Un vasto incendio ha danneggiato gravemente una azienda agricola di Almese (Torino). Sono andate distrutte tre serre per la coltivazione degli ortaggi e il rogo ha coinvolto un magazzino e diverse attrezzature. Per spegnere le fiamme sono intervenute più squadre dei vigili del fuoco dai comuni del territorio.
Scontro frontale tra auto: due morti
Nella notte di lunedì a Brozolo nel Torinese sulla statale 25, è avvenuto uno scontro frontale violento tra un’Alfa Giulietta e una Fiat Punto. Nell’incidente sono morti i conducenti di 20 e 51 anni.
Armi, acciaio, malattie ed inflazione
IL PUNTASPILLI di Luca Martina
Per economisti e banchieri centrali la crescita degli ultimi 13 anni (prima della crisi provocata dalla pandemia) registrava un grande assente: l’inflazione.
Storicamente (quantomeno dopo i due conflitti mondiali) le fasi positive del ciclo economico si sono sempre accompagnate a una salita dei prezzi di beni e servizi.
Il meccanismo è semplice: l’ottimismo sul futuro e la bassa disoccupazione conducono ad aumentare i propri acquisti e, prima o poi, i loro prezzi iniziano a salire (più un bene è ambito più diventa caro, specie se, vista la piena occupazione, non si è in grado di produrne in quantità sufficiente e nei tempi richiesti).
La violenta crisi che ha colpito i Paesi emergenti nel 1997, ha provocato una potentissima ondata deflazionistica (attraverso la svalutazione delle proprie valute e forti riduzioni dei prezzi delle loro esportazioni ai Paesi occidentali) che ha lambito le sponde di tutto il mondo nei due decenni successivi.
Se a questo si aggiunge la crescente “globalizzazione” (spostamento della produzione nei Paesi a basso costo ed incremento dei commerci internazionali) che ha accompagnato questo fenomeno, non è difficile comprendere il perché della scomparsa dell’inflazione.
Neanche la massiccia creazione di nuova moneta da parte delle banche centrali di tutto il mondo negli ultimi anni aveva stanato l’animale spaventato.
Negli anni seguiti alla crisi finanziaria del 2007 le economie di tutto il mondo (trainate dagli Stati Uniti) sono tornate a crescere (seppure a ritmi ridotti rispetto ai decenni precedenti), anche grazie all’azione concertata degli istituti centrali.
Ma la liquidità messa a disposizione è rimasta in larga misura “inattiva”, investita in buona parte in titoli obbligazionari, non spingendo, così, al rialzo i prezzi dei nostri acquisti bensì il valore dei portafogli investiti.
Uno dei massimi desideri, più volte dichiarati dai banchieri, era quello di tornare ad una situazione di “normalità”, dove un’inflazione moderata (il tasso identificato è quello del 2%) stimola a non differire gli acquisti (se penso che i prezzi aumenteranno acquisto oggi anziché aspettare future occasioni migliori) e consente alle aziende di incrementare i propri fatturati.
Il quadro è cambiato radicalmente negli ultimi due anni: la crisi pandemica e la guerra in Ucraina hanno provocato colli di bottiglia (dovuti alla ripresa economica post pandemica) e aumenti violentissimi dei prezzi delle materie prime.
Il ritorno, tanto agognato, dell’inflazione si è così improvvisamente materializzato ma il sogno ha assunto rapidamente i colori di un incubo per le banche centrali e per gli investitori.
La salita dei tassi di interesse ha prodotto forti perdite ai portafogli obbligazionari, ponendo anche dei dubbi sulla sostenibilità dei rialzi messi a segno dai mercati azionari (ed in particolare dei settori a maggiore crescita futura quale la tecnologia).
I maggiori rendimenti dei titoli di Stato potrebbero renderli più attraenti (dopo molti anni di vacche/interessi magrissimi) e convincere gli investitori azionari a spostarsi verso questi (meno rischiosi) investimenti.
Nello stesso tempo i tassi di interesse più elevati renderanno più costoso ripagare i debiti delle società e meno interessante la crescita futura degli utili, ridimensionando le prospettive dei mercati azionari.
Il livello dei tassi di interesse si trovava ai minimi degli ultimi 500 anni e una sua risalita non dovrebbe certo sorprendere ma si sa che i mercati non amano i cambiamenti e le incertezze che ne conseguono.
Il governatore della banca centrale statunitense, Jerome Powell, sembra deciso a fronteggiare la situazione adottando il “metodo Ferber”, ignorando i pianti e gli strepiti degli investitori impauriti.
D’altro canto “colui che vuole condurre un’orchestra, deve voltare le spalle al pubblico”.
Una maggiore gradualità dovrebbe accompagnare la politica adottata dalla BCE, impegnata a fronteggiare, oltre all’inflazione, anche un conflitto che vede l’Europa in prima linea (per la sua vicinanza geografica e per gli impatti diretti sui prezzi delle fonti energetiche importate dalla Russia).
L’inizio shock (specie per i mercati obbligazionari) dell’anno ci ricorda che non esistono “pasti gratis”.
Il prezzo da pagare per ottenere buoni risultati è quello di accettare di affrontare le (spiacevoli) conseguenze di eventi avversi, inattesi (epidemie e guerre) o meno (le periodiche fasi di rallentamento o le recessioni), senza lasciarsi trascinare dalle emozioni nella gestione dei propri risparmi.
Le banche centrali corrono il rischio di uccidere, con l’inflazione, anche la crescita economica ma esiste la concreta possibilità di un “normale” rallentamento ciclico che costituisca solo una dolorosa pausa per gli investitori avveduti (poco emotivi e con un portafoglio ben diversificato).
Il nuovo ordine mondiale, meno globalizzato, ci obbligherà probabilmente ad adeguarci al nuovo paradigma (che sa più di ritorno al passato) dove i miglioramenti dell’economia sono seguiti da una salita di inflazione e tassi di interesse.
Una volta allenati alla nuova situazione, dopo qualche lacrima, dovremmo essere in grado, ancora una volta, di riaddormentarci sui nostri investimenti.
Sereni come un bambino.
Maxi rissa nella notte: uomo ferito alla testa
La notte scorsa nella zona dell’autostazione delle corriere extracittadine in largo Pastore, a Novara, alcuni residenti hanno segnalato una rissa e persone sanguinanti per strada.
“Non vogliamo entrare nel merito della polemica che ha portato il Sindaco di Pinerolo, il grillino
Salvai, a protocollare le sue dimissioni per la vicenda legata al futuro del Volley pinerolese
femminile dopo la sua straordinaria promozione in serie A.
Ora, al di là della disputa tecnica, logistica e regolamentare sul palazzetto che dovrebbe ospitare
le gare sportive ed agonistiche della squadra, quello che emerge da questa singolare e grottesca
vicenda è che il modello politico di governo dei 5 stelle sta franando in tutta Italia. A livello locale
come a livello nazionale. Oltre alla sostanziale scomparsa da quasi tutti i comuni italiani, ad oggi
restano solo 6 i sindaci grillini di comuni oltre i 15 mila abitanti in tutta Italia. E tra questi Pinerolo
che, come l’ultima vicenda del Volley femminile dimostra, conferma platealmente l’incapacità di
governo di questa formazione politica che nell’arco di pochi anni ha sistematicamente rinnegato
tutto ciò che ha predicato per svariati lustri in tutte le piazze italiane.
E la vicenda di Pinerolo non è che l’ultimo esempio di questo decadimento politico, culturale,
programmatico e forse anche etico. Forse è giunto il momento di archiviare definitivamente la
stagione del populismo demagogico, anti politico, qualunquista e legato all’improvvisazione al
potere con l’ormai famoso slogan di “uno vale uno”. Una stagione che ha contribuito ad
impoverire la politica, a fiaccare l’azione di governo e ad incrinare la stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche.
tutto improvvisata e casuale.
evidente che il modello politico e di governo dei 5 stelle è franato. E non bastano le continue e
frenetiche giravolte del suo gruppo dirigente nazionale, figlio di una concezione che ha fatto del
trasformismo la sua bussola di riferimento, a salvare la situazione. È giunto veramente il momento
di voltare definitivamente pagina. A livello locale come a livello nazionale”.
Renato Zambon, Segretario Regionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.
DAL 7 AL 29 MAGGIO
In programma oltre 200 repliche di spettacoli teatrali di artisti e compagnie internazionali, 30 eventi speciali, talk, mostre d’arte, live performance, parate, momenti site-specific di danza, concerti, party e molto altro.
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Tutto pronto per il Torino Fringe, il festival multidisciplinare di arti performative che si svolgerà nel capoluogo piemontese dal 7 al 29 maggio 2022.
Il festival si apre ufficialmente il 7 maggio alle 21 con uno tra gli ospiti più attesi, Natalino Balasso, attore, comico e autore teatrale che porta sul palco del neo riaperto Cinema Teatro Maffei Recital, raccolta di brani comici tratti dai suoi ultimi spettacoli. Il Torino Fringe si conferma così tra gli eventi più originali della città e di tutta Italia, in cui si mescolano espressioni artistiche differenti, anche grazie alla selezione tramite una call internazionale che ha portato quest’anno a candidarsi più di 500 artisti da tutto il mondo.
A maggio sarà tutta Torino, dal centro alla periferia, tra luoghi considerati più ‘canonici’ e quelli off, anticonvenzionali e quasi sconosciuti, a trasformarsi in un palcoscenico d’eccezione per una grande festa diffusa delle arti performative, un’invasione pacifica di spettacoli dal vivo, tra luoghi già cari al festival e luoghi che per la prima volta ne fanno parte, come il Cinema Teatro Maffei di San Salvario, il Precollinear Park, il Museo Storico Reale Mutua e il Cx Turin Regina.
I biglietti sono già in vendita su www.tofringe.it, dove è consultabile il programma e a partire dal 19 aprile presso la biglietteria centrale in via Saluzzo 30. Il pubblico potrà scegliere tra diverse tipologie di ingressi e carnet, a seconda delle proprie esigenze e preferenze.
Il Torino Fringe è possibile grazie al contributo di Mic – Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Torino, TAP Torino Arti Performative, Camera di Commercio Artigianato e Agricoltura di Torino, Fondazione CRT. Ha il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Circoscrizione 1 – Centro Crocetta. Il Torino Fringe ha ricevuto il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ART WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena” che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio. Sponsor: Iren, Reale Mutua, Peroni Nastro Azzurro, Crai. Accomodation Partner & Sponsor: CX Turin Student & Explorer Hotel. Media Partner: Rai Radio 3, Zero. Technical Sponsor: Freecards, VanVerBurger. Mobility Partner: LeasysGo! Visual Identity: Graphic Days; Ticketing Partner: Mailticket. In collaborazione con: Ufficio Turismo Torino e Provincia, Salone OFF, Abbonamento Musei Piemonte, Arci Torino, FNAS Federazione Nazionale delle Arti di Strada, Torino Creativa.
Cos’è il Torino Fringe Festival Il Torino Fringe è un festival di teatro off e di arti performative nato nel 2013 sulla scia delle esperienze dei più importanti festival off europei, incentrati sulla massima accessibilità e il coinvolgimento del tessuto sociale e urbano della città di riferimento. È un festival che è allargato a tutto il territorio piemontese, una vetrina e un punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per il Teatro Off e le arti performative che intorno a questo gravitano. È al contempo un nuovo modo di fare cultura sul territorio, caratterizzato dalla trasversalità rispetto ai generi culturali e aperto alla possibilità di interagire e co-progettare con gli stakeholder. In questi 10 anni Torino Fringe Festival ha sviluppato ogni genere di performance in teatri, ma anche e soprattutto in spazi diversi e diversamente “off” rispetto agli spazi consueti dell’offerta culturale e delle arti performative, arrivando in birrerie, sale da ballo, stazioni, dimore storiche, mercati, club, locali, musei, piazze, gallerie d’arte. Ufficialmente riconosciuto da “World Fringe”, network mondiale che seleziona i Fringe Festival che rispettano le linee guida del format, negli anni è diventato punto di riferimento in Italia coinvolgendo oltre 274 compagnie nazionali e internazionali per un totale di 1770 repliche in più di 60 spazi di Torino al chiuso e 32 all’aperto per un totale di oltre 100.000 spettatori.
Contatti: Facebook: @TorinoFringeFestival Instagram: @torinofringefestival Linkedin: @TorinoFringeFestival |
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Simona Riccio, founder della trasmissione e Social Media Marketing Manager del Caat, ha invitato ai suoi microfoni,nel corso della trasmissione PARLACONME di mercoledì 20 aprile, dalle 18 alle 19, su Radiovidanetwork, Davide Conti,Direttore Tecnico di Dorilli Società Agricola s.r.l. attraverso il quale verrà spiegato a fondo lo strumento del quaderno di campagna. Questa puntata segue quella dedicata alla tecnologia e all’innovazione, con particolare riferimento all’importanza dell’utilizzo dei quaderni di campagna, con Ivano Valmori quale ospite.
Davide Conti da quindici anni si occupa di coltivazione di ortaggi in serra, in particolar modo di pomodori di alta qualità in serre tecnologiche fuori-suolo. Il lavoro sviluppato in tutti questi anni gli ha permesso di acquisire capacità di pianificazione delle produzioni e delle relative vendite,abilità generali riguardanti la gestione aziendale e di sviluppare tecniche di coltivazione all’avanguardia anche grazie al supporto di consulenti impegnati in ambito internazionale.
Proprio grazie alla sua professionalità, esperienza e competenze, Simona Riccio ha deciso di ospitarlo per approfondire con una case history ciò che è stato precedentemente affermato.
All’agronomo, oltre a spiegare che cos’è il quaderno di campagna, vale a dire un modulo, cartaceo o elettronico, che serve a raccontare la storia della coltivazione dalla semina fino alla raccolta o, nel caso di colture come il pomodoro in cui la raccolta avviene durante tutto il ciclo colturale, fino alla fine della coltura, è stato chiesto:
Come è strutturato un quaderno di campagna e quali dati vengono registrati
Come avviene tutta la procedura di registrazione dei dati?
Le registrazioni sono fini a sé stesse o possono essere utilizzate proficuamente?
Qual è la connessione tra il quaderno di campagna e la tracciabilità dei prodotti
Quali sono i vantaggi della digitalizzazione di un quaderno di campagna?
Dopo questi interessanti domande alle quali fanno seguito altrettante chiare risposte, si è parlato anche di bombi.
Sì, bombi! Che attenzione, spesso vediamo rappresentati come api, ma api non sono. Davide spiegherà che cosa siano e a cosa servano in agricoltura e, poiché Simona Riccio è sempre più convinta che l’agricoltura sia più all’avanguardia di quanto venga percepita, è ancor più decisa a fare emergere la professionalità e le competenze che tutti gli attori di filiera hanno e che devono dimostrare all’interno delle strategie di comunicazione sempre più digitali.
MARA MARTELLOTTA
La trasmissione viene trasmessa in diretta web-radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network.
Dal giorno dopo è possibile seguire la puntata senza interruzioni sul sito www.parlaconmeofficial.it
E’ morto Marocco, il notaio di Torino
Di Pier Franco Quaglieni
La morte del notaio Antonio Maria Marocco priva Torino di uno dei suoi più autorevoli esponenti. La Torino civile perde uno dei suoi protagonisti non solo nel campo dei grandi professionisti, ma anche in quello economico, bancario e culturale. Ci conoscemmo più di vent’anni fa nel suo studio durante il banale acquisto di un garage. Lui sapeva che ero stato nominato cavaliere di gran croce da pochi mesi e disse alla segretaria di aggiungere nel rogito quel titolo. Lo pregai di lasciare le cose com’erano, ma da quel giorno ci demmo del tu perché anche lui era cavaliere. Da allora abbiamo avuto modo di vederci molte volte al Centro “Pannunzio” e al Circolo del Whist dove la moglie Mariella Cerutti presento’ anche dei suoi libri di poesia per cui le conferii il Premio letterario “Mario Soldati” al Circolo della Stampa. Era un uomo di rara umanità, colto, raffinato, ma anche semplice. Ci incontravamo spesso anche alla farmacia “Solferino“, scambiando qualche battuta. Nei primi anni 2000 su suggerimento del Presidente Napolitano fondammo insieme al comune amico avvocato Paolo Emilio Ferreri l’Associazione Cavalieri di Gran croce dell’Ordine al Merito della Repubblica che ebbe la sua sede centrale a Torino. Dopo pochi anni l’associazione venne letteralmente scippata da un gruppo di cavalieri romani che la trasformarono in un circolo che certo non sarebbe piaciuto al primo presidente Marocco che aveva messo in atto borse di studio per giovani volenterosi e altre iniziative. Dopo il trasferimento a Roma Marocco, occupato nei vertici nell’ Unicredit, si disinteresso’ del sodalizio che incomincio ‘ a decadere. Avrei tanti ricordi soprattutto sui commenti fugaci che ci scambiavamo quando ci incontravamo. Era un gentiluomo di antico stampo, tanto , tanto diverso da altri che senza titoli hanno occupato cariche per cui non erano idonei. Quando cesso’ dall’ esercitare il Notariato Marocco si gettò con passione ed assoluto disinteresse al servizio della comunità , mettendo a disposizione la sua straordinaria esperienza. A Torino gente come lui è sempre più rara e la sua morte ci riempie di tristezza come cittadini oltre che come suoi amici.
Flores d’Arcais e la pazzia della guerra
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

L’ex parlamentare Pagliarulo come presidente dell’Anpi dice un’ovvietà storica: che la Resistenza italiana non è paragonabile con quella ucraina. La storia non si ripete mai e le condizioni storiche non sono confrontabili. E crea scandalo tra i suoi adepti. Non la penso come Pagliarulo su tante cose, forse egli è in cerca di visibilità, dimenticando che non tutti nella sua associazione condividono le sue idee rifondarole proprie di chi votò, ad esempio, contro il 10 febbraio giorno del ricordo. Ma almeno su questo sono concorde con lui e quindi non può poi curvare sui temi della guerra Ucraina il prossimo 25 aprile. I Partigiani non furono pacifisti, usarono le armi, in alcuni casi esagerarono anche. E il 25 aprile tutte le bandiere devono avere diritto di sventolare, in primis il Tricolore. Anche la CGIL ha detto sciocchezze sul tema della guerra, ma questi sindacalisti non conoscono la storia e parlano per slogan preconfezionati. Ma chi appare più stucchevole di lui è il “giacobino tagliateste” Paolo Flores d’Arcais, radical chic per antonomasia, rivelatosi acceso patriota filoucraino e guerrafondaio che sostiene la tesi secondo cui la resistenza italiana fu come quella Ucraina. L’uomo che da molti è visto come sostenitore del giustizialismo illiberale e del potere assoluto dei giudici e creatore dei ridicoli girotondi che rafforzarono il consenso a Berlusconi, adesso attacca l’Anpi ed esalta Biden suo quasi coetaneo. Da non crederci. La guerra sta sconvolgendo le menti di molti , è umano e comprensibile perché il pericolo di un conflitto nucleare non è mai stato così vicino, ma gli effetti che ha prodotto su Flores sono davvero devastanti . Gli consiglierei di fare qualche girotondo attorno a casa, magari di corsa. A volte serve a schiarire le idee e a smaltire le sbornie ideologiche. Patriota verso tutti, ma naturalmente mai verso l’Italia. Mai una volta un pensiero verso gli eroi italiani dal Risorgimento in poi, un Risorgimento naturalmente fallito come, ipse dixit, ha insegnato l’oracolo Gramsci. Un vero “anti italiano” diventato ardente partigiano ucraino.
Focus Covid e vaccini, lunedì 18 aprile
Lunedì 18 aprile
Situazione epidemiologica
Positivi: 826 (di cui 691 a test antigenico)
Positivi/tamponi: 8,0%
Tamponi: 10.367 (di cui 9.305 test antigenici)
Ricoveri ordinari: 732 (+49 rispetto a ieri)
Ricoveri Terapia Intensiva: 23 (+2 rispetto a ieri)
Decessi: 0