ilTorinese

Voci dai quartieri per progettare la città che verrà

/

Un processo di condivisione, partecipato, diffuso sull’intero territorio cittadino. Un intreccio di voci dai quartieri della città che innerva il corpo urbano della città che verrà. Dal 19 febbraio torna “Voci di Quartiere”, la campagna di ascolto finalizzata a costruire insieme il futuro della città. In linea di continuità con le attività svolte nel 2024 con il coinvolgimento attivo della cittadinanza e delle comunità locali, “Voci di Quartiere” riparte dai quartieri, il perno del lavoro di ascolto del territorio per la costruzione del nuovo Piano Regolatore. 10 incontri per fare il punto sui contenuti e le osservazioni emerse nel 2024 e per approfondire temi e luoghi con amministratori e tecnici della Città. Ogni incontro, 1 ora e mezza a ritmo serrato di scambi e di stimoli reciproci, con ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili, presso le Case di Quartiere e nei centri del protagonismo giovanile.

«Con l’avvio della seconda fase della campagna Voci di Quartiere proseguiamo il dialogo con cittadine e cittadini per approfondire risorse e criticità di ogni quartiere – spiega Paolo Mazzoleni, Assessore all’Urbanistica del Comune di Torino – questo confronto è fondamentale non solo per la costruzione del nuovo Piano Regolatore, ma anche per orientare al meglio le progettualità dell’amministrazione nei prossimi anni, rispondendo in modo concreto alle esigenze della città».

Si inizia il 19 febbraio alle 18 dalla Casa del Quartiere di San Salvario, gli ex bagni pubblici riconvertiti in un laboratorio aperto per la progettazione e realizzazione di attività sociali e culturali, con l’adesione di associazioni, cittadini, operatori artistici e culturali. Negli spazi di via Morgari e via Belfiore, Città di Torino e Urban Lab danno appuntamento ai cittadini per la prima tappa di un nuovo itinerario nei quartieri, per proseguire nella riflessione cittadina sulla qualità della vita, degli spazi pubblici e dei servizi nei quartieri torinesi.

«Con Voci di Quartiere, Urban Lab consolida la propria azione di ascolto e ingaggio del territorio – aggiunge Piero Boccardo, presidente di Urban Lab Torino – passaggio fondamentale per mappare bisogni e istanze e fornire supporto all’Amministrazione nella costruzione delle proprie politiche e progettualità concrete. Ringraziamo tutti coloro che ci stanno aiutando a progettare le diverse iniziative, dalle Case del quartiere ai Centri di protagonismo giovanile, dalle Biblioteche alle associazioni ed enti del terzo settore, ma grazie soprattutto alle tante persone che dedicano il loro prezioso tempo a disegnare il futuro dei quartieri. Lo scorso anno sono state oltre 4000. Ci auguriamo anche per quest’anno una importante partecipazione e dunque colgo l’occasione per invitare tutte e tutti agli incontri che si svolgeranno nei diversi quartieri della città»

A partire dal 19 febbraio il format di ogni appuntamento sarà identico e suddiviso con questo schema:

– “Cosa ci dicono le voci dei quartieri”, un video-racconto degli esiti della campagna di ascolto del 2024 con un focus sulle principali questioni emerse a scala cittadina e di quartiere, e le cose più urgenti da affrontare nel prossimo futuro.
– “Cosa ci dice l’Amministrazione”, gli Assessorati della Città si raccontano (quali priorità sono emerse nel dialogo con i quartieri? Quali progettualità, in corso, in fase di studio e programmazione prenderanno forma nei quartieri nel breve e nel lungo periodo? In che modo quanto raccolto sin qui alimenta il nuovo Piano Regolatore della Città?).
– “Vita di quartiere: dove e come”, il quartiere di giorno e di notte, in una doppia mappa collaborativa (dove si svolge la vita di quartiere? quali sono i luoghi centrali e importanti per la quotidianità? Partendo dalle mappe che restituiscono i contenuti e le questioni emerse durante la campagna di ascolto, si lavorerà sui quartieri di oggi e di domani).
– “A tu per tu con l’Assessore”: ogni evento si chiude con uno speed date, durante i lavori sulle mappe i partecipanti potranno interfacciarsi e porre domande direttamente agli Assessori e ai tecnici intervenuti.

Gli incontri di Voci di Quartiere 2025

San Salvario, Lingotto, Nizza Millefonti, Borgo Filadelfia
mercoledì 19 febbraio, ore 18
Casa del Quartiere di San Salvario
via Oddino Morgari 14

Cavoretto, Borgo Po, Madonna del Pilone, Borgata Rosa-Sassi, Crimea
mercoledì 26 febbraio, ore 18
Biblioteca Geisser
corso Casale 5

Borgo Vittoria, Madonna Di Campagna, Barriera di Lanzo
mercoledì 19 marzo, ore 18
Cascina Fossata
via Ala di Stura 5

Parella, Pozzo Strada, Borgata Lesna
mercoledì 2 aprile, ore 18
Biblioteca Luigi Carluccio
via Monte Ortigara 95

Mirafiori Sud, Mirafiori Nord, Santa Rita
in via di definizione

San Donato, Campidoglio, Cit Turin, Cenisia, San Paolo, Crocetta
in via di definizione

Falchera, Pietra Alta, Villaretto, Barca, Bertolla
in via di definizione

Centro, Aurora, Valdocco, Vanchiglia, Vanchiglietta
in via di definizione

Barriera Di Milano, Regio Parco, Rebaudengo
in via di definizione

TORINO CLICK

In scena al teatro Astra “Le mie tre sorelle”, uno spaccato rap di vita iraniana 

Andrà in scena al Teatro Astra il 18 e 19 febbraio la pièce dal titolo “Le mie tre sorelle” di Ashkan Khatibi, spettacolo in persiano e in italiano, con sovratitoli in italiano.

La drammaturgia e la regia sono di Ashkan Khatibi, gli interpreti Sadaf Baghbani, Nazanin Aban, Saba Poori, Sahba Khalili Amiri. La produzione è del gruppo artistico Charpayeh, assistente alla regia Pari.

 

Lo spettacolo trae ispirazione dalla vita di Sadaf Baghbani, una combattente per la libertà iraniana che ha subito oltre 150 ferite da arma da fuoco.

Attraverso un omaggio alle Tre sorelle di Cechov, il racconto di Sadaf e delle sue sorelle offre una visione franca e senza filtri della vita delle donne in Iran e della tragedia della loro sistematica oppressione.

“Due anni fa – racconta il regista – ho abbandonato il mio Paese e tutto ciò che ho fatto per oppormi al regime. Ora continuo a battermi per la libertà attraverso questa rappresentazione. Unisciti a me e a Sadaf nella nostra lotta”.

Aiutato dalla musica rap persiana, linguaggio ufficiale della nuova generazione iraniana, il regista Ashkan Khatibi vuole ribadire l’ingiustizia sistematica inflitta alle donne iraniane.

Andrea De Rosa ha rivolto agli artisti della stagione 2024-2025 una domanda :”Chi o che cos’è il fantasma nel tuo spettacolo?”

“Essere donna in Iran – ha risposto Ashkan Khatibi – rappresenta una battaglia continua. Si può rischiare la vita semplicemente scegliendo di non vestire l’hijab. Infatti in questa storia il fantasma è la vita stessa, che manca. La libertà di parola, di cantare, di ballare, di baciare, di amare. Ma sono fantasmi anche le vite spezzate nelle strade durante le rivolte del movimento “Donna, vita, libertà “. La protagonista della mia pièce ha più di 150 proiettili di plastica nel proprio corpo, è arrivata in Italia per curarsi e, da quando ha lasciato il suo Paese, cerca di dialogare con il padre e le sue sorelle. Cerca di riempire i vuoti della sua esistenza”.

 

Martedì 18 febbraio ore 21

Mercoledì 19 febbraio ore 19

TPE Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino

Info e biglietteria tpeteatroastra.it o in biglietteria.

 

Mara Martellotta

I cattolici dopo la Settimane Sociali di Trieste

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Le iniziative che si sono susseguite dopo la Settimana Sociale dei cattolici di Trieste del luglio
scorso sono indubbiamente importanti e incoraggianti. Ma, senza fare alcun processo alle
intenzioni, si tratta di iniziative, convegni ed incontri che rischiano puntualmente di disperdersi
appena ci si misura concretamente con le dinamiche organizzative della politica. Per dirla in
termini più diretti, quando si avvicinano le elezioni – di qualsiasi livello istituzionale siano, ma
principalmente per quelle nazionali – si tratta di verificare come si traducono nella cittadella
politica italiana la spinta all’impegno e ad una presenza attiva dei cattolici stessi. Lo dico perchè
proprio su questo versante sono naufragate iniziative del passato altrettanto importanti che
coinvolgevano ampi e significativi settori della cosiddetta area cattolica italiana. Nella sua
articolazione sociale, culturale, religiosa ed economica. Ovvero, la “società civile” riconoscibile al
mondo cattolico. Mi riferisco, nello specifico, alle iniziative di Todi 1 e di Todi 2 di alcuni anni fa
che proprio quando si affacciò questo tema si sfarinarono. E questo perchè sin quando ci si ferma
sul pre politico la diversità tra le varie, e legittime, posizioni è molto più semplice e praticabile. Ma
il passaggio successivo, e cioè quando ci si deve misurare con gli strumenti della politica – ovvero
i diversi partiti – è del tutto naturale che la discussione si vivacizza e si corre il serio rischio,
appunto, di dividersi. Come, del resto, conferma l’ormai radicato e consolidato pluralismo politico
ed elettorale dei cattolici italiani.

Ora, è di tutta evidenza che ogni tempo presenta la sua specificità e la sua originalità e, di
conseguenza, cambiano anche le concrete risposte politiche. Ed è proprio su questo versante che
si verifica se la spinta ad una maggiore partecipazione politica che si percepisce nel mondo
cattolico italiano, seppur in modo plurale e diversificato, si trasforma anche in un efficace e
significativo contributo politico e culturale. Un contributo che, come sappiamo molto bene, passa
attraverso la concreta presenza nei partiti organizzati. Partiti attuali o partiti che si potrebbero
affacciare nei prossimi mesi. Perchè nulla si può escludere quando decolla un processo politico
come risposta concreta ad una domanda che circola nel sottosuolo della società italiana per
svariate motivazioni su cui non vale neanche la pena soffermarsi. E, al riguardo, l’unico elemento
che si deve escludere perché segnerebbe l’ennesimo fallimento di una scommessa politica,
culturale e programmatica è proprio quello di finalizzare questo rinnovato, e sacrosanto,
protagonismo politico dei cattolici a qualche ricerca di candidatura per singoli esponenti/
promotori. O meglio, per non essere equivocati, è del tutto normale che la partecipazione attiva
dei cattolici, come di qualsiasi altro gruppo culturale o sociale o politico passa attraverso la
presenza nelle liste dei partiti. Ma se il tutto è finalizzato a questo obiettivo dovremmo prendere
amaramente atto che anche questa volta ci si trova di fronte ad un progetto che non guarda
lontano ma solo, e soltanto, alla ricerca di un espediente di qualche professionista della politica
per cercare più comodamente una tranquilla sistemazione personale attraverso la scorciatoia
della presenza cattolica.

Ecco perchè il vento che ha iniziato a soffiare da Trieste nell’estate scorsa può essere decisivo per
restituire consistenza e sostanza alla presenza politica dei cattolici – elemento, questo, quantomai
importante per la stessa qualità della democrazia italiana – oppure, e al contrario, si limiterà
all’ennesima operazione di potere che è nota, ormai, in tutti i suoi particolari. Solo l’esperienza
concreta ci dirà se prevarrà la prima tesi o, purtroppo, la seconda opzione.

Coldiretti Piemonte, bene la  proroga dei decreti etichetta 

La Coldiretti Piemonte si esprime positivamente sulla proroga e sui decreti a proposito dell’etichettatura di origine, che risponde alle richieste nel 91% degli italiani, che chiedono trasparenza su quanto portano in tavola. Ora occorre arrivare ad estendere l’obbligo, su tutti i prodotti alimentari in commercio nella UE. È quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati Censis nell’esprimere soddisfazione per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei provvedimenti emanati dal Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida, insieme ai Ministri delle imprese made in Italy Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, con la proroga fino al 31 dicembre 2025 per regime sperimentale italiano sull’indicazione in etichetta della provenienza della materia prima per pasta, riso, pomodoro, carni suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari.

“Una proroga che risponde ad una delle battaglie storiche della Coldiretti, che ha portato lo scorso anno anche in Europa al lancio di una proposta di leggi di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli alimenti in commercio nella UE – spiegano Cristina Brizzolari, Presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, Delegato confederale – l’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta a cibi camuffati per difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. Solo così sarà possibile porre fine all’inganno di prodotti stranieri spacciati per nostrani, permesso oggi dall’attuale codice doganale sull’origine dei cibi, che consente l’italianizzazione grazie ad alcune trasformazioni del prodotto, anche minime. Nonostante circa quattro quinti della spesa ora abbia l’etichettatura obbligatoria, resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta e della marmellata nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini, senza dimenticare carni e pesci venduti nei ristoranti”.

È possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica, In Piemonte, e in tutte le sedi territoriali Coldiretti, anche online.

Il Piemonte torna con un rappresentante nel Comitato Nazionale Vini

Il Piemonte torna ad essere rappresentato nel Comitato Nazionale Vini, l’organo del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste che esprime parere consultivo e propositivo a livello nazionale in materia di tutela e valorizzazione commerciale sui vini a denominazione d’origine. Lo ha deliberato a Roma la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, a cui ha partecipato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Il Comitato Nazionale Vini è composto da funzionari del Ministero, esperti, rappresentanti delle associazioni di categoria, cantine, industriali vinicoli e da due membri nominati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Due sono i componenti designati dalle Regioni in seno al Comitato, e dal 2021 erano rappresentati da Sicilia e Veneto. Nella nuova conformazione un rappresentante è dell’Abruzzo e uno appunto del Piemonte, con durata triennale. Sarà la dottoressa Elena Piva, funzionaria della Direzione Agricoltura della Regione Piemonte, presso cui segue le problematiche del settore vitivinicolo, dei disciplinari e delle denominazioni d’origine.

«Con i suoi 60 vini Doc e Docg e una produzione che sta conquistando i mercati mondiali grazie a una precisa scelta di qualità, il Piemonte torna ad avere un ruolo di rappresentanza nel Comitato», dichiarano il presidente Alberto Cirio e l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni«La designazione sana un vulnus incredibile, ovvero che il Piemonte non potesse far sentire la propria voce e rappresentare in modo equilibrato il complesso mondo del vino italiano a denominazione d’origine. Il risultato di oggi è frutto di un lavoro e di una trattativa complicata nella quale abbiamo avuto il supporto del governo, e in particolare del ministro Lollobrigida e del sottosegretario La Pietra a cui va il nostro ringraziamento per aver supportato la nostra richiesta».

«Un ruolo centrale l’ha avuto anche il coordinatore della Commissione Politiche Agricole delle Regioni, Federico Caner – aggiunge Bongioanni -. È la prima volta che entra nel Comitato un funzionario regionale: una figura in collegamento diretto con i consorzi e con l’assessore, e quindi in grado di svolgere un efficace lavoro di snodo con i territori e le politiche agricole regionali. Sono particolarmente orgoglioso di questo risultato, che garantirà al vino piemontese e alle istanze dei suoi produttori la giusta voce a livello nazionale».

Rebarba, la Barbera d’Asti affinata in musica dal Maestro Peppe Vessicchio

È nata Rebarba, la Barbera d’Asti affinata in musica dal Maestro Peppe Vessicchio. Una Barbera astigiana affinata in musica da un grande Maestro d’orchestra e compositore. Accade a Rocchetta Tanaro, borgo di poco più di 1500 abitanti, immerso tra vigne e boschi nel cuore del Monferrato. Un luogo che il cantautore Bruno Lauzi definiva “Terra di quieta follia”, e che oggi incontra il genio di un napoletano d’eccezione, Peppe Vessicchio, noto al grande pubblico come il Maestro del Festival di Sanremo, e proprio nei giorni del festival Vessicchio firma un nuovo progetto, una Barbera d’Asti Superiore vendemmia 2021. L’idea nasce nel 2016 dall’amicizia tra Vessicchio, il cuoco Beppe Sardi e Giulio Porzio, Presidente della Cantina “Post dal Vin”, un progetto innovativo e affascinante che ha portato alla creazione della Rebarba, un vino affinato con la tecnica dell’armonizzazione musicale.

“Il Maestro Vessicchio – racconta Porzio – ha prima fatto una prova su una nostra bottiglia di Barbera, e abbiamo visto che il vino armonizzato con la sua musica era più morbido e piacevole. Così abbiamo sposato questo stravagante, innovativo e divertente progetto. Da alcuni anni il Maestro viene regolarmente ad armonizzare le botti colme di Barbera”.

Nella vendemmia 2021 si è aggiunto un altro tassello al progetto Rebarba, con l’uscita di una Barbera d’Asti vinificata con uve provenienti da soci che coltivano in biologico. In tutto, la produzione annuale, è intorno alle 10 mila bottiglie, di cui 8 mila di Rebarba , 2 mila la versione biologica e 2 mila la superiore.

Il Maestro Vessicchio ha messo alla prova la sua teoria sulla bottiglia di Barbera, e il risultato è stato sorprendente: il vino armonizzato con la sua musica risultava essere più morbido ed equilibrato al palato. Da qui la decisione di sperimentare su scala più ampia, con il Maestro che da allora visita regolarmente le cantine per armonizzare le botti di Barbera. Il trattamento viene spiegato da Vessicchio: “Dopo tre anni di risultati affermativi forniti da palati eccellenti, in seguito a test dimostrativi, la tecnica di armonizzazione del vino, promossa e attuata da me in collaborazione con Michele Carone e Andrea Vezzoli, arriva nelle terre della Barbera d’Asti. Le nuove aggregazioni supermolecolari, indotte da questo affinamento chiamato Freman, FREquenze e Musica Armonico Naturale, sono riscontrate come migliorative del prodotto anche sotto vari aspetti, tra cui quello della digeribilità. Questa nuova condizione è anche testimoniata da strumentazioni utilizzate in ambito fisico”.

Il compositore non è nuovo a questo genere di sperimentazioni, e già in passato aveva utilizzato Mozart per tenere lontani Oidio e Peronospora tra le viti di Nebbiolo del Roero. Ora si spinge oltre con complici d’esperienza nel Monferrato, confermando un’altra convinzione di Lauzi: i piemontesi sono brasiliani con la nebbia dentro.

Il nome Rebarba è stato scelto dallo stesso Vessicchio, un anagramma di Barbera che richiama anche il suo celebre aspetto con folta barba. Anche l’etichetta riporta un disegno stilizzato che ricorda il volto del Maestro.

La cantina “Post dal Vin”, fondata nel 1959, è un punto di riferimento per la produzione della Barbera d’Asti e altri vini piemontesi di qualità. Con 35 soci conferitori e circa 120 ettari di vigneti, produce all’anno circa 90 mila bottiglie, selezionando le migliori uve per garantire standard qualitativi elevati. Situata a Rocchetta Tanaro, la cantina ha una forte vocazione per la tradizione e l’innovazione. Il progetto Rebarba rappresenta un ulteriore passo avanti nella ricerca di metodi di produzione che esaltino le peculiarità della Barbera, portando il vino a un livello superiore di espressione e piacevolezza.

Mara Martellotta

Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore piemontese

Quest’anno alla seconda edizione del Salone del Vermouth di Torino, in programma dal 22 al 23 febbraio al Museo Nazionale del Risorgimento, approderà anche Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore, piemontese, realizzato con il 100% di vino prodotto sul territorio e con erbe coltivate e raccolte localmente, lanciato da poco sul mercato dal team di Rodia, azienda familiare torinese di spirits.

Canone Occidentale farà il suo debutto alla più importante fiera di settore, raccontando il suo prodotto e partecipando attivamente al calendario del Fuori Salone del Vermouth, la programmazione di eventi Off dedicata alla diffusione della cultura di questa eccellenza italiana.

Da lunedì 17 a venerdì 21 febbraio in tutta la città di Torino ci saranno cene con menù degustazione, masterclass, guest e visite tematiche per la città per raccontare lo spirito del miglior vermouth. In questo contesto si inserisce perfettamente Canone Occidentale, approfittando dell’occasione anche per raccontarsi come prodotto perfetto per una mixology di qualità.

Oltre alla presenza tra gli stand del Museo del Risorgimento, Canone Occidentale introdurrà uno speciale Negroni Mezcal per valorizzare l’associazione di Canone Occidentale con gli Spirit Sudamericani e presenterà i suoi prodotti di punta grazie a tre momenti di condivisione con altre realtà di eccellenza gastronomica del territorio.

Gli eventi principali saranno tre :

  • Il 20 febbraio dalle 18 da Kiné Cocktail ( via Reggio 14) ci sarà un bar pairing cocktail food con ospite speciale Michele Marzella, bartender che, dopo anni di specializzazione nel settore della miscelazione, ha avviato l’attività di liquorista e ha guidato la realizzazione della ricetta di Canone Occidentale.

  • Il 19, 20, 21 febbraio dalle 18 sarà la volta dell’appuntamento con il Vermouth di Canone Occidentale da ‘Paltò. Vini e cucine’ in via della Rocca 17.

  • Tre serate speciali dove la cucina di Paltò incontra l’arte della miscelazione di Canone Occidentale, in un esclusivo menù in pairing tra piatti ricercati (tapas) e cocktail d’autore. Un’esperienza gastronomica unica dove ogni abbinamento è studiato per esaltare sapori e contrasti, creando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

  • Il 21 febbraio dalle 19 Pout Pourri Vintage Café ospiterà una serata esperienziale guidata da Michele Marzella ( corso Tazzoli 88).

Mara Martellotta

Faida in famiglia tra rom: bomba molotov in Barriera

/

È guerra aperta tra due rami di una famiglia rom in Barriera di Milano a Torino. Il bilancio delle scorse ore è di sette veicoli danneggiati da un incendio in via Bologna, oltre a un furgone bruciato in corso Taranto nel quale è stata lanciata una molotov. Nel veicolo dormivano una donna con la figlia che si sono fortunatamente salvate.
(foto archivio)

Piemonte tra le migliori Regioni europee per investimenti esteri secondo il Financial Times. E nella classifica debutta Torino

Il Piemonte si conferma tra le migliori Regioni europee per attrazione di investimenti esteri, secondo il Financial Times. È stata pubblicata la nuova edizione del rapporto European Cities and Regions of the Future 2025: il Piemonte conferma saldamente il proprio ruolo in sesta posizione nella classifica delle Regioni europee di grandi dimensioni per la sua strategia di attrazione negli investimenti esteri. Per la prima volta nello stesso report viene premiata anche la città di Torino, che a pochi mesi dalla nomina di Capitale Europea dell’Innovazione, rientra nella classifica come sesta grande città europea per la migliore strategia di attrazione per gli investimenti.

Questo successo è il coronamento di un lavoro a più mani, grazie alla collaborazione tra Regione Piemonte, tutto il sistema camerale, la Città di Torino e Cei Piemonte, una strategia strutturata e sinergica che ha portato a un nuovo prestigioso successo per tutto il territorio. Il riconoscimento del Financial Times sottolinea il successo della strategia del Piemonte anche a livello europeo, premiando gli sforzi concreti degli enti istituzionali locali nel promuovere investimenti di qualità con conseguenti benefici occupazionali di crescita economica, nonché nel supportare le multinazionali già presenti sul territorio.

È questa la collaborazione vincente che solo nell’ultimo anno ha visto la promozione congiunta del territorio a importanti eventi internazionali come il MIPIM di Cannes, dove il Piemonte sarà nuovamente protagonista dall’11 al 14 marzo, o l’organizzazione della missione istituzionale a Londra, che ha promosso le opportunità di investimento di alta qualità in Piemonte a realtà potenzialmente interessate, e a figure dirigenziali di aziende di primaria rilevanza. Eventi di alto livello hanno messo in luce i vantaggi competitivi della Regione e il ruolo delle istituzioni nel loro supporto di accompagnamento anche grazie a strutture come il TEAM Attrazione.

Negli ultimi anni il Piemonte si è confermato come Regione tra le più attrattive per gli investitori esteri, a confermarlo sono stati Ernst & Young, che nell’Attractiveness Survey Italy 2024 ha riconosciuto il Piemonte come la seconda regione italiana per numero di investimenti esteri, grazie alla posizione strategica e alla presenza di alcuni tra i distretti industriali più competitivi a livello internazionale. I dati, elaborati da Cei Piemonte, evidenziano una crescita significativa, mentre tra il 2014-2020 la media annuale degli investimenti diretti esteri, avviati o annunciati in Piemonte, era di 7,7, nel periodo 2021-2024 è salita a 22,7, con un picco di 27 progetti nell’ultimo anno. Complessivamente tra il 2021 e il 2024 si è registrato un incremento dell’80% degli investimenti diretti esteri, avviati o annunciati dalla Regione.

A conferma di questo ruolo crescente del Piemonte sullo scacchiere internazionale, i numeri di Ceipiemonte nel quadro del Progetto Attrazione Investimenti con Regione Piemonte e Sistema Camerale piemontese: negli ultimi due anni, sono state 440 le aziende estere intercettate e interessate, a vario titolo e con differente propensione, a investire in regione. Di questi dossier, 230 sono stati assistiti per le fasi di business planning, business set-up, individuazione delle location insediative, identificazione di incentivi e altre necessità nel post-insediamento (aftercare). Nel 2024, i primi 5 Paesi di provenienza delle aziende estere intercettate da Ceipiemonte sono risultate Regno Unito (15,4%), Germania (11,7%), Stati Uniti (10,4%), Francia (9,3%) e Canada (5,4%), mentre i primi 5 settori di investimento sono risultati Real Estate (17,8%), Automotive & Transportation (15,7%), Aerospazio (14,3%), Salute e Benessere (11,3%) e ICT (9,8%). Le prime 3 province piemontesi valutate per l’insediamento sono risultate Torino (49,3%), Alessandria (8,3%) e Novara (6,5%).

“La classifica del Financial Times premia il grande impegno di questi anni in cui abbiamo lavorato di concerto con tutti gli attori coinvolti – dichiarano il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessore alle Attività Produttive Andrea Tronzano – per aumentare l’attrattività del Piemonte e promuovere il nostro territorio come sede di investimenti per realtà produttive e imprenditoriali italiane e internazionali. È un impegno che prosegue e che stiamo portando avanti ponendo molta attenzione ai settori strategici, come conferma il dinamismo che registriamo intorno al mondo dell’AI e dei microchip, che vede il Piemonte protagonista a partire dall’investimento di oltre 3 miliardi di euro di Silicon Box, a Novara, e dal ruolo del Piemonte alla guida dell’Alleanza Europea. Sempre in quest’ottica, nelle prossime settimane è anche prevista una missione di sistema in Michigan per incontrare imprese, istituzioni e finanziatori con cui attivare sinergie e collaborazioni all’interno del settore automotive”.

Mara Martellotta