace, occorre cacciare Arcuri al più presto. E’ cosa più immediata e semplice. Io sono certo che un uomo come Draghi  non possa avvalersi di persone così. Persino il mediocrissimo e poco limpido  presidente della Lombardia  ha cacciato l’assessore incapace e lo ha sostituito con Letizia Moratti. Oggi le mezze calzette non servono, non pretendo gli ottimati di ciceroniana memoria, ma almeno gente che sappia qualcosa del lavoro che sta facendo.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Il Covid è costato agli italiani 5 mila euro a testa

L’analisi emersa dallo studio “Il debito pubblico italiano e il Covid – 19” realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti  

 

COVID-19: NEL 2020 AGLI ITALIANI E’ COSTATO 5.420 EURO A TESTA 

 

Tra i paesi del G20, l’Italia presenta il maggiore incremento del rapporto debito/PIL (+22,9%) dopo il Canada (+28,9%) e il Giappone (+24,1%). Miani: “Evitare nuovi shock fiscali”

 

Roma, 5 febbraio 2021 – Nel 2020 la pandemia da Covid -19 è costata all’italiano medio 5.420 euro a testa, di cui 2.371 euro di minore Pil pro capite e i restanti 3.049 euro di incremento di debito. Il dato emerge dallo studio “Il debito pubblico italiano e il Covid – 19” realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza sull’economia italiana mettendola a confronto con quella dei paesi del G20.

 

Nell’analisi condotta a partire dai più recenti dati del Fondo Monetario Internazionale, emerge come il crollo del PIL reale per l’Italia, stimato per l’anno appena concluso al -9,2%, (-8,9% secondo gli ultimi dati Istat) sia il peggiore calo dopo l’Argentina (-10,4%) e il Regno Unito (-10%) mentre, a causa di un rimbalzo troppo corto nel 2021, l’Italia presenterebbe il calo del Pil maggiore nel biennio 2020-2021 (-6,5%).

 

Nel 2020, la spesa pubblica aggiuntiva e gli sgravi fiscali per far fronte alla pandemia hanno raggiunto il 6,8% del Pil collocando l’Italia al 9° posto nel G20. In termini pro-capite, cioè in media per ogni italiano, il sostegno statale è stato pari a 1.858 euro, molto meno che in Germania (4.414 €), in Francia (2.677 €), negli Stati Uniti (9.311 €) o nel Regno Unito (5.752 €).

 

Considerando che nel 2020 la perdita media per ogni italiano del Pil è pari a 2.371 euro, il sostegno statale di 1.858 euro non è stato sufficiente a coprirla generando una perdita di 513 euro pro-capite, mentre per la Francia il risultato è stato di -120 euro e per la Germania di +1.841 euro.

 

Per quanto riguarda il debito pubblico, nel nostro paese, l’anno scorso, in termini pro-capite aumenta di 3.049 euro. Nel 2021 aumenta di altri 2.372 euro a testa e nel biennio cresce in totale di 5.421 euro.  Per effetto della pandemia, il debito pubblico italiano a livello pro-capite e cioè per ogni italiano in media passa da 39.864 € del 2019 a 42.913 € del 2020. Nel G20 si colloca al terzo posto insieme al Canada e dopo Stati Uniti e Giappone e nel 2021 arriva a 45.285 euro.

 

Per Massimo Miani, Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti “lo studio evidenzia come il nostro sia uno dei paesi più colpiti a livello mondiale nel Pil e nel rapporto debito/Pil. Allo stesso tempo è uno di quelli che meno ha adoperato la leva finanziaria per resistere alla crisi pandemica, da cui deriva una perdita di Pil nominale pro capite piuttosto rilevante. Le analisi e i dati presentati nella ricerca mettono in luce significativi profili di rischio per l’economia italiana tra cui il pericolo di nuovi shock fiscali che potrebbero aggravare la pressione fiscale italiana, già di per sé molto elevata”. Secondo Miani “è necessario promuovere politiche fiscali espansive maggiormente coerenti con la situazione di estrema difficoltà delle imprese e delle famiglie italiane e nello stesso tempo impiegare al meglio le risorse del Recovery Fund. Ma occorre anche ridiscutere, a livello europeo, le regole fiscali che governano la finanza pubblica. È assolutamente imprescindibile riconsiderare la sostenibilità del debito pubblico italiano alla luce delle mutate condizioni economiche post-pandemiche. Solo così si eviteranno shock pericolosi per l’economia del Paese che colpirebbero in modo sensibile la ricchezza degli italiani”.

Tabella 1. Il crollo del Pil a causa della pandemia tra i paesi del G20 

Country 

Var. % 2020 su 2019 

Country 

Var %  

2021 su 2019 

Argentina 

-10,4%

Italy 

-6,5% 

United Kingdom 

-10,0%

Argentina

-6,4%

Italy 

-9,2% 

United Kingdom

-6,0%

France 

-9,0%

South Africa

-4,9%

Mexico 

-8,5%

Germany

-4,8%

India 

-8,0%

Mexico

-4,6%

South Africa 

-7,5%

France

-4,0%

Canada 

-5,5%

Japan

-2,2%

Germany 

-5,4%

Canada

-2,1%

Japan 

-5,1%

Saudi Arabia

-1,4%

Brazil 

-4,5%

Brazil

-1,1%

Saudi Arabia 

-3,9%

Indonesia

-0,9%

Russia 

-3,6%

Russia

-0,7%

United States 

-3,4%

Australia

0,5%

Australia 

-2,9%

United States

1,5%

Indonesia 

-1,9%

Korea

2,0%

Turkey

1,2%

Turkey

7,3%

United Kingdom

-10,0%

India

9,4%

United States

-3,4%

China

10,6%

Fonte: Elaborazione FNC su dati IMF, World Economic Outlook, Update January 2021 

Tabella 2 – Aiuti fiscali post crisi pandemica Covid-19: spesa aggiuntiva e sgravi fiscali. Anno 2020. Valori espressi in euro. 

Country 

% PIL 

Valore assoluto 

(mld. euro) 

Valori 

pro-capite 

(euro) 

Var. PIL 

pro-capite 

(euro) 

Var. netta 

(euro) 

United States 

16,7

3.073

9.311

-1.435

7.876

United Kingdom 

16,3

387

5.752

-2.980

2.772

Australia 

16,2

191

7.434

-1.090

6.343

Japan 

15,6

686

5.455

-1.601

3.853

Canada 

14,6

211

5.536

-2.408

3.128

Germany 

11

367

4.414

-2.573

1.841

Brazil 

8,3

104

490

-112

377

France 

7,7

174

2.677

-2.797

-120

Italy 

6,8 

112 

1.858 

-2.371 

-513 

South Africa 

5,5

14

235

-263

-28

China 

4,7

624

444

284

729

Argentina 

3,8

13

290

1.565

1.855

Korea 

3,4

49

949

-97

852

India 

3,1

71

51

18

70

Russia 

2,9

37

251

-405

-154

Indonesia 

2,7

25

94

-154

-60

Saudi Arabia 

2,2

13

378

-2.833

-2.454

Turkey 

1,1

7

79

563

642

Mexico 

0,7

6

49

-530

-481

Fonte: Elaborazione FNC su dati IMF, Fiscal Monitor, Update January 2021. 

 

Tabella 3 – Debito pubblico pro-capite. Valori espressi in euro. 

Country 

2019 

2020 

2021 

Japan 

84.322

88.772

86.478

United States 

63.040

71.821

73.273

Italy 

39.864 

42.913 

45.285 

Canada 

35.860

43.457

43.525

France 

36.710

39.921

42.953

United Kingdom 

32.238

35.455

37.440

Australia 

23.001

29.413

35.430

Germany 

24.739

27.255

28.732

Korea 

11.914

13.113

12.840

Argentina 

7.983

7.232

7.211

China 

5.189

6.079

6.629

Saudi Arabia 

4.736

5.684

5.621

Brazil 

6.853

6.579

5.142

Mexico 

4.693

4.481

4.356

South Africa 

3.320

3.245

3.626

Turkey 

2.590

2.897

2.683

Russia 

1.429

1.847

1.829

India 

1.367

1.533

1.531

Indonesia 

1.147

1.318

1.426

Fonte: Elaborazioni FNC su dati IMF, Fiscal Monitor, Update January 2021. 

 

Tabella 4 – Il costo del Covid-19 tra i paesi del G20: var. Pil + var. Debito. Valori espressi in euro pro-capite. 

Country 

Var. Pil 

Var. Debito 

Costo Covid-19 

Argentina 

1.565

-751

-2.316

Australia 

-1.090

6.412

+7.502

Brazil 

-112

-274

-162

Canada 

-2.408

7.596

+10.004

China 

284

889

+605

France 

-2.797

3.211

+6.008

Germany 

-2.573

2.516

+5.089

India 

18

166

-148

Indonesia 

-154

171

+325

Italy 

-2.371 

3.049  

+5.420 

Japan 

-1.601

4.450

+6.051

Korea 

-97

1.199

+1.296

Mexico 

-530

-213

+317

Russia 

-405

418

+823

Saudi Arabia 

-2.833

947

+3.780

South Africa 

-263

-75

+188

Turkey 

563

307

-256

United Kingdom 

-2.980

3.217

+6.197

United States 

-1.435

8.781

+10.216

Fonte: Elaborazione FNC su dati IMF, Fiscal Monitor, Update January 2021.  

Personale Covid nelle scuole, interviene Grimaldi (LUV)

“Lo chiamiamo lavoro essenziale ma lo Stato si dimentica di retribuirlo”

“Lo Stato paghi il personale Covid delle scuole. La Regione si faccia sentire con il Ministero e l’Ufficio Scolastico Regionale: è incredibile che i Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia non abbiano ancora sbloccato gli stipendi. Lo chiamiamo lavoro essenziale, ma ci dimentichiamo di retribuirlo” – commenta il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla protesta dei lavoratori Covid della scuola d’infanzia e primaria statale, che ieri hanno manifestato in piazza Castello contro il mancato ricevimento degli stipendi. Grimaldi già il 21 dicembre 2020 aveva depositato in Commissione un’interrogazione indifferibile e urgente sul tema, la quale tuttavia è rimasta finora inevasa.

Si tratta di docenti e personale Ata assunti in piena emergenza Covid 19, impegnati per mesi a garantire il funzionamento della scuola, che non hanno ancora ricevuto il salario e in molti casi addirittura non l’hanno mai percepito.

“Trovo inaccettabile che lavoratori dipendenti dello Stato non ricevano lo stipendio come da contratto nazionale mentre lavorano a pieno regime al fianco di personale assunto e regolarmente stipendiato. Parliamo di circa 2400 persone assunte a settembre 2020 in provincia di Torino. La metà di loro, dopo quasi cinque mesi di lavoro, non ha ancora ricevuto un euro” – prosegue Grimaldi. – “Come ha denunciato la FLC CGIL, molti sono pendolari e hanno finito i risparmi, se non saranno pagati si troveranno costretti a licenziarsi, senza il diritto al sussidio di disoccupazione. Una situazione inaccettabile che va sbloccata immediatamente”.

La figura femminile nell’arte della Magia

La storia della magia, della prestigiazione, mette in evidenza il mago, quale stereotipo maschile, che indossa un frac ed un cilindro, almeno nel mondo occidentale. Le domande che, allora, vengono spontanee sono: “è esistita, in passato, la “donna prestigiatore”, la “donna maga” e attualmente esiste tale figura artistica?”.

Mentre la risposta alla prima domanda richiede una ricerca abbastanza meticolosa, non esistendo una specifica letteratura sul tema, sulla seconda la risposta è sicuramente “Si”. Infatti, a livello mondiale ma anche nel nostro paese ci sono alcune “maghe” e la situazione tende ad incrementarsi, anche attraverso una maggiore divulgazione di questa meravigliosa Arte, grazie anche ai mezzi tecnologici attualmente utilizzati (Internet; piattaforme telematiche…) e alla presenza di alcuni Circoli Magici sul territorio internazionale.

Cenni storici

La figura femminile, in passato, è stata per molto tempo considerata lontana dal mondo artistico della Magia. Infatti, se consideriamo le fiabe antiche, come diverse storie del passato, e che ci sono state raccontate da piccoli, contengono un immaginario fatto di streghe, con poteri paranormali. Ed il periodo storico denominato “Caccia alle streghe” (XIV– XV secolo), come pure determinati stereotipi di genere, contesti storici, sono tutti elementi che hanno mantenuto distanziata la figura della donna dalla magia e necessita tenerli tutti in considerazione [1]

Un’altra motivazione della scarsa presenza di “donne maghe” risulterebbe legata alla minore propensione delle donne, in generale, ad isolarsi dalle distrazioni per concentrarsi, invece, sullo sviluppo di un proprio “numero magico” di successo. Anche se questo sembrerebbe strano, dal momento che molte donne sono interessate a forme artistiche quali la danza, la musica e il canto, forme artistiche che prevedono durissime sessioni di allenamento e prove. Ulteriori motivi, oltre al fattore storico, risiederebbero, per esempio, nell’esclusione di fattori esterni, quali il condizionamento di altre persone, l’educazione ricevuta, i giocattoli utilizzati da piccoli, la comunicazione. D’altro canto, nel mondo dello spettacolo emerge, invece, un’attenzione rivolta verso l’aspetto apparente della donna, con il proprio “sex appeal”, rispetto, invece, alla richiesta di competenze professionali e virtuosismi che siamo abituati a vedere eseguiti dagli uomini.

Assistente del Mago

Sicuramente la donna nel ruolo di assistente del mago, e coinvolta nelle cosiddette “grandi illusioni” da palcoscenico, la possiamo associare al “suo taglio in due parti”, una volta inserita all’interno di una cassa. E allora la curiosità, che non è sempre “solo donna”, è domandarsi: qual è stata la prima donna ad essere tagliata a metà. Secondo Jim Steinmeyer fu la donna che partecipò allo show del dicembre 1920, cioè Jan Glenrose, che all’epoca era l’assistente principale del mago Selbit, oltre ad essere anche partner del mago Fred Culpitt.

Nell’esibizione pubblica del 1921 il ruolo della vittima è stato invece assunto da Betty Barker.

Sempre nel 1921, Horace Goldin, un mago che lavorava negli Stati Uniti, presentò la prima versione che potrebbe sembrare familiare al pubblico moderno. L’assistente di Goldin giaceva in una scatola da cui sporgevano i piedi, la testa e le mani. Goldin divise la scatola nel mezzo, inserendo fogli di metallo per coprire le estremità tagliate, quindi allontanò leggermente le due metà. Questo processo venne quindi invertito e l’assistente uscì incolume. Goldin in seguito sviluppò una versione senza scatole, e che utilizzava una grande sega circolare [2].

 

Il successo di Selbit e poi di Goldin spinse sempre più maghi a cercare di imitarli con copie o versioni migliorate delle illusioni.

Jim Steinmeyer sostiene che il numero di Selbit abbia costituito una svolta nella storia della magia, poiché dopo di esso i numeri vennero sostituiti da altre rappresentazioni più sensazionali. Steinmeyer identifica l’illusione del “taglio della donna” come l’inizio di una moda della magia che utilizza assistenti femminili, nel ruolo della vittima. Lui stesso dice che il cliché delle “belle donne strapazzate e torturate dai maghi” nacque dopo l’illusione di Selbit.

Si tenga presente che gli assistenti maschili erano comuni, nel contesto di spettacoli di magia, fino all’epoca vittoriana, poiché i vestiti ingombranti imposti alle donne dalle mode del tempo rendevano difficile il rannicchiarsi negli spazi ristretti all’interno della scatola, richiesti da alcuni effetti. Con il cambiare delle mode degli inizi del XX secolo, il ruolo femminile della “vittima” proposto da Selbit diventò più pratico. Una combinazione dell’emancipazione femminile e di una popolazione desensibilizzata dalla guerra ed esposta a nuovi fenomeni di intrattenimento ha fatto sì che la scelta di Selbit avesse un forte impatto nell’immaginario pubblico. Come disse Steinmeyer: “…al di là delle preoccupazioni pratiche, l’immagine della donna in pericolo è diventata una moda particolare nello spettacolo…”.

I maghi moderni, donne comprese, hanno replicato con un interprete maschile, nel ruolo originariamente ricoperto da una donna. L’illusionista Dorothy Dietrich, che da adolescente si è affermata come mago di spicco, è stata definita la “prima donna a tagliare un uomo a metà“.

 

Nascita della “Magia al femminile” 

Un esempio di maga del 1800 è stata Adelaide Herrmann, 1853, moglie ed assistente di Alexander Herrmann [1]. In seguito alla morte improvvisa del marito, Adelaide decise di non abbandonare il settore e si allenò per preparare uno show tutto suo. Fece spettacoli “da solista” per trent’anni facendosi chiamare “Queen of Magic” e fu una delle poche donne ad esibirsi nel numero del “Bullet catch”.

Dell O’Dell, nome d’arte di Nell Odella Newton,una maga americana nata nel 1897, e considerata una dei pochi pionieri che ha fornito un “modello” per le moderne interpreti femminili. È stata una delle maghe di maggior successo della prima metà del XX secolo. Si è specializzata in magia parlata, utilizzando rime ritmate e carine. Inoltre, è nota per essere stata una delle prime maghe ad apparire in televisione. Al culmine della sua carriera è stata definita “La regina della magia”.

Per rimanere in Italia, una figura femminile di rilievo negli anni 1877 – 1880 è stata la Contessa Rita Gall, [3] moglie del celeberrimo Conte Ernesto Patrizio di Castiglione, nato a Savigliano, provincia di Cuneo, nel 1845. Appena trentenne, il Conte Ernesto debuttò al Gran Teatro Nacional di Città del Messico, riscuotendo un grande successo, sia per la presenza scenica che per le capacità manipolative. Ma l’attenzione dei giornali di allora viene rivolta in particolare alla moglie, la Contessa Rita Gall “…molto giovane, alta, sveglia, elegante, notevolmente bella e molto simpatica…Il Conte e la sua Signora formano una coppia perfetta…”. Ebbene, il 15 marzo 1877 la Contessa Rita Gall risulta essere la protagonista di uno spettacolo, sempre al Gran Teatro Nacional, ed i giornali riportano “…la memoria prodigiosa della Contessa che ha stupito tutti coloro che hanno assistito alle sue esibizioni…”.

                                                 

 

Figlia d’arte degli illusionisti Charles ed Elizabeth, Jeanne Van Dyke, conosciuta al pubblico come Suzy Wandas, nacque nel 1896 a Bruxelles. Insieme al padre, la madre e il fratello Louis, cominciò ad esibirsi all’età di otto anni, come Miss White Flower, ballando e suonando il violino in equilibrio sulla corda molle.

Cominciò a manipolare carte e monete già all’età di 14 anni, inserendo poi il numero nello spettacolo di famiglia e diventando nel tempo una manipolatrice di grandi doti. Quando nel 1912 il padre morì, il quartetto divenne un trio conosciuto col nome di “The Three Wandas” e Jeanne scelse il nome d’arte Suzy. Durante i suoi show utilizzava, oltre a carte e monete, anche ditali, sigarette, corde, fazzoletti, bastoni ed eseguiva classici come gli anelli cinesi e il sogno dell’avaro. In seguito, fu influenzata da una corrispondenza col fisico e mago americano Zina Bennett e introdusse nel suo spettacolo anche un numero di colombe. Parlava ben cinque lingue e divenne un’artista di fama internazionale e stella del Vaudeville.

Proseguiamo negli anni, arrivando al ventesimo secolo, e con alcuni nomi significativi di “maghe”, di seguito elencati.

Elizabeth Warlock, figlia del mago Peter Warlock, fu la persona più giovane nonché la prima donna a vincere il prestigioso premio British Ring Shield di IBM nel 1953.

Tra le assistenti che riuscirono, invece, a crearsi un personaggio, citiamo Gloria De Vos, la moglie di Kalanag, la quale eseguiva un numero in cui indovinava numeri di telefono ed indirizzi liberamente scelti da elenchi telefonici.

                                            

E ancora Pamela Hayes, moglie di “The Great Tomsoni”, partecipava attivamente alle magie del marito proponendo un personaggio un po’ più carismatico di quello incarnato da molte colleghe, ma rimanendo sempre un po’ imbrigliata nel ruolo di moglie, assistente e spalla sexy del marito.

Mercedes Talma, la “Regina delle monete”, era la moglie e l’assistente di Servais Le Roy, ma una volta scoperte le sue doti nella manipolazione creò uno show tutto suo incentrato sulla sua destrezza di mano con palline e monete.

Ora facciamo un tuffo nel presente e citiamo Megan Knowles – Bacon, classe 1992, una promettente maga che ha studiato a Londra, Las Vegas e in Canada ed è stata premiata più volte per le sue performance. Da ottobre 2014 svolge il ruolo di Segretaria presso The Magic Circle di Londra: è la prima donna a ricoprire questa carica nell’esclusivo club inglese.

 

Katherine Mills, maga e mentalista, è un’altra donna da primato; in particolare nel 2014 è diventata la prima donna maga ad avere uno show tutto per sé in prima serata, “KatherineMills: Mind Games” sul canale britannico Watch. Nel 2013 un altro suo show ha vinto il BAFTA per Best Children’s Entertainment.

 

                                                               

E arrivando ai nostri giorni, sempre più la figura femminile si è distinta, e continua ad esserlo, per creare meraviglie in prima persona, associando la propria femminilità a quella della nobile Arte della prestigiazione, della magia. Per rimanere nel contesto italiano, citiamo una figura femminile, una delle poche illusioniste ma soprattutto una delle pochissime trasformiste, Laura Luchino, in arte Lilyth. In particolare attraverso la forma d’arte conosciuta come “Quick change”, cioè il cambio veloce di abito, riesce a dare vita ad uno spettacolo nel quale si alternano diverse figure femminili, offrendo momenti di grande magia, meraviglia per il pubblico.

 

 

In conclusione

Attraverso fonti reperite, vari approfondimenti, ritengo che la magia sia sicuramente un’”Arte al femminile!”, dove eleganza, “sex appeal”, uniti alla professionalità tecnica e artistica, trasmettono emozioni allo spettatore, che si immerge nella “realtà dell’impossibile”.

 Bibliografia

[1] da “Donne e Illusionismo: non solo vallette” di Mirian Goi, febbraio 2015

[2] da “Donna tagliata a metà” Wikipedia (enciclopedia libera)

[3] Da rivista Magia del Cicap Anno XVI n°20 pag. 54-96 articolo “Il Conte Ernesto Patrizio di Castiglione” di Alex Rusconi

Paolo Demartini 

Il rosa e il grigio

L’ASSOCIAZIONE CHE PROMUOVE E VALORIZZA I TALENTI DELLE DONNE.

Nata nel 2017 da un gruppo di 11 tra professioniste e professionisti provenienti da settori e ambiti diversi,l’Associazione il rosa e il grigio ha come denominatore comune l’interesse e l’impegno a favore delle pari opportunità e della valorizzazione dei talenti delle donne. Grazie all’impegno continuo, ad una serie di interventi ed azioni come seminari, eventi, tavole rotonde, approfondimenti, studi e pubblicazioni ma anche attività formative e l’assiduo dialogo con istituzioni e soggetti dell’economia, dell’università e dell’organizzazionelavoro, il rosa e il grigio è una realtà in costante crescita.

L’Associazione, con sede a Torino, è figlia dell’esperienza progettuale dal titolo Il rosa e il grigio. Donne, invecchiamento attivo e presenza nei luoghi di decisione, realizzata tra il 2014 e il 2016 con la partecipazione del Dipartimento Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito delle Iniziative di promozione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Il progetto aveva proposto un ampio percorso di passaggio di esperienze e di competenze (azioni di formazione, di sensibilizzazione, occasioni di dialogo e di confronto, interviste e testimonianze video) da donne senior già impegnate in posizioni di governance a donne junior disposte a mettersi in gioco.

Questo gruppo, unito da obiettivi comuni e da un sodalizio mirato alla valorizzazione del genere femminile attraverso un impulso  professionale e di carriera in tutti gli ambiti, sostiene e promuovel’accesso delle donne nei luoghi di decisione; inoltre si avvale di una rete  di attori e associazioni come InclusioneDonna, che neraccoglie a sua volta più di cinquanta di alto livello, che lavorano con le donne e per le donne sull’intero territorio nazionale.

La presidentessa de Il rosa e il grigio, la Dr.ssa Monica Andriolo, attraverso una breve intervista ci spiega quali sono gli obiettivi dell’Associazione.

Dottoressa Andriolo quali sono le azioni che consentono una migliore visibilità delle donne e delle loro competenze, spesso di  alto livello, all’interno delle aziende?

Certamente è fondamentale che sia data loro la possibilità di essere inserite in ruoli importanti e quindi di partecipare a riunioni, incontri e momenti di scambio in cui possano mettere a disposizione le loro competenze. Ovviamente non basta la presenza, per esempio con semplici ruoli di segreteria o meramente operativi, ma è necessario che sia data loro voce e che siano ascoltate le loro opinioni  e le loro idee.

Come si rafforza nelle donne la capacità di leadership e di esercizio all’influenza?

L’opportunità di parlare in contesti importanti e la consapevolezza di essere ascoltate sono due passi fondamentali verso quello che viene chiamato empowerment che consiste, appunto, nella possibilità per le donne di essere leader e di influenzare le situazioni in cui si trovano ad operare.

Non bastano le competenze che le donne possiedono, che spesso sono pari se non più ampie rispetto a quelle degli uomini , ma è importante che queste siano davvero riconosciute e che trovino lo spazio giusto per esprimersi.

Le donne attualmente sono messe nella condizione di governare, amministrare e dirigere?

Ci sono ancora molti ostacoli. Si pensa come prima cosa, e forse legittimamente, alla maternità: esistono ancora resistenze e perplessità nel dare ruoli apicali a donne che abbiano anche carichi di cura. Inoltre perché parlare di carichi solo per le donne? Sarebbe ben meglio parlare di condivisione delle responsabilità. Persiste inoltre una abitudine a scegliersi tra pari e tra simili che porta gli uomini a creare team a larga maggioranza maschile ed a scegliersi reciprocamente come collaboratori.

Quali sono le strade da percorrere per far percepire la differenze di genere come risorsa positiva?

È fondamentale individuare role model femminili, finché infatti i modelli sono solo maschili (senza nulla togliere all’importanza degli uomini di valore) diventa difficile trovare dei punti di riferimento e degli esempi che consentano di far comprendere davvero a tutti che le donne ci sono e sanno dare il meglio.

Maria La Barbera 

Vinovo, l’ippodromo riparte il 10 febbraio con il Quinté

Tra gennaio e la prima settimana di febbraio, driver e cavalli di stanza a Vinovo hanno tenuto alto il nome della piazza torinese, correndo e spesso vincendo corse importanti fra Milano, Albenga e Cagnes-sur-Mer.

 

Adesso però è arrivato il momento di tornare a casa: mercoledì 10 febbraio infatti parte la stagione 2021 sulla pista dell’Ippodromo di Vinovo, ancora una volta tirato a lucido per l’occasione. Sette le corse in programma dalle 13.55 compreso in chiusura il ‘Premio Torino’, Tris Quartè Quintè per cavalli da 5 anni in su con partenze sue due nastri e ben sedici al via.

Per adesso dal MIPAAF è arrivato soltanto il calendario per i primi tre mesi dell’anno e sappiamo già che per questo mese l’appuntamento con il trotto sarà tutti i mercoledì (il 10, il 17 e il 24 febbraio). Per il mese di marzo invece già calendarizzati i primi 3 mercoledì (rispettivamente il 3, 10 e 17). Ma da domenica 28 marzo cominceranno anche gli appuntamenti festivi. In attesa della conferma ufficiale, domenica 4 aprile domenica 11 aprile dovrebbero essere le date riservate al ‘Gran Premio Città di Torino‘ e al ‘Gran Premio Costa Azzurra‘, non necessariamente in quest’ordine.

L’impianto torinese è rimasto fermo, ma ha continuato a lavorare per essere sempre all’altezza della sua tradizione, dopo un 2020 che nonostante i problemi legati alla pandemia ha regalato comunque soddisfazioni notevoli. «La stagione 2021 ricomincia a porte chiuse. Non ci sono ancora i requisiti per riaprire i nostri impianti – spiegano dalla direzione dell’ippodromo – ma facciamo notare che i grandi spazi di cui dispone l’ippodromo, all’aperto e all’interno della nostra tribuna, permetterebbero con le dovute regole, già testate, di garantire distanziamenti e sicurezza. Quando questo sarà possibile, accoglieremo dopo mesi il nostro pubblico. Vedere gli ippodromi italiani desolatamente vuoti è un rammarico. Speriamo che la stagione primaverile, a cominciare dai Grandi Premi ad aprile, porti anche la riapertura dei cancelli insieme a tante novità per i nostri appassionati».

Porte chiuse quindi mercoledì 10 febbraio, con la possibilità comunque di seguire tutte le corse sui canali di Unire TV, sul 220 di Unire Sat e sui nostri social per tornare a vivere le emozioni della pista.

Aggressioni alla Polizia: la nota del Siulp

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del Segretario Generale del SIULP di Torino Eugenio BRAVO, in merito alla liberazione immediata dei minorenni autori di atti di intimidazione nei confronti dei poliziotti della volante.

Ormai il coro è unanime nel considerare che queste intimidazioni che spesso sfociano in vere e proprie aggressioni, siano diventate una prassi preoccupante e finanche scontata.

Una prassi che concerne azioni di intimidazione, perpetrate anche da soggetti minorenni, verso le pattuglie di polizia che adempiono al loro lavoro e che dovrebbe far indignare tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza e la salvaguardia del futuro della convivenza civile.

Ma quello che ancora più preoccupa e rende incresciosa questa situazione sono le conseguenti sanzioni penali che non riescono a rendere incisiva e deterrente la loro finalità educativa.

Ci si chiede cosa ne pensino i politologi, i sociologi, gli psicologi, i penalisti, gli studiosi delle scienze comportamentali quando constatano che a fronte di aggressioni o atti intimidatori nei confronti delle forze dell’ordine, anche da parte di minorenni, l’unica risposta sanzionatoria è la loro immediata liberazione.

Dal punto di vista esperienziale constatiamo come queste scelte sanzionatorie accrescano l’autoesaltazione di questi soggetti che li porta ad emulare questo comportamento avverso alla polizia, considerato rappresentativo di una sorta di malsano coraggio diretto a sfidare le forze dell’ordine, l’autorità, la legge.

Se non si vuole procedere a misure detentive nei confronti di soggetti minorenni, continua il Segretario del Siulp di Torino, sarebbe il caso di pensare seriamente a soluzioni alternative che prevedano lavori socialmente utili puntando veramente e seriamente alla rieducazione di questi piccoli delinquenti che devono essere ricondotti nel giusto alveo della convivenza civile e del rispetto verso i tutori dell’ordine.

Diversamente, non si comprende, a cosa servano i seminari, i congressi, gli approfondimenti scientifici che concernono la rieducazione, la risocializzazione, il riadattamento sociale dei delinquenti quando a fronte di simili comportamenti delinquenziali questi soggetti vengono rimessi nel contesto sociale senza alcuna sanzione efficace ed intimidatrice, capace di dissuaderli dal commettere nuovamente simili reati.

È abbastanza chiaro che di fronte ad un immobilismo di politica criminale dove il senso di impunità rende sempre più intraprendente il delinquente nel perpetrare azioni criminali, le forze dell’ordine che sono deputate a far rispettare la legge saranno sempre più bersaglio di aggressioni e poca considerazione, attesa l’assenza stessa di una pena incriminatrice che sia in grado di inasprire questo genere di reati.